Giovedì 9 marzo 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 marzo 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate: L’Unione Sarda e  La Nuova Sardegna.

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Università.
Alleanza con Portogallo e Marocco Ricerca, Ingegneria capitale del Mediterraneo
Il riconoscimento di un dottorato internazionale in Ingegneria e scienze ambientali consentirà a dieci studenti di fare una scommessa per il futuro: lavorare nel campo dell’energia e del disinquinamento
La ricerca cagliaritana varca i confini europei. Lo fa con l’unico dottorato dell’ateneo, quello in Ingegneria e scienze ambientali, riconosciuto come internazionale dal ministero per l’Istruzione. Un corso che vede dieci studenti, nove sardi e un’americana, inseriti in un percorso con la partecipazione delle Università di Aveiro (Portogallo), Enim (Marocco), e Pushchino (Russia). «L’Ateneo - ha commentato Giacomo Cao, coordinatore del progetto, durante la presentazione nella facoltà d’Ingegneria - deve puntare a ritagliarsi un ruolo importante nel bacino del Mediterraneo». Durante l’incontro, il docente di Ingegneria chimica ha parlato anche di altri successi ottenuti dai suoi gruppi di lavoro. DOTTORATOCosa serve un dottorato in accordo con tre Università internazionali? Ad avere un riconoscimento con quattro "bollini", uno per Ateneo, e quindi più possibilità lavorative. Ma soprattutto, con l’obbligo a presentare i risultati delle proprie ricerche in lingua inglese, a rendere internazionale il percorso di studio». Sono questi i punti di forza per gli studenti che hanno iniziato il corso triennale, e che alla fine avranno delle competenze nel campo del disinquinamento, delle risorse rinnovabili e del risparmio energetico, delle biotecnologie ambientali. «Un dottorato impegnativo - ha spiegato Cao - come confermano diversi abbandoni da parte di studenti che erano entrati nelle prime dieci posizioni». Un percorso formativo che si basa soprattutto sulla qualità: «Come Università non dobbiamo vantarci del numero di iscritti, ma della qualità degli studenti che frequentano e che si laureano». Basti pensare che ad Aveiro il rapporto docenti-studenti è di uno ogni tredici, mentre a Cagliari si sale a uno ogni vent’otto. SUPERCONDUTTOREIl gruppo di ricerca coordinato da Cao, che aveva brevettato il superconduttore al diboruro di magnesio, ha ricevuto il rapporto internazionale, che riconosce 17 delle 21 rivendicazioni della "pastiglia" che potrà avere un utilizzo anche nel settore aerospaziale, nei processori dei computer e nei treni a levitazione magnetica. «Entro due mesi - ha anticipato il docente - ci saranno i primi risvolti imprenditoriali, per la produzione del superconduttore, a prezzi inferiori rispetto all’attuale mercato. FORMAZIONE Oggi (dalle 11), al T-Hotel a Cagliari, saranno consegnati i diplomi del corso di alta formazione per il Monitoraggio, bonifica e ripristino di siti contaminati, con il coordinamento scientifico di Cao. Inoltre il centro Lince, che fa parte del dipartimento di Ingegneria chimica e materiali, è stato indicato dal Consorzio interuniversitario nazionale per la Scienza e la tecnologia dei materiali, come uno degli otto centri di riferimento.
Matteo Vercelli
 
2 - L’Unione Sarda
Pagina  42 –  Cultura
La prima volta in Antardide
dell’Università di Cagliari
Applicate sul pack le tecniche utilizzate per studiare il Poetto post-ripascimento La prima volta in Antartide dell’Università di Cagliari Due mesi di rilevazioni geofisiche, tra i pericoli e il fascino del continente bianco
L’ingegnere ci ha provato. Si è allenato per una settimana dormendo in sacco a pelo sul ghiacciaio del Bianco, si è sottoposto ai controlli previsti per gli astronauti, ha firmato ettari di documenti. Poi è partito. Ha attraversato dodici fusi orari, si è sciroppato ventiduemila chilometri di volo e poi altri ancora in elicottero, fino a raggiungere il continente bianco. E quando ormai era già lì da giorni, chiuso nella base italiana in Antartide e circondato dal ghiaccio; quando cominciava ad abituarsi all’idea del vento che corre come una McLaren e del freddo che scende a - 80; quando iniziava a vibrargli nei timpani il silenzio limpido dell’assoluto, e la mente già concepiva la luce perenne delle 24 ore al giorno; quando sentiva di avercela fatta, è successo. Un militare della base lo ha raggiunto in cabina: «La aspettano in sala riunioni». Qualcosa di grave? Assolutamente no: «C’è un turista cagliaritano che passava di qui, ha saputo che c’era un sardo in base e vorrebbe fare due chiacchiere». Cronache da un mondo minuscolo, annotate insieme alle rilevazioni scientifiche nel diario antartico di Stefano Erriu, protagonista della prima spedizione sul Polo Sud targata Università di Cagliari. Quei cinquantacinque giorni sul pack (dal 3 dicembre 2005 al 29 gennaio) racchiudono la prima volta di uno studioso sardo nel gelo estremo. E anche l’ultima volta dell’Italia, per un bel pezzo: i tagli della Finanziaria hanno tritato via i ghiacci eterni dai nostri progetti di ricerca. Su questo ultimo treno per Yuma in versione polare sono saliti cinque passeggeri: l’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia e gli atenei di Genova, Siena, Roma 3 e Cagliari. Il compito del trentaquattrenne ingegnere cagliaritano era eseguire rilevazioni geofisiche sul suolo dell’Antartide, imprigionato sotto un mantello di ghiaccio che in milioni di anni ha raggiunto uno spessore dai due ai quattro chilometri. Dall’altra parte del mondo, a ricevere e analizzare i primi dati raccolti da Erriu (la gran parte arriverà nei prossimi giorni, insieme alla strumentazione che viaggia via mare) c’era il professor Gaetano Ranieri, il docente di Ingegneria del Territorio che ha pensato, voluto e difeso la spedizione, sobbarcandosi dosi strazianti di burocrazia e trovando (o meglio prenotando) i fondi per un’avventura inestimabile dal punto di vista della conoscenza, ma tutt’altro che astronomica come costi: spedire un ricercatore alla base Zucchelli e tenercelo quasi due mesi costa tra i venti e i trentamila euro. Meno di un biglietto per la crociera nei mari gelidi dalla quale è sbarcato, per un salutino, il turista cagliaritano. Per la sua indagine geologica Erriu ha applicato il sistema di rilevazioni già usato da Ranieri sul manto sabbioso del Poetto, per capire quanto è spesso lo strato brunastro del ripascimento. Sul bianco dimenticato della spiaggia e su quello eterno del pack, la tecnica è la stessa: si dispongono sulla superficie dei cavi elettrici fino a formare un quadrato di ottocento metri di lato (ancorato a picchetti metallici che servono da elettrodi) e si fa passare la corrente. Analizzando la risposta (che va "amplificata", visto che il ghiaccio è un potentissimo isolante) si capirà per esempio se nel ghiaccio è imprigionata la cosiddetta acqua fossile, rimasta lì dopo la glaciazione, o se su quel terreno ci sono state forme di vita, e mille altre informazioni. La seconda tecnica utilizzata misura le variazioni di campo magnetico dettate dal vento solare. Idee semplici ed eleganti, come detta il galateo della ricerca. Magari metterle in pratica è meno facile. «Durante una rilevazione, il mio compagno di escursione e io dovevamo stringere una vite allentata. Dopo mezz’ora abbiamo dovuto rinunciare: impossibile lavorare senza guanti per più di qualche secondo». Impossibile concentrarsi a lungo con il vento che gela i pensieri, impossibile lasciare esposto un centimetro quadrato di pelle. Gli indumenti triplo strato in pile e tessuti tecnici sono obbligatori. Mentre è vietatissimo avventurarsi fuori dalla base senza un partner, senza la radiotrasmittente e il gps, senza la sacca con i viveri per una settimana e la tenda d’emergenza. Morire, al Polo Sud, è una faccenda banale. Le condizioni meteo cambiano nel giro di pochi minuti, e chi si fa sorprendere in volo da una tempesta rischia grosso: le strumentazioni in quelle condizioni estreme non valgono, ci si deve affidare esclusivamente al volo a vista. Per questo le previsioni del tempo hanno un’audience assoluta nelle piccola comunità della "Zucchelli" (60 persone, al massimo dell’ospitalità). Per questo quando il pilota dice non si parte più, c’è poco da discutere: chi è in base resta a cuccia. Chi è fuori, magari a duecento chilometri, monta la tenda e ripassa mentalmente l’addestramento sul Monte Bianco. E aspetta. Peggio, molto peggio, se arriva la nebbia quando è troppo tardi per atterrare o per rinviare il decollo. Ad Erriu è successo, ed è stato il più brutto dei suoi giorni polari: si è salvato perché il pilota del Twin Otter, il piccolo aereo con i pattini che collega la base con l’esterno, d’un tratto ha intravisto un buco nella coltre di nebbia e ci si è tuffato. Altrimenti? «Saremmo atterrati lo stesso, ma senza sapere se stavamo scendendo da trenta o da trecento metri d’altezza. Schiantandoci, con ogni probabilità». È andata bene. Quella sera l’ingegnere ha assaporato più del solito i piatti dei due cuochi napoletani della base. E anche quella vita «da Grande Fratello senza le telecamere», quell’esistenza ovattata da riempire con il biliardino, il ping pong, i film in dvd. Ma soprattutto ripassando le sensazioni di una giornata on the rocks: l’invadenza mite dei pinguini che si avvicinano curiosi agli scienziati, o la pazienza feroce delle orche che costeggiano la banchina e di tanto in tanto riescono a mordere via una foca dal ghiaccio. E sopra ogni altra cosa, il respiro assoluto della natura. Un’emozione che non perdona: «Ti costringe a chiuderti in te stesso. Oppure ti fa aprire completamente e ti depura, ti lascia dentro le cose vere, profonde. Ti regala uno sguardo lungo». Dicono che solo il deserto faccia regali simili agli umani. L’ingegnere portebbe scoprirlo alla prossima spedizione, visto che il professore ha già programma un’indagine elettromagnetica sul Sahara. Nella speranza che l’Università abbia ancora voglia di avventure nel mondo. Che dalla sorte grama della ricerca italiana piova ancora qualche spicciolo da investire sul campo. E che magari da dietro una duna, a metà rilevazione, non spunti un escursionista di Cagliari o una gita scolastica di Quartu.
Celestino Tabasso
 
3 - L’Unione Sarda
Pagina 19 – Cagliari
Tribunale.
Componenti del cda dell’Università accusati di rumori molesti Musica, non schiamazzi: assolti due imputati
La festa in musica era stata rumorosa e gli inquilini dei palazzi attigui ai campi di Sa Duchessa avevano protestato. La Polizia municipale era intervenuta e all’1,30 aveva detto stop. Era il luglio di tre anni fa: per due consiglieri d’amministrazione dell’università era scattata l’accusa di disturbo della quiete pubblica. Rinviati a giudizio, ieri sono stati assolti. Francesco Bachis, rappresentante dei ricercatori, e Paolo Deidda, sindacalista della Cgil, erano finiti nel mirino per aver chiesto al Rettore Pasquale Mistretta, per conto degli studenti, l’uso del piazzale di Sa Duchessa per una manifestazione musicale. Nonostante avessero subito chiarito di aver soltanto richiesto l’autorizzazione, erano stati rinviati a giudizio. Ma ieri mattina in Tribunale gli avvocati Mario Canessa e Dario Sarigu hanno dimostrato che i due consiglieri d’amministrazione non avevano alcuna responsabilità. Lo stesso Rettore, con una testimonianza per iscritto, ha sottolineato che Bachis e Deidda si erano limitati a fare una richiesta per conto degli studenti. Per controllare il buon andamento della festa erano stati individuati un vigilante e il custode degli impianti di Sa Duchessa che non avevano avuto nulla da segnalare. Tanto è vero che gli avvocati hanno messo in discussione i rumori molesti denunciati dagli inquilini di un palazzo di piazza D’armi lontanto 200 metri. Il pm Luca Forteloni ha chiesto l’assoluzione dei due imputati per non aver commesso il fatto, il giudice Simone Nespoli li ha invece scagionati perché il fatto non sussiste: significa che Bachis e Deidda non sono colpevoli di nulla e che non ci sono stati schiamazzi notturni.

 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Ingegneria d’avanguardia, dal superconduttore alla laurea internazionale
CAGLIARI. Un dottorato di ricerca in ingegneria e scienze ambientali per ottenere un diploma congiunto con i «bollini» delle Università di Cagliari, di Aveiro (Portogallo), Enim (Marocco) e Pushchino (Russia). Lo ha presentato ieri mattina alla facoltà di Ingegneria Giacomo Cao, direttore del Centro interdipartimentale di Ingegneria e Scienze ambientali, spiegando che si tratta dell’unico corso dell’ateneo sardo riconosciuto come «internazionalizzato» dal ministero per la Ricerca scientifica. «E’ un dottorato di estrema importanza - ha sottolineato Cao - perchè consente agli studenti che lo superano di affacciarsi al mondo del lavoro con un curriculum di tutto rispetto». Il corso, particolarmente selettivo e totalmente in lingua inglese, per ora conta sulla frequenza di nove studenti sardi e una studentessa americana. «Il coinvolgimento di atenei portoghesi e marocchini dimostra quanto l’Università di Cagliari sia sempre più orientata verso il Mediterraneo», ha aggiunto Cao. Durante la presentazione si è parlato anche del Corso di alta formazione per «Monitoraggio, bonifica e ripristino dei siti contaminati», organizzato in Sardegna dal Crs4 e dal consorzio interuniversitario «La chimica per l’ambiente». Questa mattina al THotel è prevista la cerimonia per la consegna dei primi diplomi. «I siti contaminati sono un problema nazionale - ha detto Cao - e occorre formare ingegneri specializzati nelle attività di bonifica». L’anno scorso sono state nove le aziende che hanno fatto frequentare il corso ai loro dipendenti, ora figure professionali in grado di monitorare gli interventi di bonifica. Alla fine del suo intervento Cao ha trovato il tempo anche di annunciare che il suo brevetto sul superconduttore al diboruro di magnesio (registrato in Italia nel 2004 assieme ai colleghi Antonio Mario Locci e Roberto Orrù), ha superato pure la procedura internazionale vedendosi approvate 17 rivendicazioni su 21. «Un bel passo avanti», ha detto Cao, assicurando che nel giro di un mese sarà pronto il business plan per un’azienda sarda in grado di produrre materiali innovativi per utensili da taglio e per il settore aerospaziale. Ma è solo un punto di partenza. Le altre possibili applicazioni del superconduttore - che consente il trasporto di enormi quantità di energia anche attraverso piccoli cavi - andrebbero dal campo dei trasporti ferroviari alle tecniche diagnostiche della biomedicina, passando per l’informatica. «Grazie al nostro superconduttore - ha spiegato Cao - i treni possono levitare su potenti magneti raggiungendo velocità elevate con bassissimo dispendio di energia. Per quanto riguarda la biomedicina, si possono invece sviluppare tecniche non invasive per la risonanza magnetica nucleare». Da segnalare, infine, le possibili applicazioni nella realizzazione del cosiddetto «supercomputer», un elaboratore in grado di raggiungere velocità mille volte superiori a quella del computer più veloce fino a oggi conosciuto.
 
5 -. La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Sardegna
Cagliari: il progetto sul superconduttore al diboruro di magnesio dell’Università
Cao ottiene il brevetto internazionale
 CAGLIARI. Il brevetto sul superconduttore al diboruro di magnesio, registrato in Italia nel 2004 dal direttore del Centro interdipartimentale di Ingegneria e Scienze ambientali, Giacomo Cao, assieme ai colleghi Antonio Mario Locci e Roberto Orrù, ha superato la procedura internazionale vedendosi approvate 17 rivendicazioni su 21. L’ha reso noto lo stesso Cao, assicurando che nel giro di un mese sarà pronto il business plan per un’azienda sarda in grado di produrre materiali innovativi per utensili da taglio e per il settore aerospaziale. Questo sarà, però, solo un punto di partenza. Le altre possibili applicazioni del superconduttore - che consente il trasporto di enormi quantità di energia anche attraverso piccoli cavi - vanno dai trasporti ferroviari alle tecniche diagnostiche della biomedicina, passando per l’informatica. «Grazie al nostro superconduttore - ha spiegato Cao - i treni possono levitare su potenti magneti raggiungendo velocità elevate con bassissimo dispendio di energia. Per quanto riguarda la biomedicina, si possono invece sviluppare tecniche non invasive per la risonanza magnetica nucleare». Da segnalare, infine, le possibili applicazioni nella realizzazione del cosiddetto «supercomputer», un elaboratore in grado di raggiungere velocità mille volte superiori a quella del computer fino a oggi conosciuto.
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Cultura e Spettacoli
Oggi a Cagliari presentazione di uno studio Crenos
Istruzione come fattore di crescita economica
La presenza di una forza lavoro con adeguati livelli di istruzione e formazione è uno degli ingredienti fondamentali per una strategia di sviluppo sostenuto e costante nel tempo. L’accumulazione di capitale umano dal punto di vista aggregato favorisce possibilità di sviluppo dei settori innovativi di un’economia, ovvero quei settori in grado di fornire contenuti ad alta redditività anche al resto del sistema. Temi al centro dell’elaborazione teorica ma anche del dibattito politico regionale. Temi sui quali intervengono due giovani ricercatori del Crenos, Anna Maria Pinna e Giovanni Sulis, con un libro, «Economia dell’istruzione e del lavoro in Sardegna» (Cuec Editrice), che sarà presentato oggi alle 17.00 nell’aula 1 della Facoltà di Economia a Cagliari. Parleranno Raffaele Paci, Gianni Loy, Gianfranco Bottazzi e Paolo Piacentini.
 Dal punto di vista microeconomico l’istruzione è associata ad un premio individuale in termini di retribuzione e di stabilità dell’occupazione. Il livello educativo della forza lavoro ha inoltre un impatto diretto sia sulla partecipazione al mercato del lavoro che sulle possibilità di mobilità occupazionale dei lavoratori. Il libro curato da Anna Maria Pinna e di Giovanni Sulis si propone di descrivere e di interpretare i percorsi di istruzione in Sardegna e la loro relazione con gli esiti nel mercato del lavoro. A questo fine vengono utilizzati strumenti statistici capaci di cogliere le relazioni tra le variabili di interesse usufruendo di un contributo collettivo di economisti, statistici e sociologi.
 Il lavoro è articolato in due parti, nella prima vengono analizzate le caratteristiche del sistema formativo e dell’istruzione universitaria, nella seconda vengono valutati gli esiti nel mercato del lavoro in termini di probabilità occupazionali e redditi percepiti.
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
Ailun, se la preparazione è «advanced»
I master dell’Università fucina di intelligenze che trovano occupazione
CASSANDRA SOREL
 NUORO. «Un’esperienza che segna una svolta»; «una palestra di vita», «un’esperienza di rigore, metodo e disciplina»; «una lunga corsa in salita che costringe a guardare il mondo con occhi nuovi». È dell’Ailun che si parla, e le parole sono degli allievi che la Libera Università Nuorese l’hanno frequentata e vissuta, proprio come una filosofia di vita.
 Due master internazionali, uno in scienza dell’organizzazione e uno nel settore turistico, formano ogni anno una ventina di allievi ciascuno, pronti a spiccare il volo direttamente da Nuoro verso il mondo del lavoro: circa l’85 per cento di loro, infatti, inizia la propria carriera professionale entro sei mesi dalla conclusione del master, spesso all’interno delle organizzazioni nelle quali realizzano la propria esperienza di stage (compresa nell’offerta formativa).
 Sono statistiche da capogiro in un’epoca in cui servono anni, e non mesi, per trovare un’occupazione conforme alle proprie aspirazioni dopo aver conseguito la laurea, che fanno quindi dell’Ailun una onorevole eccezione, per la città di Nuoro, che ne ospita la sede, ma in generale per la Sardegna intera. Una schiera di docenti proveniente dalle più importanti università statunitensi ed europee offre ai due corsi il massimo livello di formazione ed esperienza, con una marcia in più: alle metodologie e alle scienze sociali si unisce, nell’offerta Ailun, anche la lingua inglese, utilizzata in aula con disinvoltura per una “full immersion” che, giurano gli allievi, a fine anno dà generosi frutti.
 I due master in scienza dell’organizzazione e del settore turistico, giunti rispettivamente alla sedicesima e quinta edizione, ripartiranno nel mese di aprile. Ad ogni corso, della durata di un anno, possono partecipare dai quindici ai venti allievi laureati in qualsiasi disciplina, con preferenza per le scienze giuridiche, sociali ed economiche. Ciò che conta davvero, per essere ammessi nel “mondo Ailun”, non è però il curriculum, ma una personalità caratterizzata da determinazione, responsabilità e disponibilità al cambiamento.
 Le selezioni si svolgono nel mese di marzo, a Roma per i candidati non residenti in Sardegna e a Nuoro per quelli residenti nell’isola. Le prove consistono in esami scritti di abilità linguistica e cultura generale, colloquio in lingua inglese (di cui è richiesta una conoscenza base), test psico-attitudinali, prove dinamiche di gruppo. Sul sito www.scienzesociali.ailun.it è disponibile il modulo per la presentazione della domanda e la brochure informativa, mentre maggiori informazioni possono essere richieste al numero 0784/226226, o all’email masters@ailun.it.

Questionario e social

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