UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 26 settembre 2019

Giovedì 26 settembre 2019

26 settembre 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 settembre 2019 / Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Sarà uno dei protagonisti di Sharper, la Notte dei ricercatori
COMUNICAZIONE NON OSTILE, ECCO IL MANIFESTO

Il Manifesto della comunicazione non ostile per la scienza sarà uno dei protagonisti di Sharper, la Notte europea dei ricercatori che si terrà domani in 12 città italiane tra cui Cagliari. Un evento promosso dalla Commissione europea che si svolge anche, contemporaneamente, in oltre 350 città europee.
Il Manifesto verrà diffuso con l'obiettivo di far riflettere e di ispirare il mondo della scienza e i cittadini a una narrazione corretta, semplice e non ostile delle sue storie. Durante la giornata verrà organizzata un'iniziativa dedicata al mondo della scuola. Venerdì mattina, nelle classi di tutta Italia, si potrà fare un'ora di lezione con il Manifesto della comunicazione non ostile attraverso schede didattiche realizzate ad hoc. Lanciato nell'ambito dell'edizione 2018 di Sharper Trieste, il Manifesto è stato realizzato da Parole O_Stili insieme a Immaginario Scientifico, master in comunicazione della scienza, Franco Prattico della Sissa e Università di Trieste, e diventerà documento ufficiale di Trieste Città europea della scienza 2020. I primi rappresentanti che hanno firmato e hanno creduto nel Manifesto sono stati l'astronauta Umberto Guidoni, Luca Mercalli, Responsabile dell'Osservatorio Metereologico del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e saggista, Paolo Giordano, scrittore e fisico, Mauro Giacca, del King's College di Londra e tanti altri studiosi.
 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 settembre 2019 / Regione (Pagina 4 - Edizione CA)
Parla Giovanni Monni, primario di Ginecologia: dovremmo essere un centro scientifico indipendente
«IL MICROCITEMICO COL POLICLINICO? UN'ASSURDITÀ»

«Il nostro ospedale dovrebbe godere di grande attenzione e risorse, invece lavoriamo nell'indifferenza quasi totale della politica», dice Giovanni Monni, primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia del Microcitemico, rieletto nei giorni scorsi a Istanbul vicepresidente della Wapm (World Association of Perinatal Medicine), la società di medicina perinatale più importante del pianeta.
Come vede l'accorpamento al Policlinico previsto dalla nuova riforma della Sanità?
«Il Microcitemico, centro di rilevanza regionale e nazionale, dovrebbe avere potenzialità che ci sono state negate. Ha visto le condizioni di questo reparto?».
Ho visto un centinaio di donne in una sala d'attesa piccola e scomoda e tante altre nell'andito.
«Sono sette anni che stanno decidendo di fare una ristrutturazione e darci anche il primo piano, dove c'è una sala operatoria mai aperta e abbandonata da dieci anni. Però siamo sempre qui, costretti a vivere in spazi del tutto inadeguati».
La rettrice ha detto che l'accorpamento porterà miglioramenti per tutti.
«Lei fa gli interessi dell'ateneo, non quelli dei pazienti. Siamo stati trasferiti dall'Ats al Brotzu, e pian piano stiamo entrando a regime tra mille problemi, e adesso dobbiamo cambiare di nuovo per salvare l'Università? Mi sembra un'assurdità. Noi curiamo malattie croniche e numerose patologie genetiche fetali e pediatriche, dovremmo essere un istituto scientifico indipendente, al massimo stare insieme all'Oncologico, con il quale già portiamo avanti progetti regionali fondamentali, come la crioconservazione degli ovociti e degli spermatozoi in pazienti tumorali che devono fare la chemioterapia, che saranno utilizzati dopo la guarigione per una gravidanza».
I numeri del suo reparto.
«Siamo una trentina, tra medici, biologi, ostetriche e infermieri, di cui il 40% è precario da vent'anni, molti pagati 800/1000 euro al mese con fondi che riesco ad avere dal ministero, dall'Europa, dalle organizzazioni scientifiche mondiali, dalla Fondazione di Sardegna. Con queste risorse riesco a comprare strumentazioni e mandare avanti il reparto e la ricerca, grazie allo spirito di abnegazione di tutti».
Gli interventi?
«Eseguiamo mille fecondazioni assistite all'anno, con quello di Reggio Emilia siamo il più grande centro pubblico italiano per la procreazione medicalmente assistita, e grazie a una sentenza del Tribunale di Cagliari da diversi anni eseguiamo la diagnosi genetica pre-impianto, evitando così alle donne la scelta dell'interruzione terapeutica della gravidanza. Abbiamo una delle più vaste casistiche mondiali per diagnosi prenatale invasiva. Vediamo circa 7000 gravide all'anno, in sostanza la maggioranza delle donne incinte dell'Isola».
E allo stesso tempo siete al centro del mondo.
«Facciamo parte di tante associazioni scientifiche internazionali, a stretto contatto con l'Oms, l'Onu, l'Unicef. Qui da noi vengono ginecologi americani, indiani e di altre nazionalità a imparare le tecniche di medicina fetale e l'ecografia. Siamo chiamati a competere, purtroppo in condizioni disastrate. Ripeto, abbiamo la più alta casistica al mondo per la diagnosi prenatale invasiva per malattie come la talassemia, grazie al lavoro fatto da professor Cao quarant'anni fa. Sono cose che dovrebbero essere tenute in alta considerazione. Invece politica e burocrazia ci ostacolano, la ricerca degli altri va avanti, e tra pochi anni i giganti asiatici ci surclasseranno. Noi rischiamo di scomparire».
E la natalità continua a calare.
«Sì, nel 2018 in Sardegna sono nati circa 9000 bambini, erano 13mila cinque anni fa. La situazione economica influisce ovviamente, ma sono convinto che le donne vogliano prima realizzarsi, studiare, trovare un lavoro, sistemarsi. Poi pensano a riprodursi».
Dunque è un fatto culturale.
«Sì, la donna sarda è la più “anziana” al parto, intorno ai 34 anni. Negli Stati Uniti adesso c'è un'inversione di tendenza, a 23/24 anni si fa il primo figlio, si cerca un'occupazione, lì è facile da trovare, si mette su casa, e poi magari si fa anche il secondo figlio. Tornando a noi, a 40 anni le probabilità di restare incinte sono basse, e allora si ricorre alla procreazione assistita».
Fino a che età è consentita?
«In molte regioni fino a 43 anni, in Sardegna non c'è un limite».
Significa che la fate anche a donne più grandi?
«No, quelle fanno l'eterologa, cioè vengono impiantate uova di donne giovani. Però qui non è autorizzata».
Non è autorizzata?
«No, la precedente Giunta regionale, nel 2014, l'aveva promessa. Stiamo ancora aspettando».
E le sarde vanno in Spagna, dove è legale.
«Già. La precedente Giunta ha anche deciso di finanziare ogni donna che va all'estero con 3500 euro, più viaggio e soggiorno. Hanno stanziato 350 mila euro all'anno, più i fondi per stare fuori il tempo necessario».
La fanno in tante?
«Solo io ne vedo due alla settimana che chiedono il rimborso. Con tutti quei soldi non solo l'avremmo potuta fare qui, ma avremmo anche ristrutturato il nostro ospedale e stabilizzato i precari».
Cosa pensa del fine vita? Una legge è necessaria?
«Io rispetto la scelta delle persone, sono per la libertà e l'autodeterminazione, però ci dev'essere una corretta informazione da parte dei medici. La mancanza di leggi crea disparità tra poveri e ricchi, e non posso accettare che una persona sia svantaggiata a causa della mancanza di soldi. Uno di Milano può andare in Svizzera in treno, noi abbiamo tante difficoltà a spostarci».
Cristina Cossu

A Istanbul nei giorni scorsi, durante il 14° Congresso mondiale di Medicina Perinatale, Giovanni Monni, direttore della Ginecologia del Microcitemico di Cagliari è stato rieletto vice presidente della Wapm (World Association of Perinatal Medicine). Il board è composto da 11 membri tra ginecologi, neonatologi e pediatri, con rappresentanti di Italia, Turchia, Russia, Croazia, Germania, Uruguay, Bosnia, Thailandia, Indonesia, Nigeria e Messico. «Nel mondo ogni anno 585mila donne muiono di parto», spiega Monni, «e 8 milioni di bambini muoiono nel primo anno di vita. Il nostro scopo è ridurre questi numeri, el'informazione e la conoscenza sono essenziali».



3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 settembre 2019 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
AGRICOLTURA. Dimenticato il terribile 2018 anche se sfuma l'obiettivo dei 550mila quintali
L'ANNATA DEL POMODORO NON È IN ROSSO
Primi bilanci Casar: quantità lievemente sotto le attese ma ottima qualità

Dentro, i pelati e le passate rosso fiammante preparate coi pomodori maturati al sole del Campidano. Fuori le etichette ideate dai grafici aziendali che parlano, oltre l'italiano, anche inglese, francese, tedesco, spagnolo e perfino russo (in cirillico) ed ebraico. Da marchio top di nicchia perlopiù locale, la Casar di Serramanna spicca un balzo verso un export che tocca quasi tutto il pianeta. «All'estero siamo in Canada, Brasile, Usa, Regno Unito, Belgio, Francia, Danimarca, Germania, Russia, Corea del Sud, Singapore, Emirati Arabi, Filippine, Giappone, Australia e, ora, anche in Israele», conferma Michel Elias, 52 anni, procuratore Casar.
TROPPO CALDO A LUGLIO. Nello stabilimento dell'azienda acquisita nel 1999 dal Gruppo Isa si lavora a inscatolare e imbottigliare il prodotto (circa 500mila quintali) trasformato nella campagna appena conclusa, durata 35 giorni. I pomodori raccolti nei 500 ettari coltivati tra il Medio Campidano e la piana di Oristano sono stati lavorati da 450 operatori stagionali e 40 fissi.
«È stata una buona annata, se si raffronta con quella catastrofica del 2018, ma non come ci si aspettava», continua Elias. I contratti azienda-produttori parlavano di 550mila quintali da produrre. «Ancora non ci sono i conti precisi, ma quella quantità non è stata raggiunta, a causa di una decina di giorni di caldo anomalo a luglio che hanno ritardato la messa a dimora delle piantine e penalizzato le rese. In compenso la qualità del prodotto è buona».
PATTO CON I COLTIVATORI. Il risultato è che l'offerta non basta. «Non riusciamo a soddisfare tutte le richieste, specie le nuove», interviene Pierluigi Milia, 65 anni di cui 47 passati in Casar. L'azienda raccoglie la sfida e si attrezza. Il patto con i coltivatori è rinsaldato, spiega Milia, «da un contratto che prevede un prezzo al produttore di circa 12,20 euro al quintale, il 30% in più di quanto pagato nella penisola».
Al centro resta la ricerca della qualità: «I coltivatori fanno i trattamenti che noi indichiamo, e il prodotto sul campo è campionato e testato da un fotospettrometro di massa gestito dall'Università di Cagliari. Noi ci mettiamo la professionalità e l'adeguamento delle macchine - conclude Milia - con l'acquisto di un macchinario per preparare i sughi pronti molto richiesti in Israele».
Ignazio Pillosu


4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 settembre 2019 / Agenda (Pagina 17 - Edizione CA)
MEMO
Convegno sul cinema

Venerdì mattina a partire dalle 9.15, nell’Aula Roberto Coroneo della Cittadella dei musei dell’Università, si riuniscono gli studiosi italiani di cinema e formazione per il convegno “Il ruolo dell’Università per la formazione al cinema e all’audiovisivo, realtà e prospettive”. L’iniziativa proseguirà fino a sabato.


5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 settembre 2019 / Agenda (Pagina 17 - Edizione CA)
MEMO
Seminario medico

È in programma oggi il seminario di presentazione dei risultati intermedi che sono stati offerti dal progetto Ibernat Nbl - Identificazione di bersagli molecolari per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per il neuroblastoma. È un’iniziativa promossa da Sardegna ricerche e condotta dal Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Cagliari. L’incontro, aperto al pubblico, si svolgerà nella Cittadella universitaria di Monserrato (blocco A, aula 107) alle 16,30


6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 settembre 2019 / Nuoro (Pagina 31 - Edizione CA)
La proposta
«INTITOLIAMO L'ATENEO ALLA DELEDDA»

Intitolare l'Università di Nuoro a Grazia Deledda. È la proposta lanciata dall'esponente di Fdi, Daniele Maoddi, 41 anni, al commissario del Consorzio per la Promozione degli Studi Universitari nella Sardegna Centrale, Fabrizio Mureddu. «Il 27 settembre ricorre il "compleanno" di Grazia Deledda - ricorda Maoddi - sono trascorsi 148 anni dalla nascita della scrittrice, unica donna ad aver vinto il Nobel per la letteratura e divenuta simbolo di Nuoro e della Sardegna nel mondo. Voglio cogliere questa occasione per chiedere - sottolinea l'esponente di Fdi - perché Mureddu, insieme al comune di Nuoro e alla Provincia, soci fondatori del Consorzio, valutino la proposta di aggiungere al nome e logo "UniNuoro - Consorzio Universitario Nuorese" la dicitura "Università Grazia Deledda"». Un gesto simbolico e un omaggio per la scrittrice nuorese. «Intitolare, anche solo simbolicamente, l'Università di Nuoro a Grazia Deledda - sostiene Moaddi - costituirebbe un nuovo passo verso l'obiettivo primario dello stesso Consorzio che prevede "la realizzazione a Nuoro del terzo polo universitario sardo" ma soprattutto significherebbe unire un nome simbolo nuorese conosciuto in tutto il mondo con le nuove generazioni e la loro formazione». ( f. le.)


7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 settembre 2019 / Nuoro (Pagina 31 - Edizione CA)
Nelle intenzioni del Comune i lavori dovranno concludersi entro il 2024
L'EX MULINO SARÀ CENTRO DI RICERCA
Per il Gallisay e la vecchia Artiglieria pronti 12 milioni di euro

Per l'ex mulino Gallisay arriva il bando di progettazione ed esecuzione del Comune. Segue di pochi giorni quello pubblicato per l'Ex Artiglieria, in viale Sardegna. Quest'ultima è destinata a campus universitario, il Gallisay a nuovo centro didattico e di ricerca per gli studi universitari. Due progetti da quasi 12 milioni di euro ciascuno, finanziati con i fondi provenienti in parte dal bando delle Periferie e in parte da Regione e Piano di rilancio per il Nuorese. Progetti che il comune di Nuoro vorrebbe concludere entro il 2024.
NUOVA IDENTITÀ
Una struttura, l'Ex Mulino, che dovrebbe iniziare a cambiare volto a metà del prossimo anno, dopo una striscia di polemiche infinite. Sul caseggiato in via Grazia Deledda infatti, c'era un vecchio progetto e un finanziamento regionale per adibirlo a Museo delle Identità. Ora invece ci andrà l'università. La Regione ha messo sul piatto 5 milioni e mezzo di euro, come rimodulazione del finanziamento per l'allora Museo, a questi soldi si aggiungono 4 milioni dal Piano di rilancio del Nuorese. Poi ci sono 2 milioni di euro dal bando Nuoro e le Periferie. All'interno verranno realizzati aule e servizi per gli studenti ma anche laboratori in modo da far diventare la struttura un centro di ricerca. Il bando Europeo, prevede una gara di progettazione ed esecuzione, e scadrà tra due mesi.
RILANCIO DEL CENTRO
«Un progetto e una destinazione, quella dell'università al centro, che abbiamo voluto fortemente - rivendica il sindaco di Nuoro Andrea Soddu - Siamo convinti che l'Ateneo nel cuore della città possa rilanciare il centro dove si può ricostruire una comunità di studenti e una nuova socialità. Si tratta di una tendenza comune a tutte le medie città italiane».
UN PARCO CITTADINO
L'ex mulino Gallisay sarà legato a doppio filo anche con l'ex Artiglieria, dopo che il Comune ha chiuso la convenzione con l'esercito che ha trasferito i militari nella nuova caserma di Prato Sardo. Ora nella vasta area di viale Sardegna, al fianco dello stadio Frogheri, è previsto un altro intervento di urbanizzazione importante. Qui, dove inizialmente doveva sorgere il campus universitario, sorgerà invece un parco cittadino polifunzionale e culturale, con strutture sportive e dove comunque sarà presente anche uno spazio adibito solo agli alloggi per gli studenti. In particolare, per l'ex Artiglieria sono disponibili 7 milioni 550 mila euro di cui 3 milioni 850 mila provenienti dal Fondo per lo sviluppo a cui si aggiungono 3,7 milioni di cofinanziamento regionale. Anche in questo caso il bando europeo prevede la consegna entro il 2024.
Fabio Ledda

La Nuova Sardegna

 


LA NUOVA SARDEGNA
8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 settembre 2019 / Sassari - Pagina 17
Corto circuito in un locale seminterrato, l'intervento dei vigili del fuoco ha scongiurato danni gravi
INCENDIO NEL DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA

SASSARI Un incendio che si è sviluppato in un locale del seminterrato del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali e Giurisprudenza dell'Università di Sassari è stato fronteggiato e spento dalle squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale prima che potesse svilupparsi e aggredire gli altri ambienti del polo universitario di via Coppino. L'allarme è scattato poco prima della mezzanotte di martedì. Sono stati alcuni passanti a notare il fumo che fuoriusciva dall'edificio e a dare l'allarme. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco, sul posto anche gli agenti della sezione volante della polizia. I vigili del fuoco sono riusciti a entrare all'interno della struttura dopo avere indossato gli autoprotettori e hanno raggiunto la zona dove si stava sviluppando il fuoco. Le fiamme sono state circoscritte e poi spente. Quindi sono iniziate le operazioni di bonifica e gli accertamenti per stabilire l'origine del fuoco. Secondo le prime valutazione dei tecnici dei vigili del fuoco, l'incendio sarebbe partito da una presa elettrica dove era collegato un computer. I danni sono limitati al materiale custodito in una parte del locale seminterrato. Non sono stati rilevati problemi strutturali. Nessun problema per la biblioteca "Pigliaru" che non è stata in alcun modo interessata dall'incendio (e neppure dal fumo) tanto che ieri mattina il la biblioteca universitaria era regolarmente aperta con la presenza di studenti e addetti.


9 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 settembre 2019 / Agenda di Sassari - Pagina 21
GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE
Oggi incontro al Quadrilatero

SASSARI «Giornata europea delle lingue 2019 - Caffè linguistico. L'importanza delle lingue in Europa». Oggi alle 9.30 nell'aula Mossa & Student Hub del Quadrilatero di viale Mancini si terrà l'evento organizzato dal Centro linguistico di Ateneo & Centro di documentazione europea dell'Università di Sassari in collaborazione con AlaUniss, l'associazione dei laureati dell'università, le associazioni studentesche e la partecipazione attiva dell'istituto professionale per i servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera (Ipsar) di Sassari. L'incontro avrà come focus l'importanza delle lingue nell'università, nella scuola e nel mondo del lavoro in Europa. Gli studenti riceveranno gli ospiti e offriranno un caffè internazionale ai partecipanti.

 

 

Questionario e social

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