Domenica 4 dicembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 dicembre 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari

1 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Lettere
STUDENTI TARTASSATI Con l’obbligo di bollo
La Facoltà di Economia e Commercio di Cagliari richiede che le domande inoltrate alla segreteria studenti, per qualunque tipo di richiesta, vengano accompagnate da marca da bollo da 14,69 euro. Non è giusto far pagare ulteriormente gli studenti per un servizio che dovrebbe essere compreso nelle tasse universitarie pagate annualmente. Non si spiega a che cosa vengano destinate le risorse, dato che anche i servizi essenziali sono carenti, come la pulizia dei locali, salvo eccezioni in occasioni di convegni o seminari.
Lettera firmata
  
2 – L’Unione Sarda
Pagina 28 – Cagliari
Proposta di legge dei Riformatori sardi per Cagliari
«Capitale del Mediterraneo grazie a cinquecento milioni»
Una legge speciale con finanziamenti straordinari per una città che ha l’ambizione di diventare la capitale del Mediterraneo. Sta tutto nei cinquecento milioni di euro spalmati su cinque anni il nocciolo della proposta di legge presentata dai consiglieri regionali Pierpaolo Vargiu e Sergio Pisano, illustrata ieri mattina in un convegno organizzato dai Riformatori Sardi. Quasi mille miliardi di lire per completare le grandi opere nel capoluogo e nell’intera area vasta, indispensabili per il rilancio e lo sviluppo dell’intera Isola. «Non bisogna cadere nell’equivoco del campanilismo», ha spiegato Pierpaolo Vargiu, «questa non è una proposta per Cagliari, bensì per tutta la Sardegna così da mettere la città nelle condizioni di svolgere il suo ruolo di volano per lo sviluppo di tutta l’Isola. Punto nodale saranno i collegamenti e i trasporti, ma anche viabilità e ricettività portuale». Nel dettaglio, se approvata, la legge stanzierà finanziamenti straordinari (100 milioni di euro ogni anno) per cinque annualità gestiti - proprio come nel caso di Roma Capitale - da una commissione speciale composta dai presidenti della Regione e della provincia, dal sindaco di Cagliari e da un sindaco a scelta nominato tra i Comuni dell’area vasta: Quartu, Selargius, Monserrato, Quartucciu, Elmas e Sestu. Individuati anche gli interventi da eseguire, che però potranno essere rivisti: completare il sistema portuale e la grande piazza sul mare lungo la via Roma, riqualificare il centro storico, sviluppare i parchi urbani e il sistema turistico con l’utilizzo degli spazzi strategici come la Manifattura Tabacchi e il carcere di Buoncammino, ormai vicino alla dismissione. «Non si può che condividere i principi ispiratori di questa proposta» ha detto Graziano Milia, in un intervento appassionato molto apprezzato dall’affollata platea dei Riformatori: «Negli anni abbiamo assistito al fallimento del progetto di Cagliari metropolitana, nel quale avevamo investito tante energie. L’importante è non rassegnarsi per rilanciare con forza quelle idee: recuperare un ruolo e una funzione per la città». Dal rettore Pasquale Mistretta il monito ad un’apertura della città ai movimenti migratori, mentre il sindaco Emilio Floris ha illustrato quanto già in cantiere: «Molti di questi progetti» - ha detto - «Stanno già diventando una realtà. La nostra città ogni giorno accoglie e offre servizi a 400 mila persone, per questo è necessario ragionare in termini di area metropolitana». Dello stesso parere il deputato Michele Cossa: «È l’occasione per rendere Cagliari la locomotiva economica dell’Isola. I primi passi di scelta condivisa sono stati il Centro agroalimentare di Sestu, un’opera strategica per l’intera area metropolitana».
Francesco Pinna (Unioneonline)
 
 3 – L’Unione Sarda
Pagina 50 – Nuoro e provincia
Tour organizzato dalla Confidustria di Nuoro nell’ambito di un corso attivato dal Satta di Macomer
A scuola di economia e finanza coi big nazionali
I giovani dell’Ifts incontrano i broker della Borsa di Milano e i manager Ibm
Una settimana insieme ai manager e in visita alle sedi di alcune delle più importanti aziende nazionali. È l’importantissima esperienza che si preparano ad affrontare i quindici giovani laureati e diplomati del corso Ifts attivato dall’istituto commerciale "Satta" di Macomer, in collaborazione con la Università di Cagliari, la Cooperativa Lariso e l’Ente scuola edile nuorese. La Confindustria nuorese ha infatti organizzato per loro un fitto programma di appuntamenti con i dirigenti del colosso dell’informatica Ibm, Vimar spa (produzione impianti elettrici), Palazzoli spa (sistemi di sorveglianza civili e navali), Cad.It, (leader nazionale software bancari), per finire con la Borsa di Milano. Un’opportunità forse irripetibile che consentirà ai quindici fortunati di confrontarsi con un mondo per loro quasi sconosciuto. L’iniziativa è finalizzata alla formazione di esperti di «tecnica finanziaria e controllo di gestione» e vede in prima fila anche la Confindustria di Nuoro, che ha sempre partecipato alla progettazione e gestione dei corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (Ifts), finanziati dal Ministero per l’Istruzione e finalizzati al raccordo tra formazione e impresa. Le imprese oggetto delle visite dei corsisti sono il frutto di un’accurata selezione tra le 112 mila appartenenti al sistema Confindustria nazionale in base al tipo di professionalità richiesta per i giovani corsisti. Non a caso quelle inserite nel percorso formativo hanno tutte adottato moderni sistemi di gestione amministrativo-finanziaria. La sola Ibm rappresenta un gruppo con un fatturato di 96 miliardi di dollari nel 2003 e 329 mila dipendenti. La Vimar invece è il terzo produttore italiano di componenti elettrici e conta 800 addetti per un fatturato anni di 118 milioni di euro. «Le nostre imprese - spiega il presidente provinciale di Confindustria Sardegna, Michele Denti - devono modernizzare la gestione finanziaria e logistica per essere più competitive ed abbattere i costi. Per questo dobbiamo confrontarci con altre realtà produttive ma, soprattutto, abbiamo bisogno di giovani che valorizzino nel nostro territorio le esperienze ed i migliori esempi di gestione d’impresa con cui vengono a contatto». Poi prosegue: «La finalità di questi incontri è stimolare le intelligenze e motivare i giovani diplomati e laureati ad investire nella Sardegna centrale per il loro futuro lavorativo. Così si migliora anche la competitività e l’efficienza delle nostre imprese. La speranza - conclude Denti - è anche quella di invertire il flusso di giovani che cercano opportunità lavorative fuori dal nostro territorio, ma le nostre imprese sono ancora troppo poche e deboli e senza la realizzazione di un serio progetto di sviluppo che sostenga le imprese esistenti e promuova nuovi investimenti, non vedo molte alternative alla smobilitazione economica e sociale del nostro territorio».
 
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Cultura
L’eredità di Roma nell’identità dell’Isola di oggi
Domani alle 17,30 nell’Aula magna dell’Università di Cagliari verrà presentato il libro "Storia della "Sardegna Antica" (edito da Il Maestrale) a cura di Attilio Mastino, docente di storia romana e preside della facoltà di Lettere di Sassari. Hanno collaborato alla realizzazione del volume Piero Bartoloni, Giovanni Lupinu, Paola Ruggeri, Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca, con il contributo di Cecilia Cazzona, Piergiorgio Floris, Alberto Gavini, Antonio Ibba, Giuseppe Nieddu, Esmeralda Ughi. Pubblichiamo una sintesi dell’introduzione. La Sardegna isola d’Occidente. Gli scrittori classici guardavano alla Sardegna con un atteggiamento un poco ambivalente, con ammirazione ma anche con molte riserve: quella che per Erodoto era l’isola più grande del mondo (nésos megíste), appariva nei miti greci come una terra "felice", che per grandezza e prosperità eguagliava le isole più celebri del Mediterraneo; le pianure erano bellissime, i terreni fertili, mancavano i serpenti, i lupi, altri animali pericolosi per l’uomo, non vi si trovavano erbe velenose (tranne quella che produceva il "riso sardonico"); collocata nell’estremo Occidente, l’isola appariva notevolmente idealizzata, soprattutto a causa della leggendaria lontananza e collocata fuori dalla dimensione del tempo storico. Ciò non significa affatto però che i Greci e più di loro i Cartaginesi ed i Romani non avessero informazioni precise sull’ambiente e sulla società isolana, variamente intrecciate con il mito: il paesaggio in particolare era sentito come fortemente originale, caratterizzato da una evidente biodiversità, percorso sulle montagne dai mufloni e nelle lagune dai fenicotteri; ma erano soprattutto i nuraghi dell’età del bronzo che marchiavano il paesaggio isolano modificato dall’uomo, le torri a cupola, «le tholoi dalle mirabili proporzioni costruite all’arcaico modo dei Greci», che il mito attribuiva a Dedalo, l’eroe fondatore dell’architettura greca, arrivato in Sardegna su invito di Iolao, il compagno di Herakles; quest’ultimo (identificato con il libico Makeris-Melqart) leggendario padre di Sardus, il dio venerato ad Antas. Quella che veniva poeticamente chiamata l’«isola dalle vene d’argento», divenne poi Ichnussa e Sandaliotis, una terra fortunata, caratterizzata da una mitica eukarpía, da una straordinaria abbondanza di frutta e di prodotti: il latte, il miele, l’olio, il vino, che si attribuivano alla generosità del dio Aristeo. E viceversa gli scrittori romani giudicavano la Sardegna una terra malsana, dove dominava la pestilentia (la malaria), abitata da popoli di origine africana ribelli e resistenti, impegnati in latrocinia ed in azioni di pirateria che si spingevano fino al litorale etrusco; un luogo terribile, scarsamente urbanizzato, destinato a diventare nei secoli la terra d’esilio per i condannati ad metalla. Cicerone in particolare odiava i Sardi per il loro colorito terreo, per la loro lingua incomprensibile, per l’antiestetica mastruca, per le loro origini africane e per l’estesa condizione servile, per l’assenza di città alleate dei Romani, per il rapporto privilegiato dei Sardi con l’antica Cartagine e per la resistenza contro il dominio di Roma. Eppure proprio ai Romani, forse addirittura ad Ennio e a Catone, dobbiamo il tentativo di istituire una "parentela etnica", di legare cioè i Sardi, in particolare gli Ilienses, alle origini troiane di Roma e di farne i discendenti di Enea, rimasti per secoli segregati in un’isola che si voleva colonizzare comunque. I miti classici, le leggende, i poeti fin dall’età di Omero conoscono la solidità della cultura locale erede dell’età preistorica e protostorica e non nascondono quella che era stata in passato una profonda simbiosi della Sardegna nuragica con la colonizzazione fenicia prima e con l’occupazione cartaginese poi, alla base della civiltà urbana nell’isola: la ricerca archeologica ha fatto emergere la realtà di forti e significativi contatti con il mondo africano e insieme negli ultimi anni ha aperto uno spiraglio sulle più antiche relazioni con i micenei, sul mondo della "precolonizzazione" e della colonizzazione greca e sui rapporti con la Siracusa di Dionigi, senza dimenticare per la fase più antica le questioni relative agli Sherden della tradizione egiziana e vicino-orientale e il ricordo nell’Odissea del riso sardonico, con l’aggettivo sardónios sicuramente correlato all’isola di Sardó. Gli ultimi trent’anni hanno segnato una profonda innovazione negli studi grazie alla revisione delle fonti letterarie e giuridiche, a seguito anche di una riflessione più matura sulle iscrizioni, sulle collezioni numismatiche, sulla documentazione archeologica. Possiamo affermare che l’identità della Sardegna di oggi è fortemente influenzata dalle eredità romane, espressione di una storia lunga che in qualche modo condiziona anche la società contemporanea: la lingua sarda innanzitutto, la toponomastica, ma anche i percorsi della viabilità, il paesaggio trasformato dall’uomo, le bonifiche delle aree palustri, alcune forme dell’insediamento, le vocazioni stesse del territorio, le colture agricole, l’allevamento con le sue specifiche competenze e le sue tradizioni millenarie, ma anche le attività minerarie, la pesca, la raccolta del corallo, per non parlare di alcune tradizioni popolari che si collocano in una linea di continuità con il passato. Scrivere oggi un libro di storia sulla Sardegna antica significa innanzi tutto tentare di rendere conto della diversità, dell’isolamento, delle specificità locali, ma anche delle relazioni e dunque della complessità di una vicenda che abbraccia oltre un millennio, con una periodizzazione che segna fasi e momenti molto diversi a seconda dei vari cantoni geografici, con l’obiettivo di tentare di conciliare una molteplicità di dati che ora sono disponibili, anche grazie all’impegno di studiosi di varia formazione, in rapporto soprattutto a varie iniziative internazionali in corso nell’isola. Del resto Cicerone ci insegna, con qualche ironia, che la Sardegna deve avere un qualche speciale requisito fatto apposta per aiutare a rievocare la memoria del tempo passato. La storia di una provincia come la Sardegna si costruisce tenendo conto innanzi tutto della sua grande complessità, espressione della convivenza di culture diverse, del fecondo rapporto tra civitates ed urbes, tra nationes e gentes, tra Romani e provinciali, tra colonizzazione italica e culture locali, in una terra inserita profondamente nel gioco delle relazioni mediterranee. Del resto, i nuovi studi sulle province romane, intese come ambiti territoriali di incontro tra culture e civiltà, tendono a definire i contorni di quella cultura unitaria mediterranea, che non appiattì le specificità locali, ma che seppe profondamente interagire con la realtà geografica, il paesaggio, l’ambiente, ma anche con i popoli e gli uomini: ridare piena dignità alla Sardegna antica oggetto spesso di pregiudizi ed enfatiche ricostruzioni, valutare fino in fondo le sue chiusure e le sue resistenze, ma anche la sua feconda dimensione mediterranea, esplorare il confine tra romanizzazione e continuità culturale, è compito che deve essere ancora affrontato, al di là della facile tentazione di impossibili soluzioni unitarie.
Attilio Mastino
 
 
 
5 – L’Unione Sarda
Pagina 48 – Planaria
Arborea
Ambiente e formazione, domani il convegno
Verrà presentato domani mattina nel centro di Ala Birdi Arborea il progetto Itaca (Interventi di trasferimento di attività e competenze ambientali) a cura delle università di Cagliari e Sassari. Il progetto riguarda la formazione specialistica sulla tutela del paesaggio sardo e l’adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione. Il corso di formazione è rivolto a 650 persone fra funzionari e sindaci provenienti dalle diverse amministrazioni locali. L’obiettivo globale del progetto è adeguare la competenza degli specialisti della tutela paesaggistica. La formazione è finalizzata alla costruzione, nella pubblica amministrazione, di abilità progettuali, di gestione e controllo delle trasformazioni delle risorse territoriali con riferimento al sistema paesaggistico ambientale. (a. l.)
 
 
 


6 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Nuoro
Dall’Ibm alla Borsa di Milano: la Confindustria nuorese investe sulla crescita degli allievi del corso Ifts
Viaggio nella grande impresa per quindici giovani
NUORO. A lezione di impresa in alcune delle più grandi aziende del nord Italia. È l’esperienza organizzata dalla Confindustria Sardegna centrale per quindici giovani laureati e diplomati del corso Ifts, attivato dall’Istituto commerciale “Satta” di Macomer, con la collaborazione della Università di Cagliari, della Cooperativa Lariso di Nuoro e con l’Ente scuola edile nuorese.
 Una settimana di full immersion in realtà produttive importanti, a cominciare dall’incontro con i manager di Ibm (informatica), Vimar (produzione impianti elettrici), Palazzoli (sistemi di sorveglianza civili e navali), Cad.It (leader nazionale software bancari) e per finire la Borsa di Milano. «Il corso Ifts - ricorda una nota dell’Associazione degli industriali - è finalizzato alla formazione di esperti di tecnica finanziaria e controllo di gestione. La Confindustria Sardegna Centrale ha sempre partecipato alla progettazione e gestione dei corsi di Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts), finanziati dal Ministero per l’Istruzione e finalizzati al raccordo tra formazione e impresa».
 Le imprese visitate sono state individuate dalla Confindustria nuorese tra le 112mila appartenenti al sistema Confindustria nazionale in base al tipo di professionalità richiesta per i giovani corsisti. Le imprese inserite nel percorso formativo, prosegue la nota, hanno tutte adottato moderni sistemi di gestione amministrativo-finanziaria: la sola Ibm rappresenta un gruppo con un fatturato di 96 miliardi di dollari nel 2003 e 329mila dipendenti mentre la Vimar è il terzo produttore italiano di componenti elettrici con 800 addetti e 118 milioni di euro di fatturato nel 2003.
 L’obiettivo è quello di far crescere e motivare i giovani imprenditori sardi a investire le loro capacità nel territorio nuorese. «Le nostre imprese - dice Michelino Denti, presidente della Confindustria della Sardegna centrale - devono modernizzare la gestione finanziaria e logistica per essere più competitive ed abbattere i costi. Dobbiamo confrontarci con altre realtà produttive ma soprattutto abbiamo bisogno di giovani che valorizzino nel nostro territorio le esperienze e i migliori esempi di gestione d’impresa con cui vengono a contatto. La speranza è anche quella di invertire il flusso di giovani che cercano opportunità lavorative fuori dal nostro territorio. Ma le nostre imprese - conclude Denti - sono ancora troppo poche e deboli e senza la realizzazione di un serio progetto di sviluppo che sostenga le aziende esistenti e promuova nuovi investimenti, non vedo molte alternative alla smobilitazione economica e sociale del territorio».

Questionario e social

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