Martedì 7 febbraio 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 febbraio 2006

Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 12 articoli delle testate: L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna, Il Giornale di Sardegna


 
1 - L’unione Sarda
Pagina 17 - Cagliari e Provincia
Segreterie al collasso: dipendenti in agitazione
Università. La dura denuncia di Cgil-Cisl-Uil: «Carenza cronica del personale»
File davanti agli sportelli delle segreterie universitarie: una denuncia che da diversi anni è ripetuta dagli studenti. Al coro di proteste degli universitari si è aggiunta quella dei dipendenti che hanno evidenziato più volte la carenza d’organico dei lavoratori. E dopo anni di proteste è giunta l’ora di passare all’attacco, con la proclamazione dello stato d’agitazione. Lo hanno annunciato le segreterie dei sindacati di Cigl, Cisl e Uil con una lettera inviata ieri al rettore Pasquale Mistretta, al direttore amministrativo dell’ateneo e a tutto il personale. «L’amministrazione - scrivono Peppino Calledda (Cgil Flc), Tomaso Demontis (Cisl Università) e Ivana Locci (Uilpa Ur) - malgrado le tante problematiche ha sempre mostrato totale indifferenza. Per questo motivo viene proclamato lo stato d’agitazione di tutto il personale della sede centrale e delle periferiche». I capi d’accusa rivolti all’Università sono diversi e segnalati da anni: «Abbiamo più volte evidenziato la cronica carenza di personale nelle segreterie studenti e il gravissimo disagio a cui sono sottoposti gli addetti con pesanti ripercussioni sull’utenza». Le maggiori lamentele riguardano l’inadeguata formazione e aggiornamento professionale riservato agli addetti delle segreterie, che invece vengono spesso invitati a svolgere lavoro straordinario, senza essere retribuito. «Risulta praticamente impossibile - aggiungono i responsabili dei sindacati - assentarsi legittimamente per le ferie, o per permessi o diritto allo studio, perché queste assenze rischiano di bloccare l’attività dell’ufficio». Per i lavoratori che impegnano il loro tempo dietro il vetro dello sportello nelle varie segreterie universitarie, è difficile rintracciare un responsabile: «I dirigenti di area sono assenti, mentre si moltiplicano le persone di riferimento, tra presidi, dirigenti della didattica o delle attività decentrate». Le lunghe code di studenti che si formano soprattutto nei periodi delle scadenze (iscrizioni e tasse in particolare) vengono accentuate da altre carenze che i sindacati hanno più volte portato all’attenzione dell’amministrazione centrale: assenza di informazione normativa, tempi lunghi per la manutenzione e riparazione degli strumenti informatici, locali insufficienti, poco agibili e colmi di materiale, archivi situati in diversi posti, che pregiudicano l’efficienza del servizio. «Il personale" - concludono i rappresentanti sindacali - è in un continuo stato di stress, per il carico di lavoro supplementare e per gli arretrati che si accumulano».
(m.v.)
 
2 - L’unione Sarda
Pagina 18 - Cronaca di Oristano
In fondo al lago un immenso tesoro punico
«Il corso universitario di archeologia subacquea resta a Oristano»
«Questa scoperta ha un vero e proprio valore morale in termini identitari», così il professor Raimondo Zucca ha commentato il ritrovamento dei reperti archeologici nello stagno di Santa Giusta avvenuto qualche giorno fa. Alla riunione, svolta sabato sera nella sala consiliare e presieduta dal sindaco Antonello Figus, era presente, oltre ai rappresentanti dell’Aeronautica, della Capitaneria di porto, dei Carabinieri e della Finanza, il gruppo di esperti della Sovrintendenza ai beni archeologici e delle Università di Cagliari e Sassari che ha estratto e studiato i reperti. Ospiti anche il presidente della Provincia Pasquale Onida, l’assessore provinciale alla Cultura Cristiano Carrus e il consigliere regionale Antonio Biancu, nonché i sindaci di Cabras Efisio Trincas e Giovanni Battista Foddis di Cuglieri. «I veri artefici di questa scoperta sono stati però i pescatori Vinicio Loddo ed Elio Crobu, che, sospettando la presenza di qualcosa di importante, mi hanno avvertito» ha detto il sindaco. Si tratta di alcune grosse anfore in ceramica, di una coppetta rinvenuta all’interno di una di queste e di altri manufatti, tutti risalenti ad un periodo compreso tra 2600 e 2100 anni fa, in età Fenicio-punica. Tutti i pezzi si trovano in un ottimo stato di conservazione grazie al fatto che giacevano sotto circa ottanta centimetri di melma e fango nel fondo della laguna. Sono state rinvenute anche due pigne perfettamente conservate (che fungevano probabilmente da tappi), e questo elemento fa ben sperare nel caso di eventuale presenza di qualche altro materiale organico ancora non individuato, e, perché no, di un’imbarcazione. «Le anfore contenevano resti ossei di ovicaprini, bovini e altri animali più piccoli, anche se non è dato sapere se la carne fosse esportata o importata. Tuttavia un’analisi più approfondita delle due pigne, rivelando la loro zona d’origine, potrebbe svelare questo mistero», ha spiegato Carla Del Vais. Il tecnico subacqueo Ignazio Sanna ha poi proseguito: «Ci sono due aree distinte dello stagno in cui la concentrazione di anfore è maggiore, e in una raggiunge addirittura un "effetto pavimento"». «È un giorno di festa per tutta la provincia - ha dichiarato Pasquale Onida - E grazie ai contatti avuti col Governo e col ministro Letizia Moratti abbiamo oggi la certezza che il corso di archeologia subacquea rimarrà a Oristano». Rimane adesso da allestire un laboratorio di pronto intervento per il ricovero di tutti i materiali che arriveranno, in particolare quelli organici.
Antonio Pinna
 
3 - L’unione Sarda
Pagina 35 - Provincia di Sassari
Porto Torres La Syndial apre la borsa per la bonifica del Petrolchimico
Via libera della Regione alla bonifica delle falde acquifere inquinate nello stabilimento petrolchimico di Porto Torres. In seguito al parere positivo dell’assessorato regionale alla Difesa dell’ambiente e del Servizio valutazione impatti ambientali, la Giunta guidata da Renato Soru, ha dato il suo ok all’intervento da 11 milioni di euro, totalmente a carico della Syndial. I lavori per l’installazione di un sistema di trattamento delle acque di falda dovranno iniziare entro tre anni, e saranno costantemente monitorati dal Comune di Porto Torres e dall’amministrazione provinciale di Sassari. Ma non solo. L’Università di Cagliari sarà chiamata dall’assessorato regionale alla Difesa dell’ambiente per stilare una valutazione complessiva sull’intero progetto e sulla sua efficacia. La proposta formulata dalla Syndial ha l’obiettivo di depurare le acque di falda contaminate da decenni di incuria ambientale. Per riuscirci la stessa Syndial ha studiato un complicato sistema che prevede l’estrazione delle acque attraverso una barriera idraulica costituita da un insieme di pozzi e da una trincea drenante, evitando contemporaneamente che il flusso sotterraneo inquinato interessi le aree limitrofe e il tratto di costa su cui si affaccia lo stabilimento petrolchimico turritano. La possibilità di ricorrere a una barriera di tipo fisico, si pensava a un diaframma plastico cemento-bentonite, è stata scartate dopo le indagini geologiche nella zona da bonificare. I lavori per depurare le falde, secondo le disposizioni della Regione, dovranno svolgersi nelle ore diurne per limitare l’inquinamento acustico, e per tenere sotto controllo la dispersione delle polveri durante gli scavi e il trasporto della terra rimossa, la Syndial dovrà sottostare a tutta una serie di accorgimenti, come l’uso di teloni, e l’inumidimento delle strade su cui passeranno i camion. (v. g.)
 
4 - L’unione Sarda
Pagina 15 - Lavoro e Opportunità
Sassari, 30 borse di studio per la formazione di universitari
Turismo e cultura, i corsi all’estero
Le Università di Sassari, Bergamo e Napoli, nell’ambito del progetto Tecxt (tourism, environment and cultural exchange trainings), hanno indetto una selezione per l’attribuzione di 30 borse di formazione della durata di 13 settimane ciascuna. Per essere ammessi occorre essere studenti universitari regolarmente iscritti a un corso di laurea di vecchio o nuovo ordinamento; a un corso di laurea specialistica o a un dottorato di ricerca. Occorre inoltre una buona conoscenza, scritta e parlata, di due lingue della Ue, residenza in Italia, non essere occupati e non avere più di 30 anni. Le borse sono finalizzate allo svolgimento di un tirocinio di formazione professionale in enti e imprese del network Tecxt situate in Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Malta, Portogallo, Spagna e Turchia. L’importo da erogare è di 3.025 euro. La domanda va presentata alla segreteria di presidenza della facoltà di Lingue e Letterature straniere, via Roma 151, a Sassari, entro il 21 febbraio 2006. Maggiori informazioni all’indirizzo www.uniss.it, area studenti, alla voce progetto Leonardo.
(r. f.)
 
5 - L’unione Sarda
Pagina 18 - Cronaca di Nuoro
Uno sportello unico per le imprese
Nuovi Pit. La commissione Attività produttive vara un progetto per i bandi Por
Imprenditori, università e Comune al servizio degli artigiani
Il consorzio vuole formare gli imprenditori su materie come strategie di marketing e legislazione di settore.
Il primo paternariato nuorese dell’era del post Pit (Progetti integrati territoriali) nascerà dalla collaborazione tra operatori di Pratosardo, Università di Sassari e Suap, sportello unico del Comune che fornisce servizi al commercio e l’artigianato locale. La notizia è venuta fuori ieri mattina, nel corso di una riunione della commissione Attività Produttive, presieduta dal consigliere Ds Salvatore Fenu. Piano territoriale. All’appuntamento c’era anche l’assessore comunale di settore Antonello Mercurio, insieme al collega della Programmazione provinciale Tore Porcu. In base ai nuovi indirizzi della pianificazione regionale (dopo che si è concluso il primo quinquennio 2000-2004 di sperimentazione dei Pit, che peraltro non sempre si sono dimostrati all’altezza delle aspettative), d’ora in avanti quei territori che vogliano accedere ai finanziamenti comunitari Por saranno chiamati a stilare dei progetti di sviluppo solo dopo aver istituito dei tavoli di cooperazione tra più ambiti. «L’amministrazione provinciale di Nuoro - dice Porcu - ha recepito con entusiasmo le nuove direttive e ha già prodotto un rapporto approvato dal tavolo tecnico la scorsa settimana, che prevede otto aree d’intervento (tra le quali la riqualificazione dei centri storici, o di quelli cosiddetti "commerciali naturali" come il corso Garibaldi) che vorremmo estendere a tutti i 52 Comuni». Tutela dei prodotti locali. All’interno del perimetro urbano c’è chi inizia a muoversi nella stessa direzione: è in via di definizione, infatti, una rete di tutela e commercializzazione delle produzioni locali che vede in prima linea l’associazione operatori di Pratosardo, le Attività Produttive del Comune e la facoltà di Economia di Sassari: «Il primo obiettivo è la formazione degli imprenditori - spiega Francesco Guccini, presidente Aop e consigliere della lista "La Città in Comune" - su materie di cruciale importanza come strategie di marketing e legislazione di settore». Sportello Attività produttive. In questo network finalizzato al rilancio dell’economia locale il Comune entrerà come sportello unico alle Attività produttive: «Con il compito di fornire gli opportuni strumenti conoscitivi ? sottolinea Mercurio ? e nel coordinare gli altri due partner coinvolti nell’iniziativa». Questo tipo di programmazione negoziata che parte dal basso, sembra riaccendere delle nuove speranze, soprattutto dopo il flop dei Pit che nella migliore delle ipotesi sono serviti a finanziare opere pubbliche non finalizzate allo sviluppo ma nell’80 per cento dei casi sono addirittura stati rispediti al mittente. Le filiereUna debolezza, questa, sulla quale dalla commissione Attività Produttive si sofferma anche Antonio Saiu: «Se non vogliamo incassare altri fiaschi ? avverte il consigliere Sdi ? dobbiamo ragionare nell’ottica della filiera». Luca Lapia (Udeur) propone di «cominciare abbattendo i costi energetici nella zona industriale, con la collocazione di pannelli fotovoltaici», Fenu auspica invece un «sistema più efficace di filtri nella valutazione dei progetti in sede di istruttoria». Paolo Manca (Udc) chiede alla Provincia «azioni forti e incisive», Tore Daga (Comunisti italiani) intravede nel Pit della Provincia una «pericolosa fumosità alla luce del fatto che finora si è riusciti a usare solo il 12 per cento dei fondi Ue».
Francesca Gungui
 


6 - La Nuova Sardegna
Pagina 26 – Sassari
La superficialità è la causa della crisi di Giurisprudenza
L’abbandono degli studi è spesso provocato dall’atteggiamento e dall’umore dei professori
L’articolo su: «Studi universitari? Si ma al rallentatore» mi spinge a fare alcune considerazioni. Quotidiani e settimanali cercano di orientare gli studenti delle superiori nella scelta delle varie facoltà universitarie. Vengono così pubblicate «Guide per lo studente», in cui le varie università con le facoltà trovano una collocazione non solo alfabetica, ma anche qualitativa. Purtroppo, la facoltà di Giurisprudenza di Sassari si trova agli ultimissimi posti, «fanalino di coda», tanto che lo scorso anno sul giornale è stato pubblicato un intervento del preside che segnalava la scarsa validità dei parametri di riferimento utilizzati per l’indagine statistica ed esaltava i risultati, le novità e la ricerca della Facoltà. Noi sardi ci siamo sentiti tranquillizzati: Giurisprudenza vanta un passato illustre, docenti insigni per didattica, tanto che numerosi allievi hanno avuto modo di distinguersi anche in campo nazionale. L’articolo di Gabriella Grimaldi, che tiene conto della relazione programmatica stesa a fine anno accademico 2005, sembra invece dar ragione a quelle statistiche, poiché afferma che: «Il tasso di lauree in regola è incredibilmente vicino allo zero e che per Giurisprudenza il corso, con durata legale di 4 anni, si spalma fino ad 8,7 anni». Si avanzano anche possibili spiegazioni: gli studenti sono tutti scarsi o considerano la facoltà una sorta di parcheggio in attesa di lavoro? Forse è anche vero, come dicono alcuni, che i nostri giovani hanno un minor spirito di sacrificio, di senso del dovere e una minor determinazione nell’affrontare gli ostacoli, forse, anche una preparazione di base meno robusta. Ma non penso che gli studenti siano tutti scarsi o demotivati, credo invece che molti lo diventino per situazioni oggettive. Mi permetto di suggerire alcune proposte: 1) Il monitoraggio individuato dal Prorettore lo farei non solo sulle carriere dei singoli, ma anche sui risultati di alcuni esami (molti): sul numero degli studenti iscritti a un appello, sul numero di quelli che lo sostengono e sul numero di quelli che lo superano (talvolta il 5%). Per lo stesso esame queste percentuali dovrebbero essere testate sui risultati ottenuti dai singoli componenti della commissione d’esame. Potrebbero emergere dati interessanti: cioé con alcuni esaminatori gli allievi sono tutti o quasi ottusi. 2) Lodevole voler applicare i «requisiti minimi» per ridurre i tassi di abbandono; ma potrebbero essere ridotti con semplicità, se agli studenti venisse data concretamente la possibilità di dimostrare le proprie conoscenze e abilità. Cosa improbabile se si rivolge loro, in sede d’esame, una sola domanda e, se la risposta non viene giudicata sufficiente, si è «sbattuti fuori». Talvolta, le domande sono due o tre, ma fatte con atteggiamento di sufficienza, con il «gusto per il particolare» che lascia i giovani sconcertati, disarmati e umiliati, anche a seguito di alcuni giudizi espressi nei loro confronti. L’essere sbattuti fuori con facilità e superficialità, ripetutamente, in una situazione in cui non si può dimostrare quanto si sa, ha un effetto distruttivo. E così i tempi di laurea si allungano, anche quando si è vicini alla meta e E spesso si abbandona l’università con animo annichilito, non credendo più in se stessi, sentendosi dei falliti, poichè si ha la certezza che il superamento dell’esame non dipende dalla preparazione, ma da altri parametri: il caso, l’umore o le frustrazioni del docente, che di deontologico hanno ben poco. E questo non fa bene all’Università di Sassari, né ai suoi «figli».
Antonio Pinna 
 
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 19 – Sassari
L’Università si è messa in mostra
A curiosare in via Vienna almeno 4000 studenti delle superiori
Gadget e informazioni per scegliere al meglio la propria formazione
SASSARI. Da ieri il complesso didattico della facoltà universitaria di Scienze, in via Vienna, accoglie gli studenti dell’ultimo anno delle scuole medie superiori di diversi centri. Ci sarà un gran viavai di pullman sino a venerdì prossimo, nelle giornate dedicate all’orientamento per la scelta della facoltà e del corso di laurea, inquadrate nella terza edizione della kermesse “Studiare a Sassari: informazione e orientamento all’Università”. Oltre 4 mila studenti costituiscono l’esercito che invade gli spazi allestiti con numerosi stand, non solo delle 11 facoltà dell’ateneo sassarese ma anche con punti informativi sull’attività di Cus Sassari, Ersu, Associazione studenti sardi di Veterinaria e Associazione goliardica turritana.
Le scolaresche ricevono gadget e depliant, compreso un opuscolo sul “counseling”, servizio di sostegno al percorso universitario rivolto, in questo caso, agli studenti in pre-iscrizione. Si intende dare indicazioni per sciogliere dubbi e per vincere comprensibili incertezze sulla scelta della facoltà e fare fronte al timore di non poter reggere positivamente l’impatto con una nuova esperienza.
Sino a venerdì prossimo, si avvicenderanno arrivi da licei e istituti tecnici di Alghero, Tempio, Arzachena, La Maddalena, Nuoro Macomer, Bitti, Tortolì e Oristano, tanto per citare solo alcuni dei centri interessati.
Tra i primi a saggiare le opportunità proposte in questa “cinque giorni” dall’università di Sassari sono stati gli allievi del liceo scientifico “Fermi” di Alghero.
«L’iniziativa forse potrebbe concedere più tempo per visitare in dettaglio i diversi stand e per partecipare agli incontri in cui vengono esposti i programmi dei vari corsi di laurea - osservano gli studenti algheresi - Il tutto, per noi si è concentrato in poco più di un’ora e mezza. Comunque l’esperienza è positiva. La maggioranza, nella nostra classe, opterà per facoltà scientifiche, ad esempio Medicina e Veterinaria. Pensando al futuro, dopo gli studi, la situazione in Sardegna non appare molto confortante. Molti di noi sarebbero disposti ad andare fuori, anche all’estero, pur di trovare buoni sbocchi».
Sul futuro sono estremamente realisti anche gli studenti del liceo classico “Asproni” di Nuoro.
«Il quadro che abbiamo davanti, in Sardegna, è difficile, dicono. In ogni caso siamo qui per orientarci meglio su scelte che stiamo già coltivando alla fine del nostro percorso nella scuola media superiore. La preferenza va alle facoltà scientifiche».
La docente che accompagna il gruppo di liceali nuoresi, Maria Mereu, insegnante di Latino e Greco, valuta favorevolmente, in termini complessivi, le finalità dell’appuntamento.
«Ma occorrerebbe far conoscere in modo più approfondito con maggiori dettagli e con ulteriore materiale illustrativo indirizzi e piani di studio dei diversi corsi di laurea - osserva - Oggi c’è una certa frammentazione dell’offerta. Il rischio è quello che i ragazzi si perdano scegliendo corsi che non sono destinati a durare. Occorre quindi massima chiarezza».
Tre ragazze, che fanno parte di una quinta classe del liceo scientifico “Galilei” di Macomer, si dichiarano interessate a una via universitaria umanistica.
«Abbiamo concentrato la nostra attenzione su questo indirizzo. Dopo questa visita a Sassari ci troviamo con degli elementi in più per decidere. Ma aspettiamo ancora per fare una scelta definitiva, anche per quanto riguarda la stessa sede universitaria».
Marco Delizia
 
Pagina 19 - Sassari
Orientamento. Una guida per la scelta della facoltà
SASSARI. «L’affluenza, rispetto alle due precedenti edizioni, è in notevole crescita. Si sono aggiunti all’ultimo momento altri studenti. In cinque giorni supereremo le quattromilatrecento visite, da una quarantina di istituti medi superiori delle province di Sassari, Nuoro e Oristano».
C’è notevole soddisfazione, nel valutare questi dati, da parte del professor Vittorio Ananìa, responsabile dell’Orientamento nell’ateneo turritano e presente con i docenti delle diverse facoltà, gli studenti tutor e altri collaboratori, all’accoglienza dei ragazzi che arrivano per la manifestazione “Studiare a Sassari”.
«La parola-chiave, in questa iniziativa è: orientamento - spiega il docente universitario, particolarmente soddisfatto per il successo dell’iniziativa -. Cerchiamo di offrire un’efficace guida per una scelta veramente consapevole della facoltà universitaria, non abbiamo allestito una semplice vetrina. Si tratta piuttosto di garantire un primo e utile contatto degli allievi dell’ultimo anno delle superiori con la realtà universitaria - ribadisce il professor Ananìa -. Una significativa opportunità è anche quella del servizio di counseling, con test che saranno supportati dalla verifica di figure competenti, come quella del piscopedagogista, e che consentono agli studenti di valutare meglio le loro attitudini in funzione di una ponderata e appropriata scelta del percorso formativo. Alcuni giudicano insufficiente il tempo a disposizione per l’illustrazione dei programmi della facoltà - ha concluso il responsabile dell’Orientamento -. Ma credo che la gran parte degli studenti abbia già un’idea di base per indirizzare in modo ottimale i suoi contatti e l’esigenza di approfondimento».
Giorgio Pintore, docente della facoltà di Farmacia, chiarisce l’impostazione di questo appuntamento.
«Ogni facoltà, con i suoi rappresentanti, offre in prima battuta agli studenti visitatori una dettagliata illustrazione dell’ordinamento didattico - ha precisato il professor Pintore -. Si parla poi dei possibili sbocchi professionali, della validità del corso di studi in campo europeo e delle opportunità di applicazione dell’attività di ricerca. Al di là di questo appuntamento - ha continuato il docente di Farmacia, giovane e quindi particolarmente sensibile ai problemi degli studenti -, abbiamo anche l’intenzione di confermare un impegno, peraltro già avviato nelle scorse stagioni, di programmare incontri illustrativi e di orientamento nelle sedi delle scuole medie superiori, per consolidare ancora di più un contatto e la conoscenza dei percorsi universitari».
(m.d.)
 
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 17 – Cagliari
Il progetto per il centro intermodale ridisegna lo spazio verso la miniera
Nasce la nuova piazza dei trasporti
CARBONIA. Quindici giorni fa l’accordo di programma, tra comune di Carbonia, Provincia, Ferrovie dello Stato, e Regione. Ieri, a tempo di record, ecco arrivare la presentazione del progetto esecutivo. Il centro intermodale, e cioè la struttura punto di incontro tra diversi mezzi di trasporto, su strada e su rotaia, ha imboccato decisamente la strada della realizzazione. Entro il mese di marzo - ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Giacomo Guadagnini - partirà la procedure di appalto.
Le caratteristiche architettoniche del nuovo Centro intermodale si possono riassumere innanzitutto nei principi che hanno ispirato il progetto: un nuovo grande spazio pubblico in parte coperto che creerà una nuova grande piazza che integra la storica piazza Roma facendone quasi una immagine a specchio sul lato opposto della via Roma,la principale via di collegamento tra il cuore della città e la miniera.
Da uno dei fondali della piazza,quello del portico dell’edifico ex Enal, anzi, la nuova struttura sembra mutuare in parte il disegno, ripetendo il porticato, una sorta di «tempio», che ha il significato simbolico di diventare da un lato la porta di accesso alla città e dall’altro la monumentale porta di ingresso all’area ex mineraria.
L’edificio, che si affaccia su un ampia piazza, è preceduto da una rotonda e da una strada sulla quale si collegheranno i flussi di traffico in entrata o in uscita dalla città. Sulla destra una sorta di terrazza guarda sui binari del terminal della ferrovia, che corre una decina di metri più sotto, e al quale si accederà con una apposita scala. Alcuni box indipendenti l’uno dall’altro consentiranno la realizzazione delle infrastrutture di servizio.
Sono previsti agenzia viaggi, sala d’aspetto, punto ristoro,e tutti gli altri piccoli grandi punti di riferimento in una normale stazione.
Alle spalle, un grande parcheggio alberato in grado di accogliere alcune centinaia di auto accoglierà i passeggeri. Dal parcheggio partirà una grande rampa che collegherà, a piedi, l’area della stazione con quella del parco di Serbariu.
Il progetto è stato elaborato puntando anche alla sistemazione della viabilità e alla riqualificazione degli spazi aperti intorno alla miniera di Serbariu, a poca distanza della quale la struttura sorgerà, nella prospettiva di realizzare un grande parco urbano attrezzato. Ma si inserisce, anche, nel progetto più ampio di viabilità urbana e provinciale, e colloca così il centro intermodale di Carbonia come punto di riferimento attorno al quale disegnare le nuove nuove prospettive dalla viabilità del territorio.
Non per niente il coordinatore scientifico è stato Willi Husler,il cui nome ritroviamo anche tra gli esperti che hanno elaborato il piano traffico provinciale e quello cittadino.
Tra gli elaboratori del progetto, che vedono coinvolti l’università di Cagliari e il comune di Carbonia, c’è poi l’architetto di origine svizzera Luigi Snozzi, che ha elaborato in Val Venosta i progetti per il ripristino della rete ferroviaria e della stazioni ormai dismesse della rete ferroviaria locale, che oggi contano oltre cinquemila passeggeri al giorno,un numero che supera abbondantemente quelli della rete nazionale del Brennero.
Il nuovo edificio contribuisce, così, secondo la visione dei suoi progettisti, al processo di rinnovamento urbano che la città si appresta a favorire con interventi tesi al recupero della città del moderno che ha fatto di Carbonia uno dei luoghi più singolari del novecento in Sardegna.
Gianfranco Nurra 
 
9 - La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
La Storia cammina a passo di gambero
Un pianeta in regressione, il mondo dopo l’11 settembre
Domani arriva in libreria il nuovo libro di Umaberto Eco. S’intitola «A passo di gambero. Guerre caldo e populismo mediatico» (Bompiani, 364 pagine, 17,50 euro).
«I tempi sono oscuri - scrive Eco - i costumi corrotti, e anche il diritto alla critica viene indicato al furor popolare. Pubblico pertanto questi scritti all’insegna di quella antipatia positiva che rivendico». Il testo raccoglie scritti apparsi tra inizio 2000 e fine 2005, un periodo segnato da eventi come l’11 settembre, le guerre in Afghanistan e in Iraq, l’avvento del berlusconismo. Eco sostiene che in questi cinque anni il mondo è andato all’indietro. Dopo la caduta del Muro di Berlino si erano dovuti riesumare gli atlanti del 1914. Crollata l’Unione sovietica, con l’Afghanistan e l’Iraq è tornata la guerra calda dopo decenni di confronto freddo. Anche lo scontro tra Islam e Cristianità è un ritorno ad epoche passate, così come la resurrezione del fantasma del Pericolo Giallo. E che dire del riemergere della polemica contro l’evoluzionismo darwiniano, dell’antisemitismo e degli estremismi di destra? La ruota della Storia si muove all’indietro, dice Eco. Bisogna averne consapevolezza e correre subito ai ripari.
Centrale, nel discorso dello scrittore-semiologo, l’analisi del ruolo dei media. Tema che Eco ha affrontato, nei giorni scorsi, anche in una lezione tenuta all’Università di Urbino, in occasione dei festeggiamenti dei 500 anni di vita dell’ateneo e dell’inaugurazione dell’anno accademico 2005-2006. Eco, che era l’ospite d’onore, ha parlato del ruolo del sapere universitario in un’epoca massmediatica. «La cultura - ha detto - non è accumulo di dati, ma filtraggio, e se i media captano informazioni ma non le spiegano, e sul web una foglia che cade è uguale alla morte di Cesare, l’università dovrebbe insegnare ai giovani vere e proprie tecniche di decimazione». «Ho digitato la parola “Graal” su un motore di ricerca - ha spiegato Eco - ed il risultato è stato che i primi 78 siti contenevano puro ciarpame, e altra paccottiglia probabilmente utilizzata da Dan Brown, l’autore del best seller “Il Codice Da Vinci”». Dopo il 78º sito l’autore del «Nome della rosa» ha scoperto materiale più interessante. «Ma come fa - si è chiesto - un giovane studente a sapere qual è il sito giusto? L’Università dovrebbe insegnare una materia come Tecnica di decimazione, sempre che sia possibile». «Il web registra tutto - ha proseguito Eco - non dimentica nulla e anche la nuova Biblioteca d’Alessandria d’Egitto sta raccogliendo tutto quello che passa in rete. Ma la cultura non è solo un accumulo di dati, è anche il loro filtraggio, la capacità di buttare via ciò che non è utile o pertinente». Per fortuna, ha ironizzato lo studioso, molto applaudito dai ragazzi, «tonnellate di notizie sono state distrutte definitivamente. Oggi non c’ è più un criterio di cancellazione stabilito, se non quello dell’ attendibilità del sito». Ma è possibile insegnare tecniche di decimazione? «E’ molto difficile, servirebbe un aggiornamento vorticoso», ha riconosciuto Eco. E così bisogna «fare a mano», con l’ istinto, che però è più difficile da insegnare. «O meglio si può insegnare solo faccia a faccia e non di fronte ad uno schermo». Certo Internet è un grande fenomeno democratico; basta guardare l’impatto che ha avuto sulla società cinese, e soprattutto sui giovani. «Ma può trasformarsi, con risvolti addirittura dittatoriali in sistemi democratici come il nostro». La totalità di contenuti non organizzati - ha spiegato ancora Eco - permette a tutti di avere una Enciclopedia personalizzata. E così «finiremo per avere sei miliardi di Enciclopedie, una per ciascuno, mentre l’intento dell’ enciclopedismo è quello di conservare ciò che serve e buttare via il resto». Un problema che spetta proprio all’ università tentare di affrontare. Stando attento anche a come lei stessa impiega i media - troppo spesso «trasforma attori e musicisti famosi in professori, anche se non è sempre vero che chi pratica un’ arte ne sia un buon teorico - e a come si fa usare dai mass media, «con studiosi e scienziati chiamati sempre più di frequente a spettacolarizzare ricerche ed esperimenti il cui significato e utilità rimangono oscuri alla maggioranza degli ascoltatori».

10 - La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Staff di esperti collabora col campione Andrea Mura. Obiettivo? Sempre più veloci al traguardo
Vela, la tecnologia vincente
Super regate grazie all’ingegneria e alla simulazione
Progettare per le grandi barche da competizione con lo scopo d’inserirsi in un mercato diventato sempre più appetibile
Sferzate dal maestrale, le tecnologie più avveniristiche volano sul mare della Sardegna. Con un traguardo preciso: diventare tanto competitive da battere qualsiasi avversario. Soprattutto nelle gare internazionali di prestigio assoluto: dalle regate olimpiche alla Coppa America. Nell’isola opera un team da sogno: progetta le vele delle grandi barche nello stesso modo col quale sono stati pianificati l’Airbus A380 e il Boeing 7E7, i velivoli che si contenderanno il mercato dell’aria nei prossimi vent’anni. Del gruppo fa parte uno staff specializzato del Polaris, il campus tra i monti ricoperti di pini e lecci che sovrastano Pula. Ma l’équipe, in una specie di joint-venture finanziata dal ministero per la Ricerca scientifica, si avvale del contributo di altri due importanti partner: il velista-imprenditore Andrea Mura, un nome che nel mondo delle regate non ha bisogno di presentazioni, e il dipartimento d’ingegneria meccanica dell’università cagliaritana.
Il progetto è stato ribattezzato Vento di Sardegna. Ma nel Centro di ricerca è facile imbattersi in spiegazioni tecniche non sempre facili da comprendere. Specialmente da parte dei non addetti ai lavori. Materie come aerodinamica applicata, ottimizzazione delle metodologie e procedure di simulazione al computer sono pane quotidiano per gli esperti che da due anni lavorano all’ambizioso progetto. In ogni caso, tradotto dalla terminologia per iniziati al linguaggio di tutti i giorni, il piano appare decisamente semplice nella sua lungimiranza: «L’idea è operare sulle vele per fare in modo che l’energia del vento garantisca la massima forza possibile - spiega, con convinzione, uno dei membri dello staff di Polaris, Marco Talice, laurea e dottorato in ingegneria meccanica - Altrove nel mondo cercano di limitare le capacità di resistenza dello scafo sull’acqua del mare oppure di riprodurre l’equivalente per le barche a vela della galleria del vento per le auto. Però i costi così crescono, e di molto. Noi allora siamo partiti dal presupposto che le vele sono i veri motori delle imbarcazioni da regata».
«Sì, perché - come spiegano ancora i tecnici del futuro - le vele altro non sono che ali: sfruttano l’interazione con una corrente d’aria e così sviluppano forze aerodinamiche. Per controbilanciare la forza di gravità, nel caso degli aerei. Per generare forza propulsiva, nel caso delle barche. Basta posizionare l’ala (o la vela) in perpendicolare anziché in orizzontale per orientare la forza aerodinamica sul piano della direzione del moto, piuttosto che lungo la verticale».
Ma non è tutto è così semplice. L’aerodinamica delle barche ha infatti aspetti più complessi rispetto ai velivoli. Chiariscono ancora nel campus: «Una vela dev’essere ottimizzata per differenti condizioni di vento e per diverse andature. Anche ai meno esperti, infatti, apparirà evidente un aspetto chiave: andature definite portanti (poppa o lasco) presentano caratterizzazioni dissimili rispetto alle andature di bolina. La deformazione dei tessuti, inoltre, modifica la prestazione delle vele. Così il problema ingegneristico, da puramente aerodinamico, diventa anche strutturale». Come osserva l’ingegner Marco Talice, i benefici della sperimentazione delle nuove tecnologie direttamente in mare sono molteplici. Da un lato, è possibile eliminare subito le soluzioni non vincenti. Dall’altro, si porta alla verifica finale nella galleria del vento soltanto il genere di soluzione ottimale, la scelta migliore possibile.
Il team di Polaris è guidato da Marco Mulas, laurea in ingegneria meccanica a Cagliari, responsabile dal 1998 del gruppo di fluidodinamica del Crs4, specializzazioni alla Stanford University e al Von Karman Institute di Bruxelles. Nell’équipe, in pianta stabile, anche l’ingegnere aeronautico Giovanni Delussu e l’ingegnere meccanico Francesca Mura, nessuna parentela con Andrea Mura. Che nelle sinergie con i ricercatori gioca invece il ruolo che ha sempre svolto nei suoi 41 anni di vita: il velista. «Con un catamarano della classe olimpica Tornado, di tre metri per sei, scelto per le doti di sensibilità e stabilità, provo in mare gli sviluppi degli esperimenti di fluido-dinamica-computazionale», dice lui stesso.
Ma c’è da fare un’ulteriore annotazione che riguarda il mercato delle imbarcazioni. Interessati a queste indagini scientifiche, infatti, non sono soltanto skipper, equipaggi e e competitors delle grandi regate. Il progetto è legato a constatazioni di natura economica. Ecco qualche dato. I proprietari di maxiyacht aumentano ogni anno con un trend stabile. Un corredo di vele per natanti dai 20 metri in su ha una vita massima di uno o due anni e può costare tra i 200mila il milione di euro. Al quadro delle grandi barche da regata va aggiunto il circo della Coppa America. I budget medi dei consorzi partecipanti sono di circa 50 milioni di euro per ciascuno e vengono destinati in gran parte, oltre alla logistica, alla ricerca tecnologica più avanzata. Sia per quel che riguarda l’idrodinamica degli scafi sia per quella delle vele. «La spinta della concorrenza orienta quindi budget sempre più consistenti nello sviluppo e nell’innovazione - concludono nel campus - Come in tanti altri campi dell’ingegneria, l’effetto trainante della competizione e l’avanzamento della conoscenza che ne consegue induce un trasferimento tecnologico generalizzato nella corrispondente area industriale. Che assorbe il know-how (o sistema di conoscenza) per il processo di progettazione dei nuovi prodotti. È questo è proprio quello che accadrà nel prossimo futuro nel mondo della vela».
«Il Mediterraneo è già stato teatro di prestigiose regate - ricorda Andrea Mura - Ora è al centro del mercato della nautica. E l’isola, per posizione geografica e condizioni meteo, può vantare un ruolo di primo piano». Il velista-imprenditore, cagliaritano doc, come precisa, nel 1990 è diventato celebre nel mondo dello sport con la sua partecipazione sulla tolda del «Moro di Venezia», da randista, alla Coppa America. Prima e dopo di allora ha messo insieme un invidiabile palmares: dagli otto anni trascorsi in Nazionale alle tre campagne olimpiche sino alle numerose regate da altura.
Nel progetto Polaris, comunque, è particolarmente coinvolto: «Mi è sempre piaciuto lavorare anche sulla parte scientifica - dice - La tecnologia applicata alle vele può rivelarsi un settore davvero trainante. Soprattutto se si parte dal presupposto di operare in scala reale e in un contesto di effettiva navigazione».
Così, se oggi la Sardegna vanta uno dei pochi centri al mondo in questa ricerca, lo deve alla straordinaria opportunità rappresentata dal trinomio Polaris-Facoltà d’ingegneria di Cagliari-Veleria Mura. Una scommessa che all’ex randista del «Moro di Venezia» evoca forti emozioni: «Sono stato un regatante e resto un regatante. Per me questa è una nuova bellissima sfida con il mare e con il vento».
Giorgio Pinna
 
11 - La Nuova Sardegna
Brevi

Pagina 3 – Nuoro
Università. Cle risorse ambientali
Organizzato dal dipartimento di protezione delle piante dell’Università di Sassari, è in programma per venerdì 10, alle ore 16,30, nell’aula magna di “Sa terra mala”, un incontro illustrativo su “La ricerca scientifica per la salvaguardia e lo sviluppo delle risorse forestali e ambientali”.

Pagina 26 - Sassari
Ersu
Si informano gli studenti universitari e gli iscritti all’Accademia di belle arti e al Conservatorio di musica, che è disponibile nelle strutture dell’Ersu il modulo per richiedere il rimborso della tassa regionale di 62 euro, relativo all’anno accademico 2005/2006. Per inoltrare la richiesta il reddito complessivo lordo del nucleo familiare non deve essere superiore a 25mila euro. Il modulo può essere scaricato dal sito ersu.uniss.it e deve essere consegnato all’ufficio Diritto allo studio di via Carbonazzi 10 entro il 15 marzo 2006.

Pari opportunità
Il Comitato pari opportunità dell’università di Sassari comunica alle laureate-laureande delle facoltà di Lettere e di Scienze politiche che alle 15,30 del 10 febbraio, nell’aula magna dell’ateno, si terrà il seminario di presentazione del progetto «Donne infanzia» promosso dal Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del consiglio dei ministri e affidato a Sviluppo Italia Spa.
 


12 – Il Giornale di Sardegna
Pagina 36 - Culture
Sèlen, prima turca europea nell’Isola
Il caso. Da Istanbul a Cagliari con l’Erasmus, il progetto universitario per gli studenti dell’Ue
L’uccisione del prete italiano Santoro a Trasibonda, «nel nome di Allah», riporterà presto alla ribalta un dibattito che già dilania l’Europa: può la Turchia integrarsi con i paesi dell’Unione? E sono colmabili le differenze culturali? A suo modo ha cercato di rispondere l’Erasmus, il progetto universitario di scambio che fa viaggiare gli studenti di tutta Europa. Quest’anno è arrivata a Cagliari la prima ragazza “Erasmus ” turca: anticipando il processo di integrazione, l’Ufficio Relazioni Estere dell’Ateneo ha già inglobato il paese. Considerando “europea” anche Sélen Yalcien, 19 anni, catapultata nel capoluogo sardo direttamente da Altag, un paese vicino a Istanbul. Occhiali da sole sul capo, capelli castani ma tinti di rosso poco dopo l’arrivo, studia in Lingue. «Mi aspettavo di incontrare più pregiudizi nei miei confronti», spiega, «perché gli europei hanno un’idea dei turchi molto distorta, fornita dall’immigrazione. Invece appena arrivata alla casa dello Studente sono stata aiutata da tutti». Ha girato per il Bastione, il Poetto, i pub. «Mi sento molto simile ai ragazzi europei, ma a me e a molti giovani turchi non piace l’idea che la Turchia entri nell’Ue: ci fanno sentire come dei cretini che bussano».
CR. P.

Questionario e social

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