Domenica 23 giugno 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 giugno 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 giugno 2019 / Regione (Pagina 5 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Deriu (Pd)
«Borse di studio, i fondi non bastano»
I 10 milioni stanziati dalla Regione per le borse di studio degli universitari rischiano di non garantire l'assegno a tutti gli idonei beneficiari. È il timore espresso dal consigliere regionale del Pd Roberto Deriu: «È una buona notizia che la Giunta Solinas si occupi delle borse di studio - dichiara Deriu - ma l'obiettivo principale dev'essere il raggiungimento del 100% degli idonei beneficiari in tutta la Sardegna; obiettivo sempre raggiunto negli ultimi anni, grazie alle politiche del Pd e del centrosinistra sardo sul diritto allo studio». Secondo il consigliere «servono ben più di 10 milioni per garantire la borsa di studio ai quasi 10mila studenti che, nell'ultimo anno, l'hanno richiesta e ottenuta. Ci attiveremo in ogni modo affinché vengano confermati gli stanziamenti dell'ultimo anno; se questo non avverrà, la nostra opposizione sarà durissima». (ro. mu.)

 

 


2 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 giugno 2019 / Regione (Pagina 6 - Edizione CA)
IL MEETING. Vertice per lanciare la candidatura sarda al progetto sulle onde gravitazionali
LA TERRA DEL SOLE “ASCOLTA” L'UNIVERSO
A Cagliari i vertici internazionali della ricerca fisica e aerospaziale

Paradiso di sole e mare. Terra di pastori. Gli stereotipi sulla Sardegna sono noiosi, ma spesso i sardi sono i primi a caderci dentro. L'Isola fa fatica a pensare a se stessa come terra di ricerca e innovazione, eppure ha fatto passi da gigante. Al Crs4 di Pula e al telescopio di San Basilio si sono aggiunti i progetti Argon e Spirulina. L'incontro di Cagliari, in cui il presidente della Regione Christian Solinas ha ricevuto a Villa Devoto alcuni tra i massimi rappresentanti della Nasa, dell'Istituto di astrofisica e dell'Agenzia spaziale europea, oltre al premio Nobel per la Fisica Arthur McDonald, è servito a ricucire le varie iniziative in un progetto unico.
NUOVA IMMAGINE  La Giunta ci crede: «Vogliamo proiettare nel mondo un'immagine della Sardegna diversa da quella tradizionale», spiega il governatore: «Dell'evento di Cagliari, con protagonisti di altissimo livello, si parlerà nella comunità scientifica mondiale. La nostra isola, con la sua bellezza e la qualità della vita, può diventare davvero un polo di attrazione dei ricercatori di tutto il mondo». Fondamentale, in questo senso, sarebbe la possibilità di ospitare il progetto europeo Et (Einstein telescope), per l'osservazione delle onde gravitazionali: la Sardegna, con le grotte di Sos Enattos a Lula, si è candidata da tempo. Ma c'è da battere la concorrenza olandese. «A breve, insieme al rettore dell'Università di Sassari Massimo Carpinelli, incontreremo il nuovo presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare per presentarci insieme al Governo e ottenere un sostegno deciso alla candidatura».
IL RAPPORTO CON GLI USA  Tra i progetti già avviati riveste grande interesse la riconversione delle miniere Carbosulcis per la realizzazione di una torre per la distillazione dell'argon, gas utilizzabile per la ricerca della materia oscura dell'universo ma anche per finalità medico-diagnostiche. Su questo fronte, ma non solo, si è sviluppata un'importante collaborazione con l'università di Princeton, favorita da uno scienziato italiano (Cristian Galbiati, presente all'incontro di Villa Devoto) che lavora nell'ateneo dove operò Albert Einstein. A settembre il presidente Solinas volerà negli Usa proprio per suggellare un programma di scambi di studenti tra la Sardegna e Princeton. Consolidare il rapporto con gli Stati Uniti è una delle intenzioni della Giunta, favorito dalla partecipazione all'incontro di Karen Bell, dell'ambasciata americana a Roma, e di Alberto Devoto, che invece si è occupato di curare gli interessi della ricerca italiana presso la nostra ambasciata negli Usa. È anche questo il ruolo del premio Nobel McDonald. «Stiamo cercando di mettere a sistema rapporti e progetti in precedenza disgiunti», sintetizza Solinas. «Sono stati fatti investimenti già al tempo della Giunta Cappellacci, e anche negli anni di Pigliaru si è lavorato bene. Siamo convinti delle grandi opportunità legate alla ricerca. Solo a Sos Enattos, se fosse la sede del progetto ET, avremmo un centinaio di occupati stabili e altrettanti a rotazione. E vogliamo offrire ai giovani sardi la possibilità di misurarsi con le eccellenze del mondo scientifico». (g. m.)

 

 

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 giugno 2019 / Sardegna - Pagina 16
BORSE DI STUDIO
Dalla Regione arrivano 10 milioni
Deriu, Pd: «Servono più fondi»

CAGLIARI Dalla regione arrivano dieci milioni per le borse di studio. La Giunta Solinas ha dato il via libera agli stanziamenti destinati alle borse di studio degli studenti "capaci e meritevoli ma privi di mezzi".«È una buona notizia che la Giunta si occupi delle borse di studio degli universitari - dichiara il consigliere regionale del Pd, Roberto Deriu - allo stesso tempo vogliamo sottolineare che l'obiettivo principale deve essere il raggiungimento del 100 per cento degli idonei beneficiari in tutta la Sardegna; obiettivo sempre raggiunto negli ultimi anni, grazie alle politiche del Pd, in materia di diritto allo studio, e del centro sinistra sardo. Servono ben più di dieci milioni per garantire la borsa di studio ai quasi dieci mila studenti che, nell'ultimo anno, ne hanno fatto richiesta e l'hanno ottenuta. Per quanto ci riguarda, ci attiveremo in ogni modo affinché vengano confermati gli stanziamenti dell'ultimo anno; se questo non avverrà, la nostra opposizione sarà durissima», conclude Deriu.

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 giugno 2019 / Sardegna - Pagina 16
Il fisico canadese McDonald e i tecnici di Esa e Nasa ricevuti a Villa Devoto
L'ISOLA GUARDA ALLO SPAZIO E OSPITA UN PREMIO NOBEL
Solinas: «La loro presenza dimostra che è possibile investire in questo settore»

CAGLIARI La strada per le stelle passa dalla Sardegna. Non è un percorso facile, ci mancherebbe, ma le guide che indicano il cammino da seguire sono le migliori in assoluto e dunque sognare non è proibito. Anzi, è quasi doveroso. «La Sardegna si candida ad essere attrattiva per un'internazionalizzazione anche nel settore scientifico e della ricerca», ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, che a Villa Devoto ha incontrato il premio Nobel per la Fisica, Arthur Bruce McDonald, lo scienziato canadese che nel 2015 ha dimostrato, insieme al collega Takaaki Kajita, che i neutrini hanno una massa. Athur McDonald non è arrivato da solo in Sardegna, lo scienziato premio Nobel era accompagnato dai presidenti di Asi (Agenzia spaziale italiana) e Inaf (Istituto nazionale di Astrofisica) e dai rappresentanti dell'Esa (European space agency) e della Nasa (National aeronautics and space administration). Tutte autorità nel campo della scienza che sono arrivate a Cagliari per partecipare al convegno «Sardegna, una porta per lo spazio». «La loro presenza qui è la dimostrazione che nell'isola è possibile investire in questo campo - ha spiegato Solinas - come ho sottolineato nelle mie linee programmatiche, vogliamo trasformare la Sardegna in un terreno ospitale per questo settore anche per dare ai giovani sardi l'opportunità di trovare i migliori strumenti scientifici e i migliori percorsi didattici per potersi formare ed essere competitivi nel mondo». Il governatore ha anche ricordato la fitta rete di rapporti internazionali già esistenti in questo campo: «Oltre alla presenza dell'antenna telescopica di San Basilio, abbiamo parlato anche della riconversione delle miniere Carbosulcis, in particolare con la realizzazione di una torre di distillazione dell'argon, gas nobile con il quale ci candidiamo ad esplorare la materia oscura e soprattutto ad avere sviluppi nel settore della diagnostica medica. E la collaborazione con l'Istituto nazionale di fisica nucleare e l'università americana di Princeton ci caratterizzano tra i principali attori nel mercato mondiale. Questa fitta rete di rapporti internazionali è strategica per creare sviluppo», ha concluso il presidnete Solinas. (c.z.)

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 giugno 2019 / Sardegna - Pagina 15
SANITÀ >> LA RICERCA
Dal King's college di Londra la scoperta: i primi segni compaiono nel cervello
LE RADICI DEL PARKINSON
STUDIO SUI PAZIENTI SARDI

L'isola al centro dell'attenzione per l'alto numero di mutazioni genetiche
SASSARII primi segni della malattia compaiono nel cervello, a volte molti anni prima che i pazienti si rendano conto di essere malati. È il risultato di uno studio che rivela le radici della malattia di Parkinson condotto da una équipe di ricercatori del King's College di Londra. Questi risultati, pubblicati nella rivista Lancet Neurology, rivoluzionano l'idea tradizionale su questa malattia e possono potenzialmente portare allo sviluppo di test di screening per identificare persone a rischio di sviluppare la malattia in futuro. Marios Politis, direttore del Neurodegeneration Imaging Group, ha guidato il gruppo di ricerca del quale fa parte anche Edoardo De Natale, studioso proveniente dall'Università di Sassari dove ha conseguito la laurea, la specializzazione e il dottorato. E sarà proprio De Natale a condurre la seconda fase della ricerca che coinvolgerà pazienti con mutazioni genetiche provenienti dalla Sardegna. La ragione è semplice: essendo un'isola, in Sardegna le forme genetiche delle malattie neurologiche hanno una prevalenza molto alta rispetto ad altre aree del mondo. Per questo il team del King's College ha già attivato una collaborazione con l'Università di Sassari e lo studio sui pazienti sardi selezionati inizierà già entro la fine dei quest'anno. La malattia di Parkinson e' la seconda malattia neurodegenerative piu diffusa al mondo, dopo l'Alzheimer. È caratterizzata da sintomi motori e cognitivi e i primi segni della malattia possono manifestarsi molto tempo prima che i pazienti ricevano la diagnosi. Lo studio delle fasi precoci di malattia è per questo molto importante ed è una delle sfide della ricerca scientifica percché in questo stadio precoce, possibili nuove terapie potrebbero rallentare lo sviluppo della malattia. Lo studio condotto dal professor Politis del King's college, finanziato dalla Lily Safra hope Foundation, fornisce la prima evidenza sul ruolo di una sostanza, la serotonina, nelle fasi più precoci della malattia di Parkinson. I risultati indicano che alterazioni nei livelli di questa sostanza possono costituire un primo allarme di questa malattia. «Si è sempre pensato che la malattia di Parkinson fosse causata da un'alterazione del sistema dopaminergico, in questa ricerca dimostriamo che è il Sistema serotonergico ad essere alterato molti anni prima che I pazienti sviluppino i sintomi - spiega Politis -. Questi risultati mostrano che l'individuazione di alterazioni a carico della serotonina nel cervello può aprire nuove porte verso lo sviluppo di nuove terapie che rallentino, o addirittura prevengano, lo sviluppo della malattia di Parkinson». I pazienti affetti hanno un accumulo nel cervello di una proteina chiamata alfa-sinucleina. Nonostante per la maggior parte delle persone non ci sia una causa, una minoranza di pazienti ha una mutazione genetica. I pazienti con mutazione del gene dell'alfa-sinucleina (Snca) sono estremamente rari ma sviluppano quasi certamente i sintomi della malattia di Parkinson nel corso della loro vita, e sono un modello ideale per scoprire quali sono gli eventi che portano allo sviluppo della malattia di Parkinson.Lo studio è stato condotto su pazienti che provengono dalla Grecia e dalla Campania: la mutazione del gene della Snca origina in piccolo villaggi del nord della Grecia ma si può trovare in molte persone del Sud Italia che sono migrate dalla Grecia. In due anni i ricercatori del King's College London hanno trovato 14 persone che presentano questa mutazione e che a Londra si sono sottoposti agli esami clinici e radiologici che hanno permesso di scoprire la presenza di segni del morbo nel cervello. Ora la seconda fase della ricerca che coinvolgerà i pazienti provenienti dalla Sardegna. (si. sa.)

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 giugno 2019 / Sassari - Pagina 25
L'inchiesta sull'affidamento di servizi: accuse infondate per dodici dirigenti dell'Azienda ospedaliera
PROROGHE ILLEGITTIME ALLA AOU, IL GIP ARCHIVIA

di Nadia Cossu
SASSARI Si è chiusa con una archiviazione, chiesta dallo stesso pm e accordata dal gip, l'inchiesta sulla presunta proroga illegittima - tra il 2013 e il 2017 - di contratti relativi a servizi e forniture all'interno degli ospedali. Il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu aveva iscritto nel registro degli indagati per abuso d'ufficio alla turbata libertà degli incanti alcuni vertici dell'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari: l'ex direttore generale Antonio D'Urso, Antonio Solinas (nel 2013 responsabile del servizio provveditorato, economato e patrimonio), Sandro Cattani (all'epoca direttore generale), Lorenzo Giuseppe Moretti (direttore amministrativo), Francesco Tanda (nel 2013 direttore sanitario), Vittoria Carta (responsabile unico di un procedimento amministrativo), Giuseppina Del Gatto (nel 2015 responsabile del Servizio provveditorato, economato e patrimonio), Giuseppe Pintor (nello stesso anno dg), Salvatore Piras (all'epoca direttore amministrativo), Antonella Virdis (direttore sanitario), Lorenzo Pescini (nel 2016 direttore amministrativo) e Nicolò Orrù (nello stesso anno direttore sanitario). Indagati per presunte violazioni, come il mancato rispetto di alcuni articoli del codice dei contratti pubblici che fanno riferimento, ad esempio, al rispetto dei principi di libera concorrenza, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità negli affidamenti dei servizi. Quello che la Procura definiva "ingiusto danno patrimoniale" sarebbe stato procurato alla società Hospital service che avrebbe usufruito della proroga dell'affidamento diretto della fornitura di materiali diagnostici e la cessione in locazione di strumentazione elettronica per la diagnostica. Ma le indagini hanno invece accertato l'infondatezza delle accuse e il gip ha disposto per tutti gli indagati (difesi dagli avvocati Luigi Satta, Agostinangelo Marras, Ettore Licheri e Nicola Satta) l'archiviazione del procedimento.

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 giugno 2019 / Sassari - Pagina 26
ATS E AOU >> STOP AD ALGHERO E OZIERI
Mancano i presìdi essenziali e alle Cliniche disagi per i pazienti, problemi per le risorse e niente assunzioni e investimenti
OCULISTICA, LE SALE OPERATORIE SONO FERME

di Luigi Soriga
SASSARI I reparti di Ozieri e Alghero da quattro giorni hanno sospeso l'attività operatoria. La struttura complessa di Sassari invece continua a macinare alla giornata. E tutto per mancanza di programmazione sanitaria, di lungimiranza e di investimenti. C'è molta miopia in chi amministra le risorse. Ed è un vero peccato, perché l'oculistica del nord Sardegna ha sempre rappresentato un'eccellenza, e questo potenziale rischia di essere dilapidato. Partiamo dalla fine, cioè dall'emergenza dell'ultima settimana: non si possono fare operazioni di cataratta perché i medici non hanno a disposizione il minimo sindacale per svolgere il proprio lavoro. Si parla di cristallini artificiali ad Ozieri, o di semplici cerotti ad Alghero. Ma gli scaffali spesso restano sguarniti per gli aghi, per le mascherine chirurgiche, soluzione fisiologica e via dicendo. Insomma, i presìdi più banali ma indispensabili per una sanità un tantino superiore agli standard da terzo mondo. L'Ats, da parte sua, è consapevole del disservizio. Si tratta di un ritardo nell'approvvigionamento dei materiali, e nell'arco di qualche giorno la carenza verrà risolta. Purtroppo la scarsità di attrezzature e materiali parte da un problema a monte: il ritardo di anni nel predisporre i nuovi appalti per i fornitori. Le gare sono scadute anche da dieci anni, le proroghe hanno funzionato sino un paio d'anni fa, poi, siccome la legge non le consente, i magistrati hanno cominciato a indagare tutti i dirigenti che continuavano a utilizzare questo strumento con la scusa delle urgenze. Da quel momento in poi nessuno ha più messo una firma. Risultato: in Aou e in Ats si naviga a vista. C'è una gara regionale che risolverebbe molte lacune, ma ancora non è stata recepita. I fornitori, che in genere tappavano le falle riempendo gli scaffali vuoti anticipando le fatture, adesso hanno chiuso i rubinetti. Ed ecco da dove nasce la rincorsa quotidiana al farmaco o al presidio mancante. Questo però è solo un aspetto di questa progressivo abbassamento del livello delle prestazioni. L'Oculistica dell'Aou di Sassari, che vanta eccellenze nel trapianto di cornea e nella chirurgia della retina e del glaucoma, non sta affatto investendo su questo potenziale. Innanzitutto a pagare il prezzo della scarsa lungimiranza dei vertici della sanità, sia attuali che precedenti, sono i pazienti: una delle prestazioni erogate con più frequenza riguarda le iniezioni intravitreali, con le quali vengono iniettati dei farmaci utili a curare svariate patologie. Questo tipo di trattamenti nella stragrande maggioranza dei centri vengono erogati in regime ambulatoriale, mentre a Sassari richiede un intervento chirurgico. Innanzitutto comporta un incremento di spesa che da 250 euro sale 1500. Ma poi un enorme dispendio di energie: quindi i quindici vecchietti con l'occhio malandato che si presentano la mattina per la visita, dovranno attendere che gli specialisti abbiano terminato tutte le pratiche chirurgiche. Se tutto va bene se ne riparla alle 18, facendo anticamera in un'angusta sala d'aspetto in comproprietà con i reparti di Maxillo facciale e Chirurgia pediatrica. I chirurghi avevano fatto richiesta di cambiare il regime delle iniezioni intravitreali in ambulatoriali, ma la Regione aveva risposto picche. Altra palla al piede riguarda la seconda sala operatoria: i figli dell'ottico Delogu, nel ricordo del padre, avevano donato all'Aou 25mila euro per la realizzazione di una seconda sala attrezzata. È pronta da un anno, ma non può entrare in funzione perché mancano gli accreditamenti regionali. Eppure per una struttura che macina circa 3000 interventi ad alta complessità e 2000 iniezioni intravitreali l'anno, sarebbe stata fondamentale. Infine la questione di professionalità e di raccolta di testimone. Pare che il direttore di Oculistica, Francesco Boscia, stia per andare via da Sassari. Nella sua equipe, vista l'assenza totale di nuove assunzioni, il ricambio generazionale è pari a zero. I medici sono avanti con gli anni e si rischia di disperdere le elevate competenze maturate, proprio perché non si intravvedono giovani sostituti già formati, e in grado di portare avanti a lungo termine l'eredità della chirurgia della retina o dei trapianti di cornea.

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 giugno 2019 / Lettere e commenti - Pagina 39
POLITICA E SANITÀ
PINOTTO DETTORI AFFONDA IL BISTURI

L’ex direttore della Clinica chirurgica universitaria e primario del reparto clinico si interroga in un libro sull’arretramento dei servizi nel nord Sardegna
di Eugenia Tognotti
Aspettando l'ormai imminente apertura del gigante sanitario Mater Olbia, dopo tre decenni di rinvii, inciampi vari e resistenze, è legittimo porsi qualche interrogativo, allungando lo sguardo sul futuro. Quali effetti è destinato a produrre l'ospedale d'eccellenza Qatar-Gemelli sulla Sanità del centro- nord Sardegna, sulle strutture sanitarie ospedaliere e universitarie? Che scenario si apre in termini di distribuzione di risorse e mezzi per l'Università, la formazione di nuove professionalità? Cosa c'è dietro l'angolo per la sanità sassarese, nelle sue due componenti, universitaria e ospedaliera, che hanno espresso storicamente qualità ed eccellenze? Tra loro spicca senz'altro il prof. Pinotto Dettori, un'eccellenza italiana nel campo della chirurgia vascolare e dell'aorta toracica che a Sassari ha scalato i vertici della carriera accademica, diventando direttore della Clinica chirurgica universitaria e primario del reparto clinico. Il suo libro (Professore, le ho portato un uovo. Chirurghi e chirurgia col cuore nella Sassari degli anni dal 1967 al 2012) arriva davvero al momento giusto - come si dice - per affrontare una serie di questioni, al di là della cronaca spicciola e delle dichiarazioni d'occasione di esponenti politici di vari schieramenti. Il suo, infatti, non è solo l'affascinante racconto di "una vita da chirurgo", del durissimo percorso di formazione e di una brillante carriera accademica; ma l'affresco di un'epoca, un pezzo della storia di Sassari e di un periodo d'oro per la sanità sassarese e per la clinica chirurgica. Clinica divenuta, a partire dagli anni Settanta, tra assistenza, impegno formativo e ricerca di grandi maestri e allievi, un essenziale punto di riferimento per complessi e impegnativi interventi su pazienti arteriopatici provenienti da tutta l'Isola, che potevano giovarsi di un miglioramento della qualità delle cure, con una riduzione dei flussi di emigrazione sanitaria. Tra i tanti traguardi, perseguiti con determinazione e costanza, in un'incessante lavorìo tra Università, Regione e istituzioni, ai vari livelli, la struttura specialistica di Chirurgia pediatrica di cui Sassari era priva, al contrario di Cagliari: negli anni Novanta si aprivano così nuove opportunità di cura ai piccoli pazienti della provincia. "Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria", verrebbe da dire, pensando, in generale, alla perdita di ruolo di Sassari, che ha interessato nell'ultimo quindicennio la realtà industriale e produttiva, le antiche risorse come università, sanità, turismo (penalizzata dal sistema dei trasporti e dalla viabilità), istituzioni e uffici statali. Scritto in collaborazione con l'ex prefetto Salvatore Gullotta de Mauro (ed. Delfino), il libro racconta l'evoluzione, sia sul piano didattico che scientifico e assistenziale, della clinica chirurgica, al centro di un incessante fluire accademico di grandi maestri, portatori di metodi, tecniche, esperienze da mettere a frutto nei vari ambiti della chirurgia, chirurgia generale, vascolare e d'urgenza, toracica, esofagea, pancreatica ed epatobiliare. È con preoccupazione che il professor Dettori - chirurgo e ricercatore, per lunghi anni, fino al recente pensionamento un punto di riferimento insostituibile per un esercito di allievi, collaboratori, colleghi, tra la Sardegna e la penisola - guarda al futuro della sanità locale nel capitolo "Fra politica e Sanità", interrogandosi sugli effetti negativi di un possibile ridimensionamento degli organici, delle apparecchiature, dei posti letto e degli investimenti delle strutture sanitarie del centro -nord. E, affondando con precisione chirurgica il bisturi sui danni - inoperabili per restare in tema - provocati dal controllo della politica sulla sanità, scrive «un fatto è certo la politica non dovrebbe mai immischiarsi troppo nella sanità, altrimenti, come da molti anni ormai avviene, medici ed infermieri degli ospedali e più di recente delle cliniche universitarie, e anche purtroppo a livello primaziale, verranno sempre più nominati sulla base di interessi politico-elettorali». Come dargli torto?

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