UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 4 settembre 2005

Domenica 4 settembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 settembre 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

1 – L’Unione Sarda
Pagina 30 – Oristano
Carmine. Il "Consorzio Uno" all'ex Provveditorato
L'Università trasloca: tra 2 anni il nuovo Museo
Ancora due anni nel Chiostro del Carmine, poi l'Università oristanese cambierà sede per lasciare spazio al Museo giudicale. In teoria sono questi i tempi necessari per la sistemazione del locale, ma soprattutto per la realizzazione della struttura che dovrà ospitare i corsi di laurea. Per l'università, attualmente gestita dal "Consorzio Uno", è stato infatti individuato quel caseggiato nato molti anni fa come sede del Provveditorato agli studi e ancora da costruire. Tutto da fare, dunque, a partire dall'appalto. In Provincia assicurano che è solo questione di giorni e poi sarà bandita la gara: un milione e 800 mila euro per realizzare il progetto. «Gli uffici sono al lavoro per cercare di accelerare i tempi - spiega l'assessore ai Lavori pubblici Franco Serra (Udc) - ovviamente seguirà il solito iter delle gare d'appalto. Prima di far partire i lavori passeranno circa sei mesi». Poi toccherà all'impresa e i tempi previsti per la costruzione dell'edificio sono stati valutati in 15 mesi. Il Consorzio Uno, intanto aspetta fiducioso i locali più funzionali. «Certo, dispiace lasciare una struttura di prestigio come il Chiostro - osserva il direttore Eugenio Aymerich - che è sicuramente la sede più adatta per ospitare un museo. Andremo comunque in un edificio più funzionale agli scopi e alle esigenze di un'università». Attualmente le lezioni si svolgono tra le aule del ex monastero del Carmine e il salone di San Sebastiano, ed entro marzo nuovi laboratori saranno sistemati in via Diaz (nei locali che prima ospitavano ambulatori della Asl).
Valeria Pinna
 
 2 – L’Unione Sarda
Pagina 21 – Cagliari
«Asl 8, troppe consulenze»
All'Asl 8 il mare si fa agitato. La Fase (federazione autonoma sindacale europea) mette per iscritto la lista di priorità da affrontare e avverte il direttore generale, Gino Gumirato: «Le prerogative sindacali vanno rispettate». La firma in calce al documento è del segretario regionale Tonio Raspino: «Sono ormai trascorsi sei mesi dall'inizio di questa nuova gestione e dobbiamo prendere atto che alle premesse annunciate nell'unico incontro avuto con il dottor Gumirato hanno fatto seguito comportamenti e provvedimenti che contrastano con le medesime premesse. Il nuovo Direttore Generale ha espresso grave preoccupazione per i conti di questa Azienda e anziché porre in atto strumenti di risparmio ha provveduto ad infoltire i debiti attivando procedure di convenzione, per la modica cifra di 350.000 euro iva esclusa (delibera n. 2000 del 21 luglio 2005)». Non solo: «Le convenzioni ovviamente sono state individuate con soggetti non provenienti dalla mediocre cultura sarda ma bensì con l'Università Bocconi di Milano, con lo studio Vega di Treviso e con uno studio legale di Bologna. Tutti gli avvocati della Asl erano inaffidabili?». Le stoccate non sono finite: «Il 31 agosto abbiamo appreso dell'ingresso trionfale in azienda di due nuovi dirigenti - futuri capi di Personale e Acquisti? -, ovviamente forestieri e di una nuova collaboratrice amministrativa proveniente dal centro studi aziendali del ministero della Pubblica Istruzione». La conclusione non lascia spazio a dubbi: «Speriamo solo che le modifiche all'organizzazione del lavoro avvengano a seguito di concertazione con le organizzazioni sindacali».
 
 
2 – La Nuova Sardegna

Pagina 2 - Cagliari
Monserrato, tirocini in Energit
Studenti di informatica assaggiano il lavoro
 MONSERRATO. La scuola incontra il mondo del lavoro. Si sono conclusi i tirocini formativi che diversi studenti degli istituti tecnici informatici “D. Scano” e “G. Giua” hanno svolto presso Energit, la multiutility che opera nei settori energia, telecomunicazioni e Internet. L’iniziativa rientra nell’ambito del Pon “La Scuola per lo sviluppo”, realizzata grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo. Durante i mesi di giugno e luglio Energit ha accolto alcuni allievi dei corsi di specializzazione in Informatica: gli studenti hanno avuto l’opportunità di entrare in diretto contatto con il mondo del lavoro, mentre la società ha avuto l’occasione per esaminare le caratteristiche e le competenze di potenziali futuri collaboratori. Nel corso delle 120 ore di stage previste dal programma, che ha riguardato l’installazione e l’utilizzo di sistemi hardware e software avanzati, gli studenti hanno ricevuto il supporto di due tutor aziendali e di altrettanti tutor scolastici, che ne hanno valutato le capacità e i progressi. «Ancora una volta il tirocinio professionale si è rivelato un ottimo strumento di collaborazione tra la nostra azienda e il mondo della scuola - ha detto l’Ad Energit Luigi Filippini - sosteniamo da tempo programmi di questo genere, indirizzati al mondo universitario e agli istituti tecnici. Siamo soddisfatti di questa scelta, considerato l’ottimo livello di preparazione dei ragazzi che hanno lavorato con noi in queste settimane».
 Soddisfatto anche il preside l’istituto “D. Scano”, Antonio Piredda: «I progetti di tirocinio fanno parte della nostra offerta formativa già da diversi anni: gli studenti dell’indirizzo di Informatica hanno infatti avuto modo di essere inseriti in diverse realtà aziendali. La collaborazione con Energit conferma la centralità che la scuola attribuisce alla formazione degli studenti, al collegamento con le aziende più importanti del territorio». (p.s.)

 3 – La Nuova Sardegna

Pagina 23 - Sassari
In facoltà per imparare la politica 
Domani l’inaugurazione del corso «Donne e istituzioni»
 di Daniela Scano 
 SASSARI. La grinta c’è, innata. Motivazione a parte, fino a metà ottobre cento allieve e altrettante uditrici del corso «Donne, politica e istituzioni» apprenderanno all’Università tutto ciò che è necessario sapere per accedere con la necessaria competenza alle assemblee politiche e alle cariche elettive. Se è vero che la voglia di impegnarsi in politica non si impara a scuola, gli strumenti culturali possono dare alle indecise il coraggio e il background necessari per farsi avanti.
 Ne è convinta la sociologa Antonietta Mazzette (foto), docente universitaria e responsabile scientifico di un corso che le ha già dato grandi soddisfazioni. Le migliori allieve dell’edizione 2004 hanno partecipato a un corso avanzato a Roma.
 Istituito nel 2004 dalla facoltà di Scienze politiche e dal comitato per le Pari opportunità dell’ateneo, domani alle ore 16 il secondo corso sarà inaugurato nell’aula magna dell’Università durante una cerimonia alla quale sono state invitate alcune protagoniste della politica e della pubblica amministrazione del Nord Sardegna.
 Accanto ad Antonietta Mazzette siederanno Alessandra Giudici (presidente della Provincia di Sassari), Pietrina Murrighile (presidente della Provincia di Gallura), Laura Paoni (assessore provinciale alla Cultura), Angela Masu (vice sindaco di Tempio), Cecilia Sechi (assessore ai Servizi sociali di Sassari), Monica Spanedda (presidente del Consiglio comunale sassarese e docente del corso), Alba Canu (consigliere provinciale di Sassari) e Paola Sini (consigliere comunale di Olbia). Il rettore Alessandro Maida porterà i saluti dell’ateneo. I lavori saranno presieduti da Virgilio Mura, preside di Scienze Politiche. Il comitato scientifico della facoltà ha riempito di contenuti un corso voluto dal ministero per le Pari opportunità in collaborazione con la Scuola superiore della Pubblica amministrazione.
 Quella sassarese è un passo avanti rispetto alle altre ventinove Università che quest’anno hanno organizzato «Donne, politica e istituzioni». Il numero delle domande e l’attenzione dimostrata dalle allieve nel 2004, durante le novanta ore di lezione, hanno infatti dato la spinta per altri progetti che mettono le pari opportunità al centro di un progetto formativo articolato. «Donne, politica e istituzioni» potrebbe diventare una offerta formativa stabile della facoltà che, guardando ancora più in alto, ha presentato al Miur il progetto per un master di secondo livello su «Politica, istituzioni e parità» che vede Sassari lavorare in sinergia con una università marocchina e due francesi. In attesa della risposta del ministero, Scienze politiche ha già incassato il successo di un dottorato in governance e sistemi complessi, con le pari opportunità ancora al centro dell’attenzione.
 L’inaugurazione del secondo corso per aspiranti politiche è solo uno dei progetti, quindi. Dopo il successo del 2004 è comprensibile la cura che gli organizzatori hanno riservato al progetto. «Quest’anno abbiamo deciso di accettare tutte le domande - spiega Antonietta Mazzette -. Al termine del corso, le cento allieve che hanno superato la selezione avranno l’attestato ministeriale. Tutte le altre, accolte come uditrici, potranno avere l’attestato universitario mentre alle studentesse sarà assegnato un credito formativo». Non è detto che a ottobre ci saranno cento aspiranti candidate alle elezioni. «Acquisire strumenti nelle pari opportunità - avverte Antonietta Mazzette - significa anche ritagliarsi potenziali spazi nel mondo del lavoro».
 Il corso, articolato in sei grandi aree tematiche, si svilupperà in lezioni pomeridiane. Tutte le discipline saranno strettamente legate al ruolo delle donne nella società e nella pubblica amministrazione.
 I docenti forniranno alle allieve gli strumenti per individuare in ciascun ambito il punto critico che limita la partecipazione femminile alla gestione delle istituzioni. Oltre che da Antonietta Mazzette, il comitato scientifico è composto da Bianca Biagi, Elisabetta Cioni, Maria Grazia Giannichedda, Patrizia Patrizi, Raffaella Sau e Albertina Vittoria.

 4 – La Nuova Sardegna

Pagina 24 - Sassari
CAOS TRA LE CATTEDRE 
Docenti super specializzati ma non possono fare le supplenze
Per un meccanismo contorto un’insegnante retrocessa in graduatoria per avere fatto alcune ore di sostituzione 
 LUCA ROJCH

 SASSARI. Conoscere la «Fenomenologia dello spirito» di Hegel non serve, oggi per diventare insegnati bisogna essere esperti della raccolta bollini. Come brave massaie anche i docenti devono cimentarsi con punti e calcoli. Meccanismi più complessi da capire del teorema di Fermat dominano le classifiche che assegnano le cattedre delle scuole superiori.
 Per tentare la scalata alle graduatorie bisogna frequentare la Scuola di specializzazione per insegnanti, che costa 1500 euro. Ma non sempre è sufficiente. In molti sono scivolati a centro classifica anche dopo avere svolto il corso universitario di due anni. Qualcuno ha perso anche dieci posizioni.
 La loro colpa è avere insegnato durante il periodo delle lezioni della Sis.
 La scuola è imposta dal ministero dell’Istruzione a tutti quelli che sperano in un posto da professore. Il provveditorato a chi ha frequentato il Sis dà 30 punti.
 Una parte dei docenti-studenti ha avuto la possibilità di fare alcune supplenze al di fuori del corso. Ma per questa loro esperienza si sono visti cancellare 24 punti. Una delle vittime, Rossana Marras, ha seguito i corsi Sis post laurea per diventare docente. «il meccanismo è incomprensibile - spiega la ragazza -. Vengo punita per avere fatto il mio lavoro. Sono laureata in filosofia e ho fatto il Sis per ottenere l’abilitazione in psicologia. Nei due anni di corso ho svolto alcune supplenze in filosofia. Alla fine della scuola mi sono stati assegnati dal provveditorato 30 punti in psicologia e me ne sono stati levati 24 in filosofia».
 Un meccanismo degno del miglior racconto di Kafka. «Come università non abbiamo potere decisionale - spiega il direttore della Sis, Antonio Delogu -, le graduatorie sono stilate dalla soprintendenza scolastica regionale in base a suoi criteri interni. I ragazzi svolgono da noi un corso serio che li prepara a fondo. Non è giusto che vengano penalizzati da una legge cervellotica».
 All’interno di questo gioco dell’oca per docenti c’è anche chi ha deciso di ricorrere agli avvocati per vedersi restituire i punti. «Ho fatto ricorso al Tar - racconta Rossella Marras -, è l’ultima speranza. Sono sicura di avere subito un danno. Ho fatto la scuola di specializzazione per avere più possibilità di trovare una cattedra, alla fine vengo penalizzata. Per due anni, fino a quando non verrà stilata la prossima graduatoria, non potrò insegnare».

 
 
 
5 - Corriere della Sera
Molti talenti, scarse risorse
L’INNOVAZIONE DIMEZZATA
di GIUSEPPE SERAZZI*
Sul fatto che l'innovazione tecnologica sia una delle leve più importanti sulla quale agire per recuperare competitività a livello internazionale si è ormai tutti d'accordo. Sul come trasformare tale affermazione in azioni concrete un po' meno. Uno dei principali problemi, oltre all’endemica scarsità di risorse economiche messe in campo, deriva dall'elevato numero di attori coinvolti nel processo di innovazione tecnologica. Al raggiungimento di tale obiettivo devono infatti concorrere amministrazioni pubbliche locali e centrali, imprese, università, enti di ricerca e istituzioni finanziarie private e pubbliche. Nel nostro Paese tutti gli attori hanno messo in atto iniziative lodevoli e l'ammontare globale delle forze economiche messe in campo, pur essendo inferiore a quello delle altre nazioni, non è indifferente. Allora perché esiste un consistente gap con il resto dell'Europa?
La risposta sta nella mancanza di coordinamento tra i vari attori (o nel loro eccessivo individualismo). In tutti i Paesi industrializzati le università hanno reagito prontamente agli stimoli di innovazione tecnologica: seguendo l'esempio del Mit, sono sorti i «Technology Transfer Office», gli uffici brevetti e gli incubatori, strutture dedicate ai giovani che vogliono tradurre in start-up le loro idee.
A livello internazionale, a esempio, la presenza delle università italiane tra i membri del Gate2Growth Incubator Forum www.gate2growth.com, rete di incubatori paneuropea sostenuta dalla Comunità europea, è pari a quella delle nazioni più evolute. A livello nazionale è sorta l'associazione Pni Cube tra tutte le università che hanno un incubatore e che partecipano alla competizione StartCup, che premia i migliori business plan. In pochi mesi già 18 università, includendo i Politecnici di Milano e di Torino, vi hanno aderito.
A Milano le prime edizioni della StartCup sono state organizzate dal Politecnico, ma il progetto per il prossimo anno è quello di avere un'unica competizione a livello lombardo. Oltre ai premi di tipo economico, i migliori business plan potranno trasformarsi in imprese ospitate all'interno dell'Acceleratore d'Impresa del Politecnico nelle sedi di Milano, Como e Lecco. Ovviamente, le sole università non sono in grado di affrontare in modo globale il problema dell'innovazione tecnologica. Se però si riuscisse a coordinare tutte le parti coinvolte, creando meno fondi «salva-imprese» e più fondi per il finanziamento delle start-up, si potrebbe «forse» recuperare il gap con l’Europa.
* Politecnico di Milano
 

Questionario e social

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