Domenica 21 maggio 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 maggio 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati  5 articoli delle testate L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 51 – Sassari
Alghero
Il sindaco attacca Soru sul corallo: «Il divieto di pesca è un'umiliazione»
L'immagine della Riviera punita e umiliata. E duro il sindaco Marco Tedde nel commentare la scelta della giunta regionale di vietare la pesca del corallo per la stagione 2007. «È un grave danno per la città non solo dal punto di vista economico - spiega il primo cittadino - ma anche e soprattutto dal punto di vista culturale e sociale». Non a caso Alghero si chiama anche Riviera del corallo, un nome che è veicolo promozionale in tutto il mondo «che distingue il prodotto che da tantissimi anni viene raccolto e lavorato in città». La decisione assunta dal governo Soru, inoltre «non trova neanche conforto nel mondo scientifico - avverte Tedde - in quanto, mi risulta, che le Università di Sassari e Cagliari non siano state chiamata ad esprimere un parere in merito. Peraltro, gli studiosi si sono espressi negativamente sul provvedimento». Gli effetti negativi la categoria di corallari li subirà fin da subito. Ridotto il periodo della pesca di quattro mesi «a stagione già iniziata - si lamenta il sindaco - il che comporta danni gravissimi agli addetti che hanno investito in attrezzature e forza lavoro, utilizzando contributi regionali». Problemi anche per il comparto artigianale della città, tradizionalmente legato alla pesca del corallo. «Si rischia, quindi - incalza Tedde - di creare un ulteriore schiera di disoccupati di cui la città non ha bisogno». L'Amministrazione non comprende il motivo di questa chiusura: «se non  quello di ricalcare ancora una volta la filosofia della contemplazione dei beni naturali - commenta Tedde - metodo già ampiamente utilizzato nei Piani Paesaggistici». «Questa scelta, come altre adottate dal Governatore Soru, sembra fatta apposta per punire la nostra città - conclude il primo cittadino - umiliarla dal punto di vista dell'immagine, per scopi che sinceramente mi sfuggono. Ci aspettiamo, se si dovesse continuare ancora su questa strada, la chiusura totale della pesca dell'aragosta, altro emblema di Alghero».
Caterina Fiori

 
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Sassari
Da giovedì a domenica al Baia di Conte
Congresso di patologia dell’apparato digerente
ALGHERO. I saloni dell’hotel Baia di Conte ospiteranno da giovedì a domenica 28 maggio un appuntamento scientifico di straordinaria importanza per la medicina: il XXIIIº Congresso nazionale della Società Italiana di Patologia dell’Apparato Digerente. Il congresso della Sipad torna ad Alghero dopo l’edizione del 2001 che venne svolta a conclusione della presidenza del professor Giuseppe Dettori, direttore della Clinica chirurgica generale dell’Università di Sassari. Il XXIIIº convegno presenta, al di là degli aspetti scientifici, un messaggio ricco di contenuti: l’iniziativa è organizzata dall’Università di Sassari e dall’Asl 3 di Nuoro, due realtà della medicina pubblica spesso animate da sentimenti concorrenziali piuttosto che di attiva collaborazione. A dare peso al messaggio contribuisce anche la doppia presidenza, quella universitaria del professor Giuseppe Dettori e quella ospedaliera del dottor Franco Badessi, primario della chirurgia generale del San Francesco di Nuoro. Il congresso prevede la partecipazione di relatori di spicco nazionale e internazionale. Nel corso delle 4 giornate di lavori, durante le quali si confronteranno le esperienze dei più autorevoli chirughi italiani, si svolgeranno corsi per medici (fistole perianali complesse) e infermieri (la respsonsabilità medico legale dell’infermiere in sala operatoria), tenuti da docenti di altissimo livello scientifico e culturale. L’accesso ai lavori congressuali, con la sola eccezione dei corsi formativi a numero chiuso, sarà gratuito per gli Specializzandi, gli studenti e gli infermieri. La cerimonia inaugurale si svolgerà alle 17 di giovedì prossimo con il benvenuto aglim ospiti da parte dei presidenti Giuseppe Dettori e Franco Badessi.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
Nel tempio della Bocconi
Gli studenti sulcitani alle gare per i migliori matematici
I GIOCHI Ventisei studenti a Milano
CARBONIA. Per i risultati della “Sulcis invasion”, alla finale nazionale dei Campionati internazionali di Giochi matematici, è ancora presto, ma l’ottimismo non manca: ieri, a Milano si sono svolte le gare decisive per l’assegnazione dei “titoli” di questa importante gara di abilità matematica e ben ventisei studenti sulcitani, nel pomeriggio, hanno varcato l’ingresso dell’università Bocconi per disputare la finalissima. Nel capoluogo lombardo sono arrivati studenti di quasi tutte le scuole aderenti al protocollo di collaborazione “Giochiamo per contare di più” per la diffusione della cultura matematica, siglato quest’anno - dopo i successi degli anni passati - da ben diciannove scuole del territorio: un documento che ha avuto l’apprezzamento dei vertici scolastici regionali, che hanno chiesto un incontro con una delegazione dei docenti impegnati nel protocollo, per valutare le modalità di applicazione in tutti gli istituti scolastici della Sardegna. A Milano sono partiti Roberta Angioi, Silvia Cacciarru, Francesco Corrias (categoria C1), Silvia Bandinu, Chiara Gaviano e Elisa Abis (cat. C2), della scuola media “Satta-Pascoli” di Carbonia; Giuseppe Anedda, Martina Argiolas, Omar Desogus (cat. C1) e Federico Argiolas (cat. C2) della media di Narcao; Claudia Mulas, Martina Mascia, Elisabetta Trullu (cat. C2) e Nicola Sestu (cat. L1) del liceo “Amaldi-Gramsci” di Carbonia; Luca Ledda, Alessandro Cosa e Andrea Dettori (cat. C1) della media “Don Milani” di Carbonia; Simone Armeni e Giorgia Biggio (cat.C1) della media di Calasetta; Maurizio Zoa (cat. C1) e Federico Floris (cat. C2) della media “Marconi” di San Giovanni Suergiu; Alessio Strano (cat. C1) ed Emanuele Alimonda (cat. L1) dell’Itcg “Angioj”; Nicola Piras (cat. C1) della media di Cortoghiana; Agata Provenzano (cat L2), oggi universitaria, già studentessa del Itc “Beccaria”. Va ricordato inoltre che il 23 maggio prossimo, a Cagliari, si svolgerà la finale del XIV Rally matematico, organizzato dal Centro di ricerca e sperimentazione dell’Educazione matematica dell’ateneo del capoluogo. È prevista un’ulteriore larga partecipazione di giovani sulcitani, iscritti all’istituto comprensivo “Don Milani” di Carbonia (due classi della scuola elementare del plesso “Francesco Ciusa” e due classi scuola media di via Dalmazia), al 1º circolo didattico di Carbonia (una classe della scuola elementare “Grazia Deledda” di via Roma), all’istituto comprensivo di Cortoghiana (una classe della scuola elementare), alla scuola media di San Giovanni Suergiu, (una classe) e alla scuola elementare di via Virgilio a Sant’Antioco (una classe).
Giovanni Di Pasquale
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Premio qualità per l’università
L’ateneo finalista al Forum delle pubbliche amministrazioni
SASSARI. L’università di Sassari è entrata tra le 40 amministrazioni pubbliche finaliste della prima edizione del «Premio Qualità della Pubblica Amministrazione» appena concluso. Si tratta di un risultato apprezzabile per l’Ateneo sassarese, in considerazione del fatto che questa era la prima partecipazione a un’ esperienza di così grande importanza.
 Il Premio, che è stato poi assegnato a 16 amministrazioni tra circoli didattici, camere di commercio, comuni e aziende sanitarie italiane, si è tenuto nell’ambito del «Forum della Pubblica Amministrazione», conclusosi nei giorni scorsi alla Fiera di Roma. Un progetto integrato di comunicazione che promuove un confronto diretto ed efficace tra pubbliche amministrazioni centrali e locali, imprese e cittadini sul tema della qualità dei servizi e dell’efficienza dell’azione pubblica. La manifestazione è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimenti della Funzione pubblica e dell’Innovazione tecnologica, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. In questo ambito vengono anche realizzati premi per i casi di eccellenza: una rassegna annuale di progetti migliori delle pubbliche amministrazioni locali e centrali, un osservatorio ormai divenuto un punto di riferimento importante per gli “innovatori”.
 L’università di Sassari alla sua prima esperienza, ha partecipato al Premio Qualità, attraverso il quale vengono valorizzati i progetti di innovazione. Al bando per il Premio Qualità hanno aderito 193 amministrazioni, ma soltanto 40 sono state quelle finaliste. Nella categoria «Università», alle finali sono arrivati soltanto 2 atenei: quello di Trento e quello sassarese. I due si sono confrontati con università quali La Sapienza di Roma, Federico II di Napoli, quella di Camerino, di Pavia, di Bari, di Catania e di Firenze.
 L’Università di Sassari ha presentato un progetto di miglioramento della Divisione Studenti, cioè di quel Servizio che segue tutto il percorso dello studente, ne sovrintende i processi di orientamento sino alla laurea e al post laurea. Il progetto è stato valutato per la sua bontà e gli è stato attribuito un punteggio conclusivo, che ha permesso all’università di arrivare in finale. Le premiazioni sono avvenute alla presenza di Giuseppe Morandini, vicepresidente di Confindustria e di Paola Paduano, direttore generale della Formazione del Dipartimento della Funzione Pubblica.
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Cultura e Spettacoli
Lussu, una questione di carattere
È uno dei maggiori grafici italiani: suo il progetto dei libri dell’Unità, trenta milioni di copie vendute in dieci anni
Ha studiato a lungo il rapporto tra scrittura e immagine Ha pubblicato «Farsi un libro», diventato quasi un best seller
PAOLO MERLINI
Tornate con la mente al primo giorno di scuola, e pensate alle sensazioni che provocarono in voi le lettere dell’alfabeto appese alle pareti, lasciando da parte l’illustrazione alla quale erano associate (albero, bambino, cane, etc). Pensatele come pure immagini. Ci si può innamorare di una lettera e non capire il perché: la A per la solennità, la M per la sensualità, la O per la semplice perfezione; o anche odiarla: c’è chi non sopporta la Q oppure rabbrividisce di fronte a una V. E non ne saprà mai il motivo.
 La scrittura è immagine, dice Giovanni Lussu, uno dei maggiori grafici italiani, che allo studio di questi problemi si dedica da decenni. Il perché di tanto interesse lo spiega con una definizione del semiologo inglese Roy Harris: «La scrittura è la manifestazione simbolica primaria, insita nella configurazione biomeccanica dell’homo sapiens. Il tracciare segni significanti è un’attività primigenia della nostra specie. La scrittura, in conclusione, non è nata a posteriori, con lo scopo di dare forma grafica alla lingua parlata, ma si è sviluppata parallelamente a questa».
 Giovanni Lussu, unico figlio di Emilio e Joyce Lussu, è un signore di 62 anni che ha dedicato la vita allo studio della scrittura (delle scritture di tutto il mondo) e alla grafica. Ha cominciato da ragazzo a Urbino, frequentando il corso diretto da Albe Steiner, il padre della moderna grafica italiana. Ha insegnato nelle più prestigiose sedi italiane: l’Isia di Roma, poi l’università La Sapienza, il Politecnico di Milano e quello di Bari. È docente al master in editoria multimediale diretto da Umberto Eco a Bologna. È un’autorità anche all’estero: tra i vari titoli, quello di fellow della International Society of Typographic Designers. Dirige per l’editore Stampa Alternativa la collana Scritture, ed è autore di un libro che nel settore della grafica può essere considerato, con le ventimila copie vendute e le numerose ristampe, un best seller: Farsi un libro. Il suo studio si chiama Jumblies, in omaggio allo scrittore inglese Edward Lear, maestro del nonsense. Opera in più campi, in special modo nell’editoria. Non paia un’esagerazione, ma è molto probabile che un libro curato da Lussu per la progettazione della copertina e dell’allestimento tipografico sia passato almeno una volta per le vostre mani: come i famosi libri dell’Unità, pietra miliare in Italia nell’abbinamento tra letteratura e quotidiani, uno straordinario successo editoriale con trenta milioni di copie vendute nell’arco di dieci anni, dal 1986 al 1997.
 Tornando al rapporto tra scrittura e immagine, Lussu pensa che andrebbe stimolato sin dalle scuole elementari, insegnando ai bambini a organizzare le lettere su un testo, e non solo a metterle l’una accanto all’altra. Facendo crescere insomma la consapevolezza del fatto visivo. Un’esigenza resa impellente dalle modificazioni che sta provocando l’uso massiccio del computer. «Il Pc sta cambiando il nostro modo di scrivere - dice Lussu - ma non sono catastrofista, al contrario. Credo piuttosto che l’uso del computer non abbia ancora prodotto una serie di effetti che invece sarebbero auspicabili. La maggioranza degli utilizzatori si limita alle prime opzioni offerte da un programma come Word, senza entrare nelle possibilità che offre».
 Oggi i programmi di scrittura consentono ai profani di conoscere tantissimi caratteri e di avere accesso a un campo che prima era appannaggio dei tipografi. «Ma sino a pochi anni fa i caratteri che si trovavano già installati nel sistema operativo erano mediocri, insomma erano brutti caratteri tipografici. E non dipendeva dalla semplicità della macchina, ma dal fatto che le case produttrici risparmiavano sui diritti d’autore che avrebbero dovuto pagare per caratteri più sofisticati». Sul rapporto tra scrittura e computer Lussu ha scritto un libro, La lettera uccide. È tutt’altro che un testo apocalittico, guarda piuttosto alle enormi possibilità che l’informatica moderna può offrire a una pratica che data qualche millennio. «Per anni, rifacendosi alle teorie di Marshall McLuhan, si è ipotizzata la morte di Gutenberg, dell’era della stampa, nel senso che si credeva che l’informatica avrebbe ucciso il libro. Invece è accaduto esattamente il contrario: non c’è mai stata tanta tipografia come adesso. Un piccolo esempio è che ciascuno di noi può creare dei caratteri tipografici in poche ore con il Pc di casa, mentre una volta ciò prevedeva una tecnologia costosa e macchinari complessi. In realtà viviamo in un’epoca ipertipografica, c’è molta più carta stampata oggi di quanta ce ne sia mai stata. E pochissimi leggono i giornali o i libri al computer».
 Giovanni Lussu non crede che il passaggio da una tecnologia all’altra determini una rivoluzione tale da soppiantare interamente le conoscenze precedenti. «Credo che il computer rappresenti una normale evoluzione della scrittura, così come si è passati dalla pergamena alla carta - dice - Penso invece che sia ancora rudimentale, che siamo ancora alla preistoria della tecnologia informatica. Per ragioni di mercato, ma non solo, utilizziamo hardware e software frutto di ricerche fatte decenni fa. Guardi la tastiera: è un dispositivo assolutamente arcaico. Quella che usiamo è la stessa delle prime macchine da scrivere della metà dell’Ottocento. Per esempio, la cosiddetta chiocciola, il segno che in inglese si legge at, deriva da un’abbreviazione usuale nella corrispondenza commerciale inglese nell’Ottocento ed era presente, come at, nelle prime macchine da scrivere al pari della & commerciale, che a sua volta deriva dall’et latino. Scomparsa dalle tastiere ai primi del ’900, è ricomparsa con i computer. Il simbolo @, poi, ha addirittura origini medievali».
 C’è chi sostiene che si rischia di andare verso un mondo senza libri. E dunque senza memoria. È l’accusa che è stata mossa a Google quando ha cominciato la digitalizzazione del sapere umano attraverso la biblioteca virtuale che ha l’obiettivo di rendere disponibili su internet tutti i libri scritti sinora. I creativi del colosso informatico californiano replicano citando Platone, che metteva in guardia sull’insegnamento della scrittura perché a suo avviso avrebbe provocato la morte della cultura orale e dunque della memoria. Oggi sappiamo che non è accaduto, così come sappiamo che la rivoluzione gutenberghiana e quella diciamo così televisiva descritta negli anni Sessanta da McLuhan hanno sì cambiato il nostro modo di comunicare, ma non hanno fatto tabula rasa della cultura del passato. Hanno, al contrario, consentito di conoscerla e approfondirla. «Trovo bellissima l’iniziativa di Google - dice Lussu - che del resto uno dei padri fondatori della grafica moderna, il costruttivista russo El Lissitzky, nel 1923 aveva anticipato in modo impressionante, quasi profetico, nel suo Topografia della tipografia coniando l’espressione elettrobiblioteca. Le perplessità sull’operazione di Google riguardano piuttosto il fatto di tradurre tutto il patrimonio librario in forma di stringhe, perché ci sono testi in cui l’organizzazione della pagina è imprendiscibile. Per esempio, se si perde la componente visiva in un testo come il romanzo Tristam Shandy di Laurence Sterne, stampato nel Settecento con tecniche d’avanguardia, inserendo pagine nere o marmorizzate, caratteri gotici, particolari capoversi, viene meno la particolarità del libro. Lo stesso accadrebbe con il famoso poema di Mallarmé Un colpo di dadi non abolirà mai il caso, primo esplicito esempio di poesia visiva, o con i Calligrammi di Apollinaire». Nell’analisi dell’evoluzione della scrittura, infine, Lussu difende gli Sms. «Anche lì - sostiene - si può vedere qualcosa di positivo. È la rivalutazione della scrittura come fatto grafico: cos’altro sono le abbreviazioni e i simboli che i ragazzi usano per comunicare con i telefonini?».

 

Questionario e social

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