Giovedì 28 luglio 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 luglio 2005
UFFICIO STAMPA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
1 - L’UNIONE SARDA
Pagina 17 - Cagliari
I commenti degli insegnanti dopo il flop ai test di ammissione a Odontoiatria
“Gli studenti cagliaritani non sono dei somari”
Le accuse dei professori: “Mancano i finanziamenti”
«I nostri alunni non sono somari». Per i professori cagliaritani il flop degli aspiranti dentisti (solo 5 su 878 promossi al test per Odontoiatria) non equivale alla bocciatura dell’intera scuola sarda. Gli insegnanti sono sbigottiti: «Le nostre classi non sono popolate da asini». I numeri, però, dimostrano il contrario: «Il test è un tipo di prova che penalizza i giovani», spiega Rosalba Frau, insegnante di francese all’industriale Giua. «Bisognerebbe forse fare più simulazioni durante l’anno scolastico». Altri docenti sono del parere che lo studio fatto in classe non basti per superare i quiz delle facoltà a numero chiuso: «I test proposti non sono adeguati ai programmi ? dice Luigi Manconi, insegnante di chimica e scienze al liceo classico Siotto ? per questo noi abbiamo attivato, in collaborazione con l’Università, un corso pomeridiano per la preparazione alle selezioni delle facoltà scientifiche. Quest’anno hanno frequentato in 40, ma erano orientati tutti a scegliere Medicina». I quiz che sostituiscono l’esame orale non piacciono ai professori cagliaritani: a loro giudizio i ragazzi dovrebbero imparare a esprimersi, a parlare in pubblico, mentre i test servono per alcune discipline e quando si ha poco tempo. «Sono fatti per selezionare - conferma Manconi - non per verificare la preparazione del singolo studente». Nessuno crede che i propri ragazzi siano i meno istruiti d’Italia: «Gli studenti del nord in alcuni casi possono essere più preparati, ma credo che i nostri siano uguali a tutti gli altri», è il parere di Titti Cerbo, ex insegnante di chimica. «Nelle altre regioni magari utilizzano il metodo dei questionari da più tempo». Non resta che correre ai ripari, perché pare che dall’anno prossimo saranno a base nazionale anche le selezioni per Medicina e Ingegneria: «Sarebbe giusto fare un accordo fra scuola e Università per preparare i ragazzi ? spiega Rosaria Berillo, docente di scienze ?. Molti giovani tentano le selezioni senza studiare, mentre basterebbe esercitarsi sui libri di test». Gli insegnanti non bocciano il proprio operato, e neanche quello dei ragazzi: «Non c’è negligenza da parte della scuola ? fa sapere Gabriella Granara, docente di storia e filosofia al liceo Dettori ?. Mi rifiuto di credere che siano meno preparati degli altri». Come spiega il risultato negativo alle selezioni di Odontoiatria? «Una delle cause può essere il lato finanziario, da noi era previsto un piano per potenziare l’insegnamento delle materie scientifiche, ma è durato solo un anno. Non c’erano più i fondi». Francesca Ghezzo
 
2 - L’UNIONE SARDA
Pagina 41 – Cultura
"Appuntamento a Hiroshima":
diario della più terribile invenzione della storia
Los Alamos, quell’alba estiva vide sorgere un secondo sole
Dal Trinity Test ai due lanci sul Giappone, la bomba atomica
La notte tra il 15 e il 16 luglio del 1945 quasi nessuno riuscì a prendere sonno. Tra scienziati, tecnici e militari impegnati a Los Alamos nella creazione della bomba atomica si era diffusa una formidabile eccitazione. Tutti erano vittime dell’emozione di assistere al Trinity Test e vedere alla prova la nuova arma ma anche del timore che l’esperimento conclusivo del Progetto Manhattan potesse fallire. Così la gigantesca esplosione del primo ordigno al plutonio, all’alba del 16 luglio, giunse come una liberazione. Ma fu l’inizio dell’incubo atomico. In Appuntamento a Hiroshima (Longanesi, 365 pagine, 18 Euro) Stephen Walker descrive così l’esperienza provata dagli uomini riuniti nel deserto del New Mexico: "Sorse dal deserto come un secondo sole, una palla di fuoco brillante e ardente in continua espansione, e terrorizzò tutti quelli che la guardarono. Nel primo millesimo di secondo parve qualcosa di orrendamente alieno, una forma gigantesca, carnosa, simile a un cervello con punte infuocate che schizzavano da tutte le parti mentre il cielo gli si apriva davanti. In quello stesso millisecondo, l’istante esatto della sua nascita, la temperatura del suo nucleo aveva raggiunto diversi milioni di gradi centigradi, diecimila volte più calda della superficie del sole, e il lampo accecante era assai più luminoso. Avvolse le montagne e il deserto con un’intensità e una chiarezza che nessuno degli astanti avrebbe mai dimenticato. L’impatto fu mostruoso e primordiale". Il progetto Manhattan Walker, studi storici a Oxford e a Harvard e ora regista di documentari, ripercorre le vicende umane, politiche e scientifiche che accompagnarono l’evento più drammatico della seconda guerra mondiale. Lo fa in maniera avvincente, documentando ogni notizia, dalla nascita del progetto al test Trinity, dalle esercitazioni del 509° gruppo dell’aviazione Usa alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki. Così descrive il clima di quei tempi: "Le due bombe accorciarono indubbiamente la guerra. È tuttora fonte di infiniti dibattiti quanto a lungo i giapponesi avrebbero ancora potuto resistere se non fossero state sganciate le due atomiche. Senza dubbio i combattimenti avrebbero fatto altre vittime, anche se non è possibile sapere se sarebbero state più o meno numerose di quelle che effettivamente perirono nelle due città giapponesi. Il fatto assodato è che la percezione di una minaccia da parte dell’Unione Sovietica ebbe un ruolo importante nella decisione di utilizzare la bomba atomica". Oggi i luoghi in cui si svolse il test Trinity fanno parte di un poligono missilistico di ventimila ettari e le grandi macchie verde smeraldo visibili nelle foto satellitari (accessibili via Internet con Google Map) mostrano ancora la sabbia vetrificata, effetto delle altissime temperature sprigionate nel corso delle esplosioni. Per la creazione dell’atomica gli Usa investirono circa 2 miliardi di dollari impiegando in totale 125 mila persone tra cui centinaia di scienziati, molti dei quali provenienti dall’Europa, compresi Enrico Fermi e altri italiani. Alla base di tutto i progressi fatti registrare in quegli anni nella fisica teorica e sperimentale. In particolare la scoperta che la fissione nucleare, la rottura del nucleo di un atomo con liberazione di enormi quantità di energia, poteva essere controllata. Utilizzando pochi kg di Plutonio (Trinity Test e Nagasaki) o di Uranio (Hiroshima) si otteneva l’effetto di migliaia di tonnellate di tritolo (kilotoni). La mattina del 16 luglio l’energia emessa fu pari a 20 kilotoni. Misteri della Germania nazistaSi ritiene che la Germania nazista sarebbe riuscita a raggiungere i risultati del progetto Manhattan con oltre un anno di ritardo. Ma in un libro di Reiner Karlsch Hitler’s Bombe (DVA, 2005) riemerge la testimonianza di Luigi Romersa, uomo di fiducia di Mussolini, che nell’ottobre del 1944 si recò in Germania, su incarico del Duce, per assistere alla presentazione di una nuova straordinaria arma. Secondo l’autore si sarebbe trattato di una bomba al plutonio. Citando un rapporto dello spionaggio sovietico Karlsch racconta che nel marzo del 1945, in Turingia, furono fatte esplodere due bombe all’Uranio 235 che causarono la morte di centinaia di cavie umane, prigionieri di un vicino campo di concentramento. Recentemente il settimanale tedesco Der Spiegel ha ricordato che il 14 maggio 1945 un grande sommergibile tedesco, nome in codice U 234 XB, si arrese negli Usa, consegnando oltre a due aerei a reazione Messerschmidt 262, anche mezza tonnellata di ossido di uranio. Come contropartita di questo prezioso carico gli Usa avrebbero concesso la libertà a due ospiti dell’U-boat: Heinrich Mueller, comandante della Gestapo e Martin Bormann, capo del partito nazista e segretario di Hitler. Carter Hydrick nel suo Critical Mass: la vera storia della nascita della bomba atomica (1998) sostiene apertamente questa tesi e aggiunge che senza l’apporto tedesco il progetto Manhattan avrebbe accumulato mesi di ritardo. La sabbia del Poetto Il volume del Comitato di controllo degli effetti delle radiazioni atomiche delle Nazioni Unite che raccoglie tutte le informazioni relative ai materiali radioattivi derivanti da attività umane indica piccoli aumenti in concomitanza con ciascuno degli oltre duemila test eseguiti in atmosfera e nel sottosuolo. «In Sardegna - spiega Paolo Randaccio, docente di Fisica applicata all’Università di Cagliari e membro della sezione cagliaritana dell’INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare) - analizzando campioni di terreno stratificati si nota che i livelli del Cesio 137 si innalzarono in corrispondenza dei test francesi nel deserto algerino (1960 e 1961) e dell’incidente di Cernobyl (1986). Altro dato eloquente è la sabbia del Poetto. Quella del ripascimento, essendo stata schermata fino a pochissimi anni fa, non presenta tracce di inquinamento radioattivo dovuto a esplosioni e incidenti nucleari, mentre siamo in grado di misurarle nella sabbia che è rimasta esposta in precedenza. Questi valori, molto significativi dal punto di vista scientifico, per fortuna non lo sono dal punto di vista sanitario. La radioattività, come il fuoco o la gravità, è un fenomeno naturale e bisogna conoscerla per evitarla quando supera livelli di guardia». Il laboratorio di Monserrato fornisce l’opportunità di approfondire questi studi distribuendo gratuitamente un semplice kit per allestire una piccola stazione di monitoraggio della radioattività, a disposizione di tutte le scuole che ne faranno richiesta: http://randaccio.ca.infn.it/laborad/ Andrea Mameli
 
 
 

3 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 – Oristano
Appello del presidente del Consiglio d’istituto dell’Othoca
La laurea in meccatronica destinata a naufragare?
ORISTANO. «Negare ai nostri studenti-lavoratori l’opportunità di conseguire in loco una laurea del Politecnico di Torino sarebbe un errore imperdonabile». è un appello-denuncia quello che Gabriella Cabella, presidente del Consiglio d’istituto dell’Othoca, ha scelto di lanciare attraverso i giornali.
L’obiettivo è quello di ottenere dalla classe politica oristanese la necessaria attenzione verso l’iniziativa che il tecnico industriale ha varato: la laurea, via telematica, in meccatronica. Iniziativa che sta già ottenendo un certo successo in termini di iscrizioni, «che arrivano e sono sempre più numerose: il progetto è già una realtà pronta a decollare». Tanto successo che nasce da un aspetto inconfutabile: «Un corso di laurea così, in Italia, lo si trova soltanto ad Ivrea», sottolinea infatti la professoressa Cabella con una lettera nella quale non fa mistero dei timori di un certo disinteresse, da parte della classe dirigente locale, riguardo l’iniziativa.
Timori che mette nero su bianco: «Le nostre conversazioni informali con alcuni dei politici oristanesi ci fanno sospettare che in nome di nebulosi “interessi superiori” si voglia paradossalmente ostacolare una iniziativa nata ad Oristano e per Oristano».
E coglie l’occasione per riaffermare la validità dell’iniziativa della laurea a distanza in una materia decisamente innovativa e non solo per la realtà locale. Spiega che si tratta di un’occasione unica, considerati i costi proibitivi degli studi universitari fuori dalla Sardegna: «Il nostro territorio soffre di una carenza endemica di giovani dotati di competenze e dei titoli necessari per permetterci di guidare in prima persona il nostro cambiamento e la nostra crescita e di stare al passo con un mondo in rapida evoluzione», scrive Gabriella Gabella, che denuncia: «A quanto pare la pianificazione di nuovi modelli economici e culturali che impediscano l’ulteriore desertificazione della nostra città e della sua provincia non è nelle prospettive di chi ci governa».
La lettera si chiude con un auspicio: «Ci auguriamo che in sede di incontri e richieste formali, e di fronte all’importanza dell’iniziativa, i politici oristanesi sappiano cogliere l’opportunità che l’istituzione di un corso di studi come quello in meccatronica offre al territorio in termini di valorizzazione e crescita del territorio».
 
4 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 5 – Olbia
Tesi di laurea sulla Gallura, la Consulta indice un concorso
LA MADDALENA. La consulta Intercomunale Gallura che ha tra i suoi fini istituzionali la salvaguardia e la valorizzazione della lingua e la cultura gallurese, è attenta alle attività di ricerca che in ambito universitario svolgono gli studenti in relazione ai diversi aspetti della reaità gallurese: geografici, storici, economici, sociali, filologici e linguistici. Queste ricerche sfociano spesso in tesi di laurea che, non arrivando sempre alla pubblicazione, restano nel silenzio. Per questo motivo la Consulta intercomunale Gallura ha indetto un concorso per la tesi di laurea che riguardino la realtà della Gallura, assegnando un premio di 1000 euro al primo classificato, di 750 al secondo, di 500 al terzo. Gli interessati dovranno presentare oltre il 30 novembre 2005, la domanda alla consulta in via Dettori 52, allegando una copia della tesi e un curriculum del candidato, oppure telefonando al numero 333.2173834. (a.n.)
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 3 - Cagliari
VILLACIDRO
Corsi Ersu
VILLACIDRO. Lo sportello “Informagiovani” organizza, venerdì 29 luglio alle 10 nei locali della biblioteca comunale, un incontro sul tema “La riforma universitaria e i nuovi corsi Ersu”. Verrà illustrata la nuova organizzazione accademica e le principali forme di assistenza allo studio. Interverranno alla riunione alcuni responsabili delle postazioni di orientamento dell’Ateneo di Cagliari. (iv.fo.)
 
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 – Oristano
BREVI
Consorzio Uno nel web
È disponibile in via sperimentale il sito www.consorziouno.it nel quale si potranno trovare informazioni e notizie sull’attività dell’università a Oristano. Il Consorzio Uno, in una nota, si scusa in anticipo per l’incompletezza e per gli eventuali errori che potranno essere segnalati all’indirizzo: webmaster@consorziouno.it.

Questionario e social

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