Sabato 12 novembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 novembre 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Inaugurazione al Policlinico
Nuovo laboratorio, Medicina legale fa un passo avanti
L’aula di Biologia molecolare è stata intitolata ad Alessandro Bucarelli
Una targa dal doppio significato. Perché il laboratorio di genetica molecolare, intitolato ieri al professor Alessandro Bucarelli, dal ’96 alla guida dell’istituto di medicina legale a Sassari e scomparso lo scorso 4 agosto quando sembrava vicino un suo ritorno a Cagliari alla guida di medicina legale al Policlinico universitario, non servirà soltanto a ricordare una persona che ha dato tanto a una materia forse troppo trascurata, ma anche a farla crescere. Con questa intenzione si è svolta la cerimonia, che ha segnato anche il passaggio di carica tra Francesco De Stefano, direttore uscente dopo sei anni di esperienza a Cagliari (andrà a dirigere l’istituto di medicina legale a Genova), e Ernesto D’Aloia, nominato nuovo direttore del servizio durante l’ultimo Consiglio di facoltà di Medicina. Professore ordinario, D’Aloia ha 45 anni, ed è stato uno degli allievi di Angelo Fiori (ex direttore di Medicina legale dell’università Cattolica di Roma). Davanti a una nutrita presenza di primari del Policlinico e a molti colleghi e allievi, il cappellano, padre Giuseppe Mario Carrucciu, ha benedetto la targa che darà il nome al nuovo laboratorio: «Un primo passo ? ha detto De Stefano ? per far crescere ulteriormente la medicina legale a Cagliari». Bucarelli era nato nel ’44 a Castelletto Ticino. Trasferito a Cagliari, si è laureato con Raffaele Camba, per poi crescere nell’ateneo cagliaritano, diventando professore associato di Biologia delle razze umane, di Antropologia criminale e di Medicina legale. Nel ’96 il trasferimento a Sassari, per dirigere l’istituto di Medicina legale. Alla cerimonia erano presenti anche la moglie Nuccia Vacca e la figlia Enrica: «Ringrazio l’Università ? ha detto commossa la moglie ? perché si tratta di un ricordo che durerà per sempre». Un’iniziativa che non rimarrà isolata: «Abbiamo in mente ? ha detto il preside di Medicina, Gavino Faa - altri progetti per ricordare una persona che è stata un vero esempio di umanità e professionalità. Progetti che promuoveremo d’accordo con la famiglia». Poi il simbolico passaggio di consegne tra De Stefano e D’Aloia. «Concludo una bella esperienza ? ha detto il direttore uscente ? che mi ha fatto crescere professionalmente. Ho trovato molti professionisti validi: questo potrà far cresce la Medicina legale a Cagliari. Una disciplina che spesso viene associata soltanto con l’autopsia, dimenticando anche l’aspetto sociale, quale la diagnostica della paternità e degli invalidi». (m. v.)
  
2 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Medicina Assegnato il premio "Antonio Cabitza"
È stato assegnato anche quest’anno il Premio di laurea dedicato alla memoria del professor Antonio Cabitza (scomparso 5 anni fa a Fucecchio), direttore della Clinica ortopedica dell’Università di Cagliari e fondatore nel 1947 dell’Ospedale marino. Giunto alla terza edizione, il Premio è andato quest’anno a Emanuela Bacchiddu, laureatasi con il massimo dei voti in Medicina e chirurgia. La sua tesi (sul trattamento mini-invasivo della capsulite della spalla) è stata giudicata la migliore tra quelle pervenute alla commissione formata dai professori Claudio Velluti e Francesco Ledda. Il premio è stato consegnato in occasione del 26° congresso della Nuova società sarda di ortopedia e traumatologia che si è svolto ad Alghero.
  
3 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Dopo la tragedia del giovane precipitato dal sesto piano di un palazzo di via Tel Aviv
Studente morto, la parola ai periti
Nel mirino costruttori, proprietario, progettisti e Comune
È una questione di giorni, il sostituto procuratore Guido Pani, titolare dell’inchiesta sulla morte di Thomas Laurent - il giovane studente belga di 19 anni precipitato dal sesto piano di un palazzo - ha già pronto un elenco di nomi sui quali verranno svolte delle indagini. Il magistrato dovrà avvalersi di consulenti tecnici che sappiano valutare se chi negli anni ’80 ha costruito e progettato l’edificio di via Tel Aviv 81 ha rispettato le norme. Nel mirino degli inquirenti anche gli interventi di manutenzione straordinaria realizzati alcuni anni fa. C’è da capire come un muretto di recinzione in mattoni di un balcone al sesto piano di un palazzo signorile possa cedere di colpo e trasformare in tragedia una festa di compleanno tra ragazzi in città per uno scambio culturale promosso dall’Università. Gli investigatori stanno vagliando tutti gli atti e le carte relativi alla costruzione e, soprattutto, stanno cercando di individuare chi al Comune ha firmato il certificato di abitabilità della palazzina. Quel muro a nido d’ape, che parte dal pavimento per arrivare sino al soffitto, era assicurato alla struttura solo da due binari laterali in acciaio. Troppo poco, come sfortunatamente si è verificato nella notte tra mercoledì e giovedì, per reggere anche il semplice urto del corpo di un ragazzo. Quel muretto andava rinforzato con delle sbarre in metallo - sostengono alcuni tecnici - che avrebbero così assicurato maggiore resistenza e, quindi sicurezza. Sembra che la causa della tragedia sia da collegare direttamente a quel cedimento. Il fatto che Thomas sia stato spinto o sia caduto non è determinante nelle indagini: quei mattoni in ogni caso dovevano reggere. Ad avallare questa teoria il fatto che il magistrato non abbia disposto neanche l’autopsia sul giovane, ma un semplice esame autoptico. Gli inquirenti dovranno dare risposte in tempi brevi ai quesiti. Anche perché le pressioni diplomatiche daranno certamente un’accelerazione alle indagini e agli accertamenti. Certo, ci sarà bisogno di tempo, considerando anche le lungaggini burocratiche tutte italiane. Lentezze Alain Francois Lauren, il 48enne genitore del giovane belga, ieri in città per riportare a casa il corpo del figlio, non sembra ancora aver metabolizzato. Tanto che c’è voluta tutta la disponibilità e buona volontà del console per il Belgio in Sardegna, l’avvocato Carlo Dore, per far capire all’uomo che i tempi della giustizia in Italia si possono dilatare per dettagli. Il padre di Thomas Laurent, che di professione si occupa della vigilanza in uno stabilimento a pochi passi da La Louviere, dove vive con la moglie e un altro figlio, è determinato: vuole sapere a tutti i costi per quale motivo il suo ragazzo è morto. Per farlo ha nominato un legale, l’avvocato Giovanni Cossu.
Andrea Artizzu
 
L’ultimo saluto degli amici
Thomas Laurent era un ragazzo sportivo. Con una passione sfegatata per il calcio e, in particolare, per il Barcellona. Ieri, nella camera mortuaria del cimitero di San Michele, Alain Francois, il padre del diciannovenne morto mercoledì notte, ha voluto chiudere nella bara del figlio la maglietta blu e amaranto della squadra spagnola. Poi è salito nella cappella del camposanto per assistere alla messa celebrata dall’arcivescovo Mani. La chiesetta era troppo piccola per accogliere gli amici del giovane belga che già dalle 15 aspettavano l’arrivo dell’uomo, atterrato in città accompagnato da una coppia alle 14,30 dopo un volo da Bruxelles, via Milano. Volti di adolescenti segnati dalle lacrime e dal dolore per un compagno del progetto Erasmus scomparso in maniera assurda durante una festa di compleanno. Alla funzione hanno partecipato anche il rettore Pasquale Mistretta e i vertici del programma di scambi culturali tra paesi europei, che hanno messo a disposizione dei tre alcune stanze all’Hotel Sardegna. Il genitore del giovane belga ha assistito alla messa nel primo bancone della chiesa affranto, quasi incredulo per la sfortuna che si è abbattuta con la delicatezza di un macigno sulla sua vita: la moglie e l’altro figlio sono rimasti a casa bloccati da una grave malattia. Martedì Alain Francois tornerà a casa per l’ultimo viaggio con Thomas. (a. a.)
  
4 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
Visita in città dell’ambasciatore a Roma Josè Luis Dicenta
Dal turismo al commercio, nuovo patto con la Spagna
Il rafforzamento dei rapporti commerciali e turstici fra Sardegna e Spagna, sono l’obiettivo di una visita dell’ambasciatore spagnolo a Roma Dicenta. Il diplomatico ha incontrato numerose autorità.
Sardegna e Spagna vicine per storia e tradizione, ma ancora distanti nei rapporti commerciali e turistici. E se da una parte i voli low-cost hanno permesso uno scambio più facile tra l’isola e la Catalogna, il prodotto Sardegna non viene ancora venduto in maniera convincente nel resto della Spagna. Messaggi lanciati dall’ambasciatore spagnolo a Roma, José Luis Dicenta, che ieri ha incontrato a Cagliari i presidenti della Regione e della Provincia, il sindaco, il prefetto e il rettore dell’Università cagliaritana. «Incontri di lavoro ? ha sottolineato Dicenta, accompagnato dal console di Spagna a Cagliari, Maria Grazia Monni - che avevo programmato da quando sono diventato ambasciatore lo scorso gennaio. Sto girando le regioni italiane, in particolare quelle che hanno legami con la Spagna. Certamente la Sardegna è quella con i maggiori contatti: anche se sono molti i canali da riempire». Si riferisce al turismo? «Le reti di promozione attive sono poche. Se è vero che i collegamenti aerei a basso costo hanno rilanciato il turismo tra la Sardegna e la Spagna, è altrettanto vero che chi ne ha giovato è soprattutto la Catalogna. Altre regioni spagnole non rientrano nei vincoli commerciali con l’isola. Bisogna intervenire». Il prodotto Sardegna è veduto bene in Spagna? «Mi sembra che ci siano i margini per migliorare anche questo aspetto». Il porto di Cagliari aspetta con ansia l’apertura dello scalo crociere. Servirà a migliorare i rapporti turistici con la Spagna? «Certamente, anche perché il potenziale turistico della città è enorme. Basti pensare alla posizione strategica nel Mediterraneo, al mare, al clima e alla straordinaria offerta e culturale. Questi ultimi elementi, per esempio, non si trovano in un’isola come Maiorca». Da quante persone è composta la comunità spagnola nell’isola? «Da circa cinquecento persone. Di queste molte sono al nord, soprattutto ad Alghero, dove concluderò il mio viaggio domani. Tra Cagliari e Oristano sono circa duecento. Senza contare i molti studenti che vengono in Sardegna per un anno scolastico o universitario». La maggior parte dei ragazzi stranieri presenti in città sono proprio spagnoli. «Questo probabilmente per l’affinità culturale che ci lega. Se riusciamo a potenziare i vincoli commerciali e turistici, i rapporti tra la Sardegna e la Spagna aumenteranno di molto». Quali progetti avete in cantiere? «Un incontro a Cagliari, l’anno prossimo, tra politici e accademici spagnoli e italiani. E poi il Comune cagliaritano e l’istituto Cervantes stanno organizzando un’esibizione di un gruppo di persone con abiti sardi, a Madrid, a gennaio».
Matteo Vercelli
 
 
 

 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 – Sassari
«Perchè accanirsi contro il corso?»
«Finalmente la città vede la luce dopo i tanti colpi bassi»
UNIVERSITÀ An replica anche al centrosinistra
OZIERI. Le critiche sul corso universitario sono frutto del pregiudizio politico della sinistra. A proporre la tesi è il circolo cittadino di Alleanza nazionale, che in una nota ritiene giunto il momento di intervenire sull’argomento che da diverse settimane è al centro del dibattito politico amministrativo locale. Nel valutare degno di miglior causa l’accanimento degli esponenti del centro sinistra contro la neonata iniziativa, il primo partito della maggioranza consiliare rileva che essa vede la luce dopo una lunga serie di colpi bassi inflitti alla città.
 “Dopo anni di razionalizzazioni, che finivano sempre per ridimensionare, trasferire o chiudere strutture ed organizzazioni cittadine, e sempre con il plauso o la fattiva collaborazione della sinistra e delle giunte regionali ed essa vicine - si legge nella nota -, finalmente ad Ozieri vi è una novità positiva, che però genera tanto inspiegabile astio”. Almeno a parole, anche i critici esultano per “la conquista”, e ciò porterebbe ad escludere che l’ostilità sia determinata dal fatto che “l’organismo è stato concepito e generato da un’amministrazione di centro destra”. Ma per la dirigenza di An così non è. Nell’ambiente locale, a condizionare la discussione sui problemi più importanti (sanità, viabilità, trasporti, rapporti con le istituzioni sovracomunali, servizi,etc) sono stati sempre i pregiudizi politici.
 “E’ una carenza che anche noi lamentiamo e alla risoluzione della quale non ci sottrarremo. Forse anche per l’università, si legge ancora nel documento, non c’è stato un diffuso coinvolgimento di tutte le componenti politiche, culturali, sociali ed economiche della città, ma ciò è sufficiente per pensare di affossare l’iniziativa? Allora perchè la sinistra, nelle sue variegate articolazioni, si mobilita, in casa e in trasferta, per criticare, insinuare dubbi e ostacolare la realizzazione del progetto?
 Si parte dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione che fieramente nega qualsiasi contributo per la struttura struttura ozierese, concedendolo invece a tutte le altre iniziative similari sparse in Sardegna. Perchè tale decisione discriminatoria?”. Per la sezione di An una risposta plausibile a tali quesiti può venire dall’incoerenza della Giunta Soru che mentre invoca la coesione di tutti i sardi per le battaglie contro il governo nazionale, persegue nella realtà la vecchia politica dei figli e figliastri. Anche nella vicenda del corso universitario Ozieri ha avuto un trattamento diverso da quello riservato agli grandi centri del’Isola. Per questo motivo AN considera poco credibili le preoccupazioni che la sinistra manifesta in merito alle spese gestionali del corso. “Ne parlino con l’assessore Elisabetta Pilia e chiedano per la loro città parità di trattamento con le altre realtà titolari di sedi gemmate”. Un intervento in tale direzione avrebbe per An il risultato di salvaguardare le casse comunali, che peraltro “conoscono già spese milionarie ben più voluttuarie”. Un esempio probante in tal senso sarebbe quello della piscina comunale che grava sul comune per 150 mila euro l’anno. Per il partito del sindaco Cubeddu le risorse per il corso universitario “sarebbero comunque ben spese, non solo per l’indotto economico e le competenze tecniche e professionali che si creeranno ma soprattutto perchè determineranno un’apertura culturale e una mentalità più”sprovincializzata” nella comunità locale. Dure critiche sono riservate da An alla Cgil e a coloro che hanno tentato di introdurre nel dibattito insinuazioni e allusioni a margine alla vendita, da parte del comune, dell’immobile romano.
Miuccio Farina
  
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Studente morto, perizia sulla parete sbriciolata
Il padre di Thomas Laurent incontrerà il magistrato Ieri la cerimonia al cimitero e la medaglia dell’università
Il genitore ha voluto vestire lui stesso suo figlio con la maglia dell’amato Barcellona
CAGLIARI. Il padre di Thomas Laurent, morto a 19 anni in una tragedia per il momento inspiegata, si è portato dal Belgio la maglia del Barcellona e ha voluto vestire lui il corpo di suo figlio adagiato sul tavolo della camera mortuaria. Ha chiesto di stare solo e l’Università, di cui sarà ospite finché avrà bisogno di trattenersi in città, gli ha prenotato la camera in un albergo a due passi dal cimitero. Parlerà con Guido Pani il magistrato che ha aperto l’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo, ma non si sa se l’incontro avverrà già stamani perché oggi, a mezzogiorno, papà Laurent starà con gli amici del figlio al Poetto in un incontro dove ognuno ricorderà Thomas. Il signor Laurent è venuto ad affrontare la realtà da solo perché sua moglie e il suo primogenito sono stati colti da malore e ha preferito che stessero a casa. Ieri in cimitero monsignor Giuseppe Mani ha celebrato la messa in memoria di Thomas e l’arcivescovo non si è adombrato per la prima reazione di quest’uomo che avrebbe voluto un curato di campagna e non un importante rappresentante della Chiesa. L’incomprensione è durata pochissimo: il dolore, di tutti, ha prevalso su ogni e qualsiasi terrena emozione.
 Il padre di Thomas (addetto alla sicurezza di uno stabilimento) è stato accolto dall’interprete Françoise Arduini e dal console del Belgio Andrea Dore, da Jan e Anais gli amici del figlio e dai genitori di Jan. Al cimitero davanti alla camera ardente c’era il rettore Pasquale Mistretta che gli ha consegnato la medaglia dell’Università e la feluca, il cappello delle matricole. Per oggi pomeriggio è stato fissato un incontro con gli psicologi della Asl 8 i quali si tratterranno fra gli studenti stranieri testimoni della tragedia. Una ragazza in particolare preoccupa per le conseguenze dello choc subìto. La tragedia è stata sconvolgente. Erano passate da poco le 23 quando nella terrazzina di cucina al sesto piano di via Tel Aviv 81 i cinque ragazzi che avevano dato la festa per i 21 anni di Jan e gli altri amici tutti stranieri continuavano a far baldoria. A un tratto, Thomas ha come perso l’equilibrio ed è finito con le spalle alla parete traforata dove in altri piani dello stesso edificio ci sono gli stenditoi per la biancheria: la parete ha ceduto e Thomas si è ritrovato nel vuoto in una caduta che gli alberi sotto non sono riusciti a rallentare. Inutili tutti i tentativi di soccorso, il resto è stata la prosecuzione di un incubo. I carabinieri hanno messo i sigilli all’appartamento, i ragazzi sono stati ricoverati alla casa dello studente, la mattina seguente tutti sono stati ascoltati dai carabinieri, il magistrato ha disposto una ricognizione esterna sul corpo del povero Thomas e l’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo ha preso le mosse, la famiglia Laurent sarà rappresentata da un avvocato cagliaritano, Umberto Cossu. Al centro del problema investigativo c’è la mancata tenuta della parete traforata. Se ne vedono in tutta la città e sono state costruite nelle terrazze dove sboccano cucine e bagni secondari con l’evidente scopo di dare copertura a uno spazio di servizio senza impedire la circolazione dell’aria. Ieri il magistrato ha disposto gli accertamenti sui documenti: chi e quando ha costruito il palazzo, chi ha diretto i lavori, chi doveva garantire le manutenzioni, chi è il proprietario, chi è il gestore del condominio. E’ sicuro che acquisite le carte verranno disposte le perizie. Queste pareti ideate per i fienili che hanno bisogno della circolazione costante dell’aria, gli esperti spiegano che per le loro caratteristiche devono essere considerate con un muro di tramezzo, fatto anch’esso con mattoni, che sono traforati esattamente quanto quelli usati per le fienarole. Impensabile che un tramezzo venga giù soltanto perché un ragazzo ci finisce contro, anche se di corsa, anche se spinto da qualcuno. La fienarola del sesto piano di via Tel Aviv, invece, è venuta giù. Sempre gli esperti spiegano che i mattoni traforati delle fienarole sono tenuti assieme dalla malta di cemento come, appunto, nei tramezzi degli appartamenti. Ma le pareti, i parapetti che danno all’esterno non dovrebbero essere armati per una tenuta sicura? Qualcuno dopo la tragedia raccontava che, appoggiando le mani su altre pareti traforate del palazzo, la sensazione di sentirle muovere, pur leggermente, era precisa. Quindi: queste pareti possono reggere agli urti? Se le regole prevedono che tali strutture debbano avere le caratteristiche di tenuta di un tramezzo domestico, è fin troppo facile affermare che, allora, in questo caso, non è stato così. E via con le ipotesi: nel tempo si è formato un punto di debolezza, le escursioni caldo-freddo possono aver minato la solidità dei materiali e così si arriva a chiedersi cosa possono, di fronte a problemi che eventualmente possono sorgere, le manutenzioni tipiche di un palazzo. (a. s.)
  
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Sassari
Ricerca scientifica, nasce il premio «Roth»
ALGHERO. L’Istituto tecnico commerciale, l’amministrazione comunale e il Rotary Club Alghero, per ricordare la figura di Angelo Roth, cui è intitolato l’Istituto, insigne scienziato, medico e chirurgo, nato ad Alghero il 1º febbraio del 1855, ha bandito il Premio AngeloRoth, in collaborazionbe con l’università di Sassari e l’Asl 1.
 Il premio sarà attribuito per il 2006 per uno dei seguenti lavori: ricerca scientifica, come primo autore, o tesi di laurea in medicina o di specializzazione in ortopedia o chirurgia. Al Premio Roth possono concorrere i giovani nati dopo il 31 dicembre del 1969, residenti in Alghero da almeno 5 anni, laureati o laureandi o specializzandi in chirurgia o ortopedia. Il termine ultimo per la presentazione degli elaborati, che dovrà essere trasmesso con raccomandata A.R., scadrà il 15 dicembre prossimo all’Istituto Tecnico. Per ulteriori informazioni è possibile contattare la segreteria della scuola in via Diez.

Questionario e social

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