UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 23 novembre 2006

Giovedì 23 novembre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 novembre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna

1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 18
Il caso. Che cosa cambia nel panorama cittadino con il nuovo piano sanitario regionale e il confronto tra i Poli
Ospedali, scontro sul trasferimento
Entro 5 anni sede alternativa a Is Mirrionis e al Marino
È al calor bianco la polemica sul decollo del piano sanitario regionale, che prevede un nuovo grande ospedale al posto di quelli di Is Mirrionis e del Marino. Posti letto ridotti, niente licenziamenti
La notizia è nota da marzo, da quando la giunta ha approvato il piano sanitario che in questi giorni innervosisce maggioranza e opposizione che ne discutono in consiglio regionale: l'ospedale Marino e il Santissima Trinità saranno cancellati dalla geografia della città. Si sa che i reparti saranno trasferiti in un nuovo ospedale più decentrato, probabilmente sulla 554, come ha detto Renato Soru un mese fa al sindaco di Quartu Gigi Ruggeri, che ha proposto la candidatura della sua città a ospitare il presidio. E si sa che il nuovo ospedale - che nella migliore delle ipotesi sarà pronto tra cinque anni - costerà più o meno 170 milioni di euro e avrà circa 550 posti letto, più della somma (517) dei posti dell'ex albergo del Poetto (169) e dell'ex caserma di Is Mirrionis (348). la novità La novità è che oggi, con l'avvicinarsi delle decisioni definitive, la politica si agita. E agitandosi polemizza. E polemizzando turba la serenità dei 483.392 cittadini-pazienti che fanno capo ai sei ospedali di Cagliari. Dice Pierpaolo Vargiu, Riformatori sardi, medico: «Vogliono chiudere il Marino e il Santissima Trinità, forse anche il San Giovanni di Dio, ridimensionare il Brotzu, cancellando alcuni reparti, e il Binaghi». La gente sente e pensa: ci tagliano 517 posti letto, dove andrò se sto male? Dice Nazareno Pacifico, diessino, relatore del Piano sanitario regionale, medico anche lui: «Non chiudiamo nulla, razionalizziamo: facciamo un nuovo ospedale e dopo che lo facciamo chiudiamo gli altri e li destiniamo ad altro». E il cittadino-paziente è più sereno. Qual è la verità? il piano sanitario Il piano sanitario regionale, da giorni all'esame della commissione sanità dell'assemblea legislativa di via Roma, parte da alcuni ragionamenti: in Sardegna ci sono 7824 posti letto a fronte di un fabbisogno stimato di 7375; ci sono troppi posti per malati acuti e pochi per i post acuti, il tasso di occupazione dei letti è del 68,6% mentre dovrebbe essere del 75%. Complessivamente ci sono 8 posti letto per abitante mentre l'intesa Stato-Regioni stabilisce che entro il 2007 deve essere di 4,5. E dal raggiungimento di questi obiettivi, dipendono i finanziamenti futuri. In generale, posto che «i servizi ospedalieri attuali sono frutto di scelte effettuate negli anni '80 e '90», e che nel frattempo sono cambiate esigenze e malattie, «la rete ospedaliera va riorganizzata». Come? che cosa cambia Il Binaghi dovrebbe cedere la chirurgia toracica al Businco e quella generale al Policlinico universitario, continuare ad essere un punto di riferimento per la pneumologia e le terapie semintensive respiratorie, continuare ad ospitare il Centro trapianti di midollo osseo e il Centro per le cellule staminali e ospitare un Centro vista e un Centro donna. Il Brotzu potrebbe perdere il Centro per l'autismo, voluto dall'ex direttore generale Franco Meloni, e ospitarlo in un reparto ampliato di Neuropsichiatria infantile. Secondo il centrodestra, perderebbe anche la cardiologia pediatrica. Il centrosinistra smentisce. L'Inrca, sigla di Istituto nazionale di ricovero e cura anziani, secondo l'opposizione chiuderà, secondo la maggioranza non si sa. I Riformatori sostengono che anche il San Giovanni di Dio è a rischio. Per giunta e centrosinistra è un'informazione falsa. chiusure anticipate Quanto ai due ospedali destinati all'eutanasia, i problemi probabilmente sono altri. Sui principi nessuno discute: un nuovo ospedale moderno, bello e tecnologicamente avanzato è meglio di due ospedali vecchi. Così come è positivo risparmiare sulle inefficienze e investire ciò che si spreca in cure migliori. Interessante anche il futuro ipotizzato per le due strutture: il Marino, rimediando a un clamoroso errore, tornerebbe ad essere un albergo (questa, peraltro, è la destinazione prevista nel Piano urbanistico), il Santissima Trinità, che nasce come caserma, ospiterebbe appartamenti low cost per la classe media che emigra. O forse una cittadella universitaria. Tre problemi su tutti. Il primo: è opportuno rinunciare a un ospedale al centro della città come Is Mirrionis per farne uno in periferia? Il secondo: quanto costa? Ancora: perché trasferirli se in questi anni per il Marino e per Is Mirrions sono stati spesi quasi 27 milioni di euro? i numeri Sindacati, i medici, infermieri e personale amministrativo dei due ospedali sono in apprensione da un anno: a Is Mirrionis lavorano 892 dipendenti (214 medici), 367 (97 medici) al Poetto. Per migliorare Is Mirrionis, secondo dati Asl 8, sono stati spesi negli ultimi dieci anni 24 milioni di euro. Due milioni e quattro per il Marino (ristrutturazione e ampliamento del pronto soccorso, costruzione di sale operatorie e di un blocco per la rianimazione). Le stesse ragioni che per la giunta regionale giustificano un nuovo ospedale, per sindacati, medici e infermieri portano a una conclusione opposta. Ancora: un nuovo presidio sanitario significa strade, servizi, sottoservizi, spostamenti di traffico e di equilibri urbanistici. Ecco perché il preventivo va molto al di là di quello dell'opera (170 milioni). É sostenibile, tutto questo? Il dibattito è aperto.
Fabio Manca
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 55
Sassari. I medici del Santissima Annunziata avvertono i colleghi: «I numeri sono dalla nostra parte»
Le barricate dei camici bianchi
Azienda mista: ospedalieri contro universitari
Si scatena la guerra dei camici bianchi. Con una lettera inviata a ministero della Salute, assessorato regionale alla Sanità, Asl n° 1, Università e Provincia, l'Associazione dei medici ospedalieri lancia l'allarme
Si scatena la guerra dei camici bianchi sulla composizione dell'Azienda mista Asl-Università. Con una lettera inviata a ministero della Salute, assessorato regionale alla Sanità, Asl n° 1, Università e Provincia, l'Associazione dei medici ospedalieri lancia l'allarme: «L'Università vuole sminuire i nostri compiti nell'Azienda mista. O rispetteranno il nostro ruolo o non entreremo nella struttura». La paura dei medici ospedalieri operanti in ambito universitario è che l'Ateneo sassarese si stia preparando a distribuire gli incarichi nell'Azienda mista mettendo i camici bianchi ospedalieri in un cantuccio. Una strategia che premierebbe le carriere che si sono formate in ambito universitario, sacrificando chi ha sgomitato per anni nelle corsie di un ospedale per conquistare uno stipendio e servire nel miglior modo possibile i pazienti. «È chiaro che il protocollo d'intesa deve essere rispettato e applicato in ogni sua parte e che i ruoli delle due componenti ospedaliera e universitaria debbano essere assolutamente paritari e senza alcuna marginalizzazione o subordinazione di una componente a vantaggio dell'altra», scrive l'associazione nella lettera spedita alle istituzioni. «I medici ospedalieri già operanti nell'Università auspicano che queste istanze vengano recepite dalle parti interessate e dalle istituzioni». Le angosce dei medici ospedalieri sono alimentate anche dal ritardo con sta prendendo corpo la nascita dell'Azienda mista: « Il previsto avvio dell'Azienda Mista Ospedaliero-Universitaria sta avvenendo in ritardo, siamo l'unica regione in Italia che non l'ha costituita, non senza polemiche e indubbiamente senza un adeguato coinvolgimento nella discussione e nelle decisioni di tutte le componenti che devono farne parte». Un ritardo che nelle paure dell'Associazione potrebbe nascondere e favorire le strategie dell'Ateneo per organizzare a suo piacimento la struttura della Azienda mista. «Con la firma del protocollo d'intesa fra Regione e Università, si è puntualizzato che le parti si impegnano ad operare per giungere ad una ottimale integrazione tra le attività istituzionali e quelle assistenziali e al rispetto della normativa sulle pari opportunità di trattamento in materia di lavoro. Nel protocollo d'intesa vengono altresì chiaramente precisati i criteri e le modalità di costituzione della futura Azienda, il cui modello di gestione è quello dipartimentale». Il rettore dell'Ateneo sassarese e il preside della facoltà di Medicina, hanno più volte rassicurato sul rispetto di queste condizioni, ma i medici ospedalieri non si fidano: «Se questi principi non saranno salvaguardati non potrà nascere un'azienda che sia in grado di ottemperare i compiti a cui è preposta e che risponda ai requisiti che le norme europee impongono. Su queste basi il personale ospedaliero non potrà confluire in una Azienda che non ne rispetta e ne riconosca il ruolo».
Vincenzo Garofalo (Unioneonline)
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 56
Sorso
Una tesi sulla città vale mille euro
Sorso premia gli studenti universitari che realizzeranno una tesi sulla vita della città. Le migliori tesi di laurea riguardanti la città di Sorso e il territorio della Romangia saranno premiate con una borsa di studio di 1000 Euro. Nella conferenza stampa che si terrà oggi alle 10,30 nella sala rettorato dell'università verrà presentata l'iniziativa dell'amministrazione comunale che, in collaborazione con l'università, intende valorizzare il proprio territorio attraverso il lavoro dei giovani universitari. Nell'ambito dei lavori che porteranno la cittadina a dotarsi del Piano strategico che disegnerà la Sorso del 2016, una parte importante è dedicata ai giovani e al loro sapere. Anche attraverso i giovani infatti il comune di Sorso intende riscoprire la propria specificità e le proprie tradizioni, i propri saperi locali e le proprie potenzialità ambientali ed economiche. Il progetto premierà le tre migliori tesi di laurea prodotte dall'anno accademico1989/1990 a quello 2005/2006. Gli aspiranti al premio dovranno far pervenire le domande di ammissione al concorso entro il12 dicembre 2006, in carta libera indirizzata al Rettore dell'università sassarese. (pa. pa.)
 

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Cagliari
Special Olympics entra all’Università 
Uno studio sul metodo di organizzazione per aiutare i disabili 
INTEGRAZIONE L’aiuto dello sport 
CARBONIA. Special Olympics fa il suo ingresso all’università: nell’ateneo cagliaritano, infatti, va crescendo l’interesse per il metodo dell’organizzazione internazionale, impegnata nella diffusione fra i disabili mentali dello sport come strumento di emancipazione dal disagio. Se n’è avuta una riprova l’altro ieri a Cagliari nel corso della conferenza di studio sul tema «I processi di integrazione per la disabilità nel contesto europeo», organizzato dalla facoltà di Scienze della formazione, in collaborazione con il corso di laurea in Scienze della Formazione primaria e il dipartimento di Scienze pedagogiche e filosofiche. La relazione d’apertura è stata svolta da Lucia De Anna, ordinario di pedagogia speciale presso l’istituto universitario di Scienze motorie di Roma. Ancora una volta si è sottolineata l’importanza della pedagogia speciale che, in quanto scienza, viene continuamente rielaborata nell’incessante ricerca di possibili soluzioni al problema della disabilità. Importante, in particolare, l’excursus delle vicende che hanno caratterizzato il mutamento culturale - e, particolarmente, lessicale - al cospetto del disagio fisico e mentale: partendo dal 1981, quando ancora si parlava solo di handicap, per arrivare alla contemporaneità, con l’imporsi del termine disabile, che si va diffondendo anche a livello europeo. Si è quindi passati alla trasformazione dei sistemi istituzionali, all’incidenza dei modelli culturali e sociali e all’affermazione del diritto all’educazione per tutti nelle diverse applicazioni legislative. Si è posto l’accento sul fatto che esiste una differenza tra i sistemi di cura e di educazione, sottolineando il concetto di cura in senso pedagogico e non dal punto di vista medico e assistenzialistico, l’importanza e il ruolo della famiglia e delle associazioni. Ancora si è sottolineata l’importanza della sostituzione del termine «integrazione» con «inclusione»: un concetto, quest’ultimo, non rivolto alla persona in senso stretto, bensì all’ambiente. Al termine del convegno la professoressa si è dimostrata fortemente favorevole al programma educativo Special Olympics,di cui è già a conoscenza poiché collabora con il team nazionale. «L’incontro - spiega Stefania Rosas, responsabile del settore psico-medico-pedagogico di Special Olympics - ha avuto buoni riscontri per il metodo utilizzato. I contatti con l’università proseguiranno col lavoro sul territorio, coadiuvati da Antonello Mura, docente di Pedagogia speciale, che ci ha proposto di collaborare tenendo dei seminari con gli studenti».
 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Oristano
Mamoiada. Un convegno sulle strategie di valorizzazione 
In Barbagia la strada del cannonau 
Il sindaco Deiana: «I paesi del territorio devono restare uniti» 
Il grande obiettivo è creare consorzi per aree omogenee 
MAMOIADA. Il cannonau della Sardegna viaggia verso la costituzione di Consorzi per aree omogenee. Il comune di Mamoiada, in collaborazione con l’Ersat e l’Università di Sassari (facoltà di Agraria), promuove nel territorio un convegno “Strategie di valorizzazione della Doc”. Sono stati chiamati a raccolta i produttori delle due Barbagie e del Mandrolisai.
 «Si tratta di ragionare intorno a nuove strategie di sviluppo di un prodotto di eccellenza presente nella nostra zona - spiega il sindaco di Mamoiada Graziano Deiana -, ovvero: il vino cannonau. Mettersi insieme per raggiungere livelli ottimali sia nella qualità che nella commercializzazione. «Bisogna iniziare a parlare di Consorzi per vaste aree, possibilmente omogenee - continua Deiana -. Pensiamo che per la nostra zona il discorso si possa estendere all’intera provincia di Nuoro e a una parte dell’Ogliastra. Diciamo che è questa l’area più rappresentativa del vino cannonau in Sardegna». Qualche mese fa, il comune di Mamoiada aveva lanciato l’idea della strada del vino cannonau in Barbagia, sulla scia del modello francese e di altre realtà del continente. La strada abbraccerebbe i 4 paesi della Barbagia più vocati alla produzione del cannonau. Un itinerario che parte da Dorgali, passa per Oliena e Orgosolo per arrivare a Mamoiada. Il sindaco di Mamoiada spiega: «Abbiamo ipotizzato questo percorso perché riteniamo che questi paesi abbiano due punti a loro favore. Il primo è che in Provincia sono i più vocati per la produzione di vino cannonau, con forti tradizioni alle spalle e il secondo perché questa vocazione coincide con quella per il turismo, un ottimo connubio che offrirebbe nuove attrattive del territorio. Mi rammarica un po’ il fatto che Oliena non stia seguendo questo percorso, ma stia immaginando altri itinerari con Alghero, San Pietro, Santa Maria La Palma, Berchidda e altri centri della Sardegna. Con tutto il rispetto per le scelte altrui, e lo dico senza polemica, mi sembra che i nostri paesi che hanno tra di loro un’omogeneità storica nella produzione del vino cannonau, non abbiano niente a che vedere con Santa Maria La Palma o Alghero o Barattili, io credo che il futuro sia nel seguire la nostra identità storica». Poi conclude: «I nostri vini hanno avuto dei riconoscimenti nazionali e internazionali e il mercato ha risposto. Dobbiamo darci una strategia comune, con i paesi vicini».(mgf) 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
Incoraggianti i dati forniti nel convegno di Nulvi 
Una task-force per sconfiggere sclerosi multipla e miastenia 
NULVI. L’incidenza della patologie autoimmuni come la sclerosi multipla o la miastenia gravis all’interno della comunità nulvese si allinea a quella degli altri paesi della provincia di Sassari e anzi risulta anche più bassa rispetto ad altri territori della nostra isola. È quanto è emerso dal convegno tenutosi sabato scorso a Nulvi su iniziativa del gruppo consiliare di minoranza “Rinascita Nulvese” sulla sclerosi multipla e sulla miastenia gravis per studiare il fenomeno e scoprirne la reale diffusione all’interno della comunità alla luce di una significativa incidenza di queste patologie registratasi negli ultimi anni. All’interessante incontro ha partecipato tantissima gente non solo direttamente coinvolta dal fenomeno che ha ascoltato con particolare interesse le relazioni di Stefano Sotgiu, responsabile del laboratorio di neuroimmunologia del Centro sclerosi multipla dell’Università di Sassari e di Sebastiano Traccis, direttore dell’unità operativa di neurologia dell’Ospedale di Ozieri. Nel suo contributo Sotgiu ha illustrato le peculiarità della sclerosi multipla, le possibili cause, la diffusione e l’incidenza nei diversi territori del mondo, da cui emerge, purtroppo, un dato estremamente significativo e cioè che la Sardegna è la regione con la maggior diffusione della malattia in tutta Europa. Di confortante è emerso però che, seppure sia un male attualmente incurabile, grandi progressi e incoraggianti risultati si stanno ottenendo invece nel trattamento dei malati grazie alle nuove e moderne terapie e soprattutto ai trattamenti riabilitativi. Leggermente più elevato ma anch’esso quasi nella norma il dato relativo ai casi di miastenia gravis di cui ha largamente parlato Traccis. All’incontro era presente anche il dottor Antonio Genovesi delegato dalla direzione sanitaria della Asl n.1 che ha portato il saluto dell’azienda e si è complimentato dell’iniziativa che può servire a sensibilizzare l’attenzione e a instaurare un proficuo rapporto di collaborazione degli enti con le strutture sanitarie. Coordinato da Antonello Cubaiu è quindi scaturito un interessante dibattito con gli interventi, fra gli altri, dei rappresentanti della Aism presenti all’iniziativa i quali, a nome del presidente Massimo Simula e dell’intero direttivo, hanno ringraziato i promotori dell’incontro per la sensibilità dimostrata nei confronti di questi temi e per l’eccellente risultato ottenuto dal punto di vista della sensibilizzazione e dell’informazione. Dal dibattito sono però emerse alcune carenze strutturali ed organizzative del strutture sanitarie isolane in questo campo che purtroppo costringono molti pazienti affetti da queste patologie a rivolgersi ad altri centri specializzati della penisola. “Rinascita nulvese” si è impegnato a monitorare il fenomeno e a collaborare con la Asl nella raccolta dei dati che possono risultare utili alla ricerca.
 
4 – La Nuova Sardegna
 Pagina 25 - Sassari
Un incontro su monsignor Soggiu, grande missionario e martire in Cina 
SASSARI. L’università di Sassari, l’istituto superiore di Scienze religiose e il centro studi di Santa Maria di Betlem organizzano per domani un incontro sul tema “Cristianesimo e civiltà in Cina”. Il convegno, programmato nel pomeriggio, dalle 16,30, nell’aula magna dell’ateneo sassarese, è incentrato sulla figura di monsignor Giovanni Soggiu, missionario e martire in Cina.
 Nato a Norbello nel 1883, Giovanni Soggiu si trasferì a Sassari dove, a 22 anni, conseguì la laurea in Giurisprudenza. Concretizzata la vocazione alla vita religiosa con l’ingresso nell’ordine dei Frati minori conventuali, conseguì la laurea in Teologia e, ordinato sacerdote, venne nominato parroco della cattedrale di Bosa e poi cappellano della Brigata Sassari. Svolse inoltre il compito di formatore e guardiano dei frati e di segretario provinciale dell’ordine.
 Risale al 1925 l’inizio dell’opera di evangelizzazione di padre Soggiu, intrapresa da missionario in terre lontane, in particolare in Cina, la prima che l’ordine dei Frati minori conventuali ha istituito in tempi moderni. Giovanni Soggiu venne ucciso nel 1930 mentre si dedicava al generoso compimento del suo dovere.
 «Monsignor Giovanni Soggiu ha vissuto la sua esistenza alla sequela di Cristo, consacrandosi ad una missione nella quale la carità delle parole è stata sempre testimoniata dalla carità delle opere - sottolineano i promotori della giornata di studi -. Due anni fa, nel 2004, è stata introdotta la causa per la sua beatificazione e canonizzazione».
 Il programma del convegno, coordinato da Francesco Nuvoli, proporrà in apertura gli interventi di saluto del rettore Alessandro Maida, del sindaco Gianfranco Ganau, di Silvio Manca, sindaco di Norbello, Stefano Licheri e Paolo Casula, rispettivamente primi cittadini di Ghilarza e di Bosa. Seguiranno le relazioni del professor Paolo Puddinu su “Storia e Cristianesimo in Cina, al tempo di monsignor Soggiu e oggi”, di padre Matteo Jian, su “I cristiani oggi in Cina nella testimonianza di un frate minore conventuale cinese”, del giornalista e scrittore Paolo Sanna, che si soffermerà sul martirio di monsignor Giovanni Soggiu trattato nel volume di padre Giuseppe Simbula, guardiano di Santa Maria di Betlem, e sull’arte di coniugare storia della Chiesa e comunicazione. Lo stesso padre Simbula parlerà poi delle qualità di monsignor Soggiu come uomo e sacerdote missionario. Le conclusioni sono affidate all’arcivescovo padre Paolo Atzei. Ci sarà anche l’intervento del coro liturgico “Laudate et benedicite”, che proporrà il Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, musicato da padre Domenico Stella.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Sassari
Conclusi i due master infermieristici 
SASSARI. Si tiene domani alle 12 nell’aula magna dell’università la cerimonia conclusiva dei master universitari di 1º livello «Management infermieristico per le funzioni di coordinamento» e «Infermieristica di area critica-strumentisti di sala operatoria». Interverranno il rettore Alessandro Maida, il preside della facoltà di madicina Giulio Rosati, e i direttori dei master Giuseppe Morgia e Ida Mura.
 Con la realizzazione dei due master, per la prima volta in Sardegna, l’università ha contribuito a dare riscontro alle esigenze formative nel settore dell’assistenza infermieristica legate al vuoto conseguente al blocco dei corsi di abilitazione alle funzioni direttive e in generale alle scarse iniziative di corsi post laurea rivolti alle professioni sanitarie. Tutto ciò mentre cresce la richiesta di figure professionali in diverse strutture.
1 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 30
Università. Affollata assemblea in piazza d'Armi: la facoltà non garantisce la specialistica
Laurea col trucco in ingegneria «Non diventeremo architetti»
Studenti in rivolta
«Ci hanno preso in giro, ci hanno nascosto che questo titolo non vale»
Niente specialistica. E quindi nessuna possibilità di accedere all’esame di stato per l’iscrizione all’albo degli ingegneri e degli architetti per gli scritti alle lauree triennali di Architettura e Ingegneria edile e Ingegneria edile-architettura. O almeno non c’è la «certezza» di avere la specialistica, anche se, urlano infuriati centinaia di studenti, «in segretaria al momento dell’iscrizione ci era stato detto il contrario». ASSEMBLEA MOVIMENTATA ieri nell’aula magna della facoltà di Ingegneria. Il tam tam sul futuro della spendibilità delle loro lauree ha serpeggiato a lezione, nel piazzale e nei corridoi della facoltà. Fino all’a ssemblea di ieri. Fino al confronto con il preside di Ingegneria Francesco Ginesu e Carlo Aymerich, docente della neonata facoltà di Architettura. «Abbiamo difficoltà a garantire la specialistica», ammette Ginesu, «per i corsi triennali di Ingegneria edile e Edilizia e Tecnologie per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali in Architettura. Faremo comunque il possibile per avviare un dialogo col Rettore per vedere se esistono le risorse (fondi e docenti) per istituire le specialistiche». Senza le quali gli studenti non possono iscriversi all’albo professionale. «Purtroppo», ha ammesso poi Aymerich, «c’era la necessità di far partire subito Architettura perché l’approvazione imminente della finanziaria avrebbe bloccato l’istituzione di nuove facoltà. Architettura invece serviva assolutamente per Cagliari e per la Sardegna». Secondo il docente tutto era chiaro già dall’inizio: «Sarebbe stato sufficiente leggere con attenzione il manifesto degli studenti pubblicato on-line». Ma gli studenti non ci stanno e accusano e uno alla volta s’impossessano del microfono e passano al contrattacco. «Mi è stato dato prima il bando di selezione e in merito non c’era scritto nulla sulla specialistica in forse », denuncia un futuro (forse) ingegnere, «così come nel manifesto e nel libretto che ci hanno consegnato. Ora dovrei passare a Ingegneria civile mi accettano solo tre esami. Mi secca dover perdere un anno». E giù applausi. «Avete detto che Cagliari e la Sardegna avevano bisogno di Architettura, ma come mai allora», chiede una studentessa, «le materie sono le stesse di Ingegneria? Non è che si tratta solo di una manovra?». Ancora applausi. Insomma anche i prof sono costretti ad ammettere che si tratta di disguidi fisiologici di una fase transitoria. Per gli studenti ora la speranza è che Ginesu riesca a far partire le specialistiche. Centinaia di studenti lo aspettano al varco.
Ennio Neri

Questionario e social

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