Sabato 9 luglio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 luglio 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

1 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
Università. Convegno
Difesa dell'ambiente, un'arma in più grazie al satellite
 Un'antenna speciale per captare i dati dei satelliti e utilizzarli per monitorare il territorio e prevenire il rischio ambientale. Il progetto, coordinato dal Telegis Cinsa e denominato "Antenna", è stato presentato nell'aula magna della Cittadella universitaria di Monserrato in convegno nazionale di Telerilevamento, organizzato dall'Associazione italiana di telerilevamento in collaborazione con l'Ente autonomo del Flumendosa e l'Università di Cagliari (Dipartimento di fisica). L'antenna, collocata presso la cittadella di Monserrato, è già operativa e consentirà l'acquisizione di un'infinità di dati relativi al bacino del Mediterraneo. Il workshop dell'Ait, moderato dal presidente Ruggero Casacchia, si è aperto con la presentazione degli studi più recenti sul dissesto idrogeologico, sull'importanza della prevenzione e del monitoraggio del territorio, e sul ruolo dell'industria nella progettazione di sistemi di telerilevamento. Si è parlato, tra l'altro, di rischio desertificazione ed emergenza alluvioni (tsunami in primis), ma anche di prevenzione delle frane, monitoraggio dei venti che trasportano la sabbia rossa dal Sahara alla Sardegna (quella che ci sporca le macchine, per intenderci) e della possibilità di effettuare previsioni meteo ancora più precise di quelle attuali. Al meeting sono intervenuti diversi relatori d'eccezione, tra cui Piero Boccardo (Isprs), Pietro De Paolo (Consiglio nazionale dei geologi), Bernardo De Bernardinis (Protezione civile), Giovanni Rum (Agenzia spaziale italiana), Livio Rossi (Eurimage), Anna Maria Nassisi (Alenia spazio) e Maria Antonietta Dessena (Ente Flumendosa). Il convegno si è chiuso con altri importanti interventi (Giorgio Sartori del Word food programme, Marc Paganini dell'Esa) e con la presentazione del progetto Antenna. «Il progetto - spiega Alberto Marini, responsabile del laboratorio Telegis dell'ateneo cagliaritano- nasce con finanziamento della Comunità europea, attraverso il Miur, e s'inserisce nell'ambito del programma operativo nazionale 2000-2006 Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, alta formazione. L'obiettivo della nuova installazione della cittadella è la creazione di un network di utenti interessati all'utilizzo dei dati provenienti dal sensore Modis, montato sui satelliti Terra e Aqua. I labortatorio Telegis offre a questi utenti la possibilità di accedere gratuitamente alle immagini dei satelliti e chiede in cambio di diffondere i risultati delle proprie ricerche attraverso la rete». Paolo Loche
  
2 - L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
università Gli atenei dell'Isola al passo con le novità
Insegnamento a distanza e nuove metodologie di formazione: gli atenei di Cagliari e di Sassari si adeguano ai passi dell'informatica e delle nuove tecnologie, con l'attività del Consorzio interuniversitario per l'Università telematica, istituita con protocollo firmato dai due rettori, lo scorso aprile. Il Consorzio inizia a muovere i suoi primi passi adesso, dopo l'elezione a presidente di Virgilio Mura (Università di Sassari) e a direttore di Franco Meloni (dirigente dell'Ateneo di Cagliari). Diversi gli obiettivi in cantiere: l'istituzione di corsi universitari e di alta formazione post-laurea a distanza in base agli indirizzi e la promozione di attività di formazione per l'adeguamento e lo sviluppo di competenze specifiche. (m. v.)
 
 
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Università. Nanni Brotzu contesta l’intenzione del Magnifico di candidarsi al sesto mandato da Rettore 
«Basta con Mistretta, è un regime»
‘Aspettiamoci una nomina a vita, magari pure ereditaria’ 
Cade l’ipotesi della proroga dell’incarico per due anni, nuova modifica dello statuto?
  Di Mauro Lissia
  CAGLIARI. Ci risiamo, dunque: arrivato a meno di un anno dalla fine del quinto triennio da rettore, Pasquale Mistretta ha deciso di provare a farsi riconfermare per il sesto mandato consecutivo. Già tre anni fa la sua proposta di modificare lo statuto dell’Ateneo, che prevedeva inizialmente un tetto di due mandati, sollevò un’ondata di polemiche. Ma poi, finite quelle, arrivò puntuale la conferma alla poltrona di Magnifico. Un ruolo che Mistretta sostiene di meritare (dal 1991) per mancanza di alternative di pari caratura. Settantatrè anni, docente di urbanistica e ispiratore delle scelte di politica urbanistica della città negli ultimi decenni, simpatizzante per il vecchio Psi, Mistretta ha tentato anche di imboccare la strada della politica attiva candidandosi a sindaco col centro-sinistra, contro Emilio Floris. Uscito battuto, è rimasto in consiglio comunale e si è prontamente riposizionato votando spesso con la maggioranza di centro-destra per ribadire - così ha spiegato - la propria libertà intellettuale. Forse la stessa che l’ha indotto a costruire un metodo di votazione allargato a tutte le fasce di docenti, ricercatori e amministrativi. Metodo che - dicono gli avversari - gli ha garantito il controllo dell’elettorato universitario e la certezza quasi automatica dell’elezione. L’ultima volta Mistretta è stato eletto con 655 voti, contro i 239 di Luca Fanfani, i 138 di Francesco Raga e i 73 di Giuseppe Santa Cruz. Gli ‘aventi diritto’ al voto erano 1496, di cui 1187 votarono, 56 le schede bianche e 26 le nulle. Una vittoria netta, che gli diede il destro di qualificarsi ancora una volta come il migliore. Bravo, certo. Ma non abbastanza da impedire che l’Università cagliaritana scivolasse sempre più in basso nella graduatoria nazionale e che s’inasprisse il rapporto con gli studenti, stanchi di pagare tasse sempre più pesanti in cambio di servizi sempre più scadenti. Ora c’è chi vorrebbe costruire un dopo-Mistretta, ma prima bisogna che Mistretta se ne vada. Come auspica in quest’intervista il medico Nanni Brotzu, decano fra i docenti universitari.
 - Professor Brotzu, sente aria di regime?
 «Guardi, ormai possiamo aspettarci di tutto. Certo, anche una nomina a vita di Pasquale Mistretta che poi potrebbe diventare ereditaria. E’ una cosa della serie ‘Dio me l’ha data e guai a chi me la tocca’. Oppure, se si preferisce ‘per volontà di Dio e della Nazione’».
 - Fuori dallo scherzo, si parla con insistenza di una nuova modifica allo statuto dell’Università, per favorire il sesto mandato mistrettiano. Oppure di una proroga biennale.
 «Bisogna impedirlo con ogni mezzo possibile. Partendo proprio da quella norma dello statuto votata dal primo senato accademico diretto da Mistretta, una norma che stabiliva il limite alle candidature consecutive: non più di due».
 - Poi invece sono diventate tre, quattro...
 «... ed ora sei, perchè l’idea della proroga biennale sembra accantonata. La prospettiva non cambia, sempre di Mistretta si tratta...».
 - C’è chi ironizza e parla di Mistretta riscaldata, chi invece protesta duramente per quella che viene definita occupazione militare dell’Ateneo...
 «Sento che la situazione è profondamente cambiata, credo che questa volta Pasquale avrà vita difficile. Non c’è aria di riconferma, se l’opinione pubblica ci dà una mano lo mandiamo finalmente a casa. Sarebbe ora».
 - Lei è convinto che il Rettore non abbia più la maggioranza?
 «La questione è un’altra: io ho vissuto tempi all’università in cui il Rettore veniva votato soltanto dai docenti di fascia A, gli ordinari. Poi Mistretta ha cambiato lo statuto e ora votano anche i ricercatori, gli associati e il personale amministrativo... sarà anche una soluzione democratica ma dove c’è la democrazia ci sono anche i paletti».
 - Sono quelli, che mancano?
 «Una volta, quando votavano solo gli ordinari, per essere eletto servivano i due terzi dei voti degli aventi diritto. Ripeto: degli aventi diritto. La volta scorsa, tre anni fa, sui 1500 che avevano diritto a votare hanno votato in pochi. Quindi basta organizzare un certo giro, se vogliamo chiamiamolo intrallazzo, è il gioco è fatto».
 - Può spiegarsi meglio, professor Brotzu?
 «Mi spiego: se votano i ricercatori e gli amministrativi è facile controllare: è gente che deve fare carriera, sono persone ricattabili in senso positivo o negativo. Non mi voti? Non fai carriera. Mi voti? Andrai avanti. Questo è il sistema Mistretta».
 - Lei descrive una situazione da regime sudamericano. Non pensa di esagerare?
 «Esagerare? Le faccio l’esempio del Policlinico, dove l’amministratore è di fatto Mistretta. Il direttore generale è un semplice passacarte, so bene quello che dico: fa quello che gli dice di fare il Rettore. E’ Mistretta che decide. Si può andare avanti così? No, guardi, bisogna cambiare. Qui accadono cose...».
 - Per esempio?
 «Si moltiplicano le cattedre inutili. Reumatologia: ce ne sono tre. Si offenderanno i reumatologi, ma è una cosa assurda. Credo di potermi permettere di dire che è una cosa senza senso».
 - Mistretta però si difende affermando di essere il migliore, l’uomo in grado di governare meglio l’Università di Cagliari. Non vede alternative, lui.
 «Io penso invece che non sia il migliore. Lui ottiene i voti col sistema che abbiamo visto, qui serve un rettore che deleghi, un uomo che non tenga tutto in mano. L’Università è una struttura grossa, estesa, con migliaia di dipendenti che hanno funzioni diverse. Medicina non è ingegneria, lettere non è biologia. Allora bisogna dare deleghe, basta pensare alla vicenda del protocollo d’intesa con la Regione...».
 - Dica.
 «C’è voluta un’imposizione dell’assessore Dirindin, che pure non avrei nominato perchè è piemontese e mi sembra assurdo che non si potesse trovare un assessore alla sanità sardo. Ma comunque... Mistretta non voleva l’intesa perchè voleva mantenere tutto il potere per sè, avrebbe perso il controllo del Policlinico, che diventa un’azienda per conto suo e Mistretta non può più metterci il naso».
 - Esiste a suo giudizio la possibilità che si formi all’interno dell’Università una maggioranza anti-Mistretta, sufficiente a fermarlo?
 «Guardi, il problema è che bisogna fermare questa modifica dello statuto. Perchè se si fa, grazie ai soliti intrallazzi Mistretta riesce a farsi eleggere di nuovo. E non deve accadere».
 - Ma perchè stavolta non dovrebbe riuscire a ‘sistemare’ lo statuto?
 «Perchè i presidi sono furiosi, il clima è cambiato. Mistretta non ha più il controllo totale del senato accademico. Dipende molto dall’opinione pubblica, se c’è l’atmosfera giusta...».
 - Non è che dietro questo ennesimo tentativo di Mistretta di farsi confermare ci sia, come qualcuno ha ipotizzato, qualche grosso affare immobiliare da portare alla conclusione?
 «No, questo no. Ci metto la mano sul fuoco, credo che lui sia una persona onesta. Il problema è che ha fatto perdere tempo, ha impedito la crescita dell’Università perchè vuol fare tutto lui e non ha il tempo per fare tutto».
 - E così l’Università di Cagliari è scivolata nella zona retrocessione fra gli atenei italiani.
 «Perchè l’Università deve produrre cultura e la cultura non si fa con la quantità, ma con la qualità. Bisogna selezionare. Di gente come Gianluigi Gessa, Bernardo Loddo, Paolo La Colla, Peppino Brotzu quanti ne troverà?».
 - Indicherebbe un nome per il dopo Mistretta, se ci sarà?
 «Penso a Raffaele Paci e a Francesco Sitzia, ho sentito questi due nomi e penso che siano persone serie e capaci. Ma l’importante è che si cambi, è davvero ora di cambiare per il bene dell’Università, dell’insegnamento, degli studenti. Basta con questo Mistretta, lo dico chiaramente: basta, non se ne può più».
 
 
 
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Oristano
BUSACHI 
Il mondo dell’edilizia studia le nuove energie
  BUSACHI. L’energia del futuro sarà diversa? Per dare una risposta a questa domanda si svolge oggi un convegno di presentazione del progetto Combalos, che prevede il risparmio energetico e l’uso delle fonti rinnovabili di energia nel settore dell’edilizia. Questo il programma della giornata: alle 9.15 Raffaele Melette (presidente della XV Comunità montana Barigadu) aprirà il convegno; quindi toccherà a Giampiero Vargiu, coordinatore del progetto Combalos, che presenterà i risultati; a seguire Vinicio De Montis del Dipartimento di architettura facoltà di ingegneria di Cagliari, Andrea De Montis del Dipartimento di ingegneria del territorio dell’Università di Sassari, Paolo Giuseppe Mura del Dipartimento di ingegneria del territorio-Sezione energetica fisica tecnica della Facoltà di ingegneria di Cagliari, Battista Ghisu presidente del “Gal Mbs”, Roberta Maria Sanna del Sil-Patto territoriale per l’occupazione. quindi interverrà il presidente della Provincia Pasquale Onida, prima dell’assessore regionale all’industria Concetta Rau, dell’assessore regionale all’Ambiente Tonino Dessì e del presidente della giunta Renato Soru. (m.a.c.)
 
 5 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Monserrato, le nuove opere 
La legge sull’occupazione fa aprire altri cantieri
  MONSERRATO. Il consiglio comunale ha approvato il piano di interventi previsto nella legge regionale sull’occupazione, riferito al 2004. Ad illustrare il progetto all’assemblea civica è stato l’assessore al Bilancio e finanze, Marco Ghinolfi: «Si tratta di interventi che hanno in comune l’istituzione universitaria quale fattore trainante per lo sviluppo sostenibile della città. La creazione di reti di collegamento tra centro urbano e ateneo è considerato un obiettivo strategico di lungo respiro, in considerazione della futura presenza della metropolitana leggera e delle opere pubbliche in corso di attuazione». L’amministrazione intende recuperare i locali dell’ex Cries, un edificio scolastico abbandonato situato tra le vie Cortis, Gardenia, Diocleziano e Metauro, per dare vita ad un centro multifunzionale, compresa una sede universitaria per le lauree brevi in medicina, che comprenderà una clinica odontoiatrica, un centro socio-culturale, una scuola materna, e ulteriori servizi di pubblica utilità. Il secondo intervento riguarderà il tracciato della linea ferrata dismessa dalle Ferrovie dello Stato: un percorso di due chilometri che attraversa il paesaggio urbano e agricolo nel quale «sarà possibile definire un tragitto che ne recuperi il valore storico - ha detto il sindaco Antonio vacca - e disegni l’area in funzione di una sua rinascita economica e sociale». Secondo il prospetto presentato in consiglio comunale, da un lato si recupererà il tracciato ferroviario per trasformarlo in una pista per pattinaggio e jogging, mentre nella parte opposta sorgeranno diverse strutture commerciali. Una parte del finanziamento sarà destinata all’acquisto di arredi per un centro non residenziale, con finalità educative e terapeutiche per persone diversamente abili, e per la ristrutturazione di un edificio da destinare a comunità alloggio e centro diurno per anziani. Il costo degli interventi ammonta complessivamente a un milione e seicentomila euro. (p. s.)
 
 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Facoltà di medicina I termini per la presentazione delle domande di partecipazione all’esame ... 
Facoltà di medicina I termini per la presentazione delledomande di partecipazione all’esame di ammissione al corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria scadono improrogabilmente entro le ore 12 di giovedì 14 luglio. Possono presentare domanda gli studenti in possesso di diploma e quelli che devono ancora sostenere l’esame per il conseguimento del diploma in questi giorni. Info: www.amminin.uniss.it
 
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sardegna
Dedoni (Riformatori) lancia l’allarme, ma Murgia (Consorzio 21) garantisce il potenziamento 
Il Crs4 cambia pelle, via i privati
Tutto alla Regione per risanare i debiti del centro che fu di Rubbia 
RICERCA «Rilanceremo studi e progetti»
 ALFREDO FRANCHINI
 CAGLIARI. Lunedì prossimo il Crs4, il Centro di calcolo matematico fondato dal Nobel Carlo Rubbia, cambia pelle: fuori i soci privati e quote acquisite dalla Regione pronta a rilanciare quello che, in origine, era stato il fiore all’occhiello della ricerca sarda. La notizia che il Crs4, alle prese adesso con una situazione finanziaria disastrosa e col serio rischio di dover portare in tribunale i libri contabili, ha creato un po’ d’allarme nel mondo politico tanto che il consigliere dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della giunta e all’assessore all’Industria.
 Cos’è successo? Nel 1990, quando fu istituito, il Crs4 era considerato il Centro di calcolo matematico più potente del mondo. Dagli studi del Centro cagliaritano nacquero nell’ordine prima Video on line e poi Tiscali ma una serie infinite di contrasti generarono un paio di lustri, o forse più, di occasioni perdute. Debiti e litigi tra i soci furono l’altra conseguenza. Tra i soci, la St-Microelectronics, leader europeo dei microchip, fu costretta colpevolmente a lasciare la Sardegna per trasferirsi a Catania; la Techso, dopo altre traversie, abbandonò il campo. Ma soprattutto è intervenuta, nel frattempo, la sentenza della corte di giustizia dell’Aja in base alla quale non sarebbe stato più possibile concedere sovvenzioni a una società nella cui compagine azionaria ci fossero stati dei privati. E allora cosa fare considerato che il Crs4 è il fulcro della ricerca? Giuliano Murgia, presidente del Consorzio 21 che acqusirà tutte le quote dei privati in capo al Crs4, nega che ci possano essere ripercussioni sull’attività del Crs4: «Al contrario il Centro sarà potenziato e rilanciato», afferma Murgia, «con i progetti per il supercalcolo e la bioinformatica». Ma anche con i progetti già presentati nel campo energetico e nei settori delle tecnologie.
 Attilio Dedoni però è deciso ad approfondire l’argomento: «L’improvvisa regionalizzazione del Crs4 contraddice la tanto declamata volontà di privatizzazione e coinvolgimento delle aziende private nella ricerca», sostiene nell’interrogazione. Il consigliere dei Riformatori si rivolge perciò alla giunta nell’interrogazione per sapere se non sarebbe il caso «di sospendere ogni trasformazione del Crs4 e porre il caso all’attenzione del consiglio regionale».
 L’intuizione della ricerca risale al 1989 quando la giunta regionale di Mario Floris (con Antonello Cabras alla Programmazione) costituì il Consorzio 21, l’organismo originato addirittura da una costola del Piano di rinascita che lo prevedeva; (il Consorzio 21 fu costituito quindi con una quindicina d’anni di ritardo). Il Crs4, presieduto da Carlo Rubbia e diretto da Paolo Zanella, partì molto bene, in collegamento con il Cern di Ginevra. La pace politica, però, non dura: devastanti operazioni mortificano talenti e scienziati, l’avvicendamento ai vertici è il frutto dell’incertezza di diverse giunte. Prevale anche la necessità (politica) di non fare scelte di fondo e di non scontentare nessuno. Una linea che porta il Crs4 a perdere piano piano il ruolo che aveva avuto all’inizio, quando aveva costuito la base di partenza per tante realtà Internet come Video on line (che peraltro non esiste più) e Tiscali.
 La St Microelettronics (nella compagine azionaria Finmeccanica e France Telecom) abbandonò l’isola all’inizio del 2000; aveva partecipato per sei anni a un laboratorio condiviso con Techso dell’Ibm. Concluso il programma St propose un nuovo progetto a un’unica condizione: assumere il controllo del laboratorio. Una richiesta a cui nessuno della Regione riuscì a dare una risposta e così sulla «non decisione» l’imprenditore, Pistorio, preferì trasferire l’attività in Sicilia.
 La Regione, a suo dire, aveva tradito lo spirito iniziale quando aveva reso possibile a Rubbia e ai tanti riceratori del Crs4 di costituire quello speciale timbro che avrebbe contraddistinto il marchio originale dell’informatica sarda. Ora si riparte: l’investimento dovrà riguardare le quote dei privati del Crs4 ma soprattutto la valorizzazione del capitale umano e i vantaggi competitivi che potranno derivare dal centro di calcolo matematico.
 
 
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sardegna
ACCORDO 
È nato il primo polo sardo delle tecniche bio-informatiche
  CAGLIARI. L’assessorato degli Affari generali e il Consorzio 21 hanno sottoscritto un accordo per attuare il progetto di creazione d’un polo di eccellenza delle tecnologie bio-informatiche applicate alla medicina. Il progetto che rientra tra gli interventi dell’accordo di programma quadro tra governo e Regione per la società dell’informazione, prevede la creazione nelle aree di Cagliari-Pula e in Ogliastra, per la parte sperimentale, di strutture dedicate alla ricerca genetica utilizzando le tecnologie bio-informatiche. L’idea di eccellenza mira alla sperimentazione di un nuovo modello di medicina post genomica, basato sulle caratteristiche peculiari della popolazione e dell’ecosistema territoriale.
 Infatti in alcune aree dell’Ogliastra si trova un “patrimonio biologico” (umano, animale e vegetale) di eccezionale rilevanza scientifica e frutto di un isolamento millenario, ideale per la sperimentazione ed applicazione del modello.
 La ricerca genetica accoppiata all’Information technology consentirà di dare un forte impulso allo sviluppo di nuovi filoni sul miglioramento della qualità della vita in termini di prevenzione delle malattie, di definizione di nuovi farmaci personalizzati, di nuove terapie, vaccini e nuove tecniche diagnostiche.
 
 
 
 
09 - Corriere della Sera
Scarsi fondi e regole incerte
LA RICERCA EMARGINATA
di RICCARDO PIETRABISSA*
Nei Paesi ad elevato benessere socio-economico esistono normalmente dei consolidati rapporti tra il mondo della ricerca pubblica e il comparto industriale. In tali modelli le università svolgono un doppio ruolo di formazione e di innovazione. Il primo ruolo ha come obiettivo la costituzione della futura classe dirigente che sappia attuare le esigenze di sviluppo. Il secondo ruolo è quello di generare il rinnovamento nei diversi settori della conoscenza. L'integrazione di questi due ruoli è l'elemento caratteristico delle strutture universitarie nelle quali il corpo docente viene selezionato principalmente sulla base del curriculum scientifico. E' quindi evidente che un primo aspetto del rapporto tra università e industrie è il trasferimento di laureati dalle prime alla seconde. Questa modalità di rapporto basata sulla formazione non è sufficiente: le esigenze di mantenimento di elevati standard di benessere sono sempre più legate alla capacità di essere competitivi nel mercato mondiale e quindi discendenti da un comparto industriale a forte connotazione innovativa. In questo ambito il sostegno economico alla ricerca pubblica deve garantire il raggiungimento di posizioni di elevata produttività ma deve anche pretendere che i risultati della ricerca derivanti dagli investimenti pubblici (perché pubblici devono essere, ancorché cofinanziati da potenziali fruitori) abbiano le necessarie ricadute territoriali.
Rispetto ad altri Paesi quali ad esempio gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, la Germania o il Belgio, in Italia la situazione è caratterizzata da un’acuta mancanza di risorse economiche e soprattutto da uno sfiduciato rapporto tra ricerca pubblica, mondo produttivo e istituzioni. Il classico «scaricabarile» che spesso caratterizza l'approccio italiano all'assunzione di responsabilità deve essere superato.
Molte università dimostrano un buon livello di responsabilità, ma troppo spesso operano in un sistema incerto dove le regole sono dettate dall'alto senza chiarezza sugli obiettivi e senza la definizione di un progetto. Come aspetto emblematico si rileva che l'attuale generazione di giovani PhD e post-doc che opera negli atenei italiani svolge una funzione non marginale nella formazione e nella ricerca, ma non sembra che il sistema si ponga il problema di valorizzare il loro impegno.
Anche le aziende non si sono ancora rese conto dell'impegno responsabile di molte università e di chi vi opera. Il fatto che la ricerca pubblica in Italia sia largamente sostenuta da chi la svolge, molto spesso con abnegazione e dedizione coraggiosa è, tuttavia, la più chiara evidenza della volontà di rimboccarsi le maniche da parte di chi opera nelle università e negli enti di ricerca. Ma è giusto che oltre che preparati scientificamente, i ricercatori siano anche disposti a pagare la ricerca con il loro lavoro?
*Politecnico di Milano
 
 
 
10 - Corriere della Sera
IL PIANO STRATEGICO
Sfida europea per la Bocconi
Un ateneo più aperto all’Europa, che dimostra attenzione alla ricerca e ai meriti degli studenti. Sarà questa la Bocconi dei prossimi dieci anni. Tanti obiettivi e un impegno: nessuna laurea honoris causa.
Il presidente dell’università Mario Monti e il rettore Angelo Provasoli hanno presentato il piano strategico dell’ateneo. Molte le novità, a partire dai corsi in inglese: già dal 2006 ci saranno cinque corsi di laurea specialistica, che saliranno a 8 nel 2010. Quindi gli obiettivi: portare il numero degli studenti stranieri fino al 15 per cento, reclutare almeno 100 ragazzi «eccellenti» garantendo loro la copertura totale dei costi.
Più studenti stranieri, attenzione nei confronti della ricerca scientifica, cultura del merito e responsabilità sociale. Un’università rivolta all’Europa, all’internazionalizzazione e a premiare - con borse di studio e zero spese - chi si impegna nel costruire il proprio futuro: sarà questa la Bocconi dei prossimi dieci anni. Con tanti obiettivi e un impegno: nessuna laurea honoris causa . Il presidente Mario Monti e il rettore, Angelo Provasoli, hanno presentato ieri il piano strategico dell’ateneo. «Senza avere paura di guardare al futuro». «Ci troviamo - commenta Mario Monti - in un momento grave e preoccupante: l’Europa si trova in una fase di smarrimento, mentre l'Italia ha problemi di competitività. Il dibattito politico per certi aspetti va imbarbarendo ed è caratterizzato da un pericoloso schiacciamento dell'orizzonte temporale visto che al futuro sembra che non si voglia guardare. Noi, invece, guardiamo al 2015».
Ecco, allora, le novità. A partire dai corsi in inglese. Già dal 2006 ci saranno cinque corsi di laurea specialistica in lingua inglese che saliranno a otto nel 2010. La formazione triennale sarà affidata a pochi corsi in grado di dare solide basi metodologiche, mentre aumenteranno i bienni specialistici. E se dall’ateneo non si esclude di diminuire il numero degli iscritti, i docenti saranno sottoposti a una costante valutazione. «Non bastano - prosegue Provasoli - le competenze e le conoscenze. Il lavoro del corpo insegnante deve essere verificato». E a proposito dello stato giuridico dei docenti, il rettore insiste: «Quello del ricercatore è un ruolo che abbiamo abolito da tempo, sostituendolo con quello di assistant professor : dopo cinque anni i nostri giovani docenti possono diventare associati o ordinari, ma solo se otterranno certi risultati».
Quindi gli obiettivi per i prossimi dieci anni: aumentare il numero degli studenti stranieri dal 7,5 al 15 per cento, reclutare almeno cento ragazzi «eccellenti» garantendo loro la copertura totale dei costi, incrementare il gruppo di insegnanti stranieri. E sul ruolo internazionale dell'ateneo hanno insistito sia il presidente Monti che il rettore Provasoli ricordando che già oggi 130 professori stranieri insegnano in via Sarfatti.
Il piano strategico prevede anche un incremento dei docenti di ruolo del 35 per cento, con il carico didattico suddiviso tra professori interni (80 per cento) ed esterni (20), oltre a 50 nuovi insegnanti stranieri stabili. Attualmente, ha indicato il rettore, «la media dell'ateneo è di un docente ogni sette ragazzi, un rapporto che vogliamo mantenere».
Qualità e attenzione agli studenti: «Dobbiamo porre rimedio - conferma Monti - a una caratteristica negativa dei nostri atenei i quali sono organizzati e gestiti più nell'interesse dei produttori (i docenti) che dei consumatori (gli iscritti). Occorre pensare a un’università orientata verso i bisogni dei consumatori, che sono gli studenti e le aziende».
Infine, l’invito a una maggiore attenzione al conferimento dei titoli di laurea honoris causa (il riferimento è al titolo rilasciato dallo Iulm a Vasco Rossi lo scorso maggio). «L'Università Bocconi - conclude Monti - non ha mai rilasciato una laurea honoris causa . Neanche a Mikhail Gorbaciov quando arrivò a Milano. Tutti si aspettavano che gli conferissimo la laurea, ma il nostro fu un semplice attestato di riconoscimento per quanto aveva fatto».
Annachiara Sacchi
 
 
Lezioni in inglese e raddoppio degli iscritti stranieri. «Lauree ad honorem? Non l’abbiamo concessa neanche a Gorbaciov»
«Bocconi, corsi gratuiti per gli studenti eccellenti» Il presidente Monti: accettare la sfida della competitività. Il rettore Provasoli: selezione rigorosa anche per i docenti
MILANO - Più studenti stranieri, attenzione alla ricerca scientifica, cultura del merito e responsabilità sociale. Un’università rivolta all’Europa, all’internazionalizzazione e a premiare - con borse di studio e zero spese - chi si impegna nel costruire il proprio futuro: sarà questa la Bocconi dei prossimi dieci anni. Con tanti obiettivi e un impegno: nessuna laurea honoris causa. Il presidente Mario Monti e il rettore, Angelo Provasoli, hanno presentato il piano strategico dell’ateneo. «Senza avere paura di guardare al futuro». «Ci troviamo - commenta Monti - in un momento preoccupante: l’Europa si trova in una fase di smarrimento, mentre l’Italia ha problemi di competitività. Il dibattito politico va imbarbarendo ed è caratterizzato da un pericoloso schiacciamento dell’orizzonte temporale visto che al futuro non si vuole guardare. Noi, invece, guardiamo al 2015».
Ecco, allora, le novità. A partire dai corsi in inglese. Già dal 2006 ci saranno cinque corsi di laurea specialistica in inglese che saliranno a otto nel 2010. La formazione triennale sarà affidata a pochi corsi in grado di dare solide basi metodologiche, mentre aumenteranno i bienni specialistici. E se non si esclude di diminuire il numero degli iscritti, i docenti saranno sottoposti a una costante valutazione. «Non bastano - prosegue Provasoli - le competenze e le conoscenze. Il lavoro degli insegnanti deve essere verificato». E a proposito dello stato giuridico dei docenti, il rettore insiste: «Quello del ricercatore è un ruolo che abbiamo abolito da tempo sostituendolo con quello di assistant professor: dopo cinque anni i nostri giovani docenti possono diventare associati o ordinari, ma solo se otterranno certi risultati».
Quindi gli obiettivi per i prossimi dieci anni: aumentare il numero degli studenti stranieri dal 7,5 al 15%, reclutare almeno cento ragazzi «eccellenti» garantendo loro la copertura totale dei costi, incrementare gli insegnanti stranieri. E sul ruolo internazionale dell’ateneo hanno insistito sia il presidente Monti che il rettore Provasoli ricordando che già oggi 130 professori stranieri insegnano in via Sarfatti.
Il piano prevede anche un incremento dei docenti di ruolo del 35%, con il carico didattico suddiviso tra professori interni (80%) ed esterni (20), oltre a 50 nuovi insegnanti stranieri stabili. Oggi, ha indicato il rettore, «la media dell’ateneo è di un docente ogni sette ragazzi, un rapporto che vogliamo mantenere».
Qualità e attenzione agli studenti: «Dobbiamo porre rimedio - conferma Monti - a una caratteristica negativa dei nostri atenei i quali sono organizzati più nell’interesse dei produttori (i docenti) che dei consumatori (gli iscritti). Occorre pensare a un’università orientata verso i bisogni dei consumatori, che sono gli studenti e le aziende».
Infine, l’invito a una maggiore attenzione al conferimento dei titoli di laurea honoris causa (il riferimento è a quello rilasciato dallo Iulm a Vasco Rossi lo scorso maggio). «La Bocconi - conclude Monti - non ha mai rilasciato una laurea honoris causa . Neanche a Mikhail Gorbaciov quando arrivò a Milano. Tutti si aspettavano che gli conferissimo la laurea, ma il nostro fu un semplice attestato di riconoscimento».
Annachiara Sacchi
  
11 - Corriere della Sera
Atenei, partono i quiz per l’iscrizione
I primi saranno gli aspiranti dentisti, e verrebbe pure facile la battuta «via il dente...». Ma con i test di ammissione all'università c'è poco da scherzare. Il futuro comincia anche da un modulo: risposte esatte, saltate, sbagliate. La stagione delle selezioni si apre con odontoiatria: test di ammissione fissato per mercoledì 20 luglio. Freschi di diploma. La prova affronterà quesiti di logica e cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica. Tempo: due ore e quindici minuti, ottanta quesiti a risposta multipla. Anche per il prossimo anno accademico, l'ammissione degli studenti ai corsi di laurea a «numero programmato», è condizionata al superamento di una prova. Per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e in medicina veterinaria, le prove sono predisposte direttamente dal ministero. Tempo due ore e le aspiranti matricole dovranno rispondere a ottanta quesiti a risposta multipla (una risposta esatta tra le cinque indicate), su quattro argomenti: logica e cultura generale; biologia; chimica; fisica e matematica. Il test di ammissione si effettuerà presso le sedi universitarie martedì 6 settembre (per medicina e chirurgia) e mercoledì 7, per veterinaria (con inizio alle ore 11). Per l'accesso ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, invece, la prova è predisposta da ciascuna università ed è identica per l'accesso a tutte le tipologie dei corsi.
La prova si svolgerà giovedì 8 settembre. Da ricordare anche la prova per l'ammissione al corso di laurea in scienze della formazione primaria, che si terrà presso le varie sedi lunedì 19 settembre. Anche in questo caso, ottanta quesiti a risposta, di logica e cultura generale, cultura storico-letteraria, cultura scientifico-matematica, cultura pedagogica e didattica.
Infine, per architettura, la prova è predisposta da ciascuna università, e si svolgerà presso le varie sedi il 2 settembre (inizio ore 11) e consisterà nella soluzione, in due ore e quindici minuti, di ottanta quesiti a risposta multipla, di cui una sola esatta tra le cinque indicate, su argomenti di logica e cultura generale, storia, disegno e rappresentazione, matematica e fisica.
Giuseppe Tesorio
  
12 - Corriere della Sera
Studenti di medicina, formazione in corsia In un ...
Studenti di medicina, formazione in corsia In un momento di sofferenza strutturale per lo stato di indigenza della didattica e della ricerca scientifica delle nostre Università, la Statale di Milano propone agli studenti di Medicina un nuovo corso di Laurea che formerà medici ospedalieri già al termine degli studi. Questo corso rappresenta un modello innovativo in Italia e si basa sulla preminenza di una attività didattica clinica rispetto al classico nozionismo teorico.
In un medico la professionalità non deve essere un valore da acquisire negli anni, ma deve fare parte integrante della sua formazione. Di qui è nata l'idea di un corso di laurea sperimentale ad indirizzo ospedaliero, operativo dal 1° marzo scorso. Gli elevati standard professionali presenti nelle varie specialità dell’ospedale S. Giuseppe sono stati messi a disposizione degli studenti che avessero compiuto la prima parte del loro iter formativo (primo triennio). Al termine di questo periodo, una full immersion in un ambiente ospedaliero favorisce l'apprendimento di quel «saper fare» che costituisce la professionalità del medico.
Abbiamo così potuto mettere a frutto per questo corso di laurea i recenti sforzi innovativi sostenuti dall’ospedale: sale operatorie dotate tutte di telecamera e collegate alle aule didattiche, unità operative caratterizzate da alta qualificazione tecnologica, tutte dotate di apparecchiature e professionalità d'avanguardia.
L'organizzazione didattica di questo corso prevede che gli studenti frequentino tutti i giorni la struttura ospedaliera come medici dell'organico, a rotazione, nei vari reparti, affidati a un singolo tutor in un rapporto 1 a 1. Il tutor insegnerà il «know how» di ogni suo gesto professionale: la visita, la raccolta della storia clinica, la medicazione, l'uso di strumenti diagnostici, le tecniche chirurgiche, il confronto con le esigenze manageriali dell'Azienda.  Al pomeriggio sono previste lezioni tradizionali secondo il piano di studi della Facoltà di Medicina.

Edoardo Austoni
Professore ordinario di Urologia all'Università
di Milano, Coordinatore del Corso di laurea sperimentale dell'ospedale S.Giuseppe
 
 
 
 
 

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