UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 24 aprile 2019

Mercoledì 24 aprile 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 aprile 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web


L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 24 aprile 2019 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
CITTADELLA DEI MUSEI. A 100 anni dalla morte in mostra volumi di raro valore
Un prezioso atlante anatomico testimone della passione di Sterzi
È l'inestimabile lascito dello studioso all'Università di Cagliari

Quel terzo volume dell'Atlante anatomico del 1809 di Marco Leopoldo e Floriano Caldani avrebbe dovuto essere esposto all'Università di Padova, in occasione delle celebrazioni per i cento anni dalla morte di Giuseppe Sterzi, che ne fu il proprietario. E invece è - e resterà per sempre - a Cagliari, dove l'insigne medico di Cittadella, nel Padovano, operò dal 1910 al 1915, direttore dell'Istituto Anatomico. Il merito è della nipote Sabina, che ha donato il libro ad Alessandro Riva, per il suo impegno nella valorizzazione della personalità del nonno. Il professore emerito di anatomia, milanese adottato da Cagliari, lo ha donato a sua volta al Museo delle cere Clemente Susini, da lui fondato nel 1991 e diretto per 25 anni, fino al 2016, quando gli è succeduto Francesco Loy.
Atlante di nove chili  Ed eccolo ora qui a Cagliari - in un'altra Cittadella, quella dei Musei - questo Atlante che pesa nove chili e mezzo. Protetto da una teca di cristallo, mostra una tavola con un utero aperto e un feto a termine. A pochi passi, una cera anatomica molto simile, con un utero al quinto mese. Identica la cura dei particolari, identico lo sguardo di Sandro Riva, deus ex machina dell'operazione. L'Atlante è l'ultima, preziosa acquisizione del Fondo Sterzi, che fino al 30 aprile potrà essere ammirato - per la prima volta e solo in parte - nella sala delle Mostre Temporanee (martedì-domenica, 9-13, 16-19, ingresso gratuito). Il volume, il più prezioso dei quattro che compongono l'Atlante, è anche l'unico che resterà stabilmente tra le cere, osservato benevolmente dai ritratti di Carlo Felice, Clemente Susini e Francesco Antonio Boy, insigne anatomico di Olzai. Gli altri testi, quasi tutti illustrati, datati dal 1500 ai primi del 1900, torneranno nel Fondo speciale della Biblioteca del Distretto biomedico-scientifico, promossa e diretta da Beniamino Orrù, e a lui ora dedicata.
Golgi, il premio Nobel  Tra i libri più interessanti della mostra - promossa con la Biblioteca Biomedica e il Dipartimento di Scienze Biomediche, e inaugurata da Maria Del Zompo, Sandro Riva e Francesco Loy - il primo trattato di anatomia di Camillo Golgi, Nobel per la Medicina nel 1906. È del 1894, ed è stato illustrato da sua moglie, Lina Aletti. La nota aggiunge interesse al lavoro di uno scienziato che compì studi specifici sulla malaria, anche grazie al contributo di pazienti sardi mandatigli dal professor Gino Galeotti, professore di patologia generale a Cagliari.
Giuseppe Sterzi  A raccontarlo è ancora una volta Sandro Riva, instancabile narratore di meraviglie legate alla storia della Medicina, di eccellenze scientifiche che incrociano storie ricche di umanità. Come appunto quella di Giuseppe Sterzi, che giunse a Cagliari - vincitore di concorso - nel 1910, a 34 anni, e in soli cinque anni lasciò un segno indelebile. Sotto la sua direzione pubblicarono sulle più importanti riviste di anatomia italiane o tedesche (al tempo le più importanti del mondo) Efisio Orrù (suo Aiuto), l'odontoiatra Massenti, e gli studenti interni Luciano Guiso e Mario Aresu. Partito in prima linea, allo scoppio della guerra, Sterzi fu ufficiale medico a Longarone, Padova, Arezzo. Tornò in Sardegna, dalla famiglia, ma al diffondersi dell'epidemia della spagnola ripartì per Arezzo, dove aveva lasciato i suoi soldati, e lì morì, lasciando in condizioni di grave disagio moglie e quattro figli. Tra essi Guido, che nacque a Cagliari, visse bambino in via Salita di Santa Chiara 1, e alla città e ai cagliaritani fu legatissimo, proprio come suo padre. Dermatologo illustre, è morto sessantenne a Padova, nel 1976, durante un'assemblea dell'Ordine dei medici di cui era presidente.
Il dono di Sabina  Ora il cerchio si chiude, con la decisione di sua figlia Sabina, a lungo docente di psicologia negli Usa e a Parigi, e assente all'inaugurazione in Cittadella per motivi di salute, di donare al professor Riva e grazie a lui a Cagliari, quell'Atlante anatomico che è tra i pezzi forti della mostra, e del Fondo a lui dedicato.
Maria Paola Masala

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 24 aprile 2019 / Provincia di Oristano (Pagina 34 - Edizione CA)
GHILARZA. Sabato conferenze e concerti alla torre aragonese
Un programma ricco dedicato a Gramsci a 82 anni dalla morte

Un programma ricco con proposte di alto livello quello messo a punto dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci per l'82°anniversario della morte del pensatore. Proposte che guardano al futuro, consolidano legami e mirano a coinvolgere sempre di più il territorio. Si pensa anche ad un Festival gramsciano, con protagonista la musica.
Il cartellone è stato presentato ieri da Giorgio Macciotta, presidente della Fondazione, dal direttore del museo Paolo Piquereddu e dal sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu. Si inizia il 25 aprile, alle 11 alla Torre Aragonese, con l'incontro “Cultura e politica ne L'Ordine Nuovo. Riflessioni sul centenario”. Interverranno il direttore della Fondazione Gramsci di Roma, Francesco Giasi e lo scrittore, storico e giornalista David Bidussa. Venerdì 26, alle 17, la Torre aragonese ospiterà la presentazione del progetto “I paesaggi culturali gramsciani - Polo Museale Casa Antonio Gramsci di Ghilarza”. I docenti del dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell'Università di Cagliari Carlo Atzeni, Antonello Sanna e il direttore della Casa Museo Paolo Piquereddu, illustreranno le linee progettuali del grande intervento di riqualificazione del Museo e di valorizzazione del pensiero e dei luoghi gramsciani. «Vogliamo costruire una cittadella Gramsci. Gli spazi saranno riqualificati e ampliati: verrà risolto il problema delle barriere architettoniche, ampliata l'area espositiva e realizzato un piccolo auditorium», ha spiegato Macciotta. Sul nuovo volto della Casa Museo il sindaco Defrassu ha detto: «È un progetto che avrà ricadute su tutto il territorio. Uno degli obiettivi è far rivivere il centro storico, dare impulso ad attività che si occupano di turismo e accoglienza».
«È un progetto ambizioso che tende ad allineare la Casa museo con i musei contemporanei. Vogliamo attivare un grande paesaggio culturale connesso», ha aggiunto Piquereddu. Diversi appuntamenti per il 27 aprile, giorno della morte di Gramsci.
Alle 10 saranno deposti dei fiori sulla tomba di Giuseppina Marcias, mamma di Antonio. A seguire, alla Torre aragonese, Pietro Clemente terrà una conferenza su Gramsci nell'interpretazione artistica di Francesco del Casino. Nel pomeriggio sempre Clemente discuterà con Giuseppe Vacca, presidente della Commissione scientifica dell'Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci, su Gramsci e le tradizioni popolari. Alle 20,30 all'auditorium il concerto i “Garofani Rossi” di Daniele Bonaventura Band'Union con musiche della resistenza e delle rivoluzioni. Domenica 28, in occasione di Muristenes in Beranu a San Serafino, la Fondazione sarà ospitata presso nella casa che appartenne alla famiglia Gramsci.
Alessia Orbana

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 24 aprile 2019 / Prima pagina
Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Il commento
L'INGORGO MIGRATORIO

Aldo Berlinguer
D ei ricercatori giapponesi ci hanno spiegato, di recente, che spesso gli ingorghi stradali si manifestano per causa umana, per il comportamento indisciplinato di taluno. Basta che in pochi eccedano in velocità o brusche frenate e l'ingorgo si forma: poche auto possono paralizzare un'intera città. Ben vengano, dunque, le nuove auto intelligenti perché le stesse, rispettando il codice della strada, causeranno molti meno ingorghi (e molti meno incidenti), tanto da rendere superflui anche i semafori.
Ingorgo però è un concetto più ampio: include qualsiasi congestione, compreso -se vogliamo- il problema migratorio. In effetti una ricerca dell'Istituto Cattaneo rivela che gli italiani sono il popolo, in Europa, con la percezione maggiormente distorta del fenomeno immigrazione. Esso viene avvertito proprio come un ingorgo, per taluni una vera e propria invasione. Si confondono, anzitutto, gli immigrati (che, nati all'estero, hanno acquisito la cittadinanza italiana) con gli stranieri (che, pur nati in Italia, hanno cittadinanza estera). E si immaginano numeri da capogiro. Invece gli immigrati, nel nostro Paese, sono relativamente pochi: meno di cinque milioni, cioè meno del 7% della popolazione italiana, a fronte del 9,9% dell'Austria, 8,5% della Francia, 8% della Germania, 11,6% della Svezia. Anche i circa 600.000 irregolari ed i migranti ospitati nei centri di accoglienza, circa 160.000, sono (relativamente) pochi, specie a fronte di una sensibile riduzione degli sbarchi, avvenuta nel 2018. (...) SEGUE A PAGINA 41

Commenti (Pagina 41 - Edizione CA) Segue dalla prima
L'ingorgo migratorio
(...) Non solo, si pensa che gli immigrati non paghino le tasse ed approfittino (sostanzialmente depredandolo) del nostro Stato sociale. Invece un'altra ricerca autorevole (Fondazione Leone Moressa) ci dice che dal 2010 al 2016 l'Irpef imputabile agli immigrati è aumentata del 13,4%, mentre quella degli italiani è diminuita dell'1,6%. Ci dice anche che nell'ultimo anno i contribuenti nati all'estero che hanno pagato le tasse sono 2,3 milioni, non pochi.
Allora perché questa sindrome dell'ingorgo? Lo abbiamo detto: per un ingorgo non servono migliaia di auto, ne basta una contromano. Il fenomeno migratorio, pur contenuto, è gestito così male da farlo apparire amplificato. Quelle decine di parcheggiatori abusivi, quelle prostitute sul ciglio della strada, quei campi nomadi, lasciati in condizioni disumane, quel visibile degrado superano ogni razionale percezione del fenomeno. E non si può colpevolizzare il cittadino o chiedergli di chiudere gli occhi.
Ad esso, giustamente, non interessa se a delinquere sono in migliaia: ne basta uno davanti a casa sua. E il problema non si risolve con l'invito alla tolleranza, si risolve con l'arresto del malvivente e con la percezione di uno Stato che funziona. Se invece si consente che in alcuni angoli delle città (basti un giro sulla metro di Roma) gruppetti di ragazzine nomadi ogni santo giorno derubino impunemente turisti e anziani senza che nessuno faccia alcunché non ci possiamo stupire se a Casal Bruciato scendono in strada per impedire agli assegnatari nomadi di entrare nelle case popolari.
Morale? L'inefficienza delle politiche pubbliche determina reazioni, spesso violente, irrazionali e imprevedibili che, una volta diffuse e radicate, sono difficili da rimuovere.
È successo anche in tema di legittima difesa: la crescente insicurezza dei cittadini ci ha portato ad una legge che dice che la difesa, a casa propria, è sempre legittima. Risolto il problema? No, ai reati contro il patrimonio si aggiungeranno (con la diffusione delle armi) quelli contro la persona: quindi meno tutela, più reati. Per di più, tra poco, la magistratura interpreterà l'eccesso di difesa come offesa e saremo punto e a capo. Occorrerà varare una nuova legge sulla legittima offesa.
E allora? Secondo l'indice sull'efficienza della Pubblica amministrazione (PA) dell'Università di Oxford (InCiSE) quella italiana, su 31 Paesi, è al 27esimo posto. Da noi lo Stato, nell'immigrazione come nella sanità, nella giustizia come nell'ordine pubblico, non funziona. Difatti, nella percezione comune, politica e PA costituiscono un cocktail letale.
Non ci avevano pensato i ricercatori giapponesi: da noi l'ingorgo lo fa lo Stato.
ALDO BERLINGUER
DOCENTE, UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

Questionario e social

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