UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 11 settembre 2005

Domenica 11 settembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 settembre 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
 1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
I retroscena delle dimissioni del manager e le reazioni. I Riformatori: lo hanno costretto ad andarsene
Brotzu, il grande intrigo
La Dirindin si dichiara "sorpresa": ma la sorte di Meloni era segnata
Le dimissioni di Franco Meloni dalla direzione del Brotzu sono state volute. A sollevare il caso è il capogruppo dei Riformatori sardi, Pierpaolo Vargiu che accusa: «Lo hanno costretto ad andarsene». Un pressing lento ed estenuante da parte della Sanità che ha messo alle corde il manager dell'azienda Ospedaliera di Cagliari «impedendogli di portare a termine il proprio lavoro». L'assessoreIntanto l'assessore Dirindin si dice «sorpresa» per la decisione di Meloni di rassegnare le dimissioni. «Che non gli ho mai chiesto e di cui «prendo atto». A far scoppiare il caso, la vicenda del primario del reparto di Emodinamica del Brotzu, Arturo Bande, sospeso dalla carica e indagato. Le reazioni Sconcerto ma anche molte polemiche alla notizia della dimissioni di Meloni nel mondo politico. E il sindaco di Cagliari «invita a fare un passo indietro, per il bene della sanità sarda».
 
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Bufera al Brotzu dopo l'addio di Meloni
Riformatori: costretto a dimettersi. La Dirindin: sono sorpresa
Lo sfinimento è stato lento e inesorabile, tanto che la lettera di dimissioni del manager Franco Meloni sarebbe solo l'ultimo tassello del pressing ormai asfissiante da parte dell'assessorato sulla gestione del Brotzu. Nomine Asl: il caso Meloni si colora di giallo. Pierpaolo Vargiu, capogruppo dei Riformatori non ha dubbi: il direttore generale del Brotzu è stato «invitato più o meno esplicitamente» a dimettersi. Uno stillicidio, insomma, concluso venerdì con la lettera personale inviata a Soru in cui Meloni ha comunicato la sue dimissioni. «Che io», ha però fatto sapere ieri sera la Dirindin, dicendosi «sorpresa» per quella decisione, «non gli ho mai chiesto». La tattica Qualcuno ipotizza un vero e proprio intrigo ai danni del manager. Chissà, la cosa certa è che Franco Meloni (ritenuto dalla stessa amministrazione Soru uno dei migliori manager sardi), non ne aveva fatto un mistero: il giorno in cui non mi permetteranno più di lavorare, saluto e me ne vado. Venerdì l'ha messo nero su bianco. Creando, come era logico, un caso politico e spiazzando la stessa Dirindin, così almeno nella nota ufficiale di ieri, che forse non si aspettava tanta risoluzione e altrettanta immediatezza. «Al di là dell'apprezzamento per la dignità personale di chi sceglie di andarsene quando si accorge di non essere ben accetto», attacca il consigliere regionale Vargiu, «spaventa il metodo: dopo aver rimosso (qualche volta brutalmente ) i manager considerati "incapaci", quelli universalmente considerati "capaci" vengono ora costretti a rimuoversi da soli». L'esponente dei Riformatori sardi ribadisce che Meloni, «innamorato del "suo" ospedale e appassionato del suo lavoro, non se ne va per un capriccio ma perché invitato a farlo». Il documento Significativo un fatto: la lettera (personale) di dimissioni è arrivata a Renato Soru. E solo qualche ora dopo Meloni ha informato la titolare della Sanità. Una telefonata per conoscenza che la dice lunga su come ormai i rapporti fra i due fossero al capolinea. Dimissioni a norma di legge, termine 60 giorni, «anche immediate se è il caso» dice Meloni, e comunque «irrevocabili». L'assessoreNerina Dirindin, si dichiara sorpresa «che una normale richiesta di chiarimenti e un invito a un approfondimento su un episodio controverso spingano il dottor Franco Meloni a rassegnare le dimissioni dalla carica di direttore generale». L'assessore scrive di aver «solamente chiesto spiegazioni, sempre rispettosa del ruolo e delle norme che regolano il rapporto tra un assessore e un direttore generale». Sia la Dirindin che Soru fanno sapere quindi di «prendere atto delle dimissioni irrevocabili». La storia richiamata dall'assessore regionale è quella del primario di Emodinamica, Arturo Bande. Su cui assicura la Dirindin «l'assessorato farà piena chiarezza sui problemi che hanno caratterizzato negli ultimi tempi la gestione del reparto». In realtà sono in molti a ripetere che il caso Bande è stato niente altro che la classica ultima goccia nel vaso. Venerdì mattina la Dirindin ha chiesto a Meloni una relazione dettagliata sulla vicenda. Per il manager un segno inequivocabile di mancanza di fiducia nei suoi confronti. Il caso NuoroE la girandola di poltrone Asl segna anche un nuovo capitolo su Nuoro. Perché sulla possibile nomina di Ninni Murru, gradito allo stesso Soru, ci sarebbe il veto posto da ambienti politici vicini all'assessorato. A Murru si contesta il fatto di essere stato consulente dell'ex assessore alla Sanità Giorgio Oppi. La questione è tutta aperta.
Roberto Ripa
 
Fi e An: un autogol. Cauta la maggioranza
Sconcerto non senza una buona dose di polemiche il giorno dopo la notizia delle dimissione di Meloni dai vertici dell'ospedale Brotzu. L'opposizione parla di un «evidente autogol» dell'esecutivo. Il coordinatore regionale di Forza Italia Piergiorgio Massidda sottolinea «la grave perdita per la sanità sarda di cui questa Giunta si deve assumere la responsabilità». Massidda si dice preoccupato per il metodo adottato, ovvero quello di «rimuovere professionisti capaci con l'unico scopo di occupare posti di potere». Duro anche il consigliere regionale di An, Antonello Liori, della commissione regionale Sanità: «Non mi meraviglio più di nulla, le dimissioni di Meloni dal Brotzu sono un duro colpo, mi auguro ora di non assistere all'ennesimo insulto da parte di questo esecutivo regionale nei confronti dei professionisti sardi, con l'eventuale arrivo da fuori del manager di turno». Cauto Peppino Balia, capogruppo della nuova formazione politica "Gruppo federalista autonomista sardo". «Queste dimissioni sono il termometro di un forte disagio, e gettano inquietudine proprio perché arrivano a due mesi dalla scadenza naturale del mandato». Per il capogruppo Ds, Siro Marrocu non è una novità «che non ci sia sintonia tra i manager nominati nella precedente legislatura e la politica sanitaria di questa Giunta». Il direttore generale del Brotzu, secondo Marrocu, «ne prende atto in ritardo». Poi rivela: «È anche vero che proprio Meloni, uno dei più capaci, era quello meno coinvolto in questo giudizio negativo dell'attuale Giunta, sull'operato dei direttori generali delle Asl sarde». Nessuna valutazione invece dal capogruppo della Margherita Antonio Biancu: «Prima è necessario conoscere le motivazioni delle dimissioni di Meloni». Emilio Floris, sindaco di Cagliari, lancia un appello: «Se esistono margini per ricucire lo strappo, è meglio che tutti facciano un passo indietro, per il bene dei sardi». Il primo cittadino ricorda come il Brotzu è «il fiore all'occhiello per tutta l'Isola». Ribadisce che «Meloni è un manager di comprovata professionalità nel dirigere l'ospedale, nel portare aggiornamenti e importanti novità tecniche. E nella qualità della vita, l'aspetto sanitario non è indifferente». (r. r.)
 
La storia Il caso Bande: scontro nel reparto
Nell'agosto 2004 la direzione sanitaria del Brotzu rileva che il servizio emodinamica sta usando materiale diverso da quello acquistato in gara. Dopo un'indagine interna si accerta che gli ordini sono stati fatti dal primario Arturo Bande. Il responsabile del reparto viene sospeso e sottoposto al procedimento disciplinare. Che si conclude con la proposta di licenziamento inoltrata al Comitato dei garanti, organo previsto dal contratto e costituito dalla Dirindin presso l'assessorato. I garanti verbalizzano che Bande ha violato i suoi doveri. Ammettono la possibilità di punizione ma ritengono che il licenziamento è sproporzionato al fatto commesso. Nel gennaio 2005 il Nucleo di valutazione dell'azienda, altro organo previsto dal contratto, effettua (come per tutti gli altri dirigenti dell'azienda) la valutazione del primario Bande. La violazione dei suoi doveri viene ritenuta grave, e assieme ad altre valutazioni negative espresse dal capo di dipartimento e da altri dirigenti, si dà parere negativo per la conferma alla carica di primario. L'Azienda così revoca a Bande l'incarico di primario di Emodinamica, e lo assegna (come semplice dirigente di Cardiologia) ad altro servizio. Arturo Bande fa ricorso d'urgenza al Giudice del Lavoro chiedendo la riammissione. Il giudice respinge l'urgenza: se anche avesse ragione gli spetterebbe un risarcimento monetario e non il reintegro del posto. Insomma non riscontra gravi irregolarità o segni di persecuzione. La pratica è regolare. Il caso è ancora aperto. A tutto questo si aggiunge l'esposto penale mandato avanti dall'Azienda.
 
Sconcerto all'ospedale: ora il vuoto
La notizia è piombata nei reparti dell'ospedale Brotzu attraverso le pagine de L'Unione Sarda. Nessuno poteva immaginare un finale del genere nella direzione di Franco Meloni, con le tempestose dimissioni. Primari e colleghi, oramai ex, cascano dalle nuvole. Tutti ricordano la gestione più che positiva del manager, ma nei corridoi dell'ospedale circola anche la preoccupazione sul futuro della più grande azienda della Sardegna, all'indomani di un vero e proprio terremoto. dal brotzuIl direttore sanitario del Brotzu, Roberto Sequi, è stato uno dei primi a sapere delle dimissioni, subito dopo il colloquio di Meloni con la Dirindin: «Quando mi ha comunicato la sua decisione ho provato a capirne le motivazioni. Posso soltanto adeguarmi, e dire che personalmente e professionalmente mi dispiace molto». «È davvero una decisione strana - commenta Roberto Tumbarello, direttore del reparto di Cardiologia Pediatrica - perché gli ultimi segnali che arrivavano dalla direzione erano di continuità. Meloni ha lavorato bene: siamo di fronte a un manager di alto livello. Anche perché si stava muovendo in linea con le direttive dell'assessorato, tenendo un occhio di riguardo al bilancio. Ora ci preoccupa il futuro: sappiamo cosa abbiamo perso e non cosa troveremo dopo». «Non so cosa dire e cosa pensare - dice Remigio Puddu, primario di Ortopedia - per il semplice motivo che sapevo che Meloni godeva della fiducia dell'assessore e del presidente Soru. Così sapevo». E ora? «Non nascondo che c'è un po' di preoccupazione. La sanità vive un momento delicato, ma il Brotzu sembrava superare le difficoltà. Ora non so a cosa si potrà andare incontro». Il caso di Emodinamica aveva creato sconcerto nell'ospedale «ma non pensavo - conclude Puddu - che potesse avere queste conseguenze». Non ha fatto in tempo a mettere il piede a terra dall'aereo che lo ha riportato a Cagliari da New York, che la notizia lo ha travolto: «Sono attonito - spiega Maurizio Melis, responsabile della Stoke unit per la cura dell'ictus, nata proprio grazie alla collaborazione con Meloni - posso solo dire che per arrivare a una decisione del genere significa che è venuta a mancare la fiducia, presupposto chiave nel rapporto tra un direttore e un assessore». l'ex primarioPassando dai primari a un ex, che ha lavorato al fianco di Meloni fino allo scorso gennaio, la situazione non cambia: «Oramai sono un esterno - spiega Efisio Angius, ex primario di Pediatria, - ma posso dire che ha sempre operato bene da manager, anche perché ha sempre tenuto i conti a posto». sindacatoNo comment dal sindacato più rappresentativo, l'Anao. «Non conosciamo i dettagli - evidenzia il segretario Marcello Angius - e per questo preferiamo non dire nulla. L'unica commento che posso fare, da cittadino e non da sindacalista, è che se davvero ha preso questa decisione perché non sentiva più la fiducia dell'assessore, ha fatto bene».
Matteo Vercelli
 
 
 
2 - La Nuova Sardegna

Pagina 6 - Olbia
Il Comune strizza l’occhio all’Università 
Un incontro con i docenti di scienze statistiche a Padova
 
 SANTA TERESA. Due realtà socio-culturali diverse, la Sardegna e il Veneto, si sono date appuntamento questo fine settimana a Santa Teresa in occasione della prima riunione del Comitato ordinatore del Most (Master in opinion intelligence and survey technology) realizzato in collaborazione con la Tv7 Triveneta-Odeon. I docenti dell’Università degli studi di Padova, facoltà di Scienze Statistiche, accompagnati da Ermanno Chasen, amministratore unico della Triveneta srl, e da Roberto Lago, assessore della Provincia di Padova, sono stati accolti in municipio per discutere dei progetti portati avanti dall’Università e per avviare un gemellaggio che potrà dare vita a rapporti di collaborazione tra le istituzioni. Dopo i saluti di rito, sono stati affrontati i temi della comunicazione e della formazione professionale che riguardano non soltanto il mondo universitario ma anche quello delle aziende e dei settori produttivi in generale.
 «Siamo venuti qui per presentare il Most - sottolinea il dirigente della Triveneta Claudia Chasen - perché si tratta di un master di respiro internazionale, attraverso il quale ci proponiamo di aprire l’università di Padova a tutte le realtà, anche quelle più periferiche».
 Il Most, avviato già da tre anni, è aperto a tutti i laureati o i professionisti con conoscenze informatico-tecnologiche con una particolare predisposizione al campo della comunicazione audiovisiva. Un settore del mondo dell’informazione in continua crescita e sempre in evoluzione.
 «L’occasione offerta dalla presenza dei docenti universitari - ha osservato Gianmario Mannoni, assessore al Turismo del comune di Santa Teresa - ci ha consentito di prendere i primi contatti con l’amministrazione della Provincia di Padova, con cui sarà possibile portare avanti rapporti di amicizia e di scambio culturale».
Giulia Bardanzellu

  
3 - La Nuova Sardegna

Pagina 3 - Cagliari
Villacidro. Il dibattito organizzato dall’associazione «Don Chisciotte» 
Il diritto negato allo studio
Denunciato il disinteresse della Regione per l’università 
 
 VILLACIDRO. «In Regione manca un dibattito vero sulla realtà universitaria». Con questo intervento al convegno su “Diritto allo studio, interventi e prospettive”, Siro Marroccu, capogruppo Ds e consigliere regionale, ha centrato il motivo della decadenza del mondo universitario in Sardegna. Il suo è stato un anche monito per i colleghi: «Dobbiamo essere più sensibili. I problemi della scuola, dell’università e della cultura riguardano tutti e non ci può essere indifferenza». La prima indifferenza è stata mostrata però dalla gente: troppi i posti vuoti in sala. Ma nonostante questo gli oranizzatori - l’associazione Udu Don Chisciotte - è decisa a difendere ad oltranza il diritto alla studio. ‹‹Gli alloggi per i fuorisede dovrebbero essere garantiti per legge - ha detto Matteo Collu - Mentre sappiamo che il settanta per cento dei locatori non vuole un regolare contratto e con gli affitti in nero il mercato diventa pazzo e costoso».
Dal punto di vista politico la situazione non rivela spunti migliori. Lo ha detto Dimitri Pibiri, assessore comunale all’Istruzione: ‹‹Assistiamo al progressivo smantellamento degli strumenti statali che devono garantire il diritto allo studio: borse, rimborsi per l’acquisto del materiale didattico sono stati progressivamente ridimensionati. Se da una parte questi tagli sono giustificati dalla recessione economica, dall’altra assistiamo al trasferimento di queste risorse verso l’istruzione privata. E questa scelta del governo nazionale dev’essere contestata››.
E se il problema dei tagli mette in crisi il mondo dell’istruzione, quello degli sprechi non è da meno. Matteo Murgia, rappresentante dell’Ersu, ha denunciato lo stato delle case dello studente cagliaritane: «Sono diventate alberghi di lusso a tutti gli effetti e spesso sbarrate a chi davvero è in condizioni economiche disagiate».
 Il quadro trova una sua conclusione nella presa di coscienza dello scadimento qualitativo del sistema universitario nazionale a favore di quello quantitativo, risultato, per molti, della tanto voluta riforma Morattiana che dovrebbe avvicinare l’Italia agli standard europei. Ma Siro Marrocu è stato chiaro: «È indispensabile un maggiore impegno del Consiglio regionale in divesa della scuola e dell’università sarda». E questo dovrebbe essere il vero punto di partenza.

Ivan Fonnesu

 
 
 
4 - La Nuova Sardegna

Pagina 25 - Sassari
Piazza Università diventa un campus Oggi la grande festa di «Uniestate» 
 
SILVANA PORCU 
 

 SASSARI. Per una sera sarà occupazione totale. Gli studenti prendono possesso di piazza Università con un’iniziativa a metà tra la festa, l’orientamento per le matricole e la serata di cultura. È «Uniestate - Estate universitaria sassarese», patrocinata dall’Ersu e organizzata dall’Associazione cienze politiche in collaborazione con Forum studentesco e Ragazze Terribili.
 Quella di oggi sarà una giornata da vera cittadella universitaria. Le associazioni delle singole facoltà avranno uno spazio con i loro stand: informazioni, giochi, gadget, dibattiti, musica, teatro, mostre e bibite invaderanno l’area davanti alla sede centrale dell’ateneo.
 A partire dalle 18 sarà territorio degli studenti. Si potrà visitare la mostra fotografica sui paesi in via di sviluppo, proposta dal Suc, mentre le associazioni goliardiche racconteranno la propria storia attraverso un percorso di immagini. L’associazione interfacoltà Magna Charta sfida i provetti calciatori con una gara di rigori. In palio nessuna coppa: i tre migliori goleador porteranno a casa altrettanti viaggi per quattro persone in una località in Italia, a scelta tra quaranta destinazioni.
 I futuri medici invece allestiranno una piccola clinica all’aperto, a disposizione di matricole e cittadini per uno screening gratuito. Ma nel loro stand ospiteranno anche un dibattito con autorità politiche, esponenti dell’ateneo e dell’Ersu, che nel frattempo annuncia di avere a disposizione 600 mila euro in più per le nuove borse di studio.
 La facoltà di agraria proietterà alcune diapositive sugli eventi organizzati dall’associazione, che si è messa in luce anche all’estero con alcuni congressi. Ma il compito più goloso spetta alla parte gastronomica: un esperto guiderà alla degustazione dell’olio e di alcuni vini. Al vero motore della serata, l’associazione scienze politiche, l’onere di offrire il piatto forte: la pecora bollita accompagnata da drink a un prezzo pensato per gli studenti. Nel programma dell’associazione guidata da Simone Campus c’è anche un momento dedicato al jazz e un incontro con Lorenzo Scano, autore di «La scimitarra e la croce», un libro sugli scontri tra religioni. E non poteva mancare la narrativa nello spazio degli studenti di Lettere, che ospiteranno Francesco Abate e il suo lavoro più recente: «Ultima di campionato». Grazie alla collaborazione con l’associazione «Ragazze terribili», Uniestate porta in piazza Università anche una fetta del festival Abbabula: «Tutte le Americhe», lo spettacolo del collettivo Prospettive Lateatrali che inizierà intorno alle 22.

 
 
 
 
5 - Corriere della Sera
REALIZZATO A FIRENZE
Il «pendolo quantistico» cercherà petrolio e minerali
Il pendolo è invisibile all’occhio umano. Misura pochi micron e le sue oscillazioni sono percepibili solo dalle strumentazioni scientifiche. Siamo ai confini della fisica teorica, eppure la micromacchina quantistica in futuro potrebbe avere applicazioni pratiche nella ricerca del petrolio. E, come il pendolo più famoso (quello pisano di Galileo Galileo) registrare le forze gravitazionali stavolta su scala quantistica. Il pendolo quantistico, il primo al mondo, è stato realizzato al Lens (Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare) di Firenze dal gruppo di ricerca diretto da Massimo Inguscio e il risultato è stato pubblicato su Physical Review Letters .
«Lo abbiamo realizzato in laboratorio con una tecnica particolare - spiega Massimo Inguscio - generando prima un’onda di luce verticale (onda stazionaria) con un laser e inserendo all’interno di essa atomi fermionici di potassio a temperature di pochi miliardesimi distanti dallo zero assoluto. Questi atomi producono un gas e oscillano in onde di luce. La frequenza delle oscillazioni varia alla presenza di forze che dunque possono essere misurate». Oggi il pendolo quantistico è un’applicazione di laboratorio. Con apparecchi del genere si potranno misurare variazioni del campo gravitazionale sulla superficie terrestre. E dunque cercare giacimenti petroliferi, presenza di metalli, oppure cave sotterranee.
La prima tappa della ricerca, in collaborazione con l’équipe di Sandro Stringari dell’Università di Trento, sarà lo studio delle forze di Casimir che si manifestano vicino alle superfici.
Marco Gasperetti
 

Questionario e social

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