Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
1 – L’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
Un’elezione senza vincitori
Un ritardo che irrita e che fa scattare la protesta. Le elezioni per la nomina dei rappresentanti degli studenti all’Università di Cagliari si sono concluse da quasi un mese, ma ancora non sono stati proclamati gli eletti, né ufficializzati i risultati della competizione elettorale. «Stiamo assistendo ad un assordante silenzio», commenta il responsabile regionale dei giovani dei Riformatori Sardi, Fabio Bargellini, «che amplifica e mette in risalto i ritardi e le confusioni registrate in occasione delle elezioni del ventinove e trenta novembre, con molti studenti che non risultavano nelle liste o con la disposizione non proprio agevole di alcuni seggi». I giovani dei Riformatori denunciano un ritardo che riguarda gli oltre «duecento studenti che attendono di sapere quando potranno entrare in carica. Tutti questi giovani, che tra mille difficoltà hanno partecipato lealmente alla competizione e hanno dimostrato di voler dare il loro contributo in prima persona alle dinamiche di autogoverno delle loro facoltà e dell’ateneo, stanno aspettando di poter svolgere il ruolo che gli hanno dato gli elettori». Finora l’Università ha reso noti soltanto i risultati (neanche ufficiali) ottenuti dai candidati, ma non sono ancora stati pubblicati ufficialmente i nomi degli studenti che risultano eletti in base al sistema di tipo proporzionale previsto. Inoltre, come specificato dagli uffici dell’ateneo, i dati potrebbero essere sconfessati dal controllo sulla regolarità dell’iscrizione. Una situazione che, naturalmente, sta creando parecchi problemi. «Si auspica uno sforzo», conclude Bargellini, «per giungere alla proclamazione già nei primi giorni del prossimo anno, per permettere agli eletti di lavorare, per non disattendere la fiducia ottenuta dai colleghi». M. V.
2 – L’UNIONE SARDA
Provincia di Sassari - Pagina 36
Ateneo, le promesse della Regione
Le polemiche vanno in archivio, per il momento. Nella vertenza Università-Regione sui finanziamenti e sulle linee programmatiche imposte dall’esecutivo regionale nello spartire fra Sassari e Cagliari i dodici milioni di euro del Fondo globale, l’Ateneo sassarese è riuscito a strappare un accordo. Un’intesa che sopisce il malumore, ma lascia ancora molti problemi irrisolti. Innanzitutto, le note positive, elencate con cura dal rettore dell’Università di Sassari, Alessandro Maida: «Inizio da una doverosa precisazione, il rapporto per la suddivisione tra le Università di Cagliari (65%) e di Sassari (35%) del fondo unico previsto dalla Legge regionale 26/96 è stato consensualmente stabilito dagli organi di governo dei due Atenei sulla base di precisi indicatori quantitativi», spiega il Magnifico. Che poi prosegue con i risultati raggiunti: «Dopo una lunga trattativa che i rettori dei due Atenei hanno avuto con gli assessori regionali Francesco Pigliaru ed Elisabetta Pilia, alcune delle richieste presentate sono state accolte. Fra queste la possibilità di pagare con il fondo unico le spese per la docenza dei corsi gemmati delle Facoltà sassaresi di Agraria e di Scienze nella sede di Nuoro». Un particolare che scongiura il pericolo di chiusura per i corsi nuoresi. «Anche alcune preoccupazioni per l’equilibrio di bilancio dell’Università di Sassari hanno trovato risposta, e la programmazione del fondo unico finanziato dalla Regione ai sensi della legge regionale 26/96 è stata estesa ai seguenti obiettivi: valutazione e potenziamento dell’attività didattica, compreso l’orientamento, il rinnovo delle attrezzature, il diritto allo studio; internazionalizzazione con un programma di visiting professors; alta formazione di giovani ricercatori, dottorati, assegnisti, ricercatori a tempo, con meccanismi di premialità; finanziamento della ricerca con premi per i migliori progetti nazionali e per i ricercatori; finanziamento delle biblioteche per acquisto riviste e banche dati on line; servizi al territorio e università diffusa». Insomma, tutto sembrerebbe essersi risolto nel migliore dei modi, o quasi. Sì, quasi perché alcuni nodi restano comunque da sciogliere: «Sussistono ancora ulteriori esigenze di attenzione verso le Università sarde e verso quella di Sassari in particolare. Questo vale per le residenze universitarie (che al momento prevedono finanziamenti solo per Cagliari); per il polo di eccellenza di Agraria e Veterinaria; per il settore della sanità; per la formazione post-lauream in veterinaria; per la ricerca nelle aree umanistiche». Vincenzo Garofalo (Unioneonline)
3 – L’UNIONE SARDA
Provincia di Sassari - Pagina 37
A digiuno gli studenti di veterinaria
Ozieri.
Niente mensa per i trentacinque studenti universitari che frequentano il corso in Produzioni animali della facoltà di Veterinaria, a Ozieri.
4 – L’UNIONE SARDA
Cultura - Pagina 42
Soltanto una visione sistematica e organica può esaltare le nostre ricchezze archeologiche
Tanti anni fa, sulle colonne di questo giornale, articoli allarmati davano conto del trasporto su grandi autocarri dei tesori di Tharros, venuti in luce negli scavi che
5 –
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Monserrato, mai più una periferia
La 554 interrata per
Il piano urbanistico di Pier Luigi Cervellati concluso dopo due anni e mezzo di intensa lavorazione
Grande importanza al collegamento col policlinico universitario: vicino a questa prevista una città nella città attrezzata di aree destinate al tempo libero e allo sport
MONSERRATO. Ci sono voluti tredici lunghi anni, tanti ne sono passati dalla raggiungimento della sospirata autonomia, ma oggi il primo Piano urbanistico comunale è una realtà. Nelle quarantacinque pagine della relazione generale stilata dall’architetto Pierluigi Cervellati, con la collaborazione dello staff tecnico di piazza Maria Vergine guidato da Luciano Corona, c’è il futuro della città, che tra dieci anni arriverà a contare 27mila abitanti. Diverse le novità che emergono dal lavoro avviato nel gennaio del 2003.
Il lavoro è stato concluso nell’aprile dello scorso anno: gli esperti hanno passato al setaccio l’intera area comunale nel tentativo di ricomporre la coesione urbana di una città che, oggi, appare quantomeno disunita. Sotto la lente d’ingrandimento, un territorio «stretto su due lati da un’urbanizzazione informe e pervasiva - si legge nel Puc - tipica delle grandi periferie».
Ed è proprio questo che la città non vuole essere: negli intenti del Comune, il Piano deve sì puntare all’integrazione con i paesi vicini, ma senza dimenticare la salvaguardia dell’identità locale. La strada che divide. Il piano non fa sconti a nessuno e punta il dito contro la statale 554, che senza giri di parole viene definita come l’intervento più drastico e traumatico degli ultimi anni.
La sua colpa, quella di aver irrimediabilmente spezzato la continuità tra centro urbano e zone agricole. E come se non bastasse, tutt’intorno è un brulicare disordinato di edifici commerciali, industriali e di servizio, di aree abbandonate, di sfasciacarrozze e di zone residenziali edificate abusivamente. L’unità ritrovata. Quali soluzioni per restituire alla città un pezzo di territorio dimenticato? Interrare la 554 per circa duecento metri. Sopra, troverà spazio una nuova piazza che rappresenterà la cerniera funzionale e simbolica fra città esistente e futura espansione. Ma se il progetto dovesse rivelarsi di difficile attuazione, il Comune potrebbe decidere di ripiegare su una struttura sopraelevata. Il futuro? E’ a nord.
L’importanza di un collegamento tra il centro urbano e le aree vicine al policlinico ben si spiega con l’idea di fondo del Puc: realizzare un nuovo insediamento nella zona intorno al Polo universitario. Una sorta di città nella città, che nelle intenzioni dovrebbe rappresentare «un nuovo insediamento di qualità, innovativo, che ricuce il rapporto con le grandi strutture territoriali.
Oltre alle aree residenziali, spazio agli impianti sportivi e agli edifici commerciali, direzionali e ricettivi. Qui si concentra buona parte dell’edificabilità e delle risposte collegate alle domande esterne ai confini comunali».
La superficie totale è di circa cinquanta ettari: sei sono riservati a verde pubblico, quattro alle attrezzature sportive, due alle scuole e altrettanti ai parcheggi pubblici. Nelle previsioni, è prevista la realizzazione di millesettecento nuovi alloggi, che ospiteranno quattromila nuovi residenti. La parola d’ordine? Riqualificare. Esclusa l’area adiacente al Policlinico, rimane da definire il futuro della zona intorno al Rio Saliu e dell’insediamento spontaneo di Su Tremini, a ridosso della strada provinciale per Dolianova. In merito, il Puc punta su appositi piani di recupero, che prevedono una volumetria edificabile ex-novo pari a centomila metri cubi, per un totale di 360 nuovi alloggi. Otto ettari saranno destinati a verde pubblico e due saranno adibiti ad aree parcheggio. Su Tremini rappresenta il classico caso a parte. La superficie totale è di ventiquattro ettari: secondo il nuovo Piano, gli alloggi che potranno essere presto costruiti sono trecentosettanta, per un totale di mille abitanti. La realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria sarà interamente a carico dei residenti. Cinque ettari saranno dedicati al verde e agli impianti sportivi, quindicimila metri quadrati saranno utilizzati per realizzare i parcheggi e altrettanti per gli edifici scolastici. Con uno specifico obiettivo: migliorare l’esistente con un occhio di riguardo per la qualità delle nuove strutture. Ritorna la palude. Ma attrezzata.
La riqualificazione delle aree dell’ex aeroporto rappresenta una delle carte più importanti che il Comune può giocare nell’intento di riaffermare una propria specifica identità ambientale.
Per questo, il progetto tende al ripristino ambientale tramite operazioni di riassetto idraulico, che porteranno alla formazione di un’area umida attrezzata per attività di tempo libero e scientifico-didattiche, connessa con la limitrofa area dello stagno di Molentargius.
Pablo Sole