UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 9 settembre 2005

Venerdì 9 settembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 settembre 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
1 – L’Unione Sarda
Pagina 37 – Cultura
Una cabina per un artista E il Lido diventa un atelier
Dal 6 all'11 ottobre a Cagliari c'è Sardegna Arte Fiera Diventa progetto il sogno di Mauro Cossu
Per due notti, questa estate, è stato all'addiaccio, sui Sette Fratelli, ad ascoltare e registrare il gracidare delle rane dei rivi e dei torrenti intorno a Castiadas. Per due notti le ha zittite, interrompendo il loro canto col suono del suo flauto traverso. Finché le rane, rassegnate, hanno deciso di accettarlo, e hanno adottato quello strano compagno di viaggio che si sintonizzava sulle loro frequenze. Così Mauro Cossu, cinquant'anni, pittore, scultore e musicista non omologato, una vicenda artistica interessante e varia che per decenni lo ha portato fuori dalla Sardegna e dall'Italia, ha dato vita a un concerto per rane e flauto lungo tre ore. Dopo averlo ridotto a settanta minuti, lo spedito a un buon numero di librerie, Bolzano, Roma, Firenze e di radio private, che lo hanno proposto agli ascoltatori. «A Bologna è finito nelle discoteche, grazie a Maurizio Cutino e Gianni Chiogna, e Vitaminic, con Gianluca Dettori, lo ha messo in rete». In questo modo, saltellando al seguito di un insolito pifferaio magico, le rane dei Sette Fratelli sono approdate a Venezia, imponendosi con un intervento particolare. «Volevo protestare per l'assenza di artisti italiani alla Biennale, e allora ho pensato di partire dalle origini dal rapporto dell'uomo con l'ecosistema. Da qui le rane». Da qui lo striscione di cinque metri pieno di rane disegnate col quale si è invitato a Venezia. Un'autopromozione che gli ha fruttato un successivo invito ufficiale nel Progetto wps 1. «Il merito non è mio, è di Steve Piccolo, che mi ha proposto di inserire il concerto nel suo progetto Sound Fetish». Grazie al musicista americano il suo nome è finito nell'archivio del Moma di New York, «vicino a Cage!». Piccolo sarà, con Giancarlo Politi e Getulio Alviani, tra i sostenitori e protagonisti della Saf, la rassegna Sardegna Arte Fiera che dal 6 all'11 ottobre invaderà i sessanta casotti bianchi e blu del Lido di Cagliari, e porterà in città più di sessanta di artisti visivi e plastici, musicisti, attori, scrittori («presenteremo al Lido, in anteprima il Premio Lucca»). E critici, galleristi, amanti dell'arte. «È un progetto che coltivo da più di un anno e mezzo, una rassegna sarda di ampio respiro da ambientare in un non luogo dell'arte. Che abbia una dimensione particolare, che ci rimandi attraverso un percorso definito, a quei concetti di spazio e luogo che hanno fatto l'arte contemporanea». Trovato lo spazio, bellissimo e gratuito, l'idea per Cossu e i soci dell'Associazione Artegiovane è stata subito chiara. Assegnare una cabina a un artista e dirgli di farne ciò che vuole. Su questo progetto, racconta Cossu, è arrivata l'adesione del Man di Nuoro, dell'Accademia di Belle Arti di Sassari, Foggia e Torino, di Trevi Flash Art Museum e della rivista Flash Art. «Da mesi siamo sulla rivista con mezza pagina a colori. Hanno assicurato la loro adesione il Consorzio Camù, la Galleria Comunale, il Dipartimento di Architettura dell'Università di Cagliari, la Fondazione Bartoli-Felter e l'Aes, l'Associazione sarda editori, e Raitre che dispone di un prezioso archivio. «Speriamo vivamente di coinvolgere il Conservatorio di Cagliari, sarebbe bellissimo avere qui giovani musicisti, e non solo per la musica contemporanea». Il Comune di Cagliari ha assicurato il suo patrocinio, ma «ben vengano altri finanziamenti e sponsorizzazioni, ci consentirebbero di inserire più progetti curatoriali: quelli della galleria MagroRocca di Milano, per esempio, o di Stefano Taddei, Francesca Baboni, Ivan Quaroni, Norma Mangione e altri: sarebbero felicissimi di partecipare ma sono frenati dai notevoli costi». Sicuri i progetti curatoriali «stanziali» di Annamaria Janin, Anna Rita Chiocca, Alessandra Menesini, Roberta Vanali e la partecipazione della Bacheca e della Galleria Sottopiano. Tra i progetti sonori, quelli di Walter Porcedda, Alessandro Olla, Steve Piccolo, Marco Lai E Dello Stesso Mauro Cossu. I fondi a disposizione per le giornate della Saf sono pochi. «Siamo alle nozze con i fichi secchi». Per questo Cossu, che conta sul contributo fondamentale di Francesca Sassu, coordinatrice dell'iniziativa, e di Stefano Casu, responsabile per l'informatica e la comunicazione, ha chiesto agli artisti (e alle istituzioni partecipanti) di autotassarsi. «Trecento euro. Servono per finanziare un catalogo con cd audiovideo da inviare a tutte le gallerie internazionali più attente alla giovane arte contemporanea. È vero che non è giusto pagare per fare una mostra, ma non è questo lo spirito della Saf. Non a caso abbiamo detto no ad adesioni (e soldi) di artisti validissimi, ma non in linea con il nostro lavoro». Alla kermesse del Poetto guardano con interesse alcuni critici, su tutti Giancarlo Politi, nume di Flash Art e amico da sempre di Cossu. Oltre alle cabine verranno utilizzati spazi all'aperto per performances e installazioni, e i negozi estivi dello stabilimento balneare, «che diventeranno stand per le istituzioni culturali. Sia chiaro, il nostro non sarà un mercatino all'aperto, ma un percorso rigoroso di linguaggi contemporanei». Che conterà - tra i sardi- artisti come Sciola, Antonello Dessì, «probabilmente Pantoli, Maria Grazia Oppo e Liberati», Alessandro Biggio, Cicci Borghi, Josephine Sassu, Simone Dulcis, Maria Caboni, Henrietta Clemens, Rosalba Suelzu, Carmela Foddai, e moltissimi altri. Un rammarico di Cossu, la mancata adesione (salvo rare eccezioni) dei grandi nomi sardi. «Hanno dato tanto sul piano etico ed estetico, ci piacerebbe che intervenissero». Interverranno sicuramente le scuole, invitate a seguire la manifestazione. «E 90 studentesse dell'Azuni faranno da hostess, grazie all'impegno di Tullio Tidu, docente di storia dell'arte». Gran parte dei fondi saranno utilizzati per stipulare una polizza assicurativa e per pagare le guardie giurate notturne. Curerà gli allestimenti l'ingegner Bruno Meloni, «che ha la capacità di percepire lo spazio come pochi». «La Saf non è una malattia, ma speriamo sia contagiosa».
Maria Paola Masala
  
2 - L’Unione Sarda
Pagina 37 – Cultura
La morte della patria
Salvatore Satta un fascista? Storico abbaglio
La discussione sulla morte della patria, sul concetto cioè che abbiamo dell'8 settembre 1943 divide gli studiosi di storia con accanite polemiche nei mass media. L'espressione racchiude l'intero dramma della nazione allo sbando dopo l'armistizio e venne coniata del grande giurista e scrittore nuorese Salvatore Satta nel suo libro "De Profundis", scritto tra la primavera del 1944 e l'aprile 1945. Forse non tutti coloro che stanno scrivendo attorno al concetto di morte della patria conoscono la biografia di Salvatore Satta e forse qualcuno non ha neppure letto il piccolo libro "De Profundis". Stupisce e riempie di amarezza che Satta sia stato definito dallo storico Sergio Luzzatto, sul Corriere della Sera del 7 settembre, come «zelante professore di storia e dottrina del fascismo», accomunandolo a chi «aveva sperato fino all'ultimo nella capacità di Mussolini di far grande l'Italia attraverso un'alleanza con la Germania di Adolf Hitler». Salvatore Satta era l'esatto contrario di questa definizione. Lo dimostra la sua biografia e lo dimostrano proprio le pagine del suo libro "De Profundis" scritto in Friuli quando ancora l'esercito tedesco e la repubblica sociale dettavano legge. Lo studioso Satta ha lasciato pagine talmente profonde e dolorose che non potevano essere capite allora, quando furono formulate. Mentre le scrive, in piena occupazione tedesca, frequenta il Comitato clandestino di Liberazione Nazionale. Nell'estate del 1945 diventa rettore dell'Università di Trieste con piena fiducia delle autorità americane. In città si susseguono assassini e vendette politiche. Assiste alla tragedia delle foibe e viene inviato, dal comitato di Liberazione Nazionale, come componente della delegazione della Venezia Giulia che partecipa a Parigi, nel 1946, alla conferenza dei ministri alleati che devono decidere i destini delle terre istriane e giuliane contese da Tito. Ha davanti una guerra che a Trieste non è finita il 25 aprile, una guerra che sembra aver ucciso il concetto di diritto, già eroso dal fascismo: «La morte della patria è certamente l'avvenimento più grandioso che possa occorrere nella vita dell'individuo. Come naufrago che la tempesta ha gettato in un'isola deserta, nella notte profonda che cala lentamente nella sua solitudine egli sente infrangersi ad uno ad uno i legami che lo avvincono alla vita, e un problema pauroso, che la presenza viva e operante (anche se male operante) della patria gli impediva di sentire, sorge e giganteggia tra le rovine: il problema dell'esistenza». La critica di Satta è tra le più spietate che siano state scritte sul fascismo e sul popolo italiano che avrebbe dovuto iniziare una «guerra contro se stesso, guerra di espiazione e di purificazione, sanguinoso esame di coscienza di una moltitudine di Caini di fronte al Signore». Si era spezzato il diritto, «un filo sottile al quale è appesa la vita della società?Ciascuno nella dissoluzione dello Stato fa stato per se stesso, dettando legge nei migliori, l'odio, nei peggiori la cupidigia, in tutti la mancanza di carità». Un uragano, un bombardamento, un'immagine televisiva da New Orleans ci ricordano quanto le parole amare di Satta travalichino ogni confine e ogni tempo.
Stefano Pira
  
3 – L’Unione Sarda
Pagina 27 – Provincia di Cagliari
Pula. Un intero mese di mostre, dibattiti e convegni nel giardino del museo Patroni
Nora, a scuola con gli archeologi
Ancora più giù, alla ricerca della Nora antica, molto più antica. Prima dei Romani, quando la città era ancora fenicio-punica. Sono tornati, gli archeologi delle Università di Milano, Napoli, Genova, Padova e Viterbo, per indagare nel sottosuolo e continuare il grande lavoro di scavo e ricerca cominciato oltre dieci anni fa. Affiancati dalla Soprintendenza di Cagliari, studenti e docenti dei cinque atenei trascorreranno, a Nora, diverse settimane per i nuovi cantieri, per lavorare, ognuno secondo le proprie competenze, secondo le specificità. Così i romani opereranno nella parte più superficiale delle rovine. I punici nel settore più profondo. E chissà se ancora una volta, come era accaduto nell'aprile del 2004 e poi di nuovo lo scorso aprile, la città antica restituirà altri segreti, le sue meraviglie più nascoste che fanno gola agli archeologi. La scopertaLa targa di Aristius Rufus - il magistrato romano che duemila anni prima aveva governato su Nora - era riaffiorata una mattina di primavera. Proprio dove i ricercatori dell'Università di Padova guidati dal professor Josto Bonetto stavano avevano cominciato a scavare nell'area del Foro Romano e in altri settori dell'area archeologica. Nella pietra, l'iscrizione. E quel suggerimento prezioso che raccontava di un Rufus magistrato ma anche urbanista. Non era neppure finita. Un anno dopo, dopo dodici mesi di attesa ma anche di lavoro di studio, il secondo "grande evento". Per colpa della bassa marea ciò che il mare aveva in qualche modo nascosto era tornato in superficie. Un lato del foro romano a pochi metri dalla battigia. Poi un tuffo nell'acqua cristallina che negli anni, per colpa dell'erosione, si era ingoiata una fetta della città fondata dai Fenici, ed ecco riemergere altre testimonianze. La storiaUna angolo di storia, un angolo del foro di età tardo repubblicana che si estende verso sud. Sono tornati e hanno già rimboccato le loro maniche, professori e studenti. Perché in queste settimane il lavoro sarà parecchio impegnativo. C'è da spostare parecchia terra, ma c'è soprattutto un progetto inseguito da tempo: riuscire a inventarsi, contemporaneamente, archeologi e guide tuiristiche. «Credo sia una novità importante - dice il sindaco Walter Cabasino - che consentirà di avvicinare sempre di più i visitatori delle rovine al vero lavoro che gli archeologi effettuano a Nora. Capire, spiando gli interventi tra le antiche pietre, quale sia realmente, la complessa opera di scavo per strappare un momento di storia alla grande storia scritta dai Fenici e dai Punici e poi dai Romani. La campagnaMa a Nora, quest'anno, non sarà solo ricerca sul campo. L'amministrazione comunale, le Università e la Soprintendenza di Cagliari hanno organizzato un mese di iniziative culturali che coinvolgerà anche il museo Patroni di Corso Vittorio Emanuele. Nel loggiato saranno ospitate mostre e conferenze con lo scopo non solo di informare i pulesi e i turisti di questo immenso patrimonio di cui Pula dispone, ma anche allungare la stagione offrendo a chi ha scelto la costa sud-occidentale per le ferie di fine estate momenti di vera cultura. Tutto questo mentre Pula sogna di poter tornare in possesso di quella fetta di territorio affacciato sul mare in mano alle stellette della Marina militare.
Andrea Piras
 
 
 

4 – La Nuova Sardegna

Pagina 6 - Cagliari
PROVINCIA DI CARBONIA-IGLESIAS
Investire sugli uomini e sulla tecnologia
Corsi di informatica per i dipendenti della nuova amministrazione 
 
 IGLESIAS. Un investimento sul capitale umano degli enti locali del territorio del Sulcis iglesiente per far crescere la provincia di Carbonia Iglesias. Con questo proposito, su iniziativa del presidente del nuovo ente intermedio sulcitano, Pierfranco Gaviano, è stato presentato il progetto Else, relativo all’aggiornamento delle competenze informatiche degli operatori della pubblica amministrazione. Un’occasione per approfondire non solo i contenuti del corso, ma anche quella che è la volontà di incentivare la sinergia tra enti locali e Provincia, contando sempre più sull’operato di personale specializzato.
 Il corso di formazione sarà svolto dalla Tecno For, un centro di ricerca che progetta e realizza interventi innovativi nel campo della formazione, attraverso la sperimentazione e l’applicazione di nuove tecnologie. Del consorzio fanno parte l’Università degli studi di Cagliari, l’Enaip Sardegna, l’Isic, la Geass, l’Orgasystems e Video Memory, tutti impegnati nella promozione, progettazione, coordinamento e svolgimento di attività di studio, documentazione e attuazione di progetti finalizzati all’introduzione di nuovi strumenti, programmi e metodologie didattiche e linguaggi comunicativi multimediali nel campo dell’istruzione, della comunicazione e dell’orientamento. «Anche attraverso i corsi di informatica - hanno spiegato i rappresentanti della Tecno For - vogliamo coniugare la centralità della persona, della soggettività e delle risorse umane con l’esigenza delle amministrazioni pubbliche e delle imprese di generare valore aggiunto, in grado di garantire la qualità dei risultati, dei prodotto e dei servizi». Dipendenti e amministratori locali, quindi, saranno guidati a nuove condizioni di apprendimento, che offrano gli strumenti per fronteggiare la variabilità e la costante evoluzione del lavoro, rivolto ad una gestione sempre più efficiente ed efficace della macchina amministrativa. Le lezioni, che interesseranno il personale di tutti i Comuni della provincia di Carbonia Iglesias, si svolgeranno a partire dal sei ottobre ad Iglesias e si concluderanno il due marzo del prossimo anno. Il corso fornirà agli allievi tutti gli elementi relativi all’informatica di base per personal computer, strumenti indispensabili per agire negli enti locali e interagire tra amministrazioni: «I dipendenti e gli amministratori locali - ha commentato l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Antonello Ballai - sono l’ossatura dei Comuni, conferendo agli enti locali quell’autorevolezza che ne esalta la professionalità a servizio dei cittadini. Anche nel costante dialogo con la Provincia, la formazione informatica rappresenta un salto di qualità, che assicura al nuovo ente intermedio un’elevata capacità di dare risposte ai bisogni dell’utenza. L’integrazione delle risorse rappresenta, infatti - ha sottolineato l’assessore -, il volano per raggiungere lo sviluppo».
Gianluigi Sulas

 
 5 – La Nuova Sardegna

Pagina 2 - Cagliari
Gli insegnanti precari contro la Moratti 
«Tra decreti, esami di ruolo e tagli siamo stati messi al bando»
 
 CAGLIARI. Gli insegnanti di sostegno precari rischiano il posto. Dopo anni di esperienza, sono stati scavalcati dalle giovani leve neo laureate. Secondo il decreto Moratti del 2002, questo è l’ultimo anno per accedere ai corsi di abilitazione. Solo così precari storici potranno diventare di ruolo. Ma la Sardegna è l’unica regione a non aver organizzato i corsi di 800 ore per ottenere l’idoneità.
 Ben altro trattamento hanno avuto gli allievi delle Scuole di specializzazione all’insegnamento. Per loro sia l’università di Cagliari che quella di Sassari hanno organizzato i corsi di abilitazione.
«Le conseguenze di questa scelta sono disarmanti - scrive in una nota Francesca Albai, insegnante di sostegno precaria - e sono in contrasto con il decreto ministeriale. La legge parla di priorità per chi ha lavorato da almeno un anno, con alunni in condizione di handicap e per chi ha già una maturata esperienza d’insegnamento nelle scuole. In questo modo, invece, una parte di noi non potrà essere inserito nelle graduatorie e sarà costretta a mettersi da parte». La lettera di protesta continua: «Questo avviene già in parte, perché siamo scavalcati da chi, nonostante abbia un punteggio inferiore e nessuna esperienza sul campo, ha frequentato i corsi Siss di 400 ore». Sul banco degli imputati, secondo Albai, l’Università e la Direzione scolastica regionale: sono state scorrette, dice. E scrive: «È evidente la disparità di trattamento: una parte di precari che già insegnavano, non s’è potuta abilitare. L’università ha evitato finora ogni forma dialogo - prosegue Francesca Albai - Il responsabile del settore post lauream dell’ateneo cagliaritano, adesso nega ogni possibilità di risolvere il problema. Secondo una legge del 1998, i provveditorati provinciali possono prendere invece in mano la situazione e firmare una convenzione con le università. Chiediamo quind di organizzare un ultimo corso abilitante al sostegno. O almeno di fare da tramite tra i precari e l’università per soddisfare le nostre richieste, almeno entro il mese di marzo». E sempre sul fronte del precariato, parlano anche gli insegnanti di diritto, che a dieci giorni dall’avvio dell’anno scolastico, denunciano una situazione insostenibile: «Le cattedre non coperte da insegnanti di ruolo - scrivono Virginia Marci e Rosina Demurtas, docenti di diritto - non sono state assegnate neanche ai precari. E cento alunni in situazione di handicap sono ancora privi d’insegnante di sostegno e potranno averlo al loro fianco solo ad anno scolastico inoltrato». Gli insegnanti di diritto accusano il ministro Moratti e il suo decreto, che tra tagli e blocco delle assunzioni, ha scatenato gravi ripercussioni in provincia. Per il secondo anno consecutivo, è stata attribuita una sola cattedra per gli insegnanti di diritto, indebolendo il ruolo di chi dovrebbe diffondere tra i giovani la cultura della legalità.
Carla Piras

 
 
 
6 – La Nuova Sardegna
CAGLIARI. La biologa cagliaritana Anna Maria Angioy riceverà nelle prossime settimane il dottorato di ricerca honoris causa dall’università svedese di Uppsala.
 
 
7 – La Nuova Sardegna

Pagina 3 - Cagliari
Villacidro. Oggi nell’ex pretura 
Diritto allo studio, vertice politici-Ersu
 
 VILLACIDRO. tembre alle 16 si svolgerà nei locali del ex pretura un convegno sul tema “Diritto allo studio: interventi e prospettive” è questo il titolo del dibattito organizzato questa sera - alle 16, nell’ex pretura - dalle associazioni Don Chisciotte-Udu Cagliari, Bitopavainmontagna, dall’Ersu e dal comune di Villacidro. È prevista la partecipazione ti di Siro Marroccu, capogruppo diesse in Consiglio Regionale, Matteo Murgia, membro del consiglio di amministrazione dell’Ersu, Dimitri Pibiri, assessore comunale alla Cultura e pubblica e di Vincenzo Spada, presidente dell’associazione culturale Bitopavainmontagna. Sarà l’occasione per fare il punto sulle iniziative a favore del diritto allo studio proprio alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico.
I.F.

 
 
 
8 – La Nuova Sardegna

Pagina 20 - Sardegna
Ingegneria, c’è una nuova laurea sulla gestione dei trasporti 
 
 NAPOLI. Una nuova laurea in ingegneria per la gestione dei sistemi di trasporto è stata presentata ieri all’Università Federico II di Napoli agli studenti. L’obiettivo è quello di dare sempre migliori risposte alle nuove esigenze di crescita della mobilità dei nostri giorni attraverso l’innovazione nell’organizzazione della gestione delle reti e dei nodi. Il programma formativo proposto è incardinato nel tradizionale ambito dell’ingegneria industriale con un minor numero, rispetto ai corsi oggi esistenti, di discipline finalizzate alla progettazione e alla costruzione di veicoli, infrastrutture e impianti a vantaggio di discipline economico-aziendali e di discipline sistemiche specifiche dei trasporti. Le opportunità di lavoro sono nelle aziende che gestiscono reti di trasporto (Fs, trasporto locale, compagnie aeree e marittime, aziende di autotrasporto logistiche), aziende che gestiscono terminal (porti, aeroporti, interporti, centri merci), uffici della Pubblica amministrazione ed enti pubblici responsabili del controllo sui servizi prodotti dai gestori privati.

 
 
 
9  - Corriere della Sera
SU «SCIENCE»
I geni della civiltà e l’evoluzione della mente, 37.000 e 5.800 anni fa
L’uomo è ancora in piena evoluzione, almeno il suo cervello. Bruce Lahn, genetista dell’università di Chicago, in due studi su Science dimostra di aver individuato le mutazioni di due geni già conosciuti per avere un ruolo molto importante, microcefalina e Aspm. Queste mutazioni risalgono a 37 mila e 5.800 anni fa, quindi un’epoca recente dal punto di vista evolutivo. Lahn ritiene che ci sia un legame tra gli avanzamenti culturali dell’umanità e i due geni «della civiltà», soprattutto per certe etnie. La microcefalina sarebbe comparsa in contemporanea con musica, arti e pratiche religiose, l’Aspm sembra coincidere con lo sviluppo delle più antiche civiltà mesopotamiche. Giuseppe Novelli, genetista dell’università di Tor Vergata, considera lo studio molto interessante per quanto concerne «evoluzionismo e popolazionismo ma deve essere correlato a ricerche sulla funzionalità dei geni. Non mi sorprenderebbe se si scoprisse che le due varianti svolgono un ruolo ora ignoto che determina certi vantaggi sul piano ad esempio della resistenza a certe malattie».
 

Questionario e social

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