Domenica 30 aprile 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 aprile 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati  5 articoli delle testate L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 28 – Cagliari
Riaperto dopo 60 anni
L'ospedale fantasma di viale Merello e la storia perduta
Costruito durante la II Guerra mondiale non fu però utimato per tempo
Sessant'anni disoccupato e ora senza un'identità: è la sorte toccata all'ospedale della Croce Rossa di viale Merello. Creato nel corso della seconda guerra mondiale, è stato ieri aperto al pubblico dopo essere stato, per oltre mezzo secolo, ridotto al rango di deposito. Ma appunto, in crisi di identità: nei cartelli informativi piazzati all'ingresso viene chiamato "ospedale San Giorgio" mentre un'insegna dell'epoca lo definisce "stabilimento di cura specializzato Carlo Felice". Gli operatori della Croce Rossa, dal loro canto, lo chiamano ospedale sotterraneo di viale Merello. Dove sta la soluzione del rebus? Semplicemente nel fatto che mancano documentazioni ufficiali dell'epoca, bisogna soltanto rifarsi ai ricordi dei sopravvissuti di quel periodo. Che, ovviamente, possono anche confondere l'ospedale di San Giorgio (che sarebbe situato nelle grotte sotto la clinica universitaria) con l'ospedale Carlo Felice (nella zona della Marina), con lo stesso ospedale di viale Merello: tre case di cura accomunate dal fatto che erano gestiti dalla Croce Rossa, sempre pronta a occuparsi delle vittime della guerra. la storiaIncertezza sul nome a parte, l'ospedale, inaugurato ieri pomeriggio, offre uno spaccato decisamente interessante di quello che accadeva a Cagliari in quel tremendo 1943, quando la città fu bombardata addirittura per cinque volte. Proprio in quei terribili giorni, si decise di creare strutture ospedaliere che potessero funzionare anche mentre sulla città piovevano tonnellate di bombe. Si decise, così, di creare l'ospedale sotterraneo di viale Merello, protetto da sei metri di roccia. Un lavoro immenso rivelatosi poi assolutamente inutile: la realizzazione dell'opera fu conclusa proprio mentre il conflitto mondiale si stava concludendo. la visitaUn ospedale, dunque, che non è mai entrato in funzione. Ma che, comunque, merita di essere visitato. Nella zona immediatamente dopo l'ingresso, ricavata nella roccia viva, sono ben visibili i parcheggi sotterranei dove restavano nascoste le ambulanze. Poi, nella zona in cui i muri sono coperti dalla muratura, l'ampio salone naturale è diviso in una serie di stanze che ospitavano le sale operatorie, le camere dei degenti, oltre naturalmente a tutti i vani, dalla farmacia ai magazzini, indispensabili in un ospedale. Un'opera rimasta inutilizzata. Ma questo non fa passare certamente in secondo piano la meritoria opera della Croce Rossa che, nel corso della seconda guerra mondiale, compì 1628 interventi in città. E soprattutto non cancella il fascino di un luogo ancora tutto da scoprire.
Marcello Cocco



2 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Nuoro
Il convegno. La figura dell’intellettuale e politico bittese
Giorgio Asproni, profeta dimenticato
Molto amato dagli inglesi, snobbato dalla storiografia italiana
Studiosi riuniti all’Isre per il 130º anniversario della morte del «ribelle»
GIUSEPPE SANNA
NUORO. Profeta della democrazia italiana. Così Giovanni Spadolini, nel 1979, definì Giorgio Asproni, l’intellettuale e politico bittese che ha vissuto, da protagonista, il Risorgimento, battendosi per uno Stato repubblicano, laico, solidale e rispettoso delle autonomie locali.
 La figura di Giorgio Asproni, nel 130º anniversario della morte, è stata delineata a tutto tondo in un convegno di studi tenutosi a Nuoro nell’Auditorium dell’Isre. L’incontro, alla cui preparazione aveva intensamente lavorato l’avvocato Giannetto Massaiu, è stato organizzato dalla sezione nuorese dell’Associazione mazziniana italiana (Ami) e dall’Associazione culturale “Cesare Pintus” di Cagliari. Ai lavori sono intervenuti i professori Tito Orrù (Università di Cagliari), Luigi Lotti (Università di Firenze) e Aldo Borghesi (Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia). Assente, per motivi di salute, Arturo Colombo (Università di Pavia), che ha inviato al presidente dell’Ami Alberto Bianchi il testo del suo intervento, che è stato letto dal moderatore Lello Puddu. Ogni studioso si è soffermato su un aspetto particolare della complessa personalità di Asproni che fu sacerdote, politico, parlamentare, giornalista, massone, e non dimenticò, mai, di essere un uomo del popolo e mantenne fortissimo il legame con la Sardegna. Orrù ha ricordato le tappe salienti della vita di quello che il Cairoli definì “il canonico ribelle”.
 Nato a Bitti da una famiglia di pastori, venne ordinato prete nel 1833. Conseguita la laurea in Leggi, fu nominato contadore, amministratore delle decime che i sardi doveva versare al clero. Presa coscienza delle ingiustizie commesse dalla Chiesa, lasciò l’abito talare. Trasferitosi a Genova divenne amico fraterno di Mazzini, anche se non esitò, secondo coscienza, ad assumere posizioni non in linea con quelle del politico genovese. Asproni, trascurato dalla storiografia italiana, gode di grande prestigio presso gli storici inglesi. Orrù ha ricordato che presso l’Isre di Nuoro sono conservati i “Diari” del politico bittese e la corrispondenza con i grandi del Risorgimento. Borghesi ha tracciato la storia del movimento mazziniano in Sardegna e nel nuorese. L’eredità morale di Asproni non si disperse dopo la sua morte, ma continuò ad esercitare una positiva influenza sui politici nuoresi che furono protagonisti della lotta al Fascismo. Interessante la descrizione del ruolo avuto da Asproni nella costituzione a Nuoro, nel 1871, della Società operaia di mutuo soccorso. Lotti, infine, ha contestualizzato il pensiero e l’azione di Asproni nel quadro degli eventi che incendiarono l’Europa nell’Ottocento.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
Cagliari, conclusa la prima selezione
Dieci grandi architetti per il museo Betile
Ci sono alcuni tra i più prestigiosi architetti della scena mondiale tra i dieci candidati scelti nella fase di prequalificazione e ammessi alla fase progettuale del concorso internazionale promosso dalla Regione Sardegna, in collaborazione con la rivista Domus e il Politecnico di Milano, per «Betile», il Museo regionale dell’arte nuragica e dell’arte contemporanea del Mediterraneo che sarà realizzato a Cagliari.
 Massimiliano Fuksas, Zaha Hadid, Herzog & De Meuron, Jean Nouvel, Kengo Kuma & Associates, Gonçalo Byrne, Yung Ho Chang, spiccano tra i nomi selezionati dalla giuria del concorso, che ha valutato, oltre alla qualità del curriculum, anche l’approccio al tema, attraverso la composizione dei gruppi di lavoro e la descrizione dell’idea progettuale che li anima. Sono state 116 le domande di partecipazione giunte all’assessorato regionale dei Beni Culturali da ogni parte del mondo, entro i termini stabiliti dal concorso. Un segnale del grande interesse suscitato dal progetto per la realizzazione del nuovo museo regionale, che sorgerà a Cagliari. I progettisti selezionati rappresentano per competenze, visioni, stili, una interessante sintesi del dibattito architettonico attuale. Della giuria del concorso hanno fatto parte, Stefano Boeri, architetto, e Cristiana Collu, direttore del Man di Nuoro, entrambi membri del Comitato scientifico del museo; lo stilista Antonio Marras; Luigi Snozzi della facoltà di architettura dell’università di Sassari; Enrico Corti, ingegnere, della facoltà di ingegneria dell’università di Cagliari; Italo Rosi e Tullio Angius, rappresentanti della federazione degli ordini degli architetti della Sardegna; Gianni Massa e Salvatore Todde, rappresentanti della federazione degli ordini degli ingegneri della Sardegna, Paolo Scarpellini, direttore generale per i Beni culturali e paesaggistici della Sardegna. Elisabetta Pisano, ingegnere, per ll’assessorato regionale dei Beni culturali e Giovanni Maria Campus, architetto, rappresentante del Comune di Cagliari.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 44 - Cultura e Spettacoli
Le radici del progetto Basaglia Martedì un convegno a Sassari
Assistenza psichiatrica: che fare? A Sassari martedì se ne parla in un convegno. L’iniziativa è stata promossa dalla facoltà di scienze politiche. E in particolare dalla sociologa Maria Grazia Giannichedda, conosciuta anche per la sua partecipazione come esperta a diversi programmi televisivi. Hanno collaborato la Fondazione Franco e Franca Basaglia, il Forum salute mentale, l’Unione nazionale associazioni salute mentale.
 La manifestazione consisterà in un seminario che vedrà partecipare anche Peppe Dell’Acqua: lo «storico» allievo dello studioso che più di ogni altro ha rivoluzionato la materia in Italia è infatti impegnato nell’isola in un progetto di profondo rinnovamento nel settore.
 Di origini campane, questo medico psichiatra che collabora strettamente con l’Organizzazione mondiale della sanità ha cominciato a lavorare a Trieste nel 1972. Attività svolta assieme a quei giovani, quasi tutti appena laureati, con cui Basaglia iniziò la sua avventura professionale e umana. Riuscendo innanzitutto a far chiudere, per la prima volta nel mondo, un «manicomio» da 1200 letti. E a far varare poi la legge che porta il suo nome. Di questa équipe facevano parte Giovanna Del Giudice, che oggi dirige il Dipartimento di salute mentale della Asl 8 di Cagliari, e la stessa Maria Grazia Giannichedda. I tre professionisti sono stati inoltre fra i promotori del Forum salute mentale, che raccoglie diverse migliaia di persone e gruppi in tutte le regioni. Lo scopo? Approfondire il dibattito sulla riforma psichiatrica, la cosiddetta legge 180.
 Il titolo esatto del seminario sassarese è «Le radici del progetto di Basaglia e la governance del cambiamento». Nelle intenzioni degli organizzatori «vuole riaprire la riflessione sulla complessa vicenda della riforma partendo dalle origini culturali del movimento che l’ha sostenuta». Prende spunto dalla pubblicazione, nella collana Pbe di Einaudi, degli scritti di Franco Basaglia. Il volume, «L’utopia della realtà», raccoglie testi pubblicati tra il 1964 e il 1979. Fra loro, un inedito, «Le condotte perturbate», scritto per l’Encyclopédie de la Pléiade di Jean Piaget. L’antologia, curata da Franca Ongaro Basaglia, include una bibliografia completa delle opere di Basaglia e un saggio introduttivo di Maria Grazia Giannichedda.
 Nel corso della manifestazione scientifica sassarese si potranno seguire le relazioni di Robert Castel, responsabile della ricerca all’Ecole pratique des hautes études en sciences sociales, di Peppe Dell’Acqua, direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste, e di Alberto Merler, presidente del corso di laurea in servizio sociale a indirizzo europeo.
 Le relazioni saranno precedute dall’intervento di Virgilio Mura, preside di Scienze politiche a Sassari, e da una presentazione di Maria Grazia Giannichedda. La docente, oltre a insegnare all’università turritana Sociologia dei fenomeni politici, è presidente della Fondazione Basaglia. Al dibattito, fra gli altri, prenderanno parte Elisabetta Cioni, Alba Corona, Giovanna Del Giudice, Laura Paoni, Gisella Trincas.
 A Sassari il seminario avrà inizio alle ore le 17 del 2 maggio nell’aula magna del Quadrilatero, in viale Mancini 1. (pgp)

 
 
5 – Il Giornale di Sardegna
Pagina 11 – Argomenti
SERVIZI MISERI, TASSE RICCHE
Carenze di comunicazione
Lettera firmata
Cagliari
Sono una studentessa di lingue e comunicazione: vorrei far notare la disorganizzazione della mia facoltà in quanto noi studenti per trovare gli avvisi relativi agli orari delle lezioni dobbiamo vagare per gli anditi e cercare un foglietto appeso su una qualche parete dei due piani dell'ex clinica Aresu; c'è una bacheca generale ma è praticamente inutilizzata. Se poi parliamo degli esami, mi chiedo perché per la sessione estiva, gli scritti siano tutti concentrati tra l'ultima settimana di maggio e la prima di giugno con un solo appello per ogni insegnamento per poi riprendere solo a settembre. Perché non suddividere il carico degli esami tra giugno e luglio? Il fatto che abbiamo una sola possibilità per ogni sessione d'esami, mi sembra veramente assurdo. Un'ultima cosa: vado in banca per pagare l'ultima rata delle tasse e mi dicono che l'importo ammonta a ben 907 euro, naturalmente la cifra è sbagliata; telefono in segreteria per avere delucidazioni e non mi risponde nessuno. Questi, purtroppo, sono i servizi che ci offre la facoltà di lingue di Cagliari... e poi, noi studenti non dovremmo lamentarci dell'organizzazione e della cifra delle tasse che ogni anno paghiamo?

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