Domenica 21 luglio 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 luglio 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 21luglio 2019 / Agenda (Pagina 25 - Edizione CA)
SANITÀ. Confermato il prestigio della scuola cagliaritana
Società italiana di endocrino-chirurgia: Pietro Giorgio Cicalò è il presidente

Eccellenze, così le chiamano. E anche Cagliari, in campo medico, si sta confermando tra i vertici nazionali della sanità. Un esempio? L'Endocrino-chirurgia. Su questo settore il Policlinico universitario di Cagliari-Monserrato intestato a Duilio Casula è tra i primi in Italia.
La società
Il professor Pietro Giorgio Calò, direttore della Chirurgia polispecialistica dell'Azienda ospedaliero universitaria è stato eletto presidente della Società italiana unitaria di endocrino-chirurgia. La Siuec conta circa quattrocento soci ed è l'unica società che raggruppa i chirurghi endocrini italiani. È nata nel 2017 dalla fusione delle due precedenti società di chirurgia endocrina, la Siec e la Uec. Il professor Calò era stato in precedenza vicepresidente della Uec e consigliere della Siec e della Siuec.
La nomina
L'elezione conferma il prestigio della scuola endocrino chirurgica di Cagliari diretta prima dal professor Angelo Nicolosi e dal 2017 proprio dal professor Calò. Ancora una volta, gli ottimi risultati ottenuti dall'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e dall'Università.
L'attività
La Società italiana unitaria di Endocrinochirurgia è una società scientifica che associa endocrinochirurghi e chirurghi generali. Tutti si occupano con particolare impegno di patologia della tiroide, delle paratiroidi, del surrene, del pancreas, dei tumori neuroendocrini, del timo e della mammella oltre a endocrinologi, nucleari, anatomopatologi, otorinolaringoiatri e tutti gli altri specialisti che per ragioni di studio o di affinità trattano questa materia.
Le esperienze
Tra gli obiettivi vi è quello di favorire lo scambio di informazioni, di esperienze e la conoscenza fra gli operatori del settore, individuando elementi condivisi di crescita e progresso scientifico.
Insomma, il Policlinco Duilio Casula non solo si conferma struttura sanitaria d'eccellenza ma continua ad arricchirsi di nuovo prestigio.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 21luglio 2019 / Commenti (Pagina 18 - Edizione CA)
L'intervento
Alzheimer, cura e ricerche

Malattia di Alzheimer: a che punto siamo? Mentre l'utilizzo di strategie diagnostiche basate sulle immagini, come la PET (Positron Emission Tomography) dell'amiloide accoppiata alla risonanza magnetica aggiunge anche alle nostre latitudini un esame importante, scoperto nel 2002 in Svezia, nel processo diagnostico della malattia di Alzheimer, è opportuno precisare in quale punto si colloca questa raffinata e costosa metodica nel percorso della malattia.
Dobbiamo subito sgombrare il campo da quella che è la prima aspettativa: dal punto di vista terapeutico siamo ancora allo zero di lord Kelvin, ovvero anche la più raffinata procedura diagnostica non modifica ad oggi la cura della malattia che è totalmente inesistente. Vale la pena ricordare come le più importanti industrie farmaceutiche abbiano dichiarato qualche mese fa, ma era nell'aria da parecchio, il loro ritiro dalla ricerca su questo settore. La rivista Time circa un anno fa dedicava sette pagine all'argomento precisando come dal 2000 ad oggi siano stati immessi nel mercato qualcosa come 200 farmaci “anti-Alzheimer”, tutti rivelatisi regolarmente inefficaci.
Si sa che la sostanza nota come amiloide, che viene svelata dalla PET nei cervelli di malati di Alzheimer, si trova spessissimo in cervelli che funzionano come orologi svizzeri anche se nella malattia di Alzheimer tale sostanza si accumula sempre. Uno dei problemi, tuttavia, messo in rilevo dai ricercatori, è quello della tempistica della malattia. Esistono studi importanti che mostrano come in modelli sperimentali la fase di danno preceda quella dell'accumulo, quindi in buona sostanza si arriverebe “a babbo morto” ad osservarla con la PET.
Ma ci sono altri importanti motivi che suggeriscono parsimonia e ottima documentazione clinica prima di dare responsi su questo esame che dev'essere sempre un prodotto di lavoro d'equipe (neurologi, psicologi cognitivisti ecc). La PET evidenzia anche altri tipi di amiloide che di per sè non sono interessati dall'Alzheimer e che si trovano nei piccoli vasi. Di più: un recente studio della famosa Mayo Clinic ha trovato, su 1000 soggetti in predicato di diagnosi di Alzheimer, una parte statisticamente significativa totalmente negativa al test PET.
Allora possiamo dire che tale esame è inutile? La risposta è un netto diniego. Si tratta di un esame importante che però le linee guida confinano a precise indicazioni: può dare una buona idea sulla progressione della malattia e potrebbe derimere casi di Alzheimer precoce. Viene sconsigliato però dopo i 65 anni. Una considerazione interessante è che la PET ha mostrato accumuli di amiloide in giro per varie parti del cervello, non solo nelle parti che secondo gli studi classici sono maggiormente interessate dall'Alzheimer tipico. Questo riporta ad una considerazione strategica sul terreno di battaglia: lo studio accurato di accumuli di amiloide causanti danni settoriali in zone strategiche del cervello dove insistono le connessioni più importanti (il cosidetto “club dei ricchi”) e lo studio, impetuosamente recente, delle dinamiche della rete di connettività con elettroencefalografia di precisione e risonanza magnetica funzionale. Come si vede molto manca ancora semplicemente da aggiungere e da raggiungere nelle nostre conoscenze in materia. Parafrasando il famoso stratega Sun Tzu: «Se non si conosce la conformazione di monti e foreste non si possono muovere eserciti». E noi siamo ancora alla cartografia di base. Meglio che niente, ma basta saperlo.
FRANCESCO MARROSU
PROFESSORE DI NEUROLOGIA

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 21luglio 2019 / Agenda (Pagina  - Edizione CA)
DIVENTARE GENITORI O NO?
È il tema della conferenza di Presentazione del progetto “Prove” in programma domani ore 10, aula Motzo. Parlerà Cristina Cabras

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 21luglio 2019 / Oristano e Provincia (Pagina 37 - Edizione CA)
NUGHEDU S. VITTORIA. Il sindaco: importante opportunità
Il Comune: sì ai corsi universitari on lin
e
Il borgo del Barigadu si candida a diventare nell'Isola un polo universitario E-campus. La Giunta comunale guidata dal sindaco Francesco Mura nelle scorse settimane ha accolto la proposta arrivata in Comune dal polo universitario. Una scelta che si inquadra nelle strategie per fronteggiare lo spopolamento e per creare nuove occasioni di crescita per il paese.
Ecco allora che la richiesta arrivata da uno dei maggiori atenei telematici in Italia ha sollecitato l'attenzione dell'amministrazione comunale pronta a investire sul futuro della piccola comunità. In questo modo a Nughedu Santa Vittoria potrebbero arrivare studenti dall'intera Isola «Al di là dello spazio, è uno strumento formativo dedicato ai dipendenti delle forze armate che ai civili con un corso di studi di carattere privato. C'è inoltre la possibilità di estendere, oltre ai corsi universitari, a tutte quelle attività formative che l'università può offrire. Questa è sicuramente una buona opportunità per il territorio contro la dispersione scolastica sia per le opportunità lavorative che si possono creare», commenta il primo cittadino Francesco Mura. Le lezioni saranno attivate in due stanze messe a disposizione dal Comune nell'agorà multimediale. Consentito anche l'utilizzo dell'aula consiliare per finalità didattiche. Già da quest'anno accademico potrebbero partire i corsi.
Alessia Orbana

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 21 luglio 2019 / Prima pagina
INTERVISTA AL RETTORE
«L’università è utile a tutti e neutrale» 
D. SCANO A PAGINA 17

Il rettore racconta come è nata l'inedita collaborazione per la formazione della giunta Campus
«L'UNIVERSITÀ È UTILE E NEUTRALE»
I DUE DOCENTI ASSESSORI È stata la politica a sentire il bisogno di coinvolgerli e loro hanno accettato di entrare in giunta con spirito di servizio
LE RICHIESTE DEL COMUNE L’Ateneo ha offerto le sue competenze ma non ha chiesto niente in cambio, se non di rendere la città migliore per tutti

di Daniela Scano
SASSARI Due docenti universitari "prestati" dall'Università all'amministrazione comunale come assessori tecnici, il rettore Massimo Carpinelli che li presenta in conferenza stampa insieme con il neo eletto sindaco Nanni Campus. Una novità assoluta che ha suscitato curiosità, ma anche perplessità. «La conferenza stampa congiunta sottolinea la volontà di due istituzioni fondamentali per il territorio di lavorare insieme per il bene della città». Dagli Usa, Massimo Carpinelli risponde alle domande su questa "prima volta". Se è apparso subito chiaro il senso della collaborazione tra istituzioni, non una novità assoluta, la conferenza stampa congiunta sua e del sindaco è invece apparsa a tanti come una anomalia. Rettore Carpinelli, ci spiega il senso di questa iniziativa? «Come lei dice, accade spesso che professori universitari abbiano ruoli politici. Di solito però si tratta di persone che appartengono già al mondo della politica o sono direttamente parte di uno schieramento politico. In questo caso, invece, i due docenti non appartengono a nessuno schieramento politico. Ciò nonostante, è stata la politica a sentire il bisogno di coinvolgerli. L'elemento di grande novità è che il sindaco Campus ha voluto condividere con l'Università questa scelta». E la conferenza stampa? «La conferenza stampa sottolinea la volontà di due istituzioni fondamentali per il territorio di lavorare insieme per il bene della città. Durante la campagna elettorale diversi docenti dell'Università sono stati impegnati, come è legittimo, in vari schieramenti politici, ma l'Università come istituzione è stata, come deve essere, neutrale. Io ho fornito a chi me lo ha chiesto spunti di riflessione sui rapporti tra Università e Città». Ci racconta cosa è successo dopo le elezioni? «Dopo l'elezione il sindaco Campus mi ha chiesto che profili si potessero coinvolgere, per avere dall'Università un significativo apporto di competenze che potessero essere messe a disposizione della città. La mia presenza alla conferenza stampa sta ad indicare la volontà di lavorare insieme su progetti comuni per la crescita del nostro territorio». Il sindaco le ha indicato le competenze richieste ai futuri assessori, oppure le ha chiesto una generica disponibilità di tecnici? «La richiesta riguardava varie aree, tutte molto importanti, da quelle economiche a quelle tecnico-scientifiche. Tutte aree in cui l'Università ha ottimi profili accademici». Gli interessati, Antonella Lugliè e Gabriele Mulas, come hanno reagito alla proposta di diventare assessori comunali? «Con grande senso di responsabilità. La prima preoccupazione di entrambi è stata quella di non perdere il rapporto con l'Università e con la ricerca, il loro mondo, al quale hanno dedicato tutta la loro vita professionale. Ma ho anche constatato la volontà di partecipare, realmente con spirito di servizio, alla gestione della loro città, mettendo al servizio le loro competenze». Questa collaborazione segna un cambiamento nei rapporti tra il Comune e l'ateneo? «I rapporti tra Comune e Ateneo sono sempre stati buoni, come lo sono stati con le altre istituzioni pubbliche, nel rispetto delle rispettive autonomie e prerogative. Il sindaco Campus, chiedendo esplicitamente all'Università un apporto di competenze, ha voluto aggiungere una maggiore forza progettuale, nell'interesse della città. È questa la volontà che ho percepito e alla quale ho aderito con entusiasmo. Ritengo che una missione importante dell'Università sia quella di coltivare competenze utili alla società; senz'altro questo passo del sindaco neoeletto è un riconoscimento all'utilità sociale che possono avere le competenze presenti nell'Università di Sassari». Il Comune ha chiesto la vostra collaborazione per rilanciare la città. L'ateneo ha chiesto qualcosa in cambio, in termini di servizi o di progetti? «L'Ateneo non ha chiesto niente in cambio, se non di rendere la città migliore per tutti». Cosa ritiene che l'amministrazione comunale dovrebbe fare per migliorare le condizioni di soggiorno degli studenti universitari? «Costruire un ambiente favorevole allo studio e alla crescita dei nostri studenti ha molti aspetti. Alcuni sono strettamente accademici: organizzare una didattica efficace, all'avanguardia, capace di formare le competenze necessarie per i mestieri del futuro; dare servizi agli studenti, legare l'insegnamento al mondo della ricerca, avere un corpo docente qualificato. A questo l'Università ha lavorato e lavora. Per esempio, dal mio insediamento ho cominciato una opera di revisione dei meccanismi di reclutamento che ci vedono oggi tra gli atenei più attenti in Italia, avendo recepito in pieno, su mia spinta, le indicazioni del commissario Cantone. È un processo lento ma stiamo lavorando in quella direzione». E il Comune? Quali sono i suoi compiti? «Il Comune può e deve occuparsi della gestione della città, di renderla vivibile, sana, urbanisticamente pronta ad accogliere gli studenti. Esistono poi aspetti altrettanto fondamentali sui quali il Comune e l'Università devono fare sentire la loro voce insieme e portare istanze comuni di fronte alle istituzioni regionali e nazionali competenti; penso ai trasporti, di terra e aerei, alla Sanità. Credo sinceramente che le richieste che deve fare un Rettore non siano diverse da quelle di un comune cittadino. Vogliamo entrambi una città accogliente, moderna, vivibile». Rettore, secondo lei Sassari è una città universitaria degna di questo nome? «Sassari è una grande città con una Università tra le più antiche e prestigiose d'Italia. Il rapporto numerico tra studenti e cittadini, tuttavia, è poco maggiore di 1 a 10, diversi sono i numeri per città universitarie, ad esempio Pisa, la città dove ho studiato, dove il rapporto è maggiore di 1 a 2, o Padova dove è circa di 1 a 3. L'impatto è ovviamente ben diverso, anche visivamente. Avere una Università però non è solo una questione di numero di studenti, significa anche avere la possibilità di avere eventi culturali, respiro internazionale. La presenza dell'Università permette di avere in loco competenze e professionalità che diversamente non si avrebbero. Avere l'Università è per una città un privilegio che va difeso e coltivato». Invece, qual è il progetto dell'Università per la città che la ospita? «Costruire un futuro migliore per i giovani, dare loro gli strumenti per poter affrontare le sfide che una società sempre più competitiva e aggressiva, ma anche sempre più ricca di opportunità, pone loro. Viviamo un mondo dominato dalle esigenze di persone che hanno superato la metà della propria vita e che pensano a come vivere meglio quella che gli rimane, senza preoccuparsi del futuro delle nuove generazioni. Io voglio fare il contrario, dare ai giovani gli strumenti per cambiare in meglio il mondo».

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 21 luglio 2019 / Agenda - Pagina 20
TACCUINO
? TEST MEDICINA

Il 22 luglio si terrà a Sassari una giornata dedicata ai test di ammissione ai corsi medico-sanitari. Info: https://wauniversity.it/test-day-sassari/

 

Questionario e social

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