Lunedì 20 novembre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 novembre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 3 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 12
L’Istituto compie 140 anni: i Riformatori presentano un Programma di valorizzazione
«Così rinascerà l’Orto botanico»
Da Centro universitario a megaparco nel cuore della città
L’area è vasta circa sei ettari. Del circuito culturale farebbero parte anche l’Anfiteatro e l’Orto dei Cappuccini
Un nuovo percorso culturale in città, attraverso un’area di sei ettari che comprenda rovine e cunicoli del periodo romano, arbusti medicinali, piante rare od originarie di altri Paesi. Il parco nascerà, nelle intenzioni, sotto il colle di Buoncammino e a un passo dal Bastione di Santa Croce: fulcro di quest’area sarà l’Orto botanico, intorno a cui si svilupperà un circuito che comprenderà l’Anfiteatro e l’Orto dei Cappuccini. Un triangolo conosciuto come "Valle di Palabanda", che si spinge fino ai resti della Casa di Tigellio e a cui accedere pagando «un modesto contributo». l’idea La proposta, arrivata mercoledì scorso, giorno in cui l’Orto botanico compiva 140 anni (era stato inaugurato da Patrizio Gennari il 15 novembre 1866), nasce su iniziativa dei gruppi consiliari in Comune e nella Circoscrizione 1 dei Riformatori. Nel documento, firmato da Giorgio Angius ed Edoardo Falqui, capogruppo dei Riformatori in Consiglio Comunale e consigliere della prima Circoscrizione, si sottolinea come «l’area rappresenti il cuore della Cagliari romana, ricco di vestigia risalenti almeno al II secolo dopo Cristo e di interessanti cunicoli dalle molteplici utilizzazioni storiche che integrano questi tre grandi siti in un vero e proprio circuito». la storia L’orto botanico odierno nasce dopo due fallimenti: quelli del 1762 (aperto nel "Campu de su Rei", chiuse per ristrettezze finanziarie) e del 1804 (nei pressi di Via Eleonora D’Arborea, conosciuta ancora oggi come "Sa Botanica"). Il terreno nella valle di Palabanda fu individuato nel 1820: era un luogo ideale, vista la presenza di infrastrutture romane quali un sistema di cisterne e una vasca a trifoglio, un Calidarium (grotta Gennari) e un Libarium (pozzo romano). L’area, appartenuta ai Gesuiti fino al 1778, divenne prima un vivaio di gelsi, poi un vigneto. Nel 1794 fu abbandonata e trasformata in discarica perché il proprietario, l’avvocato Giovanni Cadeddu, fu scoperto organizzatore della "congiura di Palabanda", che voleva rovesciare il trono di Vittorio Emanuele I. Nel 1858 l’Università acquistò il terreno, nel 1862 iniziarono i lavori e nel 1874 l’orto poteva già vendere 193 piante: oggi, nei suoi 5,5 ettari si trovano circa duemila specie suddivise prevalentemente in tre settori: mediterraneo, tropicale e piante succulente. la proposta Quarantamila i visitatori annui di un orto che «ha rappresentato nei suoi 140 anni una meta di studio fondamentale per ricercatori di tutto il mondo e un punto di riferimento per il tempo libero dei cagliaritani, entrando a far parte del patrimonio della città», sostengono i Riformatori. Una cifra che «non può che crescere riorganizzando tutta l’area». Ecco allora la proposta, «aperta al contributo e alla firma di tutte le forze politiche». Tre i punti fondamentali: aiutare le Università di Cagliari e Sassari nelle spese di gestione degli orti, facendo pagare un biglietto esiguo. «Il Comune ha già stipulato una convenzione che prevede un contributo finanziario». Creare, per lo sviluppo turistico di Cagliari, il circuito "Valle di Palabanda", che comprenda l’Orto Botanico, l’Anfiteatro Romano, l’Orto dei Cappuccini e la Casa di Tigellio: «Un sistema visitabile con un biglietto unico e promosso nelle campagne di informazione turistica». Infine, fare in modo di consentire l’accesso da un sito all’altro utilizzando direttamente i passaggi storici.
Andrea Manunza
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 12
Brotzu. In fase di collaudo macchina per produrre il radiofarmaco
Passo avanti nella diagnosi dei tumori
Al Brotzu arriva il "Ciclotrone", la macchina che serve a produrre il radiofarmaco utilizzato per gli esami Pet (Positron Emission Tomography). Fino a ieri il radiofarmaco veniva importato dall’Austria; ora l’ospedale sarà in grado di produrlo autonomamente. Lo ha annunciato la direttrice di Medicina nucleare e del Centro Pet del Brotzu, Livia Ruffini, durante il corso di aggiornamento in "Fisica Medica: clinica, tecnologia e ricerca" rivolto a medici, infermieri e tecnici. «È un traguardo importantissimo - afferma la Ruffini -. L’ospedale non dovrà più dipendere da nessuno, risparmierà molto denaro e in futuro potrà fornire il radiofarmaco anche ai nuovi Centri Pet che sorgeranno nell’isola. L’obiettivo era diventare autosufficienti: oggi lo siamo». La macchina è ancora in fase di collaudo ? chiarisce la dottoressa Ruffini - e funzionerà a pieno regime da gennaio. L’inaugurazione ufficiale sarà a febbraio». Tra i relatori del corso, Alberto Del Guerra, direttore della Scuola di specializzazione in Fisica medica dell’Università di Pisa, lo scienziato inglese Steve Webb, guru della radioterapia, John Clark dell’Università di Cambridge e la sarda Paola Leone che lavora nel New Jersey ed è considerata una fuoriclasse della ricerca sulla terapia genica delle malattie neuro-degenerative. «L’esame Pet consiste nella somministrazione di un tracciante detto radiofarmaco ? ha spiegato Livia Ruffini -. Un monitor consente di visualizzare la distribuzione del liquido nell’organismo e ciò permette di fare diagnosi precoci di diversi tipi di tumori e l’Alzheimer».
Paolo Loche

 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Sassari
UNIVERSITÀ 
Ricercatori in assemblea 
SASSARI. La Flc-Cgil chiama a raccolta i propri iscritti dopo la decisione degli organi accademici dell’Università di sospendere i bandi di concorso per 19 ricercatori da inserire negli organici dell’ateneo cittadino. Oggi, alle ore 15,30, nei locali di via Rockfeller 35 ci sarà una riunione con tutti i docenti, i tecnici e gli amministrativi per valutare le iniziative da intraprendere.

Questionario e social

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