Sabato 19 agosto 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 agosto 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate: L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna 

1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 14
Medicina. Studio condotto da Neuropsichiatria e Epilettologia del San Giovanni di Dio
Svelato il segreto del sonnambulismo
Équipe cagliaritana isola il gene che fa camminare nel sonno  
È stato isolato in una famiglia sarda il gene che provoca il sonnambulismo. Sarebbe legato all'epilessia frontale notturna, ma il nuovo gene della malattia ha un modo tutto suo di manifestarsi: strani incubi e vere e proprie camminate nel sonno. La scoperta, fatta da un gruppo di ricercatori cagliaritani, è riportata in un articolo che comparirà nel prossimo numero della rivista American Journal of Human Genetics, tra le testate scientifiche internazionali di maggior prestigio in fatto di genetica. Il DnaL'ordine di camminare nel sonno e svegliarsi all'improvviso fuori dal proprio letto, magari in salotto o perfino in strada, potrebbe dunque essere scritto nel Dna. A scoprirlo, isolando un nuovo gene della classe dei recettori dell'acetilcolina, sono stati un gruppo di ricercatori sardi in collaborazione con i colleghi dell'Università di Pisa e i medici dell'Istituto San Raffaele di Milano. Tra questi: Dario Pruna, responsabile dell'unità di Epilettologia dell'ospedale San Giovanni di Dio e Tiziana Pisano della Clinica di neuropsichiatria dell'Università e della Asl 8 cagliaritana. EpilessiaSarebbe proprio il nuovo gene a determinare una forma di epilessia con manifestazioni cliniche totalmente differenti da quelle finora conosciute. I pazienti sarebbero colpiti da fenomeni di sonnambulismo e da "pavor" notturno, un tipo di incubi terrificanti e piuttosto reali. «La scoperta», spiega il professor Pruna, «mette in luce diversa questo tipo di fenomeni notturni. Un tempo, infatti, sonnambulismo e pavor notturno erano considerati esclusivamente di origine psicologica, mentre oggi sono sempre più ritenuti di chiara origine neurologica e come tali possono essere trattati efficacemente». Sarebbe dunque una forma di epilessia che si manifesta durante la notte la causa di quello che gli specialisti americani chiamano "nocturnal wandering" ma che in Italia viene comunemente definito sonnambulismo. A rischio«L'epilessia è una delle malattie neurologiche più frequenti», continua Pruna, «può interessare qualsiasi età, da quella neonatale alla più avanzata, con un picco di incidenza nell'età scolare. Circa il 70-75 per cento delle forme ha come origine una predisposizione genetica, generalmente legata a un malfunzionamento dei neuroni». La scopertaLa scoperta del nuovo gene è arrivata analizzando il corredo genetico di un'intera famiglia di quattro generazioni originaria della provincia di Oristano. Iniziato lo studio nel giugno del 2001, lo staff di ricercatori cagliaritani ha sottoposto l'intero ceppo familiare a continue analisi ed elettroencefalogrammi, isolandone dodici affette da disturbi del sonno e sonnambulismo. Cinque anni di lavoro per completare l'indagine del corredo genetico e, alla infine, la scoperta del gene che provocava questi disturbi. «Grazie a questa scoperta», conclude Pruna, «in futuro sarà possibile una diagnosi prenatale. Se il gene è mutato, l'epilessia potrà comparire in qualsiasi anno di vita, ma potrebbe anche non evidenziarsi mai. Proprio a causa del sonnambulismo e degli incubi, questi pazienti hanno un sonno molto disturbato. Nella maggior parte dei casi è possibile curarli con un antiepilettico». SonnambulismoLe manifestazioni cliniche di queste forme di epilessia sono molto particolari: risvegli notturni improvvisi, sensazione di paura, movimenti anormali anche complessi con anche fenomeni di sonnambulismo. La scoperta dei ricercatori cagliaritani apre un nuovo capitolo allo studio e alla cura di questi disturbi.
Francesco Pinna (Unioneonline)
  
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari – pagina 14
Come risparmiare: guida per studenti soli
Consumi esagerati? In città un circolo ecologista giovanile dà dritte e consigli per risparmiare e non farsi strozzare dalle bollette elettriche. Rivolto agli studenti ma non solo, un piccolo pamphlet insegna a spreconi o incauti come gestire al meglio lavatrice, scaldabagno, lavastoviglie e pompe di calore. Qualche nota semplice ma chiara per poter arrivare nel migliore dei modi alla fine del mese. gli autoriCi hanno pensato i ragazzi del Circolo Laura Conti, un gruppo ecologista che fa capo ai Democratici di Sinistra e che da circa un anno compie battaglie in favore dell'ambiente. Poche pagine zeppe di avvertimenti per un uso migliore degli elettrodomestici. costiL'obiettivo numero uno è la riduzione dei costi e abbattere l'inquinamento. Pensando all'energia elettrica viene in mente la lampadina e la luce accesa nelle stanze vuote, in realtà l'illuminazione interna di un'abitazione è solo una piccola percentuale del consumo totale di energia elettrica. Gli elettrodomestici coprono almeno l'80 per cento della bolletta elettrica. Un valido motivo per scegliere bene e per imparare a utilizzarli al meglio. suggerimentiRegole elementari ma che non tutti conoscono, soprattutto i giovani universitari che abitano da soli da poco tempo. Rifasatura degli impianti, frigorifero, tv, computer, stand by: le tre pagine di spiegazioni e suggerimenti hanno diverse voci, per ognuna c'è una soluzione dettagliata che rende tutto molto più semplice. Un esempio: evitare la funzione stand by per stereo e tv. Venti ore giornaliere di stand by comportano un consumo di circa 200 kWh annui, che corrispondono a 33 euro. «Meglio spendere completamente gli apparecchi e gli elettrodomestici normali ? consiglia il pamphlet ? è preferibile sfruttare questa funzione solamente per gli apparecchi che non possono essere spenti, come le apparecchiature programmabili». Un'idea banale, potrebbe pensare qualcuno. Per Cristiano Montis, responsabile del gruppo ecologista, è invece «una trovata utile, che insegna a risparmiare e a capire il vero valore dell'energia». Una trovata che è piaciuta a tanti universitari che vivono soli. Molti di loro hanno pensato bene di affiggere la proposta dei ragazzi del Laura Conti nella propria bacheca comune: «Trovo siano consigli utili ? sottolinea Gianmarco Casula, giovane di Guspini, iscritto in Giurisprudenza ? a casa siamo in quattro e ultimamente siamo riusciti a risparmiare qualche euro. Meglio a noi che all'Enel». Federico Fonnesu
 
3 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 35
Stefano Priola: valorizziamo le tradizioni di Iglesias
Una borsa di studio di 2500 euro per una tesi di laurea sui Candelieri
Una borsa di studio da 2500 euro per chi si laurea con una tesi sui candelieri. Il primo passo per dare un'ulteriore importanza alla cerimonia religiosa importante non solo ad Iglesias ma in tutta la Sardegna. A lanciare l'iniziativa, che prenderà avvio l'anno prossimo, in occasione della quindicesima edizione della cerimonia, è l'associazione dei candelieri di Iglesias. «Vista l'importanza di questa manifesazione che coinvolge non solo fedeli e abitanti di Iglesias ma numerosi turisti - spiega Stefano Priola responsabile dell'associazione dei candelieri - è stato deciso di dare il via libera a questa iniziativa che possa coinvolgere anche i più giovani, o comunque coloro che stanno completando i propri studi». Il bando, ancora in preparazione, sarà presentato agli studenti entro ottobre. «La tesi di laurea dovrà riguardare i candelieri e quindi tutto quello che concerne questa festa - spiega ancora Priola - perché si tratta di un momento particolare e importante non solo per la città di Iglesias ma anche per tutta la Sardegna». Non è comunque tutto. Anzi, la borsa di studio, finanziata dall'associazione assieme all'Assessorato comunale al Turismo non è che il primo passo di tutte le altre attività che l'associazione intende portare avanti per far conoscere l'iniziativa religiosa. «Oltre alla borsa di studio - prosegue ancora Priola - abbiamo intenzione di istituire un premio che riguardi sia l'attività fotografica sia le pubblicazioni che ogni anno si fanno in occasione dei festeggiamenti per la Madonna di mezzo agosto». Che non sono realizzate solamente da Iglesienti. «È in crescita il numerodi turisti e spettatori che ogni anno non solo assiste alla cerimonia - conclude Priola - ma chiede di partecipare».
Davide Madeddu
 
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari Pagina 22
Villasimius, il faro malato d'abbandono
Distrutti dall'incuria i caseggiati della lanterna e l'imbarcadero
Villasimius Il vecchio argano di ferro è andato giù da tempo. Corroso dalla ruggine, sepolto sott'acqua davanti a uno dei due moletti di granito dell'imbarcadero. Anche questo non se la passa proprio bene, invecchiato da decenni di scarsa manutenzione. Anzi, inesistente. I gommoni dei turisti e il gozzo in legno che di nome fa "Sant'Anna" devono faticare per trovare un attracco degno di questo nome. Mentre intorno c'è il paradiso. Un mondo di cristallo ipertrasparente e di granito che fa impazzire i visitatori dell'isola dei Cavoli. Ma poi si arrabbiano, i turisti. Lo fanno quando mettono piede a terra. L'imbarcadero non è solo splendore. Lo sconcio vero comincia subito dopo i moli. Sporcizia e ancora sporcizia. Lasciata, è pur vero, da altri turisti. Ma mai raccolta da chi dovrebbe garantirli, pulizia e decoro, in questo lembo di Sardegna esaltato dal desiderio di protezione ambientale sottoscritto dai vincoli dell'Area marina protetta. La "piccola casa dell'Università" (così la chiamano a Villasimius da decenni, da quando studenti e professori la utilizzavano come base d'appoggio per escursioni e studi sull'isola) è spalancata. Porte divelte, muri scrostati. Stride parecchio quel messaggio scritto sul muro (proprio dall'Università chissà quanti anni fa) e che invita a usare il locale ma a lasciarlo pulito, in condizioni di decoro. Poco più avanti non cambia nulla. Ancora edifici, vecchi caseggiati senza porta e finestre. E poi il faro, l'immenso fanale che sovrasta l'edificio. Affacciato sul Mediterraneo a indicare la rotta ai naviganti, a raccontare, per chi lo vede da vicino, che qui ai Cavoli si sono dimenticati di lui, del monumento. «Vero, purtroppo è la verità, da quando lo ha mollato l'Università il faro e gli altri edifici sono in uno stato di degrado preoccupante», ammette il sindaco di Villasimius e presidente dell'Area marina protetta di Capo Carbonara, Tore Sanna. É così da quando circa tre, quattro anni fa l'Università ha abbandonato l'isola. «In effetti il faro era stato assegnato al Circam dal ministero, mentre la giurisdizione è del Comune e dell'Area marina protetta. Di fatto, nessuno se ne occupa concretamente». Insomma, una verità amara. E un futuro tutto da scrivere. «Nella progettazione integrata presentata alla Regione - racconta Sanna - c'è anche il recupero del faro su cui esiste anche un progetto per trasformarlo in un centro di ricerche internazionale con le Università del Nord Europa. Un'ipotesi potrebbe essere quella della multiproprietà, per esempio con l'Università di Stoccolma che magari lo utilizza per tre mesi. Stiamo pensando di non affittare a luglio e agosto per evitare qualsiasi speculazione del tipo vacanza in Sardegna gratis o quasi. In questi mesi magari saranno le guide dell'Area protetta a sfruttare i locali per fare educazione ambientale».
Andrea Piras
 

5 – La Nuova Sardegna
Sassari – Pagina 19
Architettura
Iscrizioni al test di ammissione le domande entro il 28 agosto
SASSARI. La facoltà di Architettura si accinge ad inaugurare il suo quinto anno di vita con l’apertura delle iscrizioni al test di ammissione ai corsi di laurea per l’anno accademico 2006-2007. Non senza qualche novità. Da quest’anno infatti sarà possibile iscriversi, oltre ai corsi già da tempo attivi, anche al corso di laurea triennale in Scienze dell’architettura svolto in teledidattica. Questo corso, che fa capo al progetto Sofia e al Consorzio per l’università telematica della Sardegna - di cui fanno parte le università di Sassari e Cagliari - si svolgerà in modalità on-line, mista e in presenza. Una grande opportunità per quella fetta di studenti-lavoratori, sempre più numerosi e attenti alle offerte di formazione on-line, che vogliano conseguire la laurea senza dover abbandonare la propria professione. Come gli altri anni saranno poi disponibili gli altri corsi tradizionali. Un ventaglio formativo dalle vaste potenzialità, che ben si sposa con le esigenze della gioventù locale che voglia intraprendere la carriera di studi in Architettura senza dover obbligatoriamente lasciare l’isola. I termini per la presentazione delle domande di partecipazione al test - fissato per il 4 settembre - scadono il 28 agosto. La prova di ammissione consisterà nella soluzione di 80 quesiti a risposta multipla su materie come logica e cultura generale, storia, disegno e rappresentazione, matematica e fisica, e i risultati saranno resi noti il 13 settembre mediante affissione della graduatoria all’albo della segreteria studenti di Palazzo Zirulia.  Unica in Sardegna, la facoltà di Architettura di Alghero gode ogni anno di un respiro sempre più ampio, avendo già raggiunto elevati risultati in tema di offerta didattica e appuntamenti internazionali.  Numerosi i nomi di prestigio stranieri che, sia in veste di docenti che di conferenzieri, animano lezioni e seminari, da Luigi Snozzi a Gonzalo Byrne, da Josep Miàs Gifre a Francine Houben dei Mecanoo Architects, da Willi Husler a Boris Podrecca. Le opportunità offerte dalla facoltà si esprimeranno anche quest’anno nelle scuole estive, nei progetti Socrates ed Erasmus e nei tirocini che gli studenti potranno effettuare all’estero, con progetti di tesi in paesi come, tra gli altri, la Polonia, la Turchia e la Spagna. La facoltà di Architettura dispone anche di una fitta rete di collaborazioni e partnership con università di tutto il mondo. Per informazioni consultare il sito internet www.architettura.uniss.it oppure contattare la segreteria didattica allo 079 9720416, 320 9234114.
 
6 – La Nuova Sardegna
Cagliari – pagina 1
Un elenco che va da Capo Sant’Elia al deposito sotto il Binaghi
«Ridateci le aree militari dismesse»
CAGLIARI. La battaglia per avere le aree militari dismesse può ricominciare. Il 24 luglio, nell’ultima riunione prima delle ferie, la Regione ha presentato l’elenco delle aree che si sa non essere più di alcuna utilità all’apparato militare. Vari punti riguardano Cagliari con alcuni pezzi pregiati: dalla base dell’aeronautica ai piedi di Monte Urpinu lato ospedale Binaghi agli insediamenti della marina sulla via dei Conversi. Il pezzo forte restano Capo Sant’Elia e la Sella del Diavolo. Nella riunione del comitato paritetico che si era tenuta il 10 (luglio), i militari avevano portato un tema fuori dall’ordine del giorno, ma parecchio apprezzato: un progetto per la valorizzazione del complesso naturalistico-archeologico. I rappresentanti della Regione si erano uniti agli altri nell’apprezzare l’idea, ma avevano affermato con chiarezza che quell’area, comunque, data l’ammissione di inutilità per gli scopi militari, prima doveva passare alla Regione e poi questa si sarebbe preoccupata di mandare avanti un progetto di riscoperta dei due promontori, culle di rarità botaniche e faunistiche, punto di riferimento per gli studi di archeologia sull’area cagliaritana. Nella riunione del 10 luglio la Regione disse che il partner dell’Università e del Comune nel progetto doveva essere l’amministrazione regionale e non quella militare. La proposta giunta al comitato è stata elaborata dal «Consorzio per lo studio dei metaboliti secondari naturali». Si tratta di unorganismo tecnico-scientifico fondato nel 2005 dalle università di Cagliari, Novara e La Sapienza di Roma «con lo scopo di coordinare le attività dei ricercatori di queste università impegnati sulle strutture complesse del mondo vegetale utili in cosmesi, erboristeria e farmacologia». Nella relazione presentata dal direttore del consorzio, il professor Mauro Ballero, si capisce che il luogo è un paradiso dei patiti di botanica e desta meraviglia negli studiosi di zoologia perché tra Calamosca e Sant’Elia c’è un ambiente «che ha conservato caratteristiche di naturalità difficilmente rintracciabili in altri contesti urbani». Il progetto si propone di studiare flora, fauna e descrivere esattamente le caratteristiche anche nell’adattamento all’ambiente delle specie, tutto questo dovrà essere riversato in un punto informazione che verrà allestito all’ingresso del complesso. Ovviamente non mancheranno le proposte per individuare sentieri a tema (paesaggio, specie vegetali, specie animali, storia, archeologia) dove in ciascuno si può mettere meglio in evidenza il passare dei secoli sia considerando l’azione dell’uomo sia quella della natura, ci sarà il museo che aiuterà a sottolineare differenze e storia, i punti ristoro lungo i sentieri, il punto informazioni all’ingresso del parco. Il progetto è abbozzato, la proposta tiene conto della specialità della zona e di una caratteristica che la rende unica: si tratta di un luogo intatto, affacciato sul mare e, pur vicino come distanza alla città, assolutamente lontano dai problemi di questa. 

Questionario e social

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