Venerdì 26 luglio 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 luglio 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
 1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 26 luglio 2019 / Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. La piattaforma è composta da sei aree tematiche ma in futuro saranno di più
Un ponte (virtuale) tra materie diverse
Nasce il nuovo sito del Dipartimento di Lettere: i dati ora sono digitali

Lo hanno chiamato “Dh.unica.it” ed è il nuovo sito pensato e realizzato da “umanisti digitali”. Il dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali ha infatti presentato una piattaforma che promuove la transizione al digitale delle discipline umanistiche.
L'AMBIENTE DIGITALE   «Una tecnologia senza controllo può essere pericolosa - spiega Giampaolo Salice, docente di Storia moderna dell'Università di Cagliari e coordinatore del progetto -. Ecco perché abbiamo bisogno che gli umanisti siano al centro dei processi di digitalizzazione. Quando gli studiosi fanno ricerca producono molte informazioni: oggi possiamo cominciare a rispondere al problema dell'organizzazione scientifica dei dati che emergono dalla ricerca e dalla loro conservazione in ambiente digitale, non solo analogico».
Dh.unica.it è una piattaforma nella quale le scienze umanistiche incontrano le tecnologie digitali e dove per ora sono state sviluppate, grazie a docenti e ricercatori, sei aree tematiche: Storia, Geografia, Cinema, Musica, Archivistica e lo spazio Ludica. «Tutto questo è stato creato seguendo degli standard internazionali, rendendo così possibile un dialogo e soprattutto uno scambio tra la nostra piattaforma e il resto del mondo», dice Alessandro Capra, consulente informatico del progetto. Uno spazio di lavoro a 360 gradi che permette di standardizzare la raccolta e la classificazione delle fonti, di avere gli strumenti digitali utili alla ricerca e alla didattica.
AREE TEMATICHE   È così che nella sezione Storia è possibile consultare l'Archivio digitale del Risorgimento in Sardegna. Ancora: a breve nella sezione Cinema saranno presenti le schede audiovisive di alcuni piatti tipici dell'Isola. Il progetto Narra-Mi che indaga i complessi fenomeni di mobilità della popolazione sarà invece nell'ambito Geografia.
Un lavoro transdisciplinare che ha richiesto una collaborazione su più fronti. L'obiettivo finale è la realizzazione di un centro per l'Umanistica digitale, che promuova e sviluppi i progetti di ricerca e didattica. Durante la presentazione della piattaforma è arrivata anche la candidatura ufficiale per la creazione di un nuovo ambito dedicato all'Architettura all'interno del sito. «Un'occasione per aprire una nuova via: non solo digitalizzazione e conoscenza ma anche opportunità per gli umanisti digitali che troveranno sempre più spazio nel mondo del lavoro», ha dichiarato Ignazio Putzu, prorettore alla Didattica.
Michela Marrocu

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 26 luglio 2019 / Speciale (Pagina 4 - Edizione CA)
L'astrofisico Ciriaco Goddi torna a Orune per raccontare le sue scoperte
Torna come ospite d'onore nella sua Orune l'astrofisico Ciriaco Goddi. «Sono emozionato, racconterò alla mia cominità il percorso da Orune al Cile, dalle stelle ai buchi neri». Lo scienziato, responsabile scientifico del progetto BlackHoleCam e segretario del Consiglio scientifico Event Horizon Telescope, incontrerà stasera alle 21 (con il direttore del Planetario dell'Unione Sarda, Manuel Floris), in piazza Santa Maria, la sua comunità. Tutti col naso all'insù per carpire i segreti dell'universo con un giovane scienziato di fama mondiale, che ha contribuito a concretizzare il sogno di Einstein.
«Non so se verrà dato un Nobel per questo risultato, frutto di una collaborazione di 200 scienziati appartenenti a venti istituti nel mondo. Nel caso dovrebbero essere premiati Heino Falcke che propose l'idea nel 2000 e Shep Doeleman che ne ha iniziato lo sviluppo tecnologico e l'implementazione del progetto più di 10 anni fa». Fra gli autori della foto del secolo, Ciriaco Goddi ha i piedi ben saldi a terra e racconta le fasi di questa scoperta epocale: «È stato come raccogliere i pezzi di un puzzle, composto trovando i pezzi mancanti; per arrivare all'immagine finale, abbiamo utilizzato diversi algoritmi e lunghe sessioni di calcolo al computer con 50 persone che hanno lavorato per circa 2 anni». E sui progetti in corso a Lula nella miniera di Sos Enattos, spiega che «piani tecnologici e scientifici di questa portata, possono solo portare sviluppo economico e culturale». Medie a Orune, liceo Scientifico Pira a Bitti, Università a Cagliari, è convinto che grandi città e scuole prestigiose diano più opportunità. Ma occorrono studio e sacrifici. (Mariangela Dui)

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 26 luglio 2019 / Ogliastra (Pagina 35 - Edizione CA)
VELENI DI QUIRRA. Al processo ieri la lunga deposizione degli esperti della difesa
«Poligono, inquinamento nella norma»
I consulenti Bernabei e Allegrucci: soglie minime sempre rispettate

«I nanoparticolati non superavano le soglie minime, e sono presenti nei tessuti di tutti gli individui, sani e malati». Sono queste le conclusioni dei colonelli Manuele Bernabei e Laura Allegrucci, esperti qualificati in chimica, esperti della difesa nel processo per i veleni di Quirra. Ieri la lunghissima deposizione dei tecnici del Centro sperimentale di volo ha scardinato le conclusioni cui erano arrivati, nel corso delle udienze precedenti, i consulenti della Procura: Farci, Usai e la Gatti.
IN AULA  I due esperti hanno ripercorso tutte le fasi che li hanno condotti a queste affermazioni. Hanno raccontato che per fare una previsione di impatto ambientale si sono avvalsi del metodo Scipuff, modello matematico utilizzato per prevedere e descrivere l'evoluzione di un fenomeno reale quale la dispersione di inquinanti nell'atmosfera durante i brillamenti. Metodo validato da Ispra, Enea e Istituto superiore di sanità. Gli esperti hanno specificato di aver preso come riferimento un brillamento avvenuto il 31 gennaio 2008, e tenuto conto di diversi parametri (vento, rilievi orografici, vegetazione, rugosità del terreno, trasporto e diffusione) previsti dal metodo Scipuff. «All'interno del Poligono - hanno affermato - e nelle aree circostanti, la presenza di particolato non superava le soglie minime. Nell'immediatezza del brillamento poteva diffondersi fino a 6 chilometri, comunque a distanza da Escalaplano il centro abitato più vicino».
LE ANALISI  Anche per quanto riguarda la presenza di particolati nei tessuti che, secondo la dottoressa Maria Antonietta Gatti, provocherebbero il tumore, le conclusioni sono diverse. La Gatti ha condotto uno studio su 17 campioni di tessuto prelevati dal rene e dal fegato di pazienti morti per patologie tumorali e non ha mai utilizzato campioni bianchi. I consulenti si sono basati su studi ed esperimenti di un gruppo di ricerca del dipartimento di medicina dell'Università di Cagliari. Il gruppo di ricerca ha raccolto, in sede autoptica, 70 campioni di tessuto dal rene e dal fegato, non di persone morte per patologie tumorali, ma decedute accidentalmente. «La presenza di nonoparticolati anche in persone sane porta ad escludere - hanno concluso i tecnici - che questo faccia venire il cancro. I nanoparticolati, come confermato da numerosi studi scientifici, sono ubiquitari, presenti in tutto il pianeta in tutte quelle attività che generano combustione». Il controesame da parte di pm e parti civili è l'11 settembre.
Sandra Marongiu

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 26 luglio 2019 / Agenda (Pagina 21 - Edizione CA)
MEMO
Cooperazione internazionale

La rete sarda della cooperazione internazionale in collaborazione con Tmd 2000 e Amici di Sardegna, propone per oggi alle 18, nell’hostel Marina, la seconda tappa del ciclo di incontri di Sardinprogress. L’incontro di oggi è dedicato alla conoscenza del Maghreb e delle sue culture. Durante la serata vi saranno esibizioni musicali, proiezione di materiale multimediale e degustazione di cibi tipici.

 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 26 luglio 2019 / Sassari e Alghero (Pagina 36 - Edizione CA)
SASSARI. Serata da incubo nelle aule di Piandanna
Niente condizionatori: lauree a 40 gradi

Lauree a quaranta gradi. Mercoledì pomeriggio assistere alle lauree in Psicologia, nell'aula 2 dell'università nei locali di Piandanna, è stata una vera prova di sopravvivenza.
Gente tramortita per il caldo, nessun condizionatore in funzione. Impossibile anche ascoltare l'esposizione delle tesi dei laureandi, per un audio percepibile soltanto dai relatori e dai pochi intimi seduti in prima fila. Uno spettacolo indegno di una università come quella di Sassari in continua crescita, dai bilanci belli sani e dal forte respiro internazionale. Già dal mattino era chiaro che le lauree sarebbero state ospitate in una fornace. Qualcuno aveva anche pensato di avvertire le forze dell'ordine ma poi ha pensato di evitare problemi, e non guastare la festa ai laureandi.
È finita con il folto pubblico seduto e gocciolante nelle sedie disposte ad anfiteatro, impossibilitato a ascoltare l'esposizione delle tesi, con gli stessi relatori costretti a girarsi per osservare le slide dei laureandi nel maxischermo alle loro spalle. Un'organizzazione e una sciatteria non degna di un palcoscenico che sforna ogni anno fior di competenze. Con studenti che un attimo dopo la laurea già pensano di fare le valigie. (p. c.)

 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 26 luglio 2019 / Speciale (Pagina 8 - Edizione CA)
“Curvature”
doppia personale di Chironi e Galvani
Vernice stasera alla Galleria Macca

“Curvature”, ovvero doppia personale di Cristian Chironi (Nuoro, 1974; vive e lavora in diverse città sparse nel mondo) e Andrea Galvani (Verona, 1973; vive e lavora a New York e Città del Messico) che si apre oggi alle 19 alla Galleria Macca, via Lamarmora a Cagliari. Curata dal critico Efisio Carbone la mostra è frutto di un progetto che coinvolge la facoltà di Fisica dell'l'Università di Cagliari. “Curvature” è un progetto di Cristian Chironi e Andrea Galvani, due degli artisti italiani più attivi e conosciuti in ambito internazionale. La doppia personale nasce come un intervento unitario, site-specific pensato per la Galleria Macca. La loro ricerca attraversa campi eterogenei che in questa mostra entrano brillantemente in dialogo, suggerendo diversi punti di contatto derivanti dalle interpretazioni di parole e concetti assoluti che si trasformano in vere architetture della conoscenza, un motore che esplicita significati e significanti e che indaga concetti come fragilità e temporalità, spazio materiale ed universale.

 

7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 26 luglio 2019 / Speciale (Pagina 9 - Edizione CA)
Massimo Carlotto
e i due corsari di Algeri

Nel noir mediterraneo la bellezza delle città costiere d'Europa e dell'Africa contrasta con il cuore nero dei criminali che si aggirano tra i loro vicoli. Se a Jean-Cloude Izzo, con la sua “Trilogia marsigliese”, ci si riferisce per aver fondato questo sottogenere, Massimo Carlotto è considerato in Italia il suo massimo esponente. Il romanzo che sarà in edicola da domani con L'Unione Sarda, “Cristiani di Allah” (e/o editore), presenta fin da subito un tratto peculiare: è ambientato sì ad Algeri, ma nel 1541, quando i corsari seminavano il terrore lungo le coste del Mediterraneo per conto dell'Impero Ottomano. Uscito per la prima volta nel 2008, diede vita a uno spettacolo di teatro musicale e - come sempre in Carlotto - avvince rivelando verità nascoste.
L'autore padovano, che esordì nel 1995 con l'autobiografico “Il fuggiasco”, è celebre per la saga dell'Alligatore - il detective privato Marco Buratti, amante del blues e del calvados - che conta dieci titoli fino al più recente “Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane”, del 2017 (tutti per le edizioni e/o). Le sue opere sono state tradotte in numerosi paesi e hanno meritato riconoscimenti, come il Premio Dessì e il Premio Scerbanenco.
Come ha scoperto i Cristiani di Allah?
«Durante un viaggio ad Algeri, quando ero ospite al Salone del libro. Mi si aprì di fronte un mondo in cui eravamo noi europei ad attraversare il Mediterraneo come migranti, dopo aver rinnegato la fede cristiana ed essere diventati mussulmani per avere la libertà di giocarsi la vita in una società priva di rigide distinzioni di classe. In particolare mi colpì la figura di Hassan Agha, re sardo dei corsari ad Algeri, dalla mentalità illuminata».
Chi sono Redouane e Othmane, i due protagonisti, e perché scelgono di diventare corsari?
«Hassan Agha aprì il suo regno agli ebrei e ai gay, migliorò la vita degli schiavi cristiani, permise la libertà di espressione religiosa. Redouane e Othmane erano due ex soldati mercenari che avevano scelto la città corsara per poter vivere la loro storia d'amore senza persecuzioni (dovranno schivare non poche minacce). Sono due personaggi realmente esistiti, si arruolarono nelle flotte che andavano ad assaltare le navi e le coste dei paesi cristiani».
Nel libro abbondano dati sensoriali (profumi) e termini tecnici (armi): quanto contano per ricreare l'effetto di realtà?
«I dettagli sono fondamentali, consentono al lettore di entrare in sintonia con la storia. In molti mi hanno scritto per avere ulteriori delucidazioni. Un'università mi ha contattato per avere del materiale sulla conversione degli ebrei. È il romanzo storico di scuola europea, ben più attendibile di quello americano».
Che atmosfera si respirava nell'Algeri del 1541?
«I rinnegati che comandavano per conto dell'Islam diffidavano dal potere religioso, che sarà tenuto a bada fino all'Ottocento. Si convertivano per interesse, avevano un punto di vista pratico sulle cose. Nelle città costiere del Maghreb fioriva la cultura dell'artigianato e prosperavano le scienze. Gli alchimisti dei paesi cristiani, ad esempio, ci andavano per poter eseguire esperimenti anatomici».
Cosa distingueva i corsari dai pirati?
«I pirati non avevano una licenza. Ogni nave corsara nasceva da una cordata di investitori che pagavano l'equipaggio: era tutto scritto, ancora oggi ad Algeri si trovano documenti che lo testimoniano. Le merci rapinate dai corsari finivano nell'Europa del Nord. La guerra “di corsa” ha inventato la criminalità organizzata su entrambe le sponde del nostro mare».
Cosa implica, per il nostro presente, il fatto che il Mediterraneo non abbia una storia condivisa?
«È il problema cardine. Senza un ponte culturale non potremo mai avvicinare Europa e Africa. Da noi Hassan Agha è del tutto sconosciuto, cancellato dalla storiografia cattolica; in Algeria gli hanno dedicato moschee e studi approfonditi».
Come è cambiata la situazione geopolitica dalla prima uscita del libro?
«L'Occidente ha tradito le Primavere arabe del 2011, le ha fomentate senza crederci davvero, e dall'altra c'è stata l'incapacità di concretizzare passaggi culturali forti. Si stenta a comunicare con l'Islam moderato, tutta l'attenzione è sugli estremisti».
In Italia si parla di Africa soltanto come una minaccia.
«Libri e saggi di scrittori africani non vengono più pubblicati. È esplosa l'Hollywood nigeriana ma non se ne sa niente. Io seguo i media francesi e leggo le riviste dei missionari comboniani, per il resto non c'è informazione. Abbiamo cancellato un continente».
La scrittura di genere mantiene la sua valenza di indagine sociale?
«Penso che abbia necessità di rimodernarsi, di creare laboratori di confronto con gli altri autori. La scrittura cambia continuamente. Il noir è stato geniale nel capire l'arrivo della crisi e l'esasperarsi del conflitto, ma negli ultimi anni tutto è cambiato, dal ruolo dei social all'individualità massificata: servono nuovi strumenti per scoprire chi siamo diventati».
Progetti futuri?
«A gennaio uscirà il nuovo romanzo, che cambierà la mia visione del noir fino a ora. Sto lavorando anche per il teatro e per il fumetto, insieme all'autore nuorese Pasquale Ruju».
Un ricordo di Andrea Camilleri.
«La prima volta lo incontrai a Cagliari a un convegno organizzato dal professor Marci. Lo ricordo con affetto. Tutti noi autori di poliziesco e noir gli dobbiamo moltissimo: ha sdoganato il genere rispetto ad ampie masse di lettori. Aveva un'autorevolezza che nessuno scrittore ha oggi in Italia».
di Luca Mirarchi
 

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

 

LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 26 luglio 2019 / Sassari - Pagina 17

UNIVERSITÀ >> IL BLITZ DELLE FIAMME GIALLE
Si allarga l'indagine della Finanza sulle assunzioni nell'ateneo. Periti a caccia di prove sui pc e tablet
CONCORSI SOSPETTI, NUOVI INDAGATI

di Luca Fiori
SASSARI Si allarga l'inchiesta della guardia di finanza sui presunti concorsi truccati all'interno dell'ateneo sassarese: sarebbero almeno due le irregolarità commesse nelle procedure di assunzione di altrettanti ricercatori delle facoltà di Giurisprudenza e Scienze economiche e aziendali dell'università.Tra i nomi dei nuovi indagati spicca quello di Valerio Ficari, professore di Diritto tributario per quasi dieci anni all'Università di Sassari, implicato nell'inchiesta della Procura di Firenze per la sua presunta partecipazione a una commissione di esame a Roma.Lo stesso Ficari figura nelle commissioni di valutazione dei due bandi oggetto dell'inchiesta della Procura della repubblica Sassari: uno del 2016 relativo al trasferimento a Sassari del ricercatore dell'Università di Foggia, Francesco Pepe, ora docente di Diritti tributario a Giurisprudenza e l'altro del 2017, relativo a un assegno di ricerca di dodici mesi per il progetto del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali «l'indebitamento tributario e contributivo nella crisi dell'impresa turistica in Sardegna: analisi empirica e soluzioni giuridiche», di cui Ficari era anche responsabile scientifico. Assegno vinto dal ricercatore Paolo Barabino, che ora ha un contratto per l'insegnamento di Diritto tributario in scadenza il 31 ottobre 2019. Sia Pepe che Barabino i giorni scorsi hanno ricevuto la visita dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle, guidati dal colonnello Marco Sebastiani. Con loro sono finiti nel registro degli indagati il direttore di Giurisprudenza Giampaolo Demuro e Ludovico Marinò, direttore di Scienze economiche e aziendali e il docente di diritto tributario Giuseppe Scanu. Ieri mattina il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu ha affidato al perito informatico Mauro Sanna l'incarico di cercare nelle memorie di telefoni, tablet, computer e chiavette usb - sequestrati ai primi cinque indagati durante le perquisizioni delle Fiamme gialle - eventuali prove delle irregolarità ipotizzate dalla magistratura. Gli indagati, difesi dagli avvocati Anna Laura Vargiu, Marco Costa e Marco Loi, hanno nominato come perito di parte l'ingegner Francesco Paoletti. L'esito della perizia sarà consegnato in Procura tra novanta giorni. Le indagini erano partite dopo l'inchiesta di Firenze che nel 2017 aveva portato all'arresto di sette docenti. Ora la lente della magistratura è puntata su Sassari e a quanto pare l'inchiesta è solo all'inizio.

Questionario e social

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