Sabato 28 ottobre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 ottobre 2006
Segnalati 10 articoli delle testate L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 24 – Cagliari
fiera Convegno mondiale sulla depressione
Si aprono oggi i lavori del XIV congresso mondiale della Società internazionale di psichiatria genetica. Alle 10,30, nell'aula Dino Zedda del quartiere fieristico, si parlerà di "Depressione: solo un fatto culturale?". Un appuntamento aperto ai cittadini, su una patologia sempre più in espansione, anche tra i più giovani. Interverranno Romolo Rossi, docente di Psichiatria alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Genova, Roberto Mezzanotte, direttore della sezione di Biologia e Genetica della facoltà di Medicina di Cagliari e Maria Del Zompo, direttore della sezione di Farmacologia clinica della stessa facoltà cagliaritana, e organizzatrice del congresso internazionale che proseguirà i lavori fino al primo novembre. (m. v.)
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 24 – Cagliari
università Due borse di studio per studenti laureandi
Due borse di studio da 2 mila euro saranno destinate agli studenti laureandi che per la prima volta presenteranno delle tesi dai temi: "Riabilitazione psichiatrica", finanziata dal centro Ippocrate e "Sistemi a microonde e antenne" dall'azienda Spe Electronica. Il bando di selezione delle borse premio (finanziate da due aziende private) è stato pubblicato dal Centro orientamento e occupazione dell'Università di Cagliari. Gli studenti che presenteranno la domanda di partecipazione dovranno discutere le tesi di laurea entro il 31 luglio dell'anno prossimo. Il testo del bando di selezione e con il modulo si possono scaricare dal sito www.unica.it/orientamento. Le domande scadono il 31 ottobre.
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 15 – Economia
Televisione. Accelerazione sulle nuove tecnologie in Sardegna. Rai Utile, ascolti record
Ad aprile tre reti passano sul digitale
Si avvicina la fine dell'analogico. Incentivi per i televisori
Incentivi fiscali per chi acquista un televisore dotato di ricevitore digitale terrestre e fine delle trasmissioni sull'analogico, in Sardegna a partire dal 1° aprile, per tre reti nazionali: una della Rai, una di Mediaset e una di Telecom Italia Media (La 7). E Videolina, in prima fila nella transizione al digitale terrestre in Sardegna, invece, sarà l'unica emittente locale abilitata a operare in "simul cast", ossia sia in analogico che con la nuova tecnologia. Sono queste le novità della galassia Tv che si sposta gradualmente verso il digitale terrestre, annunciate giovedì da Andrea Ambrogetti, durante lo speciale andato in onda per i tre anni di Rai Utile. Il presidente del consorzio Sardegna Digitale e componente del comitato nazionale Italia digitale ha annunciato che tempi per il passaggio al digitale saranno anticipati nelle due regioni, Sardegna e Valle d'Aosta, dove il decoder interattivo è presente in oltre il 50% delle case. l'offertaUn'accelerazione, quella decisa dal Comitato Italia digitale, dovuta ai passi avanti fatti sulla realizzazione della rete di infrastrutture, grazie anche agli investimenti delle televisioni locali, oltre che ai numeri di Rai Utile, il canale digitale di servizio della Rai, che nell'ultima settimana ha registrato 715 mila ascoltatori. Il dato è emerso da un'indagine svolta dall'istituto di ricerca Swg su un campione di 3.000 intervistati. Ad oggi, secondo Swg, sono 14.300.000 gli utilizzatori di Tv digitale e 6.250.000 hanno in casa il decoder digitale terrestre. E Rai Utile è seguito dal 5% dei telespettatori, che presto potranno avere a disposizione anche una nuova numerazione per i canali del digitale terrestre. È il segnale che anche la televisione di servizio può trovare spazio, grazie all'interattività. Sardegna digitaleL'isola è all'avanguardia su questo fronte, grazie al Consorzio Sardegna digitale, costituito da Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Videolina, Nova Tv, Cinquestelle, Sardegna 1 e Telesardegna. Per un anno, fino a luglio 2007, il Consorzio porterà avanti un piano sperimentale, garantendo nuovi servizi ai telespettatori. Sardegna digitale ha creato un canale con un portale interattivo, nel quale sono presenti servizi di pubblica utilità e applicazioni su dieci aree tematiche. «Si possono trovare informazioni sulla cultura, sull'ambiente, sul tempo libero, ma anche sull'agricoltura oppure sull'università e sulla formazione», spiega il direttore del Consorzio Emilio Balletto. Ci sono ad esempio gli orari degli aerei e anche la situazione dei voli in tempo reale, e presto gli studenti universitari potranno verificare i voti dei loro esami attraverso la Tv oppure pagare le tasse via etere. E ancora, si potrà avere l'elenco dei libri presenti nelle biblioteche sarde, «grazie a un portale interattivo che permette di effettuare una telefonata a carico del ricevente», conclude Balletto. Insomma, per la Tv è arrivata l'ora dei servizi, comodamente seduti in poltrona. (g. d.)
 
4 – L’unione Sarda
Pagina 7 – Regione
convegno Riforme, i costituzionalisti: «Troppi poteri al presidente»
Il progetto di riforma delle istituzioni regionali concede troppi poteri al presidente della Giunta, che andrebbero bilanciati da nuove prerogative del Consiglio. È una delle critiche al disegno di legge statutaria emerse in un dibattito organizzato dall'Università di Cagliari e moderato da Francesco Sitzia, coordinatore regionale della Margherita. Per Andrea Pubusa, docente di Diritto amministrativo, «l'approvazione del nuovo Statuto non può avvenire nelle stanze della Regione, bisogna estendere il dibattito a tutti». E la legge statutaria «prevede una forma presidenziale troppo spinta, sembra quasi la legge Berlusconi-Bossi respinta col referendum». Soprattutto per i poteri del presidente: nomina e revoca gli assessori, e può sciogliere il consiglio con le proprie dimissioni. «Bisognerebbe almeno prevedere - osserva Pubusa - la sfiducia del Consiglio nei confronti del presidente». È d'accordo Benedetto Ballero, docente di Diritto regionale, secondo il quale il Consiglio dovrebbe poter sfiduciare il presidente, nominarne provvisoriamente uno nuovo e sottoporre la scelta a referendum confermativo: «La sfiducia costruttiva aprirebbe due possibilità, la conferma del nuovo presidente, oppure le nuove elezioni». (n. p.)

 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Fatto del giorno
LA LETTERA
Come vengono distribuiti i fondi per la ricerca?
Con una recente delibera (numero 34/24 del 2 agosto 2006) la Regione ha stanziato un finanziamento per la ricerca sanitaria finalizzata (un milione e mezzo di euro).
 Nei criteri del bando, è stabilito che l’Università può presentare un massimo di dieci progetti di ricerca e che questi devono essere il risultato di una pre-selezione interna all’Ateneo.
 In una lettera al Presidente Renato Soru e all’Assessore alla Sanità Nerina Dirindin ho espresso le mie forti perplessità in merito a tale criterio.
 Capisco l’esigenza che sta dietro questa decisione e ne condivido la filosofia di fondo, ma mi sono permesso di osservare che, stante la realtà concreta delle cose, si tratta di una decisione pilatesca che rischia seriamente di vanificare tutte le buone intenzioni del programma di finanziamento alla ricerca sanitaria in Sardegna che il Governo Regionale cerca di incentivare.
Ho posto infatti alcune domande. Chi avrebbe dovuto operare la selezione interna? Forse lo avrebbe dovuto fare un gruppo di Esperti? E comunque chi li avrebbe individuati? Oppure i migliori tra i ricercatori?
 Ma questi, ammesso che fossero facili da individuare, sarebbero entrati subito in conflitto di interesse qualora avessero incluso, legittimamente, i loro progetti tra quelli selezionati.
 Oppure infine il Rettore in persona? Non ne avrebbe avuto le competenze, visto che è un ingegnere.
 Ho sottolineato come la nostra Università funzioni (io aggiungo «purtroppo»), come una famiglia, in cui tutti si considerano figli, fratelli, o perlomeno cugini; ci sono anche, ovviamente, le pecore nere, seppure tendenzialmente isolate.
 È difficile che, date queste premesse, i criteri di selezione interna possano rispondere a un reale principio di obiettività, in quanto sarà predominante una componente, chiamiamola così, di tipo «affettivo».
 Tutto questo avveniva subito dopo il bando, quando si sarebbe ancora potuto intervenire. Non ho avuto risposte o chiarimenti dalle Istituzioni chiamate in causa.
 A cose fatte, si arriva al paradosso di un Preside della Facoltà di Medicina, che, potendo legittimamente presentare un suo progetto, viene valutato da una Commissione da lui stesso individuata e approvata da un Consiglio di Facoltà da lui stesso presieduto.
 Si tratta di una situazione sicuramente imbarazzante per tutti i protagonisti. Sia chiaro che l’Università non ha responsabilità in questa vicenda, se non una, peraltro particolarmente pesante: quella di aver accettato di operare una selezione interna, sapendo che questa non avrebbe potuto essere obiettiva, pur fatta salva naturalmente la buonafede dei Commissari.
 Credo che in futuro l’Amministrazione Regionale si debba assumere la responsabilità piena di queste selezioni, se si vuol fare qualcosa di veramente serio.
 Mi permetto intanto un suggerimento per il presente: visto che il numero complessivo di progetti presentati dall’Università di Cagliari è relativamente contenuto, propongo di ammetterli tutti al finanziamento Regionale. Un eventuale riesame del lavoro della Commissione universitaria non farebbe infatti altro che aggiungere imbarazzo all’imbarazzo.
 Si tratterebbe, lo capisco, di una sorta di sanatoria. Ma questa soluzione avrebbe tuttavia il merito, che non è da poco, di rendere più credibile quella volontà di cambiare rotta espressa dal Governo Regionale.
 Sarebbe un segnale importante di sensibilità verso chi è convinto ancora di poter lavorare seriamente nel campo della ricerca.
 
Enzo Laconi
 Associato di Patologia Generale Università di Cagliari
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Dibattito all’Università sulla necessità di riequilibare la forma di governo e l’assemblea regionale
Riforme, ora servono i contrappesi
Critiche all’eccessivo accorpamento di competenze per alcuni assessorati
 
LUCA CLEMENTE
 
CAGLIARI. Politici e giuristi a convegno per discutere di riforma della Regione. L’occasione è stata offerta da un dibattito organizzato giovedì a Cagliari dalle cattedre di Diritto amministrativo e di Diritto regionale dell’Università, dal titolo «Presidente, Giunta-Consiglio, forma di governo e questione democratica in Sardegna». Il convegno ha avuto come tema di fondo la necessità di temperare il sistema presidenzialista con un riequilibrio dei poteri in favore dell’assemblea regionale. Ma la discussione si è animata quando sono stati presi in considerazione la proposta di modifica della legge statutaria in discussione nella commissione Autonomia e, soprattutto, gli ultimi emendamenti sulla composizione della giunta approvati dall’esecutivo guidato da Soru.
 Secondo i relatori si tratta di provvedimenti che non trovano il giusto equilibrio tra i poteri istituzionali, ma ribaltano i rapporti di forza. Lo squilibrio nel sistema attualmente in vigore - è stato detto - nasce dal potere del presidente di far decadere il Consiglio dando le dimissioni. Per questo sono state proposte alcune soluzioni che eliminano l’automatismo e prevedono, nel caso di dimissioni del presidente o di un voto di sfiducia del consiglio. Il costituzionalista Benedetto Ballero ha criticato la riorganizzazione della giunta proposta da Soru, pur condividendo alcune scelte di fondo, «sono d’accordo», ha detto, «con l’attribuzione al presidente di alcune competenze trasversali, come la programmazione, ma la presidenza deve essere organizzata in maniera tale da potervi fare fronte». La critica riguarda la parte in cui la proposta di riforma prevede che ai due assessori eventuali siano assegnate delle competenze tolte agli altri otto e non gestiscano, invece, le materie in capo alla presidenza. Su questo punto, però, il moderatore del dibattito, Francesco Sitzia, ha vestito i panni del leader politico e ha dichiarato che l’intenzione della giunta era quella prospettata da Ballero, aggiungendo anche che, nella maggioranza, si sta discutendo l’ipotesi di sottrarre al presidente la possibilità di modificare l’assegnazione delle competenze agli assessori con un decreto presidenziale ma di sottoporre questa decisione all’approvazione del Consiglio. Sono stati criticati anche l’eccessivo accorpamento di competenze che renderebbero alcuni assessorati ingestibili e la previsione di una figura dedicata agli affari istituzionali che con l’assegnazione delle funzioni trasversali alla presidenza si troverebbe, di fatto, a gestire un assessorato privo di competenze. Anche la sede legislativa scelta per modificare gli assetti di giunta è stata oggetto di critica perché, come è stato ricordato, la legge statutaria ha rango costituzionale e quindi sono sufficienti 1/5 dei consiglieri regionali per chiedere un referendum e bloccare la sua entrata in vigore per mesi. Pubusa ha espresso la sua contrarietà all’ipotesi di assegnare alla giunta la potestà regolamentare, nonché alla possibilità di approvare leggi, in materie secondarie, in sede di commissione consiliare. Questo perché in Consiglio regionale le commissioni non hanno più di tredici componenti e quindi «per approvare una legge», ha detto Pubusa, «basterebbe l’accordo di sei o sette persone». Il consigliere regionale del gruppo Fas, Paolo Maninchedda, ha detto di non accettare l’idea che il presidenzialismo sia la base di partenza di tutte le discussioni sugli assetti istituzionali della Regione, ma che si può anche pensare di tornare ad un sistema parlamentare in cui siano rafforzati i meccanismi a garanzia della governabilità. Maninchedda ha poi aperto una parentesi polemica sulla inefficienza dei sistemi istituzionali in cui, essendo previsto l’accentramento della capacità decisionale su una sola persona, si crea un effetto di adeguamento di tutta la società sulle posizioni del potere predominante.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Carla Romagnino nel centro nazionale della scienza
Divulgazione scientifica, docente cagliaritana ai vertici del ministero
CAGLIARI. «Non ho difficoltà a immaginare un’antologia dei più bei frammenti della poesia mondiale in cui trovasse posto anche il teorema di Pitagora», afferma la poetessa Wislawa Szymborska (premio Nobel per la letteratura nel 1996). Ma quanti sono disposti a sposare l’affermazione di Szymborska e, in definitiva, a dare alle scienze la stessa dignità degli altri saperi? Al più le così dette scienze dure (matematica, fisica, biologia, chimica ecc.) sono viste come strumenti utili, ma non certo come bagaglio nella formazione delle persone. Solo che questo modo di considerare le scienze frena il loro sviluppo. Per questi motivi è stato creato un gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica, di cui fa parte anche la cagliaritana Carla Romagnino, già presidentessa nazionale degli insegnanti di fisica e attuale coordinatrice nazionale dell’unico gruppo di storia della fisica composto da insegnati, nonchè principale promotrice della manifestazione annuale Scienza società scienza.
 Professoressa, qual è lo stato della cultura scientifica in Sardegna?
 
«La questione può essere divisa in due punti. Da un lato abbiamo che il livello della formazione dei giovani è molto carente, tant’è che nelle varie indagini siamo risultati sempre indietro nelle graduatorie. Dall’altro, però, la gente dimostra di avere un grande interesse verso questi temi: ogni volta che si promuove qualcosa a livello divulgativo, la partecipazione è altissima. Queste attività, però, si riducono a un qualcosa di sporadico, legato alla volontà di alcune persone. E questo fa sì che alla fine non abbiano molta presa».
 Sta dicendo che in Sardegna e a Cagliari non si riescono a creare strutture stabili in grado di portare avanti con continuità discorsi di diffusione della cultura scientifica?
 
«Esatto».
 Come mai?
 
«Mi sembra che non ci sia la voglia, da parte delle amministrazioni, di dare la dovuta attenzione a questo argomento. Ho letto, ad esempio, la proposta di legge regionale sulla ricerca scientifica che punta ad ampliare i centri d’eccellenza già eistenti in Sardegna. Benissimo. Ma questo documento si occupa soltanto della ricerca avanzata e di quanto viene fatto all’interno dell’università. Trascura, invece, il resto della popolazione, quello della cultura scientifica diffusa».
 E perchè, secondo lei, è importante il discorso della divulgazione?
 
«Perchè se non si raggiunge una massa critica di sensibilità verso la cultura scientifica (che crea la cultura diffusa), l’attenzione scolastica sarà sempre bassa, gli studenti universitari pochi, i laureati ugualmente e, a ruota, il numero dei ricercatori in generale e quelli d’eccellenza, in particolare, risulteranno ulteriormente ridotti».
 Recentemente lei ha promosso all’interno del parco scientifico Polaris, un convegno sui centri della scienza: molti amministratori si sono dimostrati disponibili. E poi?
 
«Sì, ma l’assessore regionale alla Cultura, Elisabetta Pilia, invitata, non c’era. Il responsabile della pubblica istruzione della Provincia, Luciano Marroccu, e Gianni Campus de Comune, si sono detti d’accordo. Ma il problema è che nei fatti non si va avanti».
 In Regione, nella passata consiliatura, venne presentato un disegno di legge per l’istituzione di un centro per la diffusione della cultura scientifica (firmato da oltre il cinquanta per cento dei consiglieri).
 
«Solo che quella proposta non è mai arrivata in Consiglio. Anche nel progetto per il centro delle creatività, che dovrebbe sorgere nei locali dell’ex manifattura tabacchi, non è previsto, per il momento, alcuno spazio per la diffusione delle scienze».
 Come funzionano i centri della scienza?
 
«Si tratta di strutture interattive, punto di riferimento per le scuole: sono molto diffuse negli Usa dove sono stati investiti diversi miliardi di dollani nella loro realizzazione (e non è un caso che questo Paese sia in cima nella ricerca scientifica). In Europa, nel Regno Unito e in Spagna, ne stanno sorgendo di continuo».
 E in Italia?
 
«Tra grandi e piccoli centri ne sono stati fatti una ventina. I più importanti sono a Napoli, poi c’è la Città dei bambini di Roma, se ne sta creando una importante a Torino, ne esiste una a Trento e in diversi altri posti. A mio parere sarebbe una scommessa importante creare una simile struttura anche a Cagliari». (r.p.)
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
STASERA ALLA FIERA
Si apre il congresso di psichiatria genetica
CAGLIARI. Più di mille scienziati, provenienti da tutto il mondo, a raccolta per parlare delle ultime novità della ricerca nella genetica dei disturbi psichiatrici. Si apre oggi alle 17.30 nella sala convegni della Fiera internazionale della Sardegna il “Quattordicesimo congresso di genetica psichiatrica”, cinque giorni di letture magistrali, simposi tematici e sessioni di poster per parlare della ricerca nella genetica dei disturbi psichiatrici e da abuso di sostanze. Ad inaugurare la cinque giorni d’incontri sarà Ming Tsuang, direttore dei Dipartimento di psichiatria dell’Università della California di San Diego che spiegherà le ragioni e l’importanza del congresso. Dopodichè, sarà Maria Del Zompo, ordinario di Farmacologia nella facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, ad aprire ufficialmente il convegno. I lavori del 14º congresso di genetica psichiatrica saranno preceduti di mattina, a partire dalle 10.30, da una tavola rotonda sul tema “Depressione: solo un fatto culturale?”, incontro, coordinato dal giornalista Mauro Manunza, in cui il disturbo depressivo sarà esaminato da esperti di diverse università italiane. (s.ze.)
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
LA POLEMICA
Saiu: «L’Università concepita così può solo morire»
NUORO. Pierluigi Saiu, coordinatore regionale di Forza Italia interviene in merito alla notizia (apparsa sulla Nuova Sardegna qualche giorno fa) del mancato superato della selezione per un posto di dirigente all’ente Foreste da parte di nessun laureato.
 «La bocciatura, martedì 24 ottobre - scrive Saiu - è arrivata sonora per il Consorzio universitario nuorese e per il suo presidente: nessun laureato in scienze ambientali ha superato la selezione per un posto di dirigente nell’ Ente foreste. Il progetto di terzo polo, così com’era stato pensato, è fallito. L’università nuorese non esiste, esiste il Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale e ci sono i corsi gemmati dalle sedi di Cagliari e Sassari. Il Consorzio è un ente formato da Comune e Provincia che in questi anni è stato utilizzato dal centrosinistra per distribuire poltrone e incarichi di sottogoverno. Le università di Cagliari e Sassari, che hanno sempre considerato Nuoro sede di serie B, non hanno mai avuto interesse a far nascere un terzo polo. Così com’è l’università a Nuoro non può che morire. Occorre togliere il consorzio dalle mani della politica, aprendolo alla partecipazione anche di soggetti privati così com’è in altre parti d’Italia, e occorre portare a Nuoro corsi universitari di atenei prestigiosi dalla Penisola. Nuoro può diventare terzo polo se riesce ad avere capacità attrattiva, se rappresenta un’alternativa a Cagliari e a Sassari e non se rappresenta un ripiego».

 
 
 
10 – Il Sardegna
Pagina 31 – Cagliari
In rete. Ingegneria ospita la VI edizione
Informatica e web per tutti oggi si celebra il LinuxDay
L'informatica per tutti: libera e senza licenze.
Si celebra oggi la VI edizione del "LinuxDay", giornata nazionale dedicata al sistema operativo Linux
e al software libero.
Alla manifestazione, che si tiene nella facoltà di Ingegneria dalle 9 alle 13, sono attese centinaia di persone. L' accesso è gratuito e libero e sarà possibile assistere a seminari e dimostrazioni
pratiche per promuovere e capire le potenzialità di Linux.
L’evento che si svolge in contemporanea con altre 100 città italiane,
è organizzato a Cagliari dal Gulch (gruppo utenti Linux di Cagliari) in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari.
Nel mondo, i “n av i g at o r i ” che utilizzano Linux sono il 15%, mentre in Italia la percentuale scende al 10%.■C.I.
 
 

Questionario e social

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