UniCa UniCa News Rassegna stampa Domenica 15 settembre 2019

Domenica 15 settembre 2019

15 settembre 2019

La Nuova Sardegna

 


LA NUOVA SARDEGNA
 
 

1 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 settembre 2019 / Sardegna - Pagina 3
La Regione entra nel circuito: per versare tasse, sanzioni e rette basta un click
I PAGAMENTI CON PAGOPA: RIVOLUZIONE DIGITALE AL VIA

di Silvia Sanna
SASSARI La retta della scuola, il bollo auto, la sanzione ambientale, la licenza di pesca. Sono solo alcuni esempi dei vari pagamenti elettronici che potranno essere effettuati dal sito della Regione attraverso il servizio PagoPa. Si parte domani, con l'obiettivo di allargare in tempi molto rapidi la platea di enti e aziende aderenti. Il meccanismo è molto semplice e garantisce assoluta sicurezza e tracciabilità dei pagamenti effettuati, con la possibilità di visualizzare lo storico dei versamenti alle pubbliche amministrazioni che già sono entrate a fare parte del circuito. L'iniziativa è stata portata avanti dalla direzione generale degli Affari generali. Anche la Sardegna si adegua in questo modo al piano nazionale dell'Agid, Agenzia per l'Italia digitale, alla quale sino a questo momento hanno aderito circa 20mila amministrazioni, pari a oltre il 73 per cento del totale.
IL SERVIZIO. Nato un anno fa, ha avuto una evoluzione e diffusione molto rapide. Ora PagoPa, servizio previsto dal Codice dell'amministrazione digitale, si trova già nel sito della Regione (https://pagamenti.regione.sardegna.it) integrato con quello di autenticazione Spid, con la tessera sanitaria - Carta nazionale dei servizi, con lo Sportello unico dei servizi e con il sevizio Digital Buras. A breve è prevista l'integrazione con la piattaforma Sibar, che gestisce i principali servizi informatici dell'amministrazione regionale. L'utente ha infatti due possibilità: effettuare pagamenti "spontanei" senza necessità di autenticazione, oppure eseguirli attraverso l'eccesso autenticato, con un'unica identità digitale che garantisce standard massimi di sicurezza e tutela della privacy.
QUALI PAGAMENTI. Molto soddisfatta per l'avvio nelle prossime ore dell'iniziativa è l'assessora regionale degli Affari generali Valeria Satta. «Questo progetto - spiega - offre ai cittadini la possibilità di pagare direttamente, in maniera semplice, standardizzata ed affidabile, tributi, tasse, utenze, rette, quote associative, bolli e qualsiasi tipo di versamento verso le pubbliche amministrazioni». Al momento gli enti coinvolti sono una minima percentuale e si tratta soprattutto di Comuni: «L'obiettivo è inserirli tutti, così che il servizio di pagamenti digitali interessi tutte le pubbliche amministrazioni. Ma non solo: il servizio sarà esteso anche alle aziende a partecipazione pubblica, scuole, università, e comparto sanità». Quando il PagoPa sarà completato, il cittadino avrà a disposizione un'unica piattaforma allargata sulla quale procedere a tutti i tipi di pagamenti usufruendo di un circuito standardizzato che garantisce massima sicurezza e tracciabilità a garanzia di debitore e creditore».
SI PARTE. Comuni di piccole dimensioni ma anche centri più grossi hanno già dato l'ok e sono stati inseriti nel circuito. In totale gli enti coinvolti sono 35: a parte Laore, Ersu Cagliari e consiglio regionale, ci sono i Comuni di Banari, Baradili, Barumini, Cargeghe, Dorgali, Elmas, Escalaplano, Galtelli, Guspini, Marrubiu, Olbia, Padria, San Basilio, Sant'Andrea Frius, Segariu, Senis, Serrenti, Siamaggiore, Siapiccia, Siddi, Sini, Siris, Suelli, Tempio, Tissi, Tramatza, Turri, Uras, Usellus, Villanovaforru, Zeddiani. «Stiamo lavorando per promuovere una Sardegna digitale sempre più vicina al cittadino - aggiunge l'assessora Valeria Satta - con un sistema semplice e trasparente alla portata di tutti».
I DATI NAZIONALI
Il boom: operazioni per 6 miliardi

Il dato più recente è di appena due settimane fa: il 31 agosto l'Agenzia per l'Italia digitale ha pubblicato i numeri dei pagamenti elettronici alle pubbliche amministrazioni, negli ultimi 12 mesi cresciuti da 1 a 6 miliardi. Se manterranno questa progressione, in due anni, potrebbero raggiungere i 50 miliardi. Il progetto è cresciuto in maniera rapidissima in seguito all'introduzione dell'obbligo di abolire il contante nelle transazioni con lo Stato e le sue propaggini. Divieto che sta andando a regime attraverso il moltiplicarsi delle amministrazioni che aderiscono al PagoPa, e agli operatori di mercato, banche, specialisti dei pagamenti e delle transazioni digitali che si stanno attivando anche loro.Gli enti aderenti a PagoPa sono oltre 20.000, di cui 14.000 già attivi. L'elenco è molto variegato: dall'Agenzia del Farmaco, agli ordini professionali, case di riposo convenzionate con il servizio sanitario nazionale, scuole, università, aziende sanitarie. Si allunga anche quello degli intermediari, sono circa 400, che forniscono ai cittadini i mezzi per pagare elettronicamente: oltre alle banche, ci sono gli specialisti, come gli istituti di pagamento.PagoPa rappresenta un grosso vantaggio per le pubbliche amministrazioni perché i pagamenti vengono accreditati in tempo reale, vengono correttamente rendicontati e di conseguenza può immediatamente essere rilasciato al cittadino la quietanza con valore legale.Per un cittadino, pagoPA permette di scegliere il metodo di pagamento tra i diversi a disposizione, a seconda delle comodità e del livello di digitalizzazione. È possibile pagare tramite: carta di credito addebito in conto oppure il più classico bollettino postale.

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 15 settembre 2019 / Attualità - Pagina 12
L'idea di ritoccare il meccanismo "light" che si applica su massimo cinque anni
RISCATTO LAUREA, SI AMPLIA LA PLATEA

di Silvia Gasparetto
ROMA Ampliare ancora di più le possibilità di riscattare la laurea con lo sconto. Con l'apertura ufficiale del cantiere della manovra, e le prime riunioni previste già in avvio della prossima settimana, iniziano a spuntare nuove proposte accanto ai due pilastri della prossima legge di Bilancio, che rimangono il blocco degli aumenti dell'Iva e un primo taglio del cuneo per i lavoratori. Migliorare il meccanismo del riscatto light degli anni di studio universitario è solo uno dei desiderata che la nuova maggioranza, composta da M5S, Pd e Leu metterà sul tavolo del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Che, certo, ha annunciato una manovra espansiva ma dovrà fare i conti, come ogni anno, con le (scarsissime) risorse disponibili. Il riscatto low cost, fanno però notare fonti di governo, ha riscosso un buon successo, facendo registrare un boom di domande (oltre 30 mila), superando in soli 4 mesi le richieste di tutto il 2018. Al momento può accedere all'agevolazione chi ha iniziato a lavorare, e quindi a versare contributi (almeno un contributo deve essere all'Inps), dopo il 1996, e ha dei «buchi» fino all'entrata in vigore del cosiddetto Decretone (29 gennaio 2019), che ha introdotto la misura a inizio anno. Si possono riscattare fino a 5 anni, anche non consecutivi, pagando 5.239,74 euro per ciascun anno in una sola volta o in 120 rate mensili. Dal percorso low cost sono esclusi gli anni di università fuori corso e quelli precedenti al 1996. Ma restano fuori anche gli studenti-lavoratori, che abbiano svolto attività o lavoretti in regola durante gli studi (e quindi hanno contributi versati in quegli anni). I conti di quanto costerebbe questo intervento sono ancora da finire, quindi al momento non si può dare per certo un intervento in questo senso. Ma di sicuro ci sarà pressing da parte delle forze politiche per insistere su questa misura (il riscatto vale sia ai fini degli anni di contribuzione sia per il calcolo dell'assegno pensionistico). Il nodo delle pensioni, insomma, resterà centrale, nonostante l'esecutivo abbia già chiarito che non si toccherà, se non in modo marginale, la principale novità del 2019, l'uscita anticipata con Quota 100. Anche i sindacati, che giovedì torneranno a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e avranno un primo confronto con il nuovo «guardiano dei conti» Gualtieri, premono perché si ritorni sull'argomento, ma ripartendo dalle categorie più svantaggiate. Non solo i più giovani, che rischiano di avere carriere discontinue e future pensioni magrissime, ma anche le donne che, fa notare la Cisl, stando ai primi numeri su Quota 100 fanno fatica a sfruttare questo canale. C'è poi il tema dell'Ape social, che secondo i sindacati andrebbe resa strutturale, e dei lavori gravosi, per i quali era stata avviata una commissione ad hoc nella scorsa legislatura (poi mai ripresa).

Questionario e social

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