Sabato 5 ottobre 2019

05 ottobre 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 5 ottobre 2019 / Agenda (Pagina 23 - Edizione CA)
MEMO
Cultura d’impresa
. Lunedì alle 20 nell’aula magna Capitini della facoltà di Lettere, salendo da via Trentino, l’associazione culturale “Riprendiamoci la Sardegna” organizza l’incontro con William Piseddu, ideatore e produttore delle scarpe “Is Crapita”. L’ingresso è libero.

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 5 ottobre 2019 / Regione (Pagina 9 - Edizione CA)
SANITÀ. Formazione non medica: in arrivo 350mila euro
-Più fondi per le borse di specializzazione

Arrivano 350mila euro in più per le borse di specializzazione non mediche: lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Sanità Mario Nieddu. Con questo stanziamento arriva a un totale di un milione e 150mila euro la dotazione finanziaria per la formazione specialistica. L'integrazione che consentirà, nell'anno in corso, di assegnare alle Università di Cagliari e Sassari 30 borse di studio per le specializzazioni non mediche inizialmente escluse dal riparto.
«La grave carenza di medici specializzati nel nostro sistema sanitario - spiega Nieddu - ci ha spinto da subito a utilizzare l'intera dotazione finanziaria, 800mila euro, per la formazione specialistica medica». Una decisione che aveva già consentito di assegnare 32 borse di studio in più negli atenei sardi. «Il nostro sistema sanitario - prosegue l'assessore - ha però necessità anche di figure specializzate non mediche, la cui formazione crediamo fortemente debba essere sostenuta nel nostro territorio».
La delibera proseguirà ora il suo iter con la trasmissione alla commissione Sanità del Consiglio regionale. «Ci siamo impegnati - conclude Nieddu - a individuare ulteriori risorse. Potremo così dare una risposta che inizialmente sembrava impossibile per limiti di budget e assegnare trenta borse di studio per la formazione specialistica non medica già nell'anno in corso».

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 5 ottobre 2019 / Prima Oristano (Pagina 33 - Edizione CA)
CONSORZIO UNO. La 22enne di S. Giusta da ieri neo dottoressa in Biotecnologie
Distrofia ko con una laurea
Chiara Erbì, disabile, 110 e lode: «Studierò le malattie genetiche»

Centodieci e lode, menzione d'onore e bacio accademico. La neo dottoressa Maria Chiara Erbì, 22 anni di Santa Giusta, è affetta da distrofia muscolare. È la terza volta su 253 laureati che una studentessa ottiene il massimo dei voti, in 20 anni, nel corso di Biotecnologie industriali ambientali dell'Università di Cagliari, gestito ad Oristano dal Consorzio Uno. Ieri mattina ha discusso una tesi sulla farmacologia sperimentale applicata in neurobiologia. Un traguardo frutto di una grande forza di volontà e di coraggio per una ragazza che ha saputo affrontare tanti problemi e abbattere le comprensibili barriere.
ALLORO ACCADEMICO. Maria Chiara Erbì proseguirà ora con la magistrale in Biologia molecolare, anche se la sua ambizione rimane quella di diventare una ricercatrice ed aiutare altri ammalati. Quando il presidente della commissione Sergio Murgia ha comunicato il voto Chiara Erbì non ha potuto nascondere l'emozione. «Sono contentissima, non mi aspettavo questo risultato» dice. «Sono ambiziosa e vorrei arrivare ad essere una ricercatrice a livello internazionale, per studiare le malattie genetiche, anche quella di cui sono affetta. Non chiudo ad altri studi - aggiunge - punto alla magistrale in Biologia. Spero di entrare nel mondo universitario e diventare una docente per poi proseguire nella ricerca scientifica».
UN CAMMINO IN SALITA. Il percorso non è stato facile: «Molte persone mi hanno aiutato a risolvere i problemi, anche nell'università. Ci vuole una mente aperta per affrontarli. Ma tutti posso farcela». Felice e soddisfatta la mamma, Patrizia Zaru, 45 anni: «Chiara ha meritato ampiamente questo risultato, devo dire che le difficoltà sono state tantissime e principalmente per l'inadeguatezza di molte strutture, dal lato logistico. L'università è stata efficientissima abbiamo trovato persone che hanno avuto a cuore e risolto i problemi di Chiara. Rivolgo anche io un appello alle istituzioni affinché possano agevolare il percorso di studi ad altre persone come Chiara».
I DOCENTI. «Va ringraziato il tutor del tirocinio, il professor Paolo Follesa - osserva Daniela Mastino, la manager del corso di Biotecnologia - ed in particolare il direttore dell'Istituto zooprofilattico di Oristano, Angelo Ruiu, dove Chiara ha svolto il suo tirocinio. Sono stati di grande aiuto». Così Gian Valerio Sanna, 61 anni, presidente del Consorzio Uno: «Sappiamo tutti come è stato difficile gestire i nostri corsi universitari, che abbiamo portato avanti con risparmi e grandi sacrifici», dice, «lo abbiamo fatto anche adeguando le strutture dei laboratori e della sede abbattendo le barriere nel rispetto anche delle normative vigenti».
Elia Sanna


 

La Nuova Sardegna

 


LA NUOVA SARDEGNA

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 5 ottobre 2019 / Sassari - Pagina15
Il direttore: «L'Università non ci supporta, non siamo più in condizioni di svolgere le attività»
L'ospedale veterinario getta la spugna e chiude

SASSARI Tempi difficili per i gatti e i cani investiti, o per tutti quegli animali che all'Ospedale Didattico Veterinario Universitario trovano una possibilità di sopravvivere. I clienti che in questi giorni si sono rivolti alla struttura di via Vienna hanno avuto una brutta sorpresa. Attività momentaneamente sospesa, rivolgersi ad Oristano o ad Assemini. La clinica è infatti al collasso. Negli anni è diventata un punto di riferimento indispensabile nel territorio, e le prestazioni sono via via cresciuta. Ma a una mole crescente di lavoro non è corrisposto un proporzionale potenziamento organizzativo. «Ci manca il supporto da parte dell'Università _ dice il direttore del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie Eraldo Sanna Passino _ in un documento abbiamo spiegato al rettore in maniera molto dettagliate le esigenze dell'Ospedale veterinario e i motivi che ci portano alla sofferta decisione di interrompere le attività. Ma purtroppo è già trascorsa una settimana e le nostre comunicazioni non hanno avuto alcun riscontro».
Ciò che concretamente manca lo spiega in maniera molto chiara il direttore sanitario della struttura: «Svolgiamo una mole enorme di lavoro _ dice Lucia Manunta _ ed è impossibile andare in sala operatoria, fare una lezione didattica e allo stesso tempo occuparsi dei pagamenti, delle fatture, dei soldi e dei resti. Un ospedale veterinario come il nostro ha assolutamente necessità di una unità amministrativa che sbrighi questo tipo di incombenze, che sottraggono ai veterinari del tempo prezioso per le cure degli animali». E ancora: «Ci riempiono di complimenti quando salviamo Fuego, ma poi c'è la routine quotidiana che è fatta di decine di pratiche da sbrigare. È su questo versante che da anni chiediamo di essere supportati. Non dimentichiamo che offriamo un servizio h 24, e gestirlo solo con le nostre forze è diventato impossibile. Noi ci mettiamo impegno e passione, ma se la situazione non cambia siamo costretti a malincuore a gettare la spugna. Chiediamo di essere ascoltati». L'ospedale di via Vienna è strutturato in sei unità complesse (chirurgia, medica, ostetrica, pronto soccorso, anatomia patologica e parassitologia) che svolgono una serie di servizi (anestesia e rianimazione, neurologia, diagnostica per immagini, cardiologia, dermatologia, oncologia, fecondazione assistita, diagnostica e diverse altre) sia per piccoli animali che per cavalli ed animali da reddito. Alcuni di queste prestazioni erogate sono uniche in Sardegna, come il laboratorio di anatomia patologica e la Banca Veterinaria del Sangue. «Purtroppo questo ventaglio di servizi viene offerto al territorio senza un riconoscimento economico proporzionato rispetto alle diverse iniziative intraprese e all'impegno profuso». (lu.so.)

 

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