Martedì 10 ottobre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 ottobre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 12 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 18
università
I dipendenti dell'Ateneo da otto anni senza visita medica
Dipendenti senza visite mediche e troppi lavoratori precari. Accade nell'Università di Cagliari secondo la denuncia della Cisl, contenuta in due lettere inviate al rettore Pasquale Mistretta. «Il personale - scrive Tomaso Demontis, segretario d'ateneo del sindacato - non viene sottoposto ad accertamenti sanitari da otto anni e mezzo. Un tempo certamente sufficiente per stipulare una convenzione con gli uffici della medicina del lavoro e organizzare le visite. C'era stato un impegno qualche mese fa, ma non è stato seguito da alcun atto concreto». Altro problema evidenziato dalla Cisl è l'abbondanza di lavoratori precari nell'Ateneo. «Centinaia di collaboratori coordinati e continuativi, - evidenzia il segretario generale, Fabrizio Carta - e lavoratori assunti a tempo determinato svolgono anche funzioni delicate nelle segreterie studenti o seguendo progetti di ricerca». Una situazione già denunciata dalla Cisl in un seminario a cui aveva partecipato anche Mistretta: «Avevamo chiesto l'apertura di un tavolo di confronto - aggiunge Carta - e sembrava che il rettore fosse d'accordo. Siamo ancora in attesa di una convocazione. Ricordiamo inoltre che l'Ateneo, dopo la convenzione stipulata tra Università e ministero del lavoro, è entrato a far parte della Borsa nazionale del lavoro». (m. v.)
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 5
L'assessorato alla Cultura assume traduttori e interpreti di lingua sarda
Si cercano anche operatori per lo Sportello linguistico
Due interpreti-traduttori di lingua sarda, due operatori linguistici, 41 quadri per l'Ente foreste. La Regione, con tre avvisi pubblicati sui principali quotidiani, mette in moto la procedura per una serie di assunzioni che, in questo caso, presentano una particolarità: in via Roma, sede dell'assessorato alla Cultura, si cercano esperti di lingua sarda. L'avviso pubblico per "la selezione per titoli e colloquio per il conferimento di incarico di collaborazione professionale in qualità di traduttore-interprete in lingua sarda" preannuncia un contratto di dodici mesi, le domande di partecipazione alla selezione dovranno arrivare entro il 30 ottobre all'assessorato alla Cultura. Un bando con le stesse caratteristiche riguarda due incarichi per operatore linguistico, identico il termine per la presentazione delle candidature. Sia i traduttori che gli operatori linguistici andranno a ricoprire incarichi nello Sportello linguistico regionale, di prossima apertura, per il quale è da nominare anche il direttore. La Regione, attraverso l'Ente foreste, indice un concorso pubblico con l'obiettivo di rinnovare i suoi dirigenti, da sempre provenienti dall'interno della struttura. I posti sono 41, per poter partecipare alle prove scritte è richiesta la laurea (i dettagli sono consultabili sul sito www.sardegnaforeste.it) e i nuovi dirigenti andranno a colmare, all'Ente foreste, posti nell'area tecnica, amministrativa e amministrativo-contabile.
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 56
I musei interattivi per una scienza vicina al pubblico
Incontro domani a Pula
Portatori di una missione di avanguardia culturale, diffondere la conoscenza scientifica e tecnologica, i centri della scienza si stanno diffondendo in tutta Italia. Saprà dotarsene anche la Sardegna, dando valore alle esperienze di divulgazione scientifica condotte da più parti? Se ne parlerà domani, dalle 9,30, a Pula (auditorium di "Polaris") nel convegno "La diffusione della cultura tecnica e scientifica e i centri della scienza, un'opportunità di sviluppo per la Sardegna", organizzato dall'associazione "Scienza Società Scienza" in collaborazione con il Consorzio 21. Di particolare rilievo le relazioni di Manuela Arata (presidente del Festival della Scienza di Genova e Premio Andersen 2005) sul tema: "Divulgare la scienza: un dovere e un'opportunità", e di Paola Rodari (esperta di museologia scientifica, ricercatrice alla Sissa di Trieste) sul tema "La missione dei musei scientifici interattivi". La storia dei centri della scienza inizia nel 1925 a Monaco di Baviera, con le esperienze di coinvolgimento del pubblico al Deutsches Museums, seguito dallo Science Museum di Londra (Children's Gallery, 1931), il Palais de la Découverte di Parigi (1937, cui nel 1985 si affiancherà La Cité des Sciences et de l'Industrie) e l'Exploratorium di San Francisco (1969) che rappresenta un modello imitato in tutto il mondo. In Italia alcune realtà, come il Museo nazionale della scienza e della tecnica di Milano e il Museo di storia della scienza di Firenze, sono state aggiornate e migliorate, mentre altre sono state progettate secondo i moderni criteri: Città dei bambini e dei ragazzi (Genova), Città della scienza (Napoli), Immaginario scientifico (Trieste), Officina della scienza di Perugia. «Oggi - sottolinea Paola Rodari - chi opera in musei e science centre è sempre più attento alla ricerca di modalità dialogiche di comunicazione, sia nel progettare eventi e laboratori, sia nell'allestire nuove esposizioni. Inoltre si cerca di proporre al pubblico non solo la scienza assodata, ma anche la scienza nel suo farsi, la ricerca che si sta costruendo oggi nei laboratori di tutto il mondo». L'incontro di Pula servirà a raccogliere indicazioni e risorse per dare forza a quella società della conoscenza che invece è minata dal distacco tra cittadini e scienza, dagli scarsi risultati scolastici in matematica e fisica, dalla carenza di vocazioni universitarie e dalla fuga di cervelli. «Una soluzione possibile - sottolinea Rodari - risiede nella capacità di creare reti operative, di scambi, di formazione, di coproduzione, tra enti locali, musei, centri di ricerca». A questo scopo a Pula sono in programma due tavole rotonde. Alla prima ("Un centro della scienza in Sardegna: una scommessa importante per il territorio") parteciperanno amministratori locali (di Regione, Provincia e Comune), il preside della facoltà di Scienze dell'ateneo cagliaritano e il presidente della Fondazione Banco di Sardegna. La seconda ("Il coordinamento delle strutture scientifiche regionali per la diffusione della cultura scientifica e tecnologica") metterà a confronto operatori del Laboratorio di biologia e antropologia molecolare del museo di Villanovaforru, del Dipartimento di Fisica dell'università di Cagliari e dell'Osservatorio astronomico. Sarà presentato inoltre il progetto del Comune di Selargius "Campus della scienza e dell'ambiente".
Andrea Mameli
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 7 – Cronaca regionale
cagliari e sassari
Arriva Internet senza fili per gli universitari
Per il progetto stanziati 400 mila euro
Quattro progetti per fornire agli studenti universitari di Cagliari e Sassari gli strumenti necessari per l'accesso a Internet anche attraverso la tecnologia wi-fi (connessione veloce senza filo) sono il frutto dei due diverse convezioni firmate dalla Regione con i due atenei sardi e gli enti di diritto allo studio universitario. I progetti, che usufruiscono di uno stanziamento di 400 mila euro rimasti inutilizzati dal fondo di un milione 800 mila euro del progetto Sax per la creazione di "Internet point" a favore delle organizzazioni di volontariato no profit, sono stati presentati dall'assessore degli Affari Generali, Massimo Dadea. Nei prossimi sei mesi, e non oltre il 31 marzo 2007, saranno realizzati una serie di interventi, anche infrastrutturali, per il potenziamento delle postazioni Internet e l'installazione di piattaforme wi-fi nei campus universitari e nelle strutture abitative dell'Ersu. Con una spesa di 129.648 euro l'università di Cagliari ha previsto di realizzare un sistema di connessione Internet "wireless" per gli studenti nel polo umanistico di Sa Duchessa, in quello di Biologia animale in viale Poetto, in quelli economico-giuridico in viale Frà Ignazio e di Ingegneria in piazza d'Armi, all'Orto botanico e al Palazzo delle Scienze. Sarà possibile accedere alla rete gratuitamente attraverso il proprio notebook dotato di scheda wireless o tramite i 40 computer portatili che saranno concessi in comodato d'uso agli studenti per un periodo non superiore a tre mesi. A Sassari, con due distinti interventi da circa 80 mila euro ciascuno, l'Università realizzerà una rete wireless per studenti e docenti (circa 18 mila utenti potenziali), mentre l'Ersu, oltre alla rete senza fili realizzerà degli Internet point nelle strutture di via Verona (18 postazioni wi-fi e 4 notebook) e via Manzella (otto postazioni fisse e quattro notebook).
 
5 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cronaca di Cagliari
24 ore – Altre notizie
Orto botanico: oggi conferenza
Oggi alle 16, aula Cosmesi dell’Orto botanico, viale Sant’Ignazio 10, si tiene la conferenza “Otonga: una foresta ed un ambiente da salvare”. L’incontro è organizzato dall’Orto botanico e dal Centro conservazione biodiversità del Dipartimento di scienze botaniche, in collaborazione con il Cosmesi e il Dipartimento di Scienze biologiche dell’università cattolica dell'Equador. (m. f. m.)
 
6 – L’Unione Sarda
Cultura – Pagina 52
Golgi, il Nobel dimenticato
A rendergli omaggio è il saggio di Paolo Mazzarello
Paolo Mazzarello presenterà stasera (alle 17) il libro "Il Nobel dimenticato". Appuntamento all'ex Teatro anatomico di via Porcell 121 (di fronte al Palazzo delle Scienze). Introdurranno Gaetano Di Chiara e Alessandro Riva. Quest'anno ricorre il centenario del premio Nobel per la Medicina a Camillo Golgi (1843-1926) che nel 1906 lo ricevette assieme a Ramon y Cajal per gli studi sulla struttura microscopica del cervello. La storia di Golgi ricercatore, professore universitario, rettore dell'Università di Pavia, senatore del Regno d'Italia è raccontata da Paolo Mazzarello, neurologo e professore di Storia della Scienza all'Università di Pavia, nel libro Il Nobel dimenticato. La vita e la scienza di Camillo Golgi appena uscito per i tipi di Bollati Boringhieri. Golgi operò in un periodo fondamentale per la storia d'Italia e d'Europa come quello tra il 1860 ed il 1920. Fu questo il periodo che vide la nascita del Regno d'Italia, lo scoppio della prima guerra Mondiale e l'affermazione del fascismo. Nel 1860, l'euforia per la raggiunta Unità d'Italia aveva prodotto un nuovo fervore nella ricerca in tutti i campi. L'Università di Pavia si trovava al centro di questo rinascimento, favorita dalle sue grandi tradizioni nella ricerca biomedica e dall'insegnamento di Spallanzani, Scarpa e Panizza. Golgi, figlio di un medico condotto, si forma al positivismo di Paolo Mantegazza, Giulio Bizzozero e Cesare Lombroso ma dopo la laurea in Medicina, è costretto a trovarsi un lavoro come primario medico presso un ospedale per malati incurabili ad Abbiategrasso. In solitudine, con il semplice ausilio di un microscopio e di reagenti ottenuti dai colleghi di Pavia, sviluppa la "reazione nera", la tecnica istologica che svela per la prima volta, e in tutta la loro meravigliosa morfologia, le cellule che compongono il cervello. La "reazione nera" rivoluzionò gli studi sul sistema nervoso, consentendo l'analisi dei suoi elementi costitutivi (i neuroni e la glia) con una precisione e completezza a tutt'oggi ineguagliata. Infatti, il metodo di Golgi fa parte tuttora dell'armamentario di ogni neurobiologo. Golgi è uno dei padri delle neuroscienze moderne, e tuttavia la sua esistenza è ignota ai più e, da quelli che lo conoscono, inevitabilmente associata a quella di Cajal con il quale fu coinvolto in una polemica che non può dirsi ancor oggi del tutto spenta. Ad essa Mazzarello dedica la parte più affascinante e istruttiva del libro. Perché la polemica tra Golgi e Cajal non fu solo un confronto tra due personalità antitetiche, riservato, cauto, introverso l'italiano, estroverso, aggressivo, temerario lo spagnolo, ma tra due diverse concezioni epistemologiche della funzione del sistema nervoso, olistica l'una, riduzionistica l'altra. Mazzarello paragona l'importanza che ricoprì nella biologia della fine dell'800 la diatriba reticolarista/neuronista a quella che ebbe nella fisica dei primi del '900 la discussione tra la teoria della relatività di Einstein e la teoria quantistica. Golgi concepiva le cellule nervose come unite in una "rete diffusa" attraverso i loro prolungamenti nervosi (gli assoni). Questa rete, nella quale l'impulso nervoso poteva viaggiare liberamente per grandi distanze, sembrava fornire il substrato morfologico dell'ampia interazione tra gli elementi nervosi necessaria per funzioni complesse come quelle cognitive. Cajal, che utilizzò per i suoi studi quasi esclusivamente proprio la reazione nera di Golgi, finì - ironia della sorte - per rigettarne l'ipotesi reticolare. Secondo Cajal il sistema nervoso è costituito da cellule separate tra loro (i neuroni) collegate in serie e dotate di una "polarizzazione dinamica", cioè di un verso secondo il quale viaggerebbe l'impulso nervoso, che, raggiungendo il neurone attraverso i prolungamenti protoplasmatici, i dendriti, lo trasmetterebbe all'elemento successivo attraverso gli assoni. Come è noto, la teoria del neurone di Cajal finì per trionfare sulla teoria reticolare di Golgi e questa sconfitta ha finito per pesare negativamente sulla fama di Golgi accreditando l'idea di un vegliardo testardo e rigido. In realtà, Golgi fu il capofila di una vera e propria corrente di pensiero che coinvolse e infiammò schiere di eminenti scienziati non solo contemporanei ma addirittura epigoni di Golgi. Proprio ai primi del '900 l'ipotesi reticolarista sembrò confortata dagli studi di due epigoni, Bethe e Apathy, che furono addirittura considerati per il Nobel. E tale era l'incertezza che scienziati del calibro di Kolliker, il padre dell'istologia, oscillarono a lungo tra le due teorie. Nel racconto di Mazzarello, la polemica tra reticolaristi e neuronisti fornisce lo spunto per una meditazione sul ruolo e sul valore della teoria nella storia del pensiero scientifico. Né Golgi né Cajal possedevano lo strumento per dirimere la loro controversia: il microscopio ottico non aveva un potere di risoluzione sufficiente a dimostrare o a escludere la discontinuità tra le cellule nervose. Perciò ambedue le teorie si basavano su inferenze. La teoria reticolarista spiegava il ripristino funzionale dopo lesioni di ampie aree corticali. Viceversa, la teoria neuronista rendeva conto del fatto che i neuroni si sviluppassero e degenerassero come unità cellulari individuali. Bisognerà attendere il microscopio elettronico per dimostrare che la separazione morfologica dei neuroni si mantiene anche a livello dei loro più stretti contatti (sinapsi). Tuttavia, lo stesso microscopio elettronico dimostrerà che in certe sinapsi (gap junctions) la separazione tra i neuroni viene a mancare, così che l'impulso si trasmette per continuità attraverso la comunanza di canali ionici, esattamente come previsto dalla teoria reticolare. Anche il cavallo di battaglia di Cajal, la teoria della polarizzazione dinamica viene a cadere nel caso di dendriti presinaptici, capaci di trasmettere oltre che ricevere l'impulso, o nel caso delle sinapsi asso-assoniche, che lo ricevono oltre che trasmetterlo, esattamente come previsto dalla teoria reticolarista. Mazzarello fa notare che, proprio perché frutto di inferenze, né la posizione di Golgi né quella di Cajal possa dirsi del tutto giusta o sbagliata. Sicuramente, posti di fronte a una scelta, opteremmo, sulla base del principio logico della parsimonia (rasoio di Occam), per la teoria di Cajal, quella che rende conto del maggior numero di osservazioni e che statisticamente ha la maggior probabilità di essere verificata sperimentalmente. Eppure, argomenta Mazzarello, nella diatriba con la teoria neuronista, la teoria reticolarista ha contribuito a creare una "tensione" investigativa che ha stimolato la ricerca e accelerato il progresso delle neuroscienze. Ma l'attività scientifica di Golgi non si limitò allo studio della struttura del sistema nervoso. Un filo poco noto lega la Sardegna a Camillo Golgi, un legame che deriva dai suoi studi sulla malaria. I sardi, si sa, la malaria ce l'hanno letteralmente "nel sangue". Infatti, l'elevata incidenza tra le genti sarde del "favismo" e dell'anemia mediterranea, è il risultato della selezione esercitata per millenni dalla protezione che i caratteri genetici associati a quelle malattie del sangue ha conferito nei confronti dello sviluppo del parassita malarico. Golgi, attraverso una straordinaria serie di studi condotti tra il 1885 ed il 1886, e per i quali si sarebbe meritato comunque il premio Nobel, individuò la relazione ciclica tra moltiplicazione del parassita malarico all'interno del globulo rosso e comparsa delle febbri malariche, individuando nel periodo immediatamente pre-febbrile il momento di maggiore sensibilità del parassita al chinino. Fu quindi grazie a questi studi che il chinino divenne un farmaco di sicura efficacia a tal punto da indurre l'Italia, prima nel mondo, a distribuire gratuitamente il chinino nelle zone di endemia malarica, come la Sardegna. Sicuramente, grazie agli studi di Golgi le vite di tanti sardi poterono essere salvate.
Gaetano Di Chiara
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Internet senza fili nelle Università 
La Regione punta sulla diffusione del web e stanzia 400mila euro per gli atenei di Cagliari e Sassari 
Postazioni nelle biblioteche, computer portatili in prestito agli studenti 
Luca Clemente
CAGLIARI. Internet ha creato un mondo in cui il tempo e lo spazio non sono più ostacoli insormontabili, qualsiasi informazione è disponibile in ogni momento ed in ogni luogo. A patto di essere riusciti a superare l’ostacolo più duro: l’accesso alla rete. Per questo la Regione, in collaborazione con le università di Cagliari e Sassari, ha messo a punto un piano, «Progetto di orientamento a internet», per la copertura “wi-fi” (Internet senza fili) e per l’installazione di postazioni internet in alcuni spazi comuni delle università e dell’Ersu. Il piano, per il quale sono stati stanziati 400 mila euro, sarà ultimato il 31 marzo del 2007. L’università, cui sarà affidata la gestione del progetto, ha già individuato le strutture in cui sarà possibile collegarsi ad internet senza fili. A Cagliari la rete “wi-fi” sarà installata nel polo giuridico-economico di viale fra Ignazio, in quello umanistico di sa Duchessa, nella sede di Biologia animale di Ponte Vittorio, nel Palazzo delle scienze, nella facoltà di Ingegneria ed all’Orto botanico. Saranno dotati di internet senza fili tutte le sedi della Casa dello studente, la mensa di via Premuda ed il Consorzio universitario di Nuoro, che, in città, è ospitato nei locali dell’Ersu. A Sassari l’accessibilità senza fili alla rete sarà garantita in tutte le facoltà dell’ateneo sassarese, in cui la copertura della rete “wi-fi” sarà estesa a tutte le aule, alle biblioteche ed agli spazi comuni (comprese le aree verdi), e nelle residenze universitarie di via Verona e di via Manzella. Nel capoluogo saranno installate venti nuove postazioni internet (6 nella biblioteca di via Trentino, 10 nella mensa di via Premuda e 4 nei locali in cui è ospitato il Consorzio universitario di Nuoro), che si andranno ad aggiungere alle sedici postazioni già esistenti, suddivise nelle varie sedi della Casa dello studente. Gli universitari cagliaritani, inoltre, potranno ricevere in prestito, per un periodo variabile da uno a tre mesi, uno dei 40 pc portatili che saranno acquistati, a completamento del progetto, nei prossimi mesi. Quando il progetto sarà ultimato per connettersi ad internet agli studenti basterà richiedere la scheda di abilitazione per il computer portatile ed una password per accedere al collegamento. “Questa iniziativa fatta di intesa con le Università, rientra nello sforzo più ampio che la Regione sta compiendo per permettere a tutti i sardi di usufruire delle possibilità offerte dalla tecnologia digitale”, ha detto l’assessore agli Affari generali, Massimo Dadea. In Sardegna, è stato detto, solo il 65% della popolazione ha accesso alla banda larga (l’internet veloce), mentre la media nazionale è dell’80%. Ma non sono solo i cittadini a non avere accesso all’internet veloce, anche le imprese e la pubblica amministrazione sono indietro: è il cosiddetto “digital divide”, il divario digitale, che, in Sardegna, riguarda sia le infrastrutture (la mancanza delle reti su cui far viaggiare i dati), sia le condizioni sociali della popolazione cui spesso mancano le conoscenze o gli strumenti necessari per usufruire delle nuove tecnologie. Se il divario non sarà colmato, però, rischia di penalizzare di più la nostra regione. “Rendere disponibile la tecnologia digitale”, ha concluso Dadea, “è uno degli obiettivi di questa giunta, perché costituisce una precondizione per lo sviluppo dell’isola”.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Pronti 20 milioni per far imparare l’inglese ai giovani 
CAGLIARI. Dopo l’approvazione definitiva nell’ottava Commissione del Consiglio regionale sulla cultura, potrà partire il progetto della giunta «Sardinia Speaks English», finalizzato alla diffusione della conoscenza della lingua inglese per i residenti dell’isola. Lo hanno annunciato, in una conferenza stampa, il presidente della Regione, Renato Soru, e l’assessore della Pubblica istruzione, Elisabetta Pilia. «La nostra regione è assolutamente in ritardo per la conoscenza delle lingue - ha dichiarato Soru - questo progetto è anche l’occasione per mettere assieme, nella stessa aula, persone con provenienza ed interessi diversi». Il programma, per il quale è previsto uno stanziamento di 20 milioni di euro, si articola in otto interventi destinati a diverse fasce della popolazione isolana. Per i giovani saranno organizzati progetti sperimentali finalizzati all’apprendimento della lingua inglese nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, progetti per la sperimentazione di programmi radiofonici in inglese per gli studenti delle scuole superiori e corsi intensivi di medio-alto livello per gli studenti universitari. È prevista una spesa di 5 milioni e 300 mila euro, il 26% del finanziamento. Il 70% di questo verrà utilizzato per la formazione degli adulti, per i quali sono stati previsti voucher (documenti) individuali per corsi di tutti i livelli, destinati a lavoratori e docenti di lingua inglese e effettuati in Sardegna e all’estero.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Se la scienza politica si tinge di rosa 
Ieri a Sassari la presentazione di «Donne, politica e istituzioni», il corso universitario alla terza edizione 
Dal libro di Mameli un seminario di studi sull’ imprenditorialità femminile 
La città sfugge da tutte le parti, da un lato dilaga a macchia d’olio, dall’altro diventa sempre più una realtà immateriale, fatta di eventi, manifestazioni, contingenze specifiche, consumo 
Antonio Meloni
All’inizio sembrava solo un’operazione di propaganda. Una delle tante iniziative promosse in ossequio alla logica imperante del politicamente corretto. Quando il ministero per le Pari opportunità propose all’università di Sassari l’istituzione di un corso rivolto alle donne desiderose di fare politica, in tanti fecero il muso storto. Primo fra tutti il preside della facoltà di Scienze politiche, Virgilio Mura, che non nascose il suo scetticismo. A chi mai poteva interessare un corso pensato per favorire l’accesso delle donne in politica? La risposta arrivò pochi istanti dopo che l’ateneo sassarese decise di pubblicare il primo bando di quello che oggi è uno dei corsi più frequentati di tutto il panorama universitario. Nel giro di qualche giorno, sulle scrivanie della segreteria di Scienze politiche, arrivarono centinaia di domande da tutta la Sardegna. A distanza di tre anni, i numeri e l’entusiasmo non si sono affievoliti, anzi se possibile sono cresciuti.
 Questo è il primo dato importante emerso ieri durante la presentazione di “Donne, politica e istituzioni”, il corso universitario, alla terza edizione, coordinato dalla sociologa Antonietta Mazzette. La lezione inaugurale, in un’aula magna gremita di studentesse (ma non solo), si è snodata attraverso gli interventi dei relatori che hanno partecipato al seminario, presieduto da Virgilio Mura, “Creatività ed imprenditorialità femminili, risorse non utilizzate dalla politica”. Lo spunto è stato offerto dal libro “Donne sarde”, del giornalista Giacomo Mameli, che ha concluso i lavori.
 Che le donne abbiano voglia di fare politica non è una novità. Basta vedere la presenza sempre più attiva dell’elemento femminile nelle sedi, pubbliche e non solo, in cui si trattano questioni delicate. Lo testimonia il dibattito mai sopito sulle quote rosa e l’esigenza sempre più sentita di affidare alle donne incarichi di carattere politico. Una risposta ulteriore arriva dai numeri di questa terza edizione che confermano, se ce fosse bisogno, il trend di crescita di un fenomeno sociologico da monitorare con attenzione. Il riscontro arriva puntuale dai dati degli iscritti all’università di Sassari dove il 63 per cento - sei punti in più rispetto alla media nazionale - è costituito da donne. Quanto può essere importante la presenza femminile in politica lo ha spiegato in apertura la coordinatrice Antonietta Mazzette: “elemento essenziale della democrazia, protagonista del cambiamento, portatrice di quella professionalità e quella scienza che sono linfa vitale per la politica stessa”. La questione di fondo è che malgrado i progressi degli ultimi venticinque anni, l’ambito politico è ancora fortemente dominato dall’elemento maschile e a giudicare dalla presenza ancora risibile delle donne nelle aule dei palazzi, il problema sta proprio nel cambiamento.
 Questione delicata, affrontata dai relatori che si sono alternati al microfono nel corso della serata. Secondo la valutazione dell’assessore regionale all’Industria, Concetta Rau, il nodo da sciogliere è nel sistema del mercato del lavoro e nella necessità di creare una mentalità capace di considerare la donna una risorsa preziosa da impiegare anche in politica. Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, spiega invece che è difficile trovare donne disposte ad abbracciare la carriera politica e qui si apre il più classico dei dilemmi femminili negli ultimi decenni.
 Alle donne ora ci pensa anche l’università (la facoltà di Scienze politiche in collaborazione con il Comune di Olbia) con un corso ideato per fornire alle future onorevoli i ferri di un mestiere tutto maschile. Novanta ore spalmate su un mese di lezioni che vedranno impegnati oltre centoquaranta corsisti. Quest’anno il dieci per cento è riservato ai colleghi uomini, un gesto di apertura, “ma anche di coerenza - conclude Antonietta Mazzette - perché l’obiettivo è il raggiungimento della parità”.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
Ricerca, sviluppo e una migliore qualità della vita 
Sono questi gli elementi dell’industria del futuro secondo imprenditori, amministratori, cittadini ed esperti 
PORTO TORRES. Ricerca, sviluppo tecnologico e qualità della vita. Sono stati questi gli elementi distintivi dell’industria a Porto Torres secondo imprenditori, amministratori, esperti e cittadini che hanno partecipato all’ultimo degli appuntamenti dedicati alla progettazione collettiva del Piano strategico. O almeno potrebbero essere questi, nelle previsioni e nelle speranze di tutti, nella Porto Torres del 2020.
Il sindaco Luciano Mura, nell’introdurre i lavori nella sala conferenze dell’hotel Libyssonis, ha sottolineato la diatriba infinita che anima le discussioni dei cittadini fra la strada della valorizzazione delle industrie e quella dello sviluppo turistico. «In realtà è un falso problema - ha detto - perché sia lo sviluppo turistico sia quello industriale possono e debbono convivere per sviluppare in maniera omogenea tutte le potenzialità di un territorio». Questa è l’unica indicazione Luciano Mura ha voluto dare, cedendo subito la parola ai partecipanti al workshop che hanno lavorato divisi in tre gruppi di lavoro. Da una parte esperti e imprenditori, dall’altra amministratori comunali e cittadini e ancora funzionari comunali e cittadini. E ciò che è emerso dal lavoro dei gruppi è proprio la prospettiva di un equilibrio fra ambiente e industria, sviluppo tecnologico e maturazione dell’acerbo mercato del turismo, fra energie alternative ed evoluzione del comparto della chimica. Con un allargamento della produzione anche ad aziende medio-piccole, ma con prodotti ad alto valore aggiunto. La premessa per poter raggiungere questo obiettivo è, secondo il parere dei partecipanti, la ricerca continua attraverso una collaborazione con l’Università, un sistema di incentivi alle imprese e uno snellimento burocratico che possa attrarre anche le piccole e medie imprese. A fianco a questi temi, inoltre, tante le idee proposte: la fruizione del porto industriale per lo stoccaggio e la trasformazione di grandi quantità di merci, la creazione di un polo tecnologico destinato alla new economy e l’introduzione di forme di energia alternativa.
Gavino Masia 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
Beni culturali, linfa vitale per il territorio 
Da domani all’università una serie di incontri sulle risorse locali da valorizzare 
SASSARI. I beni culturali della Sardegna sono una risorsa enorme, ma poco valorizzata. E una loro adeguata qualificazione può e deve diventare un importante motore di sviluppo per il territorio, e uno sbocco occupazionale per i giovani laureati. Punta su questo tema, quanto mai di attualità, il convegno “Cultura e sviluppo del territorio”, che inizia domani a Sassari, alle 16,30 nell’aula magna dell’università, fino a sabato con interventi, dibattiti e seminari.
 Un incontro, patrocinato e promosso dall’università di Sassari e dagli assessorati regionale e provinciale alla Cultura, che pone sotto i riflettori un campo di sviluppo possibile, quello dei beni culturali, e si propone d’indagare sulle sinergie realizzabili con il comparto turistico. La Sardegna possiede infatti beni archeologici, museali, etno-antropologici in alcuni casi unici, ora poco valorizzati, o che conoscono tentativi generosi di piccoli gruppi (cooperative giovanili giovanili per lo più) che però di rado raggiungono un successo stabile e autonomo.
 Le esperienze realizzate in Europa (come nella regione spagnola Castilla la Mancha), nella penisola (Pompei, la Valle dei Templi di Agrigento o la Toscana) e in alcune zone della stessa Sardegna, dimostrano che le strade della valorizzazione dei beni culturali per produrre ricchezza e lavoro sono concretamente perseguibili. Si tratta di individuare i percorsi adatti alla nostra realtà geografica, storica e culturale e collegare le iniziative private che nascono nel territorio con i programmi delle amministrazioni. Dalla loro razionalizzazione e la strutturazione in sistema nasceranno effetti proficui, come l’aumento dell’occupazione dei giovani laureati, l’allungamento della stagione turistica, e il coinvolgimento delle parti del territorio lontane dal mare.
 Il convegno si rivolge alla classe politica e imprenditoriale regionale, con particolare riguardo al nord Sardegna, e si avvale della forza propulsiva dell’ateneo, interessato alla soluzione del problema per ragioni istituzionali, ma anche perché è quella che produce la forza lavoro che maggiormente soffre della carenza di uno stabile sviluppo del settore. L’iniziativa è organizzato in collaborazione con il Nicec (Centro Nord-Irlandese per la Cooperazione Europea) l’Aich (Accademia dei Beni culturali irlandesi) e il Cd (Dipartimento dello sviluppo culturale), emanazione della università dell’Ulster. I lavori inizieranno domani pomeriggio nell’aula magna con i saluti delle autorità accademiche e istituzionali, e la relazione introduttiva del soprintendente regionale Paolo Scarpellini, “Patrimonio culturale: oggetto e fattore di sviluppo”. Si riprenderà giovedì dalle 9, mentre nel pomeriggio (15,30) ci si sposterà nell’Aula Magna della facoltà di Lettere con gli interventi degli ospiti stranieri, con servizio di traduzione simultanea, Nollaig O’Fionnghaile (Cultural development office University of Ustler), Donato Giuliani (Dipartimento Regione Nord Pas de Calais), Angeles Diaz Vieco (directora gerente Fundacion Cultura y Deporte de Castilla-La Mancha) e Joe Friggeri (Cultural Council of Malta). Stessa sede venerdì mattina, mentre sabato mattina a Palazzo Sciuti il seminario “Programmi degli Enti Locali a confronto in materia di turismo e beni culturali”.
Fabio Fresu 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
Tortolì
Piano di assetto idrogeologico, domani il gruppo di lavoro 
TORTOLÌ. Domani pomeriggio, con inizio fissato alle ore 17, nell’aula consiliare di via Mameli, si terrà un importante incontro operativo con il gruppo di lavoro incaricato dello studio di dettaglio rispetto al Piano stralcio del Pai (Piano di assetto idrogeologico).
 «L’incontro - spiega l’assessore comunale all’Urbanistica, il sardista Ignazio Ladu - è aperto ai componenti il comitato per il rio Foddeddu e a tutti i cittadini che intendano parteciparvi. Sono stati invitati a partecipare anche il direttore del Servizio difesa del suolo dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici, Cinthia Balia, il Genio civile di Nuoro, il presidente della Provincia Ogliastra, Piero Carta, i consiglieri comunali tortoliesi e i rappresentanti del Consorzio di bonifica di Tortolì».
L’assessore all’Urbanistica precisa che all’incontro operativo in programma domani pomeriggio, sarà presente l’intero gruppo di lavoro incaricato dello studio di dettaglio del Piano di assetto idrogeologico. Si tratta dei professori dell’università di Cagliari, Marco Salis e Giulio Barbieri, che illustreranno anche il rapporto preliminare sul rio Foddeddu, che attraversa la cittadina costiera fino in mare all’altezza della pista aeroportuale.(l.cu.)
 
 
 
 

Questionario e social

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