Martedì 19 aprile 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 aprile 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

1 – L’Unione Sarda
Pagina 36 – Sassari
Nuove speranze nella lotta contro i tumori
I ricercatori li distinguono con delle sigle incomprensibili per i profani: Brca1-Brca2 e Mlh1-Msh2. Sono in realtà dei geni la cui mutazione favorisce una notevole predisposizione allo sviluppo di due fra i tumori più frequenti nei paesi occidentali: il carcinoma della mammella e quello del colon retto. La loro individuazione in laboratorio risale agli anni novanta ma ora c'è una novità che riguarda la nostra isola, in particolare il nord Sardegna. Un gruppo di studiosi del Cnr di Alghero, della Asl n.1 e dell'Università di Sassari ha condotto uno studio, finanziato dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro e dalla Regione, i cui risultati sono in corso di pubblicazione sulle riviste internazionali Cancer e European Journal of Cancer. L'équipe, guidata dal professor Giuseppe Palmieri del Cnr di Alghero, ha esaminato 1200 casi di tumori della mammella e del colon retto. «Sono stati individuati - ha detto Palmieri - fattori di rischio predittivi (età di insorgenza, numero, tipo e distribuzione di tumori in famiglia) per la presenza di alterazioni genetiche che predispongono a tali neoplasie i pazienti con elevata ricorrenza familiare». Uscendo dal linguaggio scientifico, la ricerca ha consentito per la prima volta di studiare questo tipo di mutazione genetica che predispone ai due tumori più diffusi sulla nostra popolazione. Rilevando alcune particolarità che saranno preziosissime quando poi si dovesse passare ad una auspicabile fase di screening preventivo: «In Sardegna - sottolinea Palmieri - contrariamente al resto del mondo, si verificano poche mutazioni genetiche. C'è una maggiore omogeneità e questo offre maggiori strumenti per un'efficace prevenzione». Anche un altro ricercatore, Antonio Cossu, dell'Asl n.1, valuta positivamente l'importanza del lavoro condotto con i colleghi del Cnr e dell'Università di Sassari: «Mentre nel resto del mondo le mutazioni genetiche sono più frequenti sul Brca1, da noi lo sono sul Brca2. Questo può consentire di effettuare ricerche più mirate, sempre che i finanziamenti non vengano lesinati». I risultati di questi studi rappresentano in sostanza un primo passo verso la cosiddetta «diagnosi predittiva», cioè la possibilità per la medicina di prevedere, sulla base dell'alterazione di alcuni specifici geni nel nostro organismo, la predisposizione di una persona allo sviluppo di un particolare tumore. E di conseguenza la possibilità di programmare controlli periodici per prevenire o individuare precocemente l'insorgenza delle neoplasie.
Gibi Puggioni
 
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 38 – Cultura
Un talento della Genetica molecolare
Giuseppe Pilia, scompare un grande scienziato sardo
L'altra notte è mancato dopo lunga malattia, a soli 43 anni, Giuseppe Pilia, Dirigente di ricerca dell'Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Consiglio nazionale delle ricerche. Giuseppe nacque a Lanusei il 4 marzo 1962 e iniziò la sua carriera a Cagliari nel 1987 collaborando attivamente con il professor Antonio Cao, Direttore dell'Istituto. Successivamente, per approfondire gli studi, si recò all'istituto CNR di Genetica e Biofisica di Napoli, ove iniziò una proficua collaborazione con Michele D'Urso, Direttore di ricerca di quell'Istituto. Dopo un anno di soggiorno a Napoli, trascorse un periodo di cinque anni a St. Louis, per approfondire le sue conoscenze di Genetica molecolare sotto la guida di David Schlessinge, Direttore dell'Istituto di Microbiologia all'Università di Washington e del "Center for Genetics in Medicine". In quegli anni Giuseppe affinò le sue capacità di ricercatore nel campo della Genetica molecolare e partecipò alla costruzione della mappa fisica del cromosoma X individuando, tra l'altro, il gene responsabile di una sindrome malformativa multipla: la Sindrome di Simpson-Golabi-Behmel. Di ritorno a Cagliari, organizzò un modernissimo ed efficiente laboratorio di Genetica molecolare all'INN ospitato dall'Istituto regionale per le Microcitemie e individuò un gene responsabile di un altra sindrome malformativa, la "Blefarofimosi ptosi ed epicanto inverso", che, in taluni casi, si associa ad insufficienza ovarica primitiva, aprendo così un importante capitolo di studi. Nell'agosto del 2003 vinse il concorso di professore associato in Pediatria. Successivamente cominciò ad interessarsi anche di malattie poligeniche (che dipendono dall'effetto di diversi geni e fattori ambientali) e particolarmente dell'Asma allergico, raccogliendo, con la collaborazione di tutti i centri che nell'Isola si occupano di Asma allergico, un vasto numero di famiglie sufficiente per intraprendere la ricerca dei geni implicati, traendo vantaggi dalla omogeneità della popolazione sarda. Nella stessa linea di indirizzo, inizio una collaborazione col Dipartimento nazionale di Medicina degli Usa (NIH) ed organizzo a Lanusei un laboratorio (in una scuola fornita dal Comune) per il mappaggio di tratti genetici legati all'invecchiamento dell'uomo: la rigidità e la elasticità arteriosa ed il profilo della personalità. Per questa ricerca sono stati finora valutati ed esaminati 6000 individui provenienti da Lanusei, Ilbono, Elini ed Arzana. Queste ricerche sulle malattie polifattoriali sono ancora in corso. La loro rilevanza internazionale si deduce anzitutto ricordando che sono interamente finanziate dal NIH per la cifra di un milione di euro annui per 6 anni. Giuseppe Pilia è stato un ricercatore di grande talento, intuito e curiosità ed un organizzatore attento e inesauribile. Tutti coloro che l'hanno avvicinato gli hanno voluto bene per le sue doti di schiettezza e onestà. La Sardegna perde un grande ricercatore, che avrebbe potuto contribuire a fare conoscere meglio l'Isola nel mondo.
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
I PREMIATI 
PREMIO OZIERI
  OZIERI. In quasi cinquant’anni di attività la “galleria” delle personalità che hanno ricevuto riconoscimenti dal “Premio Ozieri” ha visto sfilare sul palco della manifestazione ozierese più di settanta nomi prestigiosi. Tra questi, per citarne alcuni, Aligi Sassu, Manlio Brigaglia, Salvatore Satta, Michelangelo Pira, Stanis Dessy, Costantino Nivola, Maria Giacobbe, Gaspare Barbiellini Amidei, Vico Mossa, Padre Pittau, Gigi Riva, Giovanni Lilliu, Francesco Cossiga, il cardinal Pompedda. Alla 46ª edizione, ancora tre nomi di prestigio, tutti presenti sul palco del Teatro Civico a ricevere applausi e consensi. Il Premio della “Città di Ozieri”, destinato ad una personalità sarda che si sia particolarmente distinta nel campo della cultura e dell’arte, è andato alla pittrice scultrice di Cardedu, Maria Lai. Nella ricca motivazione della giuria si legge, tra l’altro: “...testimone di una Sardegna protagonista dell’arte contemporanea, è contrassegnata dall’amore della sua terra. Operazione calata profondamente nel suo tempo, un tempo che ha bisogno di recuperare l’amore del fare, del sapere virtuoso della mano, del riuscire a trattare in una maniera nobilmente simbolica e comunicativa ogni materiale raro o umile o quotidiano...”. Maria Lai, di fronte a tanta attenzione, si è quasi schermita, visibilmente turbata da tanta attenzione, così come succede sempre agli artisti veri. Il premio della Comunità Montana del Monte Acuto, per una personalità anche non sarda che abbia contribuito a far conoscere la cultura e la civiltà della Sardegna fuori dell’ Isola, è stato assegnato al professor Georg Maag, ordinario di Letteratura Italiana nell’Università di Stoccarda. A grande merito dello studioso, tra l’altro, l’aver istituito in quell’ateneo, con la collaborazione del nuorese Giovanni Masala, l’unico lettorato di lingua e civiltà sarda esistente fuori della Sardegna, con il risultato tangibile che è”... enormemente aumentato, si legge nel verbale, l’interesse per la letteratura sarda in quanto “letteratura a statuto speciale” e quindi per la letteratura indotta dal Premio Ozieri, che conferma un modello storiografico che funziona anche per le letterature dei vari Lander, con le loro distinzioni storiche e linguistiche regionali...”. Una situazione che è stata ben chiarita nel breve ma efficace discorso che Maag ha tenuto di fronte all’attentissimo uditorio. Il premio istituito quest’anno dalla Provincia di Sassari per un gruppo etnomusicale che valorizzi e tramandi con rigore e modernità la tradizione etnomusicale della Sardegna, è stato assegnato a “Su cuntrattu seneghesu”, capeggiato da un inossidabile Foricheddu Trogu. (m.f.)
 
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Direttivo della Cisl-Università 
 SASSARI. Piero Canu, dell’Università di Sassari, è stato eletto segretario generale aggiunto della nuova federazione Cisl-Università della Sardegna. Canu affiancherà Giuseppe Casanova, di Cagliari, eletto segretario generale dell’organizzazione sindacale di ateneo. Casanova e Canu fanno parte del nuovo gruppo dirigente eletto nei giorni scorsi a Palmas Arborea, dove si è tenuto il primo congresso regionale della Federazione Cisl Università della Sardegna. A conclusione del dibattito è stato eletto il nuovo gruppo dirigente. Con Casanova e Canu lavoreranno i componenti di segreteria Luigi Minerba, Pietro Desogus e Patrizia Baire (Cagliari), Andrea Franco (Sassari). Nel consiglio direttivo Enrino Gioffrè e Renzo Mameli (Cagliari), Pierluigi Doro e Antonio Fara (Sassari).
 
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
Stroncato da un tumore, dirigeva il Progetto Progenia in Ogliastra 
E’ morto a 43 anni Giuseppe Pilia pioniere nello studio dei geni dei sardi
  CAGLIARI. Stroncato da un tumore, è morto a soli 43 anni lo scienziato sardo Giuseppe Pilia. Originario di Lanusei, Pilia è maturato scientificamente tra l’isola e gli Stati Uniti, diventando protagonista di ricerche genetiche la cui importanza è stata riconosciuta dalla letteratura medica internazionale. Pilia si è spento a Bergamo dove era stato ricoverato a causa di un improvviso aggravamento delle sue condizioni di salute. Lo scienziato sardo stava dirigendo attualmente una ricerca nell’ambito del Progetto Progenia, varato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), su 5.000 volontari, uomini e donne di tutte le età tutti sardi residenti in Ogliastra, i cui dati genetici stanno consentendo di allestire una banca dati unica sulle basi biologiche dell’invecchiamento. Obbiettivo ultimo quello di scoprire il segreto di una vecchiaia senza malattie.
 Tra i successi professionali di Giuseppe Pilia vanno ricordati la scoperta del ruolo del gene FOXL2 nella sterilità e menopausa precoce e del gene GPC3, localizzato sul cromosoma sessuale X, le cui mutazioni sono responsabili della Sindrome da gigantismo di Simpson-Golabi-Behem.
 Si chiamava Progetto Progenia, appunto, l’ultima sfida di Giuseppe Pilia. La ricerca, guidata assieme con David Schlessinger del National Institute of Health di Washington, era finalizzata alla creazione di una banca dati sull’invecchiamento. «Il progetto - aveva spiegato lo stesso Pilia nel 2001 al momento della presentazione della ricerca nel quale è coinvolto anche il National Institute on Aging di Washington - prevede l’esecuzione di interviste ed esami medici molto approfonditi per riuscire a identificare le basi genetiche coinvolte nei cambiamenti delle funzioni del nostro organismo, propri del processo dell’invecchiamento. Dai nostri studi dipende la possibilità di capire perchè alcuni individui trascorrono una vecchiaia serena e con poche malattie, mentre altri in condizioni particolarmente disagiate».
 La scelta dell’Ogliastra, per l’effettuazione dello studio, aveva spiegato ancora lo scienziato sardo, era stata fatta perchè è un’area abitata da una popolazione omogenea che vive in una zona isolata.
 Giuseppe Pilia era nato il 4 marzo 1962 e ha iniziato la sua carriera a Cagliari nel 1987 collaborando attivamente con il professor Antonio Cao, pediatra e genetista. Successivamente Pilia si è recato per approfondire i suoi studi, all’Istituto Cnr di Genetica e Biofisica di Napoli, ove iniziò una proficua collaborazione con Michele D’Urso, Direttore di Ricerca di quell’Istituto. Dopo un anno di soggiorno a Napoli, Pilia ha trascorso un lungo periodo di 5 anni a St. Louis, all’ Università di Washington per approfondire le sue conoscenze di Genetica Molecolare sotto la guida di David Schlessinger, Direttore dell’Istituto di Microbiologia di quella Università e del «Center for Genetics in Medicine», partecipando al progetto internazionale «Genoma Umano», coordinato in Italia dal premio Nobel Renato Dulbecco.
«La morte di Giuseppe rappresenta per la scienza una perdita immensa- ha detto il professor Antonio Cao- Era il miglior ricercatore del mio gruppo. Modesto, molto intelligente, eccezionale sul piano sceientifico e su quello umano. Un ragazzo d’oro, un ricercatore brillantissimo».
 «La Sardegna esporta malati e scienziati ed importa manager per le proprie Asl». Lo ha dichiarato Piergiorgio Piu, della segreteria regionale dell’Ugl Sardegna, commentando la morte dello scienziato Giuseppe Pilia. «La sua vita - ha detto Piu - è il paradigma del futuro riservato allo scienziato italiano o sardo che voglia fare ricerca scientifica in Italia. Pilia dovrà essere l’ultimo degli scienziati italiani a dover andare via dall’Italia per le proprie ricerche e che è andato a morire a Bergamo visto che la Sardegna non ha ancora una struttura di eccellenza nella cura dei tumori».
 «E i sardi che non possono permettersi di pagarsi le cure in Continente? Moriranno lentamente nel loro letto. L’occasione dello sconforto per la scomparsa dello scienziato sardo - ha concluso il sindacalista dell’Ugl - deve essere colta dalle Istituzioni regionali per aprire un serio dibattito sulle condizioni della ricerca medica e sulle condizioni della sanità in Sardegna».
 
 
 

Questionario e social

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