Sabato 12 ottobre 2019

12 ottobre 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 ottobre 2019 / CAGLIARI - Pagina 20
Università. Settimane di incontri, dibattiti, mostre, reading e installazioni
LA RICERCA CONTRO LE FALSE VERITÀ
Sue progetti sui temi dell’inclusione e dell’immigrazione

Nel “dizionario” di Google tra le parole più ricercate ce ne sono due in particolare: integrazione e immigrazione. Due concetti che sono quotidianamente oggetto di velenose attenzioni e vengono utilizzati come veicoli per divulgare post verità, populismo, notizie false, hate speech, discorsi dell'odio. Finiscono, cioè, per fare da carburante a quanto di più lontano ci sia dal loro reale valore. Per tentare di spiegare l'uso strumentale che viene fatto di integrazione e immigrazione, l'università di Cagliari propone due progetti di ricerca, “In/Out” e “Cosmomed”, che coinvolgono docenti, ricercatori, studenti. Ma anche artisti, musicisti, esponenti della cultura. L'ateneo esce dallo spazio canonico della didattica ed entra in città, proponendo per due settimane al Lazzaretto e alla Cittadella dei Musei incontri, dibattiti, laboratori, mostre, reading, installazioni artistiche.
LA MISSIONE DELL'ATENEO. «Si tratta di progetti con un alto valore scientifico che parlano di cosmopolitismo, cioè del sentirsi parte e cittadini del mondo, di isolamento, di carcere. Su questi temi la ricerca si mette a disposizione del cittadino per condividere il problema e provare a individuare la soluzione», spiega la rettrice Maria Del Zompo. «Condividere significa che il cittadino può avere nuove basi di conoscenza con le quali contrastare false paure e bugie che si formano intorno a questi temi. Questo è il contributo dell'università alla città».
I PROGETTI. Si parte giovedì 17 con Cosmomed. Nell'aula magna del Rettorato, incontro su migrazioni, memorie e cosmopolitismo nell'area del Mediterraneo. Dal giorno dopo, e fino al 3 novembre, al Lazzaretto incontri, mostre, seminari, laboratori per giovani, adulti e bambini. «È nostra intenzione produrre senso per la società allontanando il tumulto della cronaca», dice Raffaele Cattedra, docente di Geografia.
Il 21 ottobre, invece, fino al 23, alla Cittadella dei Musei arriva In/Out, che indaga e scava microcosmi di sofferenza di vita quotidiana. «Leggere una società significa anche saper guardare le parti più nascoste», sottolinea Tatiana Cossu, docente di Antropologia culturale e responsabile di In/Out. «Carceri, ospedali, ghetti: percorsi di prigionia ma anche di libertà costruiti lavorando anche con i detenuti con il polo universitario penitenziario». Oltre a dibattiti e convegni, tre appuntamenti completano In/Out: un'installazione con i lavori realizzati dai detenuti, una mostra realizzata con le foto degli studenti e un'altra con le immagini di un progetto all'interno del carcere di Massama.
Mauro Madeddu

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 ottobre 2019 / CAGLIARI - Pagina 22
PIRRI
La Giornata nazionale di psicologia

“La percezione e l'espressione dei diritti nei nuovi linguaggi” è il titolo del seminario aperto a tutti che si tiene oggi alle 9 all'Exmè di Pirri, in via Antonio Sanna. È il momento più importante della Giornata nazionale della psicologia, dedicata quest'anno al tema fondamentale dei diritti universali, articolata in due fasi. «I modi per manifestare opinioni, sentimenti e bisogni sono in continua evoluzione», ha detto Angela Quaquero, presidente dell'Ordine degli psicologi della Sardegna, «l'espressione verbale non è più lo strumento principale di comunicazione. Dobbiamo saper interpretare le nuove forme d'arte e le nuove modalità espressive con cui i giovani comunicano». Il convegno, coordinato da Alessandro Poddesu, psicologo psicoterapeuta, prevede tra gli altri gli interventi dell'epistemologo Silvano Tagliagambe, dell'antropologo Bachisio Bandinu, antropologo, e del rapper Manuel Zappadu.

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 12 ottobre 2019 / AGENDA – Pagina 23
Via dei Giudicati. Convegno martedì dalle 20,30 alle 13
Luci e ombre della reumatologia nell'Isola Medici e malati si confrontano al T-Hotel

La reumatologia in Sardegna: luci e ombre, è il titolo del convegno che si terrà martedì, dalle 10.30 alle 13, nel T Hotel di via dei Giudicati, 66. L'incontro è promosso e organizzato dall'Apmarr, l'associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare. Nel corso dell'evento sarà presentata un'indagine sulla condizione delle persone affette da malattie reumatologiche e rare che abitano in Sardegna.
L'OCCASIONE. Interverranno Antonello Tanda, consulente dell'assessore regionale Igiene, Sanità e assistenza sociale, Mario Nieddu e Raimondo Ibba, presidente dell'Ordine dei medici di Cagliari. Sarà anche l'occasione per rinnovare l'appello alla Regione sul problema della mancata erogazione da parte di alcune Assl (Olbia, Carbonia-Iglesias, Nuoro e Oristano) dei farmaci biologici necessari per le cure dei malati reumatici, a causa del mancato rifinanziamento del budget. Questi medicinali rappresentano infatti una vera rivoluzione per chi soffre di lupus, artrite reumatoide, spondilite anchilosante e artriti croniche infiammatorie. Il loro utilizzo, cominciato parecchi anni fa, ha segnato un cambio epocale nella terapia di questa importanti patologie che rendono la vita difficile per chi le contrae. Da qui l'appello alla Regione per un rifinanziamento.
GLI INTERVENTI. Dopo gli accrediti previsti per le dieci, e l'intervento di Tanda, il via al convegno con le relazioni di Antonello Celano (presidente dell'Apmarr) e Mariella Piredda, referente della la Sardegna dell'associazione. Saranno poi Raimondo Ibba e Pierpaolo Patteri (presidente regionale dell'Ordine degli infermnieri) a parlare della diffusione e dello stato dell'arte della Reumatologia in Sardegna.
I CLINICI. Alle 11,45 la parola passerà ai clinici. Interverranno il direttore della struttura complessa di Reumatologia del policlinico universitario, Alberto Cauli e il direttore della struttura complessa di Reumatologia del Policlinico di Sassari, Giuseppe Passiu. Ultimo intervento quello di Angela Quaquero, presidente dell'ordine degli psicologi. Il convegno sarà moderato dal giornalista Luca Gentile.

La Nuova Sardegna

 


LA NUOVA SARDEGNA

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 ottobre 2019 / Sassari - Pagina 20
Promocamera, dati contradditori sull’occupazione che mostra segni di ripresa
UNA LAUREA SCIENTIFICA PER IL MERCATO DEL LAVORO
L’assessora regionale Alessandra Zedda: puntiamo anche sulle nostre ricchezze

di Pinuccio Saba
SASSARI I dati Istat sull'occupazione parlano ancora di un mercato del lavoro in crisi, ma quelli dell'Aspal (l'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro) dice invece che le cose, almeno nel Sassarese non vanno così male. Ad affermarlo, con tanto di grafici e dati estrapolati dal sistema operativo della Regione, che raccoglie numeri e segnalazioni in tempo quasi reale, è il direttore dell'Aspal Massimo Temussi che ieri ha aperto i lavori del convegno che si è tenuto alla Promocamera in occasione dell'inaugurazione della Fiera d'Autunno.La cosa più importante è guardare al futuro, ai prossimi appuntamenti con le scadenze europee. Occorre quindi preparare i giovani e i disoccupati ad affrontare il mercato del lavoro anche con la collaborazione delle università: «Entro il 2020 - ha spiegato Massimo Temussi - in Europa si sarà una richiesta per un milione di posti di lavoro, ma le nostre università non possono continuare a sfornare laureati in materie umanistiche (rispettabilissime, per carità) quando la richiesta è di matematici, informatici e comunque di laureati in materia scientifiche», Dati e grafici snocciolati anche da Enrico Orrù, dell'Osservatorio del mercato del lavoro, che ha illustrato i risultati del Centro per l'impiego di Sassari (Cpi). È stato spiegato che i dati, disaggregati e messi in rapporto al territorio, raccontano di un Cpi che insiste su una popolazione di 200mila abitanti circa - nord ovest della Sardegna -, che conta 68mila iscritti a fronte di una popolazione attiva di 130mila abitanti. E che ha favorito la stipula di 19mila contratti. Dati che vanno analizzati, perché in qualche caso sono fuorvianti: «Rispetto allo scorso anno, per esempio, quando c'è stato il boom delle presenze turistiche, nei primi tre trimestri del 2019 si registra un calo delle assunzioni dirette nella ricettività di dieci punti, ma a fronte di un più 9,1% nei servizi alle imprese, comprese quelle turistiche». Ma per l'assessora al Lavoro Alessandra Zedda, uno dei nemici da battere è certamente la burocrazia. «Non si possono attendere tre anni per una pratica che può essere risolta in sei mesi» ha detto. Soprattutto adesso che l'Unione Europea raddoppia i contributi a favore della Sardegna, appena rientrata nell'Obiettivo 1. Ma per sfruttare gli aiuti comunitari occorre avere progetti solidi, innovativi e «non il solito panificio tradizionale, ce ne sono già troppi». Per Alessandra Zedda è importante abbattere il costo del lavoro e sfruttare il patrimonio dell'isola, fatto di tesori unici come l'ambiente, la storia e l'archeologia «e per questo il simbolo dell'isola, un nuraghe, verrà realizzato in tutte le città dove esiste un circolo dei sardi». Scorrendo poi le professioni del futuro, si scopre che, curiosamente, una delle professioni più richiesta sarà l'attore. Gli esperimenti fatti in diverse zone della Sardegna, confermano l'interesse dell'industria dell'immagine per la Sardegna dove «non è necessario ricostruire le scenografie, bastano i panorami unici dell'isola». Una lavoro che, ha concluso l'assessora Zedda prima di passare la parola per i saluti al presidente del consiglio regionale Michele Pais, può essere fatto «solo con il coinvolgimento degli altri assessorati»

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 12 ottobre 2019 / La mia Isola - Pagina 21
I ricercatori dell’Università di Sassari sono tornati dalla città romana di Neapolis in Tunisia con pollini antichissimi per ricostruire colori e profumi
GLI ARCHEOLOGI DEI GIARDINI
La colonia fu studiata da Attilio Mastino già trent’anni fa. Presto l’antico eden della villa patrizia potrà rifiorire

Si chiama "archeologia dei giardini", è quella branca dell'archeologia che utilizzando una serie di fonti iconografiche, epigrafiche, letterarie, ma soprattutto paleobotaniche ricostruisce filologicamente il paesaggio, i colori e i profumi dei giardini del passato. Sarà un'équipe di studiosi italiani a ricostruire per la prima volta in Tunisia, a partire dai pollini, l'esatta composizione vegetale di un antico giardino inserito in una villa patrizia di duemila anni fa. Un lavoro scientifico di grande importanza, sulle coste dello Stato africano dove si trovava la colonia romana di Neapolis e dove da una decina d'anni sono in corso gli scavi archeologici con ricercatori dell'Università di Sassari e del Consorzio Uno di Oristano. L'ultima missione si sta concludendo proprio in questi giorni col rientro del team di studiosi in Sardegna. «Abbiamo portato con noi all'interno di contenitori sterili i campioni di terra raccolti nel giardino cinto dal porticato di una villa patrizia di Neapolis, colonia romana del primo secolo a.C.», spiega Raimondo Zucca, archeologo, docente dell'università di Sassari e responsabile della Scuola di specializzazione in beni archeologici di Oristano. «Attraverso l'analisi dei pollini sarà possibile accertare quali specie vegetali si trovavano in quel giardino e dunque uno spaccato della realtà botanica dell'epoca. È la prima volta che una ricerca del genere viene realizzata in Tunisia nell'ambito di una ricerca archeologica». La missione in Tunisia, inoltre, ha consentito di riportare alla luce una statua alta due metri. «Raffigura un uomo di legge dell'epoca che sicuramente ebbe un ruolo nella realizzazione del porto di Maamourà, costruito dopo il terremoto del 365 d.C. che distrusse il porto della colonia di Neapolis, a poca distanza - spiega Zucca -. Il porto di Maamourà era uno scalo molto attivo sino all'ottavo secolo d.C. La colonia di Neapolis era stata fondata dai romani nel 45 a.C. su un precedente insediamento libico e cartaginese. Una città di una sessantina di ettari, di cui una ventina ora sommersi e che da trent'anni è oggetto di studio da parte degli archeologi dell'Università di Sassari, guidati dall'ex rettore Attilio Mastino, ai quali va il merito della scoperta.

 

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