Lunedì 18 aprile 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 aprile 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

 
Cronaca di Cagliari – pagina 11
Università
Corsa alla poltrona di preside
Si vota in cinque facoltà, il nodo di Architettura
Sono cinque le facoltà che tra due mesi andranno al voto per eleggere il loro preside. Ma la poltrona di Medicina, Lettere, Lingue, Ingegneria e Scienze Politiche non dovrebbe cambiare: per i presidi uscenti sembra scontata la riconferma. Ufficialmente la comunicazione delle elezioni non è ancora arrivata, ma a giugno nelle cinque facoltà con la presidenza in scadenza, si andrà al voto. Sotto esame i numeri uno uscenti, che hanno guidato negli ultimi tre anni Medicina (Gavino Faa), Scienze Politiche (Raffaele Paci), Lettere e Filosofia (Giulio Paulis), Lingue e Letteratura Straniera (Ines Loi Corvetto), e Francesco Ginesu, preside di Ingegneria, che, unico in questa tornata, potrebbe andare incontro al suo terzo mandato consecutivo. Proprio nel 2003, nei lavori del senato accademico allargato, che aveva rivisto lo Statuto sulle cariche consecutive del rettore, era cambiato anche il limite dei mandati per i presidi, portato da due a tre. La strada da qui a giugno è ancora lunga, e chissà che, appena sarà nota la data delle elezioni, le carte in tavola non possano cambiare. Facoltà. La nuova facoltà di Architettura è certamente il nodo principale che dovrà sciogliere il futuro preside di Ingegneria. Un passaggio ancora in itinere, ma che porterà un radicale cambiamento in Ingegneria, per gli studenti e per il corpo docente. Quello che è certo, così come per le altre due nasciture facoltà (anche se la strada è ancora lunga e tortuosa) Biologia e Psicologia, è che l'esigenza di dare vita a tre nuove strutture, accanto alle dieci esistenti, arriva dai numeri. Architettura avrà infatti 50 docenti, con un calcolo stimato di matricole che si aggira sulle tre-quattrocento. Circa la metà di Ingegneria, ma con una strada che sembra obbligatoria, visto il dibattito che vede Cagliari sempre al centro di polemiche urbanistiche e architettoniche. Dove, per storia e tradizione, la situazione potrebbe essere più ingarbugliata è tra le mura di Medicina. Un incarico, quello da preside, che, a detta di alcuni docenti storici, sta diventando sempre più fastidioso, e che forse per questo motivo non vede all'orizzonte candidature in contrasto a quella del preside uscente Gavino Faa. Tra gli scogli superati nell'ultimo periodo, quello della scuola di specializzazione in Medicina Legale, con la nomina del nuovo direttore, Francesco De Stefano. Tre anni fa l'elezione fu quasi un plebiscito: 229 voti su 250. Nell'ateneo cagliaritano non ci dovrebbero essere scossoni per gli altri presidi uscenti: Raffaele Paci in Scienze Politiche, Giulio Paulis in Lettere e Ines Loi Corvetto viaggiano verso la loro seconda consecutiva rielezione. Il Regolamento. Le elezioni sono indette dal decano dei professori ordinari della facoltà, che convoca il consiglio e che presiederà anche la seduta. Prima vengono formalizzate le candidature, poi si arriva al giorno del voto. Operazione aperta al consiglio di facoltà con l'intero corpo docente, e i rappresentanti degli studenti e del personale. Il preside è eletto, alla prima votazione, se raggiunge la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, per passare poi all'elezione a maggioranza assoluta dei votanti nelle successive. Successivamente viene nominato con decreto del rettore, e dura in carica tre anni accademici, per un massimo di tre mandati consecutivi. Matteo Vercelli
 
2 – L’UNIONE SARDA
inserto

Economia & Finanza – pagina II
Tutela dell’ambiente. Dall’Università i docenti e un tutor
Un corso di formazione organizzato dalla Regione per i dipendenti
Riflettori su paesaggio, turismo e centri storici
 
Economia & Finanza – pagina II
Occupazione femminile. Novità sui diritti delle future mamme
Maternità, le regole per la tutela del lavoro
 
Previdenza – pagina VI
Dipendenti pubblici. Restare al lavoro fino a 70 anni:
la Finanziaria dice quando è possibile
 
3 – L’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari Pagina 12
Precari «Beffati sui corsi», insegnanti in assemblea
I docenti precari protestano: «Chiediamo che i corsi per la specializzazione di sostegno vengano avviati in città, come previsto dalla legge». Per fare il punto della situazione e per decidere quali iniziative prendere affinché l'Università istituisca le lezioni, gli insegnanti-supplenti si incontreranno stasera, alle 17, alla Camera del lavoro (viale Monastir). Sono all'incirca 200 i docenti che hanno presentato domanda per poter seguire i corsi e ora si trovano nell'impossibilità di frequentarli: «Pare che abbiano deciso di istituirli a Sassari ? spiega Anna Maria Podda, maestra alla scuola materna ? questo vuol dire che noi siamo tagliati fuori. Ci manteniamo facendo i supplenti, terminiamo di lavorare alle quattro del pomeriggio e non possiamo certo andare tre volte alla settimana in una città che dista dalla nostra 200 chilometri». Il corso dovrebbe impegnare i docenti due o tre sere la settimana e il sabato tutto il giorno: «Prima ci illudono e poi cambiano i progetti», spiega Antonella Secci, 34 anni, e da sei pronta a raggiungere ogni paese pur di accumulare qualche punto per salire in graduatoria. La Cgil in pochi giorni ha già raccolto centinaia di firme di docenti che chiedono l'attivazione dei corsi in città. L'ennesima lotta degli insegnanti inizia stasera. (fr. gh.)
 
4 – L’UNIONE SARDA
Cultura - pagina 20
Incontro Francia-Italia all'università
Agenda. Conferenze a Cagliari. E al Lazzaretto mostra sulla Spagna in Sardegna
Per la manifestazione culturale "Uni(di)versité 2005, Nuovi incontri italiani con il pensiero francese", organizzata dall'ambasciata di Francia in Italia, l'università di Cagliari ospita Gérard Wormser, filosofo al Centro Desanti dell'Ecole normale supérieure di Lettere e Scienze umanistiche di Lione e "maître de conférences" all'Institut d'Etudes politiques di Parigi. "Uni(di)versité" è in programma fino al 5 maggio e consente a studenti, docenti, studiosi italiani di incontrare una quarantina di intellettuali provenienti dalla Francia e dai paesi francofoni. Verranno affrontati vari temi del dibattito culturale odierno, in una ventina di università, tra cui appunto l'ateneo cagliaritano. Questa sera alle 16 nell'aula 7 della facoltà di Lingue (Via S. Giorgio 12) si terrà un primo incontro-dibattito dedicato alle edizioni telematiche e al ruolo che rivestono nella diffusione dei saperi. Domani (ore 10), nell'aula magna della facoltà di Lingue (Sa Duchessa) il professor Wormser terrà una conferenza sul tema "Jean-Paul Sartre: Histoire et mémoire". Ingresso libero. Le foto di José Ortiz EchagüeÈ aperta fino al 31 maggio, al Lazzaretto di Cagliari, la mostra "Comadres, segni di Spagna in Sardegna", che presenta circa settanta immagini fotografiche di José Ortiz Echagüe, datate agli anni Trenta. L'esposizione si inserisce nel quadro delle manifestazioni che in tutto il mondo celebrano i quattrocento anni della prima edizione del Don Quijote, il capolavoro di Miguel De Cervantes. Le immagini esposte al Lazzaretto illustrano gli strettissimi legami culturali che uniscono storicamente Spagna e Sardegna. Corti d'autoreAll'Alfieri Cafè di Cagliari prosegue la rassegna "Cinecaffè: cortometraggi d'autore", il ciclo dedicato ai corti più interessanti che hanno partecipato in questi anni al Festival V-Art. Il programma prevede stasera dalle 20,30 i film La reina del bar canalla di Daniel Azacot, Olio su tela di Gambini e Stocchi e En el espejo del cielo di Carlos Salces. Ingresso gratuito.
 
5 – L’UNIONE SARDA
Cronaca Italiana - pagina 8
La missione Ventidue esperimenti da compiere
Con l'arrivo sulla Stazione Spaziale Internazionale, l'italiano Roberto Vittori diventa il primo astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) a visitare per la seconda volta la stazione orbitale. La sua prima visita a questa sorta di casa-laboratorio degli astronauti, sospesa a quasi 400 chilometri dalla Terra, era avvenuta tre anni fa con la missione Marco Polo. Ieri Vittori è ritornato sulla Stazione Spaziale con la missione Eneide, realizzando una vera e propria scommessa. L'astronauta italiano ha infatti sempre creduto nella possibilità di aprire la Stazione Spaziale a «piccoli» utenti, proprio come le aziende, i gruppi di ricerca e le università che hanno predisposto i 22 esperimenti previsti nella missione Eneide. Quella che all'inizio sembrava una «missione impossibile», come spesso ricorda Vittori, è ormai una realtà e fin da ieri, terzo giorno della missione e primo sulla Stazione Spaziale, l'astronauta si metterà al lavoro per seguire gli esperimenti.
 
 

6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 60 - Cultura e Spettacoli
«Cari posteri, se non siete diventati più giusti, più pacifici e in genere più ...
«Cari posteri, se non siete diventati più giusti, più pacifici e in genere più razionali di quanto siamo (o eravamo) noi, allora andate al diavolo! Con questo mio augurio, sono (fui) vostro Albert Einstein», così il padre della relatività rispose nel 1936 a un prestigioso editore americano che gli chiedeva una frase per i posteri. Trasgressivo e anticonvenzionale Einstein (di cui cade oggi il cinquantesimo anniversario della morte) non amava le piaggerie, tanto che «grazie» al suo carattere indipendente anche verso i professori, nel 1900 fu l’unico laureato in fisica della sua classe del Politecnico di Zurigo a non avere un assistentato. Pochi anni dopo, mentre era «schiavo dell’ufficio brevetti» di Berna, come amava ricordare, nel 1905 all’età di 26 anni, pubblicò 4 articoli scientifici che cambiarono il volto della fisica mondiale. Prima in modo sommesso, poi sempre più veloce, la sua fama mise le ali e crebbe vertiginosamente tanto che «ogni mio squittio diventa uno squillo di tromba». Annus mirabilis venne poi definito quel 1905 einsteiniano, il suo nome affiancato agli Dei dell’Olimpo e a Isaac Newton. In onore di quei preziosi 12 mesi, l’Unesco ha dichiarato il 2005 anno mondiale della fisica.
 Guardandosi attorno sembra che tutti conoscano l’ex impiegato dei brevetti, il suo volto è diventato un’icona, il modo di vestire trasandato, lo stile casual, la formula E=mc2 la cifra stilistica di magliette e prodotti commerciali. Di fatto, però, Einstein è tanto osannato quanto poco conosciuto. Nella prima delle pubblicazioni scientifiche, Un punto di vista euristico relativo alla generazione e alla trasformazione della luce, faceva propria l’idea di Max Plank (fisico premio Nobel) relativa al fatto che l’energia proveniente da corpi caldi può essere emessa solo in quantità discreta (i quanti). In particolare applicò questo concetto all’effetto fotoelettrico affermando che il fascio di luce - emesso da un pezzo di metallo carico di elettricità statica - è composto da particelle. Così capovolse l’idea prevalente che vedeva la luce comportarsi solo come un’onda. Non solo: aprì la strada all’accettazione della doppia natura, di onda e particella al tempo stesso, della luce. E segnò in tal modo l’inizio della meccanica quantistica, teoria fisica che Eistein contrastò sino alla fine perché non ne accettava il carattere probabilistico.
 In quello stesso anno pubblicò anche un articolo sul moto browniano (argomento trattato poco prima anche nella tesi di dottorato) in cui sviluppa alcune conseguenze della teoria cinetica molecolare del calore. Il lavoro è oggi una pietra miliare della meccanica statistica e ha permesso di sviluppare metodi utilizzati anche per simulare il comportamento degli inquinanti nell’aria e persino le fluttuazioni dei mercati azionari. Il nome di Einstein è però legato soprattutto al terzo e al quarto articolo scientifico di quell’anno: Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento, che introduce la teoria della relatività speciale, e L’inerzia di un corpo dipende dal suo contenuto di energia, che utilizza i risultati del precedente lavoro per dimostrare che massa ed energia sono intercambiabili.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, i sogni dei fisici erano spesso turbati da un grosso problema: da una parte c’erano le leggi della meccanica di Newton, dall’altra quelle dell’elettromagnetismo di Maxwell. E i conti non tornavano: c’era un etere di troppo, tenuto in vita per far viaggiare le onde della luce, e molte contraddizioni nei calcoli su oggetti in movimento alla velocità della luce. Einstein risolse il problema alla radice: eliminò l’etere e pose il postulato che la luce si propaga «sempre con una velocità determinata, c, indipendente dallo stato del corpo che la emette». Fatto, questo, che stravolge l’idea di tempo e spazio come assoluti immutabili. E crea una serie di conseguenze che il senso comune considera paradossali. Ma la teoria è ineceppibile: la velocità, infatti, non è altro che la distanza (che si percorre) diviso il tempo (che si impiega per percorrerla). Ora se noi rendiamo la velocità della luce costante (300mila chilometri al secondo), alteriamo gli altri parametri. Così abbiamo che se Sara guarda dalla finestra della sua casa (primo sistema di riferimento) un’astronave (altro sistema di riferimento), percepisce alcune cose strane: che per i piloti il tempo passa più lentamente, che l’astronave si accorcia nella direzione del moto e che la massa del veicolo è aumentata rispetto al decollo. Tutti effetti, va precisato, che diventano però sensibili con velocità vicine a quella della luce. Altrimenti, pur realizzandosi, hanno valori talmente piccoli da non interferire sulla percezione del senso comune della realtà.
 Nell’ultimo articolo, corollario del terzo, Einstein affermò che «la massa di un corpo è la misura del suo contenuto di energia». Concetto che sarà da lui riformulato due anni dopo dando vita alla più famosa equazione scientifica di tutti i tempi E=mc2: l’energia è uguale alla massa per la velocità della luce elevata al quadrato. Formula che, tra le altre cose, pone questa velocità come limite irraggiungibile in quanto più ci si avvicina, più la massa del velocista diventa grande, rendendo quasi infinita l’energia necessaria per l’ulteriore accelerazione.
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 60 - Cultura e Spettacoli
Alcuni titoli per saperne di più sull’uomo e sul suo genio 
Per saperne di più, alcuni titoli partendo da diverse sue opere. Einstein-Born, scienza e vita (Einaudi) in cui lo scienziato si confronta con uno dei padri della meccanica quantistica. Poi Il lato umano - Spunti per un ritratto (Einaudi) che riporta passi dall’ampio carteggio del grande Albert. Sempre di Einstein Pensieri degli anni difficili (Boringhieri), una raccolta di scritti che vanno dai primi anni Trenta al Cinquanta con riflessioni anche sulla scienza, la pace e la libertà; e L’evoluzione della fisica (Boringhieri), scritto assieme al fisico Leopold Infeld.
 Per avere una visione d’insieme sia dell’opera di Enstein che del “dove” va la fisica oggi, è ottimo il numero speciale de Le scienze pubblicato nel novembre del 2004. Tra i contributi più recenti il libro Il cosmo di Einstein (Codice edizioni) di Michio Kaku, fisico teorico della City University di New York che racconta l’opera dello scienziato con attenzione particolare alla fisica del cosmo. Interessante anche il volume del fisico Fabio Toscano Il genio e il gentiluomo (Sironi editore) in cui accanto all’approfondimento delle teorie di Einsten, viene raccontata la storia scientifica del matematico romagnolo Gregorio Ricci Curbastro, i cui studi diedero l’ossatura matematica indispensabile alla relatività generale.
 Sugli sviluppi della meccanica quantistica, a cui Einsten diede un iniziale grande contributo (ma verso cui rimase poi molto scettico) Il velo di Einstein (Einaudi), dello scienziato Anton Zeilinger. Infine Entanglement (Raffaello Cortina editore) del matematico Amir Aczel, che analizza il misterioso fenomeno dell’influenza a distanza di due particelle, anche questo individuato da Einstein nel 1935.
 

8 – IL MESSAGGERO
Statali, i più poveri sono gli educatori
Nell’Istruzione retribuzioni inferiori alla media per ben 2.800
Sono gli addetti all’Istruzione gli statali meno pagati: 2.800 euro sotto la media, che è di 36.200 annui, e ben 17.000 in meno dei dipendenti della Farnesina. Lo rivelano le cifre del Tesoro. E il sindacato attacca. Per Podda (Cigl) un “vero” ministeriale medio guadagna appena 25.000 euro all’anno, e il contratto è un’urgenza vitale.
Ai dipendenti della Farnesina la busta paga più pesante: oltre 50.000 euro all’anno contro 33.400 della scuola
ROMA Sono i lavoratori della scuola il fanalino di coda nella classifica delle retribuzioni degli statali. A fronte di un salario medio per i dipendenti delle amministrazioni centrali pari a 36.186 euro, la retribuzione degli amministrati (sarebbe forse inappropriato definirli dipendenti) dal ministero dell'Istruzione - oltre un milione, tra insegnanti, personale scolastico non docente, ricercatori, personale delle università - è mediamente pari a 33.406 euro. Molto giù, ma con circa 2.000 euro annui in più, anche i dipendenti del dicastero dei Trasporti, nonchè quelli dei Beni culturali.
È questa la fotografia degli stipendi pubblici scattata dal Budget definito per il 2005 dal ministero dell'Economia, il documento, cioè, che fissa le spese per le amministrazioni centrali e che recepisce le indicazioni dell' ultima Finanziaria, e in cui il mondo della formazione appare penalizzato nel raffronto delle retribuzioni con gli altri colleghi della galassia pubblica: per loro stipendi di base un po’ sotto la media (32.121 euro rispetto a 32.894) ma soprattutto nessun “aiuto” da quelle competenze accessorie, dal lavoro straordinario a quello festivo ai buoni pasto, che consentono a dipendenti di altri rami della pubblica amministrazione di rimpolpare la busta paga. È il caso, per esempio, dei dipendenti della Difesa che pur avendo le competenze fisse più basse di tutta l'amministrazione centrale (29.358 euro), riescono però, proprio grazie alle competenze accessorie (9.859 euro), a recuperare posizioni e a collocarsi ottavi nella classifica dei quattordici ministeri.
La classifica vede al primo posto, come tradizione, il mondo della diplomazia. Al ministero degli Affari esteri - secondo il Budget - non solo le competenze fisse risultano le più alte tra tutti gli statali (46.436 euro, oltre 13.500 euro più della media) ma sono di tutto rispetto sono anche le competenze accessorie (4.330 euro). Si tratta comunque di una media sulla quale influisce - spiega il documento del Tesoro - proprio la peculiarità del lavoro svolto: così lo stesso documento mette in risalto che il valore dei salari medi della Farnesina si spiega con «la notevole incidenza, sull'amministrazione, delle retribuzioni del personale della carriera diplomatica». Alla Farnesina si osserva che le cifre riferite al personale del ministero degli Esteri sono calcolate comprendendo anche l'indennità di servizio all'estero, che pure non ha natura retributiva e pensionabile. Tale indennità - spiega la Farnesina - è infatti volta a sopperire agli oneri specifici del servizio all'estero, sia in termini di costo della vita, sia in relazione alle eventuali situazioni di rischio e disagio. Per tali motivi l' indennità varia, anche sensibilmente, da paese a paese. Gli oneri in questione - evidenzia la Farnesina - includono spese particolarmente significative, a carico dell'interessato, quali, ad esempio, il costo di un alloggio adeguato al ruolo di rappresentanza con tutte le spese di utenza, le rette scolastiche per i figli e le polizze di assicurazione sanitaria privata, solo per citare le più rilevanti.
Al top della classifica, insieme ai dipendenti della Farnesina, figurano quelli del ministero della Giustizia. Al terzo posto il ministero dell'Ambiente che conta però il più esiguo numero di dipendenti (1.042 su un totale di 1.899.389). I più numerosi, 1,1 milioni sul totale di 1,8 milioni degli statali, sono proprio gli insegnanti e in generale gli addetti al mondo dell'istruzione pubblica: nonostante i loro stipendi risultino i più bassi, lo stock messo a disposizione del ministero dell'Istruzione per le retribuzioni è pari a 36,9 miliardi, più di metà dei 68,7 impegnati nel complesso per pagare gli statali.
Stefano Capitani

Questionario e social

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