Sabato 20 maggio 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 maggio 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati  8 articoli delle testate L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 16 – Lavoro
Un concorso per gli studenti della facoltà di architettura
Alghero, scuola estiva a Shangai
Gli studenti della facoltà di Architettura di Alghero, iscritti al quarto anno del corso di laurea di architettura e al primo anno della laurea specialistica in Pianificazione e politiche dell'ambiente, possono partecipare alla scuola estiva di Shangai. La facoltà di Architettura di Alghero ha infatti indetto un bando per la partecipazione alla scuola estiva "Culture, community and urban revitalization" che si terrà al College of architecture and planning della Tongji university dal 24 luglio al 2 agosto. Gli studenti che parteciperanno alla selezione saranno valutati in base alla conoscenza della lingua inglese, al voto di laurea e al numero dei crediti conseguiti entro il 15 maggio, con relativa votazione. Durante la scuola estiva l'Università di Tongji offre vitto e alloggio nelle strutture universitarie. La Facoltà mette invece a disposizione 500 euro come parziale copertura delle spese di viaggio. Le domande vanno presentate entro le 13 di lunedì, 22 maggio, alla Segreteria studenti della facoltà di Architettura, palazzo del Pou Salit. Informazioni sul sito www.architettura.uniss.it o scrivere una e-mail a cecchini@uniss.it. (r. f.)
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 49 – Speciale
Sassari, il costume ritrovato
Ricostruito in biblioteca il vestito della tradizione
Berretta a cecciu, giubba, calzoni alla zuava, ragas e capa: l'antico costume di Sassari si è materializzato quasi per incanto tre anni fa nel rione di Sant'Apollinare, il quartiere più popolare e antico della città. E chi assiste alla Cavalcata Sarda oggi lo può ammirare sia nella versione maschile che in quella femminile, in un paio di varianti giusto per capire come ci si vestiva nel 1700 per andare al lavoro, al mercato e alla messa. Dopo più di cinquant'anni, finisce anche il tormentone dei sassaresi invidiosi dei costumi sfarzosi che gli altri capoluoghi sardi presentavano in quella che non a caso è stata definita la vera vetrina del folclore isolano. Ora si volta pagina nella speranza che i protagonisti di questo miracolo riescano a completare l'opera con la riscoperta di una musicalità fatta di canti e di strumenti finiti in chissà quale soffitta. Nell'attesa, godiamoci questo regalo che il professor Giuseppe Desole e la sua équipe di preziosi collaboratori ha fatto a sè stesso e alla sua città: anni di ricerche iconografiche negli archivi e nelle biblioteche di mezza Sardegna alla ricerca di un sogno. Non è stato tutto facile, per la verità, in quanto l'immagine del costume sassarese finiva sempre con il sovrapporsi a quello dei Gremi. Ma non era la stessa cosa poiché l'abbigliamento di gala delle antiche corporazioni si porta appresso tutti i segni dei dominatori di turno, spagnoli in testa. Non erano e non sono mai state vesti popolari d'uso quotidiano o quasi. Prima di trovare quanto cercava, Giuseppe Desole (che è professore di filosofia e storia e preside del liceo scientifico) ha dovuto decifrare vecchi atti notarili, libri in spagnolo e francese, opuscoli e quant'altro parlava di Sassari e dei suoi abitanti. Così tre anni fa, con il fiuto infallibile del ricercatore di razza, è riuscito a ritrovare nella biblioteca universitaria di Cagliari le opere di bravi incisori dell'800 come Giuseppe Cominotti, Simone Manca di Mores, Guido Colucci e la collezione Luzzietti che risale al 1700. Un vero tesoro per il docente-ricercatore in quanto nelle tavole dipinte a a mano e rimaste per decenni nascoste tra libri e carte d'ogni genere c'erano le immagini della Sassari scomparsa di cui lui aveva a lungo cercato le tracce. In mezzo agli album tra stampe sapientemente catalogate e conservate come preziose opere d'arte oltre che pagine di storia sarda, gli si sono così mostrati nella loro veste quotidiana massai, ortolani, ambulanti, notabili e religiosi. E a quel punto è stato quasi un gioco rimettersi al lavoro per dare ai sassaresi il loro costume dimenticato e a lungo cercato con qualche pizzico di gelosia. Già alla prima osservazione sono arrivate piacevoli sorprese: intanto il copricapo degli uomini, la berretta a cecciu (tondo) che si può ritrovare assieme a lu cullettu nel costume originale di Sanluri e che, comunque, è un capo completamente diverso da sa berritta del costume tradizionale sardo. A seguire la camicia di lino (o di cotone Cambray) sotto il giubbetto a doppio petto, le ragas d'orbace nero con una balza chiamata volgarmente paratroddiu, i pantaloni alla zuava di lanetta bianca e le ghette anch'esse di orbace nero. A completamento la capa o gabbanella di panno pesante (Bristol) oppure di orbace nero o color caffè. E catenelle e legacci d'oro e di corallo quanto basta per tenere in piedi tutta l'impalcatura. Il costume famminile è invece piuttosto schematico, vi si può notare solo qualche aggiustamento rispetto al costume tradizionale: si parte da lu mucaroru di cabu (da fissare con un altro teletto per coprire la scollatura), per arrivare alla camicia lunga sino alle ginocchia, il corpetto (lu cossu) e la giacchetta (lu corittu); poi la gonna più o meno plissettata, il grembiule e se l'annata era stata buona anche le scarpe. Costumi abbastanza semplici, in verità, più che altro divise da lavoro: lu cullettu altro non era che un modo per difendersi in campagna da sterpi ed arbusti oppure in altre mansioni artigianali. Per secoli al popolo venivano concesse solo rare trasgressioni. Quando la nuova aria della rivoluzione francese è arrivata in Sardegna (sotto Napoleone), hanno respirato a pieni polmoni anche gli amanti del bel vestito personalizzato da ori e argenti in filigrana. Almeno nelle città sono state subito messe in soffitta ragas e capa per far posto a più vestibili mantelli. Soprattutto le donne ne hanno tratto un grande giovamento: si sono liberate gradualmente di camicioni e corsetti per dare libero sfogo alle loro esuberanze. Forse è per questo che col passar degli anni e delle mode il costume ha finito per essere dimenticato nella sua foggia originale.I vari elementi del vestiario popolare e aristocratico si sono gradualmente fusi sino a diventare un cocktail senza una precisa connotazione. Di tutto un po': cappello a tre punte, le prime giacche di panno, calze alla francese e collettoni ancora alla spagnola. L'abito popolare è in parte sopravvissuto sino a tutto l'800 negli anziani (uomini e donne), ma è stato cancellato definitivamente in città e nei paesi del circondario quando è arrivato per tutti il momento di infilarsi le mutande e di smetterla di fare pipì per la strada.
Giovanni Puggioni
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
Patto fra dirigenti scolastici
Una santa alleanza nella lotta contro la dispersione
Una santa alleanza per migliorare il mondo delle scuole superiori. È nata con questa finalità la Conferenza delle autonomie scolastiche della provincia di Cagliari, con l'accordo stipulato dai dirigenti degli istituti superiori cagliaritani (35 in tutto), dall'assessorato provinciale alla Pubblica istruzione e dall'Ufficio scolastico regionale. «Un patto di collaborazione ? ha detto, aprendo la seduta a palazzo Regio, l'assessore Cesare Moriconi ? arrivato per affrontare alcuni problemi, come la dispersione scolastica e la condizione degli edifici, e per studiare progetti in grado di migliorare l'offerta formativa, il passaggio al mondo dell'Università e del lavoro». Dunque non c'è soltanto l'allarme per la situazione degli edifici scolastici, che hanno ancora bisogno di circa 20 milioni di euro per completare i lavori per l'adeguamento alla normativa sulla sicurezza. «Ogni iniziativa ? ha aggiunto Moriconi ? sarà valutata insieme ai dirigenti delle scuole. La Conferenza, fatte salve le autonomie delle singole scuole, darà maggior peso alle richieste che porterà avanti la Provincia e la Direzione scolastica regionale. Valuteremo con i presidi se invitare a far parte della Conferenza anche dei rappresentanti dell'Università, degli studenti, dei genitori, del mondo dello sport e del lavoro». Il direttore dell'Ufficio regionale, Armando Pietrella, ha invece esaminato il fenomeno della dispersione scolastica e del problema della qualità dell'apprendimento degli studenti. «Dal 2001 al 2005 ? ha detto Pietrella - la percentuale della dispersione scolastica, in Sardegna, è scesa dal 30 al 23 per cento, poco sopra la media nazionale del 21 per cento. Dunque un dato in miglioramento, che non ci deve comunque far abbassare la guardia». Grave invece il problema della qualità degli studi e della preparazione degli studenti: «L'85 per cento dei ragazzi che esce dalle superiori si porta dietro dei debiti formativi ? ha commentato Pietrella ? e l'esame di maturità, alla fine, non serve a niente, perché gli studenti non riusciranno mai a recuperare i debiti accumulati negli anni». Un esempio è la crescente difficoltà dei ragazzi sardi a superare i test d'ammissione ai corsi universitari a numero chiuso, come Odontoiatria e Medicina: «Il rischio è che i nostri ragazzi ? ha concluso il direttore regionale ? siano tagliati fuori dai percorsi universitari che danno i maggiori sbocchi lavorativi».
Matteo Vercelli
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 21 – Cagliari
Il caso esploso durante la presentazione del progetto alla Fiera
Pioggia di critiche sul manager Gumirato
Il caso esplode mercoledì alla Fiera. Il direttore generale dell'Asl 8 presenta il Piano strategico che, tra le novità, prevede la creazione di un dipartimento in collaborazione col Brotzu. Peccato che il manager del Brotzu, Mario Selis, bocci l'idea pubblicamente. Più tardi Pierluigi Masia e Nazareno Pacifico, rispettivamente presidente e componente la commissione regionale Sanità, stigmatizzano il comportamento di Gino Gumirato. «Ho abbandonato il dibattito perché offeso dalle parole del manager dell'Asl 8» - commenta Masia - «Gumirato deve ricordare che il Piano sanitario regionale lo approva il Consiglio, non la Asl, e che su quello dovrà basarsi il Piano strategico». Nove consiglieri regionali del centrodestra presentano un'interpellanza urgente in cui sostengono che Gumirato «non possiede più i requisiti per l'alto ruolo pubblico cui è stato nominato». Pierpaolo Vargiu (Riformatori) chiede le dimissioni dell'assessore Dirindin: «Il Piano sanitario regionale, promesso entro il dicembre 2004, non c'è. Le Aziende miste tra ospedale e università non ci sono. Il Piano di razionalizzazione della rete ospedaliera, non si è mai visto. Il disavanzo della spesa del 2005 è peggiorato».

 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Parla l’avversario che ha incassato il 47% dei consensi
Il regno di Pasquale VI ha perso la sua unità
CAGLIARI. Quei 205 voti in più acchiappati da Pasquale Mistretta non li prende come uno schiaffo: «La competizione era dura - avverte - soprattutto con Mistretta in quelle condizioni di salute. E poi, io mi candidavo per la prima volta e non è stata una cosa semplicissima». Il giorno dopo le elezioni per il rettore dell’Università a parlare è Giovannino Melis, (nella foto) docente di economia aziendale: si potrebbe chiamare anche il primo degli esclusi, perché con i 432 voti ottenuti s’è piazzato al secondo posto alle spalle di Mistretta e prima di Giuseppe Santa Cruz, anatomopatologo, che ha incassato appena 29 preferenze nonostante la sua indiscussa autorevolezza.
 «Del risultato personale sono sicuramente soddisfatto - sorride Giovanni Melis - ma prima di tutto il mio pensiero va a Mistretta con cui mi congratulo per la bella vittoria e a cui faccio i migliori auguri: non sta bene, e l’Università ha bisogno d’un rettore forte». Già, Mistretta non sta bene: per un intervento chirurgico è ricoverato all’ospedale Santissima Trinita da più di tre settimane. Così è stato nel letto dell’ospedale che ha saputo della vittoria: 677 voti a favore, che l’hanno incoronato, dopo quindici anni di regno rettore per la sesta volta. Significa che Pasquale Mistretta guiderà l’Università di Cagliari ancora per i prossimi tre anni. Eppure, stando ai risultati, Giovanni Melis è stato un avversario temibile: a conti fatti se Mistretta s’è confermato con il 53 per cento delle preferenze, all’economista è andato il 47 per cento dei voti, una fetta importante che ha spinto qualcuno a non sottovalutare la cosa. «Se il 53% degli elettori preferisce Mistretta - dicono in tanti - ce n’è comunque un altro 47 per cento che la pensa diversamente e questo deve far riflettere». Certo è che per Melis, come lui stesso ha ammesso, la corsa elettorale non è stata semplice. E non solo perché l’avversario era un osso duro come Mistretta: «In assoluto, questa è stata la campagna elettorale più breve che abbia conosciuto» spiega Melis, che i suoi voti ha dovuto così andarseli a cercare alla svelta, presentando un programma articolato in tre punti. Che farà adesso dopo la sconfitta? «Continuerò a lavorare nel consiglio di amministrazione dell’Ateneo - dice Giovanni Melis - e da lì darò il mio contributo all’università. Certo non è il rettorato ma si può fare davvero molto anche da consigliere di amministrazione». (sz)
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Convegno di fisica nucleare a Badesi da oggi fino a giovedì, partecipano studiosi italiani e di altri sei Paesi
I nuovi studi sui primi momenti di vita dell’universo
TONIO BIOSA
La Sardegna accoglierà nei prossimi giorni un qualificato meeting di fisica nucleare. Il Resort Dune Village della Delphina, sul litorale di Badesi, ospiterà da oggi a giovedì prossimo lo svolgimento della settima edizione del Workshop on Dimuon Physics in Ion - Ion Collision at LHC. L’onere della sua organizzazione, infatti, è stata assunto quest’anno dal gruppo di fisica nucleare della sezione di Cagliari dell’istituto nazionale che si occupa della stessa materia e del dipartimento di fisica dell’ateneo del capoluogo di regione. Il meeting prevede la partecipazione di circa settanta ricercatori provenienti da parecchi Paesi: oltre che dall’Italia, naturalmente, arriveranno studiosi da Francia, Svizzera, Germania, Russia e dall’India.
 In quei Paesi, oltre che in Sudafrica, si erano infatti svolte le precedenti edizioni del Workshop. Il meeting rappresenta un appuntamento annuale per discutere e fare il punto sugli aspetti pratici e teorici legati all’esperimento «Alice» attualmente in corso di installazione nel Cern di Ginevra.
 Il gruppo di Cagliari, guidato dal professor Sergio Sereci, è coinvolto in questo importante progetto. L’obiettivo finale è lo studio di uno stato della materia - il Quark Gluon Plasma - analogo a quello che si sarebbe formato nei primi istanti di vita dell’universo. Spiegano gli esperti che attraverso le collisioni fra ioni pesanti ottenibili con acceleratori, come quello in costruzione a Ginevra, si ritiene sia possibile riprodurre questo stato in laboratorio.
 L’esperimento previsto nel progetto «Alice», al quale collaborano circa mille fisici di trenta diversi Stati, entrerà nel vivo dal 2007. Il meeting risulterà in particolare un’occasione di discussione sullo stato dell’installazione dell’apparato e sugli aspetti legati alla fisica in discussione nel corso del convegno internazionale.
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Olbia
IL CONVEGNO
Cave di granito dismesse, le ipotesi di riconversione
TONIO BIOSA
TEMPIO. Quale prospettiva di valorizzazione, economica e culturale, per le cave di granito dismesse? Questione tutt’altro che di facile soluzione vista la devastazione lasciata di un’attività passata una meteora nei territori della Gallura identificati come “distretto estrattivo”: a essa si cercherà di fornire indicazioni e risposte nel corso di un convegno in programma martedì prossimo nella sala congressi della Stazione sperimentale del sughero.
 L’organizzazione porta la firma del comune di Tempio, dei dipartimenti di Geoingegneria e Tecnologie ambientali e di Scienze della Terra dell’università di Cagliari, delle Soprintendenze per i Beni Archelogici e ai beni storici e monumentali di Sassari e Nuoro e quindi del Parco Geominerario della Sardegna.
 Il convegno si inserisce nel programma interuniversitario di ricerca scientifica Prin Cofin 2004 che ha come tema: “Le risorse lapidee dell’antichità a oggi in area mediterranea: identità culturali e tecnologie. Sperimentazioni integrate per la conoscenza, conoscenza, restauro e valorizzazione”. Coordinatore nazionale del programma è il professor Luigi Marino, dell’università di Firenze, la cui prolusione, martedì mattina, dopo i saluti delle autorità, aprirà i lavori del convegno. I quali proseguiranno centrando subito la questione di base con l’intervento di Carlo Martini, dell’università di Cagliari, su “I siti estrattivi dismessi della Gallura: ipotesi di valorizzazione culturale ed economica”. Si passerà quindi a parlare di “Tempio città di pietra” negli interventi dell’architetto Daniela Decandia, dell’ufficio comunale per il centro storico, e Bruno Billeci della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Sassari. “Ipotesi di valorizzazione delle cave romane di Capo Testa” sarà quindi il tema affrontato da Rubens D’Oriano della Soprintendenza archeologica di Sassari. Dopo un breve intervallo i lavori riprenderanno con la relazione su “I siti estrattivi per l’industria litica nel Nuorese” di Caterina Tuveri, della Soprintendenza archeologica di Sassari-Nuoro, mentre una sua collega della soprintendenza di Cagliari-Oristano tratterà delle cave romane in provincia di Cagliari. L’ultimo intervento in scaletta sarà quello su “Esempi di storia mineraria in Gallura nell’ambito del Parco Geominerario” di Luciano Otelli dell’Ente parco.
 Il convegno a quel punto darà spazio a una tavola rotonda sul tema “Il nuovo disegno di legge regionale sulle attività estrattive” al quale parteciperanno Concetta Rau, assessore all’Industria della Regione, Lavinia Nieddu e Ivo Ratti del Consorzio Marmi e Graniti e Roberto Bormioli della Confindustria. Moderatore sarà Piero Tamponi, presidente del consorzio.
 Le ambizioni del convegno sono meritorie. Appare comunque improbabile inventare una funzione monumentale, similare a quella per le cave d’epoca romane di Capo Testa che poco hanno inciso sull’ambiente, agli scempi degli ultimi decenni nelle campagne della Gallura.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
Un convegno mondiale sulla civiltà fenicia
Si terrà nel 2007. Organizzano Consorzio Uno e Università di Sassari
ORISTANO. Riunione preparatoria, ieri al Carmine, del primo convegno internazionale di archeologia subacquea fenicio punica che si terrà in città probabilmente nel settembre del 2007. L’iniziativa è del Consorzio Uno, la società che gestisce i corsi universitari oristanesi, in collaborazine con l’Università di Sassari, che proprio a Oristano ha avviato quello che il prossimo anno accademico sarà l’unico corso in Italia di laurea specialistica in archeologia subacquea.
 Nella riunione di ieri, introdotta dal direttore del Consorzio Uno, Eugenio Aymerich, sono state anticipate dai docenti dell’Università di Sassari, Piero Bartoloni (nella foto) e Raimondo Zucca, alcune importanti novità in materia di studi fenicio punici che costituiranno un po’ il tema chiave del convegno in programma nel 2007. Una di queste novità riguarda le capacità marinare dei fenici. Il ritrovamento di due relitti di navi fenicie a 33 miglia dalle coste dell’attuale Israele smentirebbe per esempio la convinzione diffusa che i fenici praticassero una navigazione di piccolo cabotaggio costiero dimostrando che invece erano in grado di affrontare il mare aperto. Un’altra la dislocazione dei porti. Anche in Sardegna le ultime scoperte portano a localizzare lungo i fiumi, e non sulla costa, i principali approdi dei marinai fenici che percorrevano il Mediterraneo, e perfino l’Atlantico, per i loro scambi commerciali.
 Il convegno che si terrà nel 2007 sarà la prima occasione a livello mondiale di un confronto sullo stato dell’archeologia subacquea fenicio punica tra i massimi esperti mondiali del settore. A Oristano si ritroveranno studiosi provenienti un po’ da tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Grecia, Israele, Tunisia, Cipro, Marocco, Libano e, naturalmente, Italia, oltre che sull’Atlantico, come il Portogallo. Il convegno si inserisce in una serie di iniziative che hanno per tema ispiratore la civiltà fenicia e che coinvolgono, assieme al Consorzio Uno e all’Università di Sassari, anche Regione, Provincia e i Comuni di Oristano, Cabras e Santa Giusta. (f.g.p.)

Questionario e social

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