Giovedì 18 luglio 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 luglio 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 luglio 2019 / Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
RETTORATO. Oggi i premi
RICONOSCIMENTO AI MIGLIORI LAUREATI

Si terrà questa mattina alle 11, nell'Aula magna del Rettorato, in via Università, la cerimonia di premiazione dei migliori sedici laureati nell'anno accademico 2017-18. Il riconoscimento, che sarà consegnato dalla rettrice Maria del Zompo, andrà agli studenti che si sono distinti in ogni facoltà per i voti di laurea, il tempo impiegato e la media riportata negli esami.
L'iniziativa è ormai un appuntamento tradizionale per gli studenti dell'Ateneo: a ciascuno dei premiati sarà attribuito un premio di mille euro. Le graduatorie per le sei facoltà dell'Ateneo, distinte tra i corsi di laurea di durata triennale, i corsi di laurea magistrale di durata biennale e i corsi di laurea magistrale a ciclo unico (ove presenti) sono state predisposte dagli uffici in automatico, non in base a un bando, utilizzando le informazioni già presenti nella banca dati del sistema informativo per la didattica o acquisite dagli interessati e sono state elaborate sulla base dei punteggi individuati dalla delibera del Consiglio di Amministrazione che ha autorizzato l'iniziativa. In requisiti: minor tempo impiegato per ottenere il titolo in rapporto alla durata normale del corso di studio, voto di laurea conseguito, media ponderata dei voti conseguiti nelle attività didattiche previste dal corso di laurea o dal piano di studi personale dello studente, mobilità internazionale.

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 luglio 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
CULTURA. A Cagliari la laurea “honoris causa”
Addio a Camilleri, papà di Montalbano

Addio ad Andrea Camilleri: lo scrittore siciliano padre del commissario Montalbano è morto ieri. Avrebbe compiuto 94 anni a settembre. Nel 2013 l'Università di Cagliari gli conferì ( foto Max Solinas ) la laurea honoris causa.  ALLE PAGINE 8, 9

Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
Una commovente lectio magistralis
QUANDO A CAGLIARI RICORDÒ DEL PADRE NELLA BRIGATA SASSARI

Era un tenente agli ordini del Capitano Lussu, circostanza che rafforzava il legame con l'Isola
Intervistato da Rai1, Filippo Lupo, presidente del Camilleri Fans Club, ha dichiarato che, nel suo mondo, la parola del giorno è “orfani” e ha concluso: «È come se avessimo perso un padre».
Non solo i soci di quel Club, ma la stragrande maggioranza dei lettori, in Italia e in altri Paesi, condivide quel sentimento e prova un dolore autentico: come se avessimo perso un nostro familiare.
Bisogno di comunicare
Andrea Camilleri con i suoi romanzi, con la trasposizione televisiva delle inchieste del commissario Montalbano, con i film tratti dai romanzi storici, con gli interventi televisivi, le presentazioni dei film, le interviste, è stato molto più di un autore di successo. Tutti - gli studiosi di letteratura, i traduttori che portano la difficile lingua camilleriana a incontrare pubblici lontani dall'Italia e dalla Sicilia, gli appassionati lettori -, tutti hanno avvertito che nelle sue pagine c'era, in primo luogo, un esplicito bisogno di comunicare, di condividere storie come avveniva nel mondo antico, quando tra chi narrava e chi ascoltava c'era un legame necessario sul piano umano e vitale in quello artistico.
“Contastorie”, si definiva: e lo era, nell'alto grado di chi sa farsi ascoltare/leggere con un'arte che di giorno in giorno si affina e raggiunge livelli stilisticamente elevati. Ma era anche altro; era un saggio capace di dispensare pensieri necessari per affrontare il presente, senza mai perdere la speranza nell'essere umano. Era una sorta di paradosso: viveva in un tempo di semplificazione e di paure; di chiusure dei porti, dei cuori e delle intelligenze; di folle spaventate che vogliono armarsi per combattere nemici che non sono tali. E non vedono dove sta il vero pericolo. Camilleri, divenuto cieco, vedeva invece con chiarezza, ammoniva e stabiliva le distanze: «Non in nome mio».
Ascoltato con rispetto
Tolti pochi facinorosi, lo ascoltavano tutti con rispetto: come si fa con un Padre del cui insegnamento sappiamo di avere bisogno, anche se talvolta non siamo capaci di applicarlo. Ma la sua voce risuona nella nostra coscienza e trova un'eco, solo in apparenza singolare, in quella del mondo cattolico che, in particolare sulla vicenda dei migranti, esprime lo stesso pensiero del laico Camilleri.
E pensare che all'inizio era letto in quanto scrittore divertente e capace di creare irresistibili situazioni comiche, personaggi che suscitano il riso, senza diventare macchiette ma conservando un'integrale fisionomia umana. Così ha conquistato il suo pubblico, al quale, grado per grado, ha insegnato una lingua, il “vigatese”; e, contemporaneamente, ha insegnato molto altro: anche che l'esistenza può essere drammatica e che tuttavia c'è sempre una speranza.
Era un uomo autentico. A Cagliari (e in tutti i luoghi della Sardegna dove in diverse occasioni era stato: a Sassari, a Sorso, a Nuoro, a Galtellì) lo ha mostrato con una lectio veramente magistrale, quando ha parlato della morte del padre: è un nodo, questo, della perdita del padre; di come sappiamo affrontarla e farci adulti, una volta rimasti soli.
Parlò delle opere letterarie nelle quali il tema era stato affrontato; poi disse di sé al capezzale del padre malato, che riviveva gli episodi della Grande guerra combattuta agli ordini del Capitano Lussu, fino a che gli ingiunse di uscire e di tornare solo dopo aver fumato una sigaretta. «Ubbidii e quando, dopo aver fumato, andai verso la sua camera, sapevo che non l'avrei trovato vivo».
Commozione sul viso
C'è un filmato, che ritrae Camilleri mentre dice queste ultime parole e una lacrima gli riga il volto.
Il pubblico presente nell'aula magna dell'Università rimase senza fiato, come sospeso: capiva che non era una lezione accademica ma un sofferto racconto di vita, che lo scrittore stava comunicando qualcosa di importante per lui e quindi per tutti. Come un atto d'amore per quanti assistevano e per l'intera Sardegna dove era venuto (così ci aveva detto al primo incontro), in nome del padre cui Lussu, in anni lontani, aveva detto di visitare l'Isola. Le circostanze della vita non gli avevano consentito di farlo, e quindi aveva trasmesso il mandato al figlio.
A tutto questo dobbiamo, noi sardi, una lunga amicizia che ci ha scaldato il cuore.
Giuseppe Marci

Regione (Pagina 9 - Edizione CA)
Lo scrittore siciliano avrebbe compiuto 94 anni a settembre
ADDIO AD ANDREA CAMILLERI, IL PAPÀ DI MONTALBANO
Nato per essere un “contastorie” si è spento dopo un mese di coma

L'età e un'insaziabile curiosità, gli permettevano tutto, anche di assumere la complessa autodifesa del primo assassino della storia, quel Caino colpevole di aver ucciso il fratello, il buon Abele. Con la tenacia e la passione di un ragazzo coltivava l'idea di raccontare un'ultima storia, perché questo si sentiva di essere, “un contastorie”, e di farlo, come sempre, da un angolo visuale non banale: questa volta da indagare c'erano i testi ebraici e musulmani che inficiano la tesi biblica, e riscrivono il concetto di male uguale Caino.
Cuore stanco  Andrea Camilleri avrebbe vestito ancora i panni di attore in un teatro, luogo amatissimo, al quale ha dedicato il suo impegno di regista per una vita, ma il suo cuore stanco per i tanti anni - il 6 settembre sarebbero stati 94 - e le migliaia di sigarette fumate, ha lottato ancora un mese all'ospedale Santo Spirito di Roma dove era arrivato in condizioni critiche: ieri mattina si è fermato, per sempre. Appena tre giorni dopo quell'appuntamento mancato alle Terme di Caracalla, a Roma. Ci resta però la preziosa suggestione di un vecchio ironico e generoso, ostinatamente desideroso di capire, polemico quanto è necessario, pronto a indignarsi davanti alle ingiustizie e alle arroganze del tempo presente, testimone di battaglie di civiltà, fedele alla regola che non bisogna fermarsi mai alle apparenze. Scavare, guardare oltre. Proprio come ne “La forma dell'acqua”, il romanzo del 1994 edito dalla casa editrice siciliana Sellerio che gli ha aperto la strada a un successo internazionale, trasformando il regista e sceneggiatore Andrea Camilleri in uno degli scrittori più amati, letti e venduti. È così, l'acqua assume la forma del recipiente in cui si mette, e cambia ogni volta, come cambiano le prospettive della nostra esistenza.
Forse per questa infinita sete di scoprire altro, solo un anno fa aveva portato in scena, al teatro greco di Siracusa, lo straordinario e commovente “Conversazioni su Tiresia”, monologo dedicato all'indovino reso cieco da Giunone perché svelava i segreti degli dei, cieco come lo era diventato a novant'anni lo scrittore, cieco come Omero che per primo ne aveva cantato le gesta. «Ho trascorso questa mia vita a inventarmi storie e personaggi. L'invenzione più felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant'anni, ho sentito l'urgenza di riuscire a capire che cosa sia l'eternità e solo venendo qui posso intuirla, solo su queste pietre eterne», aveva detto Camilleri presentando il nuovo lavoro.
Della sua adorata Sicilia, culla della cultura della Magna Grecia, fonte di ispirazione - la Vigàta del Commissario Montalbano altro non è che lo specchio della sua Porto Empedocle - matrice di una lingua dialettale effervescente, colorata, diventata la cifra stilistica dei suoi romanzi. Un piccolo tesoro linguistico di cui i lettori si sono impadroniti, complice anche la fortunata serie tv sul Commissario Montalbano con Luca Zingaretti, a cominciare da quel “cabasisi” così evocativo per arrivare ai prelibati “arancini”. Il talento di Camilleri è stato quello di arricchire, con misura e leggerezza, di dare nuove informazioni, curiose notizie, magari partendo da uno spunto di cronaca per vestirlo poi della sua avvincente e gustosa prosa.
Un'intensa vita  Andrea Camilleri se n'è andato al termine di una bella e intensa vita, lasciandoci una ricca eredità: un mare di libri che in questi anni hanno conquistato le vette delle classifiche, sceneggiature per il teatro e la televisione e un'infinità di storie vissute, gioielli da scoprire perché custodi di un insegnamento, un esempio da seguire. Una di queste storie, bellissima e commovente, l'aveva raccontata con la sua voce pastosa e arrochita dal fumo nella lectio magistralis tenuta a Cagliari, nella primavera di sei anni fa, quando l'Università gli aveva conferito la laurea honoris causa. Il maestro aveva ricambiato regalando al pubblico un lungo excursus - letterario e poi intimo - sulle difficoltà del rapporto fra padre e figlio, antico e nuovo. Cominciò con un omaggio a Grazia Deledda e all'obbedienza ai maggiori, poi un passaggio veloce agli scritti di Gavino Ledda e Federigo Tozzi, per arrivare all'amatissimo Luigi Pirandello. E ancora Italo Svevo, con quel padre di Zeno Cosini così incapace a decifrare un figlio tormentato.
Sassarino al fronte  Sono proprio le riflessioni sullo scrittore triestino lo spunto per parlare con grande pudore di sé e del suo rapporto con suo padre, che confessava alla moglie di non capire perché «avesse un figlio comunista». Le piccole delusioni, i fraintendimenti familiari, hanno il potere di mettere in ombra l'amore, non certo di soffocarlo. È in una stanza di ospedale, a Roma, che padre e figlio ritrovano una tenera empatia. Il padre all'improvviso torna indietro nel tempo, al Carso, ai giorni in cui, da siciliano, era stato un “sassarino”. Quell'ultimo scambio di battute, denso d'amore e di rispetto, è riportato in una bella pagina dell'Unione Sarda scritta da Celestino Tabasso. Ecco le commoventi battute finali.
“Tenente Camilleri, si defili”, ordina con tono imperioso al figlio, immaginando di essere per un momento Lussu. “Si defili, tenente! Vuole dimostrarci di essere più coraggioso di noi, coglione di un siciliano?”.
“Signorsì”.
Quella risposta giusta rasserenò il padre, che si distese sul letto. Quando poi il figlio lo vide muovere con impaccio la mano verso il volto, capì che stava cercando di farsi il segno della croce. Lo aiutò. Poi fu congedato:
“Ora esci”.
“Ma papà...”.
“Vai a fumarti una sigaretta, e torna dopo”.
Camilleri obbedì all'ordine del tenente suo padre. Mentre fumava, sapeva che tornando nella stanza lo avrebbe trovato morto.
Caterina Pinna


 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 luglio 2019 / Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. La rettrice ha convocato un incontro per cercare di risolvere il caso
LOGOPEDIA, POCHI POSTI PER I TIROCINI
Sono corsi obbligatori per conseguire l'abilitazione alla professione

Sono ventiquattro i posti per tirocinanti a disposizione degli studenti del corso di laurea in Logopedia nella sede di Cagliari. Quindici invece i posti fuori dal capoluogo, quattro dei quali nella provincia ogliastrina e i restanti nelle sedi di Sassari, Senorbì, Carbonia e Oristano. Un totale di trentanove posti: ancora troppo pochi per i quasi cinquanta studenti del primo e secondo anno di Logopedia dell'Università. Nell'arco del triennio i futuri logopedisti hanno infatti come obiettivo quello di effettuare 1.500 ore di tirocinio obbligatorie per poter conseguire l'abilitazione alla professione: eppure qualcosa non funziona.
Giulia Gaviano, 850 ore. Maria Grazia Mameli, 865 ore. Gloria Corongiu, 810 ore. Alex Murru, 770 ore. Claudio Liggi, 800 ore. Cinque studenti del secondo anno che avrebbero già dovuto raggiungere mille ore di tirocinio. «E siamo tra gli studenti messi meglio», dice Gaviano. I ragazzi del primo anno, che a quest'ora avrebbero già dovuto terminare 500 ore, hanno iniziato il tirocinio solo il mese scorso grazie ai colleghi del secondo anno che hanno messo in stand-by le loro ore per permettere una turnazione.
Questa la situazione attuale che porta inesorabilmente alla domanda degli studenti: «Perchè riaprire le iscrizioni per una nuova classe di laurea nell'anno accademico 2019/20, se l'ateneo non riesce a formare in maniera adeguata neanche gli studenti attuali»?
Il problema per i futuri logopedisti non sarebbe costituito solo dal ritardo nell'effettuare le ore di tirocinio obbligatorie ma, soprattutto, dalla qualità delle ore svolte. «Mattinate passate nei corridoi con quattro studenti e solo due logopedisti», racconta Maria Grazia Mameli. «Ore svolte e segnate ma senza fare nulla», continua Alex Murru. Un problema che non accomuna tutte le sedi di tirocinio, come precisano i ragazzi, eppure in una lettera aperta scritta dagli studenti del primo e secondo anno tutti d'accordo nel titolo da dare: Logopedia: che fallimento!
Allertata della situazione odierna anche Maria Del Zompo, rettrice dell'Università che afferma però come sia «fondamentale l'apertura e la prosecuzione del corso di laurea vista l'estrema necessità di specialisti nel campo». Motivo questo che la spinge a comprendere a fondo i problemi evidenziati dagli studenti e cercare così di risolverli. É previsto per oggi un incontro con i vertici della facoltà di Medicina, il coordinatore del corso di laurea e il prorettore per le attività sanitarie.
Michela Marrocu



4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 luglio 2019 / Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
VIA OSPEDALE. Clinica dermatologica
AL SAN GIOVANNI DI DIO UN NUOVO FARMACO PER LA CURA DELLA PSORIASI

La psoriasi si cura al San Giovanni di Dio. Nella clinica dermatologica sarà pronto, tra breve, un nuovo trattamento che consentirà di curare questa diffusissima patologia infiammatoria della cute con un'iniezione ogni tre mesi. Una terapia attesissima visto che la psoriasi colpisce almeno 125 milioni di persone nel mondo e oltre 2 milioni e mezzo in Italia. «È una malattia complessa che se non viene adeguatamente trattata può incidere sia sulla salute generale che sulla qualità della vita», spiega il professor Franco Rongioletti, direttore dell'Unità complessa di Dermatologia dell'Aou. In Italia si stima che la psoriasi abbia una prevalenza del 2,9 per cento; 48mila le persone colpite dalla malattia in Sardegna, delle quali circa il 30-35 per cento in una forma moderata-grave. «Molti pazienti - aggiunge Rongioletti - non accedono ai trattamenti più avanzati o non raggiungono gli obiettivi terapeutici ottimali, oppure osservano una perdita della risposta al trattamento nel corso del tempo».
La Commissione europea ha recentemente approvato un nuovo trattamento per la psoriasi a placche da moderata a grave nei pazienti adulti candidati alla terapia sistemica. Si tratta di una nuova terapia biologica mirata che inibisce una delle molecole pro-infiammatorie responsabili della psoriasi e che promette di liberare i malati dalle placche psoriasiche attraverso un'unica iniezione ogni 3 mesi. In Sardegna è atteso nei prossimi mesi.
«Siamo estremamente contenti del parere favorevole della Commissione europea - dice Franco Rongioletti - il farmaco rappresenta un importante progresso terapeutico di cui presto speriamo potranno beneficiare anche i nostri pazienti sardi. Le evidenze cliniche riportano ottimi risultati nella risoluzione delle lesioni cutanee». Per il professore, «i pazienti con psoriasi moderata-grave dovrebbero essere gestiti da dermatologi esperti e in centri di riferimento come quello del San Giovanni di Dio. Nel nostro ambulatorio da quando è in funzione abbiamo in cura 4.500 pazienti con una crescita esponenziale delle richieste di visita per l'estrema attenzione e sostegno che diamo ai nostri malati». (a. pi.)



5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 luglio 2019 / Agenda (Pagina 22 - Edizione CA)
MEMO
Progetto sulla famiglia

Lunedì prossimo, alle 10, nell’aula Motzo della facoltà di Studi umanistici (via Is Mirrionis 1), sarà presentato il progetto “Prove: diventare o non diventare genitori?”. Interverranno la rettrice Maria Del Zompo, Cristina Cabras, Marina Mondo, Roberta Fadda, Laura Vismara e Carlo Pilia dell’Università di Cagliari, Gianni Monni del MicrocitemicoBrotzu, Marilisa Piga, regista del progetto Lunàdigas, Angela Quaquero, presidente dell’Ordine psicologi della Sardegna.




6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 luglio 2019 / Medio Campidano (Pagina 30 - Edizione CA)
BARUMINI. L'assemblea dei sindaci dell'Unione ha stanziato 304mila euro
VIA LIBERA ALL'UNIVERSITÀ DELLA MARMILLA: «Entro fine anno attiveremo il primo corso»
 
Finalmente anche la Marmilla avrà la sua Università. Nella terra dei nuraghi sarà attivato il primo corso di laurea in Sardegna per restauratore di beni archeologici e lapidei. «La teoria sarà svolta nella scuola di scavo e restauro archeologico, già esistente a Barumini, invece le lezioni pratiche saranno diffuse nel territorio, nei Comuni che ospitano siti archeologici», ha annunciato Celestino Pitzalis, presidente dell'Unione dei Comuni Marmilla, che ha già stanziato 304mila euro per il progetto.
Fondi stabiliti nell'assemblea dei sindaci dell'ente sovracomunale, che ha dato anche il via libera alla stipula di un protocollo d'intesa con l'Accademia delle Belle Arti di Sassari, gestore del futuro corso di laurea. Manca solo il benestare del ministero della Pubblica Istruzione. «Confidiamo che l'autorizzazione arrivi entro l'estate e che il corso possa poi essere attivato entro fine anno», ha aggiunto Pitzalis. «Una straordinaria opportunità per tutto il nostro territorio e che consentirà ai nostri giovani, interessati a questa specializzazione, di rimanere in Sardegna e non doversi più spostare nella penisola», hanno detto i sindaci.
Barumini  Nel maggio 2010 era stato il compianto accademico dei Lincei Giovanni Lilliu a inaugurare la scuola di scavo e restauro archeologico nell'ex caserma dei carabinieri. Una struttura con apparecchiature moderne e sofisticate.
«Finalmente potremmo farla funzionare in modo permanente, come abbiamo sempre auspicato», ha commentato il sindaco Emanuele Lilliu, «finora la scuola ha ospitato ogni tanto master e alcuni corsi di formazione. Ora un corso quinquennale di alta formazione, il primo di questo tipo in Sardegna. Finora gli studenti isolani si sono dovuti iscrivere ai corsi di laurea per restauratore a Firenze o Roma».
I sindaci  Tutti aspetti affrontati durante l'incontro nella sede dell'Unione a Sanluri fra i sindaci del territorio e il direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Sassari Antonio Bisaccia. «Tutti i colleghi soddisfatti e pronti a collaborare», ha detto il presidente Pitzalis, «anche il presidente de Sa Corona Arrubia Francesco Sanna è pronto a mettere a disposizione le strutture del Consorzio, così come il sindaco di Villanovaforru Maurizio Onnis il loro laboratorio di restauro».
Nel territorio  Il corso di laurea di restauratore in Marmilla sarà diffuso su tutto il territorio. «Le lezioni pratiche nei comuni che ospitano siti archeologici», ha ribadito Pitzalis. Fra questi Villanovaforru, Villanovafranca e Genuri con i loro nuraghi e Villamar con la sua necropoli punica. «Abbiamo raggiunto un grande obiettivo», ha chiuso il sindaco di Villamar Fernando Cuccu, «i nostri ragazzi potranno formarsi investendo sulle risorse del nostro territorio. Anche noi attiveremo un piccolo laboratorio di restauro di reperti archeologici grazie ai fondi della programmazione territoriale. Dunque siamo pronti per l'Università della Marmilla».
Antonio Pintori

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 18 luglio 2019 / Attualità - Pagina 8
Amava i libri di Lussu ed era rimasto incantato dalle pietre sonore di Sciola
«LA SARDEGNA, UN'ISOLA GEMELLA DELLA MIA SICILIA»
A Cagliari un Centro di studi camilleriani diretto dall'amico Giuseppe Marci

di Giacomo Mameli
Più volte aveva detto: «Devo tanto alla Sardegna, è un'isola gemella della mia Sicilia, forse anche da voi è passato Ulisse. Avete avuto i poeti estemporanei come lo era stato Omero. Poi la prima tesi di laurea sui miei libri è stata fatta in Sardegna, ho conosciuto Pinuccio Sciola che mi fatto sentire la voce delle pietre, un vero genio. Ci sono stato più volte, ci vorrei tornare». Ai primi di maggio Andrea Camilleri stava concordando un'intervista a La Nuova Sardegna da fare nella casa romana del quartiere Prati. Valentina, la sua assistente, aveva aggiunto: «Gli acciacchi non mancano, troviamo una data buona a giugno, il Maestro è tanto legato alla vostra terra. Vi parlerà anche di Emilio Lussu». Nel 2013, il 10 maggio, l'università di Cagliari aveva dato la laurea honoris causa allo scrittore di Porto Empedocle su proposta del professor Giuseppe Marci che proprio nel capoluogo dell'isola ha istituito il più autorevole centro studi internazionale sull'inventore del commissario Montalbano ("Il ladro di merendine" è del 1999): «Sono state le Grafiche Ghiani di Monastir, dopo qualche anno, a pubblicare i "Quaderni camilleriani". Ma si potrebbe dire che è stata la Sardegna a "inventare" Camilleri». La parola a Stefano Salis, 48 anni, di Sant'Antioco, firma di punta e caposervizio de Il Sole 24 Ore: «Ho conosciuto Camilleri vent'anni fa, gli telefonai da una cabina sotto il Bastione di Cagliari annunciandogli che mi sarebbe piaciuto fare la tesi di laurea su di lui. Rimase interdetto, disse: e come mai a Cagliari volete occuparvi di me? Ancora Salis: «Aveva scritto solo tre Montalbano e tre romanzi storici. Gli dissi della sua lingua, dell'identità, della segnalazione di Sergio Atzeni sulla sua scrittura. Diventammo amici e venne sempre volentieri in Sardegna». In aula magna a Cagliari fu un trionfo: «Fece un racconto bellissimo su suo padre ufficiale della Brigata Sassari agli ordini di Lussu. La sua prima visita in Sardegna? È del 1996: lo aveva invitato in aula magna a Lettere il professor Marci. Un evento da non dimenticare». Nell'inverno del 1997 esce il primo saggio critico su "La grotta della vipera" diretta dallo scrittore di Santulussurgiu Antonio Cossu, Marci era condirettore. Salis discute la prima tesi in Italia su Camilleri un anno dopo. «Mi fa piacere», commenta Camilleri. Nel 2013 l'incontro con Sciola in un'aula a mattoni bucherellati della facoltà di Sa Duchessa. Lo scultore di San Sperate arriva con una sua opera di pietra bianca intarsiata, la poggia su una scrivania, suona prima passandoci il palmo gigantesco delle sue mani, poi passa sui fili di pietra con una scheggia di basalto, poi una corda di violino: «Ma questo è un incanto, siamo ai fondamentali dell'universo e della creazione dell'umanità» dice Camilleri. Lo scrittore (che a studenti a accademici avrebbe parlato del suo libro "La rivoluzione della luna", con "Il birraio di Preston" tra i più studiati dal professor Marci) aveva sulla scrivania anche una delle sculture in terracotta di Sciola raffiguranti prinzipales, padroni, pastori, contadini, sardi tipici. Camilleri la toccava e la ammirava. «Questo sardo di pietra è per lei, Maestro», dice Sciola. «E io come ricambio?», chiede Camilleri. «Con un libro». E Camilleri toglie dalla borsa "Il diavolo, certamente". I rapporti più intensi col professor Marci con visite frequenti a Roma. L'ultimo incontro lo scorso Natale dopo il successo (11 giugno 2018) del monologo sull'indovino cieco Tiresia nel teatro greco di Siracusa. Marci: «Camilleri ha la capacità di coniugare la sua non comune umanità con il bisogno di comunicare, di raccontare i "cunti" secondo l'uso tradizionale della sua terra. Da ciò la definizione di sé come cuntastorie in apparenza riduttivo rispetto a quella di scrittore». E il rapporto con la Sardegna? «Era molto legato al ricordo del padre Giuseppe che sul Carso combatteva a fianco del Cavaliere dei Rossomori. Lo stesso Lussu lo aveva invitato a venire in Sardegna. E poiché non c'era riuscito aveva chiesto al figlio di visitare la nostra isola. Lo voleva fare ma finora non è stato possibile». Un ricordo particolare: «Le risate quando vedeva le imitazioni di Fiorello».

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 18 luglio 2019 / Primo piano - Pagina 3
AOU SASSARI
Il commissario sarà Mario Palermo

CAGLIARI. Il commissario straordinario dell'Azienda universitaria di Sassari sarà Mario Palermo. Questo pomeriggio dovrebbe essere nominato dalla giunta Solinas. Subentrerà ad Antonio D'Urso, che a marzo s'era dimesso dopo aver accettato l'incarico di direttore dell'Azienda sanitaria Toscana sud-est. Anche la nomina di Palermo dovrebbe essere a tempo e durare massimo sei mesi: a gennaio dovrebbe partire la grande riforma del sistema sanitario regionale, con l'azzeramento dell'Ats. La scelta di Palermo, che in passato è stato commissario straordinario del'Asl di Nuoro, sembra riconducibile al presidente Solinas e al Psd'Az. Mario è fratello dell'avvocato Lorenzo Palermo, che è stato segretario nazionale dei sardisti. Tassello dopo tassello il commissariamento della sanità va avanti. In attesa del nuovo manager dell'Ats, con Thomas Schael favorito, va ricordato che alcuni mesi fa la Giunta aveva riempito un'altra casella importante. Quella della direzione generale, sempre con il ruolo di commissario a tempo, dell'Azienda Brotzu, con la nomina di Paolo Cannas, indicato allora dai Riformatori.

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 18 luglio 2019 / Economia - Pagina 7
La sperimentazione viene fatta in collaborazione con l'università di Sassari
ARBOREA, L'ALGA SPIRULINA ANCHE PER NUTRIRE I VITELLI
Il super food integra l'alimentazione e migliora la qualità della vita animale

di Michela Cuccu
ARBOREA Integrare l'alimentazione dei vitelli con l'alga spirulina potrebbe rappresentare una svolta importante nelle tecniche di allevamento dei bovini da carne. È la sperimentazione che è stata avviata all'interno degli allevamenti che fanno capo alla Cooperativa Produttori Arborea. Il progetto di ricerca vede la cooperativa operare in collaborazione con Tolo Green, la più importante produttrice in Europa di spirulina, che proprio nell'Oristanese ha realizzato impianti di coltivazione della "super alga" ad Arborea e Milis. La spirulina, per il suo elevatissimo contenuto proteico, viene utilizzata nell'alimentazione umana come un super alimento. Per esempio, come integratore nella pasta secca, nel pane e nei biscotti, o sotto forma di polvere da utilizzare per migliorare, sotto il profilo nutrizionale, alcune pietanze. La novità della ricerca avviata ad Arborea è utilizzare l'alga come integrazione funzionale per l'alimentazione di vitelli, con l'obiettivo sia di migliorare la salute e la crescita dell'animale, sia di fornire al consumatore un prodotto con migliori caratteristiche nutrizionali. «Un'innovazione per il settore zootecnico che garantirebbe inoltre processi sostenibili ed economicamente vantaggiosi, attraverso l'uso di materie prime green e carbon-negative», spiegano dalla Tolo Green. La sperimentazione ha il supporto del dipartimento di Scienze zootecniche dell'università di Sassari e si basa sulla considerazione che le microalghe rappresentino, in virtù della propria composizione chimica, un'alternativa economicamente ed ecologicamente sostenibile sia alle proteine di origine animale che di origine vegetale da utilizzare nell'ambito della mangimistica, in particolare per gli allevamenti di bovini. «La presenza di numerose sostanze biologicamente attive conferisce loro un potenziale illimitato in termini di sostituzione e integrazione all'alimentazione tradizionale degli animali». Il progetto di ricerca, in particolare, analizzerà il contributo della somministrazione di Spirulina nell'alimentazione dei vitelli per lo sviluppo del rumine, che, avvenendo in maniera più rapida, amplificherebbe di riflesso l'efficienza dell'intero sistema digerente. Verrebbe così favorito un miglior apporto di nutrienti anche in questa delicata fase di vita del bovino nella quale, spesso, si rischia di praticare lo svezzamento prematuramente, con conseguente indebolimento dei vitelli.

 

Questionario e social

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