Lunedì 16 ottobre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 ottobre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

 
 
L’Unione Sarda
Pagina 50 – Provincia di Oristano
Oristano. Debole risveglio culturale stimolato dalla recente presenza dell'università
Istruzione in città, voto cinque e mezzo
In crescita laureati e diplomati, alto l'abbandono scolastico
Il livello è in crescita ma restano 218 analfabeti e sono 2.318 le persone che a malapena sanno leggere e scrivere
 
Più di tremila sono i laureati e quasi novemila hanno un diploma in tasca. Ci sono anche, in questa città, 218 analfabeti, ufficialmente tali. Trentacinque frequentano i corsi serali "educazione per gli adulti" che dalla media numero 4 sono stati trasferiti al liceo "De Castro". Versione aggiornata del "non è mai tropo tardi". Nel complesso mondo dell'istruzione rappresentano ormai la marginalità, lo 0,7 per cento della popolazione oristanese, un dato che però in provincia sale all'1,5. Vecchietti, con qualche eccezione, che si limitano a mettere una firma per ritirare il più delle volte la pensione e, forse, leggere qualche riga. Le statistiche annotano anche 2.318 «alfabeti senza titolo», persone che a malapena sanno leggere e scrivere e che magari si sono fermate negli anni che furono alla quarta elementare. Oppure che non hanno mai frequentato un giorno di scuola, autodidatti quindi. Nel picco più alto dell'istruzione si collocano invece i 3.194 laureati che nel periodo che va dal 2001 al 2004 sono cresciuti dell'1,4 per cento. È aumentato invece del 2,8 per cento il numero dei diplomati, 9.128 complessivamente. I dati dell'istruzione in città dicono anche di 9.128 con licenza media e 5.996 dalla scuola elementare. Complessivamente niente di che con qualche isola di particolare criticità, è il parere generale che il confronto con gli altri tre capoluoghi di provincia conferma. «Complessivamente ?annotano gli esperti che hanno elaborato il piano socio economico di Oristano- il livello di istruzione della città è il più basso , con una situazione molto simile a quella di Nuoro mentre è evidente- e anche scontata- la supremazia di Cagliari». Fatto sta che l'incremento di Oristano dal 1991 al 2004 è stato mediamente più contenuto rispetto agli altri capoluoghi. «I dati ci penalizzano, il numero degli studenti che concludono con la laurea- sottolinea Guido Tendas, dirigente dello storico Liceo De Castro- è ancora troppo basso. Anche se, almeno per quel che ci riguarda, le basi solide permettono a tanti di vincere concorsi e trovare comunque un'occupazione. Comunque Cagliari e altre città sedi di universitarie la fanno un po' da padrone». Un fenomeno innegabile, comunque attutito negli ultimi anni dalla presenza del Consorzio Uno, sede staccata per alcuni corsi universitari. Ottocentocinquanta iscritti nei sei corsi, il 60 per cento di Oristano e provincia. "L'istituzione ?sottolinea il responsabile Carlo Aimerich- è consolidata nella provincia, è strumento di orientamento e di istruzione superiore». Molti ci provano ma tanti ancora lasciano a metà, non solo all'università. «Il fenomeno della dispersione scolastica ? è il parere di Pino Ciulu, sindacalista della Cisl- qui è abbastanza alta. Si sta lavorando ma per combatterla davvero servono forse meno convegni e sicuramente più atti concreti. Bisogna fare opera di prevenzione, finirla con tagli degli organici, dare più insegnanti di sostegno. L'Università a Oristano? Penso che Cagliari e Sassari continuano a accentrare un po' troppo». Per sollevare il livello tutti devono fare di più, studenti compresi.
Antonio Masala
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 54 – Sassari
Un genio dell'architettura
È considerato uno dei più geniali urbanisti dei nostri tempi. Ricardo Bofill, 67 anni, laureato alla facoltà di Architettura dell'Università di Barcellona, da quarant'anni firma le opere più importanti da un capo all'altro del mondo. Studi per la pianificazione di città, grandi infrastrutture per il trasporto pubblico (porta la sua firma l'aeroporto di Barcellona) parchi e giardini, teatri, hotel e biblioteche. Un curriculum lungo chilometri con progetti avviati in Europa, Stati Uniti e Asia. Tra gli ultimi lavori, il villaggio globale delle Nazioni Unite a Dakar, il recupero di una zona agricola e industriale di Shanghai per destinarla al turismo ecologico, la marina di Tarragona, il parco di Manzanares di Madrid, il porto di Bari e la stazione di Bologna. A New York ha contribuito a riqualificare la zona nord del Central Park, a Bogotà, in Colombia, ha disegnato il barrio Casablanca, mentre a Varsavia ha firmato Port Prassi, il porto fluviale con il recupero di antiche aree industriali. Un professionista conosciuto a livello planetario, insomma, che ha sempre dimostrato di saper operare in armonia con le diverse culture. «Un grande maestro - sottolinea il sindaco Marco Tedde - che aiuterà i nostri tecnici a avere una visione globale e internazionale della città». (c. fi.)
 
 
Alghero. Sarà il regista del piano strategico comunale che consegnerà il nuovo centro
 La Riviera del futuro secondo Bofill
Il grande urbanista spagnolo chiamato a ridisegnare la città
La parola d'ordine è osare, «progettare strutture che facciano riconoscere la Riviera a livello internazionale per i prossimi 200 anni».
 
Palazzi avveniristici, un porto attrezzato e piccoli alberghi di stile. L'architetto spagnolo Ricardo Bofill di idee per il futuro di Alghero ne ha davvero tante. La parola d'ordine è osare, «progettare strutture che facciano riconoscere la Riviera a livello internazionale per i prossimi duecento anni», spiega il sindaco Marco Tedde, entusiasta della collaborazione che l'Amministrazione è riuscita a ottenere con uno dei più famosi urbanisti del nostro secolo. Sarà sua la regia del Piano strategico della città di Alghero, un percorso condiviso insieme alle forze sociali, economiche, culturali e politiche, chiamate a portare suggerimenti e spunti per disegnare la città del 2020. Insieme a Bofill, parteciperanno alla redazione dello strumento urbanistico, finanziato con le risorse contenute nel fondo per le aree sotto utilizzate, la facoltà di Architettura e un gruppo di lavoro della società Avventura urbana, che ha già collaborato alla redazione del Piano strategico di Torino. L'architetto spagnolo, nei giorni scorsi, ha voluto conoscere la città: «prima in elicottero - racconta il sindaco Tedde - per avere una visione d'insieme, poi l'ho accompagnato a piedi, per le vie del centro storico, tra i palazzi antichi e le torri. Infine le spiagge e le scogliere». Alla fine il guru dell'architettura mediterranea ha svelato la sua ricetta per catapultare la Riviera in una dimensione più internazionale: opere coraggiose, meno folclore e soprattutto, non avere paura delle altezze. Al Lido San Giovanni, per esempio, la serie di caseggiati bassi e di mediocre qualità edilizia che si affaccia sulla spiaggia, a sentire Bofill, potrebbe essere abbattuta per creare uno skyline, una nuova visione dell'orizzonte artificiale. «Non proprio grattaceli - tiene a sottolineare Tedde - ma sicuramente edifici di grande impatto visivo». Un ritocco al panorama l'architetto lo vedrebbe bene anche nella parte interna della città, in prossimità di via Giovanni XXIII. I proprietari degli stabili potrebbero essere incoraggiati a riqualificare le loro abitazioni in cambio di un aumento della volumetria. «E poi alberghi-boutique, continua il sindaco, localizzati in palazzi di pregio, arredati in stile». Hotel che possono essere moderni o storici, centrali o di periferia, ma tutti garantiti per la qualità dei servizi e lo charme. Un disegno ambizioso che, assicurano dal Comune, non sarà destinato a rimanere nel libro dei sogni. Martedì e mercoledì intanto, proseguiranno gli incontri per la definizione del piano strategico con una serie di forum tematici che prenderanno spunto da quattro argomenti: Alghero città ambientale, Alghero città della conoscenza, Alghero città della cultura e dell'identità, Alghero città della produzione e degli scambi. Saranno questi i contenuti in programma nella sala Siotto di via Marconi e sui quali sono invitati a dire la loro gli attori economici, culturali e sociali che hanno aderito all'iniziativa.
Caterina Fiori

 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Attualità
Dalla tradizione alle innovazioni: il percorso di uno studio di etnomusicologia di una giovane di Nurachi
Così le note dei nuragici diventano tesi di laurea
 
CAGLIARI. Attualmente i musicisti dell’orchestra “Cuncordia a Launeddas” sono dieci. Questi i loro nomi, in ordine alfabetico: Antonio Fanari di Gonnoscodina, i fratelli Gigi e Giampaolo Lallai di Cagliari, Gianfranco Meloni di Muravera, Giulio Pala di Torpè, Francesco Sìrigu e Ignazio Francesco Spanu di Cagliari, Dante e Roberto Tangianu (padre e figlio) di Triei e Ignazio Zucca di Mogorella. Zucca è il presidente del gruppo, mentre Meloni ha il ruolo di coordinatore musicale. Si tratta di professionisti apprezzati: ingegneri (Fanari e Pala), medici (Zucca, oculista), giuristi (i fratelli Lallai), chimici (Spano), economisti (Dante Tangianu), periti industriali (Meloni) e diplomati al classico (Sirigu e Roberto Tangianu).
 Su questa orchestra più unica che rara Tania Pisanu di Nurachi ha fatto la tesi di laurea in etnomusicologia con il professor Ignazio Macchiarella. Titolo, “Tradizione e innovazione nella musica sarda: il caso dei Cuncordia a Launeddas”. Tania è nata nel 1978. Per lei le launeddas hanno “un suono struggente, antico, sacrale, magico, che mi ricorda quando da bambina osservavo incuriosita i suonatori alle processioni, per le feste del mio paese”.
 Una scelta naturale, dunque, quella di farci sopra una tesi. “Sono affascinata ancora oggi dalla sonorità delle launeddas”, scrive Tania nell’introduzione al suo lavoro. “Mi piaceva l’idea di approfondire la conoscenza teorica dello strumento associandola all’ascolto dei racconti e allo studio delle esecuzioni musicali di chi lo rende vivo. In particolare mi attirava l’idea di indagare l’attualità dello strumento, la sua vitalità, il suo odierno legame con la rappresentazione dell’identità culturale della Sardegna meridionale”.
 Il lavoro della tesi di laurea le ha dato anche una conoscenza tecnica particolare: la struttura dello strumento. “Mi mancava molto”, riconosce oggi Tania.”Ma per me l’esperienza migliore è stata indubbiamente quella di venire a contatto con i musicisti, gente straordinaria che compie il prodigio di innovare nel rispetto della tradizione”.
 L’innovazione principale consiste proprio nel suonare “a cuncordia”, in gruppo e in sintonia orchestrale. Ancora Tania: “I musicisti di ‘Cuncordia’, oltre alla passione per le launeddas, condividono anche gli ideali, la visione del mondo. Da amici, formano una vera e propria associazione culturale, dove la ricerca occupa un posto privilegiato e non si limita alla musica tradizionale”.
 In questi giorni i dieci suonatori di launeddas sono a Balingen, in Germania, per un incontro a scadenza triennale: Sackpfeifen in Schwaben (cornamuse in Svezia). “I musicisti di ‘Cuncordia’ considerano preziosa ogni esperienza”, osserva ancora Tania Pisanu. “Da persone intelligenti credono in una verità socratica: non si finisce mai di imparare”. Anche lei, Tania di Nurachi, idealmente è un’allieva di Solone, il poeta e legislatore di Atene padre di una sentenza consacrata: “Invecchio imparando sempre molte cose”.
 Così la sua tesi di laurea non figurerà soltanto negli archivi dell’Università di Cagliari, celata tra vecchi scaffali polverosi. Continuando nella ricerca sulle canne magiche, Tania Pisanu darà vita a qualcosa di più: un saggio esteso, a testimonianza di una suggestione senza confini di tempo ma ancora oggi capace di meravigliare uomini e donne di buona volontà. Grazie ad una felice intuizione degli abitanti dei nuraghi.
 (Appunto dida foto servizio ‘Cuncordia a Launeddas’)
 1. Alcuni musicisti di “Cuncordia a Launeddas” con Tania Pisanu
 2. Tania Pisanu, la giovane ricercatrice di Nurachi
 3. L’orchestra “Cuncordia a Launeddas” al completo accompagna la processione di Sant’Efisio a Cagliari
 4. Suonata lungo una via del centro storico cagliaritano
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Sassari
AMADU (UDC)
«Casa dello studente anche ad Alghero»
 
ALGHERO. Un finanziamento nella prossima Finanziaria per realizzare la Casa dello studente ad Alghero. Lo chiede Salvatore Amadu, consigliere regionale dell’Unione democratici cristiani, in una nota nella quale «prende atto della volontà della giunta di assicurare i servizi essenziali in favore degli studenti universitari».
 Amadu è soddisfatto perché la Regione ha sbloccato il finanziamento per l’acquisto dell’immobile dell’ex Fondazione Brigata Sassari da adibire a Casa dello Studente.
 L’esponente dell’Udc ritiene tuttavia che «si debba fare uno sforzo ulteriore per garantire nuovi servizi, quali una casa dello studente, in particolare agli universitari che frequentano le facoltà ad Alghero».
 

Questionario e social

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