Sabato 7 gennaio 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 gennaio 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate L’Unione Sarda,  La Nuova Sardegna e Il Giornale di Sardegna

 
1- L’Unione Sarda
Pagina 13 – Lavoro
Un corso gratuito organizzato a Nuoro per trenta laureati
Tradurre la lingua sarda, un master
Il Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale e l’Università autonoma di Barcellona hanno organizzato un master gratuito di traduzione e comunicazione in lingua sarda. L’iniziativa si rivolge a 30 persone esperte nella lingua sarda, condizione irrinunciabile per coloro che fossero interessati al corso di alto livello che presuppone, tra le altre cose, competenze già acquisite in questa materia. La durata del corso sarà di 320 ore e si svolgerà interamente a Nuoro da gennaio a luglio 2006. I corsisti dovranno risiedere a Nuoro. I requisiti sono: laurea, conoscenza della lingua sarda parlata e scritta oltre che di una lingua straniera a scelta tra inglese, francese, spagnolo, catalano e tedesco, avere conoscenze informatiche nonché saper navigare in Internet. Le selezioni consistono in una prova scritta e orale. Alla domanda dovrà essere allegato un curriculum. I modelli delle domande possono essere scaricati dal sito www.consuninuorese.it, oppure ritirati in via Salaris 18, dove le richieste dovranno essere recapitate a mano entro le 12 di martedì 10 gennaio. (m.b.d.g.)

2 – L’Unione Sarda
Pagina 43 – Cultura
Un progetto del liceo Siotto
Non solo Eleonora La storia dimenticata di quattro regine sarde
Un affresco di storia al femminile. Per sottolineare, a dispetto della lacunosa storia dei manuali, il ruolo e lo spessore politico delle donne, il contributo di idee, valori e stili di vita che esse seppero dare nel corso del tempo, nei vari luoghi della complessa geografia storica. In Sardegna, per esempio, che qualche peculiarità a proposito di donne, conserva nelle sue tradizioni, e che nel periodo giudicale offrì spazio d’azione e di pensiero a quattro affascinanti figure femminili: Benedetta, giudicessa di Cagliari, Elena, giudicessa di Gallura, Adelasia, giudicessa di Torres, e, la più nota e amata Eleonora d’Arborea. Un progetto ideato e coordinato da Nora Racugno, professoressa di storia e filosofia al Siotto di Cagliari, ha ricostruito biografia e vicende delle principesse sarde, restituendo loro una visibilità a lungo negata. L’iniziativa si è conclusa con due giornate di studi e un quaderno (in via di pubblicazione) per disegnare un interessante spaccato di storia scritto dal alcune protagoniste femminili. Il progetto Quattro donne della Sardegna giudicale, promosso e finanziato dalla Regione sarda nell’ambito delle attività previste per Sa Die de sa Sardigna dello scorso anno, è stato realizzato da quattro classi prime del liceo Siotto, coordinate da altrettanti insegnanti, nel corso della prima parte dell’anno scolastico. Nella prima fase, ogni classe ha raccolto materiale documentario sulle quattro giudicesse. Un impegno non facile a causa della difficoltà nel reperire notizie e informazioni sulle donne sarde e tuttavia utile agli studenti per una più efficace comprensione delle questioni relative alle fonti e alla metodologia storica. In un momento successivo, ragazzi e ragazze hanno redatto le relazioni che costituiranno il testo del quaderno. L’esito delle ricerche è stato presentato durante una giornata di studi che si è tenuta scuola e, poco dopo, durante un convegno che si è svolto a Palazzo Regio. All’incontro presieduto da Luciano Marrocu, assessore provinciale alla Cultura e da Pierangela Cocco, responsabile del Centro servizi amministrativi della Provincia di Cagliari, la Prima D, coordinata da Mariella Cotza, ha presentato un lavoro sulla Carta de Logu, la Prima E coordinata da Patrizia Demontis, un testo poetico, la Prima H, coordinata da Marisa Solinas, un testo in sardo e la Prima I, coordinata da Dorotea Mascia, un lavoro multimediale. Ad ascoltare, e apprezzare, le relazioni degli studenti alcuni storici dell’Università di Cagliari: Barbara Fois (Antichità e istituzioni medievali), Olivetta Schena (Storia medievale), Gabriella Da Re (Antropologia culturale) e la responsabile Ifold Maria Giovanna Piano.
Franca Rita Porcu
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 – Sassari
Ateneo ai raggi X nella relazione programmatica per il prossimo triennio
Studi universitari? Sì, ma al rallentatore
Sempre molto alto il numero degli abbandoni e delle lauree fuori corso
Parecchi ragazzi si iscrivono nella Penisola
GABRIELLA GRIMALDI
SASSARI. Solo il 41 per cento degli studenti si laurea entro un massimo di due anni fuori corso. Il tasso di laurea “in regola”, poi, è incredibilmente vicino allo zero. Quasi nessuno a Sassari, insomma, ce la fa nei tempi stabiliti. In alcuni casi, vedi Giurisprudenza e Scienze dell’educazione, i corsi con durata legale di 4 anni si “spalmano” fino a 8,7 anni.
 Anche l’età della laurea da noi è più alta della media nazionale: 28,1 anni contro 27,79. Più lusinghieri del resto d’Italia i voti assegnati dopo la discussione della tesi, 104,8 rispetto a 102,9.
 Sono questi i punti deboli dell’ateneo sassarese che, con la relazione programmatica stesa alla fine dell’anno, mette a fuoco gli aspetti su cui lavorare per migliorare la qualità degli studi superiori e mette alcuni punti fermi sul programma di espansione e crescita per i prossimi tre anni. Certo i dati sulla didattica fanno riflettere: possibile che gli studenti dell’università cittadina siano tutti scarsi? Oppure che le aspettative di lavoro siano talmente basse da indurre i giovani a “parcheggiare” le proprie ambizioni in una facoltà in attesa di migliori opportunità. Un’ipotesi plausibile, quest’ultima, ma i veri problemi, come ammettono anche i componenti del consiglio di amministrazione dell’università che si è riunito il 20 dicembre del 2055, è l’organizzazione e la qualità della didattica».
 «Di sicuro un settore sul quale c’è parecchio da lavorare - dice il prorettore Attilio Mastino -. Gli anni di permanenza degli iscritti sono ancora troppi anche i crediti maturati nel tempo non superano la media dei trenta all’anno mentre dovrebbero essere sessanta».
 Una situazione che non è soltanto negativa in sè. La preoccupazione dei membri del Senato accademico infatti è relativa alla possibilità concreta che con le nuove leggi finanziarie, il fondo di funzionamento ordinario, cioè la quota di finanziamento statale, sia ripartito in base ai risultati di ciascun ateneo. Il calcolo in quel caso farebbe riferimento a tre parametri: la ricerca, la didattica e i numeri (quello del personale docente e degli studenti, cioè le dimensioni dell’università).
 «È un calcolo che ora come ora ci danneggerebbe - prosegue il prorettore -. Perchè se siamo “in attivo” nel campo della ricerca e in quello dei numeri rischieremmo di abbassare la quota con la didattica. Ecco perchè abbiamo già avviato un programma di recupero affidando un monitoraggio sulle carriere dei singoli studenti a undici manager di facoltà che dovranno stabilire i correttivi da apportare. E poi abbiamo chiesto che nella valutazione dell’ateneo incidano fattori “regionali” come l’insularità e il tessuto socio-economico della nostra terra». Sull’organizzazione degli studi, d’altra parte, non mancano le proteste da parte degli studenti che di tanto in tanto lamentano la poca disponibilità dei docenti e mettono in discussione i programmi adottati nei singoli corsi.
 Eppure il numero degli insegnanti e dei ricercatori che prestano servizio nelle undici facoltà dell’università di Sassari è andato via via aumentando negli anni, soprattutto in relazione al moltiplicarsi astronomico (così come ha stabilito e consentito la riforma degli studi) dei corsi di laurea che oggi sono ben 53, con un totale di 7063 docenti compresi ordinari, associati, ricercatori, assistenti e incaricati.
 Una profonda riflessione è stata dunque avviata dal Senato accademico e dal Nucleo di valutazione col proposito di applicare quei “requisiti minimi” richiesti in campo nazionale e non solo tenendo presente l’obiettivo di ridurre i tassi di abbandono: quelli dopo un anno rappresentano il 30 per cento degli iscritti, tre punti oltre la media nazionale. Il fenomeno appare particolarmente grave in alcune facoltà tanto che l’ateneo non ha beneficiato dei fondi a disposizione per le università virtuose.
 Di aumentare il numero degli studenti attivi, di ridurre i tempi necessari per il conseguimento dei titoli di studio, di rafforzare la coerenza fra formazione erogata e fabbisogni del mercato del lavoro e aumentare la virtuosa mobilità nazionale e internazionale di studenti e docenti.
 Attualmente l’università di Sassari intercetta una quota di mercato pari al 25 per cento degli studenti sardi rispetto al 61 per cento di Cagliari.
 Il restante 14 per cento si iscrive in facoltà al di fuori dell’isola. La quota degli iscritti sardi in continente è circa doppia in provincia di Sassari rispetto alla provincia di Cagliari. Un’emorragia che soltanto una politica basata sulla qualità potrà arrestare.
 Sono dati, dunque, sui quali l’università dovrà mettere il massimo impegno nei prossimi anni.
 Un impegno assunto anche dal rettore Alessandro Maida, rieletto per la terza volta alla guida dell’ateneo. 
IL BILANCIO
Nessun aumento per le tasse
SASSARI. Il consiglio di amministrazione a fine anno ha approvato il bilancio di previsione. Il bilancio risulta in equilibrio fra le entrate e le uscite previste per la gestione dell’ateneo. Le entrate sono costituite per il 67 per cento dal fondo nazionale proveniente dal ministero per l’Università da altri ministeri (7 per cento). Per l’8,4 per cento sono costituite dal fondo della Regione sarda, e per il 6 per cento dalle tasse studentesche.
 Il totale è di 165 milioni di euro all’anno e tanto si è previsto di spendere nel 2006.
 Riguardo alle tasse il senato accademico ha deliberato di non aumentare del 5 per cento il loro importo come inizialmente si era pensato anzi, di non aumentarle affatto anche per non scoraggiare ulteriormente l’accesso alle facoltà.
REGIONE
Negati i soldi per Architettura
SASSARI. Ci sono volute alcune riunioni per trovare l’accordo, fra università e Regione, sulla destinazione dei fondi (4 milioni e 700 euro) che arriveranno anche quest’anno dall’ateneo sassarese. Per la verità molti amministratori del consiglio erano rimasti perplessi dai quattro obiettivi fissati dal governo Soru, definiti marginali e difficilmente raggiungibili in tempi brevi. Erano i voucher per gli studenti, i visiting professor, i premi per i ricercatori e le riviste elettroniche.
 A questi sono state aggiunte finalità più generali come l’edilizia e il potenziamento della didattica.
 Qualche rimbrotto da Sassari anche per il mancato rinnovo del finanziamento di un milione e mezzo di euro alla facoltà di Architettura e quello per le 2 scuole di specializzazione di Veterinaria
EDILIZIA
Cambia in corsa il progetto orto botanico
SASSARI. Fra grandi incompiute e progetti in itinere, l’università di Sassari sta tentando di portare a conclusione tutta una serie di opere edilizie che dovrebbero migliorare qualità didattica e funzionalità dell’ateneo. Fra i punti critici il serpentone di cemento che cresce con lentezza esasperante a Piandanna e il cantiere sbarrato nel futuro reparto di Malattie Infettive.
 Ecco comunque i progetti elencati nella relazione. Nella Facoltà di Agraria è in corso la realizzazione del nuovo complesso didattico e dei servizi generali e la ristrutturazione dell’Azienda di Ottava.
 Nella facoltà di Economia (nell’edificio dato in comodato dalla Provincia a Serra Secca) si sta procedendo all’adeguamento alle norme di sicurezza. Lavori anche nella facoltà di Farmacia a Monserrato, una volte definite le esigenze nell’ottica di funzionare come “polo chimico-farmaceutico” insieme al Dipartimento di Chimica e sulla base del fatto che si acquisiranno gli spazi dell’attuale “complesso didattico” della facoltà di scienze Matematiche che si trasferirà a Piandanna.
 Nella Facoltà di Medicina e Chirurgia si sta portando a norma la medicina interna, si stanno ristrutturando e ampliando gli Istituti di Anatomia patologica e Medicina Legale, di Igiene e Patologia generale, di Neurologia e di Scienze Radiologiche e si sta parzialmente sistemando l’ex-Ipai. Si va poi dalla messa a norma dei dipartimenti biologici alla costruzione del nuovo depuratore, da parziali lavori di ristrutturazione del complesso clinico alla realizzazione dell’impianto di cogenerazione (anche per il Polo naturalistico di Piandanna) mediante intervento di finanza di progetto. Progetti anche per il primo lotto dell’ospedale veterinario e per il secondo lotto della messa a norma del Dipartimento di Chimica.
 Restano due questioni spinose. La prima riguarda l’orto botanico (riconvertito dopo parecchie polemiche in polo bionaturalistico che ospiterà anche altre facoltà). Il finanziamento, all’epoca pari a 74,5 miliardi di lire e ridottosi a 59,235 miliardi, si è esaurito e adesso sarà necessario trovare i capitali per andare avanti. La consistenza dell’investimento fino ad oggi si potrà conoscere solo una volta risolti i rapporti con la Concessionaria Proger in via di liquidazione e quelli l’Impresa Astaldi (che ha presentato riserve per importi consistenti) senza contare le somme occorrenti per l’esproprio dei terreni per l’Orto Botanico. Il cantiere, molto a rilento, sta lavorando per completare i rivestimenti e piazzare gli infissi. La seconda è il cantiere dell’edificio destinato al reparto di Malattie infettive in viale San Pietro, chiuso ormai da molto tempo a causa del fallimento dell’impresa Sodeco. (g.g.)
 
4 – La Nuova Sardegna 
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
Due giornalisti del «Washington Post» raccontano in un libro come è nato il fenomeno di internet
Google? Roba da surfisti
L’intuizione vincente: planare sul Web come sulle onde
Sergey Brin e Larry Page cominciarono la loro avventura con un litigio
ROBERTO PARACCHINI
Tutto nacque da un litigio e da un’idea balzana. Volarono scintille quel giorno di primavera tra due studenti di Stanford. Sergey Brin (19 anni) stava mostando a Larry Page (20 anni), e ad altri studenti il soleggiato campus dell’università, quando a un certo punto i due cominciarono a litigare su argomenti casuali. Quello fu il primo impatto dei due futuri fondatori di Google. Sergey veniva considerato un genietto della matematica, a 19 anni aveva superato al primo colpo e a pieni voti tutti gli esami del dottorato. Mentre Larry all’inizio era piuttosto impaurito e pensava che l’avrebbero rispedito a casa su un autobus. «Per fortuna Larry e Sergey si incontrarono molto presto scoprendo di aver una comune passione per le schermaglie intellettuali», affermano il premio Pulitzer David Vise e Mark Malseed, giornalisti del Washington Post nel loro libro Google Story (Egea Editore). L’argomento dei loro accesi verbali non aveva alcuna importanza, quello che contava era convincere l’altro della bontà del proprio punto di vista. Un modo di confrontarsi che i due giovani non perderanno mai. «Avere imparato a difendere con forza idee stimolanti aveva lasciato in ognuno di loro una profondità intellettuale che mal si conciliava con la loro giovinezza», sostengono i due autori di Google Story.
 L’idea balzana che fece la fortuna degli attuali big del web fu quella avuta da Larry per una sua tesi universitaria: trasferire nel suo computer tutto il materiale presente nel web. Inizialmente pensava di farlo in una settimana, ma dopo un anno era ancora lontano dall’aver raggiunto l’obiettivo. Come rimediare? Molte le discussioni e i confronti, alla fine fu la passione per il surf ad averla vinta. Larry pensava a come agisce il surfista: si parte da una pagina, si clicca su un link e si vede dove si va a finire la maggior parte delle volte. Un percorso molto conosciuto dai matematici che hanno da tempo dimostrato come la strada più veloce è, spesso (a seconda del contesto e della complessità, quella casuale. Secondo una di queste teorie, detta dei piccoli mondi, è possibile in sei mosse comunicare con chiunque, anche non conosciuto, del vasto mondo, oppure trovare qualunque cosa. Il surfista che gioca sulle onde e plana da una all’altra senza una linea precisa sta alla base dell’algoritmo (un’insieme di equazioni matematiche) che permise ai due di sviluppare il primo loro rudimentale motore di ricerca.
 Quel giocattolo il 17 agosto del 2004 è stato quotato in borsa a 88 dollari ad azione. Poi tutto è schizzato verso l’alto e ora valgono oltre quattrocento dollari, mentre gli analisti parlano di una marcia inarrestabile verso i seicento. Il valore borsistico di Google è di 79,6 miliardi di dollari e quei due ex studenti possiedono un patrimonio di 10 miliardi ciascuno.
 Ma all’inizio pochi li prendevano sul serio e nessuno avrebbe scommesso un penny sul fatto che Google sarebbe diventato il più potente motore di ricerca del mondo, con ben centomila computer collegati tra loro che lavorano a tempo pieno per potenziare le possibilità di ricerca. Inizialmente la loro creatura si chiamava PageRank e a Stanford lo usavano quasi tutti. Funzionava. Nell’autunno del 1997 i due decisero che era arrivato il momento di dargli un altro nome. La cosa andò avanti per giorni. Alla fine un suggerimento del collega Sean Abnderson: «Visto che vi proponete di indicizzare tutti i documenti del web chiamatelo Googleplex, che indica un numero immenso». Ma gli interessati non erano convinti. Allora Sean rilanciò con Googol, che indica 10 elevato 100 (ovvero 10 moltiplicato per se stesso cento volte). Ma capitò che nel digitare il nome ci fu un errore d’ortografia e Googol divenne Google, che Larry registrò subito, quella sera stessa, come dominio. Anche la prima proposta però non fu persa: Googleplex si chiama infatti il quartier generale.
 L’altro loro colpo di fortuna fu il rifiuto di AltaVista a cui nel marzo del 1998 i due studenti avevano pensato di vendere la loro creatura per un milione di dollari. Poi anche gli altri interpellati dissero picche. Allora l’anno successivo decisero il grande passo e nacque Google che tutti gli internauti conoscono. E fu una crescita continua che si lasciò alle spalle i giganti di allora: Yahoo!, ad esempio, ha oggi un valore borsistico di 48,5 miliardi di dollari, e la Disney di 52,8 miliardi.
 Oggi due sono i punti forza di Google: l’innovazione continua e la pubblicità. In quest’ultimo settore hanno fatto una scoperta semplice ma fondamentale: la pubblicità di un prodotto funziona se la si fornisce nel momento in cui se ne ha bisogno: se cerco «occhiali da sole», assieme ai risultati della ricerca compariranno anche (a pagamento) i venditori di questo oggetto. E così nel 2003 l’azienda di Seergey e Larry ha fatturato 1,5 miliardi di dollari, 3,2 nel 2004 e 2,6 nei primi sei mesi del 2005.
 Alla base dell’innovazione c’è la creatività: i dipendenti di Google hanno a disposizione, per esplorare le ricerche che interessano di più, il 20 per cento del loro tempo di lavoro. Un concetto preso a prestito dal mondo accademico Usa in cui ai docenti si dà un giorno alla settimana per permettergli di perseguire i loro interessi privati. A Google, inoltre, non esiste la struttura gerarchica che normalmente si trova nelle imprese perchè manca lo strato dirigenziale intermedio. In compenso l’azienda vanta una concentrazione altissima di cervelli. Ultimamente i due ragazzi prodigio del web hanno anche iniziato un programma di collaborazione coi più importanti istituti di genetica, mettendo a disposizione la loro potenza di calcolo negli studi di bioinformatica. Infine, si chiede Sergey «perchè non potenziare il cervello: nel futuro magari attaccheremo una piccola versione di Google direttamente al cervello (...) e avremo accesso immediato a tutta la conoscenza del mondo».
 
 
 
 5 – Il Giornale di Sardegna
Pagina 29 – Grande Cagliari
Sa n i t à . La facoltà di Medicina continua a sfornare precari
L’esercito dei camici bianchi
senza un posto di lavoro fisso

Questionario e social

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