Martedì 24 gennaio 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 gennaio 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate: L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna

 
 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 19 - Cronaca di Cagliari
Biologia, corsi dimezzati: troppi studenti, pochi docenti
Università. In attesa del varo della nuova facoltà
Diminuiscono sensibilmente i posti disponibili per garantire una preparazione adeguata. Attualmente nei laboratori si registrano turni massacranti sia per i ragazzi sia per gli insegnanti.
Laureati in Biologia sempre più scadenti: «Per questo abbiamo deciso di diminuire i posti disponibili nei corsi di laurea: la situazione non era più gestibile, con troppi studenti e pochi posti nei laboratori e docenti oberati di lavoro». Risultato: una preparazione universitaria inadeguata. Giovanni Biggio, docente di Farmacologia e coordinatore del laboratorio di Biologia sperimentale, spiega così la scelta del consiglio di classe di Biologia, approvata dal consiglio della facoltà di Scienze venerdì scorso, di ridurre di oltre il 50 per cento i posti disponibili a numero chiuso. «Non si tratta di una ripicca per lo stop alla nascita della facoltà ? aggiunge - anche perché proprio nei giorni scorsi il Rettore ha ribadito la sua intenzione nel portare avanti questo progetto». Il problema è nel numero elevato degli studenti iscritti nelle lauree triennali e in quelle specialistiche, con turni massacranti, sia per i docenti che per gli stessi universitari, nei laboratori. «Non eravamo più in grado di dare una preparazione di qualità ai ragazzi. Per questo abbiamo deciso di ridurre gli ingressi in Biologia». Per fare un esempio, Biggio espone i numeri di Biologia molecolare: circa cento studenti con sei docenti. «Le lezioni in laboratorio non possono essere fatte con tantissimi studenti. Così si organizzano molti turni. Una metodologia di lavoro che va contro i docenti, costretti a stare in laboratorio per un numero esagerato di ore, e a discapito degli stessi studenti, che devono essere pronti ad andare a lezione anche la sera o in orari non comodi». I laboratori di Botanica e Istologia sono arrivati ad avere dodici turni. «In questo modo ci siamo accorti, come corpo docente, di non insegnare più in maniera adeguata la pratica. Il laureato conclude con una preparazione scarsa e non competitiva, soprattutto all’estero». In molti, soprattutto gli studenti, si chiedono il perché la questione sia emersa soltanto ora. «Questo non è vero ? ricorda Biggio - perché già cinque anni fa denunciammo le difficoltà. Si è andati avanti fino al 2004, quando eravamo pronti a ridurre i posti a disposizione. In quel momento il progetto della facoltà di Biologia era sempre più vicino alla realtà: così per evitare problemi abbiamo stretto i denti». Dopo il mezzo stop al progetto è arrivata la decisione del consiglio di classe di Biologia: «Sarebbe arrivata comunque ? dice il docente di Farmacologia - perché la situazione era diventata insostenibile. Meglio diminuire adesso i posti e aumentarli un domani, quando sarà realizzata la facoltà o quando ci saranno le condizioni per far iscrivere più studenti».
(m. v.)
 

2 - L’unione Sarda
Pagina 18 - Cronaca di Cagliari
Tre toghe da record: avvocati da 50 anni
«Quando ho iniziato gli avvocati erano pochi e c’era spazio»
Cinquanta anni fa le aule del Tribunale di Cagliari erano frequentate da 70 avvocati, oggi sono quasi duemila. La professione è profondamente cambiata, gli studi legali si sono moltiplicati. La toga piace. Piaceva anche prima: in tre - Luigi Concas, Artemio Massidda e Bruno Pinna - hanno festeggiato mezzo secolo di attività forense. Una cerimonia (nel corso dell’assemblea annuale degli avvocati) ha ricordato il lungo lavoro dei tre professionisti. Una medaglia e un grande grazie per quanto hanno fatto e continuano a fare. Quando hanno cominciato Cagliari era diversa, ma in tutti c’era sempre l’interesse per il cliente: «Aiutarlo, sostenerlo, soprattutto difenderlo». Principi che hanno sempre contraddistinto la professione, un «mestiere» oggi forse diverso. «La professione - dice Luigi Concas - ha subìto un mutamento profondo. Quando io ho iniziato a esercitare eravamo in pochi e quindi c’era un ampio spazio per progredire, anche rapidamente. Oggi i giovani sono esposti a mille difficoltà: capisco che per loro l’ingresso nel mondo del lavoro crei meno illusioni di quante non ne creasse a noi». Al nome di Luigi Concas sono legati molti processi, con lui si sono formate anche generazioni di avvocati, visto che per tanti anni ha insegnato Diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza. E allora, meglio l’Università o la professione? «Meglio fare l’una e l’altra attività - dice il professor Concas - anche se 50 anni di professione sono solo una tappa. Con un po’ di presuntuoso ottimismo il traguardo è ancora molto lontano». Dal penalista al civilista: Bruno Pinna racconta spesso agli amici quando andava nella Pretura di Sant’Antioco in pullman. «Sono rimasto fedele al mio bagaglio professionale, anche se tutto si è trasformato. Ho dovuto rivedere tutta la procedura civile che veniva cambiata nello spirito e nell’anima, specialmente negli ultimi anni. Si è sempre cercato di salvaguardare l’interesse del cliente, ma molte volte questo interesse, anziché salvaguardato veniva dimenticato. Ho trascorso, comunque, un bel pezzo di vita dentro il mio studio e in queste aule». Bruno Pinna, anche se a ritmo ridotto, continuerà a esercitare la professione. Chi invece ha già deciso di lasciare la toga è Artemio Massidda, che ricorda i suoi anni in Tribunale. «Ho sempre avuto buoni rapporti con i colleghi e i magistrati. Ho iniziato l’attività con l’avvocato Cocco Ortu e non ho mai avuto problemi con nessuno. Ora ho anche ripreso il mestiere di agricoltore: finisco le poche cause che ho ancora in corso e poi chiudo». Cinquanta anni, nessuna lacrima, tanti ricordi, come tante pagine di un infinito diario cittadino.
(al. at.)
 

3 - L’unione Sarda
Pagina 36 - Provincia di Sassari
Via libera alla clinica veterinaria: nascerà nel quartiere di Monserrato
Il Comune di Sassari ha approvato il progetto del 1996
Via libera del Comune di Sassari al progetto per costruire una clinica per la facoltà di Veterinaria, un progetto di oltre dieci anni fa che ora rischia di essere superato. La Facoltà sta lottando per trasferire tutte le strutture a Mamuntanas e dare vita lì a un polo d’eccellenza veterinaria e agraria. La commissione Urbanistica, presieduta dal diessino Giampaolo Mameli ha approvato in via definitiva il piano d’intervento presentato dall’Università. Un progetto a Monserrato che aspettava l’ok dell’amministrazione comunale dal 1996. C’erano da apportare alcune modifiche di tipo urbanistico, e il disaccordo è andato avanti per dieci anni. L’ultimo ostacolo era rappresentato da un’osservazione presentata da un privato al piano di urbanizzazione proposto con il progetto della clinica veterinaria. La signora Caterina Rita Salis chiedeva al Comune che le venisse pagato l’esproprio dei suoi terreni, confinanti con quelli di Veterinaria. Gli uffici hanno verificato che quei terreni privati non sono interessati dalla urbanizzazione e hanno rigettato le richieste della signora Salis. La Commissione ha così approvato all’unanimità il progetto, che ora dovrà essere votato dal Consiglio comunale. Il via libera del Comune, sospirato per anni, adesso rischia di complicare i piani della facoltà di Veterinaria. Il sogno infatti è diventato Mamuntanas: nei terreni vicino ad Alghero il preside Sergio Coda spera di riuscire a trasferire la Facoltà. Mancano i soldi necessari. La Regione ha dato la disponibilità per erogare 40 milioni di euro. Ci sono anche sette milioni di fondi Cipe per la creazione di un centro di ricerca con annessa azienda zootecnica, sempre a Mamuntanas. Ma i denari non bastano. La Regione ha chiesto all’università di Sassari di cofinanziare il progetto con fondi propri. Una richiesta impossibile per le casse sempre più esangui dell’Ateneo sassarese. Tanto più che una parte del Senato accademico sembra decisa a non trovare nessuna soluzione.
(v. g.)
 

4 - La Nuova Sardegna
Pagina 14 – Cagliari
Ostello, l’Università si candida a gestirlo
Potrebbe ospitare la sede staccata di Scienze Motorie, non subito
IGLESIAS.
Quello Ostello della Gioventù rischia di morire di vecchiaia. Una delle più grandi opere della città, clamorosamente incompiuta, potrebbe rientrare in un progetto che intenderebbe far sorgere in località regione su Merti, una succursale universitaria della facoltà di Scienze Motorie di Cagliari. Dopo anni di finte inaugurazioni forse adesso siamo alla svolta.
Questa una delle ipotesi miranti alla valorizzazione ed utilizzo della struttura facente parte dell’impianto sportivo polifunzionale di Ceramica. Quarantadue camere, 144 posti letto, un ultimo intervento triennale costato la bellezza di 883 mila euri, che ha permesso di sistemare l’impianto elettrico, quello di riscaldamento, di condizionamento e d’antincendio. Struttura dunque completa, funzionale ma decisamente poco redditizia. Fattore questo ultimo che ha scoraggiato qualsiasi ipotesi di gestione da parte di cooperative ed imprenditori. Nella passata consiliatura, le inaugurazioni dell’Ostello, che nelle intenzioni della giunta Collu doveva diventare veramente un albergo per giovani, erano quasi all’ordine del giorno.
«Si tratta di un gioiello strutturale però nato senza alcun preciso piano di sostegno economico - spiega l’assessore allo sport e cultura Cinzia Guaita - rientra in quelle costruzioni sorte negli ultimi anni specialmente nel mezzogiorno d’Italia, tramite lo stanziamento di fondi pubblici; grossi complessi che però presentano diversi ostacoli riguardanti la gestione. La politica che stiamo portando avanti, con l’affidamento delle strutture sportive in gestione alle società, in questo caso è inapplicabile, i costi per il mantenimento sono decisamente superiori a quelli delle eventuali entrate, nessuna cooperativa giovanile o piccolo imprenditore, sarebbe quindi interessato all’amministrazione».
Ma quell’Ostello non può e non deve morire di vecchiaia, così è lo stesso assessore Cinzia Guaita ad annunciare le varie idee per poterlo sfruttare al meglio. «Siamo ben consci delle potenzialità della struttura, non a caso per salvaguardarla da eventuali atti di vandalismo, abbiamo deciso d’installare un sistema d’allarme. Per quanto concerne il problema dell’utilizzo, stiamo ipotizzando diverse soluzioni, strettamente legate però alla necessità di un migliore collegamento stradale dell’intero impianto, abbiamo così trovato un accordo con l’Anas, per ora verbale, per la realizzazione di un accesso diretto dalla parte della zona industriale. Superato questo ostacolo possiamo pianificare i metodi d’utilizzo; il più interessante è di certo la possibile nascita di una succursale dell’Università di Cagliari della facoltà di Scienze Motorie. E’ già stato effettuato un sopralluogo dallo stesso rettore Pasquale Mistretta, che ha espresso un parere estremamente positivo. Chiaro che i tempi di un eventuale realizzazione sono ben lunghi». Un’altra strada percorribile, alternativa all’allettante ipotesi di una succursale della facoltà universitaria, sarebbe una riqualificazione urbana dell’intera area. «Costituire un piccolo parco - spiega Cinzia Guaita - un’area verde capace di sposare una politica imprenditoriale turistica». Le idee non mancano, la speranza rimane che qualcuna di queste possa finalmente realizzarsi in modo da sviluppare un impianto sorto con le migliori aspettative, per ora rimaste in naftalina.
Adriano Secci 


5 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 – Cagliari
Ambiente - “Life Natura” proteggerà capo Sant’Elia
Un piano della Provincia (con soldi Ue) per valorizzare la flora dell’area
CAGLIARI. Tutta l’area di capo Sant’Elia sarà protetta e valorizzata. La Provincia ha promosso il progetto “Lifelia” che si inserisce all’interno del programma comunitario di finanziamento Life Natura. Il piano è nato nel 1992 per contribuire allo sviluppo e all’attuazione della legislazione e della politica comunitaria in materia ambientale. Con l’obiettivo prioritario della conservazione della natura: per contribuire alla protezione degli habitat e di alcune specie.
Con un budget complessivo di 763.200 euro, il piano prevede che vengano attuati dal 1º ottobre 2006 al 1º dello stesso mese del 2009 una serie di interventi finalizzati al ripristino ed alla conservazione del promontorio di capo Sant’Elia, nei siti “Monte Sant’Elia, Calamosca e Cala Fighera” e “Torre del Poetto”. In particolare ci si propone di risolvere i più urgenti problemi del promontorio: la mancanza di coordinamento tra le amministrazioni competenti e l’assenza di strumenti di gestione; il continuo rischio di incendi; l’abbandono di rifiuti inerti, urbani e domestici ingombranti e di rifiuti pericolosi; l’aumento del diradamento della copertura vegetale, la compattazione della superficie del suolo e la conseguente erosione delle aree maggiormente esposte all’azione degli agenti meteorici; l’erosione del suolo e i fenomeni di frana; e la limitazione dell’espansione di specie floristiche esotiche che minacciano l’attuale stato di conservazione degli habitat.
Il progetto sarà realizzato secondo i principi del decreto del 12 luglio 2005 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale (numero 200 del 29 agosto 2005) e concernente le “Modalità di presentazione delle proposte relative al programma finanziario europeo Life-natura, per l’annualità 2006”.
Per l’attuazione del progetto è prevista la partecipazione del Comune, dell’università di Cagliari, di Legambiente, dell’associazione Amici di Sardegna, della Provincia di Palermo, di Medsos Mediterranean Sos Network e della municipalità di Sifnos. Supporters di progetto saranno invece il Gruppo di intervento Giuridico e Amici della Terra, l’Esercito e la Marina.
 

6 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 – Nuoro
Uno studio dell’università sul dissesto idrogeologico
NUORO. Novità sul Pai, il piano idrogeologico regionale. La Regione informa il Comune di Nuoro che ha affidato all’università di Cagliari uno «studio dettagliato» del quadro conoscitivo dei fenomeni di dissesto idrogeologico a Posada e nel Cedrino Sud orientale.
Lo studio, in particolare, è finalizzato a ridefinire su scala di dettaglio gli «elementi a rischio, la mappa della pericolosità e del rischio delle aree compromesse» negli indicati sub bacini con la conseguente individuazione delle «azioni strutturali per la messa in sicurezza».
I risultati degli studi confluiranno alla fine nel Piano di coordinamento che interesserà anche la città di Nuoro.
 

Questionario e social

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