Lunedì 29 luglio 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 luglio 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 29 luglio 2019 / Regione (Pagina 7 - Edizione CA)
Ibba, presidente dell'ordine di Cagliari: è una vera follia richiamare i colleghi pensionati
«FORMAZIONE E CONCORSI SUBITO: I MEDICI CI SONO»

«I medici ci sono ma non li chiamano al lavoro. Mi risulta che in Sardegna ce ne sono almeno 300 che aspettano. Ma non ci sono borse di studio per la specializzazione, quindi non possono lavorare, e nessuno si prende la briga di bandire i concorsi. Sono tutti pazzi, non si spiega altrimenti un disastro del genere». Mondino Ibba, presidente dei medici ha le idee chiare su quanto sta accadendo in questa estate sarda che tende a surriscaldarsi ben più di quanto dicano le colonnine di mercurio.
Però stanno richiamando i pensionati.
«E dov'è la novità? È un problema che ha iniziato a manifestarsi 7-8 anni fa e che, trascurato, ha finito per acuirsi. Il fatto è che i colleghi andati in pensione non sono stati sostituiti se non con il contagocce, in nome del risparmio».
Quindi?
«A soffrire maggiormente della situazione, in particolare, sono i reparti chirurgici e oncologici. La dimensione e la gravità del fenomeno, i tumori in continua crescita, non fanno che amplificare il disagio e le criticità».
Qual è la ratio?
«Si volevano contenere i costi del sistema sanitario. Si sono inventati l'azienda e la missione del pareggio di bilancio, con il risultato che si sta risparmiando sulla salute non sulle spese vere».
Tutto qui?
«No, c'è molto altro, il discorso è lungo e complesso. Devo ammettere, tuttavia, che mi sono ricreduto sulla nuova giunta regionale. C'erano aspettative ma non mi sembra che finora abbiano fatto nulla al di là di qualche annuncio. Eppure hanno vinto le elezioni puntando proprio sulla Sanità pubblica da modificare. Intanto hanno chiuso la scuola di Urologia».
È vero che i medici sono super stressati?
«Quelli che lavorano negli ospedali hanno un'età media che oscilla tra i 55 e i 58 nni, altissima. Sono tutti tirati, sotto pressione. Tra loro c'è chi non è più in grado di fare sala operatoria, chi ha altri problemi. Pensi che alla Ginecologia del Brotzu dovrebbero essere 20 e sono in quattro a garantire il servizio. Chi sta andando in pensione, è giusto che lo si sappia, ci va con 4-5 mesi di ferie ancora da godere. Significa non aver staccato per anni. E ora li richiamano? Follia».
Quanto ha inciso il numero chiuso all'Università?
«Zero, anche se io l'avrei eliminato perché non serve. La verità, ripeto, è che bisogna fare i concorsi e aprire le scuole di specializzazione».
Dicono che la burocrazia ospedaliera riduca di quasi la metà il lavoro del medico con i pazienti: è così?
«Sì. Perdiamo molto tempo a compilare scartoffie con i dati dei pazienti. Abbiamo litigato con gli infermieri, perché chiedemmo che fossero loro a occuparsi delle pratiche. Ci risposero che era una diminutio, capito? Per loro sì e per noi no. Fatto sta che per compilare le dimissioni di due pazienti si impiegano più di tre ore. Non è normale. E ai malati chi dovrebbe pensarci? Ecco perché da anni dico che è l'intero sistema che va cambiato per renderlo più snello e funzionale nell'interesse del paziente».
Come spiega che di recente i reali del Qatar si sono rivolti al Brotzu per effettuare degli esami complessi? Qualcosa da salvare c'è.
«Il nostro ordine provinciale ha suggerito da tempo immemorabile e a tutte le forze politiche che si sono succedute alla guida della sanità sarda il filone d'investimento specifico. Non c'entra il turismo sanitario, ma un'offerta di prestazioni di diagnostica clinica e terapie di altissimo livello qualitativo, tempestive e puntuali, la sola in grado di attirare un certo tipo di utenza, grazie ai nostri medici ospedalieri in generale e dell'Azienda Brotzu in particolare. Certo è che per progettare e realizzare un simile investimento, d'immagine e professionalità prima che economico, bisogna essere dotati di un'idea non riduttiva del ruolo dei nostri ospedali e di chi ci lavora. Eppure Il Brotzu è stato a suo tempo riconosciuto dal Governo “ospedale di alta specializzazione di rilievo nazionale”».
Vito Fiori

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 29 luglio 2019 / Agenda (Pagina 14 - Edizione CA)
MEMO
Festa dei popoli

Il progetto di cooperazione internazionale “Euroasi & 4Eu&As: cooperation in Youth Work” giunge a compimento dopo 23 mesi di attività a cavallo tra l’Europa e l’Asia. Per celebrare la conclusione, Tdm 2000 international organizza, per giovedì dalle 18 al Ghetto, festa interculturale di suoni, colori e sapori.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 29 luglio 2019 / Cagliari (Pagina 13 - Edizione CA)
LE TOGHE. Difficoltà
I principi del Foro e i giovani: due mondi distinti

Ci sono avvocati che frequentano il Palazzo di giustizia da decenni. Esperti, centinaia di cause alle spalle, una fama che garantisce il pagamento della parcella. Li chiamano “principi del Foro”, anche se al decano Luigi Concas - per tutti “il professore”, 88 anni, tra i più noti penalisti sardi - quel termine non piace: «E gli altri cosa sono, principini?» Poi ci sono gli altri, che sgomitano in un mare affollato di colleghi come neanche il Poetto il 15 agosto: difficile trovare spazio. Ne consegue che il legale di grido spunta compensi elevati con più facilità; il resto della truppa fatica a ottenere il dovuto anche in cause minori.
«È una prestazione di attività intellettuale, si può contrattare il prezzo che si vuole», sottolinea Leonardo Filippi, penalista e docente universitario. Avvocato dal 1975, tra i tanti processi ha seguito quello all'Anonima sequestri, anni di studio e dibattimento: «Si chiede un acconto, è come se si andasse avanti a stati di avanzamento lavori». E si arriva anche a cifre elevate dovute magari a «procedimenti molto impegnativi», sottolinea Guido Manca Bitti: «Noi spesso nell'accordo col cliente inseriamo una clausola, se le udienze sono superiori a quelle previste prevediamo un aumento per ogni appuntamento in più che non sia di semplice rinvio».
Alessio de Gregoris, 40 anni, iscritto all'albo dal 2011, è uno dei giovani che lavorano per crearsi un mercato. In un anno ottiene «dai 25 mila ai 45 mila euro». Fatturati. Dunque alla fine «resta molto meno», e poi «i clienti spesso non pagano, sono costretto a inviare continui solleciti». Federica Sanna, 36 anni, avvocata dal 2017, ha cominciato intascando cinquemila euro. Ora «sto crescendo. Farsi pagare è difficile, gioca molto l'inesperienza. All'inizio ero entusiasta quando arrivavano i clienti, poi ho capito che molti cercavano di imbrogliarmi. Chiedevano una consulenza e sparivano. Ma ho imparato presto». (an. m.)

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 29 luglio 2019 / Sassari - Pagina 9
UNIVERSITÀ >> MEDICINA VETERINARIA
Punta alla corretta gestione del rapporto fra uomo e natura
Gli animali stanno sempre più occupando spazi abbandonati
FAUNA SELVATICA NELLE CITTÀ, UN CORSO UNICO IN ITALIA

di Pinuccio Saba
SASSARI Il Dipartimento di Medicina veterinaria dell'università di Sassari propone agli studenti un corso di laurea magistrale unico in Italia. Si tratta del "Wildlife management. Conservation and control", unico per due ragioni: è completamente in lingua inglese e questo lo rende realmente internazionale. A dirigere il corso di laurea, il professor Marco Apollonio, direttore del Dipartimento di Zoologia e antropologia biologica di Medicina veterinaria di Sassari. Un corso di studi che punta alla corretta gestione dei rapporti fra l'uomo e la natura, con particolare attenzione agli animali selvatici. Rapporti complicati, spesso difficili o sbagliati, come sta accadendo negli ultimi tempi. Come, per esempio, dar da mangiare ai cinghiali quasi fossero cagnolini, come è accaduto di recente in alcune spiagge della Sardegna. Una cosa è certa: l'uomo si ritira nei centri urbani e gli animali occupano i territori abbandonati. Una crescita continua in tutta Europa e che, per quanto riguarda l'Italia ha riportato il patrimonio faunistico nazionale a quattrocento anni fa, sia in termini quantitativi sia per quanto riguarda i territori "riconquistati". Ma questo porta alla crescita dei contatti fra animale selvatico ed essere umano, con quest'ultimo che dimentica (o non sa) che questi contatti se non corretti possono essere anche pericolosi. «È il caso dei cinghiali che sconfinano nei centri urbani - spiega Marco Apollonio -. Quando abbandoniamo i rifiuti per strada, involontariamente li nutriano. Peggio quando offriamo loro il cibo. Questo, per i cinghiali, diventa un obbligo da parte dell'uomo e il comportamento di questi selvatici può degenerare e diventare aggressivo». In Sardegna è il caso più frequente, ma ci sono altri animali selvatici che possono diventare pericolosi. Anche involontariamente, come cervi e daini, che con la loro mole possono travolgere un uomo. Oltremare il problema sono orsi e lupi, partiti dall'Europa centrale e ora sta crescendo il loro numero anche in Italia. Ma sono tanti gli animali selvatici che stanno conquistando nuovi territori, come cornacchie grigie, trampolieri, rapaci. «Il nostro intento è quello di controllare lo stato di salute della fauna selvatica - aggiunge il professor Apollonio - e, tra l'altro, insegnare all'uomo come comportarsi nel caso di "incontri ravvicinati" con gli animali, sconsigliando comportamenti sconsiderati: è invece sufficiente allontanarsi lentamente, senza fare movimenti bruschi. Ovviamente il corso di laurea serve per conoscere meglio la natura che ci circonda anche perché uno degli sbocchi professionali è rappresentato dai parchi e dalle aree protette. Corso esclusivamente in inglese perché molti studenti sono stranieri e arrivano da paesi lontani come Indonesia, Pakistan o la Finlandia, un corso internazionale del quale siamo orgogliosi e che rappresenta l'ennesimo valore aggiunto per la nostra università». La formula è quindi semplice: formazione più informazione anche per adeguarci al "nuovo" mondo che ci circonda. E, in alcuni paesi, si adegua anche la tecnologia. «In Svezia sono stati modificati i montanti dell'abitacolo - spiega Marco Apollonio -, rinforzati per evitare che la carcassa di un alce o una renna investita possa sfondare il parabrezza e piegare i montanti, ferendo o peggio gli occupanti». Lupi, orsi, cornacchie e trampolieri, volpi, cinghiali. Un campionario di selvatici terrestri con i quali bisogna imparare a rapportarsi correttamente. Ma la Sardegna è un'isola. «Per questo stiamo ampliando l'orizzonte degli studi - chiarisce subito il professor Apollonio - e ci occuperemo anche della fauna marina. Per un'offerta formativa quanto più completa possibile, che consenta agli studenti un rapido ingresso nel mondo del lavoro».

 

Questionario e social

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