Giovedì 25 aprile 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 aprile 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web


L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 25 aprile 2019 / Prima Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Laboratori fuori norma, servizi inaccessibili ai disabili e allarmi antincendio disattivati
TUTTE LE CREPE DEL PALAZZO DELLE SCIENZE
Sedie rotte, stanze chiuse e spazi inadeguati per gli studenti di Matematica, Chimica e Informatica
Nelle aule i posti sono solo in piedi. Ma questo è niente rispetto ai disagi che devono subire gli studenti delle facoltà di Matematica, Fisica e Chimica al Palazzo delle Scienze di via Porcell. L'edificio realizzato negli anni '30 dall'ingegner Angelo Binaghi è in condizioni disastrose: l'aula magna del terzo piano è chiusa da anni a causa delle infiltrazioni di umidità. Le altre due stanno leggermente meglio, ma attenzione a pantaloni, gonne o calze velate: schegge e chiodi spuntano minacciosi dalla bancate che hanno alle spalle 90 anni. Per non parlare del laboratorio: i cavi volanti dei computer quando piove sono a contatto con le pozzanghere. Ma al Palazzo delle Scienze c'è anche vita: nei serbatoi dell'acqua si muovono agili girini e larve di zanzare. I bagni, solo al sottopiano, hanno scale che li rendono inaccessibili ai disabili.
Il degrado  La forma dell'edificio è imponente. I primi segni del degrado si notano sin dalla colonna danneggiata. È sufficiente varcare il portone d'ingresso per scoprire un mondo che con l'Università non dovrebbe avere niente a che fare. Una vecchia sedia, abbandonata da chissà quanto tempo, dà il benvenuto. La prima rampa della scalinata porta all'aula magna di Fisica. «Gli spazi “utilizzabili” con un minimo di capienza teorica sarebbero le 3 aule magne gemelle del palazzo», afferma Federico Meloni, che con Alessandra Perniciano, 20 anni, di Cagliari, Chiara Manca, stessa età di Selargius, e Giulia Cerniglia, 21 di Carbonia, fa parte di un comitato spontaneo di studenti.
«L'aula magna di fisica, matematica e chimica dovrebbe poter ospitare 100 posti l'una, in realtà la prima conta circa 85 posti, la seconda 90 (più una prima fila abusiva di sedie aggiunte per necessità davanti alle bancate) e la terza zero, in quanto è stata chiusa per problemi di sicurezza». Altra rampa, altri problemi. Al primo piano, vicino al parapetto, la prima discarica della facoltà: sedie rotte, scatoloni e vecchie tende. Gli studenti, nelle lunghe pause di “buco”, fanno a gara per conquistare le prese per mettere in carica i computer.
Terzo mondo  Sicurezza è un termine sconosciuto. «Il laboratorio è completamente fuori norma», dicono gli studenti. «I cavi sono esposti e toccano per terra. Gli spazi sono ridotti e non è possibile ospitare un disabile». I rischi sono alti per decine di vecchie bombole di gas inutilizzate e scariche. «Se si chiude esternamente la porta antipanico, non si può uscire». Nei laboratori che dovrebbero preparare i futuri programmatori le carenze sono tante. «Utilizziamo prettamente due sistemi operativi: Ubuntu e Windows. Alcuni pc non hanno uno dei due e sono presenti anche quelli che non hanno nessuno dei due».
Il regno dei piccioni  Il meglio si trova al terzo piano. I vetri degli infissi sono rotti e favoriscono l'ingresso di piccioni e altri insetti che in un laboratorio abbandonato hanno trovato la residenza ideale. Per dissetarsi nessun problema. Una perdita idrica da un serbatoio del terrazzo (forse la stessa che ha causato la chiusura dell'aula magna) garantisce un'ottima riserva.
Andrea Artizzu

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 25 aprile 2019 / Prima Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
LA RETTRICE
Nella aule sorgerà un museo
«Si stanno ultimando i trasferimenti dei Dipartimenti alla Cittadella universitaria di Monserrato tranne che per il Dipartimento di Matematica e Informatica che andrà nei locali della ex clinica Macciotta dove i lavori inizieranno presto (ci sono ancora alcune incombenze di approvazioni da parte di alcuni organismi preposti)», afferma la rettrice Maria Del Zompo. «Per il resto all'interno del Palazzo delle Scienze ci sono già stati e ci saranno ancora lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che sono continui e che permettono la perfetta agibilità degli spazi. Anche ultimamente sono stati fatti ampi lavori di manutenzione per garantire la fruizione degli spazi ora utilizzati da studenti e docenti, in piena sicurezza. Lavoreremo per cercare le risorse necessarie a ristrutturare il Palazzo non appena si svuoterà per poi dedicarlo a soddisfare eventuali necessità didattiche e di ricerca dell'Ateneo ma soprattutto a costruire il Museo della Scienza interattivo che raccoglierà le tante e preziose collezioni che ora sono poco fruibili per la popolazione».

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 25 aprile 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
SCIENZA. La scoperta nelle grotte del Supramonte di Oliena
Gli astronauti e il laghetto dei “gamberi siderali”
Il cuore del Supramonte di Oliena con le sue grotte può essere una speciale palestra per futuri astronauti ma anche un luogo di affascinanti scoperte. Come quella fatta durante una missione Esa-Caves: in una pozza di un fiume sotterraneo un gruppo di astronauti ha scoperto un “gamberetto”. Il crostaceo, appartenente all'ordine degli isopodi, è stato classificato da Paolo Marcia, ricercatore biologo dell'Università di Sassari e battezzato in onore allo spazio “Alpioniscus sideralis”. MAMELI A PAGINA 11

Regione (Pagina 11 - Edizione CA)
Scoperto dagli astronauti nel cuore del Supramonte, classificato a Sassari dal biologo Paolo Marcia
VITA DI UN GAMBERETTO, DA OLIENA ALLE STELLE
Nelle grotte sarde, palestre estreme e planetari per astronauti, spesso si incontrano interessanti forme di vita mai osservate prima. Il corso per astronauti Esa-Caves, che per anni si è svolto nel sottosuolo sardo, non coinvolge solo gli astronauti di diverse Agenzie Spaziali, ma anche un gruppo composto da ingegneri, medici, tecnici e scienziati di varie discipline, compresi esperti di vita in ambienti sotterranei. È in questo contesto che le nuove forme di vita, ritrovate nelle profondità terrestri vengono campionate, e analizzate con cura in laboratorio.
Una scoperta importante, avvenuta durante la missione del 2012, ha interessato un crostaceo studiato in dettaglio e descritto dal ricercatore sassarese Paolo Marcia, (responsabile degli esperimenti biologici nel progetto di addestramento astronauti) assieme ad altri ricercatori del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari e del Cnr di Firenze.
La specie, appartenente all'ordine degli isopodi, è stata descritta morfologicamente, e denominata “Alpioniscus sideralis”, dal latino sidus-eris stella in omaggio alle spedizioni spaziali. Lo studio che descrive la nuova specie, è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Zookeys.
Perché al crostaceo è stato dato questo nome?
«Quando descriviamo una nuova specie è consuetudine dedicarla allo scopritore. Sideralis si riferisce alle stelle e allo spazio profondo; è dedicata agli astronauti di tutte le nazioni che hanno contribuito a questa bella scoperta».
Com'è avvenuta?
«Nel 2012, durante gli esperimenti di biologia, alcuni astronauti in una grotta del Supramonte di Oliena, hanno osservato e catturato, in alcune pozze sul fondo di un fiume sotterraneo, i primi esemplari. Era il mio primo anno di esperienza nel progetto Esa-Caves. Tutto era un test. E devo dire che la prova è andata benissimo».
Quanto è durata la classificazione e cosa ha comportato?
«La classificazione non ha impegnato molto tempo, ma la descrizione delle nuove specie, comprese le analisi morfologiche del genere Alpioniscus, hanno richiesto diversi anni. Più il tempo dedicato alle analisi genetiche e agli ulteriori, numerosi, campionamenti».
Possiamo immaginare che si possano scoprire altre forme di vita sconosciute?
«Certamente! La vita è ovunque e si adatta a qualsiasi condizione ambientale, anche in sistemi estremi. Dobbiamo solo cercarla e riconoscerla. Potrebbe anche trovarsi in altri pianeti dove le condizioni lo permettono».
“Alpioniscus sideralis” potrebbe essere presente anche in altre grotte sarde?
«Sì. Ne abbiamo osservato la presenza anche in altre cavità. Anzi, direi con certezza che possiamo aspettarci altri e numerosi ritrovamenti. Un nuovo lavoro verrà pubblicato a breve: ci saranno davvero belle sorprese».
Il programma di formazione Esa-Caves (Cooperative adventure for valuing and exercising human behaviour and performance skills, ovvero, Avventure in cooperazione per valutare ed esercitare il comportamento umano e le doti individuali) prepara gli astronauti a lavorare in maniera sicura e proficua risolvendo i problemi tipici di un gruppo multiculturale, con diversa esperienza, in un ambiente alieno, con poche risorse, scarse comunicazioni, e con alterazione dei ritmi circadiani. Le squadre si avventurano in aree per loro inesplorate seguendo le procedure applicate nello spazio, e questo consente di lavorare e risolvere i problemi, ma anche di simulare la vita e la convivenza nella Stazione Spaziale Internazionale. Gli astronauti si esercitano anche all'esplorazione di altri pianeti: il condurre ricerche in ambienti inospitali diventa determinante p er la riuscita delle future missioni in altri corpi celesti .
Andrea Mameli

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

4 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 25 aprile 2019 / Attualità - Pagina 13
Atenei non statali trasformati in Spa
100 milioni di tasse
Circa 100 milioni di euro ogni anno potrebbero entrare nelle casse dello Stato grazie a una norma contenuta nel decreto sulla Semplificazione fiscale, in discussione alla Camera, che darebbe la possibilità alle Università non statali di trasformarsi in società di capitali. Opportunità che, se da una parte, consentirebbe alle strutture universitarie di accedere a capitali privati secondo le logiche del libero mercato, dall'altro prevede il pagamento di maggiori imposte. La stima è stata elaborata dall'Eurispes nell'ambito dello studio «La trasformazione in società di capitali delle Università non statali». L'Eurispes ha calcolato che in Italia oggi si contano 30 realtà non statali legalmente riconosciute, delle quali 11 università telematiche, a fronte di un totale di 67 università statali. Gli iscritti complessivi agli atenei non statali italiani sono 176.158 (92.677 donne, 6.100 stranieri), di cui 27.339 immatricolati; 35.627 sono i laureati l'anno (19.837 donne, 1.378 stranieri). Considerando la serie storica dal 2012, le università private hanno visto aumentare in modo costante negli anni gli iscritti complessivi e i laureati. Nell'università statale il trend evidenzia, invece, dal 2012/2013 una flessione degli iscritti ai corsi di laurea; gli immatricolati hanno ripreso a crescere nel 2015/16 e nel 2016/17; la tendenza non riguarda gli studenti stranieri, in costante crescita. Quanto alla contribuzione media, è molto più alta negli atenei non statali: ammonta a 5.034 euro annui mentre nelle statali si ferma a 1.236 euro annui. Tra le regioni italiane, la contribuzione media annua negli atenei privati raggiunge addirittura i 10.060 euro in Piemonte, 6.554 in Lombardia, 3.928 nel Lazio, 3.703 in Puglia, 2.893 euro in Sicilia, 2.497 in Campania, 1.624 in Valle d'Aosta, 1.167 in Trentino Alto Adige, 1.010 in Abruzzo, 608 in Calabria. Le università non statali riversano risorse di origine privata all'interno del Sistema Universitario Nazionale. Ad esse lo Stato contribuisce in una misura inferiore al 5%. Si può dunque parlare - spiega l'Eurispes - di conversione di risorse private in servizio pubblico. di Valentina Roncati w ROMA Dopo una maratona durata un'intera notte, è stata siglata ieri all'alba, a Palazzo Chigi, un accordo tra i sindacati più rappresentativi del mondo della scuola - Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda - e il Governo, rappresentato dal ministro del Miur Marco Bussetti, il premier Conte e il sottosegretario Salvatore Giuliano. L'intesa ha fatto sospendere - non revocare - lo sciopero che i sindacati, dopo una mobilitazione che dura da mesi, avevano indetto per il prossimo 17 maggio. L'accordo riguarda infatti proprio i punti che stanno più a cuore al mondo della scuola: a partire dal rinnovo del contratto (2019-2012), scaduto in dicembre, per il quale il Governo si è impegnato a garantire il recupero graduale nel triennio del potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori. L'esecutivo inoltre, ha garantito che reperirà ulteriori risorse finanziarie da destinare specificamente al personale scolastico in occasione della prossima legge di bilancio proprio «per avviare un percorso che permetta un graduale avvicinamento dei docenti italiani e del personale Ata alla media degli stipendi di quelli europei». Altri punti al centro dell'accordo riguardano le nuove assunzioni e la stabilizzazione dei precari storici: sono previsti la regolare indizione di concorsi per gli insegnanti e modalità semplificate per l'immissione in ruolo del personale docente che abbia una pregressa esperienza di servizio pari ad almeno 36 mesi: per questi ultimi, in particolare, sono previsti percorsi abilitanti e selettivi riservati. Sul fronte dell'autonomia differenziata, fortemente osteggiata dai sindacati della scuola con iniziative che vanno avanti da mesi e che dovevano culminare nello sciopero del 17 maggio, questi hanno ottenuto l'impegno del Governo a salvaguardare «l'unità e l'identità culturale del sistema nazionale di istruzione e ricerca, garantendo un sistema di reclutamento uniforme» e che tutto il personale abbia «uno stesso contratto collettivo». I sindacati hanno unitariamente detto di apprezzare il metodo intrapreso dall'Esecutivo «che dovrebbe essere permanente e ordinario e non da utilizzare solo nei momenti in cui le organizzazioni sindacali sono costrette a mobilitarsi». Hanno inoltre sospeso lo sciopero del 17 maggio, ma confermato tutte le attività di raccolta delle firme a contrasto di ogni progetto di regionalizzazione del sistema dell'istruzione. Soddisfazione è stata espressa dal premier Conte, per il quale «quella raggiunta nelle ultime ore è un'intesa molto importante, un passo importante nell'ambito del compimento di quella che abbiamo chiamato "fase due" del governo, incentrata sulla scuola, l'università, il turismo, l'agroalimentare». Per il ministro Bussetti «le richieste dei sindacati sono corrette, per troppo tempo la scuola è stata trascurata e le gratificazioni anche economiche sono giuste». Soddisfatti anche i presidenti delle Commissioni Istruzione di Camera e Senato, Gallo e Pittoni. L'intesa per il comparto istruzione e ricerca ha suscitato però l'irritazione di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa che ha confermato lo sciopero del pubblico impiego proclamato per l'8 giugno. «Non ci sono lavoratori di serie A e di serie B - hanno sottolineato - tutti i dipendenti pubblici attendono il rinnovo del contratto. Il premier ci convochi».

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 25 aprile 2019 / Economia - Pagina 16
CAGLIARI
La crisi in regione convegno della Cisl
CAGLIARI. “Quale sviluppo e autonomia” è il tema del convegno, organizzato dalla Cisl, che lunedì alle 9,30 Caesar’s hotel di Cagliari riunirà presidente della Regione, parlamentari europei, assessori e consiglieri regionali, economisti e docenti universitari per una riflessione a più voci, finalizzata a ricercare le strategie necessarie per far ripartire in Sardegna sviluppo e lavoro. Dopo la relazione del segretario Gavino Carta, gli interventi – coordinati da Anna Piras, caporedattore Tg Rai Sardegna, di Beniamino Moro, ordinario di Economia politica alla università di Cagliari, Giorgio Garau, ordinario di Statistica economica all’università Sassari, Christian Solinas, presidente della Regione, Alberto Scanu, presidente Confindustria, Alessandra Zedda, assessora al Lavoro, Massimo Zedda, leader del centrosinistra, gli europarlamentari Salvatore Cicu, Renato Soru e Giulia Moi. Conclusioni di Ignazio Ganga, Segretario Confederale Cisl. «Dobbiamo interrogarci e dare risposte – dice Carta - sui modi per imprimere un accelerazione allo sviluppo, alla creazione di nuovo lavoro per i bisogni che vengono manifestati a seguito di una lunga crisi economica e sociale, e anche per contribuire a rafforzare le scelte conseguenti alla nuova programmazione dei fondi europei, all’avvio della nuova legislatura regionale, al nuovo piano regionale di sviluppo e alla prossima legge di stabilità regionale».

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 25 aprile 2019 / Prima pagina
Ai candidati
COSÌ SASSARI PUÒ RINASCERE A NUOVA VITA
di DANIELA SCANO
Ora che i giochi delle candidature sono (quasi) fatti, è finalmente arrivato il momento di spostare l’attenzione dai nomi degli aspiranti sindaci ai programmi. Progetti seri, credibili e realizzabili: questo si aspettano gli elettori dalla prossima campagna elettorale per riaccendere la speranza di una provincia che può brillare di luce propria e che non merita la penombra della mediocrità. Raggiungere il traguardo non è impossibile, ma bisogna compiere alcuni passi partendo da Sassari che è la città capoluogo. Per cominciare, bisogna dare una cabina di regia funzionante alla rete metropolitana del nord ovest della Sardegna. Dopo la riforma degli enti locali del 2015, la città capoluogo non è stata capace o non è stata messa nelle condizioni di esercitare adeguatamente la sua leadership territoriale e istituzionale. Mentre Cagliari drena risorse e realizza progetti, scatenando invidie e campanilismi, Sassari sta ancora guardando il libretto di istruzioni del motore. Il prossimo “macchinista” dovrà avere muscoli e autorevolezza per far salire a bordo gli altri sindaci, soprattutto quelli di Alghero e di Porto Torres che hanno l’aeroporto e il porto. CONTINUA A PAGINA 5

Sardegna - Pagina 5
COSÌ SASSARI PUÒ RINASCERE A NUOVA VITA  SEGUE DALLA PRIMA
di DANIELA SCANO
La cabina di regia ha bisogno di un leader che sappia convincere prima gli elettori e poi i suoi compagni di viaggio, gli altri sindaci della "rete", che solo lavorando insieme si possono realizzare i progetti. I trasporti sono l'altra emergenza da affrontare. Una situazione che impone di intervenire rapidamente e su tanti fronti: la continuità territoriale, la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti, la realizzazione del centro intermodale di via XXV Aprile che è da decenni una vergognosa incompiuta con troppi genitori e che invece bisognerà costruire. Una città che non offre trasporti adeguati è una città ferma al palo. Se non ha un aeroporto degno di questo nome, è anche una città con le ali tarpate. Nella difesa del "Riviera del Corallo", che è l'aeroporto di tutto il Sassarese e non solo di Alghero, ci vuole grinta e coesione: qualità indispensabili per affrontare tutte le battaglie per il nord ovest dell'isola. Sassari vuol dire Università, che non è solo un polo di attrazione di giovani che studiano e si specializzano nelle tante stanze della cultura e dell'alta formazione. L'Università, oltre ad essere cuore e cervello di un territorio, è anche una straordinaria opportunità di crescita dal punto di vista economico. Ecco perché tutti i progetti che riguardano l'ateneo devono essere sostenuti con determinazione, ma soprattutto con servizi adeguati. Sassari da questo punto di vista è una strana città universitaria. La comunità vive quasi con fastidio la presenza di tanti ragazzi dai quali dovrebbe invece trarre linfa vitale per non invecchiare e per non intristirsi.In campagna elettorale si parlerà tanto di centro storico, come accade sempre a ridosso delle comunali salvo poi nascondere il problema sotto il tappeto fino a quando una nuova emergenza non riproporrà i problemi dello spopolamento e della sicurezza. La valorizzazione del cuore della città passa anche attraverso le iniziative culturali che però non bastano, se quando calano le tenebre alcune zone del centro storico tornano ad essere terra di nessuno. Un progetto per il centro storico è indispensabile e deve essere complessivo: dalla riapertura dei negozi al sostegno alle famiglie che hanno il coraggio e la voglia di ripopolare la città murata. E che in questo loro progetto devono essere sostenuti.Da tutti questi problemi bisogna ri-partire per affrontare con il giusto atteggiamento le grandi emergenze di Sassari: il lavoro che non c'è, le nuove povertà, il completamento delle troppe incompiute che non sono state realizzate per mancanza di soldi, le strade che sembrano trincee, decidere finalmente che cosa fare di una zona industriale che è diventata la nuova "piazza". Chi governerà Sassari deve anche dire con chiarezza come intende trasformare Platamona in ciò che è potenzialmente : una straordinaria opportunità turistica per la città, per Sorso, per Porto Torres e per il territorio.Sassari ha bisogno di tutto ma di una cosa soprattutto, per ricominciare: sogni realizzabili e non "promessifici" che evaporano nella nebbia dell'alba post elettorale.

 

Questionario e social

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