Martedì 6 dicembre 2005

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 dicembre 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi  
1 – L’UNIONE SARDA
Pagina 20 - Planargia
Arborea. Progetto Itaca, incontro tra 500 amministratori
«Così difenderemo l’ambiente»
Si è svolto ieri nel centro congressi di Ala Birdi Arborea il seminario inaugurale del progetto Itaca (Interventi di trasferimento di attività e competenze ambientali) a cura delle università di Cagliari e Sassari. All’iniziativa hanno partecipato circa 500 persone, fra sindaci e amministratori delle otto province sarde (presenti i rettori degli atenei di Cagliari e Sassari e il presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu). «Il progetto riguarda la formazione specialistica sulla tutela del paesaggio sardo, precisamente l’adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione», ha sottolineato durante il suo intervento l’assessore regionale agli Enti locali Gian Valerio Sanna. L’obiettivo globale del progetto formativo è adeguare la competenza degli specialisti della tutela paesaggistica con riguardo alla conoscenza e agli interventi sui paesaggi che caratterizzano il territorio sardo. La formazione è finalizzata alla costruzione, all’interno della pubblica amministrazione, di abilità progettuali e di gestione e controllo delle trasformazioni delle risorse territoriali con riferimento al sistema paesaggistico ambientale. Emerge quindi l’esigenza di estendere il fabbisogno formativo a competenze sull’innovazione tecnologica e normativa, la riforma dei modi di funzionamento della pubblica amministrazione e l’efficacia di tutela del paesaggio.
Antonello Loi
 
2 – L’UNIONE SARDA
Pagina 21 - Cronaca di Cagliari
Missione Antartide, l’avventura inizia
Scienze. L’obiettivo è studiare la Catena transantartica con cime di oltre 3000 metri
L’ingegnere di Quartu dal 30 novembre in viaggio per il Polo
Lo studioso ora si trova in Nuova Zelanda: da qui un volo lo porterà al Polo Sud.
Ha attraversato tunnel di fuoco, muri di fumo, ha vissuto nel ghiacciaio del monte Bianco e superato tante altre prove del corso di sopravvivenza per prepararsi a una missione ai limiti dell’impossibile: Stefano Erriu, ingegnere geofisico, è il primo sardo che partecipa a una spedizione scientifica in Antartide, il continente ricoperto di ghiaccio che si trova al Polo sud. LA MISSIONE La missione dura 50 giorni, l’ingegnere è partito il 30 novembre: l’obiettivo è studiare la Catena transantartica, il sistema montuoso con numerose cime oltre i tremila metri, che taglia in due l’Antartide. Nato a Quartu, 34 anni, ha studiato alla facoltà di Ingegneria e si è laureato con una tesi sperimentale in Geofisica applica: Erriu lavorerà a quaranta gradi sotto zero assieme ad altri due ricercatori genovesi nell’ambito di un progetto predisposto dall’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia per capire le cause dell’eccezionale altezza ed estensione del sistema montuoso, calcolare lo spessore del ghiaccio che lo ricopre, studiare la struttura della catena e la sua segmentazione tettonica, acquisire dati geofisici. «La mia è in assoluto la prima partecipazione di un ricercatore sardo in Antartide ? racconta Erriu ? e forse anche l’ultima, visto che al momento il Governo ha tagliato i fondi per il 2006-2007 destinati a queste ricerche». Dalla Nuova Zelanda, dove troverà i bagagli spediti all’inizio dell’estate, raggiungerà l’Antartide con un aereo C-130, ma prima del trasferimento (2.500 chilometri) potrebbe passare anche qualche giorno, perché l’aereo dev’essere sicuro di poter atterrare al Polo Sud, in quanto non avrebbe il carburante per tornare indietro in caso di maltempo. Un’avventura nell’avventura. Una volta arrivato, alloggerà nella base italiana intitolata a Mario Zucchelli, lo scienziato morto nel 2003 che ha guidato le più importanti spedizioni italiane in Antartide. La stazione si trova nella zona di Baia Terra Nova, a 400 chilometri dalla base americana di Mc Murdo. IL GELO. Il clima è quello dell’estate antartica: il giorno dura 24 ore, non esiste la notte e le temperature stazionano attorno ai dieci gradi sotto zero. Le attività di ricerca si svolgeranno a tre ore di elicottero dalla stazione Zucchelli, dove la temperatura tocca i meno-quaranta gradi. Una consolazione in mezzo ai deserti di ghiaccio, però, c’è: è la cucina della base italiana: «È famosa in tutto l’Antartide per qualità e abbondanza ? spiega il ricercatore sardo ? inoltre la nostra stazione è vicina a una colonia di pinguini, foche e orche, e la domenica vengono organizzate gite per ammirare da vicino queste specie». Per i rilevamenti saranno utilizzate tecnologie moderne che, in sostanza, sfruttano un particolare campo elettromagnetico per sondare il terreno (metodo Tdem). «Questo sistema non ha alcun impatto sull’ambiente, un fatto molto importante in un ecosistema come quello antartico», tiene a precisare Erriu. Il progetto di ricerca vede impegnata per la prima volta l’Università di Cagliari: Stefano Erriu raccoglierà i dati che per essere elaborati saranno trasferiti via email al professor Gaetano Ranieri, docente ordinario di Geofisica applicata alla facoltà d’Ingegneria, che ha coinvolto la Sardegna nel progetto. «Abbiamo realizzato a nostre spese particolari apparecchiature in grado di resistere alle rigide temperature polari ? spiega Ranieri ? e noi sardi siamo secondi o terzi al mondo a fare ricerche di questo tipo». L’ADDESTRAMENTO. La preparazione è iniziata a giugno con le visite all’Istituto medico legale dell’Aeronautica militare di Milano. Da agosto a settembre il corso di sopravvivenza, che è iniziato nel centro Enea di Brasimone, in provincia di Bologna, e proseguito in Valle d’Aosta in una caserma degli Alpini: tra le difficili prove che l’ingegnere ha dovuto superare c’è l’attraversamento di muri di fuoco e fumo, l’abbandono di un edificio in fiamme attraverso i condotti di ventilazione, l’addestramento in elicottero per superare situazioni di emergenza, ma ha dovuto anche adattarsi a vivere nel ghiacciaio del monte Bianco, imparare le tecniche di pronto soccorso e quelle per l’uso di sistemi di navigazione satellitare. Il corso, insomma, ha insegnato a lui e agli altri componenti del gruppo ad affrontare le situazioni più difficili.
Nicola Perrotti (Unioneonline)
 
 
 


3 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 10 - Olbia
Università, a rischio i fondi regionali
Indiscrezioni da Cagliari su un possibile taglio. Il sindaco è in allarme
TEMPIO. Niente fondi della Regione per la sede universitaria di Tempio? E’ una voce che corre, da alcuni giorni. Anche se priva di riscontri ufficiali. Fino ad ora infatti nessuna comunicazione ufficiale è stata data è ricevuta da nessuna parte in causa, ovvero dalla Regione stessa, dal comune di Tempio e dall’Università di Sassari. Le voci però vengono a destar paure, basate come sono sull’annuncio dei tagli che il governo regionale, nell’ambito di un’azione di razionalizzazione degli interventi e delle provvidenze finanziari, riserverà ad alcuni settori servizi nell’intero territorio dell’Isola. A proposito di università, le voci parlano di tagli relativi ad alcune sedi cosiddette “gemmate”. In particolare la forbice dovrebbe accanirsi su quelle di Alghero e di Tempio. In città, com’è noto, da quattro anni sono attivi, istituiti dall’Ateneo turritano, due corsi di laurea breve facenti capo alla facoltà di Farmacia: Tecniche Erboristiche e Tossicologia dell’Ambiente.
Già dall’anno scorso la sede gemmata di Tempio ha preso a conferire i dovuti titoli e a sfornare tecnici nelle suddette discipline. Gli iscritti anuali inoltre costituiscono un congruo numero. Il funzionamento di tali corsi era stata a suo tempo garantito dall’impegno finanziario e del Comune e della Regione. Il primo inoltre, credendo nell’operazione che coronava un sogno di mezzo secolo di portare l’Università in città a servizio del dei giovani del territorio, aveva sostenuto il non leggero onere di mettere a disposizione e di adattare un intero caseggiato scolastico. Assicurato fin dall’inizio, il contributo era stato confermato, in misura più meno uguale, da entrambi gli enti, fino all’anno in corso. Relativamente a questo il contributo regionale si è aggirato intorno ai trecentomila euro. Ecco invece, per quanto concerne l’anno prossimo anno, le voci di un taglio dei fondi da parte della Regione. Un’evenienza che, se dovesse verificarsi, minerebbe la continuità dei corsi universitari a Tempio. Di qui le paure e le preoccupazioni che prendono a diffondersi in città. Se ne fa interprete il sindaco Antonello Pintus. «Non abbiamo in merito alcuna certezza ma la paura è che la Regioni non rinnovi il suo contributo - dice -. Se così fosse l’università a Tempio è destinata a chiudere». Il sindaco afferma di avere i suoi buoni motivi, anche in assenza di comunicazioni ufficiali e di prima mano, per nutrire simili paure. Spera solo che le voci che gli sono pervenute risultino infondate. Si astiene infatti di aggiungere altro e di immaginare mosse o iniziative tese ad ottenere anche per quest’anno le risorse regionali destinate alla sede gemmata dell’università o a sopperire al loro repentino venir meno. La questione in ogni caso non tarderà ad appalesarsi in tutti i suoi risvolti. Nell’attesa ogni commento non potrà che esser sospeso. E’ lecito comunque nutrire paure e preoccupazioni per il destino di un’istituzione che a Tempio era valsa ad aprire nuove prospettive di rilancio.
Tonio Biosa
 
4 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 - Fatto del giorno
Ecco il popolo, anziano, delle primarie
Gli elettori della Quercia i più impegnati nel voto Ds e Margherita fedeli a Prodi, meno il Prc con Bertinotti
CAGLIARI. Eccolo il popolo delle primarie. La fotografia del voto-fenomeno del 16 ottobre, giornata storica per l’Unione di Romano Prodi, è stata realizzata da un sondaggio-exit poll dell’università di Cagliari. Che racconta cose molto interessanti, sicuramente in grado di far riflettere i partiti e i loro simpatizzanti. A partire da un dato forse inaspettato dagli organizzatori: le primarie hanno successo soprattutto tra gli elettori più anziani e comunque più maturi, mentre interessano meno le fasce giovanili. Un risultato invece previsto: i più motivati nelle primarie sono stati gli elettori dei Ds (1929 su 5200 intervistati), molto meno quelli della Margherita (364). Ma mentre i votanti della Margherita sono stati più fedeli a Prodi rispetto a quelli della Quercia, Bertinotti è stato tradito dal 20 per cento del proprio elettorato. Vediamo, ora, tutto i dettagli.
Le fasce di età degli intervistati. L’affluenza più alta (il 23,6 per cento) è stata garantita dagli ultrasessantacinquenni. La percentuale cala a mano a mano che scende la fascia d’età: il 22,3 per cento in quella di 53-64 anni, il 21,1 tra i 45 e i 52 anni, il 14,6 tra i 35 e i 44 anni, l’11,3 tra i 25 e i 34 anni, appena il 7,0 per cento tra i 17 e i 24 anni. In sostanza, per ogni giovane che è andato a votare, c’erano tre (e qualcosina in più) ultrasessantacinquenni.
Percentuale di iscritti ai partiti. L’86,9 per cento degli intervistati ha dichiarato di non essere iscritto ad alcun partito. Il 12,9 è invece risultato iscritto a un partito dell’Unione (vi è stato ricompreso anche il Psd’Az): la percentuale più alta ai Ds (44,3 per cento), a seguire Margherita (20,3), Rifondazione (20,0), Sdi (4,0), Pdci (3,4%), Udeur (3,3%), Verdi (2,2%), Idv (1,0), Psd’Az (0,7), Progetto Sardegna (0,7%), Repubblicani europei (0,1%). Due elettori hanno detto di essere iscritti a partiti del Centrodestra, 7 a partiti non coalizzati (né Unione né Cdl).
Certi e incerti. Il 61,4 per cento degli intervistati ha detto di aver già deciso per quale partito votare alle elezioni politiche. Il 38,1 per cento ha invece dichiarato di non averlo ancora deciso o non ha risposto. Lo 0,2 per cento (9 intervistati) ha detto che voterà per il Centrodestra, lo 0,3 per cento (14 intervistati) ha risposto che voterà per uno dei partiti non coalizzati.
Le intenzioni di voto alle politiche. Il 60,6% degli intervistati ha detto che alle elezioni politiche voterà per i Ds. Seguono Rifondazione comunista (19,9), Margherita (11,6), Pdci (2,1), Sdi (1,5), Idv (1,4), Verdi (1,3), Udeur (1,1), Psd’Az (0,3), Progetto Sardegna (0,2).
Il voto dichiarato dagli intervistati. Il dato degli exit-poll si è avvicinato molto a quello reale: per Prodi ha il 77,3 per cento, per Bertinotti il 16 per cento, per Di Pietro il 2,6, per Mastella l’1,5 (è lo scostamento più rilevante, per difetto), per Pecoraro Scanio l’1,3, gli altri sotto l’1 per cento.
Voto al candidato e voto ai partiti. I più fedeli sono i prodiani, a sorpresa sono invece mancati molti voti comunisti a Bertinotti. Partiamo proprio da questo caso.
L’80,4 per cento di quanto hanno dichiarato di votare per Rifondazione comunista ha detto di aver votato alle primarie per Fausto Bertinotti: il 17,3% ha invece scelto Romano Prodi, lo 0,9 per cento per Simona Panzino, dallo 0,6 allo 0,3 per cento per gli altri candidati, tranne che per Clemente Mastella (neanche uno).
Il 95,6 per cento degli elettori dei Ds ha detto di aver votato per Prodi, il 2,5 per Bertinotti, lo 0,8 per Di Pietro, dallo 0,5 allo 0,3 per gli altri (zero per la Panzino).
Il 97,5 per cento degli elettori della Margherita ha dichiarato di aver votato per Prodi, l’1,4 per Bertinotti, lo 0,5 per Di Pietro.
Il 91,7 per cento degli elettori dell’Udeur ha detto di aver votato per Mastella, l’8,3 per Prodi, zero agli altri.
Il 64,1 per cento degli elettori dei Verdi ha detto di aver votato per Pecoraro Scanio, il 23,1 per cento per Prodi, il 5,1 per Bertinotti, sempre il 5,1 per cento per Di Pietro, il 2,6 per cento (il risultato più alto raggiunto dalla candidata) per Simona Panzino, nessun voto a Ivan Scalfarotto.
Il 78,7 per cento degli elettori dello Sdi ha dichiarato di aver votato per Prodi, il 10,6 per Bertinotti, il 4,3 per Scalfarotto (il risultato più alto per lui), altrettanto per Pecoraro Scanio, nessun voto per Di Pietro.
L’82,2 per cento degli elettori dell’Italia dei valori ha detto di aver votato per Di Pietro, il 17,8 per Prodi.
E vediamo due partiti sardi che non avevano candidati: Psd’Az e Progetto Sardegna. Gli 8 intervistati che hanno detto di votare sardista hanno votato per il 75 per cento per Prodi e per il 25 per cento per Bertinotti. Mentre tutti e cinque elettori del movimento soriano hanno detto di aver votato per Prodi.
La fedeltà al risultato delle primarie. Alla domanda «Se il candidato che lei ha appena votato alle primarie non dovesse essere eletto, come conta di comportarsi alle elezioni politiche dell’anno prossimo?», gli intervistati hanno risposto così: il 74,9 per cento ha detto che sosterrà qualunque candidato del centrosinistra. I più fedeli e rispettosi del risultato delle primarie sono risultati gli elettori di Scalfarotto: l’89,2 per cento ha detto che alle politiche sosterrà qualunque candidato della coalizione. I meno fedeli sono risultati gli elettori (unionisti non proprio convinti) di Mastella (59,7 per cento) e della Panzino (65,2 per cento). Mentre il 74,6 per cento dei votanti per Prodi ha detto di voler rispettare comunque il risultato (qualcuno forse temeva il sorpasso da Bertinotti).
Filippo Peretti
 
Lo studioso - Regole per la scelta dei candidati
«Giusto far votare tutti, sbagliato togliere ogni ruolo ai partiti politici»
CAGLIARI. «Il sondaggio ci ha riservato alcune sorprese molto interessanti». Fulvio Venturino insegna Scienza politica e Politica comparata all’università di Cagliari e ha curato la ricerca sulle primarie del Centrosinistra. «E’ stata l’unica iniziativa del genere in Italia - spiega - e ci ha confortato il fatto che il sondaggio illustrato da Ilvo Diamanti, effettuato attraverso le telefonate un mese dopo le primarie, ha sostanzialmente confermato i nostri dati, perché i risultati sono congruenti».
La cosa che ha sorpreso di più, e che è già sotto le lenti di ingrandimento dei sociologi più che politologi, è il fatto che «il 16 ottobre è andato a votare un elettorato anziano». In questo «c’è una notevole diversità rispetto al voto tradizionale delle politiche, perché nel caso delle primarie gli elettori ultrasessantacinquenni sono stati il triplo di quelli della fascia più giovane». Come lo spiega il professor Venturino? «Intanto - dice - anche negli Stati Uniti d’America, con una storia centenaria alle spalle, alle primarie votano di più gli anziani. E’ un tipo di consultazione, evidentemente, che interessa maggiormente chi di solito parla di politica. Chi ha affrontato il caso Italia mi ha detto che hanno pesato questioni come la riforma delle pensioni o l’assistenza sanitaria, per cui gli anziani si sono mobilitati maggiormente contro il governo».
Venturino ha visto, nel sondaggio, alcune conferme politiche. Come la mobilitazione di Ds e Rifondazione rispetto alla Margherita. «Non è un caso che l’atteggiamento di Rutelli - afferma - sia cambiato subito dopo il risultato così favorevole a Prodi». «Per quanto riguarda la fedeltà al proprio candidato - dice Venturino - i Ds e la Margherita sono stati esemplari, molto meno gli elettori di Rifondazione. Ben poco quelli di Pecoraro Scanio, a conferma che la sua candidatura non era stata presentata come competitiva nei confronti di Prodi».
Venturino è nettamente favorevole alle primarie, ma avverte che occorre decidere bene come farle. Scegliendo innanzitutto se devono essere chiuse (cioé riservate solo agli iscritti) o aperte. «Io - dice - preferisco quelle aperte, ma il punto è quello di stabilire chi si può candidare. Perché c’è il rischio di annullare del tutto il ruolo propositivo e decisionale dei partiti, il che non è bene. Anche per la successiva attività legislativa o amministrativa. Qualcuno sostiene, e forse a ragione, che la cosa migliore è far si che le candidature siano decise dai partiti e poi votate dagli elettori nelle primarie aperte».
 C’è chi propone le primarie anche per scegliere non solo il leader ma anche i candidati al Parlamento. «Col sistema proporzionale le primarie diventano più utili perché nella riforma proposta non c’è il voto di preferenza».
(f. per.)
 
Metodo del sondaggio. Exit-poll in tre città
CAGLIARI. La ricerca sulle elezioni primarie del Centrosinistra (un sondaggio con il sistema degli exit-poll) è stata condotta dal Dipartimento storico politico internazionale dell’età moderna e contemporanea dell’Università di Cagliari.
La ricerca è stata realizzata, il 16 ottobre, in 19 seggi elettorali allestiti dall’Unione: 12 a Cagliari, 3 a Nuoro e 4 a Genova.
Studenti della facoltà di Scienze politiche e altri giovani incaricati di effettuare le domande, hanno intervistato, attraverso un questionario, 5.200 elettori: il 66,5 per cento a Cagliari, il 16 per cento a Nuoro e il 17,5 per cento a Genova. Con un tasso di copertura media delle tre città pari al 22,2 per cento: 23,5 per cento a Cagliari, 24 per cento a Nuoro, 17,3 per cento a Genova.
 
5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 - Cagliari
Università. Segreterie chiuse
Venerdì a causa di una manutenzione straordinaria del sistema informatico, le segreterie studenti dell’Università non apriranno al pubblico. Le segreterie riapriranno lunedì 12 ma - è detto in una nota - potranno verificarsi delle interruzioni del sistema informatico. Il servizio riprenderà regolarmente martedì 13 dicembre.
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 26 - Sassari
Rimborsi tasse universitarie
Fino al 16 dicembre negli sportelli del Banco di Sardegna sono disponibili i rimborsi delle tasse universitarie in favore di coloro che hanno beneficiato della borsa di studio Ersu.
 

Questionario e social

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