UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 28 settembre 2006

Giovedì 28 settembre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 settembre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 11 articoli delle testate L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 10
In Giunta 200 milioni, ieri Soru da D'Alema
Sul piatto della Giunta arrivano oggi 200 milioni del Comitato per la programmazione economica. Partita delicatissima che dovrà prevedere la ripartizione tra i vari assessorati, soprattutto nell'ottica delle grandi opere: ci sono gli impianti adduzione al metanodotto Algeria-Sardegna-Corsica-Toscana ma anche il museo nuragico che dovrebbe sorgere a Cagliari, sul litorale dei Sant'Elia. Ma i fondi fanno gola a molti assessorati e oggi in viale Trento potrebbero esserci non poche difficoltà per mettere d'accordo tutti gli assessori sulla divisione dei soldi. All'ordine del giorno c'è anche la vicenda della Manifattura tabacchi di Cagliari. Pronta la delibera che farà calare il sipario sul contenzioso con il ministero delle Finanze. Dopo la rinuncia dell'Agenzia del demanio allo scontro giudiziario davanti al Tribunale civile, la Regione rinuncerà a sua volta alla richiesta di risarcimento danni e potrà contare una volta per tutte sull'area al centro di Cagliari. Tra l'altro la Giunta sarà chiamata presto a decidere se assegnare una parte dell'area al Consiglio regionale, che vorrebbe realizzare alcuni uffici, vista la distanza minima con la Manifattura (via Roma-viale Regina Margherita). Potrebbe arrivare oggi anche il via libera ai prestiti d'onore riservati agli studenti universitari iscritti alle lauree triennali o specialistiche con sede in Sardegna: l'assessorato alla Cultura potrà distribuire 2 milioni e 500 mila euro. Incontro Soru-D'Alema Il presidente della Regione Renato Soru ieri a Roma ha incontrato il vice premier Massimo D'Alema per illustrargli le rivendicazioni della Sardegna, discutendo soprattutto di entrate, in vista dell'esame della Finanziaria di domani. Il governatore e D'Alema hanno anche discusso di servitù militari: Soru ha illustrato i contenuti dell'incontro del giorno prima al ministero della Difesa: il ministro Parisi ha dato la disponibilità a trovare aree alternative per le esercitazioni militari precisando, però, che il problema deve essere discusso dal governo nella sua interezza. Si tenterà di studiare la possibilità di intese con altri Paesi per effettuare le esercitazioni che attualmente si svolgono in Sardegna. Anche se l'impresa non è certo delle più agevoli. Soru ha anche discusso con il ministro degli Esteri del nuovo impegno internazionale della Regione: la Sardegna è l'autorità unica di gestione - per i prossimi sei anni - del programma di cooperazione interregionale Enpi. Iniziativa dell'Unione europea che punta a promuovere relazioni di buon vicinato, oltre che di opportunità e di conoscenza, lavoro e scambio culturale tra i Paesi del bacino mediterraneo.
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 40
Musei
Dal Marocco i segreti della terra cruda
Si è conclusa sabato scorso a Musei la prima edizione del "Laboratorio di formazione sulla salvaguardia delle abitazioni in terra cruda", che ha visto due studentesse universitarie del Marocco, confrontarsi con una giovane di Musei, Carla Lamieri, che frequenta la facoltà di architettura a Cagliari. Le tre studentesse, per 5 giorni, si sono confrontate sulle tecniche di realizzazione dei mattoni in terra cruda. Si tratta di una tecnica molto diffusa in Marocco. In Sardegna, uno dei centri più attivi nella riscoperta di questo materiale di costruzione è Musei dove opera Giovanni Portas che ha messo a disposizione la struttura de Su Cungiau de Omu per la realizzazione del corso. Non è un caso che il centro Studi e Servizi per le autonomia locali che ha organizzato il corso in collaborazione con i Comuni di Musei, Vallermosa e Villamassargia, abbia scelto Musei: qui sopravvivono numerose testimonianze di antiche abitazioni costruite in mattoni crudi, alcune della quali risalgono alla fine del 1800 e agli inizi del ?900. (p. cab.)
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – Pagina 21
Medicina e solidarietà
Sindrome di Crisponi Per la ricerca raccolti 10 mila euro
Diecimila euro per la ricerca. L'associazione regionale Sindrome di Crisponi stacca il terzo assegno grazie a una raccolta fondi avviata un anno fa. I soldi saranno consegnati all'Istituto di Neurogenetica e farmacologia del Centro nazionale ricerche di Cagliari diretto dal professor Antioco Cao. A novembre scorso è nato il progetto di sensibilizzazione per far conoscere la malattia e raccogliere i fondi per studiarla. Oggi sono diversi i traguardi raggiunti che stanno consentendo se non di curare almeno di affrontare la patologia con maggiore incisività. Oltre 250 iscritti, due assegni di ricerca erogati, uno da seimila euro a gennaio e un altro da quattromila all'inizio dell'estate. malattia incurabileLa sindrome di Crisponi è una malattia che non lascia speranze ai suoi piccoli pazienti. Febbre fino a quaranta gradi che non si riesce ad abbassare con i farmaci e, è questo il vero dramma, nessuna cura capace di sconfiggererla. «Stiamo studiando il gene per conoscere le cause e trovare un farmaco curativo», dicono gli esperti. In Sardegna si sono registrati 25 casi e solo cinque persone ancora in vita. La più grande ha 26 anni, la più piccola due. Pochi i casi in tutto il mondo e pochi anche nel resto della penisola. Ma questo non ha fermato la ricerca, che cerca di prendere il volo, esattamente come la farfalla che sorregge una piccola tartaruga, simbolo dell'associazione. Un logo che racconta di una ricerca ancora troppo lenta e che ha bisogno di sostegno e finanziamenti. i fondi«Fino ad oggi le somme sono state raccolte attraverso sagre e feste, a Natale abbiamo preparato dei cestini e il gruppo Sky ci ha aiutato in ogni modo per raccogliere i fondi», spiega Manuela Serra, presidente dell'associazione Sindrome di Crisponi e malattie rare, «continuiamo a lavorare perché la ricerca possa andare avanti ma soprattutto perché la malattia venga conosciuta». la ricercaNel laboratorio dell'Istituto di neurogenetica, la ricerca continua, da gennaio del 2006 un équipe di ricercatori lavora per identificare il gene. «Con i finanziamenti ottenuti fino ad oggi abbiamo analizzato il Dna delle persone colpite dalla malattia in Sardegna e delle loro famiglie», spiega Laura Crisponi, ricercatrice del Centro cagliaritano, «stiamo cercando di individuare in quale regione del Dna è presente il gene malato in modo tale che possa essere identificato».
Maura Pibiri
  
4 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia Pagina 45
Allarme per il calo d'interesse degli studenti verso le facoltà scientifiche, il futuro ora è a rischio
Fuga dall'università nuorese
Solo sei matricole al corso di Scienze ambientali
A Nuoro è allarme rosso per le facoltà scientifiche. Una sofferenza non facilmente celabile soprattutto per Scienze ambientali, corso di laurea in cui quest'anno le immatricolazioni non superano le sei unità (dodici l'anno scorso, 23 nel precedente, in un chiaro percorso in discesa), un po' meglio invece se la passa quello di Scienze forestali, dove i nuovi iscritti sono almeno una ventina. Il futuroDalle alte sfere buttano acqua sul fuoco e gli uffici, dal canto loro, ribadiscono che è presto per dichiarare lo stato di allerta perché ? assicurano ? «è prevista una riapertura dei termini», dalle trincee arrivano alcuni importanti segnali di preoccupazione. A rompere il silenzio per primo e stigmatizzare il malessere, facendosi portavoce di una parte degli insegnanti, è Giancarlo Carta, docente a contratto: «Non stiamo ancora morendo - premette il professore - ma di sicuro rischiamo di chiudere i battenti nei prossimi anni se continua così». I problemiLo specialista non si sbilancia sulle possibili cause di questa moria, ma non può fare a meno di esprimere tutto il proprio disappunto «nel constatare una certa indifferenza della classe politica, soprattutto regionale, che - afferma - da una parte annuncia di voler investire sullo sviluppo economico del nostro territorio, dall'altra non fa niente per contribuire alla creazione di vere possibilità occupazionali per questi ragazzi che impiegano tempo ed energia per formarsi in loco, e scelgono Nuoro piuttosto che emigrare. Ma ciò che li aspetta dopo la laurea è l'assenza totale di concorsi o attività specifiche che li riguardino, e anche le stesse amministrazioni pubbliche non prevedono ancora al loro interno figure con la loro specializzazione». Il ConsorzioUn segnale in grigio, quindi, per l'attività del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale, che meriterebbe di essere analizzato con la dovuta attenzione. Battuta d'arresto, forse, nel grande sogno di un terzo polo universitario isolano a Nuoro. Forse anche a causa di una certa noncuranza: «Come si può far crescere un ramo formativo in una cronica mancanza di strutture adeguate? - aggiunge Carta - noi possiamo avere un futuro solo se ci mettiamo in testa di formare ricercatori che poi hanno la possibilità di reinvestire le proprie competenze su questo territorio». E invece è per esempio ancora ben lungi dal divenire realtà il progetto di un campus. Eppure per la realizzazione della nuova sede universitaria nuorese la Regione ha già stanziato circa 20 milioni di euro. (fr. gu.)
 
Nuoro e Provincia Pagina 45
Il presidente Russo: «Ma le iscrizioni non sono chiuse»
L'architetto Sergio Russo, da maggio presidente del Consorzio universitario per la Sardegna centrale (è anche alla guida dell'Ailun, Libera università nuorese) ridimensiona l'allarme per la fuga dal corso di Scienze ambientali e ribatte rimarcando più volte che «le iscrizioni non sono ancora chiuse». Allora, tanto rumore per nulla? «Diciamo che ora non ho i numeri alla mano e quindi non sono in grado di fare commenti». Ma le immatricolazioni sono scese rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Forse qualche debolezza nella campagna promozionale? «Abbiamo fatto né più né meno come si faceva gli altri anni». Cosa succederà se nei prossimi mesi si dovesse confermare il calo di studenti? «Non è possibile al momento fare ipotesi, ma se così dovesse essere non potremmo che prenderne atto e pensare, ad esempio, a un riorientamento del corso». Secondo i progetti, Scienze ambientali sarebbe dovuta essere veicolo privilegiato di inserimento nel mondo del lavoro in un territorio a vocazione naturalistica. «Finora la storia è andata in altra direzione». (fr. gu.)
 
5 – La Nuova Sardegna
Lettere & Opinioni Pagina 53
Nel futuro di Medicina
Selezione migliore e più matricole
In riferimento alle recenti lettere pubblicate in relazione ai Test di Medicina, preciso che la Facoltà di Medicina e Chirurgia, ha già preso atto degli insoddisfacenti risultati degli studenti sardi. Infatti già da un paio di anni, sono operative alcune commissioni tese a verificare la possibilità e necessità di integrare i normali programmi scolastici con materie di settori disciplinari di cui si è riconosciuta la criticità. Il progetto, da attuare in collaborazione con le scuole medie superiori dell'Isola, prevede corsi orientativi e di preparazione ai quiz d'ingresso, tesi a migliorare le performances dei possibili futuri iscritti ai nostri corsi di laurea. Il numero chiuso, previsto e quantificato dal Ministero dell'Università e della ricerca scientifica per ogni sede universitaria, rimane comunque una misura indispensabile a garantire, in rapporto alla quantità-qualità, un buon inserimento lavorativo ai futuri medici isolani. È pur vero che il sistema di selezione è perfettibile; infatti, l'attuale selezione, così come è strutturata, è difficilmente indicativa delle attitudini dei candidati a intraprendere la professione medica. Bisogna ragionare su nuove modalità di selezione per individuare e scoprire veramente chi vale attraverso prove di ammissione che diano il riscontro reale della propensione allo studio della Medicina. Io stesso auspico che per i prossimi anni accademici vengano presi in considerazione anche altri parametri, e non ultimo un curriculum indicativo della carriera scolastica dello studente relativamente agli ultimi tre anni di scuola media superiore, in modo da assicurare agli studenti una valutazione più oggettiva. Infine, è proposito della Facoltà riuscire ad aumentare al più presto possibile il numero delle matricole da 170 a 200.
Gavino Faa Preside della Facoltà di Medicina Università di Cagliari
 
6 – L’Unione Sarda
Pagina 13 - Economia
Gentiloni: è una priorità
Sul digitale terrestre il ministro annuncia risorse straordinarie
«Per fare la qualità ci vogliono le risorse e senza dubbio la Rai ha davanti il compito non ordinario degli obblighi del servizio pubblico nella transazione al digitale». L'ha detto il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, intervenendo ieri al Prix Italia, a Venezia (che ieri ha ospitato un workshop sul futuro del servizio pubblico), spiegando che «questo compito straordinario vuole risorse straordinarie». La qualità, «quella di tutti i giorni, costa ma è un compito ordinario per la tv pubblica», ha aggiunto il ministro, «mentre per i compiti straordinari la Rai farebbe un errore a sottrarsi. Così lo Stato a sua volta non deve e non può sottrarsi a questi compiti». La prioritàLo Stato, ha detto ancora Gentolini, «deve investire per la transizione al digitale, che è uno dei suoi obiettivi. Si pone il problema di investire risorse nell'ambito di questo progetto che è un progetto non solo per la Rai ma per il Paese. Non facilitando l'acquisto del decoder, anche perché è un binario morto per una decisione contraria della Ue. Ma non va escluso l'impegno dello Stato in questa direzione nei prossimi anni». Gentiloni non ha specificato le modalità di intervento finanziario ma, a prescindere dalla Rai, «il passaggio al digitale rappresenta un obiettivo per il paese nei prossimi 5-6 anni». Operatore unico«Sono sempre più convinto che il futuro è nella creazione di un operatore trasmissivo unico, in cui tutte le risorse frequenziali Rai, Mediaset, La 7, sono concentrate in un'azienda unica e solo così è realistico pensare allo switch off verso il digitale terrestre». L'idea è stata ,avanzata dal consigliere d'amministrazione Rai Carlo Rognoni a margine del Prix Italia. «Se ognuno degli operatori si muove con le sue forze non arriveremo a nulla. Anche l'ipotesi dello spegnimento dell'analogico nel 2012 diventa irrealistica. L'unica strada concreta è che tutti i broadcaster che hanno le frequenze le mettano in una società unica. Non è solo il mio sogno ma l'unica cosa che si può fare». Un ruolo preminente verso questo futuro deve averlo il Governo. Per Rognoni «le singole emittenti poi non perdono valore perché le frequenze si trasformano in azioni di questa società che può essere anche quotata in borsa. E avrà anche capacità trasmissiva da vendere e questo apre il mercato ad altri operatori, che invece adesso non hanno la possibilità di entrare perché la situazione è bloccata».

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Borse di studio, aumentano i fondi 
L’Ersu aggiunge due milioni: saranno accolte tutte le richieste 
UNIVERSITA’ Una sala relax in via dei Mille 
SASSARI. La Regione taglia, l’Ersu aggiunge. L’anno accademico si apre con la crescita del capitale destinato alle borse di studio: ben 5milioni 513mila euro rispetto ai 3milioni 413mila del 2005. È stata necessaria una manovrina da parte dell’Ente che, per soddisfare un più alto numero di richieste, ha dirottato residui di bilancio a destinazione vincolata relativi al periodo 2003-2005. «In questo modo - spiega il presidente dell’Ersu, Antonello Mattone - contiamo di assegnare la borsa a tutti gli studenti che hanno diritto. L’anno scorso molte richieste non erano state accolte proprio perché i fondi non erano sufficienti».
 Non è l’unica buona notizia per gli universitari. È stato già approvato il progetto per la sopraelevazione della mensa di via dei Mille. Entro la fine dell’anno partiranno i lavori per la realizzazione di uno spazio destinato allo svago, al riposo e alla socializzazione. «Ci sarà una postazione Internet - aggiunge Mattone - e aree dove gli studenti potranno riposarsi e rilassarsi a cavallo tra una lezione e l’altra». Arrivano dalla Regione, invece, i fondi necessari per creare altre postazioni web nelle case dello studente: a disposizione ci sono 80mila euro per dotare di un Internet point le strutture di via Verona e via Padre Manzella. «Si tratta di un finanziamento concesso dall’assessorato regionale agli Affari generali - spiega Antonello Mattone - con l’obiettivo di favorire la massima diffusione di Internet nell’isola».
 Navigare on line sarà presto possibile anche in via Coppino. «La nuova casa dello studente sarà pronta in primavera. Il contratto di cessione dall’ex Cedisa all’Ersu è stato firmato il 4 agosto scorso - dice il presidente dell’Ente -, ora ci occuperemo degli arredi e del cablaggio. Presto sarà bandita la gara».
 Nel frattempo, si cercano nuove idee per realizzare un’altra casa dello studente al centro storico. Nei prossimi giorni saranno esaminate le proposte pervenute al concorso messo in piedi dall’Ersu in collaborazione con l’Università e il Comune, che guarda con grande favore un aumento della popolazione studentesca nella parte più antica della città. Già definito, infine, l’accordo tra Atp, Ersu e Università per venire incontro alle tasche degli studenti: grazie alla speciale convenzione, potranno fare un abbonamento annuale del costo di 30 euro per viaggiare sugli autobus urbani dell’Azienda trasporti pubblici. (si. sa.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Gli antichi sardi? Multiculturali 
Fanno discutere le tesi dell’antropologo Sanna sull’identità dei nostri avi 
Marcello Madau
Particolari e multiculturali. Un’immagine riflessa singolare e plurale. Un messaggio della diversità alla diversità. Un mondo nuragico più lontano della sua lontananza. «Il popolamento della Sardegna e le origini dei sardi», edito da Cuec, è il titolo di un interessante lavoro di Emanuele Sanna, professore associato di antropologia all’università di Cagliari. Contributo oltremodo appropriato mentre ferve il dibattito in corso su un’identità così controversa, a metà strada fra l’Araba Fenice e l’Isola non trovata, che gode peraltro di forti venti favorevoli tali da far nascere, nella programmazione regionale, un Museo dell’Identità.
 Da questo punto di vista, le risultanze delle ricerche di Sanna irromperanno nel dibattito attorno alle nostre “vere origini”, portando novità e conferme di non poco conto. I dati si complicano, la situazione diventa perciò eccellente: essi discendono da analisi condotte su campionature derivanti da studi di antropologia fisica e soprattutto sul Dna.
Una delle risultanze fondamentali dell’analisi cromosomica è che il contributo fondamentale agli assetti biologici dei sardi si sarebbe formato fra il Paleolitico Superiore e il Mesolitico; la successiva “ondata” neolitica - tradizionalmente ritenuta “decisiva” - non avrebbe inciso per oltre 35% circa, ed è probabilmente sovrastimata.
 Tale popolamento - non si hanno dati diretti sul tipo di uomo presente nel Paleolitico Inferiore - è quindi attribuibile all’Homo Sapiens, e si sarebbe concretizzato tra i ventimila ed i diecimila anni fa. Si è anche individuata una provenienza, o comunque una forte affinità con le aree iberiche e liguri-provenzali. Il nucleo neolitico sembra invece ricevere un apporto vicino-orientale.
 Il racconto mediterraneo compone, nella lunga storia isolana, una specifica linea di evoluzione interna non scevra di grandi omogeneità, se troviamo che, a giudicare dai campioni e dalle analisi disponibili, la lettura del Dna mitocondriale nuragico ci parla di una popolazione omogenea, data l’assoluta affinità dei campioni che provengono da Alghero, Carbonia, Fluminimaggiore, Seulo, Santa Teresa Gallura. Ancora più interessante è il fatto che non vi sia sostanzialmente relazione fra il Dna mitocondriale nuragico e quello dei Sardi contemporanei, dove, nelle zone attualmente più conservative, sembra manifestarsi piuttosto il ben più antico “marcatore mesolitico”. Per inciso, la stessa assenza di relazioni sembrerebbe manifestarsi fra i Baschi antichi e quelli attuali, come rilevato dall’autore (aggiungiamo che anche tra il Dna degli attuali toscani e quello degli Etruschi non sembra esserci relazione). Stiamo ragionando - e Sanna non manca di sottolinearlo - su campionature suscettibili di maggiori e apprezzabili quantità, ma comunque significative. In quest’ambito va letta - altro dato interessante - la mancata affinità tra il Dna degli Etruschi e quello dei Nuragici.
 Una sezione del libro presenta un utile riassunto delle ricerche effettuate sugli aspetti genetici delle popolazioni della Sardegna, dibattito tutto da ampliare al quale hanno dato contributi fondamentali Cavalli Sforza, Piazza, Francalacci e gli studi di antropologia fisica di Franco Germanà, e inoltre Vona, Rickards, Contu, Cappello, Comas, Passarino, Scozzari e Memmì.
 Il libro di Emanuele Sanna dà ampio spazio alle principali fasi storiche della Sardegna, dal Paleolitico Inferiore ai nostri giorni, accompagnate dalle risultanze, ove disponibili, delle analisi genetiche ad esse proprie e da alcuni approfondimenti specifici. Su questa parte più propriamente archeologica i punti di vista, come è noto, sono diversi e suscettibili di discussione e valutazioni diverse. Forse su questioni importanti e delicate come quelle dei Popoli del Mare e dei relativi Sherden o Shardana vi sono spazi eccessivi per letture poco attendibili, pur confutate, mentre sono assenti, anche prescindendo dalle più recenti dimensioni del dibattito scientifico, i capisaldi essenziali, come ad esempio i lavori di Sandars e Bunnens.
 In genere - ma ciò indica la necessità di alcune precisazioni e non incide sullo studio genetico, più propriamente legato ai saperi dell’autore - alcuni contesti bibliografici e di inquadramento potrebbero essere aggiornati sul versante della ricerca scientifica, come ad esempio quelli sul mondo fenicio-punico o anche sul mondo nuragico (sul primo i dati della straordinaria militanza archeologica di Barreca sono stati, da tempo, aggiornati, mentre sul secondo mancano riferimenti a importanti ambiti di ricerca; per quel che concerne Lilliu, del quale è nota la vastissima produzione scientifica, si possono ricordare le sue letture della “costante resistenziale”, che, comunque le si vogliano acquisire, possono stabilire una relazione con il problema delle aree geneticamente conservative; nell’orizzonte delle relazioni “internazionali” dei nuragici è assente la fondamentale presenza a Creta, in particolare nel sito di Kommos, porto commerciale di Festòs, e la stessa discussione sulla nascita della falsa cupola, o tholos, non può essere limitata al polo oppositivo apporto miceneo/sviluppo autoctono).
 Tornando alle analisi genetiche, il lavoro - del quale abbiamo dato solo alcune risultanze, ma che appare prezioso per tutte le epoche - è destinato ad arricchire in modo fondamentale la discussione sul tema. Emerge, ovunque, la particolarità del patrimonio genetico isolano eppure anche la sua multiculturalità. Negli aspetti formativi, per usare termini geografici, sembra più occidente (penisola iberica, Provenza, Liguria) e meno, (ma anche) vicino Oriente: ciò prima dei nuraghi, sino al neolitico. Con i nuragici lontani da noi ma che si avvicinano meglio a questo nucleo composito formatosi fra il paleolitico superiore ed il neolitico rispetto alle serie dell’età del Rame e del Bronzo Antico (Bonnanaro). Negli aspetti evolutivi, c’è la storia dei continui apporti etnici, dei ripiegamenti, delle “resistenze”.
 E’ passato moltissimo tempo dagli uomini della Grotta Corbeddu, ma per certi versi è un tempo ancora vicino, almeno in certe aree più conservative dell’isola. Più, sembrerebbe, del nuragico. L’autore invita ripetutamente, da scienziato, alla prudenza su quantità e talora sulla natura delle serie disponibili. Inevitabile se si pensa a quanto non conosciamo delle varie epoche, di “altri” eventuali nuclei umani in età nuragica, alla valutazione del ruolo sociale espresso a più livelli (innovazione tecnologica, leadership nella sfera del sacro e in quella militare) e non necessariamente coincidente con la “prevalenza” genetica.
 Resta - di tutte le suggestioni di questo bellissimo lavoro - l’alterità del nostro attuale patrimonio genetico rispetto a quello nuragico. Se fosse confermata da altre serie analitiche, sarebbe una bella notizia, perchè riconsegnerebbe la scelta dei frequentissimi riferimenti identitari al mondo nuragico - che li si condivida oppure no - ad un ambito più propriamente culturale.
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Fra le pieghe della menzogna 
Esperti a confronto sulle metodologie investigative 
SASSARI. Come si smaschera un sospettato che rende falsa testimonianza? Quali sono le metodologie di ascolto del bambino abusato? Hanno risposto a queste domande specialisti di tre università durante il convegno “L’intervista investigativa”, ieri, nell’aula magna di Scienze politiche. I lavori sono stati presieduti dal deputato Federico Palomba, magistrato, membro della commissione Giustizia della Camera ed ex presidente della Regione.
 Terreno scivoloso e non meno affascinante, quello della psicologia forense è un ambito multidisciplinare che coinvolge diverse figure, non solo lo psicologo in senso stretto. Tutto ruota attorno al valore della testimonianza, che può essere preziosa nel momento di acquisizione delle fonti di prova e altrettanto determinante nella fase del dibattimento processuale.
 Ciò che bisogna stabilire è l’attendibilità perché è chiaro che una menzogna porta solo a conclusioni sbagliate.
 Questo è il compito delicato degli specialisti che operano a stretto contatto con poliziotti, magistrati e avvocati per valutare quando un testimone è attendibile o meno. Quello sulla metodologia dell’intervista investigativa è un dibattito sempre aperto che mette in contatto le aule accademiche e quelle dei tribunali. L’intento è fornire agli addetti ai lavori strumenti nuovi per affrontare con efficacia il momento cruciale dell’interrogatorio, tutto nel pieno rispetto dei diritti del cittadino. In questo senso le innovazioni più importanti sono state introdotte in ambito minorile attraverso l’istituzione delle audizioni protette. «Il bambino è considerato un buon testimone - ha spiegato Gaetano De Leo, ordinario di psicologia sociale a Bergamo - ma deve essere ascoltato da specialisti in un ambiente appropriato».
 Il convegno, organizzato dal centro studi urbani del Dipartimento di Economia istituzioni e società, ha riunito allo stesso tavolo gli specialisti di psicologia sociale di tre università. Oltre a De Leo c’erano anche Patrizia Patrizi (Sassari), Aldert Vrij (Portsmouth) per fare il punto su un tema importante in un momento decisamente delicato. Lo ha sottolineato anche Federico Palomba, a margine dell’incontro, facendo riferimento al polverone sollevato dalla recente inchiesta sulle intercettazioni telefoniche.
 «Le intercettazioni - ha detto Palomba - sono e restano uno strumento investigativo essenziale, ma devono essere disposte, gestite e controllate direttamente dal giudice nel pieno rispetto della legalità». Palomba ha detto anche di essere contrario alla distruzione degli atti «con la sola eccezione - ha aggiunto - delle conversazioni di natura privata». In apertura di lavori il questore Cesare Palermi ha parlato dell’impiego di tecnologie molto sofisticate nella lotta al crimine e ha ribadito la necessità di adottare la linea della fermezza per arginare la piaga dei sequestri di persona. L’iniziativa, a cui ha preso parte anche il rettore Alessandro Maida, rientra nel quadro dei programmi di internazionalizzazione del sistema universitario, un processo attivato da tempo con l’obiettivo di uniformare l’adozione di strumenti e metodi di ricerca delle università europee.
Antonio Meloni 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
In via Padre Manzella prezzi più bassi con il piatto unico 
SASSARI. Menù leggero sì, ma non costoso. Per il piatto unico da mettere sotto i denti nella mensa di via Padre Manzella, gli studenti universitari sborseranno un importo inferiore rispetto alla cifra che pagano in via dei Mille. «I prezzi sono ancora in fase di definizione - dice il presidente dell’Ersu Antonello Mattone - ma saranno più bassi. È naturale, considerato che gli studenti mangeranno di meno». La scelta di introdurre il piatto unico nella mensa universitaria «nasce dalla volontà di venire incontro alle richieste di molti studenti. Considerato il ritmo frenetico, con lezioni a tutte le ore, preferiscono tenersi leggeri». Rimane il problema della carenza di personale. «La pianta organica dell’Ersu deve essere rivista, alla luce anche dell’apertura della nuova casa dello studente di via Coppino. In ogni caso - assicura Mattone , la mensa di via Padre Manzella aprirà entro la fine di ottobre».
 
1 – Il Sardegna
Università. Alcuni studenti arrivano presto e fanno incetta di numeri per rivenderli
File da incubo in segreteria
Nasce il business dei tagliandi
Fino a quattro ore di attesa per arrivare allo sportello e consegnare un documento
Vendere i numeri salvacode distribuiti dalle macchinette della segreteria studenti. Non manca certo di originalità l’idea venuta in questi giorni ad alcuni intraprendenti studenti dell’ateneo cagliaritano. Le file al Magistero in questo periodo sono una condanna che tocca praticamente tutti gli immatricolati. Perché quindi non trasformarla anche in una fonte di guadagno? Se lo sono chiesti gli aspiranti affaristi. E allora, ecco che seguendo questa filosofia, la levataccia al mattino diventa meno pesante da sopportare, se vista con un occhio rivolto al guadagno futuro. La tecnica è semplice: dalle 8, se possibile anche prima, si cerca di guadagnare uno dei primi posti di fronte alla porta, per poi iniziare la corsa quando quest’ultima sarà aperta dagli addetti alle 9 in punto. Una volta riusciti a entrare nell’edificio tra i primi, con dietro la spinta di una fila di centinaia di persone, si arriva alla macchinetta per ritirare il sospirato numero. E a questo punto il gioco è fatto: basta armarsi di pazienza, appostarsi all’uscita in cerca dei volti disperati e rassegnati di chi arriva in ritardo, e proporre loro di acquistare il biglietto che farà risparmiare almeno un po’ di coda. «Quando ho terminato le pratiche mi sono ritrovata con un numero in più - racconta Rita - e così all’uscita ho chiesto se qualcuno lo volesse, ma mi hanno risposto che altri ragazzi li stavano vendendo, non volevano credere che lo regalassi». Una situazione paradossale, che documenta, forse meglio di qualsiasi protesta, la situazione che si respira nella segreteria del Magistero. Basta osservare ogni giorno gli studenti assiepati fuori dall’edificio in attesa del proprio turno, o quelli che aspettano che la macchina riprenda la numerazione dopo il blocco che subentra quando emette il biglietto numero cinquecento: anche per prendere il numero è necessario fare la fila. «Devo solo consegnare una pratica per il passaggio di facoltà - racconta Valentina Farci - e sono in fila ormai da quattro ore». «Siamo arrivati alle 9 - gli fa eco Mattia Concu - ma siamo riusciti a ottenere solo il numero 400».Tutto questo a pochi giorni dai proclami sull’eliminazione delle file grazie alle iscrizioni on-line.
Silvia Casula

Questionario e social

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