Domenica 4 agosto 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 agosto 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 agosto 2019 / Economia (Pagina 20 - Edizione CA)
L'INDAGINE. Milano è la sede universitaria con le tariffe più salate d'Italia, segue Roma
CASE PIÙ CARE PER GLI STUDENTI FUORI SEDE
La fotografia di Solo Affitti: a Cagliari 250 euro per una stanza singola

Non si fermano gli aumenti degli affitti universitari. Secondo una rilevazione del network specializzato Solo Affitti, dopo il +4% registrato lo scorso anno, in Italia nel 2019 i canoni di locazione delle camere singole sono cresciuti del 6%. La Sardegna non fa eccezione, anzi.
Cagliari è una delle città dove si registra uno degli aumenti maggiori degli affitti degli appartamenti: 20 euro in più, l'incremento medio registrato. «Per una camera singola», spiega Isabella Tulipano, dell'Ufficio studi di Solo Affitti, si pagano mediamente 312 euro al mese, contro i 218 euro a persona richiesti per un posto letto in doppia.
I prezzi di queste stanze sono in costante aumento soprattutto nelle grandi città, dove i canoni medi delle singole sono più alti, inducendo talvolta gli studenti a ripiegare sulla condivisione della camera».
LE TIPOLOGIE DI CONTRATTO
I contratti a canoni calmierati non sono riusciti a fermare la crescita dei prezzi degli affitti, ma, secondo Solo Affitti, funzionano dove i prezzi non sono troppo elevati e dove gli accordi tra associazioni di proprietari e inquilini siano stati «rinnovati di recente o risultino comunque sufficientemente allineati ai valori di mercato degli affitti».
LE STANZE SINGOLE
Con un canone medio di 575 euro mensili, Milano si conferma la città italiana dove si paga di più per affittare una stanza. A Roma (400 euro al mese), nonostante i canoni siano cresciuti di circa 20 euro. A Torino gli studenti pagano circa 360 euro al mese per una camera, a Cagliari per una singola occorrono in media 250 euro.
PREFERENZE DEGLI STUDENTI
Nella ricerca dell'alloggio gli studenti privilegiano la vicinanza alla facoltà (62,3%) e, a pari merito, un'adeguata presenza di mezzi pubblici. Solo Affitti ha rilevato che, soprattutto nelle città dove il costo dei posti letto è più elevato, gli studenti sono ancor più quest'anno rispetto al passato disposti a rinunciare alla vicinanza alla sede universitaria per una casa meno costosa ma ben collegata alla facoltà con i mezzi pubblici. «Tra gli optional», conclude Tulipano - oltre a un arredamento moderno e confortevole, è prioritaria la dotazione di wi-fi».

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 agosto 2019 / Agenda (Pagina 26 - Edizione CA)
MEMO
Servizi universitari

Lo sportello di counseling psicologico resterà chiuso per ferie nel periodo dal 12 al 25 agosto. Le richieste d’accesso al servizio pervenute durante la pausa estiva potranno quindi essere accolte a partire dal prossimo 26 agosto.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
QUADERNI CAMILLERIANI
È online l’ottavo numero della collana coordinata da Giuseppe Marci dedicata all’opera
dello scrittore scomparso Andrea Camilleri

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 agosto 2019 / Speciale (Pagina 8 - Edizione CA)
Con Cristian Chironi e Andrea Galvani
è tutta una questione di “Curvature” 

Già il titolo, “Curvature”, sprigiona una certa attrazione. Somma in sé cose visibili e invisibili. Attira perché tutto ciò che abbatte gli spigoli è buono e giusto. Tutto ciò che apre, che include, lo è. «La curva è la linea di Dio», ha professato quel genio di Gaudí. La doppia personale di Cristian Chironi e Andrea Galvani, a cura di Efisio Carbone, proietta la galleria Macca di Cagliari (via Lamarmora 136, fino il 24 settembre) nel suo quarto compleanno, quattro anni diretti con competenza e fiuto da Claude Corongiu, con un'offerta da galleria internazionale.
I DUE PROTAGONISTI
Due artisti di vaglia, Chironi (Nuoro 1974, cittadino del mondo) e Galvani (Verona 1973, vive e lavora fra New York e Città del Messico), per un intervento site specific, che spiazza quando è troppo tardi, quando si è già entrati e non ci si può più sottrarre. A che cosa, è difficile dirlo. Si rischia di sminuire la potenza dell'apparizione, che centra perfettamente lo spirito del tempo, fra i 500 anni dalla morte di Leonardo, i 51 di “2001 Odissea nello spazio”, le dirette dalla navicella di Luca Parmitano, che ci dice, ricordando il compianto replicante Rutger Hauer, che vede cose che noi umani… ghiacciai che si sciolgono, deserti che avanzano.
DOTTORANDI IN FISICA
Galvani, la sera dell'inaugurazione, venerdì scorso, raccontava il suo intervento, The Subtleties of Elevated 0Things, con l'aria di uno votato a spiazzare. Lo ha fatto già numerose volte (un recente volume, edito da Mousse Publishing, ne dà contezza) ma vederlo lì, davanti a una galleria che ha ridotto a trattato di formule astrofisiche, fa un certo effetto. Viene da credergli (e non sempre è così per un artista). Col coinvolgimento di dottorandi del dipartimento di Fisica dell'Università di Cagliari, le pareti della prima sala della Macca, preventivamente dipinte di grigio, sono state saturate da una rete di calcoli e sistemi grafici che sembrano la dimostrazione di ciò che sostiene Odifreddi, ovvero che i matematici trovano più cose nel cielo della matematica di quanto si sognino in terra i filosofi. «All'interno di questi calcoli c'è un universo, sono curve spazio temporali, costellazioni di senso. Conservano il lavoro del passato, orientano la nostra conoscenza nel presente e indicano una direzione verso il futuro», scrive Carbone. A chi gli chiede di spiegare, Galvani, giustamente, replica che è come chiedere di spiegare un quadro astratto. Quindi?
CIELO STELLATO
Quindi niente: alzare lo sguardo, girare su sé stessi. È come osservare un cielo stellato. O, appunto, Quadrato nero su fondo bianco, Malevi?, 1915. Vi pare poco? A decomprimere si va nella saletta successiva, bianca, spoglia, non fosse per le due teche di plexiglas, blu e gialla, con due immagini di architetture di Le Corbusier. È la risposta di Chironi sul tema “curvature”, in continuità con la sua ricerca My House is a Le Corbusier (2017), giunta allo step di Chandigarh (India), che consiste, da parte dell'artista, nell'abitare le opere di Le Corbusier sparse nel mondo. L'opera è il gesto della piega che curva il foglio, conferendo tridimensionalità alla percezione. È sempre una questione di curvature, la vita come l'arte.
Raffaella Venturi

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Maria Laura Orrù, campionessa mondiale di pattinaggio, è architetta e consigliera regionale
VOLARE SULLE ROTELLE A CINQUANTA ALL'ORA

Maria Francesca Chiappe
Una caduta, il piede sul vetro, la corsa all'ospedale: rottura del tendine d'Achille e intervento d'urgenza. Signora, sua figlia zoppicherà tutta la vita . Non sapeva il medico che quella bambina di sei anni avrebbe camminato benissimo e conquistato due titoli del mondo nel pattinaggio volando a cinquanta all'ora nelle piste di mezzo mondo. Certo, la riabilitazione è stata lenta ma era niente rispetto al dopo: Maria Laura Orrù è stata costretta alla noiosissima danza («incompatibile col mio carattere»). Meno male che c'era il calcio. «Giocavo con i mie due fratelli più grandi». Solo che lei stava sui pattini: «Me li avevano regalati i miei genitori per il compleanno, la strada dove abitavo era un po' in discesa». Così seguiva il pallone sulle quattro rotelle. Finché una vicina glielo ha proprio detto: Ma se ti piace tanto perché non vai alla scuola di pattinaggio ? Convincere la madre è stato facile come dire una bugia: Mi hanno detto che mi devi iscrivere . Accontentata. Ma ancora non bastava perché aveva visto i pattini con la scarpetta mentre i suoi avevano i laccetti. Si può dire no a una bimba che forse zoppicherà tutta la vita? E allora vai con i pattini veloci. «Quando li ho messi facevo fatica a incrociare le gambe per le curve». Caratterino incontentabile. Dopo sei mesi, però, era in gara a Maracalagonis, sull'asfalto: «Mi ero piazzata tra i primi dieci, eravamo in tanti, all'epoca i pattini tiravano, il livello era alto».
LA SFORTUNA
Per conquistare la prima vittoria la piccola mezzosangue, padre sardo e madre olandese, doveva soffrire ancora. «Ero pronta per i Giochi della gioventù di Forlì, mio padre era già andato con la nave». Aveva dieci anni. «Superavo anche i maschi». Durante l'ultimo allenamento prima della partenza sulla pista di via Rockefeller le rotelle si erano incastrate su una borsa lasciata a bordo campo. «Sono caduta, ho ancora una vistosa cicatrice sul braccio». Ha dovuto aspettare un anno per rifarsi: «Ho vinto due gare, sui due giri e sui dieci». E lì si è capito che sarebbe andata lontano, anche se per lei era ancora un gioco. Il salto di qualità è legato al cambio di pattini, nel 1994. «Tutti su quelli in linea, come gli americani che vincevano tutto. Nel 1997 sono arrivata quarta agli Europei Allieve di Pamplona e prima con la staffetta». Era il suo esordio in Nazionale.
LE VITTORIE
Ha lasciato il coach Silvio Argiolas per Alessio Gaggioli e ha continuato a vincere: titolo italiano juniores ed europeo, nel 1998, e bronzo ai Mondiali sui 500. L'anno dopo ha preso l'oro ai Mondiali juniones sui mille in Cile. «Mi sono iscritta in Ingegneria e siccome con la Nazionale la vita è dura, per due anni ho alleggerito il carico». Nel 2003 è tornata alla grande e l'anno successivo c'è stato il primo assaggio con un bronzo e un argento ai Mondiali di Sulmona. Nel 2005 l'exploit: oro sui 200 e record del mondo ai Mondiali di Suzhow, «un paesino di un milione di abitanti vicino a Shanghai». E siccome non bastava ha vinto anche tre medaglie d'argento sui 300, 500 e 1.000. «In tutte le gare che ho fatto ho vinto una medaglia». Studiava anche nel ritiro della Nazionale: «Se lo stress fisico è importante la fatica mentale serve». Ma quando frequentava lo Scientifico al Pacinotti non diceva a nessuno di essere una campionessa: «Iniziavo la scuola sempre in ritardo perché a settembre c'erano le gare e finché ho potuto ho tenuto il segreto». Ma poi è arrivata in classe la Rai per un'intervista. «Alcuni professori erano orgogliosi, altri meno».
LO STUDIO
Si allenava tre ore e mezza tutti i giorni, due volte alla settimana aggiungeva un'ora di palestra all'ora di pranzo: «Non sono mai scesa sotto la sufficienza, lo sport ti insegna a organizzarti». All'università si era data un obiettivo: «Almeno sei degli otto esami del primo anno». Li ha superati tutti e ha continuato con le gare, fino alla laurea, nel 2006: «Centodieci ma senza lode». Due anni dopo ha smesso con i pattini: «Non ce la facevo più». Ha conquistato l'oro agli Europei e poi stop: i postumi di un infortunio alla gamba non le davano pace. Si è buttata a capofitto sul lavoro. «I miei colleghi erano tutti all'estero, allora sono tornata in Olanda, dove ho vissuto con la mia famiglia nei primi due anni e mezzo della mia vita». Non le è piaciuto: «Potevo anche diventare l'architetta più brava del mondo ma sono legata alla Sardegna e volevo dare un contributo attivo alla mia regione. Se tutti vanno via chi rimane? Abbiamo la possibilità, anzi, il dovere di cambiare le cose».
LA POLITICA
Lavora qui, dopo essersi specializzata a Roma in progettazione di impianti sportivi. Perché nulla è per caso. Ha messo su pure una società di pattinaggio con Edoardo Elvio Boi a Monte Claro, la Mlskate Cagliari, mentre una nuova passione accendeva la sua vita: «Quando gareggiavo avevo un contributo dalla Regione. Renato Soru mi aveva chiamato alla Fiera per raccontare la mia storia sportiva». Amore a prima vista: si era iscritta alla scuola di formazione politica promossa da Gianmario Demuro. «Ho iniziato a leggere e informarmi». Nel 2010 si è candidata a consigliera comunale di Elmas, dove ha la residenza, e sei anni dopo ha pure tentato di fare la sindaca: «Ho preso il 30 per cento dei voti». Quest'anno ha centrato l'obiettivo al Consiglio regionale: 1.525 voti nel collegio di Cagliari con una lista civica a sostegno di Massimo Zedda. «Il pattinaggio mi ha insegnato che devi essere la migliore te stessa per essere la migliore di tutte. Solo che nello sport c'è giustizia, se ti alleni il risultato arriva, nella vita invece no, non c'è meritocrazia e questo mi dà fastidio. In più io sono donna e i passi da fare per l'equità sono tanti. La fatica si sente».
Ma per una che doveva zoppicare ed è diventata campionessa del mondo non ci sono sfide impossibili.

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 agosto 2019 / Sulcis Iglesiente (Pagina 34 - Edizione CA)
IGLESIAS. Le ispettrici dell'Unesco sono ripartite, a settembre (forse) la risposta
Parco geominerario, fiato sospeso per il cartellino verde

Le ispettrici dell'Unesco sono ripartite: hanno potuto visitare le diverse aree del Parco Geominerario dal nord al sud dell'Isola prendendo nota di ogni dettaglio. Ora resta da capire cosa scriveranno nella relazione in base alla quale si deciderà se il Parco può rimanere nella rete internazionale dei geoparchi.

LA SPERANZA
Il presidente Tarcisio Agus non lo nasconde: «Ci può essere speranza, l'annuncio potrebbe essere già al Simposio di settembre». Nel tour, partito da La Maddalena e arrivato a Cagliari il 31 luglio, saltando per la prima volta Iglesias sede istituzionale dell'ente, «le commissarie sono rimaste incantate dai diversi geositi. Erano qui per capire come venissero valorizzati. I rilevi principali sono stati fatti sono su personale e percezione dell'immagine del Parco nelle comunità».
Qualcosa, insomma, che va oltre il posizionamento dei cartelli informativi, che dovrebbe avvenire in questi giorni: riguarda proprio capire se le persone “sappiano” che esiste il Parco geominerario. Un po' come era dieci anni fa, quando ai vertici c'erano i geologi Giampiero Pinna (commissario) e Luciano Ottelli (direttore) e Villa Pertusola non solo era quartier generale dell'ente ma era aperta al pubblico per eventi e visite. Si animavano miniere, grotte e piazze con esibizioni di artisti internazionali o c'erano progetti. come il rispristino della cremagliera a Nebida, proposti ancora oggi.
IL PARERE
«Le ispettrici - prosegue Agus - ci hanno fatto capire che il Parco merita di essere un vero e proprio primato e nella relazione esprimeranno al massimo quanto c'è di positivo come gli accordo con le Università». L'obiettivo è il cartellino verde. «È l'ultima possibilità: lo statuto Unesco non dà due cartellini gialli consecutivi e hanno riconosciuto che al Parco serve respiro per programmare a lunga scadenza. In 4 anni c'è tutto il tempo di far capire alle comunità che il Parco non è un vincolo ma un supporto. È un lavoro lungo però».
IL VERTICE
Nell'incontro Villa Devoto «la Regione ha chiesto cosa può fare per il Parco: serve un impegno economico col Ministero per potenziare l'organico». Il Consorzio ha 14 milioni di euro non spesi «ma non si possono usare per il personale. Ora abbiamo sette dipendenti e non a tempo pieno». Da quello assunto senza concorso col decreto mille proroghe ai selezionati del 2015 c'è stata una diaspora.
Miriam Cappa

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 4 agosto 2019 / Prima pagina
L’autonomia del nord
COSÌ SI ROMPE L’UNITÀ NAZIONALE

di VITTORIO PELLIGRA
In questa estate di fuoco nella quale stampa e TV sono monopolizzate da notizie di nera, dai tira-e-molla sulla pelle di qualche centinaio di migranti e dalle beghe personali di pochi, sovraesposti, membri del governo, il tema, forse più rilevante, per le sue implicazioni presenti e future, dell’intero panorama politico nazionale, sta passando praticamente sotto silenzio. La questione della autonomia differenziata rappresenta per l’assetto nazionale e per la sua carica simbolica un evento dirompente, di cui nessuno, sembra volersi, in questi giorni, occupare. Stiamo parlando degli accordi attraverso i quali le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, otterranno poteri legislativi su materie che prima erano gestite con potestà concorrente: scuola, sanità, ambiente, finanza locale, commercio estero, i rapporti con l’Unione europea, solo per fare qualche esempio. ? continua a pagina 5

Sardegna - Pagina 5 - segue dalla prima
COSÌ SI ROMPE L'UNITÀ NAZIONALE
di VITTORIO PELLIGRA
Ambiti leggermente più limitati nel caso dell'Emilia-Romagna. Alle nuove deleghe si accompagna il meccanismo di finanziamento, basato sulla possibilità di trattenere in ambito regionale parte della fiscalità generale. Stiamo parlando, secondo le stime della Ragioneria Generale, di circa 16 miliardi di euro, 11 miliardi solo per il settore-scuola. Dopo i primi anni il criterio della spesa storica dovrebbe essere abbandonato a favore di quote concordate. Nel caso in cui questo accordo non dovesse trovarsi, si prevede che le regioni vengano finanziate con una quota non inferiore alla spesa nazionale pro-capite. Ciò significa che in molti ambiti, le risorse a disposizione di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, saranno maggiori rispetto a quelle di cui possono godere oggi. La Lombardia, per esempio, ha sostenuto nel 2017, una spesa pro-capite per la scuola, di 562 euro, a fronte di una media nazionale pari a 660 euro. Questo vuol dire che otterrebbe risorse aggiuntive pari a ulteriori 98 euro per abitante. Si tratterebbe, è vero, di un "premio" legato alla maggiore efficienza; premio, però, che verrebbe finanziato attraverso una riduzione delle risorse destinate alle altre regioni. Quali scenari si possono immaginare? Sempre per rimanere al settore della scuola, per considerare quello con il bilancio maggiore, abbiamo in Italia un sistema duale: al Nord si spende meno della media nazionale e si ottengono risultati sopra la media, nei termini dei punteggi ai test standardizzati, mentre al Sud abbiamo un sistema più inefficiente e costoso che produce risultati, comparativamente, peggiori. In un sistema unitario, nel quale la qualità dell'istruzione e l'uguaglianza delle opportunità venissero realmente considerate come diritti imprescindibili, si opererebbero dei correttivi per trasferire risorse dalle regioni più ricche ed efficienti, verso le regioni meno efficienti, per finanziare investimenti in capitale umano, tecnologie, abilità manageriali e molto altro, e cercare di colmare il gap che le separa dalle regioni più efficienti. Attraverso il sistema dell'autonomia differenziata, questo processo funzionerà esattamente nella direzione opposta. Si ridurranno le risorse delle regioni del Sud e aumenteranno quelle delle regioni del Nord. Una logica, da un punto di vista puramente economico, ineccepibile: si investe nelle imprese che fanno utili e quelle che fanno debiti, invece, le si chiude. Ma qui stiamo parlando dei diritti, delle opportunità e del futuro dei nostri figli. Allora, forse, il criterio da chiamare in causa, affianco a quello dell'efficienza, dovrebbe essere anche quello dell'equità, territoriale e generazionale. C'è un ulteriore aspetto della proposta di autonomia differenziata che andrebbe approfondito e che riguarda la possibilità di espletare concorsi per insegnanti su base regionale. Questo consentirebbe, come auspicato da Matteo Salvini in più occasioni, di avere in Lombardia solo insegnanti lombardi, come in Veneto solo insegnanti veneti. Se questa possibilità, ancora al centro di un'aspra controversia tra Lega e M5S, dovesse materializzarsi, condurrebbe ad un sistema scolastico differenziato, non solo sulla base delle risorse a disposizione, ma anche sulla provenienza geografica degli insegnanti. Questo rappresenterebbe, simbolicamente e concretamente, un colpo durissimo all'unità nazionale. Un colpo decisamene più dirompente del famoso "sbrego" costituzionale auspicato dal primo ideologo della Lega per l'indipendenza della Padania, Gianfranco Miglio. La rottura dell'unità nazionale nell'ambito del sistema educativo e scolastico sarebbe un passo decisivo verso la disgregazione, nella percezione collettiva, prima ancora che nei fatti legislativi, dell'unità della Nazione. Data la posta in gioco diventa lecito chiedersi come mai non si sia aperto un dibattito pubblico ampio e diffuso. Qual è, al riguardo, la linea del nostro Consiglio e della nostra Giunta Regionale? Vista la portata di questa riforma, i cittadini sardi avrebbero tutto il diritto di avere risposte chiare e convincenti. Arriveranno?

 

Questionario e social

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