Lunedì 13 novembre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 novembre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 3 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e Il Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano Pagina 2
Giallo sui fondi per università e ricerca
Il Governo: 177 milioni in più. Mussi replica: erano già previsti
RomaArrivano con la Finanziaria più assunzioni di ricercatori nelle università e negli enti di ricerca, con l'obiettivo di evitare la «fuga di cervelli». I 177 milioni in più annunciati dal Governo sembrano una risposta all'appello di Rita Levi Montalcini contro i tagli agli atenei, e infatti la reazione della senatrice è positiva: «Se è così voterò la Finanziaria». Ma in serata la novità si tinge di giallo: quei fondi, dice il ministro dell'Università Fabio Mussi, erano già previsti e non risolvono il problema. I nuovi emendamentiIl governo arricchisce la manovra con una novantina di emendamenti, per un totale di 245 pagine che più che modificare le misure, ne aggiungono di nuove. L'attenzione è puntata sul futuro (la ricerca e l'università), sui giovani precari (le norme per l'assunzione e la riduzione dei contributi per gli apprendisti), sulle famiglie più disagiate (le bollette elettriche e le risorse per i non autosufficienti). Ma non manca un fiorire di micro fondi che arrivano per le più diverse esigenze locali: per costruire strade in Sicilia e per finanziare la Pedemontana Veneta, per il raddoppio della ferrovia Parma-La Spezia, o per finanziare la partecipazione italiana all'expo di Shangai. E anche norme per riservare il 50 per cento delle nuove assunzioni pubbliche ai precari, nonché misure per alleggerire le bollette elettriche di famiglie povere, anziani e handicappati. L'attenzione ai giovani, alla ricerca e all'università è evidente nel nuovo pacchetto di misure. Così arriva anche l'approvazione del premio Nobel Rita Levi Montalcini che aveva minacciato di non dare il proprio voto. «Molto bene, se è davvero così - ha detto la senatrice a vita - ritiro la minaccia di non votare la legge Finanziaria». La scienziata ha inoltre giudicato positivamente la decisione di mettere criteri meritocratici per l'assunzione dei ricercatori. Lavoro e ricercaI piani del governo prevedono un potenziamento dei ricercatori, ma anche una «stabilizzazione» di quelli già al lavoro. Le misure sono previste in più di un emendamento. Un piano straordinario arriverà per le assunzioni nelle università, un altro per gli enti di ricerca: nel complesso si stanziano 177,5 milioni. Cambieranno anche le regole di selezione: per l'università varranno i «titoli didattici» con un allineamento agli standard internazionali; per gli enti di ricerca «i pregressi rapporti di lavoro, i titoli scientifici e l'attività di ricerca svolta». Altre norme sono previste per evitare la fuga di cervelli e assumere «ricercatori, tecnologi e personale impiegato» degli enti di ricerca che hanno già vinto un concorso. Trasversale, tra ricerca e lavoro precario, è invece l'emendamento che riserva il 50 per cento delle nuove assunzioni ai dipendenti di enti di ricerca, di enti locali, di vigili del fuoco, polizia e agenzie fiscali al personale che ha avuto uno o più contratti di collaborazione (co.co.co) della durata di almeno un anno. il ministroMa dal ministro Mussi arriva una doccia fredda: «Non ci sono soldi aggiuntivi per l'università e la ricerca, dal momento che la somma di 177 milioni di euro era già prevista», dice commentando gli emendamenti presentati dal Governo. Nessun investimento aggiuntivo, dunque, ha precisato il ministro, sottolineando che «i 177 milioni di euro previsti dall'emendamento si compongono dei 140 per il Piano straordinario dei ricercatori delle università, previsto in un triennio fin dall'inizio in Finanziaria, e di un fondo aggiuntivo di 37,5 milioni previsto in un biennio per i ricercatori degli enti di ricerca, istituito dal ministero dell'Università e ricerca con riduzione sui capitoli del proprio bilancio». Si tratta, ha detto Mussi, «di una parte importante della manovra già prevista». Il ministro ha quindi precisato che resta «aperta la questione del taglio del 20 per cento dei consumi intermedi dell'università e degli enti di ricerca e degli effetti sugli enti di ricerca degli accantonamenti previsti dall'articolo 53, pari a 207 milioni».
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – Pagina 12
24 ore – altre notizie
Sanità: il professor Cagetti in pensione
Dopo oltre trent’anni di direzione (prima nel reparto di Patologia chirurgica e poi in Clinica chirurgica), lo scorso primo novembre il professor Marino Cagetti ha lasciato l’attività per raggiunti limiti di età. Gli succede alla direzione della Clinica chirurgica dell’ospedale San Giovanni di Dio (della Asl numero 8) il professor Alessandro Uccheddu, suo allievo. 
 
1 – Il Sardegna
Il fatto del giorno – Pagina 4
Cagliari e Sassari. I rettori: la ricerca è sacrosanta, non si dimentichino però le spese ordinarie
Atenei scettici sulla manovra: ok la scienza, ma ci serve la luce
Mistretta: per bollette e pulizie abbiamo sei milioni in meno. C'è bisogno anche di questo
Troppo realisti per non essere cauti, troppo navigati per cantare già vittoria. L'emendamento alla Finanziaria che dà 140 milioni di fiato alle università italiane, i magnifici rettori sardi lo vogliono leggere nel testo definitivo della manovra, quello che sarà approvato dal Parlamento. I problemi di bilancio sono per gli atenei cagliaritano e turritano una realtà tale «che non possiamo permetterci di affidarci al ping pong della politica», puntualizza da Sassari Alessandro Maida. Così i rettori preferiscono non farsi illusioni. Per di più, «se l'emendamento è una concessione che l'esecutivo ha fatto alla Montalcini», osserva da Cagliari Pasquale Mistretta, «allora sicuramente si daranno incentivi alla ricerca avanzata e non a quella di base, che viene portata avanti in università come la nostra». Studi e lavori «sacrosanti, per carità», ci tiene a sottolineare il magnifico. Ma anche anni luce distanti dalle esigenze di Cagliari. Che non sa come «pagare le bollette, il milione di euro per pulire aule e laboratori, per dare uno stipendio ai portinai».
I fondi che il piano straordinario prevede di assegnare nei prossimi tre anni (complessivamente 177,5 milioni, 140 per le assunzioni in università, 37,5 per gli enti di ricerca) non faranno per il momento tirare un sospiro di sollievo neppure ai quattrocento precari che lavorano all'università di Cagliari e che il rettore, mettendosi una mano sul cuore («Mi dispiace ma i contratti a tempo determinato sono quelli più a rischio», aveva dichiarato i giorni scorsi), aveva messo nella lista nera nel caso in cui fosse stato costretto a tagliare. La maggior parte di loro lavora nell'amministrazione, non fa ricerca, per questo e nonostante il nuovo piano straordinario restano in bilico. Ad essere puntigliosi poi, 140 milioni per le università non sono così tanti, prosegue ancora l'ingegner Mistretta. «Posto che le università in Italia sono 72, alcune più importanti che riceveranno di più e altre meno, ci spetteranno circa due milioni di euro a testa». Spiccioli nei confronti dei sei milioni che sono stati tagliati nei finanziamenti ordinari statali tra quest'anno e l'anno scorso. Se per il rettore sassarese l'unica strada percorribile è quella che anche la Regione «faccia la sua parte e ci sia più vicina, ora che Roma ci sta lasciando più autonomi», il rettore di Cagliari adotta una filosofia più confuciana. Il rigore, la necessità di stringere la cinghia servono, sostiene lui. «Sono molto preoccupato, ma magari è la volta buona». Vivere in ristrettezze può essere l'occasione «per cambiare la mentalità del Paese ». Da sempre, conclude Mistretta «viviamo aspettando i trasferimenti statali. Dobbiamo capire invece che nulla è dovuto e tutto va conquistato».
C.FR.

Questionario e social

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