UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 15 novembre 2005

Martedì 15 novembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 novembre 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 7 – Cronaca
Paesi dell’Ocse Sei milioni di analfabeti in Italia
Basso anche il numero dei laureati
Tra i maggiori Paesi dell’Ocse, l’Italia registra il più basso numero in assoluto di laureati e laureati brevi e un numero sempre decrescente di ricercatori. È un quadro preoccupante quello che è stato presentato ieri da Saverio Avveduto, presidente dell’Università di Castel Sant’Angelo dell’Unla, che ha pubblicato uno studio dal titolo "La croce del Sud. Arretratezza e squilibri educativi nell’Italia di oggi". Avveduto ha sottolineato come, se in Italia la platea degli analfabeti totali e dei senza nessun titolo è pari a quasi 6 milioni di persone (quasi 12 italiani su 100), sommando a questi i possessori della sola licenza elementare o della sola scuola media - titoli insufficienti, per Avveduto, a vivere e produrre nel mondo di oggi - gli italiani che la ricerca definisce "ana-alfabeti" e cioè del tutto analfabeti o appena alfabeti arrivano addirittura a 36 milioni: sarebbe quindi pari al 66% della popolazione la quota di potenziali analfabeti di ritorno. Al vertice della piramide della scolarità elaborata dal curatore del volume, il sistema formativo italiano vede il 7,5% di italiani laureati, pari a circa 4 milioni, mentre alla base vi sono il 36,5% (ben cinque volte) di italiani senza alcun titolo di studio o in possesso della sola licenza elementare: circa 20 milioni di italiani sui 53 censiti. Nel mezzo si pongono il 25,85% con un diploma di scuola secondaria superiore e il 30,12% con un diploma di scuola media. Dei quasi venti milioni senza titoli o con la licenza elementare, la maggioranza si concentra in Lombardia (2 milioni e 800 mila), seguita dalla Campania (2 milioni) e dalla Sicilia (oltre 1 milione e 800 mila). La più grande città analfabeta d’Italia è Catania (8,4%), seguita da Palermo, Bari, Napoli e Messina. La distribuzione dei laureati per grandi comuni vede invece in testa Milano e Bologna, le città più colte, con il 16,7 e il 16,4 per cento.
  
2 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Università Collaborazioni...
Università Collaborazioni studentesche all’università di Cagliari, è stato pubblicato il nuovo bando. Le domande dovranno essere presentate entro il 2 dicembre, anche per posta, al Centro orientamento (via Ospedale 121, Cagliari), il modulo è disponibile sia al Centro sia sul sito internet (csia. unica. it/ orientamento). La selezione è fondata su requisiti di merito scolastico, reddito, composizione del nucleo familiare, distanza fra residenza e ateneo. Verrà riconosciuta la priorità agli studenti idonei che non hanno beneficiato delle borse di studio per l’anno 2005/2006.
  
3  - L’Unione Sarda
Pagina 43 – Cultura
Associazione Schoenberg
Conservatorio e università: passioni e impegni di un gruppo di giovani
Per il primo ciclo di concerti sono riusciti a coinvolgere un pianista del valore di Michele Spiga (che li ha tenuto a battesimo). E stasera alle 21 proporranno un duo pianistico d’eccezione: Maurizio Moretti e Angela Oliviero, impegnati in musiche di Beethoven, Chopin, Ravel, Scriabin, Liszt. Niente male per i dieci giovani musicisti che hanno dato vita, il marzo scorso, al Comitato studentesco universitario "Arnold Schoeberg". Niente male per questi ragazzi, laureati o laureandi in Lettere, Fisica, Giurisprudenza, Scienze chimiche e farmaceutiche, che per anni hanno frequentato (frequentano) le aule del Conservatorio di piazza Porrino, e insieme l’Università. Convinti che la musica colta debba avere più spazio nella vita dei colleghi di facoltà, sono riusciti a creare un’associazione che ha un obiettivo importante: diffondere la conoscenza e l’amore per Mozart e soci, e portare a teatro anche i più recalcitranti. Banco di prova dell’esperimento, il Nanni Loy, il teatro dell’Ersu restaurato di recente e messo generosamente a disposizione dell’Associazione. Patrocinato dall’Ente regionale studenti universitari, e sponsorizzato dal Casic, il ciclo di concerti si intitola Nuances, i colori della musica ed è aperto a tutti, studenti e cittadini. Prevede il 7 dicembre un altro momento importante: il concerto-conferenza di Romeo Scaccia su La Grazia, il film muto del ’29 di Aldo De Benedetti, ispirato a una novella della Deledda, restaurato dall’Unione Sarda e inserito (lo scorso gennaio) nel cartellone del Lirico con un concerto live. Pianista di talento, Scaccia è l’autore della colonna sonora. Gli altri tre concerti vedranno protagonisti soci dello "Schoenberg" e amici- ospiti, come il violoncellista Fabio Mureddu e il pianista Roberto Serra (22 novembre) o il pianista Antonio Uras ( 29). Il 13 dicembre, il concerto finale sarà riservato a tre dei fondatori del comitato: la violista Giulia Dessy, il clarinettista Nicola Pisu e la pianista Maria Cecilia Curti. È lei, neppure ventiquattreenne, la presidente del Comitato. Laureata in Lettere con una tesi in storia della musica su Petrassi, è l’anima dell’associazione che conta una decina di soci e ha in direttivo Antonio Uras, Martina Congiu, Roberto Pischedda e Nicola Pisu. «Siamo sorretti da grandi propositi e misere finanze», dice, grata a Ersu, sponsor, solisti: "maestro Moretti" su tutti. Diplomata in pianoforte, al secondo anno del Biennio sperimentale, ha cominciato a studiare a cinque anni e non ha più smesso. «Conciliare la musica con la scuola è una bella sfida», una ricchezza da condividere. L’ingresso è gratuito, e varrebbe la pena andarci anche se avesse un prezzo. (mpm)
  
4 – L’Unione Sarda
Pagina 42 – Cultura
Fiorisce a Parigi la cultura sarda
La Sardegna va a Parigi, in un momento drammatico per la Ville Lumière, e porta con sé ricchezze culturali e artistiche, e voglia di scambio. Da stasera al 25, per dieci giorni, mostre, dibattiti, film, concerti, segneranno alla Maison de l’Italie la terza edizione del festival Les arts florissants de la Sardaigne. Ideato e diretto da Irma Toudjian, compositrice e pianista di origine armena che si divide tra le sue seconde patrie, Francia e Italia, il Festival è il naturale ampliamento della manifestazione che nel ’97 portò per la prima volta nella Citè Universitaire giovani musicisti sardi ed europei. A promuoverla fu l’Associazione Suoni & Pause, di cui la Toudjian è presidente. La sede, rispetto a quei primi concerti, è rimasta la stessa, ma ai pianisti si sono aggiunti pittori, scrittori e scultori. E ai concerti di musica classica e contemporanea, esposizioni d’arte, conferenze, tavole rotonde, ed infine Le Salon de Musique: Musica e letteratura. L’evento è realizzato con la collaborazione di Provincia di Cagliari, Maison de l’Italie, Assessorato dello Sport del Comune di Cagliari, Società Umanitaria Cineteca Sarda, Società Silence 2000, Associazione Arvha di Parigi; Associazioni di Cagliari Athanathos, A.C.Labor-V-Art Tour ’05, Cercle du Cinema VideA e Ficc. Alla manifestazione intervengono il console generale italiano in Francia Levi Sandri, e il presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia con l’assessore delle Politiche Sociali, Angela Quaquero, e della Cultura Luciano Marrocu, l’assessore comunale allo Sport e Turismo Ettore Businco e il consigliere comunale Radhouan Ben Amara. Partecipano Jacqueline Zana-Victor Assessore alla Cultura del Comune del XIII arrondissement, Nadia Prete Consulente del IX arrondissement con delega per la cultura alla Parità Uomo /Donna e all’ufficio dei Tempi; Catherine Guyot Presidente dell’Associazione per la ricerca sulla città e l’habitat (ARVHA). Donatella Baldini, (attaché culturel- Istituto Italiano di Cultura di Parigi), Flavia Dammacco, Consulente di fiducia sul disagio lavorativo presso il Ministero delle Attività Produttive di Roma e il Direttore della Maison de l’Italie Roberto Giacone. Domani tavola rotonda promossa dalla Provincia di Cagliari dal titolo Area metropolitana come incontro e laboratorio di culture , durante la quale si svolgeranno una serie di interventi riguardanti il confronto tra le diversità nella complessità urbana, gli aspetti problematici dell’inclusione sociale legati all’aerea urbana di Cagliari e quelli riguardanti particolari quartieri di Parigi e il ruolo che l’Istituto Italiano di Parigi svolge sul fronte dell collaborazione interculturale. Ma il festival darà soprattutto voce e spazio agli artisti. Stasera verranno inaugurate due mostre: Sogni di legno con le opere di legno di Paolo Pibiri e Forme e Colori con le opere pittoriche di Giorgio Murtas. Sempre stasera verranno proiettate le opere di Video Art di Giovanni Coda, accompagnate dalle musiche composte ed interpretate da Irma Toudjian. Big Talk è il titolo dell’opera in programma (omaggio a Pasolini). La video arte sarà protagonista anche della serata di giovedì, in cui Coda presenterà una selezione internazionale di cortometraggi: dall’Italia a Taiwan, passando per Belgio, Spagna e Lettonia, una serie di immagini d’autore comparirà sullo schermo della Maison d’Italie, a ribadire l’importanza dello scambio artistico e culturale fra Paesi e Società differenti. I Canti della diaspora e La violenza della lingua saranno i temi delle due serate de Le Salon de Musique- Musica e letteratura: Paola Boi, docente di Lingua e Letterature Anglo-Americane all’Università di Cagliari, sarà accompagnata al pianoforte dalla Toudjian nella lettura dei Canti della diaspora, mentre Radhouan Ben Amara, direttore dell’Associazione Mediterranea ed esperto di letteratura nord africana, proporrà i testi de La violenza della lingua di cui è autore. Ultima serata di jazz con Giorgio Murtas (chitarra) e Nicola Muresu (contrabbasso).
 
5 -La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
Nove sardi su cento non sanno leggere
Analfabetismo: l’isola all’ottavo posto anche se la dispersione scolastica è in calo
Sono 4.132 i ragazzi che hanno lasciato gli studi durante il percorso formativo
CAGLIARI. Anche se in Sardegna la fuga dalla scuola cala di 7 punti percentuali l’isola si attesta all’ottavo posto nella classifica delle regioni con il più alto tasso di analfabetizzazione con il 9,1% di analfabeti. I dati emergono da una rilevazione dalla Direzione scolastica regionale che ha promosso un monitoraggio sull’istruzione nell’isola e dallo studio dell’Unla, l’Unione nazionale lotta all’analfabetismo.
 Secondo i dati acquisiti la dispersione scolastica, intesa scientificamente come numero di ragazzi assenti all’ultimo anno degli istituti superiori rispetto a quelli che hanno iniziato la scuola 13 anni prima, si attesta per l’anno 2004/2005 al 23,5%. Nell’anno 1992/1993 gli alunni iscritti alla prima classe elementare erano 17.578, mentre all’ultimo anno (2004/2005) della scuola secondaria di secondo grado sono risultati essere 13.446. Complessivamente mancano all’appello 4.132 ragazzi che si sono persi durante l’arco del percorso scolastico.
 «Se rapportato ai dati negativi del 2000 che ponevano la Sardegna tra le regioni d’Italia in cui questo fenomeno emergeva catastroficamente con un buon 30%», spiega il direttore scolastico regionale della Sardegna, Armando Pietrella, «si è fatto un grande balzo in avanti. Siamo anche in linea rispetto alla media nazionale, 21%, e quella europea, 20%». In testa nella graduatoria di questa fuga dalla scuola, è la provincia di Nuoro con il tasso di 29,31 % (850 studenti in meno), seguita da quella di Cagliari con il 24,29% e 1.938 studenti in meno in classe, poi Sassari con il 23,64% (1.169 studenti che mancano all’appello) e infine Oristano con l’8,97% e 150 studenti ritirati nei 13 anni presi in considerazione.
 Su questo pesa un altro dato preoccupante: l’analfabetismo, male condiviso da molte regioni, che colloca l’isola nel banco degli «asini», all’ottavo posto. Il dato è emerso da uno studio nazionale presentato ieri durante un convegno che si è svolto a Roma e che mette in evidenza che l’Italia conta 6 milioni di analfabeti, dunque quasi 12 italiani su cento, e che sono 36 milioni quelli del tutto analfabeti o appena alfabeti: il 66% della popolazione. Numeri e considerazioni sul sistema scuola-società nell’Italia dei nostri giorni è stato fatto da Saverio Avveduto, presidente dell’Università di Castel Sant’Angelo dell’Unla, che ha presentato lo studio «La croce del Sud. Arretratezza e squilibri educativi nell’Italia di oggi». Basandosi sui dati Istat relativi al censimento del 2001, la ricerca mostra come i cittadini italiani, quanto a scolarità, formano una piramide appuntita: al vertice, 7,5% di laureati, pari a circa 4 milioni; subito sotto 25,85% degli italiani che hanno frequentato le scuole secondarie superiori; segue il 30,12% con il titolo di scuola media; mentre è pari al 36,52% la percentuale di italiani senza alcun titolo di studio o in possesso della sola licenza elementare: circa 20 milioni su 53 censiti. Disaggregando i dati nazionali regione per regione, emergono situazioni preoccupanti: sono infatti nove le regioni italiane oltre il limite che gli studiosi considerano di allarme per popolazione senza titolo di studio, pari all’8%. La regione più analfabeta è la Basilicata, con il 13,8%, seguita dalla Calabria (13,2%), dal Molise (12,2%), dalla Sicilia (11,3%), dalla Puglia (10,8%), dall’Abruzzo (9,8%), dalla Campania (9,3%), dalla Sardegna (9,1%) e dall’Umbria (8,4%). Sorprendentemente, alcune di queste regioni hanno un alto tasso di laureati: la Calabria, per esempio, ha più laureati della Lombardia, del Piemonte, dell’Emilia Romagna e del Veneto. Altra sorpresa, la distribuzione di quelli che Avveduto chiama gli ana-alfabeti per grandi Comuni (oltre i 250 mila abitanti): Catania con l’8,4% e la grande città più analfabeta d’Italia seguita da Palermo (7,4), Bari (6,7) e Napoli (6,2). Lo studio mostra inoltre come negli ultimi 10 anni la situazione non sia mutata di molto: lo stesso è rimasto il numero dei laureati con un aumento appena dell’1,19% degli italiani raggiunti dalla scuola: l’offerta educativa, secondo i relatori dello studio, è stata dunque sostanzialmente ferma. La ricerca mostra anche la collocazione dell’Italia tra i Paesi più istruiti secondo i dati Ocse 2004, che vede l’Italia al terz’ultimo posto tra i 30 concorrenti: ci seguono solo Portogallo e Messico. Su richiesta dell’Università di Castel Sant’Angelo, l’Ocse ha poi fornito i dati che accertano il possesso di un titolo d’istruzione superiore nella forza lavoro compresa tra i 25 e i 64 anni: su 11 Paesi considerati, il nostro Paese è all’ultimo posto per addetti alla produzione di merci e servizi in possesso di qualifica universitaria e oltre. In ragione di tutte queste considerazioni, Avveduto ritiene indispensabile una inversione di rotta e propone un colpo di reni: un’imposta di scopo per il sistema scuola e ricerca, passando «dalla scuola dello Stato a quella della società».
  
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Il vecchio ospedale entrerà nella nascente azienda Regione-Università con una connotazione precisa
Il San Giovanni delle emergenze
Dipartimento nel centro città con il polo materno-infantile
Mentre si studia la rete dei presìdi destinati alle urgenze qualificate
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. Il San Giovanni di Dio ha finalmente un destino: sarà una delle due gambe su cui si reggerà la nascente azienda Regione-Università, e questo si sapeva, ma con una connotazione precisa che sembra nascere da uno studio sulle necessità della popolazione anziché soltanto e sempre sulle richieste di gruppi ristretti di professionisti della sanità. Dunque per il San Giovanni c’è un futuro di dipartimento di emergenza, con un fronte tutto dedicato a neonatologia, puericultura e pediatria. Nell’elenco dei reparti utili in un centro di emergenze resistono due vuoti: neurochirurgia e ortopedia. Ma il rimedio è allo studio.
 Continueranno i trasferimenti verso il policlinico di Monserrato e quel che resta non sarà «sanità residuale», con reparti che vivacchiano su poche prestazioni, ma servizi organizzati «per rispondere alla domanda di salute dei cittadini». La frase slogan, in questo caso, vuol dire che nella riorganizzazione della rete ospedaliera del capoluogo di regione si è preso in considerazione il pronto soccorso e quindi le cure spesso salvavita da prestare in emergenza e si è deciso che il miglior riuso possibile di un ospedale nel centro storico era quello di installarci un dipartimento di emergenza. Perché una terapia anche importante programmabile nel tempo non risente troppo di distanze, tipo di strade, quantità di traffico, mentre un sistema di emergenza è studiato anche sui tempi necessari per portare un paziente fino al primo centro di cura utile ed ecco che il San Giovanni di Dio ha trovato una nuova funzione. Probabilmente lo affiancherà il Santissima Trinità di Is Mirrionis, nel quale è in corso il potenziamento del pronto soccorso, ma questo sarà tema per un tavolo in particolare, che è quello della «messa in rete» dei presìdi destinati ad accogliere le emergenze. L’idea della messa in rete non nasce per caso ma risponde all’invito chiaro e ultimo dell’assessore regionale alla sanità affinché si cancellino i doppioni nelle prestazioni ospedalieri: costosi, disorientanti, inutili.
 Tornando al San Giovanni, è recente la sostituzione del direttore della clinica di pediatria, Carlo Pintor (andato in pensione) con Stefano De Virgilis, proveniente dall’ospedale Microcitemico. Risulta che la maretta delle pediatrie cagliaritane non si sia ancora quietata, ma il riserbo, stavolta, è fitto e, d’altronde, riguarda poltrone e organici e non l’ospedale in cui i reparti devono funzionare. Nel San Giovanni di Dio pertanto ci saranno una rianimazione, un pronto soccorso ampliato e il pronto soccorso pediatrico, due chirurgie, l’unità coronarica. Continueranno a funzionare qui ginecologia ed ostetricia che hanno un senso in più grazie anche al collegamento con la neonatologia, ma non è chiaro se, sempre badando all’emergenza, i reparti finiranno qui o si aggiungeranno ortopedia e neurochirurgia. Quest’ultima potrebbe trovare il suo spazio anche in tempi ragionevoli. Diverso il discorso per l’ortopedia perché dipende da quel che succederà all’ospedale Marino. Dopo l’invito dell’assessore a cancellare i doppioni non si può neppure immaginare di completare i reparti pensati sull’emergenza con un bis di una specialità qualunque di ortopedia. Sul filo logico dei presìdi di emergenza che formano una rete con tutte le specialità necessarie, il Marino sarebbe un anello importante e i rapporti Asl e Università risultano migliorati al punto da rendere facile il dialogo per una collaborazione stretta.
 Il fatto è che la stessa Asl 8 non sa ancora bene cosa fare con l’ospedale Marino: nato per essere un albergo, la ristrutturazione non è riuscita a cancellare l’impronta e a farne un edificio con stanze e corridoi concepiti per erogare prestazioni sanitarie a pazienti spesso in condizioni difficili. Sui trasferimenti dagli ospedali della Asl verso il policlinico: le ortopedie a direzione universitaria per ora restano al Marino; dall’ospedale pneumologico Binaghi sono in viaggio per Monserrato le chirurgie dell’addome dirette da Giuseppe Casula e Alessandro Uccheddu. Sicuro che potranno lavorare: la rianimazione, indispensabile, sarà aperta (e funzionante) da gennaio.
  
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 – Cagliari
COLLABORAZIONI
Università
 CAGLIARI. E’ stato pubblicato il bando per le collaborazioni studentesche per l’anno accademico 2005/2006. Potranno presentare la domanda entro il prossimo 2 dicembre gli studenti iscritti dal secondo anno in corso, e non oltre il secondo anno fuori corso. Sono esclusi i beneficiari di borse di studio Ersu e coloro che si laureano nell’appello straordinario dell’anno accademico 2004/2005.
 Tutte le informazioni sono disponibili all’indirizzo www.unica.it/orientamento/collab.htm.
 Nel corso dell’anno accademico 2004/2005 l’ateneo ha impiegato 200 studenti in collaborazioni retribuite (7,75 euro all’ora esantasse, per un massimo di 150 euro) prevalentemente in attività presso: biblioteche, aule di lezione e segreterie studenti.
  
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Olbia
UNIVERSITÀ
Inaugurazione con Brigaglia
TEMPIO. Una lezione del professor Manlio Brigaglia darà il via domani all’anno accademico 2005-2006 dell’Università per la Terza Età. La lezione, come tutte le altre in programma, si svolgerà dalle 17 alle 19 nel salone del Palazzo pers di Villamarina affacciato su piazza Gallura. L’intervento inaugurale del docente dell’Università di Sassari s’incentra sulla cultura sarda. Il tema sarà “La Sardegna vista da fuori”.
 Mercoledì 23 novembre la lezione spazierà sulLa cultura musicale. Sarà tenuta dal maestro Giovanni Maria Pasella e si svilupperà su questo tema: “La musica e l’immagine: l’influenza della sonorità sulle forme di rappresentazione grafico-visiva”. Due giorni dopo, il 25 novembre, la lezione toccherà un argomento di forte attualità come la peste aviaria. Sotto il titolo “L’Aviaria. Lo spetro della pandemia prossima ventura e le lezioni del passato”, sarà tenuta da Eugenia Tognotti docente di Storia della Medicina all’Università di Sassari.
 La tornata delle lezioni di novembre si concluderà lunedì 28 con una relazione della direttrice del Consorzio industriale di Tempio Salvina Deiana sull’“Origine, progetto e realizzazione della diGa sul rio Pagghjolu”. Questa lezione si svolgerà sul “campo”. E’ prevista infatti una visita guidata alla diga e alle sorgenti del Pagghjolu.
 «Le lezioni, incentrate su varie discipline, proseguiranno per l’intero anno accademico - informa Lina Rosa Antona, presidente dell’Ute tempiese -. Esse per non costituiscono che un aspetto della molteplice attività dell’università per la Terza età. E’ infatti in programma lo svolgimento di corsi collaterali, viaggi d’istruzione in Sardegna in Italia e all’estero, visite guidate a luoghi del territorio di grande pregio storico, naturalistico e ambientale e la partecipazione alla stagione lirica di Sassari».
 I corsi proposti sono di archeologia, attività fisica, estetica musicale, viticoltura e fritticoltura, lingua inglese (primo livello), spagnola e russa, pittura, informatica di primo livello e teatro. Le iscrizioni sono nel frattempo aperte. I costi e l’inizio delle lezioni verranno stabiliti con i rispetivi docenti una volta raggiunto il numero il numero sufficiente degli iscritti per avviare il corso. L’Ute tempiese si avvia a celebrare il decimo anno di vita e di proficua attività.
 «Nel frattempo - spiega la presidente - gli iscritti sono aumentati consentendo non solo il ricambio nel normale avvicendamento di qualche allievo ma, appunto, anche l’incremento dei frequentanti». (t.b.) 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie