Martedì 8 novembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 novembre 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Università. Le elezioni degli studenti candidati si terranno il 29 e il 30 novembre
Elezioni: domani la chiusura delle liste
Gli iscritti pronti a votare i nuovi consiglieri dell’ateneo
Il 29 e il 30 novembre sono in programma le elezioni dei rappresentanti degli studenti e sono state raccolte le firme per i candidati.
Le associazioni universitarie scaldano i motori in vista delle elezioni dei rappresentanti degli studenti, in programma il 29 e 30 novembre. La campagna elettorale non è ancora entrata nel vivo perché le liste avranno tempo fino a domani (alle 13) per presentare i nomi dei candidati. Dunque in questi giorni c’è grande fermento per raccogliere le firme necessarie per la candidatura degli studenti. Ma nell’ultimo periodo le voci delle associazioni si stanno facendo sentire in maniera più forte rispetto alla tranquillità che accompagna gli anni accademici senza elezioni. le iniziativeIniziative per farsi sentire più vicino agli studenti, mozioni, manifestazioni e interrogazioni presentate al rettore per denunciare problemi reali nelle facoltà: la campagna elettorale è iniziata. Sono diverse le tecniche che i gruppi universitari hanno messo in campo per accaparrarsi il maggior numero dei consensi. E da mercoledì prossimo e fino al 28 novembre, le iniziative sono destinate a moltiplicarsi. Per le cinque liste la battaglia da vincere è quella dell’astensionismo, che spesso accompagna il voto degli studenti. campus universitarioUniversità per gli studenti, oltre a miss Università, ha già in calendario altre due iniziative. Il 10 novembre, alla Cittadella di Monserrato si terrà un dibattito sul campus universitario, con la mensa Ersu che resterà aperta anche la sera. Fino alle 24, musica dal vivo. Il 24 si replicherà alla clinica Aresu, nel cuore di Cagliari. Nelle scorse settimane si è fatta sentire anche Federazioni universitaria: sua l’idea del buono sconto in una copisteria della città, contro il caro università. Un 15 per cento in meno per fotocopie, stampe e copie di progetti. i problemiSinistra universitaria ha denunciato la situazione di pericolo nella facoltà di Giurisprudenza, dopo il ritrovamento di siringhe usate per iniezioni di metadone nei bagni del polo giuridico. Anche il gruppo politico dei giovani dei Riformatori sardi non si è tirato indietro, contestando, e apparendo sulla stampa, il ritardo nell’indizione delle elezioni, e dunque del decreto del rettore. Di qualche settimana fa un’altra protesta, ancora del gruppo Università per gli studenti, sulle file e i problemi nelle segreterie studenti, con pochi sportelli aperti. L’ultima volta le elezioni furono caratterizzate dal ricorso al Tar, presentato dal gruppo Insieme per l’Università, per irregolarità nel decreto d’indizione. Ricorso accolto il giorno prima dell’apertura delle urne (nel novembre 2001) e che fece slittare il voto ad aprile 2002. (m. v.)
 
 2 – L’Unione Sarda
Pagina 42 – Cultura
Dal tempo testuale a quello esistenziale, la ricerca dell’accademico tedesco
Weinrich, il tempo tiranno di un grande filologo-filosofo
Laurea honoris causa oggi a Cagliari ad uno dei più insigni linguisti del mondo
Stamattina l’Università degli Studi di Cagliari conferirà la laurea Honoris causa in Lingue e letterature moderne euroamericane al professor Harald Weinrich, che discuterà la tesi "Quante lingue per l’Europa?". L’appuntamento è per le 10,30 nell’aula magna di via Università. A presenziare la manifestazione il rettore Pasquale Mistretta, la preside della facoltà Ines Loi Corvetto e l’intero corpo accademico. Es war einmal der deutsche Uni-Professor "Ci fu una volta il professore universitario tedesco". Egli veniva reclutato fra i migliori laureati, promosso assistente e obbligato a seguire ovunque il suo Maestro. Doveva scrivere una dissertazione dottorale in circa 3 anni, e poi un’altra dissertazione di abilitazione (Habilitation) che durava circa 5 anni e che doveva rappresentare una tesi innovativa da difendere. Dopo di che, egli diventava libero docente e poteva concorrere per una cattedra. La sua specializzazione, in genere su un campo specifico e a volte minuscolo ("La sorte dell’A tonica in francese"; "Il presente indicativo del verbo essere in latino e in italiano"; "Le espressioni neolatine per cieco"; "La posizione linguistica del retoromanzo"), la portava sempre con sé, approfondendo gli studi compiuti e producendo ricerche e ulteriori scoperte nelle dimensioni esplorate. Così, i migliori cattedratici tedeschi, ad esempio di Linguistica indeuropea, romanza o germanica, diventavano veri specialisti di un campo che restava spesso ben circoscritto a una o due lingue. Le eccezioni c’erano, ovviamente. Il "nostro" Max Leopold Wagner ne rappresenta una saliente: egli conosceva molte lingue neolatine, ma anche il greco bizantino, il turco, il berbero, il giudeo-spagnolo e anche i gerghi catalani, sardi, campani, brasiliani. Pure, egli scrisse soprattutto sul sardo, confermando in questo modo il profilo accademico del professore universitario tedesco descritto prima. Harald Weinrich rappresenta, nella sua lunga vita accademica, una eccezione fra le eccezioni. Nato nel 1927, frequenta le università di Muenster e Freiburg in Germania, Toulouse in Francia, Madrid in Ispagna. Ottiene il dottorato con una tesi sull’Ingenium di Don Chisciotte. Poi nel 1959, dopo aver scorrazzato per mezza Italia, compresa la Sardegna, firma la sua tesi di Abilitazione, che gli conferirà subito un prestigio enorme fra i linguisti di tutto il mondo. In essa egli, con fine scaltrezza filologica, analizza i risultati sardi, corsi e italiani delle vocali e di più consonanti, derivandone delle regolarità strutturali che resteranno da allora come pietre miliari della Linguistica storica neolatina. Ordinario a Kiel, poi a Colonia, a Bielefeld dove istituisce il "Centro di Ricerca Interdisciplinare", e infine a Monaco di Baviera dove insegna "Tedesco come Lingua straniera", le sue pubblicazioni cominciano da subito a coprire orizzonti sempre più vasti, concentrati attorno ai concetti di "Tempo" e di "Testo". Negli anni Sessanta, infatti, diventa famoso per avere scoperto il funzionamento del Tempo narrativo e descrittivo attraverso il confronto testuale. Mediante una scrupolosa indagine comparativa fra romanzi scritti in più lingue neolatine e in tedesco e inglese, Weinrich dimostra che il Tempo nel testo è variabile, può essere gestito dal parlante a seconda delle sue intenzioni e in accordo con le regole della lingua che questo utilizza. Sulle intenzioni espresse nella lingua orale e scritta si sofferma in un best-seller, Linguistica della bugia, dove illustra con numerose citazioni come la lingua possa nel testo e nei contesti adeguati dire la verità (Sant’Agostino, Tommaso d’Aquino, Bonaventura), ma anche nascondere la verità, per mezzo di eufemismi, parafrasi, antifrasi e altre formule (spesso sfruttate da politici, giornalisti, medici, avvocati: basti pensare al politico che, dopo una eclatante disfatta, dichiara che, a suo modo di vedere, i risultati sono positivi!). Più tardi discetta sul Testo, sulle sue regolarità e organizzazioni interne e scrive, nel lasso di pochi anni, due fondamentali "Grammatiche testuali" del francese e del tedesco. Infine, negli anni più recenti torna sull’eterno dilemma di "Tempo", vissuto, esplorato, narrato e soprattutto "computato" (il suo libro Knappe Zeit , Tempo breve, è destinato a vendersi rapidamente in tutto il mondo, in Italia per il Mulino), diventando d’un colpo un filosofo che gioca destramente con la mitologia ("Il tempo uccide i suoi bambini"), con la medicina (Ippocrate: "La vita è breve, l’arte lunga") o col moralismo (Jean Paul: "Per il Comprendere nessun Tempo breve è veramente breve"). Il "Tempo", già crux desperationis dei filosofi, dagli esegeti greci a Heidegger e oltre, sembra riflettere il tema più sviscerato da questo eccentrico professore, prima di Romanistica, poi di Tedesco, infine di Lingue e Letterature comparate al Collège de France di Parigi. Egli avvia la sua lunghissima disamina partendo, tuttavia, da un osservatorio privilegiato: le lingue. Confrontando le lingue, ci fa capire prima di tutto che "Tempo cronologico" e "Tempo meteorologico" sono due cose distinte: tedesco Zeit e Wetter; inglese Time e Weather; rumeno Timp e Vreme. Alcune lingue sembrano invero non distinguere, come it. Tempo, spagn. Tiempo o fr. Temps , ma si tratta d’un’impressione fallace, perché il contesto sempre elimina l’ambiguità: alla domanda "Com’è il tempo oggi?" non si può rispondere con: "è già trascorso"! È solo il primo Tempo oggetto della sua intensissima e alacre perizia filologica. Nella lingua le espressioni "temporali" sono continue, e ritagliano esperienze dell’uomo che vengono diversamente avvertite e gestite per esprimere qualitativamente o quantitativamente il passar del Tempo. Chi dice: "È una vita che non lo vedo" utilizza una misura esperienzale globale, non misurabile; viceversa, chi esclama: "È da secoli che non lo vedo", quantifica un’esperienza altrettanto globale, ugualmente parafrasabile con "Lo vedo ogni morte di Papa", o in sardo "non dd’apu biu de duas giòbias" (con "giovedì" che equivalgono a papi morti o a secoli di vita!). Nel Testo Weinrich ci insegna, sempre col confronto costante, come le lingue utilizzino a modo loro il "Tempo cronologico", convertendolo in "Tempo verbale" (in ted. Tempus). Quando Collodi tra il 1881 e il 1883 riformula la frase: "gli occhi (di Pinocchio) si appannavano" con "gli occhi si appannarono", la "durata" del Tempo non cambia, ma cambia radicalmente l’effetto conseguito e stampato definitivamente sull’edizione Paggi dall’Autore più amato dai bambini. Una lingua come l’inglese o il tedesco non può giocare con una simile sfumatura. Perciò, deve ricorrere ad altre strategie, per l’appunto "testuali", come il ricorso agli avverbi di tempo (wenn ?quando + imperfetto’ contro als ?quando + perfetto’). Il Testo rispecchia in fondo, come lo studioso tedesco ha più volte confermato in corpore vili con il ricorso alle traduzioni europee, il modo più sofisticato di analizzare una lingua straniera e impadronirsene. Fautore indefesso d’una Europa plurilingue, Weinrich è dell’opinione che l’inglese non vada insegnato dalle Elementari al Liceo come lingua suprema; esso dovrebbe affiancare, invece, una seconda lingua europea, mediante la quale l’alunno potrebbe entrare in maggior empatia con le culture regionali dell’Europa Unita. Inoltre, il distinto e poliedrico Accademico delle principali Società filologiche europee (fra cui anche della Crusca) sostiene che lo studio non conferisce da solo una competenza sufficientemente profonda, ma va supportato da esperienze di vita, da traduzioni o da soste prolungate in altre regioni europee. Come preconizzava una lettura assidua dell’emerito linguista: "Noi conserviamo le opinioni e il sapere altrui, e questo è tutto: bisogna farli nostri" (M.E. Montaigne, negli Essays). Certo, il pluridottore honoris causa avverte in limine litis nella sua ultima opera che per far ciò il Tempo della nostra vita è tuttora "breve", benché esso sia diventato con la medicina sempre più "lungo"! Oggi, a Cagliari, gli verrà conferita un’ulteriore Laurea honoris causa, promossa dalla Facoltà di Lingue dell’Ateneo per i meriti conquistati in un dominio della ricerca molto ostico, e durato un "sacco di tempo". A chent’annos, caro professore.
Eduardo Blasco Ferrer
  
3 L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
E c’è chi pensa solo alle Miss
Campagna elettorale serrata nell’ateneo cagliaritano. In vista delle prossime elezioni per le rappresentanze studentesche, le strategie per raccogliere più voti strizzano l’occhio verso chi ha voglia di unire il lato didattico a quello ricreativo della vita universitaria. Tra le tante iniziative proposte, una delle più chiacchierate è quella per l’elezione di Miss Università di Cagliari, bandita dal gruppo "Università per gli studenti". LA SERATALa prima fase della selezione avverrà giovedì 17 novembre al The Cube, discoteca di via Venturi, traversa di viale Marconi, durante una serata nella quale verranno presentate le bellezze iscritte. Le migliori saranno promosse alla finalissima, il giovedì seguente, in occasione dell’appuntamento promosso nell’ex Clinica Aresu. IL PREMIOPer la prima classificata è in palio un viaggio a Londra per due persone, quattro giorni e tre notti, in albergo a tre stelle, con prima colazione. Un premio messo a disposizione del Cts, Centro turistico studentesco e giovanile, che ha abbracciato l’iniziativa. ISCRIZIONIPossono partecipare tutte le studentesse iscritte nelle undici facoltà dell’ateneo cagliaritano, di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Per le iscrizioni si ha tempo fino al 13 novembre: info ai numeri 347.1848749, 347.6272232, o sul sito: www.universitaperglistudenti.135.it. (st.co.)
 
 4 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Inchiesta. Tre bambini su cento sono affetti da disturbi da deficit attentivo, l’Adhd
Quando l’iperattività è una malattia
Una patologia che si può combattere anche con i farmaci
Tremila studenti troppo pigri o scalmanati soffrono di deficit attentivo e iperattività.
Disturbi gravi che anche nell’Isola colpiscono tre bambini su cento, ma che molto spesso non vengono riconosciuti da genitori e insegnanti. A conti fatti un esercito di circa 3 mila ragazzini (ma c’è chi sostiene che potrebbero essere anche cinquemila), ritenuti talvolta pigri o scalmanati. Studenti che a scuola non riescono a restare attenti, disturbano o sono spesso troppo vivaci, possono nascondere quello che gli esperti definiscono un disturbo da deficit attentivo e iperattività (Attention Deficit Hiperactivity Disorder, più conosciuto come l’Adhd). Una malattia che viene combattuta con un trattamenti psico-educativi e interventi sul ragazzo (ma anche nella famiglia e a scuola), ma che in alcuni casi comprende anche l’utilizzo di psicofarmaci. Scelte terapeutiche che hanno innescato un dibattito acceso, con la nascita di associazioni e movimenti. Deficit d’attenzioneDifficoltà a concentrarsi e a mantenere l’attenzione a lungo su un compito, con una spiccata propensione al distrarsi. «Spesso nemmeno noi genitori ci rendiamo conto del disturbo che colpisce i nostri figli», dice Simona Quaglia, referente a Cagliari dell’associazione Aifa. «È capitato che gli insegnanti e persino i pediatri non riconoscessero il disturbo, riconducendo il comportamento dei bambini ad una cattiva educazione familiare. L’istinto iniziale punterebbe a diventare più rigidi, ma è proprio l’errore che non bisogna fare perché si innesca una reazione anche peggiore». IperattivitàUn’altra tendenza con cui può manifestarsi il disturbo nei bambini è quella di non riuscire a stare fermi. «La mancata diagnosi tempestiva è il dramma maggiore», spiega Laura Monni, di Quartu Sant’Elena, madre di un giovane ormai guarito. «Mio figlio era considerato irrequieto già alle elementari, poi alle scuole medie peggiorò perdendo anche alcuni anni. Per fortuna con l’età il disturbo è completamente scomparso e ora sta per laurearsi». ImpulsivitàDifficoltà a controllarsi: può capitare che il ragazzo si inserisca in modo inappropriato in un gioco o in una conversazione. «Non necessariamente i tre deficit sono presenti tutti contemporaneamente», spiega Carlo Cianchetti, direttore della Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Cagliari. «Se vi è solo il deficit attentivo, è facile che il bambino venga definito come pigro o con la testa fra le nuvole, con conseguente ritardo nel capire la vera causa delle sue difficoltà scolastiche e nel prendere gli opportuni provvedimenti terapeutici. Ci sono casi in cui l’Adhd si associa con un disturbo oppressivo-provocatorio o con un disturbo della condotta, situazione più grave perché sono presenti elementi di reale pericolosità sociale. Le prime manifestazioni - continua Cianchetti - possono essere rilevabili dal secondo-terzo anno di vita, ma diventano evidenti con l’entrata alle scuole elementari, quando si richiede maggiore disciplina e impegno nei compiti. Colpisce dal 3 al 5 per cento della popolazione scolastica, con un rapporto di sei, otto a uno tra maschi e femmine». Nella maggior parte dei casi i disturbi scompaiono in età adolescenziale. Tra le cause, gli esperti tendono a privilegiare la componente genetica, i fattori ambientali, malnutrizione, traumi nella nascita o alterazione dei sistemi che regolano il controllo degli impulsi. DiagnosiPer diagnosticare il disturbo - osservano gli esperti - bisogna effettuare un’accurata raccolta di dati e informazioni sul bambino. Le cure, invece, prevedono quasi sempre trattamenti psico-educativi con tecniche comportamentali e cognitive, ma anche con interventi all’interno dell’ambito scolastico. Nei casi più gravi si arriva a vere e proprie terapie farmacologiche (atomoxedina) che non escludono l’uso di psicofarmaci (metilfenidato). A Cagliari, inoltre, funziona anche il Centro per lo studio delle terapia farmacologiche in Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza guidato dal professor Alessandro Zuddas. Il farmacoE proprio sul metilfenidato, conosciuto in tutto il mondo come Ritalin, è scoppiata la polemica con la nascita di associazioni e gruppi che contestano l’utilizzo di questo psicofarmaco, sino a qualche anno fa inserito nella tabella degli stupefacenti. «L’intervento farmacologico - conclude Cianchetti, - riguarda comunque un numero molto limitato di casi, quelli in pratica che richiedono l’intervento specialistico. Il resto si risolve con altre terapie».
Francesco Pinna (Unioneonline)
  
5 – L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
mensa universitaria Un quartiere infuriato dopo i festini notturni
Concerti e festini a cielo aperto vicino alla mensa universitaria di via Premuda. Residenti del quartiere nuovamente sul piede di guerra dopo l’ennesimo party notturno. Corse in motorino, macchine in mezzo alla strada, clacson, bottiglie vuote seminate davanti ai palazzi, pianerottoli trasformati in vespasiano e musica a tutto volume hanno riportato la vicenda in circoscrizione, dove è stata presentata un’altra interrogazione. Il presidente Edoardo Tocco ha chiesto e ottenuto l’intervento dell’Ersu, ma i problemi continuano. «Gli abitanti che vivono nella zona sono stanchi e esasperati ? afferma Tocco ? ogni giorno ricevo telefonate e visite di protesta. Per il bene del quartiere sono pronto a tutto». (fe.fo.)
 
 
 

 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Cagliari
Villacidro. L’Università patrocinerà il viaggio di Veronica Usala, l’ultima tintrice
La donna dei colori in India
In un laboratorio francese, c’è anche il mirto di Sardegna
 VILLACIDRO.L’università patrocinerà la missione di Veronica Usala al seminario mondiale di tintura vegetale dei tessuti, che si svolgerà in India. Veronica Usula è l’ultima tintrice di tessuti a raccogliere le erbe spontanee per realizzare le sue creazioni. In tutta Europa, l’uso della tintura vegetale è di moda, con una rivisitazione delle radici antichissime da parte menti new age e new global.
 Veronica Usula, talentosa artigiana del filato, è entrata nel vivo del progetto di mettere assieme una rete di tintori e coltivatori in alternativa con l’industria chimica del colore, continua a utilizzare piombo e zolfo.
 «Nella cittadina di Lauris, dove opera l’associazione “Le Couler Garance” - dice Veronica Usula -, è stato realizzato un giardino tintorio con oltre duecento piante provenienti da tutto il mondo, tra cui anche il mirto sardo, un colorante eccezionale».
 Adesso la tintrice villacidrese volerà in India: «La mia partecipazione all’importante convegno indiano - dice - avrà la funzione di esportare a livello mondiale il patrimonio della cultura tradizionale sarda. È importate che sia tutelato il nostro patrimonio di conoscenze antiche e che non finisca nella mani di industriali senza scrupoli e nemici dell’ambiente e dell’uomo».
 Per tutelare questo grande patrimonio, l’Università di Cagliari ha deciso di fare la sua parte, con l’obiettivo di realizzare nell’isola una realtà simile a quella francese.
Ivan Fonnesu
  
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 44 - Cultura e Spettacoli
Castelsardo, nuova luce sulle mura
Gli scavi dell’università di Sassari evidenziano una cinta pre-aragonese
La campagna archeologica si svolge nell’ambito degli «Itinerari delle Città Regie»
DONATELLA SINI
CASTELSARDO. Una delle prerogative dell’archeologia è che, con l’ausilio della moderna metodologia, si scava e si ricercano tracce di antiche attività umane regalando ai contemporanei inedite verità o almeno nuovi dubbi che intaccano convinzioni radicate, spesso sostenute da autorevoli fonti. E’ quello che sta succedendo a Castelsardo dove, con i finanziamenti Europei per gli «Itinerari delle Città Regie» si stanno rendendo praticabili gli antichi camminamenti di guardia, e relative opere bastionate, e si stanno analizzando le mura antistanti la chiesa di Santa Maria delle Grazie, il sagrato e l’antico convento di San Martino.
 A illustrare in una conferenza stampa i risultati dei lavori, ancora in corso di realizzazione, ieri c’erano il sindaco Franco Cuccureddu, il responsabile della Soprintendenza Giuseppe Pitzais, Marco Milanese docente di Acheologia Medievale all’Università di Sassari e i responsabili delle attività sul campo, Giuseppe Padua e Maria Antonietta Demurtas. «Esiste una convenzione tra il comune e l’Università di Sassari - ha ribadito il sindaco - che sfocerà tra breve anche nella pubblicazione di un volume di studi, e che sta dando comunque preziosi contributi per la riscoperta della nostra storia». Il tratto di fortificazione interessata dai lavori di scavo è sempre stata considerato opera degli aragonesi (che si sostituirono ai genovesi, nel dominio della fortezza nel 1448) così come, secondo le fonti, furono gli aragonesi stessi a realizzare la porta a mare della città, ora recentemente abbellita dal rifacimento del ponte levatoio.
 «I lavori di scavo - racconta Marco Milanese - hanno portato alla luce una cinta muraria precedente a quella attualmente visibile, evidenziando varie fasi di costruzione legate alla crescita della città. La scoperta di murature trecentesce, della fase della dominazione genovese dei Doria, fanno dedurre perciò che la città fosse gia fortificata quando la espugnarono gli aragonesi. Dopo la caduta di Alghero infatti, nel 1354, Castelgenovese assunse ancora maggior potere politico militare e commerciale». La zona di Manganella, dove si stanno effettuando i lavori è stata da sempre un’area di accumulo di rifiuti e materiale di riporto. Questa usanza, spesso considerata frutto della maleducazione dei nostri tempi, era in realtà un costume antico che oggi permette di ricostruire, tramite i frammenti ceramici qui ritrovati, un importante porzione di storia della città. Nel riempimento dei bastioni sono venute infatti alla luce ceramiche provenienti da Sicilia, Toscana, Spagna, Campania e Liguria e persino parti della nota ceramica di Montelupo databile con sicurezza tra il 1490 ed il 1510.
  
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
SOCIETÀ E CULTURA
Un centro per la scienza
Roberto Crnjar: «Rendere più appetibile la ricerca»
Adesioni alla proposta del fisico Pegna per giocare con le scoperte
CAGLIARI. Chi non ha mai soffiato su un caffè bollente, o chi non si è incuriosito dalle bolliccine dello champagne, o chi non si è mai chiesto che cos’è l’uranio impoverto? Solo per dirne alcune. Quest’anno le matricole della facoltà di Scienze sono state 769. Un dato in crescita, anche grazie alle iniziative di un gruppo di insegnanti di fisica che col docente universitario Guido Pegna, promuovono da anni una serie di iniziative chiamate «Scienza, società, scienza».
 Nello stesso tempo i dati sui brevetti scientifici che ogni anno vengono registrati in Sardegna sono ancora molto pochi in rapporto alla media nazionale che, a sua volta, è tra i fanalini di coda di quelli nazionali. Come molto spesso ha affermato il neuroscienziato Gian Luigi Gessa (fondatore di una scuola di eccellenza di neurofarmacologia) per creare buoni ricercatori bisogna raggiungere una certa massa critica. Come dire che, a monte, bisogna creare simpatia verso la scienza in tutti i suoi aspetti. Solo così, infatti, gli studenti si appassioneranno a queste discipline, sceglieranno le facoltà specifiche e, di conseguenza, aumenteranno il numero dei laureati. E poi dei ricercatori e, infine, delle eccellenze. Ma per farlo occorrono almeno due elementi. A valle la possibilità di sviluppo della ricerca sia nel settore pubblico (università) che in quello privato: per dare sbocchi occupazionali. A monte strutture come quella proposta da Guido Pegna nell’intervento pubblicato da La Nuova di ieri: un Centro per la diffusione della cultura scientifica. Tra le carenze esistenti in Sardegna c’è, infatti, quella di una cultura scientifica diffusa: situazione che accentua la distanza anche tra le aziende e i centri in cui viene svolta la ricerca. E il motivo è che manca la consapevolezza di che cosa sia la scienza.
 Secondo Roberto Crnjar (fisiologo, preside della facotà di Scienze), anche lui coinvolto nell’iniziativa «Scienza, società, sicenza», l’attività scientifica «deve riuscire ad attrarre e a rendersi simpatica». Oggi, invece, «se una ragazza o un ragazzo dice papà, volgio fare lo scienziato, lo si guarda con molto diffidenza, quasi fosse un marziano. C’è quindi necessità di creare una visione di certezza attorno allo scienziato. Da alcuni anni a questa parte c’è il tentativo di creare una carta dei diritti e dei doveri dei ricercatori europei: che permetta loro di spostarsi per l’Europa con una identità precisa, ovvero senza perdere il posto di lavoro originario».
 Il discorso coinvolge, oltre all’univeristà, anche la politica del parco scientifico e tecnologico Solaris e della necessità di un suo rapporto più stretto con l’università, da un lato; e di una politica di diffusione della scienza, dall’altro. «Bisogna dire - precisa Crnjar - che cosa ci si aspetta dalle due univesità e dai centri come Polaris e chiedersi che cosa serva alla Sardegna. Occorrono cervelli in grado di viaggiare e di fare sperienze, per poi rientrare». Come elemento centrale, però, «c’è bisogno di prendere per mano i ragazzi e cominciare a costruire un buon rapporto tra uomo e scienza che vada al di là di tutte le voci fuorvianti, come quella di un’immagine negativa della ricerca, che spesso invadono l’opinione pubblica». (r.p.)
 

Questionario e social

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