UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 6 settembre 2006

Mercoledì 6 settembre 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 settembre 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate L’Unione Sarda, La Nuova e il Sardegna , BUR

 
 
1 – L’Unione Sarda
Prima pagina
Cagliari. In 1300 concorrono per 170 posti.
E la Dirindin chiede altri tagli
Volete fare i medici? Meglio lasciar perdere
«Mi piange il cuore». Il preside della facoltà di Medicina di Cagliari, Gavino Faa, osserva la folla di studenti (1.300) speranzosi di avviare la loro carriera di medico. «Sono pochissimi», commenta riferendosi ai 170 posti a disposizione. «E l’assessore regionale alla Sanità chiede di ridurre ancora». Così il giorno degli esami diventa il giorno della polemica. L’assessore Dirindin ribatte: «Molti a 40 anni sono precari: non si può dire che abbiano un’occupazione dignitosa. Un’università seria si dovrebbe chiedere se ci sono sbocchi per i ragazzi che forma».
 
Pagina 14 – Cagliari e provincia
Università.
Medici, vengo anch’io? No tu no
«Pochi posti e la Regione vuole tagliare ancora»  
Gavino Faa attacca l’assessorato alla Sanità: ridotte le borse per le specializzazioni
Protestano anche gli studenti, contrari alla riduzione del numero chiuso e preoccupati per il calo delle borse di studio per le specializzazioni
«Mi piange il cuore». Il preside di Medicina, Gavino Faa, osserva la folla di studenti speranzosi di avviare la loro carriera di medico. «Sono pochissimi», commenta riferendosi ai 170 posti a disposizione. Nel mentre guarda i tanti genitori che hanno accompagnato i loro figli alla Cittadella universitaria per il test d’ammissione al corso di laurea - dovremmo aumentare il numero programmato. Invece l’assessore regionale alla Sanità chiede di ridurlo». L’assalto di ieri (oltre 1.300 studenti) è un vero record per la facoltà: «Medicina garantisce un’occupazione dopo la laurea - spiega Faa - come confermano i dati di AlmaLaurea: in due anni il 95 per cento dei nuovi medici ha un lavoro». gli sbocchi Se negli ospedali le assunzioni sono con il contagocce, le opportunità lavorative per i giovani medici non mancano. Almeno così sostiene il preside di Medicina: «I contratti a termine sono numerosi, così come le sostituzioni nelle guardie mediche o gli impieghi al 118. E poi ci sono i laboratori privati, le guardie turistiche, le case di cura, e la carriera di ricercatore in facoltà. Il mercato del lavoro nella sanità esiste». Per Faa dunque l’ipotesi di una diminuzione dei posti è impensabile: «Il numero chiuso è stato introdotto da più di dieci anni. Inizialmente erano 200 gli ingressi programmati. Poi si è passati a 170. Penso che il numero sia basso. Se proprio non è possibile aumentare i posti, non riesco a capire come mi si possa chiedere di ridurlo, così come ha fatto l’assessore alla Sanità». anni settanta Uno dei problemi per i medici è la quasi impossibilità a essere assunti negli ospedali. «L’ultima grande infornata con un concorso - ricorda il preside - risale agli anni Settanta. Da allora le assunzioni sono state poche: «Speriamo che la nascita dell’azienda mista possa rappresentare un’occasione. Intanto dobbiamo stare attenti: l’età media dei medici ospedalieri sale, e il rischio è che tra qualche anno saremo costretti a importare camici bianchi dall’estero. I nostri giovani infatti si stanno trasferendo, occupando posti di prestigio all’estero». Specializzazione Altro tasto dolente è la riduzione delle borse di studio per i corsi di specializzazione: «Quest’anno resteranno escluse più di settanta persone. Un medico deve avere la possibilità di specializzarsi». Questo significa guadagnarsi i primi soldi (una borsa da 900 euro mensili per cinque-sei anni) e, soprattutto, potersi vendere nel miglior modo nel mercato del lavoro. gli studenti Anche gli studenti si allineano con la posizione del preside di Medicina. «Siamo contrari a una riduzione dei posti - spiega Lorenzo Espa, rappresentante degli studenti nel cda dell’Ateneo - e ci opponiamo a ogni politica di tagli. Il problema della sanità sarda non si risolve con le riduzioni nel mondo universitario». Preoccupa anche il calo delle borse di studio per le specializzazioni: «Due anni fa erano 72, poi sono passate e 56 e quest’anno sono 40. Una decisione che ha lasciato fuori dai corsi 98 medici. Un taglio allarmante e in contro tendenza con l’incremento di laureati. Se è vero che la specializzazione non è obbligatoria, è altrettanto vero che riducendo le possibilità si impedisce a molti medici di continuare il naturale percorso della professione». Matteo Vercelli
 
L’ordine
Mondino Ibba: «Poco personale negli ospedali»
«Negli ospedali sardi servono almeno 500 medici». Lo rileva Mondino Ibba, presidente dell’ordine dei medici della provincia di Cagliari: «Se il personale medico fosse sufficiente - si domanda Ibba - così come sostengono dall’assessorato alla Sanità, allora perché esistono interminabili liste d’attesa? Basta fare un giro nei reparti per rendersi conto della situazione reale». Per il presidente dell’ordine il blocco dei concorsi per l’accesso al servizio sanitario regionale impedisce ai laureati e specializzati in Medicina di trovare un’occupazione stabile e dignitosa: «Dall’Università dicono che il 95 per cento dei laureati lavora? Ho dubbi che sia così. Su 12 mila medici in Sardegna più di tremila sono precari della sanità. Hanno contratti di sostituzione, e sopravvivono con piccoli impieghi nelle guardie mediche, con un po’ di libera professione e con la medicina non convenzionale. Questo avviene mentre esiste un fabbisogno di personale medico nella sanità pubblica». Altro capitolo doloroso è la specializzazione, perché «un medico non specializzato non serve. Le borse di studio messe a disposizione dalla Regione sono insufficienti: ne serve una per ogni laureato». (m. v.)
 
La replica
Nerina Dirindin: «Precari a 40 anni, senza un’occupazione dignitosa»
Prima analisi: «Abbiamo, in proporzione, il doppio dei medici rispetto agli altri paesi europei». Secondo punto: «Il 95 per cento dei laureati lavora? Molti a 40 anni sono precari: non si può dire che abbiano un’occupazione dignitosa». Per l’assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, il futuro dei medici è incerto: «Sono troppi. Ma è un problema italiano, e va affrontato a livello nazionale. Una Università seria si dovrebbe chiedere se ci sono sbocchi occupazionali per i ragazzi che forma. L’alternativa, certamente positiva, per i laureati è quella di trasferirsi in altri stati. Questo va detto in modo chiaro ai ragazzi che si iscrivono». In una situazione nazionale, dove la parola d’ordine è contenere le spese, impossibile prevedere se a breve verranno banditi concorsi negli ospedali: «Non possiamo isolare l’argomento in ambito locale - spiega la Dirindin - anche se è vero che in alcune specialità ci sarebbe bisogno di nuove forze. In ogni caso i dati sul personale del servizio sanitario regionale non registrano carenze urgenti». Un capitolo a parte è il discorso sui corsi di specializzazione: «Non sempre c’è bisogno di specializzarsi. - commenta l’assessore - Inoltre il prossimo anno usciranno dal sistema sanitario regionale 70 medici. Un divario enorme rispetto ai duecento che concluderanno la specializzazione ». (m. v.)
 
Ieri l’esame d’ammissione
La carica dei mille In fila sognando un banco in facoltà
Per ciascuno di loro, ragionando in senso puramente statistico, le probabilità di entrare nella facoltà di Medicina sono piuttosto scarse: su 1.350 studenti iscritti all’esame di ammissione, solo 170 riusciranno nell’impresa. Per tutti gli altri solo tanti rimpianti e la consolazione, per modo di dire, di poterci riprovare fra 12 mesi. l’attesa La carica degli aspiranti medici è iniziata ieri mattina, attorno alle 9, alla Cittadella Universitaria di Monserrato: studenti di tutte le età hanno invaso i cortiletti della struttura accademica, mettendosi in fila davanti alla bacheca. Ognuno cercava il suo nominativo e l’indicazione dell’aula nella quale avrebbe dovuto svolgere il test (80 domande a risposta multipla alle quali rispondere entro due ore), previsto per le 11 in punto. Alle spalle, per loro, un’estate con poco mare e tanto studio. Adesso, nelle chiacchiere convulse e negli ultimi ripassi prima di entrare in aula, prevalgono il nervosismo e la consapevolezza di essere giunti al momento della verità: dentro o fuori. tesi a confronto«Ma questo esame è uno schifo», sentenzia Giulio, «perché è assurdo riservare così pochi posti a chi supera un test a risposta multipla che, essendo pieno di domandine ingannevoli e subdole, non dà alcuna indicazione sul livello di preparazione di uno studente. Sarebbe molto più logico consentire a tutti di iscriversi all’università, mandando poi a casa chi, dopo il primo anno, non riesce a dare esami». Una critica, quella espressa da Giulio, non condivisa da Margherita, secondo la quale invece «questo test schematico è l’unica possibilità a disposizione dei docenti per selezionare in tempi rapidi i 170 studenti ammessi alla facoltà». Quali (e quanti) i libri necessari per prepararsi a sostenere un esame così secco e spietato? «Sono utilissimi i testi appositi, reperibili nelle normali librerie, che abituano a ragionare nell’ottica della domanda a risposta multipla», assicura Nicola, «anche se poi io ho integrato la preparazione rispolverando i libri di chimica e biologia delle superiori. Mi sono cimentato, infine, con le simulazioni dei test presenti sul "Sole 24 ore"». in trasferta Anna, che si è recentemente trasferita da Trapani a Cagliari, durante i mesi estivi si è sorbita «ben dieci libri di testo». Andrea, che ha fatto il liceo classico e, ciononostante, per il proseguimento degli studi ha preferito abbracciare il ramo scientifico, si è servito soprattutto di un libro curato dalla Utet: un testo che «raccoglie le domande dei quiz che gli studenti di medicina hanno affrontato negli anni passati. Spero mi dia delle buone garanzie». Garanzie che potranno certamente tornare utili ai fini del superamento del test. Ma poi, per i 170 fortunati, quali saranno le prospettive di lavoro, in un campo che difficilmente apre le porte ai neolaureati? «Io sono pronto a cercare lavoro lontano dalla Sardegna, se necessario anche all’estero», precisa Andrea, mentre Giulio può dormire su due guanciali: «Se passo il test e mi laureo, il posto di lavoro ce l’ho già pronto». l’aiutino Fra previsioni e riflessioni, a pochi minuti dall’inizio della prova c’è già spazio per le recriminazioni. Maria, laureata in odontoiatria, ha tentato di aiutare la sorella, impegnata nel test, iscrivendosi anche lei all’esame di ammissione e sperando di essere sistemata nella stessa aula della sorella: «Lo ammetto, ci ho provato e mi è andata male, ma devo essere stata proprio sfortunata: casualmente, moltissime persone con lo stesso cognome sono state sistemate nella medesima aula. Sicuramente si siederanno l’una affianco all’altra. Ma forse loro avevano qualche santo in paradiso».
Matteo Bordiga
 
2 - L’Unione Sarda
Cagliari e provincia – Pagina 14
Il progetto del padre del giovane belga morto dopo una caduta da un balcone
Una fondazione per ricordare Thomas Laurent
Voglia di affacciarsi al mondo, scoprire nuove culture, socializzare con i coetanei degli altri paesi. Le speranze di vita di Thomas Laurent, spezzate troppo in fretta durante una vacanza studio in città a soli 19 anni per il cedimento del balcone di una casa durante una festa, continueranno a esistere grazie a una Fondazione che avrà il suo nome. Il progetto, presentato ieri a Cagliari dal padre del ragazzo belga, ricevuto nel pomeriggio anche dal sindaco Emilio Floris, è ad ampio raggio e si propone di offrire ai ragazzi la possibilità di muoversi al meglio in Europa sia per studio che per lavoro. Oltre a questo una serie di manifestazioni che avranno luogo a La Louvière città natale del ragazzo, dal 9 al 12 novembre prossimi e che coinvolgeranno, tra gli altri, diversi studenti sardi che avevano conosciuto Thomas. Perché la forza per portare avanti questo progetto in memoria del figlio, ad Alain Laurent, è arrivata proprio da Cagliari. «Quando c’è stata la tragedia ho avuto la solidarietà di una città intera, una cosa che non mi sarei mai aspettato», racconta con gli occhi lucidi, tra l’italiano e il francese seduto al tavolino di un caffè, in piazza Yenne: «Mio figlio aveva come valori della vita l’amicizia, la fratellanza, la generosità e l’uguaglianza, e il senso di questo progetto è quello di trasmettere questi valori ai giovani. La strada giusta è quella dello scambio interculturale». In programma anche un gemellaggio continuo tra Cagliari e La Louvière: «Ci stiamo adoperando per coinvolgere tutte le istituzioni e le risposte sono positive ? spiega Silvana Serra, presidente del Circolo sardo Eleonora d’Arborea, che ha sede nella città belga ? d’altra parte tra Belgio e Sardegna c’è sempre stato un forte legame di amicizia che ha avuto come sfondo le miniere». Cagliari aveva manifestato tutta la sua amicizia alla famiglia Laurent. Un mese dopo la morte di Thomas avvenuta nel novembre del 2005, si era svolta una fiaccolata e nel gennaio di quest’anno, in quello che sarebbe dovuto essere il ventesimo compleanno, una delegazione sarda guidata dalla direttrice del programma Erasmus era stata ricevuta dal sindaco di La Louvière. Nello scorso mese di marzo l’associazione degli studenti universitari Grisou ha organizzato quattro giorni di commemorazione ai quali hanno partecipato anche i genitori di Thomas, al quale è stata intitolata una sala Erasmus.
Gianluca Zorcolo
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 43 – Provincia Ogliastra
Intesa Comune-Università
Puc, si ricomincia
Studio affidato all’ateneo di Cagliari
Gli esperti di ingegneria del territorio studieranno una cittadina in continua espansione
Il piano urbanistico comunale di Tortolì riparte dall’Università di Cagliari. Dopo una lunga riflessione l’amministrazione comunale della cittadina guidata da Marcella Lepori ha deciso: sarà il Dipartimento di ingegneria del territorio dell’ateneo cagliaritano a elaborare lo strumento di pianificazione urbanistica del centro ogliastrino. «Abbiamo deciso di chiedere al dipartimento di Ingegneria del territorio - fa sapere l’assessore comunale all’Urbanistica Ignazio Ladu - di farsi carico della stesura del Puc di Tortolì». Un lavoro impegnativo, destinato a configurarsi come una vera e propria collaborazione tra enti, che vedrà gli esperti del dipartimento diretto da Giancarlo Deplano confrontarsi con le problematiche urbanistiche legate ad una realtà in continua crescita demografica ed espansione. La collaborazione tra Comune e Università porterà tra l’altro ad un risparmio notevole ma le ragioni che hanno indotto gli amministratori tortoliesi a chiamare in causa l’istituzione universitaria non si esauriscono certo in un mero calcolo economico. «L’Università - spiega l’assessore Ladu - ci garantisce competenze di altissimo livello non soltanto sotto il punto di vista prettamente tecnico ma anche per ciò che riguarda l’interpretazione delle norme giuridiche in materia di urbanistica». Detto questo ci sarà da rimboccarsi le maniche perché la discussione sul Piano urbanistico comunale della cittadina, pur avendo preso l’avvio alla fine degli anni ’90 con l’incarico dato dall’allora sindaco Franco Ladu ad un pool di esperti urbanisti, attualmente si basa su ben pochi elementi. La bozza preliminare di Piano, elaborata dall’equipe del professor La Cava e già passata la vaglio del consiglio comunale, è storia vecchia. Nel corso del tempo sono intervenute tali e tante modifiche, sancite da varianti e deroghe al Piano regolatore generale approvate dal consiglio comunale tortoliese, che tutta quella documentazione non potrà essere utilizzato se non come archivio storico. Toccherà all’Ufficio Puc del Comune sotto la supervisione dell’Università predisporre uno strumento in grado di garantire un corretto sviluppo urbanistico e quindi una migliore qualità della vita agli abitanti del centro costiero.(gy.fe.)

1 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Cronaca
Nuove iniziative a un anno dalla morte dello studente 
Un ponte con il Belgio nel ricordo di Thomas 
CAGLIARI. ‹‹Quando, dopo la disgrazia di Thomas, arrivai in Sardegna, rimasi colpito dal calore e dall’amore della gente. Valori che inseguiva anche mio figlio, e che ora voglio continuare a coltivare››. Occhiali scuri, maglietta e pantaloni neri, Alain Laurent, padre del giovane Thomas, lo studente belga morto cadendo da un balcone di una palazzina di via Tel Aviv, porta con grande dignità il dolore per la tragedia assurda che il 9 novembre dell’anno scorso gli strappò il suo ragazzo. Da ieri il padre di Thomas è di nuovo in Sardegna per una serie d’iniziative messe in piedi in occasione dell’anniversario dalla sua morte. Ma stavolta non è venuto solo: ad accompagnarlo ci sono alcuni degli amici di sempre di Thomas, come Melissa Pistidda e Gaetan Sgualdino, suoi compagni alla Haute ecole libre du Hainaut occidental, e alcuni rappresentanti della sezione giovani della Federazione di sardi in Belgio “Eleonora d’Arborea”, Raimondo Zedde e Maitè Bossens, accompagnati dalla presidente del circolo, Silvana Serra. Nessuna voglia di parlare dell’inchiesta che dovrà accertare di chi sia la responsabilità per il crollo del balcone su cui Thomas s’era appoggiato. ‹‹Sono qui solo per parlare del progetto››, non si stanca di ripetere Alain Laurent. Un progetto che prenderà le mosse tra il 9 e il 12 novembre, a La Louviere, la città di Thomas (nella regione della Vallonia) e che punta a creare un ponte culturale tra la cittadina belga e Cagliari. Partendo da un filo rosso comune: la realtà delle miniere, vissuta in Belgio tanto quanto in Sardegna. E’ soprattutto su questo legame che farà forza il filmato, della durata d’una ventina di minuti, che i ragazzi belgi arrivati ieri si preparano a girare nell’isola. Uno dei pezzi forti dei tre punti che compongono la quattro giorni d’iniziative, formati da un gemellaggio tra Cagliari e La Louviere, (‹‹il Comune ha già messo a disposizione 20 posti letto››, ha annunciato Silvana Serra), dalla creazione d’una fondazione intitolata a Thomas Laurent, per dare anche ai ragazzi meno abbienti la possibilità di viaggiare, e quindi di conoscere nuove culture, e dall’istituzione d’un premio di giornalismo “Thomas Laurent”, per i lavori che trattino argomenti quali il giornalismo, la giustizia e i diritti dell’uomo. Un premio, quest’ultimo, non a caso: fare il giornalista era il sogno di Thomas. Un sogno stracciato da un destino beffardo.
Sabrina Zedda 
 
1 – Il Sardegna
Pagina 28 – Grande Cagliari
L’iniziativa
Lo studente precipitò da un balcone a Genneruxi
Incontri fra culture per ricordare Thomas
Il padre del belga: «Un premio giornalistico, un gemellaggio e una Fondazione»
Doveva essere una festa ma  si trasformò in tragedia: il balcone  della casa crollò e un ragazzo  belga, Thomas Laurent,  19 anni, perse la vita. Era il 9 novembre  del 2005. Thomas era in  città con il programma Erasmus  e sognava di diventare un  giornalista sportivo. Ora, a quasi  un anno dalla sua morte, il padre  Alain, in collaborazione con  il circolo sardo Eleonora d’Arborea  de La Louviere, in Belgio,  organizzano il primo memorial  per non dimenticare Thomas.  Una quattro giorni, dal 9 al 12  novembre prossimo a La Louvière,  in Belgio. Una rassegna di  incontri, scambi socio-culturali,  sportivi e di amicizia. 
IERI MATTINA Alain Laurent  era in città per parlare del progetto e per ricordare suo figlio. 
«Thomas amava la Sardegna»,  ha detto tra l’italiano e lo spagnolo, «e questa idea è nata per  creare un legame con l’Isola: nel  dolore provocato dall’incidente  ho avuto la possibilità di trovare  la ricchezza del popolo sardo.  Una gentilezza che non ha eguali». Il padre del giovane studente  belga non vuole parlare della  tragedia. Le cause e le responsabilità si sapranno quando  la magistratura avrà fatto il suo  lavoro. Intanto, il memorial è  solo una parte di un progetto  più ampio che, i genitori, gli  amici, i professori e il circolo  sardo Eleonora D’Arborea, portano  avanti nel ricordo e in memoria  di Thomas. Gli obiettivi  sono principalmente tre: organizzare  un gemellaggio delle  città di La Louvière e di Cagliari;  creare una fondazione “Thomas  Laurent”, per aiutare e sostenere  gli scambi interculturali  tra gli studenti, tramite una  mobilità europea alla portata di  tutti. E infine, la realizzazione  di un premio giornalistico. Thomas studiava Comunicazione e  il suo grande sogno era diventare  giornalista sportivo e girare  il mondo. I valori che difendeva  erano l’amicizia, la fraternità,  la generosità e l’uguaglianza. Non a caso il tema del  premio speciale “Thomas Laurent” sarà: giornalismo, giustizia  e diritti dell’uomo.
Cinzia Isola

1 - Bollettino Università Ricerca
UNIVERSITA’ DI CAGLIARI
Inizia ufficialmente il progetto di ricerca Eurace
Il 1 settembre 2006 è iniziato ufficialmente il progetto di ricerca EURACE, finanziato dall’Unione Europea, cui fornisce un contributo sostanziale il gruppo di ricerca del prof. Michele Marchesi dell’Università di Cagliari. Il progetto EURACE, finanziato con oltre 2 milioni di Euro, ha l’ambizioso scopo di realizzare un simulatore dell’economia europea. Coordinato dal prof. Cincotti, originario di Calasetta e direttore del Centro per l’Ingegneria Economico-Finanziaria dell’Università di Genova, vede la partecipazione di altre università europee, del centro di ricerche inglese "CCLRC", che possiede uno dei più potenti calcolatori del mondo e del "TUBITAK" centro di ricerca governativo di Istambul. Al progetto partecipa anche la Columbia University di New York, nella persona del premio Nobel 2001 per l’economia Joseph Stiglitz.

Il progetto realizzerà un modello dell’economia dell’Unione Europea, in cui interagiranno milioni di agenti simulati, rappresentanti industrie, banche, investitori, lavoratori, consumatori. I risultati saranno usati dai decisori politici europei per previsioni ed analisi dell’impatto di nuove leggi e regolamenti economici. EURACE è il primo tentativo mondiale su larga scala di simulare un’intera economia.

L’Università di Cagliari è un partner chiave del progetto, cui fornirà competenze sia dal punto di vista dei modelli di economia e di mercati finanziari, che delle tecniche di ingegneria del software necessarie per costruire un sistema così complesso.

Il gruppo di ricerca "Agile Group", diretto dal prof. Marchesi e cui afferisce il prof. Giulio Concas, opera nel Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica della Università di Genova

Esso conduce ricerche note a livello mondiale sulle nuove tecniche "agili" di produzione del software, sul software "open source" e su modelli e simulatori dei mercati finanziari. E’ già coinvolto in numerosi altri progetti di ricerca, italiani ed europei, su tali tematiche. Da tale gruppo è stata recentemente costituita la società "FLOSSLab srl", la prima "spinoff"
accademica dell’Università di Cagliari, che opera nel mercato dello sviluppo di sistemi informativi utilizzando software open source.

Il progetto EURACE sarà l’occasione per assumere e formare specialisti di alto livello nei settori dell’economia computazionale e dell’ingegneria del software, contribuendo allo sviluppo dell’alta tecnologia ed all’internazionalizzazione della Sardegna.

Questionario e social

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