UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 25 novembre 2005

Venerdì 25 novembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 novembre 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari

1 - L’UNIONE SARDA
Pagina 26 – Cronaca di Cagliari
Elezioni studentesche: battaglia per i posti chiave
Ateneo. I nomi dei candidati: martedì al voto
Mancano cinque giorno al voto. Martedì e mercoledì gli studenti andranno alle urne per il rinnovo negli organismi centrali dell’Università. Si vota in 44 seggi, 38 a Cagliari, gli altri nelle sedi distaccate.
A cinque giorni dalla data delle elezioni, dalla piccola stanza dell’ufficio elettorale, in via Università, vengono finalmente resi noti i nomi dei candidati rappresentanti degli studenti, agli organi centrali. Nessuna sorpresa, per ora: tutte le liste annunciate saranno al via della due giorni elettorale, il 29 e 30 novembre, per la scelta degli studenti che puntano al Cda, in senato accademico, in quello allargato e al Cus. Per ora: perché il lavoro dell’équipe guidata da Sebastiano Caria, dirigente dell’ufficio elettorale, è ancora lungo. Si dovrà controllare, anche dopo il voto, la regolarizzazione dell’iscrizione di proponenti delle liste, candidati e firmatari, dopo la sanatoria del rettore, che ha dato la possibilità a tutti di effettuare il pagamento delle tasse del nuovo anno accademico entro oggi. Le listeNel Cda la battaglia sarà soprattutto tra cinque liste che si presentano al completo per i posti di rappresentante: Università per gli studenti (Giuseppe Frau, Giorgia Atzori, Lorenzo Espa, Sarah Lai, Patrizia Serra), Ichnusa (Fabio Medas, Andrea Marrone, Antonio Tamponi, Marco Solinas, Carlo Poddesu), Sinistra Universitaria (Luca Barrui, Federica Perra, Maurizio Piras, Domenico Sanna, Andrea Zucca), Terranova ? Federazione universitaria (Silvia Pili, Rita Gattu, Paolo Flore, Roberta Carboni, Claudio Castaldi), e Sinistra in movimento ? Sindacato studentesco (Massimiliano Casu, Stefano Fonnesu, Danilo Manca, Matteo Massa, Alessandra Pili). Un solo candidato per Università ideale (Claudia Palmas) e Mi consenta ma io voto a sinistra (Biagio Freni). Anche per il Cus (due i posti da occupare) sette liste al via: non c’è Mi consenta ma io voto a sinistra, mentre si presenta Bionda Sardegna. Per il Senato accademico e per quello allargato, sei gli schieramenti: cinque le liste con altrettanti candidati per le poltrone disponibili (Università per gli studenti, Ichnusa, Sinistra in movimento ? Sindacato studentesco, Terranova ? Federazione universitaria, Sinistra universitaria), mentre Università ideale si presenta con un solo nome. I seggiSaranno 44 (38 a Cagliari, sparsi nelle dieci facoltà e nei corsi di laurea, e uno rispettivamente a Nuoro, Oristano, Iglesias, Sorgono, Ilbono e Sanluri) i seggi per le operazioni di voto, che apriranno martedì 29 (dalle 8,30 alle 19) e mercoledì 30 (dalle 8,30 alle 17). Insomma tra decreti e contro decreti, iscrizioni ancora da regolarizzare, la corsa è iniziata. Comprese le rappresentanze nei consigli di facoltà e dei corsi di laurea, sono 197 le liste presentate. Al voto sono chiamati i 35 mila iscritti dell’ateneo. Tutto deciso e stabilito in una stanza (al secondo piano di via Università) forse troppo piccola per lavorare al meglio. E in coincidenza con i termini per le iscrizioni.
Matteo Vercelli

2 - L’UNIONE SARDA
Pagina 26 – Cronaca di Cagliari
Sant’Elia. Sette anni fa uno studio interpretò le richieste degli abitanti dei casermoni
Per i casermoni la giunta Delogu attuò un percorso di Progettazione partecipata e coinvolse i residenti. Floris ha proseguito quel cammino.
Del Favero, ecco cosa vuole la gente - Orrù: «No alle demolizioni. I progetti ci sono, basta attuarli»
Qualcuno sognava l’orto, altri il garage, chi il giardino, chi la cantina, il riscaldamento, l’illuminazione, magari una stanza in più. Mentre la gente elencava, gli architetti abbozzavano la loro casa ideale. Dopo qualche mese di lavoro - supportato da docenti del dipartimento di sociologia dell’Università - i desideri dei residenti dei casermoni Del Favero erano chiari, fissati nei layout degli architetti e nei questionari distribuiti dal Comune, che vennero compilati dal 98% delle 265 famiglie, pronti a essere tradotti in progetti. La gente non voleva andare via da lì ma vivere meglio. Quello che nel ’98 fece la giunta Delogu per cambiare il destino al Del Favero fu il primo esempio in città di Progettazione partecipata, oggi rivendicata da movimenti, associazioni e partiti. Un progetto con il quale, non a caso, l’amministrazione vinse un concorso del Ministero dei lavori pubblici per il "Contratto di quartiere 1" battendo la concorrenza di decine di Comuni e incassando per realizzarlo 30 milioni di euro tra fondi propri e di Ministero, Regione, Iacp, privati. Quello cagliaritano, infatti, è diventato un caso di studio in Europa. Per dire che i ragionamenti, gli studi approfonditi, i percorsi di partecipazione e burocratici per i quali oggi la Regione è disposta a spendere 800 mila euro sono stati già compiuti. «la gente non sogna la demolizione, ma quelle stesse case divise in cinque palazzine con ingressi indipendenti che saranno grigie, brutte e ci piove dentro, ma che hanno una vista sul mare, un panorama diverso da quello di via Castelli o di San Michele», spiega Francesca Orrù, uno degli architetti che faceva parte dell’équipe multidisciplinare capitanata dal veneziano Andrea De Eccher (progettista del Lazzaretto) e che comprendeva anche docenti di sociologia e undici artisti di prestigio il cui compito era di dare un senso estetico, un’anima, di tradurre i sentimenti in opere da integrare ai lavori. Parteciparono Rosanna Rossi, Mirella Mibelli, Pinuccio Sciola, Lalla Lussu, Gianfranco Pintus, Gabriella Locci, Tonino Casula, Carla Orrù, Lidia Pachiarotti e Anna Marceddu. Coinvolsero tutti, senza guardare il certificato penale. Volevano contribuire a cambiare il destino di quel pezzo quartiere, il peggiore. «La nostra sembrava un’utopia, ma gente imparò a fidarsi di noi, faceva la fila per partecipare ai seminari che organizzavamo, fantasticavano su come sarebbe stata la loro casa dopo gli interventi. Ci dicevano che però avevano imparato a diffidare dei politici. Noi demmo la nostra parola che tutto si sarebbe concretizzato». E riuscimmo a fare un’operazione di coinvolgimento che poche città in Europa sono riuscire a portare a termine. Quel Contratto, è diventato un appalto che sta dando forma alla trasformazione dei piani pilotis, ricettacolo del peggio del quartiere, in garage o cantine, in una piazza rialzata con giardini. I lavori ora sono interrotti perché l’impresa è in sofferenza. Ma sono solo una parte di ciò che era stato progettato, un’applicazione parziale di quel lavoro di architetti, ingegneri, sociologi, parrocchia, insegnanti, volontari e degli abitanti. «Allo Iacp non piacque, non cercarono nemmeno di capirlo». E così ne realizzarono un pezzo. Per questo sono amareggiata. La gente si è sentita illusa e tradita, ha pensato che per l’ennesima volta erano stati presi in giro, che quello che gli avevamo fatto sognare non si realizzerà», conclude delusa Francesca Orrù. «Vogliono quello che avevano concordato con il Comune, non demolizioni». Per questo oggi è più difficile coinvolgere i 1300 residenti del Favero in un nuovo progetto. Di demolizione, poi. «Per andare dove?», si chiedono quelli dei casermoni, che amano Sant’Elia e chiedono solo più dignità. Fabio Manca

L’intervento - Ridare continuità al fronte del mare
di Giancarlo Deplano *
La costruzione della città nuova, che ha preso forma nella prima metà dell’ottocento al di fuori delle mura e dello spazio limitato dei quartieri storici, appare ancora oggi leggibile nel contesto insediativo come l’esito di un disegno aderente ai sogni ed alle necessità di una società che andava innovandosi attraverso lo sviluppo economico e la crescita culturale. Gli esiti spaziali riflettevano con chiarezza, attraverso la nuova immagine urbana che prendeva corpo, anche un disegno di società aperta al territorio. Questa felice stagione urbanistica, che si afferma con il concorso per il piano regolatore bandito all’inizio degli anni trenta, viene bruscamente interrotta dagli eventi bellici. Negli anni successivi, in una poco felice consonanza d’intenti, hanno inizio gli interventi di ricostruzione del patrimonio edilizio, che enfatizzati da un’offerta residenziale, finiscono per favorire un inurbamento senza regole. Il consumo dello spazio è inoltre legittimato dalla stessa legge urbanistica nazionale che proprio in quegli anni inizia a produrre effetti devastanti in termini di consumo di spazio. Il piano regolatore generale dell’inizio degli anni sessanta rappresenta l’applicazione di criteri e norme favorevoli all’accrescimento della città. La localizzazione dell’espansione urbana attorno al centro della città, prevalentemente sulle aree sensibili sotto il profilo paesaggistico ed ambientale, diventa la singolare caratteristica del piano urbanistico di Cagliari. Il quartiere di Sant’Elia è frutto di questa non interpretazione del contesto, anche se bisogna però riflettere sul fatto che l’approccio ambientale nella pianificazione urbanistica si afferma in Italia soltanto a partire dalla metà degli anni ottanta quando maturano diffusamente condizioni più riflessive nei confronti dell’uso del territorio favorite da stabilità economica e crescita culturale. Le tipologie edilizie e le tecnologie costruttive, tipiche di un modello già obsoleto di prefabbricazione pesante, scelte per la realizzazione del nuovo insediamento hanno dato luogo ad una piccola banlieue, ad alta valenza ambientale come tante altre localizzazione di edilizia pubblica a Cagliari, ma segregato non soltanto in termini spaziali, funzionali ed anche sotto il profilo antroposociale come confermano gli indicatori di disagio evidenziati da una ricerca sulle periferie urbane coordinata a livello nazionale nel 1989. Eliminare gli edifici realizzati a Sant’Elia può rappresentare una scommessa, un tardivo ravvedimento ma appare lecito pensare che questa occasione unica e singolare di recupero urbano possa consentire di restituire alla città di Cagliari quella continuità lungo il suo frontemare colpevolmente abbandonato. Questo sito che rappresenta la cerniera naturale verso il sistema ambientale di Sant’Elia, Molentargius, Poetto deve necessariamente essere riportato ad un nuovo e strategico ruolo urbano. Naturalmente bisognerà fare molto bene anche i conti economici e sociali perché non si realizzi una drammatica nuova incompiuta cagliaritana.
* Ordinario di tecnica e pianificazione urbanistica
 
3 - L’UNIONE SARDA
Pagina 26 – Cronaca di Cagliari
Domani Architettura e musica: un convegno
I rapporti tra architettura e musica riguardano l’intero arco della storia della nostra civiltà. Struttura, armonia, composizione, ritmo, proporzione, misura, sono concetti che possono essere usati sia a proposito di una composizione musicale che di una costruzione architettonica: come se ad un musicista fosse possibile progettare il tempo e ad un architetto suonare lo spazio. Questi temi saranno affrontati domani alle 9 nella sala anfiteatro della Regione in via Roma 253, nell’ambito di "Architettura e Musica", un evento realizzato dall’ assessorato regionale alla Pubblica istruzione, il Formez e il dipartimento di architettura dell’Università di Cagliari. Il Formez, in collaborazione con l’Università di Cagliari ha realizzato un laboratorio interdisciplinare di progettazione territoriale che ha coinvolto 25 laureati in Architettura e Ingegneria Edile, 10 tecnici di alcune pubbliche amministrazioni e 10 ricercatori della Etsab di Barcellona e della Bauhaus Universität di Weimar. Un’esperienza innovativa, i cui risultati sono stati raccolti e raccontati in un libro dal titolo "Musica e architettura, paesaggi della contemporaneità".

4 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 11 - Sardegna
Università di Sassari, via libera al «Maida 4»
Modificato lo statuto per permettere la ricandidatura
SASSARI. Il senato accademico modifica lo statuto dell’ateneo di Sassari e sigla il via libera alla possibilità di un quarto governo Maida. Un voto a maggioranza che ha visto dodici componenti a favore, un contrario e tre astenuti, compreso il rettore in carica. Alessandro Maida, già al suo terzo mandato, il prossimo anno avrebbe dovuto abbandonare per sempre la massima carica dell’Ateneo dopo nove anni consecutivi.
Lo Statuto dell’ateneo escludeva la possibilità di una sua ricandidatura, imponendo un limite di rieleggibilità a tre volte. La modifica dell’articolo 76 dello statuto, messa nero su bianco a luglio, nei giorni scorsi ha incassato il sì definitivo del Senato accademico con un largo consenso. Astenuti i presidi di Giurisprudenza ed Economia.
Unico contrario il preside di veterinaria, il professor Sergio Coda: «Perchè ho votato no? Perchè ritengo che due mandati consecutivi siano più che sufficienti, sia per il rettore, sia per i presidi di facoltà».
«Il parere della facoltà che rappresento su questa riforma statutaria è negativo - ha aggiunto il preside di Giurisprudenza, Giovanni Lobrano -. Ci siamo espressi in forma di astensione, ma rimaniamo convinti dell’importanza di mantenere i limiti alla rieleggibilità. Per ragioni che esulano da considerazioni di tipo personale sui ri-candidati».
(a.re.)
 
Pagina 24 - Sassari
Maida pronto a ricominciare da quattro
Il senato accademico cambia la norma che impediva la rielezione
La modifica statutaria passa con dodici sì, un no e tre astensioni
SASSARI. Il senato accademico modifica lo statuto dell’ateneo e sigla il via libera alla possibilità di un quarto governo Maida. Un voto a maggioranza che ha visto dodici componenti a favore, un contrario e tre astenuti, compreso il rettore in carica. Alessandro Maida (nella foto), già al suo terzo mandato, il prossimo anno avrebbe dovuto abbandonare la massima carica dell’Ateneo dopo nove anni consecutivi.
Lo Statuto escludeva la possibilità di una sua ricandidatura, imponendo un limite di rieleggibilità a tre volte.
La modifica dell’articolo 76 dello statuto, messa nero su bianco a luglio, nei giorni scorsi ha incassato il sì definitivo del Senato accademico con un largo consenso. Permangono alcuni giudizi critici. Voto contrario del preside della facoltà di Veterinaria Sergio Coda, astensione per quelli di Giurisprudenza ed Economia. Quasi tutti d’accordo, dunque, per votare la rieleggibilità del rettore, ma anche la propria dato che la revisione statutaria prevede la cancellazione del limite di mandati consecutivi per tutti gli organi elettivi. «Il parere della facoltà che rappresento su questa riforma statutaria è negativo - afferma il preside di Giurisprudenza, Giovanni Lobrano -. Ci siamo espressi in forma di astensione, ma rimaniamo convinti dell’importanza di mantenere i limiti alla rieleggibilità. Per ragioni che esulano da considerazioni di tipo personale sui ri-candidati». La riforma ripropone un analogo intervento del 2002, alla scadenza del secondo mandato Maida. Allora l’art. 76 limitava la possibilità di rielezione dopo un incarico e la soglia venne innalzata a due volte consecutive. Ora l’ulteriore salto con la prospettiva di cancellare qualunque limite. «Riteniamo che la limitazione dei mandati alle cariche elettive - aggiunge Lobrano - sia alla base del metodo democratico e vada salvaguardato per evitare situazioni di accentramento e sedimentazione del potere, pericolose e nocive per l’ateneo».
Sì del senato accademico anche alla riforma dell’articolo 80 che disciplina le procedure di revisione dello statuto. Due, fino ad ora, i passaggi al voto da parte del Senato accademico, intervallate dal parere delle facoltà e delle altre componenti organizzative dell’ateneo. Dopo la modifica, invece, il processo decisionale dell’ateneo si articolerà in una sola deliberazione del senato accademico, che decide in una composizione «allargata». Viene infatti ampliato da sedici a 66 il numero dei rappresentanti: per ciascuna facoltà parteciperà il preside, un rappresentante degli studenti, uno dei professori associati e uno dei ricercatori.
Forti perplessità anche per questa innovazione. «C’è un processo di accentramento al vertice - afferma il preside di Giurisprudenza -. Prima su sedici componenti votanti del senato, undici erano presidi di facoltà. Con 66 membri il potere decisionale viene frantumato. A questo si aggiunge la cancellazione di tutti i passaggi e i pareri precedenti a quello definitivo di un Senato che, per giunta, non può proporre modifiche, ma solo deliberare».
Angela Recino
 
Pagina 24 - Sassari
“No” del preside di Veterinaria
CONTRARIO
SASSARI. «Perchè ho votato no? Perchè ho ritenuto che sarebbe più giusto che due mandati consecutivi fossero più che sufficienti, sia per il rettore, sia per i presidi di facoltà». Il professor Sergio Coda, preside della facoltà di Veterinaria, è stato l’unico a votare contro la decisione del Senato accademico di modificare lo Statuto dell’Ateneo turritano che ha dato il via libera alla possibilità di un quarto mandato da rettore per il professor Alessandro Maida. «Sì, ho votato no per una questione di principio - ha continuato il professor Coda -. Non mi sembra giusto che gli incarichi di un certo tipo debbano superare i due mandati. Nulla di personale nei confronti del rettore, che in questi nove anni (tre mandati, ndr) ha lavorato in maniera proficua, ma resto convinto del fatto che non era il caso di modificare lo statuto». Il preside della facolta di Veterinaria non ha aggiunto altro, anche perchè non vuole assolutamente fare polemiche. Resta però il fatto che è stato l’unico a votare contro la modifica, mentre si sono astenuti i suoi colleghi presidi di Economia e di Giurisprudenza.
(plp)
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 1 - Cagliari
UNIVERSITÀ
I seggi per il voto
CAGLIARI. L’Università ha costituito 44 seggi per le elezioni studentesche che si svolgeranno il 29 e 30 novembre. Trentotto seggi saranno dislocati a Cagliari e sei a Nuoro, Oristano, Iglesias, Ilbono, Sanluri e Sorgono. I seggi saranno insediati alle ore 8 di martedì 29 e, esaurite le operazioni preliminari, saranno aperti agli elettori fino alle ore 19, mentre mercoledì 30 saranno aperti dalle 8 alle 17. Immediatamente dopo avranno inizio le operazioni di scrutinio dei voti. Elenco dei seggi su www.unica.it alla voce «elezioni studentesche».

Questionario e social

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