UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 23 settembre 2005

Venerdì 23 settembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 settembre 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
 1 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Dopo la debacle di Biologia
Test impossibili: graduatoria unica per le ammissioni
Gli studenti: «Ora scadono i termini per le lauree specialistiche O si cambia o il problema si ripeterà»
Dopo il caso di Biologia, per evitare nuovi problemi di incompatibilità tra regolamento dei corsi di laurea e delibere di facoltà e del Senato accademico, meglio pensare a un bando standard valido per tutti i test d'ammissione all'Università. Lo ha fatto capire con le sue dichiarazioni il rettore Pasquale Mistretta, ma lo chiedono a gran voce gli studenti, che indicano tre punti fermi: una graduatoria unica, senza vincoli d'ammissione (voto minimo), che la prova venga effettuata solo se le domande superano i posti disponibili, e una diversa distribuzione dei punteggi per la votazione finale, tra punti nel test e quelli dati dai titoli di studio. Incompatibilità «Si sono verificate troppe divergenze ? spiega Fabiola Nucifora, rappresentate di Università per gli studenti, nel Senato accademico - tra quanto previsto nella delibera della facoltà di Scienze e il regolamento didattico predisposto poi dai corsi di laurea in Biologia. Ora stanno per scadere i termini per le lauree specialistiche, e non vorremmo trovarci di fronte a nuovi problemi». Dunque eliminare il limite minimo per superare la prova (non previsto nelle delibere di facoltà e del Senato universitario), e effettuare il test d'ammissione solo se i posti disponibili nel corso a numero chiuso non soddisfi le richieste (anche in questo caso c'è una discrepanza tra quello che dice la delibera di facoltà e il bando del corso di laurea). Gli studenti chiedono anche una diversa distribuzione dei punteggi: «Ora il 40 per cento è dato dai titoli di studio ? ricorda Nucifora ? e il 60 dal test. Nel regolamento didattico della facoltà di Scienze, per esempio, i titoli valgono il 30 per cento, e il resto è dato dalla prova». Intanto, un'importante novità per i laureandi nella triennale: potranno iscriversi per le prove d'ammissione alle specialistiche (scadenza il 30 settembre), se poi si laureeranno entro il 31 di ottobre. Lo ha deciso il rettore con una delibera di dieci giorni fa. Senato accademicoGli studenti avranno più voti a disposizione nella prossima tornata elettiva del rettore. Lo ha deciso il Senato accademico approvando all'unanimità un provvedimento che estende il diritto di voto anche ai rappresentanti degli studenti nel Senato accademico allargato, e a quelli del Cus e dell'Ersu. In tutto sette voti in più. Sempre all'unanimità, il Senato ha deciso l'istituzione di due commissioni (Statuto e Regolamento didattico d'ateneo), che avranno il compito di recepire gli indirizzi del Senato accademico per eventuali variazioni allo statuto e al regolamento. (m. v.)

 2 - L’unione Sarda
Pagina 23 – Sulcis - (22.9.05)
Verranno istituiti corsi triennali
Scienze infermieristiche, apre l'Università on line
L'Università sbarca a Carbonia. Per gli studenti del Sulcis sta per realizzarsi un sogno: conseguire l'agognata laurea senza bisogno di spostarsi a Cagliari o più lontano ancora. Fra tre mesi partiranno infatti due corsi di laurea triennale in Scienze Infermieristiche. Le lezioni si terranno in un padiglione della scuola elementare "Ciusa" di via Lombardia dove gli operai stanno completando l'allestimento delle aule. Ma non saranno lezioni nell'accezione classica del termine. Al posto dei docenti in carne e ossa ci sarà un monitor: i corsi si svolgeranno per via telematica. Un po' come già accade nelle aule dei Comuni di Calasetta e Sant'Anna Arresi per i corsi di laurea in Economia e management dei servizi turistici. Nel caso di Carbonia, l'iniziativa è stata resa possibile dalla creazione di un consorzio pubblico-privato fra il Comune, una Università romana ed una società specializzata. Hanno dato vita ad un'istituzione chiamata Forum, acronimo di Formazione universitaria multimediale. «Quella che conseguiranno gli alunni ? spiega l'assessore alla Pubblica istruzione Efisio Piras - sarà una laurea on line valida esattamente come le altre». Si preparino, però, ad una brutta sorpresa i ragazzi del Sulcis. I corsi saranno due (Fisioterapista ed Infermiere professionale) ma a numero chiuso. Non ci sarà posto per tutti. Scelta inevitabile se si pensa a quanto accaduto di recente a Cagliari dove, alle selezioni per un centinaio di posti nei corsi di laurea breve in Professioni Sanitarie, si sono presentati in duemila. Il Comune è orientato ad aprire i corsi inizialmente a 60 persone. Al termine del triennio dovrebbero dunque conseguire la laurea 180 ragazzi e moltissimi di loro potrebbero trovare posto nel mercato del lavoro senza bisogno di emigrare. L'apertura del termine per le iscrizioni non è stata ancora ufficializzata. «È questione di giorni ? anticipa l'assessore Piras ? ma di sicuro accoglieremo domande sino al 31 dicembre». Logico quindi che i corsi partiranno in gennaio. Nel frattempo, in un'ala della vecchia scuola elementare "Ciusa", concessa dall'istituto comprensivo Don Milani, sono a buon punto i lavori di sistemazione delle aule da "prestare" all'Università on line.
Andrea Scano
 
 
 
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Ilvo Diamanti a Cagliari parla delle costanti di lungo periodo del sistema politico italiano
Italia, la stabile instabilità
Il problema del rapporto tra governo e territorio
 
di GIACOMO MAMELI
 
La discussione sul “rapporto fra politica e territorio” comincia poco dopo le nove del mattino, quando anche le agenzie di stampa nazionali ed estere confermano che il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco si è dimesso e che tornerà a insegnare Economia sotto la Mole Antonelliana di Torino. In cattedra siede Ilvo Diamanti, uno dei più ascoltati politologi italiani, direttore del Laboratorio di studi politici e sociali dell’Università di Urbino, editoralista di “Repubblica”, autore di best seller di successo tra i quali (per Il Mulino di Bologna) “Bianco, rosso e verde... e azzurro: mappe e colori dell’Italia politica”. Diamanti, anche da questo fatto caldo di cronaca, ha una conferma per la sua teoria che certifica “la stabilità dell’instabilità italiana”. Primi commenti su Siniscalco, battute al vetriolo tra i banchi degli scienziati politici (“sarà sostituito da Antonio Fazio, tanto cambia poco”). Poi - nelle aule si via Fra Ignazio con vista sul Castello di Cagliari - si entra nel vivo del seminario al quale sono presenti studiosi di tutte le università italiane. Sullo sfondo le analisi classiche di Auguste Comte, Émile Durkheim e Max Weber con quelle dei sociologi contemporanei. Il tema è chiaro: “Voto, politica e territorio nel sistema italiano. Approcci, metodologie e indicatori”. Nelle ideologie hanno il sopravvento i leader o le zone, i luoghi, i territori? Gli uni possono fare a meno degli altri e viceversa, del radicamento campanile per campanile? La Dc, il Pci di un tempo aveva ideologia e radici in ogni regione. E i partiti di oggi?
 È un tema attuale, scottante, per una ricerca finanziata dal Ministero dell’Università e della ricerca scientifica affidata ai radiologi più scrupolosi della società contemporanea: LaPolis di Urbino diretta da Diamanti, Renato Mannheimer di Milano-Bicocca, Antonio Agosta di Roma e Enrico Melchionda di Salerno. Si parla di prima e seconda Repubblica, di proporzionale e maggioritario, di leggi elettorali e referendum, si fanno i raffronti con “i più stabili” Paesi europei e gli Stati Uniti. Ma “l’Italia - dice Diamanti - da quindici anni vive una fase di trasformazione costante, è un laboratorio permenente del rifacimento o del disfacimento della politica o, se volete, del suo affondamento o della sua rifondazione”. Con corsi e ricorsi perpetui, mai nulla di definito, mai un’àncora. Il dato certo è - appunto - “la costante dell’instabilità”. Se ne parla per quattro ore di filato, emergono chiare e nette posizioni politiche ma soprattutto l’analisi, il metodo di ricerca basato su fatti concreti, pane quotidiano dei sociologi.
 Il linguaggio, certo, non è quello comune della cronaca ma un po’ più sofisticato della scienza politica. Diamanti parte dagli anni Novanta per dire che “con la fine della Prima Repubblica è giunto al collasso anche il modello di rapporto fra i partiti, il territorio e la società”. E l’analisi si spinge proprio sul territorio, cioè sulle esigenze, sui bisogni di una determinata zona, perché è l’esigenza della “Padania” a fissare le priorità della Lega, ma lo è anche per i partiti neocentristi che sono radicati nel Mezzogiorno o per le necessità costanti della Sicilia rappresentate da “evidenti portatori di interesse territoriale”. Non erano legittimi, del resto, gli interessi che negli anni Venti hanno dato origine al Partito sardo d’azione dopo le tragedie della prima guerra mondiale? Non erano, quelli, gli interessi del “territorio” ruragico?
 Diamanti apre il suo discorso sostenendo che “il passaggio oltre la Prima Repubblica avviene in seguito a due questioni istituzionali decisive: da una parte la forma dello Stato, con conflitto permanente fra centro e periferia. E poi col sistema elettorale plasmato sul superamento della democrazia propozionale fondata sui partiti”. È in questa fase - primi anni ’90 - che “la transizione politica si sviluppa seguendo il progetto, in origine condiviso da gran parte degli attori politici, di costruire una democrazia normale basato sul sistema maggioritario, sul bipolarismo e sulla scelta federalista”. È il momento in cui i partiti cambiano pelle e sigle. Spiega Diamanti: “Entra in crisi il partito di massa imperniato su identità forti, su basi organizzative estese, sulla militanza e sulla partecipazione”. La cronaca recente lo ha dimostrato con Forza Italia: “Si fa largo un partito politico personalizzato, un partito che privilegia la comunicazione, la via mediatica è più importante, più centrale dell’organizzazione”. La fiducia sul singolo, sul leader carismatico, sull’uomo capace da solo di tutto e di più prevale “sull’ideologia, sull’analisi”. Ancora il sociologo urbinate, con chiari riferimenti alle azioni di propaganda, anche ai comportamenti pubblici - nelle piazze e nelle aule parlamentari - della Lega Nord di Umberto Bossi: “Da un’epoca di politica nel territorio si passa a una fase di politica senza il territorio, che coesiste con una tendenza a usare il territorio contro la politica. E che diventa anche fattore antipolitico: usando l’identità territoriale, ma anche la personalizzazione come bandiera contro la politica in quanto rappresentanza democratica e mediazione di interessi”.
 Chi materializza questo trapasso “è certamente Forza Italia”, dice Diamanti. E proprio sul partito azzurro ha svolto una relazione specifica Terenzio Fava che osserva: “Nel momento in cui un partito fatica a darsi un’identità, a radicarsi pienamente nel territorio, a sviluppare lealtà al suo interno, può trovarsi in una condizione che non gli permette di assicurare una tenuta adeguata di fronte a un ipotetico declino del suo leader”.
 Ed eccoci così alla cronaca più o meno recente con l’analisi di Ilvo Diamanti: “Dopo il 2001 l’attore esemplare tra i partiti senza territorio, Forza Italia, registra un profondo ridimensionamento. Il suo impatto territoriale risulta fortemente instabile, eroso da altre forze politiche alleate che invece mantengono radici forti e robuste in ambito territoriale come l’Udc, Alleanza nazionale e la Lega. Dall’altra parte osserviamo che i partiti con maggiore capacità organizzativa e di mobilitazione dimostrano anche maggiore capacità di competizione elettorale, come avviene per i Ds ma anche per i neo democristiani”.
 Che ci possa essere un ritorno al passato? Ai partiti di massa? Diamanti lo esclude. “Il pendolo non delinea un andamento lineare, non riproduce le situazioni precedenti”. E i partiti di oggi come appaiono? “Sicuramente diversi dal passato, oligarchici, lontani dalla società, più esposti alle lobbies locali e alle personalità, a chi opera in quel determinato territorio. Inoltre la personalizzazione è diffusa e radicata e modella diversamente dal passato il rapporto tra società e politica”. Un momento di metamorfosi, quindi. Ancora in fieri. “Certamente viviamo una fase confusa nella quale la politica e il territorio si confrontano e si incrociano senza la complicità che li legava in passato. Tutto ciò delinea una prospettiva instabile e aperta, la chiamo di democrazia fluida”. Una certezza, nella cautela dei sociologi, c’è. Conclude Diamanti: “L’illusione della politica senza territorio sembra finita, ma senza essere sostituita da qualcos’altro. Una democrazia appunto fluida, incerta tra maggioritario e proporzionale. Tutto ciò non avvicina alla politica perché lascia a tutti in eredità un clima di disillusione”.
 
 4 - La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
IL DIBATTITO
Le regioni nel mondo globale I nuovi confini della politica
CAGLIARI. Si concluderà oggi il 19° convegno nazionale della Sisp, la Società italiana di scienze politiche nata nel 1973 con la presidenza di Giovanni Sartori al quale subentrò Norberto Bobbio. Dal settembre del 2004 il leader è Fulvio Attinà, dell’ateneo di Catania. Ospitato dalla facoltà di Scienze politiche di Cagliari (preside Raffaele Paci, responsabile Sisp è Fulvio Venturino) il convegno ieri pomeriggio ha affrontato - sotto la presidenza di Donatella della Porta - anche i problemi locali (“Prospettive del regionalismo in Italia”) con gli interventi di Gianfranco Pasquino, Mariarosa Cardia, Pietro Ciarlo, Gianfranco Baldini, Luciano Marrocu e Brunetta Baldi.
 I lavori sono stati introdotti da Maurizio Ferrera (Statale di Milano) su “Confini e solidarietà: spazio politico e welfare nell’Unione europea” e con la relazione di Chiara Saraceno dell’Università di Torino.
 Nove i gruppi di lavoro sui temi politici più attuali: politica comparata, coordinatore Liborio Mattina dell’Università di Trieste), studi europei (Luciano Bardi, Pisa), teoria politica (Paolo Martelli, Milano Statale), sistema politico italiano (Luca Verzichelli, Siena), governo locale (Luigi Bobbio, Torino), politiche pubbliche e pubblica amministrazione (Giliberto Capano, Bologna), relazioni ingternazionali (Marco Clementi, Pavia), comunicazione politica (Franca Roncarolo, Torino), metodologia (Pierangelo Isernia, Siena).
 
 5 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
L’ex caserma Monte Grappa acquisita dalla biblioteca universitaria
Mediateca nel distretto
Dal gioco del Lotto i fondi per ristrutturare
IL CASO Come cambiano gli edifici storici
CAGLIARI. L’ex caserma Monte Grappa nel largo Carlo Felice cambia destinazione d’uso. Il caseggiato, sede del distretto militare di Cagliari dal 1914 al ’94, ora è in fase di ristrutturazione. Al suo posto sorgerà una mediateca gestita dalla Biblioteca universitaria. L’edificio di grande pregio storico e artistico era stato costruito nel XV secolo, e veniva utilizzato come convento in appoggio alla chiesa di Sant’Agostino. Nelle mani del distretto militare per ottant’anni, è stato definitivamente dismesso nel 1999. Passò di mano prima al Ministero delle finanze e poi a quello dei Beni culturali. L’ex caserma Monte Grappa fece gola alla Biblioteca Universitaria di Cagliari, che individuò nell’edificio la possibilità di organizzare una mediateca. Un protocollo d’intesa fra il ministero e la Regione nell’ambito dei beni librari, ha permesso di pianificare il via libera per una nuova offerta di servizi per il turismo culturale e per i servizi informativi alle imprese. L’intervento per recuperare l’edificio è stato di 5 milioni di euro. I finanziamenti questa volta arrivano dal gioco del Lotto per il restauro di monumenti, edifici, chiese e musei e sono ricavati dal piano 2001-2003 programmato dal ministero dei Beni culturali, quando il Governo ha assegnato all’isola oltre 39 miliardi delle vecchie lire. Gli acari dei vecchi schedari che ancora si sfogliano in via Università, nella piazza davanti al mare, non si vedranno più. I lavori sono ancora in corso e bisognerà attendere qualche anno prima di vederli conclusi. L’elenco delle ristrutturazioni perché l’edificio risulti a norma e possa essere operativo per ospitare la nuova mediateca è molto lungo: dai pavimenti, al soffitto, dagli impianti di riscaldamento e di condizionamento, a quelli elettrici, fino alla risistemazione della facciata. Ma la biblioteca Universitaria pensa già al decollo della sua seconda sede. I nuovi servizi multimediali di accesso all’informazione, per non limitarsi solo alla ricerca di tomi per esami universitari, si troveranno all’interno di una piazza naturale per la fruizione della cultura. Al centro di un crocevia che vede gli studenti sbarcare dai treni per andare alle lezioni universitarie, vicina alla casa dello studente di via Roma, alla biblioteca provinciale di viale Trieste e alla futura nuova “Mediateca del Mediterraneo” prevista dal comune in via Pola. Quest’ultima finanziata con oltre 10 milioni di euro ospiterà l’archivio storico, la biblioteca e la Cineteca Sarda e l’archivio della Rai Sardegna. Cagliari raddoppierà nell’arco di pochi anni l’offerta culturale. E mentre la città non smette di candidarsi per diventare la futura capitale del Mediterraneo, pensa già a come cambierebbe volto se le strutture dismesse dai militari continuassero ad aumentare.
Carla Piras
  
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
COMUNE
Futuro universitario per Olmedo?
OLMEDO. Potrebbe esserci un corso universitario a distanza nel futuro di Olmedo. Ma questo è solo uno dei temi che saranno discussi nelle due riunioni del consiglio comunale. Stasera alle 18 in prima convocazione e domani alle 9, in seconda convocazione, seduta straordinaria per discutere la nascita di una associazione fra Comuni e la la proposta per la gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati.
 Lunedì in prima convocazione e martedì in seconda convocazione, alle 9,30 la verifica del bilancio e l’adesione alla costituzione del consorzio per la formazione universitaria multidisciplinare Forum. Il Consorzio consentirebbe ai Comuni che lo costituiscono l’istituzione in loco di corsi dell’università di Bologna. (m.t.r)
 
 7 - La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Cagliari
Laurea honoris causa al chimico Matteschi
IGLESIAS. L’Università di Cagliari ha conferito la laurea specialistica “Honoris Causa”, in scienza dei materiali al professor Dante Gatteschi, per gli studi e la ricerca sui composti di coordinazione, spettroscopia, risonanza paramagnetica elettronica e magnetismo molecolare. Il professor Gatteschi, laureato in chimica, ha sviluppato una prestigiosa carriera scientifica che è stata divulgata con diverse centinaia di pubblicazioni. L’illustre scienziato, ora, si occupa della progettazione e sintesi di materiali molecolari magnetici. Nel corso della carriera ha collezionato importanti premi (premio Nasini, premio Bruker) e recentemente l’Agilent Tecnologies Europhisics Prize che è il più importante premio europeo per la fisica dello stato solido. La cerimonia del conferimento della laurea avverrà lunedì prossimo al rettorato dell’Università. L’Università di Cagliari, data l’importanza della scienza dei materiali, ha istituito un corso di studi a Monteponi frequentato con interesse da centinaia di studenti provenienti da tutta l’isola e dal continente.(ea)
  
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 7 - Oristano
Il «Villaggio del lavoro» fa tappa in piazza a Gavoi
GAVOI. «Circumlavorando» arriva anche a Gavoi e aprirà, dalle ore 11 alle 17 di domani, il «Villaggio del lavoro», in piazza Sa Serra. Qui si realizzerà il laboratorio di informazione sulle tematiche dell’orientamento, del lavoro, della formazione professionale e dell’inclusione sociale. L’iniziativa si inserisce nel viaggio per le piazze, le scuole e le università d’Italia organizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La sosta a Gavoi del pullman è stato voluto fortemente dal Centro servizi inserimenti lavorativi del comune. Così, domani, il pullman multimediale del Ministero stazionerà nella piazza Marconi (Sa Serra), dove si allestiranno le strutture con numerose postazioni multimediali, proiezioni, videoconferenze, animazione, informazione. L’obiettivo principale di «Circumlavorando» è quello di coinvolgere tutti coloro che hanno necessità di orientarsi nel mondo del lavoro e delle scelte professionali. L’iniziativa, infatti, percorre l’Italia per offrire informazioni utili alla ricerca attiva del lavoro, come stage, tirocini, apprendistato, formazione d’impresa, lavoro e studio all’estero, corsi di formazione e informazioni sull’inserimento lavorativo e sociale dei soggetti svantaggiati. Nel «Villaggio del lavoro» sarà disponibile materiale illustrativo e informativo, anche multimediale: si potranno visitare i siti internet del settore e si potrà essere guidati nell’accesso alle informazioni da operatori esperti. Sarà l’occasione per far conoscere agli gli erogatori di servizi che nel territorio si occupano di lavoro e orientamento. Uno spazio sarà dunque destinato anche al Cesil gavoese, coordinato da Sabina Deiana, Informagiovani, Inps e alla società locale di formazione «Mastros». (g.m.s.)
 
 

 
09- Corriere della Sera
I reclutatori del Pentagono tornano a Harvard
UNIVERSITA’ E POLITICA

L’ateneo cede: il ministero della Difesa minacciava di ritirare tutti i fondi federali
NEW YORK - La Law school di Harvard, una delle università più prestigiose degli Stati Uniti, cede alle pressioni del Pentagono e riapre le porte ai reclutatori che cercano nei campus forze fresche per le forze armate. La disputa va avanti da dieci anni e sul tema è attesa nei prossimi mesi una sentenza della Corte Suprema. Con una legge del 1994 il Congresso ha autorizzato il ministro della Difesa a ritirare finanziamenti federali alle università che negano ai cacciatori di reclute «eguale accesso» ai campus.
Per non perdere i fondi l’ateneo ha dovuto rimangiarsi il suo «no», retaggio delle proteste nelle università al tempo della Guerra del Vietnam e di recente condizionato da molte università tra cui Harvard, alla firma di un impegno da parte del Pentagono a non discriminare i gay. Un impegno che il Pentagono non ha voluto sottoscrivere. Ma di fronte alla minaccia di congelamento della maggior parte dei finanziamenti federali a Harvard, come ha spiegato il rettore Elena Kagan, l’ateneo si è visto costretto a cedere e a dare il via libera ai reclutatori. Attualmente il 15% del budget dell’università viene dai fondi governativi, si tratta di centinaia di milioni di dollari.
Il presidente di Harvard Lawrence Summers ha chiesto alla Corte Suprema di invalidare la legge del 1994. L’anno scorso una corte d’appello di Philadelphia aveva sospeso l’applicazione della legge negli Stati della sua giurisdizione (Delaware, New Jersey, Pennsylvania) e lo scorso maggio la Corte Suprema ha accettato di riprendere in esame il caso verificandone tutti gli estremi compresa la sua applicazione a tutti gli Stati Uniti. Il caso dovrebbe essere esaminato a dicembre.
La scorsa settimana tre «Law schools», tra cui la New York Law School, sono state escluse dai fondi federali per aver negato totale cooperazione ai reclutatori del Pentagono. Ma si tratta di facoltà a sé stanti che non mettono a rischio il destino delle loro università.
A farla franca è stata l’Università di Yale che ha potuto continuare indisturbata a vietare l’ingresso ai reclutatori perché protetta dalla decisione di un giudice federale che impedisce al Pentagono di imporre la sua politica nell’ateneo.
 
 
 
12 - Marketpress.info
LA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA GLI ORIENTAMENTI DEL FUTURO PROGRAMMA DI RICERCA
Bruxelles, 22 settembre 2005 - La Commissione europea ha illustrato oggi nei dettagli la sua proposta concernente il nuovo programma di ricerca 2007-2013. I programmi specifici proposti dalla Commissione attuano il quadro di riferimento generale proposto dalla Commissione in aprile 2005, noto come Settimo programma quadro, composto da quattro elementi principali: Cooperazione, Idee, Persone e Capacità. Tali programmi saranno esaminati dal Parlamento europeo prima di essere oggetto di una decisione del Consiglio. “L’europa ha bisogno di un quadro di riferimento forte per le sue attività di ricerca a partire dal 2007”, ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario europeo responsabile della Scienza e della Ricerca. “La nostra proposta mira a soddisfare le esigenze dell’Europa per il futuro. Quello che conta oggi è fornire fondi sufficienti affinché il progetto consegua i suoi obiettivi, ossia rafforzare la competitività dell’Europa e migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini. La Commissione adotterà tutte le misure possibili affinché i programmi possano essere attuati non appena la procedura legislativa sarà completata.” I quattro programmi specifici principali proposti oggi sono: Cooperazione: Il programma “Cooperazione” mira a portare l’Europa in prima linea in settori scientifici e tecnologici fondamentali, sostenendo la cooperazione tra università, imprese, centri di ricerca ed enti pubblici nell’insieme dell’Unione europea e nel resto del mondo. Le nove aree tematiche proposte[1] corrispondono ai grandi settori della conoscenza e della tecnologia in cui è opportuno realizzare una ricerca di qualità per risolvere le problematiche sociali, economiche, ambientali e industriali che si pongono all’Europa. Idee: Il programma “Idee” istituirà un Consiglio europeo della ricerca, un meccanismo paneuropeo destinato a sostenere i ricercatori, gli ingegneri e gli studiosi veramente creativi. La loro curiosità e la loro sete di conoscenze dovrebbero portare a scoperte inaspettate e spettacolari in grado di modificare la nostra concezione del mondo e di aprire nuove prospettive di progressi tecnologici e soluzioni ad annosi problemi sociali e ambientali. Persone: Il programma “Persone” mira ad aumentare le risorse umane disponibili per la scienza e la ricerca nell’insieme del territorio europeo, sia qualitativamente che quantitativamente. Il programma dovrebbe incoraggiare i cittadini europei ad avviare e realizzare una carriera scientifica, incentivare i ricercatori a rimanere in Europa e attirare i ricercatori più brillanti in Europa. Capacità: Il programma specifico “Capacità” rafforzerà le capacità di ricerca e innovazione in Europa, anche mediante nuove infrastrutture di ricerca, il sostegno alle piccole e medie imprese, lo sviluppo di “regioni della conoscenza”, la liberalizzazione del potenziale di ricerca nelle regioni della convergenza e nelle regioni ultraperiferiche; si tratta inoltre di migliorare la posizione della scienza nella società. La Commissione ha adottato anche un programma che stabilisce l'orientamento futuri dei suoi impianti interni di ricerca, (Dg Centro comune di ricerca.) Questo programma rafforzerà la capacità del Ccr di fornire un sostegno scientifico e tecnico valido ai servizi della Commissione e agli Stati membri al fine di consentir loro di elaborare risposte adeguate a nuove situazioni di crisi, emergenze e sfide nei principali settori di sviluppo delle politiche. Nel corso dell’anno la Commissione europea presenterà una proposta concernente le regole di partecipazione ai vari programmi specifici. Queste proposte contribuiranno notevolmente al lavoro di semplificazione della Commissione che mira a rendere il programma più accessibile e più semplice per gli utilizzatori. La proposta presentata oggi si muove già in questa direzione in quanto è strutturata in modo semplice e chiaro e riduce il numero di strumenti di finanziamento. Link al sito del Settimo Programma Quadro: http://europa.Eu.int/comm/research/future/index_en.cfm Link al sito della Dg Ricerca: http://europa.Eu.int/comm/research/  Link al sito della Dg Centro comune di ricerca: http://www.Jrc.cec.eu.int .
 
 

Questionario e social

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