Lunedì 22 luglio 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 luglio 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Agenda (Pagina 14 - Edizione CA)
CONFERENZA. Diventare o non diventare genitori?
La bassa natalità in Sardegna: conferenza nella facoltà di studi umanistici

Ha un triste primato la Sardegna: quella della bassa fecondità che si trova ormai da vari decenni al di sotto della soglia di crescita zero. Le donne italiane hanno in media 1,26 figli e il primato negativo spetta alla Sardegna, dove il numero medio di figli per donna è di 1,07. La Sardegna è al primo posto anche per l'età delle neo-mamme: il primo figlio si ha in media a 32 anni e mezzo.
L'incontro
Un tema che sarà affrontato questa mattina a partire dalle 10 nell'aula Motzo della facoltà di Studi umanistici (via Is Mirrionis 1), in occasione della conferenza di presentazione del progetto “PROVE- PaRenting impROVEment” dal titolo Diventare o non diventare genitori. Il progetto di ricerca è indirizzato alle persone residenti in Sardegna dai 18 anni in su che parteciperanno compilando un questionario online PROVE accessibile tramite il link lime.unica.it.
I relatori
Numerosi gli interventi in programma: a intervenire per prima sarà la rettrice Maria Del Zompo. Dopo di lei prenderanno la parola Cristina Cabras (Università di Cagliari), Francesca Piras (direttrice delle Politiche sociali della Regione), Luigi Minerba (Assl Cagliari), Marina Mondo (Università di Cagliari), Giovanni Monni (Microcitemico), Marilisa Piga (regista del progetto Lunadigas), Angela Quaquero (presenti dell'Ordine degli psicologi della Sardegna) e Laura Vismara (Università di Cagliari). A concludere i lavori sarà Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna.
L'obiettivo
Partendo dall'osservazione del fatto che in Sardegna la fecondità complessiva si trova ormai da vari decenni al di sotto della soglia di crescita zero, il progetto si pone l'obiettivi: di identificare i fattori implicati nella scelta (non genitoriale/genitoriale) che porterà a valutare le dimensioni che possano favorire o ostacolare le scelte. Le ricadute di tali conoscenze potranno rappresentare la base per sviluppare interventi di sostegno alla persona nelle fasi di maturazione, definizione di sé e delle proprie scelte di vita in ambito socio-sanitario pubblico.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
INCHIESTA. Organici incompleti in molte aziende: «Colpa dei centri per l'impiego»
Cerchi lavoro? Studia informatica
Con economia e finanza è la competenza che assicura un'occupazione

Addetti di amministrazione, consulenti fiscali, segretari: sono le figure più richieste dal mercato del lavoro, che cerca sia diplomati che laureati in materie economiche o finanziarie. Non sempre però le aziende riescono a completare gli organici. In molti casi i posti offerti restano scoperti: la domanda di diplomati in informatica e di laureati in ingegneria industriale - ad esempio - viene soddisfatta solo in minima parte. Un discorso simile vale anche per il settore del turismo e della ristorazione. Se tutto questo succede, secondo i sindacati è anche perché i centri per l'impiego non funzionano come dovrebbero: «L'organizzazione è da rivedere insieme alla formazione professionale».  ALLE PAGINE 2, 3

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Il rapporto di Unioncamere e Anpal
ECONOMIA E TURISMO, GLI INDIRIZZI GIUSTI PER TROVARE UN LAVORO
Ma nell'Isola è difficile assumere ragazzi specializzati in informatica e ingegneria§
Se è vero che non sempre serve svegliarsi presto, ma è sufficiente indovinare l'ora giusta per farlo, è altrettanto vero che a volte un diploma o una laurea non bastano: bisogna azzeccare l'indirizzo giusto, ovvero quello più ricercato dalle aziende. In Sardegna le assunzioni di diplomati sono più del triplo di quelle dei laureati: 39mila contro 12mila, stando ai numeri del 2018 raccolti e elaborati da Unioncamere (l'ente che riunisce le Camere di commercio) e Anpal (agenzia nazionale politiche attive del lavoro). Nel report vengono indicati quali sono i corsi di studio più richiesti dalle imprese e quali sono i posti di lavoro più difficili da coprire.
Segretari e commessi
L'indirizzo più ricercato tra i diplomi è quello di «amministrazione, finanza e marketing», un jolly che consente di accedere a circa 278mila posti offerti in Italia e circa 5.500 in Sardegna. La maggior parte di questi giovani viene impiegata come in segreterie amministrative e «back-office», poi ci sono i contabili, i consulenti fiscali, gli amministratori di condominio, infine gli «assistenti alla vendita» nei negozi. Cambiando settore, c'è una ampia domanda di meccanici e assemblatori, che però nell'Isola non sono molto facili da trovare: nel 49 per cento dei casi le aziende fanno fatica ad assumere personale qualificato. Certo, nulla a che vedere con i salti mortali che i cacciatori di teste devono fare per i diplomati in informatica e telecomunicazioni. Gli sbocchi principali sono quelli di tecnico in applicazioni informatiche, progettisti di software e programmatori. Nell'Isola sono circa mille i posti di lavoro offerti nell'ultimo anno, eppure nel 65 per cento dei casi le aziende hanno incontrato difficoltà nel completare gli organici. Restano poi molti posti scoperti nei ristoranti e negli alberghi. Nell'Isola sono circa 5mila i contratti offerti ai diplomati nell'indirizzo “turismo, enogastronomia e ospitalità” e il 23 per cento rischia di rimanere scoperto.
Corsi di laurea
Se parliamo di laureati, l'indirizzo di studio più richiesto è quello economico. I posti di lavoro offerti non sono molto diversi da quelli per i diplomati in amministrazione, finanza e marketing. Anche in questo caso la maggior parte dei contratti è per gli «addetti all'amministrazione e al back office», poi c'è spazio per i tecnici del marketing, i contabili, i consulenti fiscali e gli amministratori di condominio. In tutta Italia nel 2018 sono stati offerti 144mila posti, nell'Isola invece sono stati 2.570. Nel 39 per cento dei casi le imprese hanno avuto difficoltà a trovare le persone giuste. Più facile invece ingaggiare laureati in corsi di insegnamento e formazione. Domanda e offerta sono invece lontanissime quando si parla di ingegneria: in Sardegna rischia di rimanere scoperto il 71 per cento dei posti riservati all'indirizzo di ingegneria industriale, e il 64 per cento di ingegneria elettronica.
I meno richiesti
In coda ai desideri delle imprese ci sono gli indirizzi di studio più “tradizionali”, come Giurisprudenza e Architettura. I posti offerti in questi due settori nell'Isola non sono nemmeno 800. Poco richiesti anche i diplomati nei licei classici, scientifici o scienze umane: in tutta la Sardegna sono stati richiesti 470 lavoratori con queste specializzazioni, un decimo di quelli ricercati dal settore turistico.
Michele Ruffi

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Carta (Cisl): la Regione è in ritardo
QUEI POSTI SENZA CANDIDATI: I LIMITI DELLA FORMAZIONE E DEI CENTRI PER L'IMPIEGO

Sembra un paradosso: il mercato del lavoro in Sardegna è in crisi ma ha bisogno di tecnici programmatori, sviluppatori di software, elettrotecnici. Ma anche di camerieri, barman, gestori di magazzino. Non solo, quindi, ha necessità di professionisti in grado di svolgere i nuovi lavori imposti dalla rivoluzione digitale, ma anche di figure più “semplici”, non specializzate. Il problema, però, è che questi lavori sembrano introvabili.
Il caso Sardegna
La fotografia scattata dal bollettino del sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere disegna nell'Isola un vero e proprio mismatch non solo digitale. «Premesso che non si tratti di un dato solo sardo», spiega Giorgio Delpiano, presidente regionale di Confapi, l'associazione della piccola industria, «in Sardegna, con un tessuto imprenditoriale che per tre quarti è formato da piccole e micro imprese, il problema si acuisce». Perché? «Le aziende così piccole non hanno le risorse e si ritrovano costrette a offrire posti di lavoro stagionali o comunque a termine», o con retribuzioni non sempre adeguate. Da qui la scelta di molti di rinunciare e, spesso, lasciare la Sardegna. A questo si aggiunge un ulteriore problema. «Le politiche del lavoro non incentivano le aziende a fare assunzioni a lungo periodo», spiega Delpiano. «Come associazione la nostra battaglia è sull'abbattimento del cuneo fiscale, perché il costo del lavoro è ancora molto elevato».
Le responsabilità
Gli esperti puntano il dito contro il sistema della formazione che «non sempre garantisce le figure di cui le imprese hanno bisogno», dice Gianluca Deriu, direttore regionale di Federalberghi e numero uno della Confcommercio-Ogliastra. «Il problema è minore rispetto al passato», afferma Claudio Coversano, docente di Statistica all'università di Cagliari. «È un gap temporaneo», aggiunge, «e l'impegno degli atenei come il nostro nell'attivare corsi super specializzati e richiestissimi dalle imprese, come quello di “Data science”, alla fine darà i risultati attesi. Per questa laurea, l'università ha attivato tirocini con un'azienda specializzata che ci ha consentito di calibrare meglio l'offerta», aggiunge.
C'è bisogno di tempo, quindi. Tempo per formare i professionisti del futuro. Ma intanto il mercato del lavoro cambia a una velocità impressionante, e spesso il sistema della formazione non riesce a stare al passo. «C'è anche un fatto puramente burocratico», spiega il docente. «Quando un ateneo decide di attivare un nuovo corso, non può farlo dall'oggi al domani», come invece vorrebbero le aziende, «ma deve rispettare i tempi del ministero».
I sindacati
Che la formazione abbia, comunque, le sue colpe lo dicono anche i sindacati. «Occorre qualificare l'offerta», dice Gavino Carta, segretario regionale della Cisl. «Questo disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è anche figlio del sistema di mediazione, cioè i centri per l'impiego che evidentemente non funzionano come ci aspetterebbe». Anche a livello istituzionale, quindi, la formazione avrebbe bisogno di essere più tarata sulle esigenze delle imprese. Cosa serve, quindi? «Bisogna implementare il sistema della bilateralità, strutturare una rete più ampia e una formazione professionale più puntuale, anche attraverso il coinvolgimento degli operatori accreditati; oltre a un parternariato pubblico-privato più largo», risponde Gavino Carta. E conclude: «Siamo anche n ritardo sulla programmazione pluriennale delle competenze che spetta alla Regione».
Mauro Madeddu

 

5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
I DATI. La Cgil: licenza media e diploma non bastano
LA LAUREA RESTA IL MIGLIOR ANTIDOTO CONTRO LA DISOCCUPAZIONE UNDER 30

Il possesso di una laurea aiuta i giovani ad inserirsi prima nel mercato del lavoro e li protegge da una disoccupazione sopratutto di lunga durata più di quanto non faccia la semplice licenza media o un diploma che lascia al contrario i ragazzi più esposti ai venti della crisi. A ribadire il ruolo di “ammortizzatore sociale” del titolo di studio sul mercato del lavoro è un Rapporto del dipartimento Welfare della Cgil che mette a confronto il 2007, anno che ha preceduto la grande crisi economica, con il 2018.
«Il primo dato che salta agli occhi è la caduta netta del tasso di occupazione tra i giovani, in misura marcata per quelli con la sola licenzia media e i diplomati, più contenuta invece per i laureati», si legge
I dati elaborati sulla base di quelli Istat, infatti, parlano chiaro: per i giovani tra i 20-24 anni con la licenza media il tasso di occupazione, in 11 anni, è crollato di quasi 18 punti percentuali passando dal 50,5% del 2007 al 32,6% del 2018 a fronte di una flessione pari a zero per quelli con una laurea, e di soli 7,5 punti per i giovani con un diploma. Stesso andamento anche per la classe 25-29 anni: l'occupazione che nel 2007 era al 60,6% è scesa nel 2018 al 47,7% facendo perdere, per chi è in possesso di una semplice licenzia media, circa 13 punti percentuali contro i 10 punti percentuali di differenza per i diplomati e i 9,8 punti dei laureati.
Un trend «drammatico» anche sul fronte disoccupazione: il tasso registra, in 11 anni, per i giovani che abbiano solo la licenza media un aumento «molto rilevante» che arriva a registrare anche peggioramenti di circa 20 punti percentuali tra la disoccupazione del 2007 e quella 2018 relativamente non solo ai ragazzi tra i 20 e i 24 anni ma anche per quelli tra i 25 ed i 29 anni.

 

6 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Un paradosso del mercato
Il problema dei giovani troppo istruiti

Il problema non riguarda solo le competenze che servono e che, per varie ragioni, in questo momento mancano. Ma anche le offerte di lavoro per le quali, invece, non sono richieste. Un esempio: nel triennio tra il 2014 e il 2016, oltre tre assunzioni su dieci (dato nazionale) hanno riguardato persone che avevano un livello di istruzione superiore rispetto al ruolo da ricoprire. Questa percentuale è salita a quasi il 35%, considerando solo i lavoratori assunti con un'età inferiore ai 29 anni. Questo significa, quindi, che i più giovani, quando riescono a trovare un lavoro, spesso rischiano di essere troppo istruiti per quel tipo di occupazione. Un altro paradosso del mercato del lavoro, dunque. Emblematico è l'esempio dei neolaureati che dopo l'università, nell'attesa di trovare un impiego adeguato al proprio percorso di studi, finiscono a lavorare nei call center. E, sempre più spesso, vi restano per anni. ( ma.mad. )

 

7 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Sport - Pagina 20
Prevenzione, lotta al doping e filo diretto con scuole e associazioni
MEDICINA DELLO SPORT, IL PRIMO CENTRO

CAGLIARI Lo sport non solo vuol dire stile di vita sana ma è anche un paracadute per gli angoli bui. E' il senso del discorso fatto da Marco Scorcu, responsabile sanitario del Cagliari, nel momento in cui rilancio il ruolo della prima struttura specializzata nella Medicina dello Sport inaugurata a Cagliari venerdì. «Chi pratica attività fisica si mette al riparo da tante malattie - dice subito -. Ma pensiamo anche all'inclusione, alla lotta al doping, al rispetto di regole e avversari». Il nuovo centro sorge all'ospedale Binaghi, copre l'universo degli sportivi chiamati alle visite di idoneità agonistica e avrà un filo diretto con scuole, associazioni, mondo della disabilità e del volontariato. Con Luigi Minerba (Ats Sardegna), Sergio Marracini (Presidio unico), Gianfranco Fara (presidente Coni), Silvana Tilocca, Guido de Martino, Cristina Sanna e Maria Antonietta Fenu, figure di spicco del settore. L'obiettivo è di promuovere l'attività motoria nei cittadini, specie in età scolare, prevenire il doping e tutelare l'attività sanitaria». La struttura collaborerà anche con Cardiologia e Diabetologia, con il Centro sclerosi multipla e il Centro donna del Binaghi. E' arrivato forte l'appello, rivolto soprattutto ai giovani, affinché facciano attività motoria. «Che diventa una terapia - ha chiuso Sorcu - per le persone affette da diabete, obesità, sindrome metabolica, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, osteoporosi, stati d'ansia e depressioni». (m.fr.)

 

8 - L’UNIONE SARDA di lunedì 22 luglio 2019 / Sport - Pagina 23
Universiadi, Ruzzittu protagonista
con lui la nazionale è di bronzo

OLBIA Dopo una stagione interminabile, da qualche giorno si sta godendo le meritate ferie. Danilo Ruzzittu, ventiduenne attaccante olbiese in forza all'Arzachena nella scorsa stagione, è stato tra i protagonisti della Nazionale italiana che ha fatto gli onori di casa alle Universiadi svolte in Campania e concluse domenica scorsa. Per Danilo e per i suoi compagni di squadra è arrivato un ottimo terzo posto che è valsa la medaglia di bronzo.Una manifestazione, quella delle Universiadi, in cui l'Italia del calcio maschile si è fatta valere chiudendo il torneo senza subire sconfitte sul campo. Infatti la Nazionale azzurra non ha conquistato la finale per aver perso ai calci di rigore contro il Giappone, mentre la finale per il terzo e quarto posto sempre i calci di rigore sono stati favorevoli per la squadra allenata da Daniele Arrigoni. «E' stata una bella esperienza - racconta Danilo Ruzzittu -, peccato per come è andata a finire la semifinale, siamo riusciti a recuperare il pareggio a pochi secondi dalla fine, ma poi alla lotteria dei rigori non siamo stati fortunati». Prima fase passata alla grande e poi la semifinale sfortunata. Ma Ruzzittu sempre nel vivo dell'azione della squadra italiana.«"Verissimo. Mi ha fatto molto piacere essere tra i protagonisti. Non ho segnato su azione, ma mi hanno annullato due gol, entrambi regolare. Nel secondo, contro il Giappone, ho stoppato di petto e ho battuto il portiere avversario, ma l'arbitro lo ha annullato perché riteneva che avessi toccato con il braccio. Era il gol del 3-3: poco dopo abbiamo segnato la rete del pareggio su rigore».Come mai non eri tra i rigoristi in semifinale?«Perché il mister aveva deciso che tra i primi cinque, solo uno doveva aver giocato tutta la gara. Voleva gente fresca alla battuta del rigore: e pensare che io dovevo essere il successivo a battere il rigore. Nella finale per il terzo posto è successa la stessa cosa: ero tra i rigoristi perché sono entrato a partita in corso e non ho avuto problemi a trasformare il mio penalty e regalare alla Nazionale la medaglia di bronzo».Sei rientrato dalle Universiadi trovandoti senza squadra, vista la mancata iscrizione dell'Arzachena in serie C. Cosa pensi della situazione? «Mi dispiace tantissimo per come è andata a finire, la scorsa estate hanno creduto in me portandomi a disputare il campionato di serie C. Sapevo delle difficoltà economiche, ma pensavo che risolvessero».Hai ricevuto offerte?«Sì, ne ho ricevutoe da parte di squadre di serie D e qualcuna di serie C. Devo valutare e scegliere la proposta migliore per la mia crescita».
Paolo Muggianu

 

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