Giovedì 20 aprile 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 aprile 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
 
Segnalati 9 articoli delle testate: L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna, Il Giornale di Sardegna
 

 

1 - L’Unione Sarda
Pagina 21 - Cronaca di Cagliari
La sfida di Giovanni Melis a Mistretta
Università. Dopo Giuseppe Santa Cruz un altro aspirante alla carica di rettore
«Mi candido per dare agli elettori la possibilità di scegliere»
Ex preside della facoltà di Economia e Commercio, il docente di economia aziendale punta a dare voce al "polo di viale Fra' Ignazio".
«La mia non è una candidatura contro Pasquale Mistretta ma voglio dare agli elettori l'opportunità di scegliere». Giovanni Melis, cagliaritano classe '45, professore ordinario di Economia Aziendale dal '90 all'Università di Cagliari, scioglie le riserve e ufficializza la sua candidatura alle prossime elezioni a rettore dell'Ateneo. Ex presidente dell'Ersu e della banca Cis, ex preside della facoltà di Economia, attualmente, oltre alla sua professione di docente, ricopre la carica di direttore del dipartimento di ricerche aziendale e di componente del Consiglio d'amministrazione dell'Università. Con Melis diventano due i candidati ufficiali alle prossime elezioni, dopo Giuseppe Santa Cruz, docente di Medicina. Il rettore uscente, Pasquale Mistretta, dovrebbe uscire allo scoperto nei prossimi giorni. La corsa alle elezioni è dunque iniziata. LE MOTIVAZIONI«Competere con un rettore che governa da quindici anni non è facile», dice Melis, «ma è una manifestazione di fiducia alla volontà degli elettori di rinnovare l'Ateneo. È giusto dare una valida alternativa perché c'è un disagio diffuso nell'ambiente universitario, dovuto soprattutto alle modifiche di Statuto, che non sono avvenute all'unanimità». Malumori che arrivano soprattutto dal polo di viale Fra' Ignazio, con le facoltà di Scienze Politiche, Economia e Giurisprudenza. IL PROGRAMMA «L'Università di Cagliari si trova di fronte a diverse sfide: dobbiamo essere in grado di vincerle». Melis ricorda che «i finanziamenti per gli Atenei saranno sempre più correlati con la capacità di esprimere una ricerca eccellente ed alta formazione. L'Università di Cagliari inoltre non è abituata alla cultura della competizione». Per questo Melis punta a «un potenziamento della ricerca scientifica e della formazione, attraverso un progetto strategico pluriennale, condiviso e partecipato», a differenza «dell'autoreferenzialità e delle logiche di breve respiro che hanno caratterizzato la gestione dell'Ateneo». Il docente di Economia Aziendale pensa inoltre a «una responsabilità operativa delle facoltà, dei dipartimenti e delle aree scientifiche», e a «un aumento degli investimenti della ricerca di base». Per gli studenti Melis programma «una maggiore disponibilità di aule, biblioteche, laboratori, e una migliore organizzazione delle lezioni e degli esami». Nel programma c'è poi spazio per il Policlinico e per le infrastrutture: «Aspetto comunque il contributo di tutti»; conclude Melis. La sfida a Mistretta è lanciata.
Matteo Vercelli
 
Pagina 21 - Cronaca di Cagliari
Votazioni Alle urne il diciotto maggio
Riuscirà Pasquale Mistretta a ottenere il sesto mandato consecutivo? Hanno qualche possibilità di vittoria i suoi rivali? Le risposte ai quesiti che serpeggiano negli ambienti universitari arriveranno il 18 maggio, quando si terrà la prima tornata delle elezioni del rettore dell'Università. Necessaria la maggioranza assoluta. Altrimenti si tornerà al voto il 30 maggio. Se ancora una volta nessuno riuscirà a ottenere il consenso assoluto, il 6 giugno andrà in scena l'ultimo atto, il ballottaggio. Saranno chiamati al voto oltre 1.500 elettori: 1.251 docenti, 200 rappresentanti degli studenti e 126 grandi elettori del personale non docente. Oggi (dalle 9 alle 17) e domani (dalle 9 alle 14) i circa 1.200 dipendenti, non docenti, dell'amministrazione universitaria eleggeranno i 126 grandi elettori. Sono stati costituiti cinque seggi: l'aula degli specchi (Scienze della Formazione), l'aula B (dipartimento Scienze Botaniche, viale Fra Ignazio), l'aula 1 (Lingue, ex clinica Aresu), l'aula 11 (Cittadella di Monserrato) e l'aula didattica, (Policlinico Universitario).
(m. v.)
 
2 - L’Unione Sarda
Pagina 1 - Prima Pagina
Sclerosi multipla, dalla Sardegna uno spiraglio
Medicina. Resi noti i dati di una ricerca delle Università di Cagliari e Siena
Provengono dalla Sardegna i dati di una ricerca che sta per essere pubblicata negli Annals of Neurology. Relativa alla sclerosi multipla, che regala alla nostra isola un non invidiabile primato, apre una nuova strada alla conoscenza: nei fratelli sani di soggetti colpiti potrebbero nascondersi i segreti per essere protetti dalla malattia. Lo studio è stato presentato a Roma da M. Giovanna Marrosu, direttore centro Sclerosi Multipla Università di Cagliari e da Nicola De Stefano, Dipartimento scienze neurologiche Università di Siena in una conferenza della Serono.
 
Pagina 43 - Cultura
Sclerosi multipla, segreti di famiglia
Uno studio sui fratelli sani, svolto in Sardegna, apre nuovi spiragli alla conoscenza della malattia
Provengono dalla Sardegna i dati di una importante ricerca comparativa che sta per essere pubblicata sulla prestigiosa rivista Annals of Neurology. Relativa alla sclerosi multipla che regala alla nostra isola, come anche all'Islanda, un non invidiabile primato, apre uno spiraglio importante alla conoscenza. Insomma, nei fratelli sani di persone colpite da sclerosi potrebbero nascondersi i segreti per resistere o essere protetti dalla malattia. Alcuni di loro, infatti, presentano le stesse lesioni cerebrali dei fratelli malati ma sono completamente sani. Che cosa significa questo? Che questi soggetti sani potrebbero avere, per motivi al momento sconosciuti, meccanismi di protezione cerebrale in più rispetto ai fratelli che si sono ammalati e per questo, nonostante le lesioni, il loro cervello potrebbe essere riuscito a "reagire" salvandoli dalla sclerosi. Lo studio, svolto interamente in Sardegna, è stato presentato a Roma da Maria Giovanna Marrosu, direttore del centro Sclerosi Multipla dell'Università degli Studi di Cagliari. Al suo fianco, Nicola De Stefano del Dipartimento di scienze neurologiche e del comportamento dell'Università di Siena, che ha lavorato attivamente all'aspetto diagnostico. L'importante risultato è stato diffuso durante una conferenza organizzata ieri mattina a Roma dalla Fondazione Cesare Serono, impegnata nella promozione di studi per gli avanzamenti della ricerca nelle neuroscienze (http://www.fondazioneserono.org/). Per la prima volta in un campione di 297 persone tra malati, parenti sani e soggetti di controllo di età media 40 anni, i neurologi hanno scoperto che il 4% dei soggetti sani con un unico membro affetto da sclerosi in famiglia e ben l'11% dei soggetti sani con più malati tra i familiari hanno nel cervello lesioni tipiche della sclerosi multipla. Tutti i soggetti coinvolti nello studio sono stati esaminati grazie all'ausilio di un unico dispositivo di risonanza magnetica, installato su un'unità mobile di ultima generazione, che ha raggiunto l'Ospedale Binaghi dall'Inghilterra. Le immagini rilevate sono state poi inviate e analizzate dal Laboratorio di Neuroimmagini dell'Università di Siena, da anni impegnato nella ricerca avanzata sulle tecniche di risonanza magnetica, diretto da Di Stefano. La sclerosi è una malattia autoimmune che colpisce il cervello. Il sistema immunitario dei pazienti, cioè, attacca il proprio corpo distruggendo la guaina mielinica che riveste e isola elettricamente le fibre nervose permettendo la trasmissione dell'impulso elettrico dei neuroni. La malattia, che di solito ha un esordio tra i 25 ed i 30-40 anni, colpisce in Italia circa 52 mila persone con 1800 nuovi casi ogni anno. In Sardegna la valenza è ben più alta. È una malattia complessa in parte di natura genetica (il rischio dei fratelli di malati di ammalarsi a loro volta va dal 20 al 30-40% in più rispetto alla popolazione generale), in parte indotta da fattori ambientali. Nei pazienti all'esordio si riscontrano tipiche lesioni della sostanza bianca (il colore dato alle fibre nervose dalla guaina mielinica), segno che queste sono già accumulate prima che la malattia si manifesti. Le stesse lesioni trovate nei parenti sani. «Ma poi andando a guardare in modo più dettagliato il cervello di pazienti e fratelli sani - ha spiegato la Marrosu - è venuto fuori che solo i primi presentano anche altre alterazioni meno definite ma chiaro segno di atrofia del sistema nervoso, alterazioni che risultano sempre assenti nei parenti sani». Poiché a quasi tre anni dall'inizio dello studio solo un parente sano con le lesioni si è a sua volta ammalato, e poiché gran parte dei partecipanti sani avevano un'età in cui oramai il rischio di ammalarsi è basso, l'ipotesi avanzata dagli esperti è che le lesioni in questi soggetti non siano un primo segno di malattia destinata a progredire. Bensì le lesioni potrebbero essere un segnale che il cervello di questi soggetti è stato più abile a ripararsi e a reagire ai primi danni procurati dal sistema immunitario bloccando sul nascere la sclerosi. Insomma, hanno ipotizzato Marrosu e De Stefano, «poiché il cervello ha la capacità di reagire a molti insulti e a recuperare, è possibile che i soggetti sani osservati abbiano maggiori capacità di reagire e riassorbire il danno forse grazie anche a una maggiore plasticità cerebrale». Se veramente i soggetti sani sono più protetti dalla malattia che ha colpito i parenti meno fortunati, hanno concluso gli esperti, continuando non solo a monitorare nei prossimi anni il loro cervello e la loro salute ma anche cercando differenze tra sani e pazienti, si potrebbe arrivare alla identificazione di potenziali fattori protettivi che potrebbero suggerire la chiave contro questa malattia. I successivi studi comparativi legati alla predisposizione genetica, dicono alla Fondazione Serono, riguarderanno 17 soggetti senza sintomi che nel precedente studio presentavano sovrapposizioni alla risonanza magnetica con i fratelli malati. Saranno poi coinvolti nella ricerca anche sei coppie di gemelli monovulari di cui almeno uno affetto da sclerosi multipla. La causa primaria della sclerosi è ancora sconosciuta, tuttavia la ricerca medica ha fatto passi da gigante nella comprensione dei meccanismi attraverso i quali si manifesta e si sviluppa. Un'ipotesi che ha preso via via corpo prevede l'intervento di tre fattori: genetico, ambientale e autoimmunitario. In altre parole, un processo autoimmune probabilmente scatenato da un agente ambientale in soggetti predisposti.
 
3 - L’Unione Sarda
Pagina 36 - Provincia di Sassari
Sassari La Provincia cammina sulla strada del gusto
Forte di 90 soci, «La strada del gusto del nord Sardegna» è diventata una realtà operativa, con l'obiettivo di ridisegnare il futuro turistico del territorio, attirare nuovi flussi di visitatori, valorizzare il forte legame tra i sapori tipici e le sue produzioni agroalimentari ed il suo patrimonio culturale e paesaggistico. Al «club di prodotto» hanno aderito 39 produttori, 12 ristoratori, 20 operatori agrituristici, 8 albergatori e 11 gestori di bed&breakfast. «Un'associazione - ha spiegato l'assessore provinciale al Turismo, Marco di Gangi - nata dalla diffusa volontà di creare una grande alleanza tra addetti ai lavori e dalla consapevolezza che per trasformare il mercato turistico c'è bisogno di crescere, e che per crescere c'è bisogno di ragionare insieme sulla strada da fare». L'idea, che era nata ad agosto grazie all'associazione temporanea di imprese composta da Item, Albatros e dal dipartimento di scienze ambientali e biotecnologie agroalimentari dell'Università di Sassari, è stata finanziata dal progetto Interreg III. La strada scelta è quella della creazione di un sentiero che attraversa tutto il nord Sardegna e porti alla scoperta dei gusti e dei sapori della tradizione.
(g.f.)
 

 

4 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Da uno studio universitario in collaborazione col Formez l’analisi delle cause dell’aumento della criminalità 
«Un museo del banditismo? Sbagliato» 
Per combattere l’aumento dei reati bisogna puntare su fenomeni positivi 
CAGLIARI. Una nuova ondata di criminalità attraversa la Sardegna: rapine, omicidi, estorsioni. Crimini che sembrano aumentare proprio nel momento in cui il resto dell’Italia attraversa una tendenza di segno opposto. Cosa succede? La causa va ricercata in un disagio sempre più diffuso, che affonda le sue radici nel momento di grave difficoltà economica, ma che non si esaurisce in questo: a monte c’è una cultura della vendetta dura a morire.
La lucida analisi di quella che è la situazione sicurezza nell’isola è stata fatta ieri nel convegno “Interventi a supporto della legalità degli investimenti pubblici”, primo passo del Progetto Sole (Società e legalità), iniziativa voluta dalla Regione, che sarà portata avanti dal centro di formazione e studi Formez, per diffondere la cultura della legalità.
A descrivere la situazione in Sardegna è stato Giuseppe Arlacchi, dell’università di Sassari, che per conto della Regione sta guidando una ricerca sull’insicurezza nell’isola, portata avanti dall’ateneo sassarese e da quello di Cagliari. Un lavoro partito nel giugno del 2005, e che si concluderà alla fine dell’anno, ma di cui Arlacchi ha presentato alcuni risultati. Quelli, appunto, che parlano di una criminalità nell’isola ormai a livelli preoccupanti. Numeri per adesso Arlacchi non ne ha voluto svelare, ma in compenso ha detto: «Mentre negli ultimi anni, in Italia, la criminalità è diminuita, da noi è aumentata». Un esempio su tutti lo fornisce il numero degli omicidi, per i quali la Sardegna detiene il triste primato nazionale. Un fenomeno che non è un caso perché è riconducibile, ha detto Arlacchi, «alla cultura dell’autogiustizia, un’eredità di quella della vendetta». Insomma, un rimasuglio di quella che è una mentalità diffusa soprattutto nelle zone interne, e che fa parte della cultura pastorale. Non che quest’ultima sia da demolire, avverte il direttore della ricerca, perché il farsi giustizia «ha una componente progressiva, e positiva, che vede tutti partecipi». Ma ne ha anche una regressiva, e negativa: quella che vede il farsi giustizia come una questione personale, in cui le istituzioni sono tagliate fuori. «E questo va combattuto», ha sostenuto Arlacchi.
Dall’analisi generale, a quella particolare, il responsabile della ricerca ha individuato alcune situazioni in cui c’è bisogno d’un intervento: dalla cultura delle armi, mai scoraggiata abbastanza, al problema dell’alcolismo, sempre più diffuso tra i giovani. Che fare? Arlacchi risponde con uno slogan: «Più cortes apertas e no al museo del banditismo». Quasi a voler dire, una volta di più, che l’allarme è alto soprattutto nelle zone interne, che dovrebbero pensare a rilanciare i propri aspetti positivi, e a cancellare quelli negativi. Obiettivo che potrebbe essere raggiunto con la sinergia di tutte le istituzioni, «vivaci abbastanza da consentire anche nel giro di cinque anni di vedere i primi risultati».
Eppure qualcosa già si muove. Il prefetto di Cagliari, Efisio Orrù, ha osservato che, col Programma operativo regionale per il 2000-2006, sono state messe in piedi numerose iniziative volte a diffondere la cultura della legalità, con risultati soddisfacenti confermati anche dalla grande capacità e correttezza nella spendita delle risorse.
Azioni a 360 gradi che hanno avuto un occhio di riguardo per il mondo della scuola: «E’ dimostrato - ha detto Orrù - che più elevati livelli d’educazione hanno immediati effetti sullo sviluppo della società».
Francesco Ventroni, del Centro regionale di programmazione, parlando invece di reati nell’utilizzo delle risorse europee, ha invitato a stare tranquilli: in Italia c’è chi gonfia le fatture o chiede servizi a falsi consulenti, ma in Sardegna, grazie soprattutto a rigidi controlli, il fenomeno ha dimensioni non allarmanti. «Da noi - ha detto - grossi reati d’attacco alle risorse pubbliche non ce ne sono».
Sabrina Zedda 

5 - La Nuova Sardegna
Pagina 0 - Cagliari
«No al museo che celebra il banditismo» 
Arlacchi al convegno sulla legalità: servono esempi positivi, non nostalgie 
L’aumento dei reati? «Colpa della cultura dell’autogiustizia» 
CAGLIARI. Giuseppe Arlacchi, dell’università di Sassari, al convegno sulla legalità in Sardegna è stato chiaro: «Negli ultimi anni, in Italia, la criminalità è diminuita, da noi è aumentata». Perché? «Colpa della cultura dell’autogiustizia che è un’eredità di quella antica e radicata della vendetta», ha detto prima di rispondere così alla classica domanda: che fare? «Più cortes apertas e no, davvero no, al museo del banditismo: servono esempi positivi e non nostalgie del passato». La legalità diffusa - è stato detto - può essere raggiunta solo con il coinvolgimento delle istituzioni, della scuola e delle famiglie in un solo obiettivo: ridare speranza alle nuove generazioni, quelle oggi più a rischio.
 
Pagina 4 - Nuoro
«Fate più Cortes apertas non musei del banditismo» 
CAGLIARI. «Più cortes apertas e no al museo del banditismo». Lo ha detto ieri a Cagliari il sociologo Pino Arlacchi, che ha partecipato al convegno “Interventi a supporto della legalità degli investimenti pubblici”, primo passo del Progetto Sole (Società e legalità), un’iniziativa voluta dalla Regione per diffondere la cultura della legalità. Arlacchi, che insegna all’università di Sassari, sta guidando una ricerca sull’insicurezza nell’isola. I primi risultati sono preoccupanti, anche per il notevole apporto delle zone interne: «Mentre negli ultimi anni, in Italia, la criminalità è diminuita, da noi è aumentata». Un esempio su tutti lo fornisce il numero degli omicidi, per i quali la Sardegna detiene il triste primato nazionale. Un fenomeno che non è un caso perché è riconducibile, ha detto Arlacchi, «alla cultura dell’autogiustizia, un’eredità di quella della vendetta».
Pino Arlacchi 
 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Nasce il club di prodotto del Nordovest 
Hanno aderito novanta imprese dall’agroalimentare al ricettivo 
SASSARI. Ai nastri di partenza si presentano in novanta, decisi a ridisegnare il futuro turistico del nord Sardegna, attirare nuovi flussi di visitatori, valorizzare il forte legame tra i sapori tipici del territorio, le sue produzioni agroalimentari, i suoi profumi, i suoi colori, i suoi suoni e la bellezza inestimabile e varia di un patrimonio archeologico, artistico, naturale e culturale da mozzare il fiato.
«La strada del gusto del nord Sardegna» è una realtà, un club cui hanno aderito trentanove produttori, dodici ristoratori, venti operatori agrituristici, otto albergatori e undici gestori di bed&breakfast. Un’organizzazione strutturata, «una associazione nata dalla diffusa volontà di creare una grande alleanza tra addetti ai lavori e dalla consapevolezza che per trasformare il mercato turistico c’è bisogno di crescere, e che per crescere c’è bisogno di ragionare assieme sulla strada da fare», spiega l’assessore provinciale al Turismo e alle Attività produttive, Marco Di Gangi. La via scelta è quella del gusto, della creazione di un sentiero che che attraversi tutto il nord Sardegna e ne colga le peculiarità, e porti alla scoperta dei sapori della tradizione. È l’idea che da agosto ispira l’iniziativa di promozione agrituristica pensata dall’amministrazione provinciale e realizzata assieme all’associazione temporanea d’imprese composta da Item, Albatros e dal Dipartimento di Scienze ambientali, agrarie e biotecnologie agroalimentari dell’Università di Sassari.
 Il piano, finanziato dal progetto comunitario Interreg III, è entrato nella fase operativa proprio nei giorni scorsi. Due sere fa la prima assemblea dei soci del club di prodotto ha approvato il suo statuto, i disciplinari di qualità che fissano le regole cui tutti dovranno attenersi, e ha eletto il consiglio direttivo. Dieci imprenditori in tutto, cinque per la Provincia di Sassari e altrettanti per quella della Gallura, in rappresentanza di tutti i settori coinvolti. Per la provincia di Sassari sono stati eletti Leonarda Paschino (produzioni agroalimentari), Maria Isabella Puggioni (agriturismo), Giovanni Oggiano (ristorazione), Paola Valentina Giordo (hotel) e Riccardo Aledda (bed&breakfast), mentre i rappresentanti nel direttivo della provincia Olbia-Tempio sono Giuseppe Isoni (produzioni agroalimentari), Giovanni Panu (agriturismo), Gavino Piu (ristorazione), Iole Azzena (hotel) e Angelo Antonaglia (bed&breakfast). Nei prossimi giorni il consiglio eleggerà presidente, vicepresidente e segretario. La Provincia di Sassari, titolare del progetto, ha scelto di non entrare a far parte del consiglio direttivo «per garantire massima discrezionalità al settore privato anche se seguiremo da vicino tutta la fase di avvio», dice ancora Marco Di Gangi, secondo cui già nel 2006 «il club potrebbe entrare in azione con alcune iniziative di rilievo». La creazione del club di prodotto è la conclusione della prima fase del progetto, avviato la scorsa estate con un’accurata analisi dello stato di salute del settore turistico e di quello agroalimentare. Una sorta di censimento che ha coinvolto tutte le imprese sino all’individuazione, attraverso parametri estremamente selettivi, di quelle da coinvolgere. Gli operatori sono stati successivamente coinvolti in un’intensa opera di formazione attraverso i corsi tenuti da esperti nazionali di marketing turistico, di creazione e organizzazione di club di prodotto e di educazione al gusto.
 
7 - La Nuova Sardegna
Brevi
Pagina 9 - Sardegna
Indagini su fratelli sani
Meno segreti per la sclerosi
Uno studio italiano unico al mondo indica che nei fratelli sani di persone con la sclerosi multipla potrebbero nascondersi i segreti per resistere o essere protetti dalla malattia. Infatti alcuni di loro presentano le stesse lesioni cerebrali dei fratelli malati ma sono completamente sani. Questi soggetti sani, quindi, ha spiegato il direttore del centro Sclerosi Multipla dell’Università degli Studi di Cagliari Maria Giovanna Marrosu, potrebbero per motivi al momento sconosciuti avere dei meccanismi di protezione cerebrale in più rispetto ai fratelli che si sono ammalati e per questo, nonostante le lesioni, il loro cervello potrebbe essere riuscito a reagire salvandoli dalla sclerosi. Lo studio, pubblicato questo mese sugli Annals of Neurology, è stato presentato dalla Marrosu e da Nicola De Stefano del dipartimento di scienze neurologiche e del comportamento dell’Università di Siena nel corso di un incontro con la stampa organizzato dalla Fondazione Serono, impegnata nella promozione degli studi per gli avanzamenti della ricerca nelle neuroscienze.

Pagina 26 – Sassari
Pari opportunità
Nell’ambito delle attività culturali del Comitato pari opportunità dell’università di Sassari, il giorno 21 aprile nell’aula Eleonora d’Arborea (piazza Università 21) alle 15.30, Nicla Vassallo, ordinario di Filosofia teoretica alll’università di Genova, terrà una conferenza dal titolo “La conoscenza delle donne: sull’epistemologia femminile in ambito anglosassone”.
Scuole di specializzazione
Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di ammissione al primo anno delle scuole di specializzazione per i laureati in Medicina e chirurgia. Le domande devono essere inviate al rettore dell’università di Sassari, piazza Università 21, oppure presentate all’ufficio protocollo, entro il 15 maggio. Il bando di concorso è consultabile all’indirizzo www.ammin.uniss.it/scuole-specializzazione/scuole.php.
 

 

8 - Giornale di Sardegna
Pagina 23 - Regione
Dodici milioni di euro contro la criminalità
Legalità. Al via le azioni finanziate con i fondi del Por
Presentato ieri il progetto So.le. realizzato dal Formez con il patrocinio della Regione
Dodici milioni di euro. È quanto mette a disposizione la misura 6.5 del Por per la lotta alla criminalità in Sardegna. Una criminalità che, nell'Isola, assume una fisionomia peculiare rispetto al resto d'Italia. Da una ricerca dell'Università di Sassari - anticipata dal sociologo ed esperto di lotta al crimine organizzato, Giuseppe Arlacchi - l'Isola registra infatti un tasso di criminalità violenta superiore alla media italiana, che si annida per lo più nelle zone interne dove resiste la cultura della vendetta e dell'auto giustizia. INOLTRE NELL'ISOLA sono attivi veri e propri networks specializzati nello spaccio di droga e nelle frodi alle amministrazioni per l'uso dei finanziamenti pubblici. È quanto è emerso ieri a Cagliari, durante la presentazione del Progetto So.le. (Società e legalità) che - realizzato dal Formez su iniziativa della Regione - mira a creare un tavolo di confronto fra le istituzioni dell'Isola per prevenire i fenomeni criminosi, soprattutto ai danni delle amministrazioni locali. Nella convinzione che l'illegalità comporti soprattutto danni gravissimi allo sviluppo economico e sociale del territorio. L'iniziativa - che costerà un milione di euro (800 mila a valere sulla misura 6.5, il resto fondi statali) - mira a riunire attorno a un tavolo amministratori comunali, provinciali e delle comunità montane, funzionari degli stessi enti locali, parti sociali, forze dell'ordine e scuole per sostenere la cultura della legalità. Proprio il coinvolgimento degli istituti scolastici è considerato particolarmente importante sotto il profilo della prevenzione. La ricerca dell'Università di Sassari testimonia infatti una crisi di valori all'interno della società sarda, caratterizzata anche dal più alto tasso di suicidi in Italia. Una crisi, secondo Arlacchi, profonda ma ancora curabile. «Le risorse ci sono e la Regione si sta muovendo bene - ha detto -: ci sono i presupposti per una riduzione alla metà del tasso di illegalità nei prossimi cinque anni».

9 - Giornale di Sardegna
Pagina 23 – Regione
Notizie Flash
Sclerosi. Nel cervello i segreti della malattia
Uno studio italiano unico al mondo indica che nei fratelli sani di persone con la sclerosi multipla potrebbero nascondersi i segreti per resistere o essere protetti dalla malattia. Infatti alcuni di loro presentano le stesse lesioni cerebrali dei fratelli malati ma sono completamente sani. È questo il risultato della ricerca condotta dal direttore del centro Sclerosi Multipla dell’Università di CagliariMaria Giovanna Marrosu e da Nicola De Stefano del dipartimento di scienze neurologiche e del comportamento dell’Università di Siena. I soggetti sani potrebbero avere dei meccanismi di protezione cerebrale.

 

Questionario e social

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