Giovedì 2 novembre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 novembre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cronaca di Cagliari
Prestigioso riconoscimento
Maria del Zompo è la prima italiana ai vertici dell’Ispg
La studiosa cagliaritana nel direttivo dell’Istituto internazionale di genetica psichiatrica
Maria Del Zompo: viene da Cagliari la prima donna italiana a salire ai vertici della Società internazionale di genetica psichiatrica. La psicofarmacologa cagliaritana, che da un anno è anche prorettore dell’Università di Cagliari, è entrata a far parte del prestigioso Ispg su decisione del Comitato direttivo che l’ha cooptata per acclamazione a conclusione del XIX Congresso mondiale di genetica psichiatrica, che si è svolto in città (e per la prima volta in Italia) con la partecipazione di oltre mille studiosi. È stato il presidente della prestigiosa istituzione, Ming Tsuang, dopo aver annunciato che il prossimo Congresso si terrà a New York dal 7 all’11 ottobre 2007, a invitare la professoressa Del Zompo a una riunione del Direttivo, chiedendole di accettare la proposta d’ingresso nel Comitato esecutivo come membro effettivo. «Il vostro invito - ha detto Del Zompo - significa che la comunità scientifica apprezza il lavoro del nostro gruppo di farmacologia e ne premia i risultati». Maria Del Zompo, 55 anni, nata a Cagliari da una famiglia originaria di San Benedetto del Tronto, dirige da quattro anni il centro di Psicofarmacologia clinica (sezione di Farmacologia clinica) del Dipartimento di Neuroscienze «B.B. Brodie» dell’Università di Cagliari. Nutrito il suo curriculum: in passato ha lavorato alla Biological psychiatry branch, National institute of mental health a Bethesda, negli Usa, diretto da Robert M. Post, cinque anni fa ha avuto l’incarico della Regione Sardegna (assessorato della Sanità) di responsabile dell’Unità di valutazione Alzheimer, nel 2002 è stata nominata direttore della Scuola di specializzazione in Farmacologia, mentre da tempo è responsabile del Centro per lo studio e la terapia delle cefalee primarie e responsabile delle segreterie scientifiche di due Comitati etici. La sua attività di ricerca si è concentrata sulle neuroscienze cliniche, studi di genetica molecolare delle malattie complesse, studi di associazione di geni candidati con alcune malattie neuropsichiatriche, disturbo bipolare. Fra i suoi progetti di ricerca, si ricordano: The sardinian affective disorder and schizophrenia study, svolto in collaborazione con il laboratoire de Genetique moleculaire de la neurotransmission e des processus neurodegeneratifs, Cnrs, Hopital de la Pitiè Salpetriere di Parigi; Geni di suscettibilità nella schizofrenia deficitaria: studio di associazione con geni candidati (DRD2, GDNF, NRG1); e infine Emicrania: educazione Sanitaria, analisi dei costi diretti e indiretti e impatto delle terapie farmacologiche sulla qualità della vita di pazienti, epidemiologa genetica dell’emicrania in Sardegna.
 
2 – L’Unione Sarda
Cultura – Pagina 65
Fra quei codici c’è la storia dell’Isola
La mostra organizzata a Cagliari dalla Deputazione di storia patria della Sardegna e aperta nel palazzo del rettorato fino al 16 novembre
I volumi più pregiati della mostra Un’isola e la sua storia sono i Codici diplomatici di Pasquale Tola nelle edizioni torinesi del 1861 e del 1868 stampati nella collana "Monumenti di storia patria". I due grandi tomi sono stati recuperati qualche anno fa in un mercato antiquario dalla presidente della Deputazione di storia patria per la Sardegna, Luisa D’Arienzo e oggi sono esposti al pubblico nel palazzo del rettorato dell’Università di Cagliari. La Deputazione festeggia un secolo di attività editoriale rispolverando i titoli più significativi della sua produzione allestiti in una cornice eccezionale: la Collezione "Luigi Piloni" e le sale dell’ex seminario settecentesco ora sede della biblioteca universitaria. Tra i dipinti di Michele Cavaro e Antioco Mainas, tra antiche carte geografiche, tempere e tappeti, si incastonano 14 vetrine con riviste e volumi dati alle stampe a partire dal 1905. Gli ottocenteschi Codici del Tola rappresentano invece una sorta di premessa all’attività della Deputazione isolana che prende avvio appunto agli inizi del Novecento. È il primo contributo sardo alla ricerca sulle patrie memorie avviata nel 1833 da Carlo Alberto di Savoia con l’istituzione della Deputazione regia. Un contributo non del tutto superato per chi si avvicina alle fonti sulla Sardegna medievale e giudicale. La stessa teca del Tola non a caso contiene anche il Codex Diplomaticus Ecclesiensis di Carlo Baudi Di Vesme, unica edizione del celebre "Breve" di Villa di Chiesa, raccolta medievale di leggi del comune di Iglesias. L’importante documento trecentesco svela tra l’altro le più antiche disposizioni finora conosciute sullo sfruttamento delle miniere, dall’organizzazione del lavoro alle tecniche di estrazione, dagli aspetti finanziari alla delimitazione delle proprietà. Il "Codex" del Baudi di Vesme trovò ospitalità nei "Monumenti di storia patria" nel 1877. L’attività editoriale della Deputazione sarda, inizialmente denominata Società storica sarda, raccolse questa eredità e proseguì la ricerca con due testate: la rivista "Archivio storico sardo" edita dal 1905 e la collana "Biblioteca storica sarda" nata nel 1907. Sino a oggi si contano almeno cento titoli, alcuni vere pietre miliari per chi si occupa di storia dell’isola. Nelle sale dell’ex seminario cagliaritano sono esposti i primi numeri originali della rivista. Scorrendo gli indici si incontrano gli interventi di Arrigo Solmi, Enrico Besta, Antonio Taramelli, Max Leopold Wagner. La biblioteca della Deputazione ha superato due guerre mondiali, ha subito almeno quattro trasferimenti, dall’Archivio di Stato di Cagliari al palazzo di via Università, dalla sede di via Corte d’Appello all’attuale di via Cadello. «Alcuni numeri di "Archivio storico" sono stati salvati in extremis prima del macero», racconta D’Arienzo, «altri volumi della nostra collana trovati per caso da qualche antiquario». Come la Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo di Dionigi Scano stampata nel 1907 o Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medio Evo di Arrigo Solmi del 1917. Dello stesso Solmi e di Enrico Besta non può essere dimenticata l’edizione dei condaghes, registri patrimoniali dei monasteri, di San Nicola di Trullas e di Santa Maria di Bonarcado, pubblicata dalla Deputazione nel 1937. Passando per il progetto di ricerca sui parlamenti sardi iniziato nel 1953 da Alberto Boscolo, si giunge alle iniziative più recenti della Deputazione come la mostra sulle medaglie pontificie e sulla Sardegna nei giubilei allestita nella Biblioteca apostolica vaticana o il monumentale volume sulla presenza degli italiani in Portogallo al tempo di Colombo. Adesso l’impegno della Deputazione è proiettato sulla ricostruzione della documentazione sarda di età giudicale e pisana custodita nelle pergamene degli archivi toscani. I primi risultati della ricerca sono già disponibili negli ultimi numeri della rivista. La mostra sarà aperta sino al 16 novembre, tutti i giorni (esclusi sabato e domenica) ore 10-13, il martedì e il giovedì 16-18,30.
Walter Falgio
 

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
CONGRESSO DI PSICHIATRIA 
Disturbi mentali, i cinquant’anni del litio 
Vecchie e nuove frontiere nella giornata finale del convegno mondiale 
CAGLIARI. Schizofrenici, depressi e affetti da disordine bipolare potranno tirare un piccolo sospiro di sollievo. Infatti, per avere un farmaco su misura, con minimi effetti collaterali e quindi più efficace, sarà sufficiente un prelievo di sangue. La novità è rivoluzionaria: dalla goccia di sangue potrà essere eseguita la mappatura del corredo genetico del paziente. Un’operazione che fornisce notizie dettagliate e utili sul tipo e sulla dose del farmaco da somministrare. La genetica e le immagini del cervello è stato un tema che ha richiamato molta attenzione al Congresso internazionale di genetica psichiatrica che si è chiuso ieri a Cagliari. Ne ha parlato James Kennedy, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Toronto, primo relatore dello specifico simposio. Kennedy non ha dubbi: «Il paziente va dallo psichiatra e, oltre alla consueta intervista clinica, viene eseguito un prelievo di sangue. Il campione viene messo in una macchina chiamata dnachip. Quel che vi si legge è la mappatura del corredo genetico: un quadro che dà indicazioni accurate su quale può essere il farmaco più adatto, efficace e soprattutto con minori effetti collaterali per il soggetto». Il professor Kennedy ha illustrato, fra l’altro, un lavoro sulla farmacologia degli antipsicotici. «Un paziente schizofrenico assume farmaci antipsicotici che hanno come effetto collaterale più comune l’aumento di peso e l’insorgere del diabete. Con il dnachip si potrà interrogare il corredo genetico personale e stabilire quali pazienti sono più suscettibili a sviluppare questi effetti collaterali». Si tratta di una evoluzione della materia tanto che alcune case farmaceutiche stanno già investendo su questa realtà. Kennedy ha poi parlato di depressione: «A Toronto abbiamo identificato un gene che può predire l’insorgenza di effetti collaterali indotti da farmaci antidepressivi. Circa il 5% dei pazienti vittime della depressione può subire una rapida transizione verso episodi maniacali a seguito dell’assunzione del farmaco». Lo scienziato canadese ha spiegato che «il test genetico ci consente di prevedere chi più verosimilmente può presentare questo effetto collaterale. E in base a questa indicazione possiamo cambiare il tipo di farmaco».
Al congresso si è parlato anche di litio, utilizzato da 50 anni per la cura del disturbo bipolare. Il litio è un farmaco rappresenta la frontiera terapeutica più efficace per un male che affligge dall’uno al quattro per cento della popolazione dei paesi industrializzati. Sulle terapie adatte a fronteggiare il male sinonimo di depressione e mania, si è discusso nel corso del meeting tematico tenuto da Martin Alda. Il professor Alda, formatosi all’Università di Praga, da 20 anni è uno dei componenti più autorevoli del Collegio di ricerca dei disturbi mentali della McGill University (Montreal). «Il trattamento standard per il disturbo bipolare è il litio. Il farmaco, se assunto costantemente per anni, permette un ritorno ad una vita non condizionata dagli episodi di depressione e mania. Il litio in Italia è stato introdotto mezzo secolo fa ed Alda ha sottolineato che «il disturbo bipolare non può ancora essere guarito ma solo curato. Per cui, il problema di assumere il farmaco per tutta la vita è necessario e opportuno». In assenza di un rapido intervento di disturbo bipolare si muore: «chi soffre di questo disturbo, se non curato adeguatamente, ha un tasso di mortalità due e anche tre volte superiore a quello della popolazione in generale. Una delle cause di maggiore mortalità è il suicidio ma - ha spiegato Alda - fra le cause compaiono anche un alto numero di infortuni di vario genere. Ad esempio, i problemi cardiovascolari e l’embolia polmonare. Viceversa nei pazienti che assumono litio regolarmente la mortalità rientra nella media».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
RICONOSCIMENTO 
Maria Del Zompo ai vertici della Società di genetica psichiatrica 
CAGLIARI. La psicofarmacologa Maria Del Zompo, direttore della Sezione di farmacologia clinica dell’Università di Cagliari, è la prima italiana ad entrare nel vertice della Società internazionale di genetica psichiatrica (Ispg). Il Comitato direttivo l’ha cooptata per acclamazione, a conclusione del XIX Congresso mondiale di genetica psichiatrica che si è svolto a Cagliari e per la prima volta in Italia (il prossimo si terrà a New York dal 7 all’11 ottobre 2007). E’ stato il presidente dell’Ispg, lo scienziato Ming T.Tsuang, a invitare la professoressa Del Zompo a una riunione del direttivo (riunito a Cagliari in occasione del congresso che ha visto il confronto di mille studiosi) chiedendole di accettare la proposta d’ingresso nel Comitato esecutivo come membro effettivo. «Il vostro invito - ha detto Del Zompo - significa che la comunità scientifica apprezza il lavoro del nostro gruppo di farmacologia e ne premia i risultati». Maria Del Zompo, 55 anni, nata a Cagliari da una famiglia originaria di San Benedetto del Tronto, dirige il Centro di psicolfarmacologia clinica del Dipartimento di neuroscienze «B.B. Brodie» dell’Università di Cagliari. In passato ha lavorato alla «Biological psychiatry branch», nel National institute of mental health, diretto negli Usa da Robert M.Post. Nel 2001 ha avuto l’incarico della Regione Sardegna di responsabile dell’Unità di valutazione alzheimer (Uva). Nel 2002 è stata nominata direttore della Scuola di specializzazione in farmacologia. Da molti anni è responsabile del Centro per lo studio e la terapia delle cefalee primarie e del Centro di psicofarmacologia clinica dell’Università di Cagliari. L’attività è documentata in 17.600 visite ambulatoriali per esterni o richieste dai reparti e 846 accessi in day hospital durante il 2002. Del Zompo è responsabile delle segreterie scientifiche di due Comitati etici. La sua attività di ricerca è stata rivolta, come in passato, al campo delle neuroscienze cliniche, studi di genetica molecolare delle malattie complesse, studi di associazione di geni candidati con alcune malattie neuropsichiatriche, disturbo bipolare. Nel luglio 2005 Maria del Zompo è stata nominata pro-rettore dal rettore dell’Università di Cagliari. E’ stata lei, su richiesta dell’Associazione internazionale di genetica psichiatrica, a organizzare il quattordicesimo congresso di questa specialità che va acquistando sempre maggiore importanza nel mondo medico-scientifico. Molti gli ostacoli (di natura operativa ed economica) che è stato necessario superare per la realizzazione del convegno. Come presidente del congresso, la Del Zompo ha limitato la quota d’iscrizione, consentendo così la partecipazione di molti ricercatori giovani di ogni parte del mondo; è andata incontro alle esigenze di aree normalmente assenti dal contesto internazionale a causa di ragioni soprattutto economiche, politiche e burocratiche, favorendo così la partecipazione di paesi quali la Croazia, l’Ungheria, la Russia, Cuba. Per la prima volta si è presentata al congresso internazionale anche una delegazione cinese. E per Cagliari e il suo hinterland il congresso è stato anche un avvenimento economico: per circa una settimana è stata esaurita l’intera capacità ricettiva alberghiera, bed&breakfast compresi.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Università
Agraria in prima linea contro la desertificazione 
SASSARI. Mentre il Wwf lancia l’allarme sul degrado a ritmi forsennati degli ecosistemi naturali nel mondo, l’Europa investe risorse impressionanti nel campo della cooperazione internazionale. Solo per l’ultimo intervento ha stanziato la somma di oltre 70 miliardi di euro, ma cifre importanti sono state messe a disposizione nei settori della ricerca e dell’innovazione destinati all’alimentazione, alla gestione delle acque e all’ambiente.
L’università di Sassari ha centrato gli obiettivi nei progetti che le sono stati sinora affidati raggiungendo, a unanime riconoscimento, posizioni di eccellenza.
 Istruttiva conferenza, martedì scorso, al Rotary club Sassari Nord, relatore il professor Giuseppe Enne, fondatore e direttore del Nucleo ricerca desertificazione della facoltà di Agraria dell’ateneo cittadino.
 Docente di prima fascia in Scienze zootecniche e Impatto ambientale, a metà degli Anni Cinquanta, fu protagonista di una trovata senza precedenti: trasferire le pecore sotto il duomo di Milano quando la pecora era ancora considerata risorsa di trogloditi. Poi sappiamo tutti com’è andata: da 850 mila, il numero degli ovini-caprini nell’isola è rimbalzato a poco meno di 4 milioni di capi, oltre all’exploit come prodotto di consumo di tutto rispetto. Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, Enne fa parte del comitato di valutazione per la ricerca della Ue ed è coordinatore di numerosi progetti operativi di ricerca nazionali e internazionali.
 Ma torniamo alla cooperazione. Il programma europeo mira ad accorpare le risorse onde garantire la sicurezza alimentare nel mondo attraverso un’organica serie di progetti che danno corpo alla cooperazione strategica. «Sassari - ha affermato Enne - è uno dei riferimenti mondiali nel campo dell’alimentazione». A parte questo, l’università di Sassari ha un ruolo rilevante nel progetto Meda, destinato ai Paesi nordafricani che gravitano nell’area del Mediterraneo. Obiettivi indispensabili: aiutare i ricercatori, le imprese e le organizzazioni di ricerca europei in maniera che possano accedere ai finanziamenti, che verranno concessi alla condizione che ai progetti abbiano partecipato almeno due o tre nazioni. Meda è nato dalla conferenza di Barcellona del 1995 (si concluderà nel 2010) ed è il principale strumento di cooperazione economica e finanziaria a sostegno delle piccole e medie imprese e per la ricerca di nuovi posti di lavoro.
 L’area di interesse è vastissima, considerato che i Paesi coinvolti sono Algeria, Egitto, Israele, Libano, Giordania, Marocco, Siria, Territori palestinesi, Tunisia e Turchia. In sei anni (2000-2006) sono stati investiti 5 milioni e 350 mila euro.
 Altro progetto in cui è parte attiva l’università di Sassari è lo Smap II, che si propone l’obiettivo di mitigare la desertificazione in diversi Paesi arabi. Nello Smap III, invece (i risultati di eccellenza premiano), l’ateneo turritano ha il compito di coordinare lo studio sul problema della “costalizzazione”, tema particolarmente cruciale nella zona di Porto Said in Egitto. «L’Africa si spopola - ha spiegato Giuseppe Enne - perché la gente si riversa in massa lungo le coste, dove vivere è meno problematico». Costante, infine, la presenza dell’università sassarese nei programmi Interreg.
 “Nemo propheta in patria”, ha concluso Enne, ricordando che, nonostante il lavoro (e i riconoscimenti) dell’università di Sassari, la Regione ha scelto non solo di non avere un ruolo nel programma della Ue, ma neppure di interpellare i suoi docenti sui programmi ambientali dell’isola. «Prova ne è il fatto - ha sottolineato - che effettuiamo in Egitto gli studi sulla costalizzazione per poi magari applicarli da noi. Resta la consolazione che Sassari brilla nel panorama europeo e africano e questo non può che essere motivo di vanto per tutti».
Francesco Vacca 
 
1 – Il Sardegna
Grande Cagliari - pagina 24
Università. Quest’anno solo 5.126 iscrizioni, nel 1998 erano state 6.378
Emorragia di matricole in ateneo
attivare nuove lauree non basta
Su oltre 36mila studenti, appena poco più di 14mila sono in regola con gli esami del corso
Un numero sempre maggiore di corsi attivati e una quantità sempre minore di neodiplomati che decide di tentare la carriera universitaria. Il primo dato ad emergere nelle nuove tendenze dell’ateneo cagliaritano è senza dubbio l’enorme divario tra un’offerta formativa sempre maggiore e diversificata per ogni facoltà, e la diminuzione, quasi a picco, del numero delle immatricolazioni. Una situazione che si fa sempre più desolante col passare del tempo: per l’anno in corso sono state 5.126 le domande di immatricolazione pervenute alle segreterie studenti, su un totale di 36.847 iscritti. Di questi solo in 14.291 appartengono alla categoria, ormai quasi in estinzione, degli studenti regolari nel loro corso di studi. A dominare la classifica dei corsi più gettonati è Scienze giuridiche, con 584 nuovi studenti. Al secondo posto si piazza Scienze dell’economia e della gestione aziendale, che per il 2005/2006 ha contato 515 nuove reclute. Seguono Scienze politiche e delle relazioni internazionali, Lettere, Scienze e tecniche psicologiche, rispettivamente con 269, 265 e 232 matricole. Se la scelta del corso di studi si mantiene su dati da sempre costanti, balza subito agli occhi invece l’enorme differenza con gli anni precedenti per quanto riguarda il numero delle immatricolazioni. Nella sessione 1998/99 erano stati 6.378 gli studenti che dopo il diploma avevano scelto la strada dell’università scegliendo tra i 51 corsi di laurea a disposizione. Passa appena un anno e già si intravede un’emorragia di ben 290 immatricolazioni su un totale di 39.857 iscritti. Intanto i corsi salgono a 53. Le cose non sono andate meglio durante l’anno accademico 2003/2004 quando si è registrata non solo una netta diminuzione delle immatricolazioni, ma anche del totale degli studenti iscritti. A entrare nel mondo universitario stati 4.750 studenti, il minimo storico dal 2000. Il conto è fin troppo facile: in sette anni il polo universitario di Cagliari ha perso 1.628 potenziali dottori. Intanto il numero dei corsi, frutto della riforma scolastica, è balzato a 75. Un dato eccezionale? Niente affatto se confrontato con la media nazionale diffusa questa settimana dall’Istat. Secondo l’istituto di statistica nel resto della penisola si registra un calo del 4,5 per cento delle immatricolazioni. Per la precisione, l’anno scorso si sono iscritti all’università 332mila giovani, 16mila in meno rispetto all’anno scorso. Il capoluogo non smentisce.
Silvia Casula
 
Vince Scienze giuridiche
A dominare la classifica delle preferenze degli studenti è il corso di laurea in Scienze giuridiche con 584 matricole. Seguono Scienze dell’economia e della gestione aziendale (515 nuove iscrizioni), Scienze politiche e delle relazioni internazionali (269), Lettere (265) e Scienze e tecniche psicologiche (232).
 
2 – Il Sardegna
Grande Cagliari - pagina 25
I progetti. Mistretta punta all’incremento della ricerca in aree di sicuro rientro economico
«Con informatica e biomedicine atireremo più soldi e studenti»
Occhi puntati sul policlinico di Monserrato dove nascerà l’azienda mista con la Asl 8
Per il quindicesimo anno consecutivo sulla poltrona più ambita di via Università prenderà comodamente posto Pasquale Mistretta. L’ormai “eterno Magnifico” è giunto al sesto mandato dopo aver sconvolto a suon di modifiche lo statuto accademico. E come ha annunciato all’ultima conferenza stampa non si arrende e punta a limitare la dispersione degli studenti e all’incremento dell’attività di ricerca, privilegiando aree di sicuro rientro economico come l’informatica e le biomedicine. In questi anni Mistretta ha puntato dritto alle domande del mercato aprendo a big delle multinazionali come Mario Polegato della Geox calzature e Jean Pierre Sommadossi, il presidente della Idenix, il colosso farmaceutico americano. E se i suoi detrattori gli rimproverano il cattivo funzionamento democratico del Senato accademico e la mancanza di programmazione nella qualità dell’istruzione e della ricerca, il fiore all’occhiello della sua gestione resta il boom dell’edilizia universitaria, con in testa il policlinico di Monserrato. È lì che convergerà il nuovo obiettivo del Rettore: l’azienda mista ospedaliero-universitaria.
L’approvazione del piano sanitario regionale non è ancora arrivata ma forse già da gennaio tutta l’attività didattica e di ricerca della facoltà di Medicina si svolgerà nelle nuove aule del Policlinico di Monserrato. Nella nuova struttura - che sta per essere raddoppiata - opereranno inoltre quasi tutte le cliniche universitarie cagliaritane. L’altra novità dell’anno accademico è il piano contro la dispersione universitaria. Considerato che il 18 per cento delle matricole abbandona gli studi prima di arrivare alla laurea, l’Università ha stanziato 180mila euro per un programma d’orientamento insieme all’ufficio scolastico regionale, volto a consentire alle matricole di conoscere meglio i corsi di studio, le attività integrative e le nozioni da acquisire mediante le discipline integrative. Ovvero tutti quei saperi necessari per iniziare il percorso di studi al meglio, beneficiando dell’assistenza di un tutor. Ma Pasquale il Rettore non si ferma certo qui. E affacciandosi dal Bastione del Balice, mira viale La Playa dove sorgerà il futuro Campus universitario.
Ennio Neri
 
La scheda
Il rettore in politica
Pasquale Mistretta, urbanista cagliaritano originario del quartiere di Castello, siede sulla poltrona principale di Palazzo Belgrano dal 1991, quando subentrò a Duilio Casula. Quindici anni spesi per l’ateneo cagliaritano, durante i quali tuttavia il Magnifico rettore ha trovato anche il tempo di sfidare Emilio Floris nella corsa per il sindaco nel 2001, guidando le liste del centrosinistra in Consiglio comunale. In questi anni l’Università di Cagliari ha conosciuto significative svolte come la riforma universitaria, la rivoluzione digitale e l’apertura dell’Ateneo alla ricerca, con un occhio particolare alle dinamiche del mercato.
 
Il diciottesimo ateneo del mondo
Nella "Graduatoria di Shanghai", la classifica che annovera le prime cinquecento Facoltà al mondo, l’università cagliaritana si conferma al diciottesimo posto. Mantiene «stabile» la posizione, ottenuta sulla base della qualità della formazione e degli investimenti nella ricerca.

Questionario e social

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