UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 22 settembre 2019

Domenica 22 settembre 2019

22 settembre 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
SANITÀ. L'assessore Nieddu difende la riforma
«Ora accorpiamo gli ospedali per salvare Medicina» Businco e Cao verso l'azienda mista
Anche l'opposizione annuncia battaglia

I pediatri hanno espresso «sconcerto e frustrazione» per una decisione «senza né capo né coda» perché dopo anni di difficoltà riuscivano a dare «un'assistenza qualificata puntuale e adeguata alle patologie acute e croniche, alle malattie rare dei bambini e degli adolescenti». I talassemici hanno manifestato «grande preoccupazione» per uno spostamento «deciso dall'alto e senza possibilità di replica».
La ventilata ipotesi di nuova divisione delle diverse strutture del Dipartimento Pediatrico e delle Microcitemie nato nel 2015 dopo l'accorpamento del Brotzu con il Businco e il Cao non convince ed iniziano a emergere le prime richieste di emendamento alla legge di riforma sanitaria che, per ora, ha ottenuto il sì della maggioranza ma deve passare al vaglio degli addetti ai lavori e dell'Aula.
L'ASSESSORE  L'assessore Mario Nieddu si dice «pronto a coinvolgere tutti» ma difende le sue scelte. «C'è una premessa da fare: abbiamo la necessità di tenere aperta la facoltà di Medicina che oggi non rispetta i parametri ministeriali di tre posti letto per ogni studente iscritto al primo anno. Per capire: il Policlinico universitario ne ha 300 in meno e quindi dobbiamo incrementarli. Le possibilità per farlo sono tre, spiega l'assessore: accorpare il Brotzu all'azienda ospedaliero universitaria, seguendo il modello di successo di Sassari, unire solo Oncologico e Microcitemico o tutti e tre. Questa è la strada che io ritengo più utile e che ho sottoposto alla maggioranza, che così ha deciso. Del resto», aggiunge Nieddu, «l'attuale sistema funziona per la pediatria ma al Businco ha creato molti disagi».
«GUARDIAMO LONTANO»  Ma i dirigenti del Dipartimento del Brotzu, della Consulta regionale pediatrica, della Società Italiana di Pediatria e dalle maggiori Società scientifiche di area pediatrica eviterebbero volentieri di ricominciare daccapo replicando i disagi patiti dai medici e soprattutto dai pazienti negli anni scorsi. Secondo Nieddu non sarà così: «Quando è stato fatto l'ultimo accorpamento era tutto da inventare: ora abbiamo percorsi chiari e modelli da seguire. Aggiungo che non sarà l'ennesima riforma provvisoria ma guarderà lontano: io ho il mio lavoro e non ho le pressioni di chi deve intraprendere una carriera politica ed è propenso a cedere ai compromessi».
L'OPPOSIZIONE CONTRARIA  Dai banchi dell'opposizione si annuncia una dura battaglia sulla riforma. «Quella di accorpare il Dipartimento pediatrico e delle Microcitemie all'Azienda ospedaliero universitaria è una decisione senza ne capo né coda, non concertata con nessuno, partorita in ambienti che hanno a cuore solo i propri piccoli interessi e a cui non interessa nulla della salute dei pazienti, in particolare quella dei più deboli», è il parere di Francesco Agus dei Progressisti. «La fusione di Oncologico e Microcitemico con l'ospedale San Michele non si è ancora conclusa. Ha avuto un iter lungo e difficile, come necessariamente è l'organizzazione dell'ospedale più importante della Sardegna. Qualcosa, è evidente, è da correggere, ma riiniziare l'iter da capo, come prevede la bozza Nieddu, è una follia ed equivarrebbe a buttare il bambino con l'acqua sporca. In commissione e in consiglio faremo le barricate». (f. ma.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
IL PERSONAGGIO. Gli studi della scienziata cagliaritana Rosa Santa Cruz«
A LONDRA CREIAMO IL FUTURO»
Con la medicina rigenerativa il corpo impara a guarire da solo

Due lauree in tasca (in Scienze naturali e in Medicina), quando è arrivata a Londra per un corso di aggiornamento, ha capito che il suo futuro non poteva che essere nella capitale britannica. Perché Rosa Santa Cruz, cagliaritana, 46 anni, sta costruendo, insieme a tanti ricercatori («Moltissimi italiani, sparsi per il mondo», puntualizza), il futuro della medicina. La definizione è sconosciuta ai più, “medicina rigenerativa”. Ma promette di essere rivoluzionaria. «Si parte», spiega, «dal presupposto che il corpo ha la capacità di guarire autonomamente». Come capita, per esempio, quando ripara una ferita o quando “cura” un raffreddore. «Partendo da quel presupposto, cerchiamo di capire, nelle malattie croniche, perché il corpo non le riconosce più come patologie». E, dunque, perché non attiva le sue capacità di autorigenerazione.
LA CARRIERA  Dopo le due lauree ottenute entrambe all'Università di Cagliari, Santa Cruz, proveniente da una famiglia legata al mondo della sanità (è, in parte, ancora proprietaria della clinica di via Scano), ha ottenuto il dottorato in Scienze forensi alla Cattolica di Roma e, grazie a una serie di borse di studio ottenute per la qualità dei suoi lavori, ha seguito corsi di specializzazione in Spagna e negli Stati Uniti. Prima di fermarsi a Londra. «Ho sempre avuto grande interesse verso l'innovazione in medicina e la ricerca scientifica». Passando spesso dalla teoria alla pratica. «Sono stata la pioniera del palloncino intragastrico per consentire la perdita di peso agli obesi». La novità? «Il fatto che viene inserito non chirurgicamente ma, con una tecnica non invasiva, con la deglutizione». I “ferri” sembrano essere i suoi grandi nemici. «Ho lavorato anche su una procedura per trattare le emorroidi senza chirurgia».
LA SCOPERTA  Il passaggio alla medicina rigenerativa è stato quasi un passo obbligato. Perché, appunto, comporta interventi non invasivi. «E perché questo approccio punta a riattivare i normali processi di autoriparazione». Nonostante si sia nella fase sperimentale, arrivano risultati sorprendenti: funziona, per esempio, una terapia auricolare fatta con campi magnetici a bassa intensità. Una terapia lampo (dura appena 15 secondi) usata, tra gli altri, su una paziente affetta da sclerosi multipla. «Questa ragazza aveva il piede bloccato verso l'interno: dopo la terapia, è tornato nella sua posizione naturale». Il meccanismo è simile al reset che viene fatto quando un computer si blocca.
LA TERAPIA  Tecniche non invasive. Ma anche minimamente invasive, come iniezioni localizzate o infusioni sistemiche di emoderivati e di derivati delle cellule staminali. «Soprattutto, in quest'ultimo caso, siamo lavorando su una tecnologia molto avanzata che viene testata a Oxford e a Los Angeles. Utilizziamo i derivati delle staminali e, quindi, riduciamo ulteriormente gli eventuali effetti collaterali».
LE PATOLOGIE  La definizione, medicina rigenerativa, fa subito pensare alla medicina estetica. «In effetti, si può intervenire anche su questo, per bloccare, nella fase iniziale, la caduta dei capelli o ringiovanire la pelle. E viene utilizzata anche per curare le disfunzioni erettili». Ma, soprattutto, si occupa di patologie ben più gravi, come la malattie degenerative e croniche. In questa fase, per esempio, si interviene sull'Alzheimer. «Ma non è il caso di alimentare illusioni: per ora, non può considerata una terapia risolutiva ma viene affiancata alla medicina tradizionale».
IL FUTURO  Intanto, la medicina rigenerativa ha già un vantaggio: evita gli effetti collaterali. «Non a caso, le industrie farmaceutiche non mostrano grande interesse verso questo approccio». Il difetto? Per il momento, si tratta di terapie molto costose. «I nostri pazienti sono attori di Hollywood o calciatori». Persone che possono spendere 40 mila sterline a seduta. Ma, prima o poi, i prezzi scenderanno. E le terapie saranno alla portata di tutti. Anche in Sardegna con Rosa Santa Cruz? «Se potessi portare qualcosa di utile nella mia terra, sarei ben felice. Ma per ora non mi sembra che ci siano i presupposti».
Marcello Cocco

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Caduceo d'Oro alla docente

Anna Maria Fadda, direttrice del dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università di Cagliari, ha ottenuto il Caduceo d'Oro: si tratta del massimo riconoscimento attribuito dagli Ordini dei Farmacisti alle personalità che si sono distinte nell'ambito della sanità. Il prestigioso premio verrà conferito alla docente oggi, all'Horse country di Arborea, durante il convegno “Il farmacista: sviluppo professionale e politica istituzionale della Fofi”, organizzato dagli ordini provinciali della Sardegna dei Farmacisti, con la partecipazione del Comitato centrale della Fofi (Federazione degli ordini dei farmacisti italiani).

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Prima Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
FORMAZIONE
Cibo, giovani a lezione di marketing

Che il marketing modifichi la nostra percezione dei prodotti è noto. Del resto, è esattamente il suo obiettivo. Con il cibo, però, il successo di questa strategia è ancora più evidente. La Sardegna ha un patrimonio sconfinato di piatti e prodotti in grado di coccolare tutti e cinque i sensi. Nonostante ciò, secondo quanto rilevato da uno studio dell'università di Cagliari, il settore agroalimentare soffre ancora il limite di non riuscire a promuovere adeguatamente e soprattutto “vendere” quanto di buono e di genuino viene prodotto. Per questo motivo la Fondazione “Centro professionale europeo Leonardo”, con l'Unione dei Comuni “Parte Montis” e l'associazione Borghi autentici d'Italia organizza la seconda edizione de “La Bottega dei Sapori”, un percorso di formazione gratuita di 600 ore sul marketing e il web marketing del settore agroalimentare, finanziato dalla Regione. Quaranta posti disponibili per giovani under35 e neet, per la sede di Cagliari. Per iscriversi c'è tempo sino all'11 ottobre prossimo. Dopo il superamento di un esame, gli allievi riceveranno un attestato di riconoscimento valido a livello europeo. Per informazioni, www.cpeleonardo.it.

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Provincia di Oristano (Pagina 40 - Edizione CA)
MOGORO. Consegnato un assegno a Luca Pitzalis, Luna Piras e Andrea Ariu
L'amministrazione comunale premia i tre neolaureati più meritevoli

L'amministrazione comunale di Mogoro ha assegnato i riconoscimenti agli studenti della cittadina che si sono laureati nel 2018 con il massimo dei voti durante una cerimonia svolta nel chiostro del centro polifunzionale. Tre giovani selezionati con un bando di concorso del Comune, che ha messo in palio 4.500 euro. Primo Luca Pitzalis, 25enne laureato in informatica all'Università di Cagliari; a lui un assegno di duemila euro. Per Luna Piras, seconda, 1.500 euro e una laurea in Scienze della formazione primaria sempre a Cagliari. Terzo Andrea Ariu, laurea in Economia manageriale amministrazione finanza e controllo ancora a Cagliari e un assegno di mille euro. Alla cerimonia ha partecipato anche il regista Enrico Pau, che ha sottolineato l'importanza dello studio e della conoscenza. I tre ragazzi hanno raccontato il loro percorso universitario, la fatica e l'impegno, i loro desideri e le aspettative. Luca Pitzalis: «È stato un premio importante, perché è la dimostrazione che il paese crede nei suoi giovani. Il premio mi sarà d'aiuto per l'acquisto di attrezzatura di lavoro, che nel mio campo diventa vecchia dopo pochi anni».
Antonio Pintori

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Speciale (Pagina 3 - Edizione CA)
Le donne sarde
non fanno figli?

Figli? No grazie. Sono tante le ragioni per cui sempre più donne scelgono di rinunciare alla maternità. Tendenza testimoniata in Sardegna da un primato a livello nazionale: il numero medio di figli per donna è di 1,07. Le neo mamme sarde si aggiudicano la testa della classifica anche per l'età: 32 anni e mezzo, in media, quando mettono al mondo il primo figlio.
Il fenomeno della denatalità ha molteplici cause. Tra queste quelle culturali ed economiche sembrano le principali, ma il caso sardo sembra suggerire qualche ulteriore riflessione.
Ad accogliere la sfida di un'indagine a tutto campo per comprendere più a fondo le ragioni che incidono sulla scelta di diventare o meno genitori è Cristina Cabras, 55 anni, docente di psicologia sociale all'Università di Cagliari. A luglio, sotto la sua direzione, ha preso il via il progetto di ricerca dal titolo “Diventare o non diventare genitori”, finanziato dalla Fondazione di Sardegna. Uno studio, su scala regionale, con l'obiettivo di indagare i fattori che determinano questa decisione.
«Lavorando con i giovani, mi è capitato di affrontare questo tema e di chiedere se nel loro progetto di vita prevedessero di diventare genitori. Spesso la reazione è di sorpresa e stupore: non solo non è previsto che lo diventino, non è previsto neppure che ci pensino. Non si pongono neppure il problema, non considerano quella dimensione di vita da inserire in un progetto esistenziale».
Per la studiosa il caso sardo sembra evidenziare alcune peculiarità: «Non sappiamo se esiste realmente una specificità, ma certo il livello di autonomia e indipendenza delle donne rispetto ad altre regioni le porta ad avere una maggiore consapevolezza, complice un elevato tasso di istruzione. Va detto che oggi concetti come coppia, sessualità e genitorialità non vanno più di pari passo, ma sono elementi disgiunti l'uno dall'altro. Il tema della precarietà in un mercato del lavoro sempre più flessibile contribuisce inoltre a determinare una fragilità dell'identità sociale degli individui. Le donne poi sono consapevoli che ancora oggi il carico familiare e di responsabilità genitoriale non è equamente distribuito e questo significherebbe rinunciare alle proprie aspirazioni professionali».
Aderire alla ricerca è semplice, basta compilare il questionario disponibile al seguente indirizzo: http://lime.unica.it. «Possono partecipare uomini e donne residenti in Sardegna dai 18 in su. In particolare siamo interessati a studiare la fascia dei giovani tra i 18 e i 35 anni. Ma sarà importante analizzare anche le altre fasce d'età, per rilevare le differenze su come si strutturano le scelte tra le diverse generazioni». Al momento sono stati già compilati mille questionari, ma si punta ad un campione di almeno duemila unità. Fatevi avanti!
Cinzia Isola

 

7 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Speciale (Pagina 34 - Edizione CA)
Il suggerimento ai proprietari
I proprietari di immobili che decidono di affittare una stanza agli studenti possono ottenere degli sconti fiscali, che poi si riflettono positivamente anche sugli stessi locatari. Si tratta di agevolazioni previste per le locazioni a canone agevolato, inserite in Accordi territoriali, per favorire gli affitti a studenti, e stipulati dalle associazioni dei proprietari Apci-Federproprietà con Confedilizia e i sindacati inquilini Sunia e Sicet.
Chi opta per la tassazione con cedolare secca, può usufruire di un'aliquota ridotta al 10%, anziché al 21%. In alternativa, con la tassazione ordinaria, l'imponibile Irpef sarà del 66%, anziché il 100%, sul canone annuo in dichiarazione dei redditi. Per quanto riguarda la riduzione Imu e Tasi, le aliquote sono «ridotte del 25% - precisa in una nota Stefano Tolu, presidente Apci-Federproprietà - sugli immobili affittati a studenti universitari con contratto agevolato. Per i contratti a studenti universitari, se residenti oltre 50 chilometri dall'università, le famiglie potranno recuperare fino a 2.633 euro come detrazione fiscale, in sede di dichiarazione dei redditi».
Questo tipo di contratto dovrà essere sottoscritto utilizzando solo l'apposito modello, disponibile nelle sedi delle associazioni dei proprietari e degli inquilini. Per poter essere valido a tutti gli effetti, il documento dovrà essere sempre registrato. Punito severamente chi stipula contratti in “nero”.
Eventuali chiarimenti possono essere richiesti rivolgendosi alla sede di Cagliari dell'associazione, in piazza Giovanni XXIII 62, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 o il pomeriggio dalle 16 alle 19.30, oppure per telefono allo 070.492235. ( e. b.)

 

8 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Regione (Pagina 6 - Edizione CA)
Pigliaru: così si favoriscono le altre regioni
Aerei, le nuove tasse non piacciono: «Deroga per l'Isola»
L'ipotesi: rincaro sui voli per salvare l'ambiente
L'assessore Todde: «Sardegna discriminata»

Tassare i biglietti aerei per proteggere l'ambiente e finanziare con il gettito la ricerca scientifica e altre iniziative: il Governo potrebbe imporre una nuova addizionale da 1 euro per i voli nazionali, dopo che Germania e Svizzera hanno aperto la strada e l'idea sembra non dispiacere sul fronte dell'Unione europea. Il fine è nobile, gli effetti - almeno per l'Isola - un po' meno: «Una ulteriore tassa sui trasporti aerei avrebbe effetti disastrosi. Oltre ai maggiori costi per i sardi, verrebbe penalizzato anche chi viene da fuori per vacanze o lavoro», attacca Giorgio Todde, assessore regionale ai Trasporti. Non a caso la Giunta sta lavorando a una continuità territoriale senza differenze di prezzo per residenti e turisti.
PRESSIONE  Una nuova tassa andrebbe ad allungare un elenco che è già da record: la pressione di addizionali e contributi vari incide per oltre il 40 per cento del prezzo complessivo del biglietto (fino al 44 per cento nel caso dei voli in partenza da Fiumicino). Nel calderone finiscono i diritti aeroportuali, la sicurezza degli scali, il controllo dei bagagli, le imposte per i Comuni e perfino un rincaro di un euro a biglietto per ripagare i debiti di Roma Capitale. Un volo Fiumicino-Cagliari costa 77 euro, di cui 34 solo di tasse. Il riconoscimento della condizione di insularità potrebbe essere la chiave di una deroga per la Sardegna: «Il rispetto dell'ambiente e il finanziamento delle attività degli atenei sono due fattori importanti. L'Isola però non ha alternative agli aerei: saremmo discriminati. Per questo è importante che sia riconosciuta l'insularità: è una battaglia che sta affrontando tutto il centrodestra e anche noi la sposiamo», spiega l'assessore leghista.
REGOLE DA CAMBIARE  Un eventuale provvedimento del Governo rischia di incidere sull'Isola molto di più che nel resto d'Italia: i sardi - statistiche alla mano - volano circa il doppio rispetto alla media italiana. Perché sono obbligati. Ecco perché anche l'ex governatore Francesco Pigliaru, che certo non è insensibile alla difesa dell'ambiente e ai cambiamenti climatici, definisce «giusto» il percorso già scelto dalla Germania e ipotizzato dall'esecutivo nazionale, ma chiede «una deroga per le isole». Su Facebook, spiega: «Se crescono i costi dei biglietti aerei, aumenterà l'uso di mezzi meno inquinanti. Quelle tasse non servono per fare gettito, ma per incentivare comportamenti virtuosi dei consumatori. Per noi invece non c'è “sostituibilità”, la tassa colpirebbe in pieno il costo del viaggio, data l'assenza di alternative. La Puglia si prenderà un sacco di turisti che altrimenti avrebbero scelto la Sardegna. L'insularità è un problema da gestire con molta attenzione».
IN CONSIGLIO  Ma l'idea di aumentare la pressione sul trasporto aereo non è nuova. Nella scorsa consiliatura Valter Piscedda (Pd) presentò una proposta di legge che andava in questa direzione, anche se con qualche differenza: «Il mio testo puntava a tassare le compagnie sulla base dei voli effettuati, e non i passeggeri. Il concetto è: chi inquina paga. Con i soldi raccolti i Comuni potrebbero finanziare vari interventi. A Elmas c'è un problema che riguarda l'ambiente, il rumore è costante. Sappiamo che i nostri ragazzi stanno peggio degli altri. Faccio un esempio: a volte è sufficiente mettere i doppi vetri in casa, ma chi paga tutto questo? Ecco: questo secondo me deve essere un compito dei vettori, che guadagnano dal traffico aereo». Roberto Li Gioi (M5S) è favorevole a una tassa di scopo: «Se la finalità è la salvaguardia dell'ambiente, può essere sopportata. Un euro non fa la differenza. Certo: la questione va affrontata in modo più ampio: se ne deve tener conto quando si discuterà la continuità territoriale. Sotto questo punto di vista, la Giunta è già in ritardo».
Michele Ruffi

 

9 - L’UNIONE SARDA di domenica 22 settembre 2019 / Spettacoli (Pagina 49 - Edizione CA)
PREMIO SOLINAS/1. Ieri notte le assegnazioni dei riconoscimenti
Il cinema premia i nuovi talenti
Alla Maddalena si guarda al futuro
Miglior soggetto: Strippoli, Del Giudice, Tissone. Serie tv: Toto

Sono parole su carta, soggetti, scalette, sceneggiature pronte a diventare immagini in movimento. Ma il cinema è un'arte composita, necessita di un budget per diventare realtà. Dal 1985, il Premio Solinas è la manifestazione più importante in Italia per il sostegno ai giovani talenti che si vogliono affacciare al mondo della scrittura filmica. Ieri sera, in piazza Umberto I a La Maddalena, sono stati decretati i vincitori delle sue categorie. Il Premio Franco Solinas Miglior Soggetto è andato a “L'angelo Infelice” di Paolo Strippoli, Jacopo Del Giudice e Milo Tissone; vince il Premio Solinas Experimenta Serie, in collaborazione con Rai Fiction, “Cabala” di Francesco Toto; vincono ex-aequo il Premio Solinas Miglior Documentario per il Cinema, in collaborazione con Apollo 11, “Non è Roma” di Virginia Eleuteri Serpieri e “Se non mi Odi non mi Ami” di Gianandrea Caruso. Novità di questa edizione, la Menzione speciale al miglior progetto in fase di sviluppo, assegnato a “Elastici” di Luca Giordano.
DEDICATO A FRANCO  Il Premio Solinas, tornato da due anni nella sua sede naturale a La Maddalena, nacque come omaggio a uno dei più grandi sceneggiatori del Secondo dopoguerra, Franco Solinas (Cagliari, 1927; Fregene 1982) - autore di capolavori come “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo o “Salvatore Giuliano” di Gianfranco Rosi - che fu sempre intimamente legato a quest'isola oltre l'Isola.
I LABORATORI  In un ambiente paradisiaco, negli spazi storici della cittadina come i Magazzini Ex-Ilva, perfettamente integrato nel territorio e con la comunità locale, il Premio, dal 19 settembre a stamani, ha ospitato il meglio del panorama italiano fra produttori, autori, sceneggiatori e registi pronti ad aprirsi e a mettersi in gioco. Si respirava un'aria elettrica, carica di creatività e occasioni, nella sala all'aperto del ristorante Zio Antò, sull'istmo sospeso fra due mari di Punta Tegge, durante i laboratori di alta formazione e i pitch in cui i giovani finalisti mettevano alla prova le loro idee di fronte a giurati e produttori, in cerca di preziosi consigli per canalizzare al meglio le energie per intraprendere un percorso nell'industria cinematografica, documentaristica e della serialità televisiva. «Il Premio Solinas rappresenta un laboratorio permanente attivo tutto l'anno, che non si limita ai premi in denaro ma segue a lungo i talenti selezionati. È stato vitale per il ritorno sull'Isola la collaborazione con le Università di Sassari e Cagliari e il coinvolgimento diretto degli studenti, sia nell'organizzazione che come partecipanti alle masterclass e ai laboratori tenuti dal regista oristanese Peter Marcias», sottolinea Annamaria Granatello, direttore artistico, presidente e anima instancabile della manifestazione. «Il cinema è infatti un sistema che può essere forte solo se tutti gli attori in gioco collaborano fra di loro e si parlano», le fa eco Nevina Satta, direttrice della Sardegna Film Commission, che sostiene l'evento insieme a Mibac, Regione Sardegna, Regione Lazio e Siae.
UNO SGUARDO ALLE SERIE  Momento chiave del Premio, la tavola rotonda che si è tenuta tra venerdì e sabato a partire dal centro storico de La Maddalena: «Sono le storie il motore dell'industria audiovisiva», che ha visto prendere la parola produttori come Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya (“Gomorra”-la serie), sceneggiatori di primo piano quali Stefano Sardo, Ludovica Rampoldi e Salvatore De Mola, e ancora Francesca Cima, presidente Produzioni Anica, il grande regista americano Michael Hoffman (“Un giorno… per caso”) e tanti altri. Sono emerse da un lato le esigenze degli sceneggiatori di essere più coinvolti nell'insieme del processo realizzativo filmico, dall'altro le necessità dei produttori di inserirsi nel mercato senza rinunciare alle idee più innovative. Si è parlato dell'importanza di sviluppare maggiormente i generi senza dimenticare di lasciare spazio alle sperimentazioni, in un momento di passaggio segnato dall'ingresso sulla scena mediatica delle grandi piattaforme come Sky, Amazon e Netflix.
Luca Mirarchi


 

La Nuova Sardegna

 


LA NUOVA SARDEGNA
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 22 settembre 2019 / Sassari - Pagina 21
Protocollo di intesa tra Municipale, Dadu, Scienze mediche e Tamalacà
UNIVERSITÀ E POLIZIA LOCALE  PATTO PER L'ACCESSIBILITÀ
Raccoglieranno e studieranno dati su strade, servizi e abitudini dei cittadini

di Giovanni Bua
SASSARI Un'alleanza per creare insieme ricerche e studi, piani e programmi per migliorare l'accessibilità e la sicurezza stradale con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili. È quella messa in campo dalla polizia municipale, dal dipartimento di Architettura e da quello di Scienze Mediche dell'università di Sassari, e da Tamalacà, l'impresa spin-off sostenuta dall'Ateneo che ha portato avanti nel corso degli ultimi anni diversi progetti di ricerca e sviluppo (particolarmente creativi) legati al tema della promozione della sicurezza e dell'autonomia di movimento in ambito urbano dei soggetti più svantaggiati. Alleanza suggellata da un protocollo d'intesa, il cui schema è stato approvato da una delibera di giunta dei giorni scorsi. L'idea nasce dal fatto che Dadu, Medicina e Tamalacà hanno manifestato in varie occasioni l'interesse a collaborare con la polizia municipale e, in particolare, con i servizi e gli uffici impegnati nella raccolta e elaborazione delle informazioni sulla sicurezza, l'accessibilità e la qualità ambientale di spazi, funzioni e servizi della città e sui comportamenti dei cittadini e le pratiche d'uso ricorrenti sull'intero ambito urbano. Dati preziosi, che gli uomini guidati dal comandante Gianni Serra metteranno a disposizione per definire insieme strategie e strumenti operativi per il miglioramento esteso delle condizioni di vita nella città. Con ciascuna della parti che, a titolo volontario e gratuito e ciascuna per il proprio ambito di competenza, lavoreranno per attività di studio, ricerca e analisi, cercando in particolare il potenziamento dell'accessibilità, la garanzia di condizioni di sicurezza e comfort nell'uso degli spazi e dei servizi della città e la riduzione delle situazioni di degrado ambientale, fisico e sociale e di disuguaglianza nella partecipazione alla vita organizzata. L'accordo durerà fino al 2021, e ha anche l'obiettivo di favorire esperienze lavorative di studenti e neo-laureati con l'attivazione di progetti di tirocinio finalizzati allo svolgimento di specifiche attività, approfondimenti tecnico-scientifici, studi e trasferimenti di conoscenze.

 

 

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