Domenica 18 giugno 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 giugno 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati  4 articoli delle testate L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 50 – Provincia di Cagliari
Resta il pericolo alluvione
Una grossa fetta del centro abitato, nella parte bassa del paese, è considerata a rischio inondazione. Lo ha stabilito la Regione nel Piano di assetto idrogeologico (Pai), applicando rigidi divieti. Decine di ettari, con all'interno centinaia di abitazioni, classificati con il massimo livello di pericolo (R4), dove i geologi ritengono esserci pericolo per la perdita di vite umane. Per trovare rimedio a questa tegola caduta sugli abitanti dell'area tra via Andrea Costa e via San Gemiliano, l'amministrazione cittadina si è affidata all'Università con uno studio più dettagliato che ricalcala la portata del Rio Sa Cora (il torrente che minaccerebbe le abitazioni) e, di fatto, riduce la soglia di rischio facendo decadere i divieti di edificazione. A illustrare in Consiglio comunale la proposta di variante del Pai, che ora dovrà essere approvata dalla Regione, è stato il professor Marco Salis, responsabile scientifico del Centro Interdipartimentale di Ingegneria e Scienze Ambientali (Cinsa). Lo stesso ente universitario che, per conto della Regione, ha elaborato il piano di assetto idrogeologico. (fr. pi.)

 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 40 - Cultura e Spettacoli
Ecco la Sardegna del futuro
Domani all’università si parla dello sviluppo rurale dell’isola
LETIZIA VILLA
SASSARI. Per più di due anni 16 università italiane hanno studiato il paesaggio nell’ambito di un progetto finanziato dal ministero dell’Università e della ricerca. Lorenzo Idda, professore dell’ateneo turritano, ha coordinato i ricercatori dell’università di Sassari che hanno condotto le indagini nell’isola. I risultati ottenuti sono confluiti nel volume «Paesaggio e sviluppo rurale in Sardegna», edito dalla Franco Angeli di Milano, che verrà presentato domani 19 giugno, alle 10, nell’aula magna dell’università in occasione della giornata di studi organizzata dalla sezione di Economia e politica agraria. Dopo i saluti delle autorità cittadine, si avvicenderanno studiosi, professionisti e amministratori regionali.
 - Professor Idda, quali sono le ragioni della ricerca?
 
«Il paesaggio, da diversi anni, ha acquisito una posizione di primo piano nella considerazione dell’opinione pubblica e nel dibattito politico. Si va consolidando l’idea che esso rappresenti per la collettività un bene da valorizzare e non, come sino a poco tempo fa, un vincolo alle attività umane. In altri termini, il paesaggio è una vera e propria risorsa per lo sviluppo. Il problema è che tale risorsa non è disponibile in quantità illimitata ma è scarsa e per di più complessa. A definire il paesaggio concorrono infatti diversi elementi. Ne consegue che il governo della risorsa paesaggistica è complicato anche perché coinvolge competenze e responsabilità molto diverse».
 - Perché il tema del paesaggio rurale è importante per la Sardegna?
 
«E’ noto che il paesaggio va considerato come una risorsa per lo sviluppo. Contribuisce a definire l’identità di una comunità e testimonia l’evoluzione di un territorio. Questo è particolarmente vero per la Sardegna. Nel corso degli anni si è assistito tuttavia ad un uso “incontrollato” di questa risorsa. Ciò ha portato alla compromissione di alcuni aspetti del paesaggio e, in qualche caso, al degrado della risorsa. Tipici esempi si riscontrano nell’indagine condotta nell’isola. Oggi diventa un imperativo l’adozione di interventi orientati a “governare” i processi di trasformazione del paesaggio rurale. Tali interventi dovranno superare la logica “puramente conservativa” con la quale si è spesso operato in anni recenti. Una moderna gestione del paesaggio non si può limitare ad una “cristallizzazione” dell’esistente, ma deve regolamentarne le trasformazioni».
 - Quali prospettive ha aperto il piano paesaggistico regionale ora in via di attuazione?
 
«Sul piano si è aperto un confronto che ha appassionato l’opinione pubblica. Esso colma un vuoto legislativo che si era aperto con l’abrogazione dei vecchi piani paesistici. Questa risorsa aveva bisogno di un quadro programmatico di riferimento coerente ed organico e il piano glielo assicura. Tuttavia, al momento sono state definite le regole relative agli ambiti costieri, mentre per le aree interne molti aspetti devono essere ancora specificati. Sarà interessante verificare i criteri che condurranno a scrivere queste regole nelle aree rurali della Regione. Come lo sarà verificare il confronto che maturerà tra l’autorità regionale e le altre istituzioni.
 - E lo sviluppo rurale nel prossimo futuro?
 
«Si sta per aprire un nuovo periodo di programmazione dei fondi comunitari. La Sardegna, come le altre regioni, dovrà dotarsi di un programma di sviluppo rurale per il 2007-2013. Allo stato delle cose, il programma è utile e necessario. Pur coinvolgendo interessi più circoscritti di quelli toccati dal piano paesaggistico, le azioni di sviluppo rurale sono concepite per un orizzonte di lungo periodo. Dal 1º gennaio 2007 la Sardegna non sarà più regione Obiettivo 1, ma entrerà nella priorità “Competitività”. Ciò significherà, con molta probabilità, una riduzione delle sovvenzioni comunitarie. Ne consegue che il programmatore regionale dovrà fare scelte ben precise.».
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Olbia
La scuola che cambia
Dispersione, la prevenzione made in Usa
OLBIA. Il cooperative learning, ovvero il metodo didattico americano basato sulla cooperazione di gruppo ha funzionato anche nelle scuole di Olbia. Il progetto, avviato in via sperimentale in sei classi appartenenti alle scuole primarie e secondarie, ha infatti prodotto buoni risultati nel miglioramento delle abilità sociali e dei livelli di apprendimento. I dati sono stati illustrati in un convegno dal titolo “Trasformiamo la scuola in un modo migliore” organizzato dall’assessorato alla Pubblica istruzione e l’Osservatorio permanente sulla dispersione scolastica.
 C’erano anche i padri del cooperative learning, ieri mattina, all’incontro all’Expò: i fratelli Roger e David Johnson, docenti dell’Università del Minnesota, che hanno spiegato con un esempio pratico il funzionamento del metodo didattico e illustrato il perché dei suoi successi. Questo metodo, considerato ottimale e complementare a quello tradizionale nel recuperare i ragazzi in difficoltà impedendo loro di allontanarsi dall’ambiente scolastico, è stato applicato nelle scuole primarie di Olbia (Primo, Terzo e Quarto circolo, Istituto comprensivo) e in quelle secondarie (media Diaz, Pais, Istituto comprensivo). «Nelle prime - hanno spiegato Andrea Bertucci, Laura Deledda e Giovanna Frigo -, tenendo conto della giovane età degli alunni, abbiamo preferito focalizzare l’attenzione sulle sviluppo delle abilità sociali e relazionali, nelle seconde, ci siamo concentrati sui livelli di apprendimento». In due mesi di applicazione del cooperative learning su tematiche come alcool, cocaina e fumo gli alunni delle medie, una volta imparato il meccanismo della cooperazione, hanno dimostrato notevoli miglioramenti nell’apprendimento mentre quelli della primaria hanno fatto passi in avanti nell’integrazione in classe. (se.lu.)
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Progettazione integrata. In arrivo i finanziamenti della Regione per lanciare l’area protetta
Parco, una valanga di proposte
Informazione ambientale ma anche un campo da golf
PABLO SOLE
QUARTU. Il Consorzio del parco di Molentargius guarda con fiducia ai finanziamenti bilanciati dalla Regione per la progettazione integrata - in ballo ci sono settecento milioni di euro da distribuire ai quattro angoli dell’isola - e per l’occasione ha messo in piedi una macchina da guerra che ha riunito sotto lo stesso tetto ben ottanta soggetti pubblici e privati. L’iniziativa è partita da una semplice idea di fondo: costituire un partenariato variegato per la presentazione di un progetto complesso che spaziasse a trecentosessanta gradi, dalla talassoterapia alla formazione a distanza, passando per la ripresa dell’attività legate alla produzione del sale e la realizzazione di un polo museale e culturale. Le manifestazioni di interesse non si sono fatte attendere: sulle scrivanie dell’Edificio Sali scelti, sede del Consorzio, è arrivata una marea di proposte.
 In prima fila ci sono undici dipartimenti dell’Università di Cagliari: all’appello hanno risposto le facoltà di economia, ingegneria, biologia, matematica e informatica, fisiologia e geologia. Non mancano i grandi nomi del panorama nazionale nel campo della ricerca, della salvaguardia ambientale e dello sport: Legambiente, Enea, Centro ricerche e sviluppo (Crs4), Coni, Ente nazionale protezione animali. Senza contare i comuni del Consorzio: Cagliari, Quartu, Monserrato, Quartucciu e Selargius.
 «La valanga di proposte che abbiamo ricevuto - dice il presidente del parco, Gigi Ruggeri - conferma le attese dei soggetti proponenti verso le possibilità di sviluppo dell’area umida. Un ulteriore dato positivo riguarda non solo il successo dell’iniziativa dal punto di vista numerico, data la quantità delle manifestazioni di interesse pervenute al Consorzio, ma parliamo soprattutto di progetti che hanno un alto profilo qualitativo».
 Gli assi portanti del piano di intervento possono essere suddivisi in base agli ambiti d’azione. Il primo: iniziative di supporto per l’informazione e la sensibilizzazione. È il caso di Legambiente: tra le proposte, la realizzazione di un centro multimediale, l’allestimento dei laboratori di ricerca e la gestione della partita escursioni. Non mancano poi i progetti per la creazione di supporti audiovisivi e multimediali, come quelli proposti dal museo di storia naturale del capoluogo e dalla milanese Arpanet per la realizzazione di un portale web dedicato al Molentargius. Il secondo asse: supporto scientifico per la costituzione di un polo d’eccellenza in materia ambientale. Rientra in questo ambito la proposta dell’Enea, che punta sulle ricerche e sulla sperimentazione per l’utilizzo sostenibile delle risorse idriche. La terza direttrice: erogazione di servizi pubblici come attività sportive eco-compatibili.
 In prima fila c’è il Coni, che ha scelto l’area umida come sede di rappresentanza per diverse federazioni e per la scuola regionale di formazione. Ma non manca una proposta un po’ sopra le righe, arriva dalla Real vacanze di Fibrosa Sottana, paesino del cuneese: realizzazione e gestione di un campo da golf. Naturalmente tra fenicotteri e aironi cinerini: gli ambientalisti sono avvisati.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Un «Erasmus» per il Magreb
Mille borse di studio e scambi tra le Università
CAGLIARI. Un processo di integrazione profondo fra i paesi del bacino del Mediterraneo deve tenere conto di tutti gli aspetti, da quello politico, a quello della sicurezza, a quello economico, sociale e culturale. Secondo il presidente dell’Ansa Pierluigi Magnaschi è proprio l’aspetto culturale una delle chiavi per promuovere un processo di integrazione profondo che nel Mediterraneo ha anche forti radici storiche. Una delle vie per promuovere la cultura è l’integrazione passa anche e soprattutto per l’università. Lo ha detto il direttore dell’istituto portoghese per le relazioni estere Nuno Saveriano Teixeira che ha proposto l’estensione dei programmi di scambio tra studenti universitari finalizzati agli scambi culturali quali Erasmus, che sono stati applicati con grande successo in Europa. Anche il presidente Soru si è mostrato estremamente favorevole a portare avanti un processo di integrazione che passi per l’università. «Le nostre università portano gia avanti dei progetti importanti in ambito internazionale. Stiamo già scavando in siti archeologici in Giordania, in Libia e in Algeria. Ma possiamo fare di più. Possiamo promuovere dei programmi per far venire i giovani a studiare nelle nostre università, educarli in Sardegna, e favorire così un processo che veda le università sarde come le Università del Mediterraneo. La proposta di Golini, professore di Demografia a Roma, è di mettere a disposizione mille borse di studio per favorire l’arrivo di studenti dall’area mediterranea.
Stefania Siddi
 
 

Questionario e social

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