UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 10 settembre 2006

Domenica 10 settembre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 settembre 2006
Segnalati 3 articoli delle testate L’Unione Sarda e Il Sardegna

 
1 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia - Pagina 16
Università. In quindicimila a caccia di una sistemazione. Il mercato sfiora il milione di euro al mese
Studenti in cerca di una stanza
Fuori sede: caro affitti e fuga verso l'hinterland
Una camera, con bagno e cucina in comune con altri ragazzi, può costare tra i 200 e i 500 euro al mese. Molti scelgono l'hinterland
 
Impossibile spendere meno di 175 euro al mese. Più facile doverne sborsare anche 300. Per i più esigenti la cifra da pagare per una stanza in città (con bagno e cucina, spesso in comune con altri ragazzi), per l'anno universitario, può arrivare ai 500 euro mensili. Quasi sempre (il 75 per cento dei casi) in nero: difficilmente i proprietari degli appartamenti, e gli stessi affittuari, stipulano un regolare contratto. Sono i prezzi per gli studenti fuori sede, che decidono di trasferirsi per dieci mesi a Cagliari, evitando di fare i pendolari. I costi elevati costringono molti ragazzi a preferire altre sistemazioni nell'hiterland. Gettonate Sestu, Monserrato e Quartucciu. giro d'affariIl mercato degli affitti universitari sfiora il milione di euro al mese, considerando che si mettono in movimento quasi sedicimila studenti. Una cifra considerevole che spesso sfugge al controllo del fisco: difficile calcolare con precisione quanti siano i proprietari di piccole case che fanno firmare un regolare contratto agli affittuari. La percentuale non supera il 25-30 per cento. prezzi bassiPer una camera (non sempre con una scrivania) in un appartamento con altre persone, e quindi con bagno e cucina da spartire, si può spendere tra i 175 e i 200 euro. Sono i prezzi più bassi. Piccole variazioni a seconda della zona: in via della Pineta 175 euro, mentre nel quartiere Is Mirrionis le cifre oscillano tra i 180 e i 200 euro. In media anche la spesa in piazza Michelangelo (180 euro). Anche in altre zone si registrano cifre di questo tipo: San Benedetto e Is Maglias. i più cariPer i più esigenti (che magari vogliono il bagno per conto loro) i prezzi salgono. Anche per i ritardatari, o per quelli che non hanno molta voglia di cercare e si abbandonano alla prima offerta, il rischio di pagare molto è dietro l'angolo. Ecco qualche esempio. In via Is Maglias una stanza in un appartamento arredato e climatizzato costa 250 euro. Si raggiungono anche numeri da capogiro, con 580 euro per un monovano. Nella zona di via Roma la cifra sale: 450 euro per un monolocale. In viale Trieste un trivano costa 750 euro: 250 euro a testa. In via Carbonazzi nel quartiere di Stampace per due posti letto si spendono 800 euro (400 a studente). hinterlandChi ha una macchina a disposizione sceglie altre destinazioni. A Sestu, Monserrato e Quartucciu gli affitti scendono anche di 50 euro. Altro punto di forza la vicinanza con la Cittadella universitaria di Monserrato. solo studentesseGli strumenti più utilizzati per la ricerca della sistemazione in città sono i giornali e il passaparola tra conoscenti e amici. Nelle inserzioni incuriosisce la preferenza per le studentesse: quasi sempre è specificato che l'affitto è riservato a ragazze. Forse una garanzia per evitare problemi con i più scalmanati studenti-ragazzi. il rimpalloIl comune denominatore nell'affitto di una stanza è comunque l'irregolarità. Su chi utilizza con facilità il "nero" parte il rimpallo di responsabilità. Da una parte gli studenti che puntano il dito sui proprietari (per evitare di dichiarare il reddito aggiuntivo). Dall'altra i padroni delle case che respingono l'accusa chiamando in causa gli universitari e le loro famiglie: preferiscono non avere legami o vincoli.
Matteo Vercelli
 
Ersu «Senza il pezzo di carta niente borse di studio»
«I borsisti stiano attenti. Avere un contratto d'affitto conviene». A lanciare il messaggio è Matteo Murgia, rappresentante degli studenti nel cda dell'Ersu. «Il calcolo è presto fatto. Per chi è fuori sede - spiega Murgia - la borsa ammonta a 3.218 euro in un anno. Per i pendolari la cifra è inferiore: 1.819 euro. Uno studente per dimostrare che è fuori sede deve avere un regolare contratto d'affitto. La differenza, rispetto alla borsa di chi è pendolare, è di 1.400 euro. In dieci mesi, quanto dura in media un affitto, si tratta di 140 euro in più mensilmente. Con questa cifra si può trovare una sistemazione migliore e soprattutto in regola con la legge». Lo stanziamento di quest'anno per le borse di studio Ersu ammonta a 11 milioni di euro: «Si tratta di contributi messi a concorso - sottolinea Murgia - dunque non è possibile stabilire prima quanti studenti, con i requisiti in regola, avranno i soldi». Oltre alle borse di studio ci sono i servizi mensa (con 240 pasti inseriti nel contributo). Anche gli studenti in sede possono concorrere a una borsa: 1.243 euro l'importo.
 
Tra i ragazzi dell'Ateneo
Troppe le spese: «La parola d'ordine è risparmiare»
Il contratto lo chiedono solo gli studenti che hanno una borsa di studio. A tutti gli altri non conviene. Vale la regola del risparmio. E per affittare una camera a Cagliari si contratta, come se si fosse a un mercato. Una strategia accettata dai proprietari degli appartamenti cittadini, per un accordo in nero che va incontro a chi non si può permettere di spendere troppo per mantenersi gli studi universitari. «Il mio padrone di casa è un po' come Robin Hood: evade fiscalmente ai ricchi per dare agevolazioni ai noi poveri studenti», scherza Federica Corda, 23 anni, studentessa in arrivo da Mandas. «Spendo 180 euro al mese ? aggiunge ? per una casa a Is Mirrionis, che divido con altre tre ragazze». Per risparmiare si deve scendere a compromessi: «Il mio è un accordo vantaggiosissimo ? commenta fiero Giorgio Apeddu, 25 anni, universitario con famiglia a Orosei ? perché pago 180 euro al mese per una camera nel quartiere di San Benedetto. La casa è gigantesca: 190 metri quadri, sette stanze da letto, due cucine, due bagni. Ci abito da sei anni. La padrona ha provato ad aumentare il prezzo ma non può pretendere molto dato che non fa firmare un contratto. Conosco persone che nella mia zona, sempre in nero, spendono anche 220 euro». A pochi importa dei rischi che si corrono. «A me sta bene l'affitto in nero ? racconta Daniele Manca, 23 anni, di Guspini ? abito vicino al cimitero di San Michele e spendo 180 euro al mese. In casa siamo in quattro, ognuno con la sua stanza, più un bagno e una cucina. Ci sono da sei anni e non ho mai avuto paura di colpi di testa del proprietario. E se un giorno ci dovesse sbattere fuori non avrei problemi: ne cercherei un'altra». Se qualcuno non ha paura di un tuffo al buio, c'è chi preferisce rivolgersi a persone che si conoscono. «Non ho un contratto, ma solo perché il proprietario è un amico di famiglia ? spiega Andrea Tatti, 21 anni, di Arbus ? altrimenti non mi sarei mai fidato. Inizialmente avrei voluto avere un documento regolare. Ma va bene così. Ho una stanza a Is Mirrionis e spendo 200 euro al mese». Il discorso cambia completamente se lo studente ha una borsa di studio. «Il primo anno che sono venuta in città ? dice Loredana Frau, 24 anni, di Villacidro ? ero sotto contratto. Avevo tutte le agevolazioni Ersu, perché venivo da un paese lontano più di cinquanta chilometri da Cagliari. Ma non era comunque vantaggioso. Oltre l'affitto di 170 euro al mese pagavo il cento per cento delle spese catastali. Alla fine 100 euro in più. Per questo adesso faccio tutto in nero. Forse quest'anno, insieme alle mie coinquiline, torneremo al contratto ufficiale, così da poter dimostrare all'Ersu le spese che sostengono gli studenti fuori sede». C'è chi il contratto lo firma solo dopo qualche stagione. «I primi quattro anni li ho fatti in nero ? ricorda Michele Pusceddu, 32 anni, di Nuoro ? in una casa in piazza Michelangelo. Tre camere, un bagno e una cucina. La padrona l'affitta ad un prezzo fisso, e noi ci dividiamo il costo a seconda della grandezza delle camere. In due spendiamo 185 euro e il terzo 170 al mese, perché ha la stanza più piccola. È un contratto annuale ed è comunque ottimo. Noi aggiungiamo solo le spese di luce e telefono. La proprietaria si accolla i costi dell'acqua e di tutte le altre tasse. Prima, senza contratto, ci costava circa 20 euro in meno al mese. Ci consideriamo gli studenti più fortunati dell'Ateneo». (st. co.)
 
il sindacato «Contratti in nero? La norma Solo il 25% ha i documenti in regola»
«Solo il 25 per cento degli studenti universitari in affitto ha un contratto regolare». Giampaolo Carta, segretario regionale del sindacato inquilini casa e territorio (Sict) della Cisl, non nasconde le difficoltà che si incontrano per arrivare a un mercato "regolare" nel settore: «Esiste l'accordo con l'associazione dei proprietari e con il comune di Cagliari. E nonostante gli sforzi di tutti gli affitti in nero continuano ad aver la meglio». Secondo Carta i motivi sono diversi: «Prima di tutto gli studenti del primo anno non conoscono la realtà cagliaritana. Si affidano ad amici o agli annunci sui giornali, senza sapere che ottenere un regolare contratto non costa di più e dà notevoli garanzie». Chi preferisce muoversi in nero nella maggior parte dei casi è il proprietario: «Non vuole pagare niente a livello fiscale, nonostante le agevolazioni introdotte con la legge 431». Il segretario del Sict ricorda un ulteriore intoppo: «Puntiamo all'abbattimento di un punto percentuale dell'Ici, per chi affitta agli studenti. Non capiamo perché questo vantaggio esista per le altre tipologie d'affitto e non per quella agli universitari». Un prezzo equo, secondo la tabella del canone concordato, si aggira tra i 150 e 180 euro mensili a studente: «Una stanza ampia, con scrivania, in un appartamento con bagno e cucina». (m. v.)
 
la playa Con il nuovo campus i posti letto saranno 2.000
Cinque case dello studente per 935 posti letto. È l'offerta dell'Ersu. Una goccia nel mare di richieste di alloggi da parte degli universitari fuori sede, che superano quota diecimila. In futuro però l'Ersu si arricchirà di un vero e proprio campus universitario: una struttura da mille posti letto, in un'area (quella dell'ex semoleria) di due ettari dietro viale La Playa. Il progetto ha ricevuto il via libera da un accordo di programma (che vale 250 milioni di euro) firmato dal presidente della Regione, Renato Soru, e dal sindaco di Cagliari, Emilio Floris: da mesi sono finiti i lavori di demolizione dei silos e presto aprirà il cantiere della nuova casa dello studente. Per un po' si dovrà andare avanti con quello che c'è: la casa dello studente di via Biasi (132 posti), di via Businco (149), di via Montesanto (208), di via Trentino (253) e di via Roma (113). Le camere in singola sono 137, mentre le doppie sono la grande maggioranza (718). Con l'atteso campus universitario in viale La Playa la disponibilità di posti letto arriverà a quota 2.000.
 
2 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia - Pagina 51
Il personaggio. Il "professore" di Sedilo ha tra i suoi pazienti anche Napolitano, Bertinotti e Cossiga
«Io, il medico dei Presidenti»
Il segreto di Pietro Puddu: più sani con le erbe
È l'unico sardo nell'Istituto superiore della Sanità e da poco ha ricevuto l'oscar della dermatologia.
 
Fa parte dell'Istituto superiore della sanità, unico sardo. Di Sedilo, precisa subito il professor Pietro Puddu. La Sardegna ce l'ha nell'anima e nel cuore, appena può si rifugia nella bella casa di basalto grigio con il padre Giovanni, la madre Elena, la sorella Tina e i due cani. Nello studio fra libroni e souvenir di mezzo mondo le foto col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Francesco Cossiga, Fausto Bertinotti e persino con il Papa Ratzinger testimoniano legami umani e professionali profondi di cui professor Puddu accenna con discrezione medica e riservatezza sarda. Della medicina ha il concetto antico del medico di famiglia «curare e prendersi cura». Specializzazioni a raffica: dermatologia e venerologia, reumatologia, immunologia clinica e allergologia. È stato al Pasteur di Parigi ma anche missionario in camice bianco in Camerum e in Albania. Fa parte del Consiglio di amministrazione del Bambin Gesù di Roma, primario del dipartimento di immunodermatologia all'Istituto dermatologico di Roma con incarichi attuali e passati di consigliere delegato e direttore scientifico. Vive fra convegni e pubblicazioni, ambulatorio e Università, a Salerno. Non per niente il settimanale "Panorama" gli ha dedicato la foto e assegnato all'Idi l'oscar della dermatologia italiana. «Dimentichiamo qualcosa». Cosa? «Con la sedilese Costantina Frau abbiamo scritto il libro "Mandigos e usanzias in Sardinna. Cibo e tradizioni in Sardegna"». Cuoco per passione. «Mi diletto. I cibi e i sapori tramandati dalle nonne sono l'identità delle nostre genti. Nel libro abbiamo menzionato molte erbe che hanno poteri emollienti, idratanti e stimolanti sulla pelle sia che siano mangiate crude, sia che con esse si facciano infusi e decotti da bare o con cui fare impacchi». Per esempio. «Le foglie di alloro, borragine e i semi di finocchio hanno potere stimolante e purificante. Un mazzetto di crescione fatto bollire in due tazze d'acqua per dieci minuti è un toccasana per il viso e il collo. Le foglie triturate funzionano contro l'acne giovanile, mangiarle crude aiutano a curare le smagliature della pelle così anche l'acetosella, cicoria, porro, malva, le bacche di rosa canina grazie alla vitamina c». Si potrebbe continuare col succo di cipolla e aglio che attenuano il dolore delle punte degli insetti e la poltiglia delle olive che affrettano la maturazione dei foruncoli. Tante erbe per un mondo di allergici, professore. «Molto dipende dall'aria e dall'alimentazione. Ci pensi, anche gli extracomunitari dopo un po' di tempo possono diventano allergici a qualcosa. In Sardegna grazie a Dio l'aria è buona». Quanto a sanità in Sardegna i problemi non mancano. «Certo, esistono comunque ottime professionalità, a Milano come a Cagliari. I problemi sono organizzativi, gli sprechi, le risorse finanziarie». Pro o contro la scelta definitiva tra pubblico e privato? «Resto con la Bindi, o l'uno o altra. Il malato va seguito sempre con cortesia a attenzione. Sono contro la medicina come officina, un tagliando e via». Professore, in Sardegna aria buona ma tanti piegati dai reumatismi. «Né più né meno delle altre regioni». Scusi l'azzardo ma una volta per far cadere i porri dal pollice bastava una preghiera. «Significa che dopo la preghiera uno sta bene con sé stesso e questo aiuta a guarire ma è un fatto naturale». Il professore fa tutto facile, parla di sclerosi sistemica, sclerodermia, fibrosi, lupus e Raynaud come di matzimurru, che sarebbe il pane col pomodoro.
Antonio Masala

 
3 – Il Sardegna
Grande Cagliari – Pag. 25
U n i ve rs i t à . L'ateneo cagliaritano partecipa al progetto di ricerca Eurace
L'economia europea
simulata al computer
L’università di Cagliari è partner del progetto di ricerca Eurace finanziato dall’Un i o n e europea, che punta a realizzare un simulatore dell’e con om ia europea. Partecipa dal 1 settembre scorso il gruppo di ricerca del professor Michele Marchesi dell’ateneo cagliaritano. Il progetto vede la partecipazione di altre università europee, del centro di ricerche inglese "Cclrc", che possiede uno dei più potenti calcolatori del mondo e del "Tubitak" centro di ricerca governativo di Istanbul. Anche la Columbia University di New York è fra partner, nella persona del premio Nobel 2001 per l’economia Joseph Stiglitz. Eurace è il primo tentativo mondiale su larga scala di simulare un’intera economia.
Il progetto realizzerà un m o d e l l o d e l l ’ e c o n o m i a dell’Unione Europea, in cui interagiranno milioni di agenti simulati, rappresentanti industrie, banche, investitori, lavoratori,
consumatori. I risultati saranno usati dai politici europei per previsioni e analisi dell’impatto di nuove leggi e regolamenti economici.
L'università di Cagliari fornirà competenze sia dal punto di vista dei modelli di economia e di mercati finanziari, che delle tecniche di ingegneria del software necessarie per costruire un sistema così complesso. Il gruppo di ricerca "Agile Group" diretto da Marchesi, opera nel Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed E l e t t r o n i c a dell’Università di Genova. Conduce
ricerche note a livello mondiale sulle nuove tecniche "agili" di produzione del software, sul software "open source" e su modelli e simulatori dei mercati finanziari. E’ già coinvolto in numerosi altri progetti di ricerca, italiani ed europei, su tali tematiche. Da tale gruppo è stata recentemente costituita la società "FlossLab srl", la prima "spinoff " accademica dell’Università di Cagliari, che
opera nel mercato dello sviluppo di sistemi informativi utilizzando software open source. ■
 

Questionario e social

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