Giovedì 18 aprile 2019

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 aprile 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web


L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 aprile 2019 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. La guspinese Francesca Virdis ha ricostruito rigorosamente parole e opere
La grande eredità di un cronista: «Schiena dritta e rigore morale»
Prima tesi di laurea in Lettere sul lavoro dell'ex vicedirettore Pisano 

Giorgio Pisano, cronista, non se n'è mai andato via. Dal suo giornale, L'Unione Sarda , da questa vita. È sempre presente nelle pagine che ci ha lasciato, negli insegnamenti di chi ha avuto la fortuna di lavorare al suo fianco, negli aneddoti che ogni giorno vengono rievocati in redazione.
La tesi
Lo dimostra una volta di più Francesca Virdis, giovane collaboratrice del nostro quotidiano, corrispondente da Guspini, che non ha mai conosciuto di persona Giorgio Pisano, scomparso nell'estate del 2016 a soli 66 anni, ma che è rimasta folgorata dai suoi scritti, quando per lavoro ha cominciato a sfogliare la collezione del quotidiano. Al punto che - al momento di scegliere la tesi di laurea in Lettere Moderne, discussa ieri - ha proposto al suo relatore di approfondire il contributo che ha dato Pisano al giornalismo sardo: “L'eredità di un cronista”. Senza sapere che il suo docente, Pietro Picciau, era uno di quelli che ha lavorato nella cronaca di Cagliari guidata proprio da Giorgio Pisano.
La ricerca
Al cronista sarebbe piaciuto il lavoro di Francesca Virdis, il metodo, la caparbietà, la fatica di ricostruire in 62 pagine una storia unica. Perché la giovane giornalista - prima di parlare con i testimoni diretti dell'attività a tutto campo di Giorgio Pisano, con i colleghi, i familiari, l'amatissima moglie Valeria e il figlio Giacomo - ha letto (quasi) tutti i suoi scritti: articoli e libri, commenti e ritratti, interviste e inchieste.
Nella tesi di Francesca Virdis c'è soprattutto il lavoro sul campo: l'inchiesta nel manicomio di Villa Clara, di cui Pisano si innamorò a tal punto da trasporre le storie di quei reclusi in un libro commovente (Lista d'attesa); i reportage sui rapimenti di Fabrizio De André, Farouk Kassam, Giuseppe Soffiantini; i servizi sull'epidemia di colera a Cagliari (quando rischiò di essere trattenuto nel reparto Infettivi del Santissima Trinità per la profilassi dopo aver violato il divieto d'accesso in corsia), sulla tragedia del Moby Prince, le centinaia di interviste delle domenica ai potenti di turno, ai protagonisti della cronaca, agli ultimi della società.
L'anima
Ma Francesca Virdis è stata brava soprattutto ad andare oltre gli scritti, a voler conoscere la vera anima di Giorgio Pisano, i segreti di un successo professionale e umano: la sua preparazione universitaria, l'impegno politico nel Sessantotto, l'esperienza nel teatro, le sue ininterrotte letture, gli insegnamenti di un maestro unico come lui, Vittorino Fiori, l'esempio fornito ogni giorno ai colleghi. Su tutti, il mantra di Pisano: schiena dritta. Perché, da vero cronista, era convinto che tutti potessero arrivare a svolgere una professione, per lui una missione sociale, a patto di rendere conto soltanto alla propria coscienza, agli ideali di un mestiere che impone rigore, fatica, impegno, senza mai inchinarsi ai padroni delle ferriere.
I ricordi
Il ritratto umano che emerge dalla tesi di Francesca Virdis è frutto di un lavoro sul campo, cioè la raccolta dei ricordi di chi ha diviso con Pisano sogni, ideali, nottatacce, lunghe attese di un particolare fondamentale per un pezzo di cronaca, anche delusioni. Come quando Pisano fu allontanato dalla redazione dell'Unione Sarda dall'ex editore Nicola Grauso nel momento in cui Pisano si presentò come sindacalista per contestare la scelta di licenziare in tronco nel 1994 direttore e vice del giornale. Pisano lavorò per tanti anni da casa, tornò al giornale soltanto dopo l'acquisto della testata da parte di Sergio Zuncheddu, che per due anni gli affidò il compito di curare il settore web e di allevare tutta una schiera di giovani giornalisti. Periodo che per Giorgio Pisano fu di grande soddisfazione: «Era pazzo di gioia per quell'avventura - ricorda la moglie Valeria nella tesi di Francesca Virdis - Amava i giovani e credeva profondamente in loro».
E per questo che Giorgio Pisano, cronista, rivive una volta in più grazie alla prima tesi di laurea dedicata al suo lavoro. Non se n'è mai andato. Mai lo farà.
Paolo Carta

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 aprile 2019 / Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
NUORO. Pasticcio al consorzio Satta
Le borse di studio Piquereddu prigioniere della burocrazia
«Ma io non rivoglio quei soldi»

Il commissario regionale del Consorzio per la pubblica lettura Sebastiano Satta, Paolo Piquereddu, al suo insediamento nel 2017, aveva rinunciato a parte della sua indennità con l'obiettivo di attivare delle borse di studio all'interno della biblioteca, in profondo rosso finanziario e a corto di personale.
A un anno e mezzo dalla scelta, il Consorzio ora annulla in autotutela il bando per le tre borse. Il motivo? L'indirizzo di destinazione delle domande non sarebbe chiaro. Non solo, alcune domande arrivate alla Satta non sono state acquisite al protocollo del Consorzio e quindi non potevano essere valutate dalla commissione. Insomma un pasticcio, anche perché quei soldi rischiano di tornare a Piquereddu. Che però taglia corto: «Non li voglio, rimangono assolutamente a disposizione della Satta». A fine ottobre, il Consorzio aveva dato gambe alla richiesta formulata da Piquereddu che, arrivato come commissario straordinario di un ente conteso tra Provincia, Comune e Regione dopo essere rimasto anni ingessato in un commissariamento infinito (così com'è attualmente l'Università di Nuoro), si era ritrovato senza bibliotecari. Da qui l'idea di rinunciare a parte dell'indennità, per creare delle borse di studio a favore di giovani laureati. Ma dopo la predisposizione del bando, la direttrice della Satta, Sabina Bullita, e la commissione del bando hanno scoperto che qualcosa non andava. «Dall'esito delle verifiche - scrive la Bullita nella determina di annullamento del 25 marzo - emerge che l'indirizzo di destinazione delle domande non è chiaramente individuato nel bando e nei suoi allegati e valutato che alcune istanze, pur regolarmente pervenute all'ente, non sono state acquisite al protocollo ufficiale del Consorzio».
Pochi giorni dopo l'annullamento c'è stato però l'impegno di spesa per il primo semestre del 2019 per l'indennità del commissario che percepirà 37 mila euro. Ma il commissario assicura: «I soldi a cui ho rinunciato (di novembre e dicembre 2017 e da marzo a giugno 2018 ndr ) rimarranno assolutamente alla Satta. Il bando per le borse è stato ritirato perché ci si è accorti che non andava bene solo quando la commissione aveva già concluso il suo lavoro. Confermo comunque l'impegno con somme aumentate».
( f. le. )

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 aprile 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Il commento
TESORI SARDI DA SFRUTTARE

Aldo Berlinguer
Il Novecento ci ha insegnato che il giurista Giuseppe Casaregis aveva ragione: i segni distintivi delle merci, concepiti tre secoli prima, sarebbero nel tempo divenuti economicamente più importanti delle merci stesse. E oggi noi troviamo normale che Coca Cola o Fendi siano marchi che in sé hanno un valore enormemente più alto rispetto alle bevande e borse che essi rappresentano.
In questo secolo la tecnologia ci chiama a sfide ancora più avvincenti, molte delle quali si legano alla società virtuale, al flusso mondiale dei dati, delle informazioni e delle immagini. In sostanza, queste ultime divengono a volte più importanti dei beni e dei luoghi rappresentati. In altri casi esse inducono a voler raggiungere e fruire proprio di quei luoghi, così generando flussi economici e turistici.
È il caso dei documentari, film, video, spot pubblicitari che spesso divengono veicolo per la vendita di beni e servizi, anche nell'industria culturale o dell'intrattenimento. Queste opere multimediali hanno sovente bisogno di luoghi fisici dove essere realizzate ed esistono professionisti specializzati in questo: i location managers che guidano grandi imprese, registi, videomakers a recarsi nei luoghi più belli, a volte nascosti, per svolgere il proprio lavoro.
Insomma: non c'è solo l'accessibilità fisica ai luoghi di cui giustamente preoccuparsi (con la continuità territoriale). Anche l'accessibilità, la continuità virtuale è importante. Prendiamo ad esempio i film, anche stranieri, che nel tempo sono stati girati in Italia. (...) SEGUE A PAGINA 41

Commenti (Pagina 41 - Edizione CA) Segue dalla prima
Quei tesori sardi da sfruttare
(...) Ricordiamo Intrigo a mezzanotte, Vacanze romane, Cleopatra, Hannibal, Il Padrino? Negli ultimi tempi il trend è sensibilmente aumentato: Zoolander 2, Inferno, Ben Hur, Christ the Lord, 007 Quantum of Solace sono solo alcuni esempi; basti pensare che lo scorso anno nelle casse degli enti pubblici italiani sono arrivati 167 milioni di euro da 53 film girati nella penisola.
Somme ancora maggiori muovono i vari spot pubblicitari che promuovono centinaia di beni e servizi. Lo sanno bene talune realtà, come il Consorzio del Palio di Siena, che pretendono emolumenti da chiunque sfrutti, a fini commerciali, le immagini delle città e delle sue effigi medievali. Lo sa anche la DG Musei del Ministero dei beni culturali che, un anno fa, ha stipulato un accordo quadro con la Bridgeman Images.
Cosa fa la Sardegna dinanzi a questa, crescente economia? Come vengono valorizzati le domus de janas, i nuraghi, i pozzi sacri e gli altri, inestimabili tesori, molti dei quali (come S'Arcu e Is Forros) sconosciuti ai più, altri (come i giganti di Monte Prama) prigionieri della burocrazia? E come vengono valorizzati, in questo senso, i beni paesaggistici? Riusciamo a far uscire, con ogni mezzo consentito, la storia nuragica dal suo ingiustificato oblio e far conoscere al mondo questi tesori che rischiano di non avere neppure il riconoscimento Unesco in quanto non accessibili e abbandonati?
Ad inizio di quest'anno il Comune di Arbus, richiamandosi agli articoli 107 e 108 del Codice dei beni culturali, ha adottato un Regolamento che tende a limitare la cosiddetta “libertà di panorama” imponendo a chiunque riproduca il paesaggio delle dune di Piscinas a fini commerciali l'onere di chiedere un'autorizzazione e corrispondere un canone all'amministrazione comunale: dai mille ai millecinquecento euro al giorno per attività fotografiche, cinematografiche, o altro. Un'iniziativa che in pochi conoscono e che tuttavia sembra prossima a produrre i primi risultati economici.
Possiamo metterla al centro di una riflessione più ampia sulla promozione economico-culturale di questi beni pubblici? Va bene infatti raccogliere i frutti dell'iniziativa, più o meno casuale, di qualche operatore di passaggio ma simili attività vanno promosse e promozione significa accessibilità, conoscenza e servizi, i quali potranno essere migliorati proprio grazie a quanto ricavato, a patto che esso sia reinvestito in tutela e valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali e non devoluto alla spesa pubblica corrente.
Insomma, il territorio sardo è lastricato di tesori inestimabili e poco conosciuti. Promuoverne l'immagine (quindi la conoscenza e la fruizione) avrebbe plurime ricadute, tutte positive. Attiviamoci, rendendo questi tesori al più presto accessibili. E non trascuriamo l'economia (e la continuità) virtuale.
ALDO BERLINGUER
DOCENTE, UNIVERSITÀ DI CAGLIARI


 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 18 aprile 2019 / Calcio (Pagina 48 - Edizione CA)
È morto Piras
Arrivederci, professore

Per 13 anni è stato consigliere della Figc, per altri 27 è stato saldo al vertice del calcio sardo, prima di diventare vice presidente della Lega nazionale dilettanti per il Centro Italia. È stato davvero un grande uomo di sport Benedetto Piras, docente universitario, 84 anni, che ieri mattina si è arreso a una malattia che combatteva da tempo. Al mondo del calcio sardo e a quello universitario mancherà, e molto, questo è sicuro. Era definito il presidente-gentiluomo. Nel 1980 era diventato presidente del Comitato regionale della Figc al posto dell'allora commissario Andrea Arrica, subentrato un anno prima a un altro presidente storico, Mario Siddi.
«Un grande uomo, un grande sportivo», lo ha ricordato ieri mattina Gianni Cadoni, attuale presidente della Figc sarda, «era un innamorato del calcio con un ruolo, da giovanissimo dirigente, anche nella nascente Ferrini Cagliari. Resta un esempio, una figura straordinaria per tutti noi e per il mondo sportivo sardo».
Ieri la rappresentatativa regionale Juniores, impegnata nel Trofeo delle Regioni, scesa in campo col lutto al braccio, lo ha ricordato con un minuto di raccoglimento. Comprensibile la tristezza che, all'arrivo della notizia, ha invaso il Comitato Regionale della Figc. Il professor Piras si era impegnato con l'ex segretario Silvano Balloi, nella raccolta delle pagine sul calcio sardo per raccoglierle poi in un libro. Non ha fatto in tempo, ma il suo lavoro sarà portato a termine.
Antonio Serreli




 

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 18 aprile 2019 / Prima pagina
Il commento
STUDIARE SERVE E IN SARDEGNA ANCORA DI PIÙ

di GIAN PAOLO DEMURO, Università di Sassari
Arrivati ormai quasi alla fine del percorso scolastico, si pone per tante famiglie la decisione se iscrivere i propri figli all'università. Innanzitutto è compito delle Istituzioni far sì che tutte le famiglie sarde siano messe in grado di poter fare questa scelta. CONTINUA A PAGINA 2
  
Primo piano - Pagina 2  segue dalla prima
STUDIARE SERVE E IN SARDEGNA ANCORA DI PIÙ
TASSO DI OCCUPAZIONE Nell’ultimo decennio riduzione più contenuta per i laureati: hanno quasi recuperato i livelli del 2008

Anche per arrestare lo storico trend che vede laureati soprattutto i figli di laureati, segno questo di scarsa mobilità sociale: dunque compito primario è garantire assegni e borse di studio, servizi abitativi e di mensa, facilitazioni di trasporto, servizi sanitari e in genere ogni servizio utile ad attuare il diritto allo studio; qui la Regione tramite l'Ersu fa la sua parte, lo Stato meno, visto che è quintultimo in Europa per spese per istruzione. Una volta che la scelta può davvero essere di tutti è bene dissipare il dubbio presente in questo periodo di svalutazione dell'istituzione universitaria: studiare serve non solo come promozione sociale ma per trovare lavoro. I dati ISTAT 2018 relativi al 2017 confermano il ruolo fondamentale del grado di istruzione. Nel 2017 il tasso di occupazione cresce per tutti i livelli di istruzione, con un incremento più elevato per i laureati. Nell'ultimo decennio la riduzione del tasso di occupazione è stata più contenuta per i laureati, che hanno quasi recuperato il livello del 2008 (78,3 per cento contro il 78,5). Nel 2017 sono occupate invece poco più di quattro persone su dieci con al massimo la licenza media e quasi due terzi dei diplomati. Interessante anche notare che l'istruzione aiuta a mitigare il divario di genere, comunque a sfavore delle donne, divario che diminuisce appunto al crescere del livello d'istruzione. Insomma, è vero che non sempre i laureati ottengono un lavoro pienamente corrispondente alle loro aspettative e al loro titolo (questa è una nota dolente), ma è indubbio che laurearsi aiuta a trovare lavoro. A fronte di questi dati emerge invece la povertà di laureati in Italia e in Sardegna ancor di più: i giovani (da 25 a 35 anni) con titolo universitario erano il 20,7 nel 2010, oggi sono al 25,6 (in Sardegna meno del 20): in Europa attualmente sono invece il 40,4%. Quasi scontato osservare dunque che investire nella scuola e nell'università è un'urgenza assoluta: rendere le persone più preparate migliora le persone stesse, aiuta il mondo dell'istruzione e soprattutto porta benefici economici ai singoli e al sistema.In questo contesto quale ruolo possono e devono assumere le università sarde? Possono e devono fare tanto, rappresentare cioè un motore di sviluppo sociale, culturale, scientifico ed economico. Quanto all'occupazione gli sforzi devono andare in due direzioni. Innanzitutto l'offerta formativa, cioè la previsione dei corsi di studio, deve essere moderna e competitiva: oltre ai corsi che non subiscono le variabili, è indispensabile comprendere e seguire il modello di sviluppo del proprio territorio, talvolta cercando di andare anche al di là, con progetti innovativi (economia del turismo a Olbia e architettura del Mediterraneo ad Alghero ne sono stati pionieri, sicurezza e cooperazione internazionale, ingegneria informatica e scienze motorie ne sono esempi recenti). Ma ciò che davvero è essenziale è non abbandonare i nostri laureati dopo il titolo: inaccettabile che il canale privilegiato per trovare lavoro sia il canale "informale", in cui l'intermediazione si svolge all'interno delle reti personali, attraverso l'aiuto offerto da parenti, amici e conoscenti, senza logiche di mercato, senza efficienza e meritocrazia. Dunque dobbiamo preservare e valorizzare la rete istituzionale, che si esplica in selezioni serie e nell'attivazione di stage e tirocini e nei meccanismi di presentazione dei laureati migliori da parte delle università. In fondo proprio fare in modo che il percorso universitario e l'inserimento lavorativo non siano due fasi distinte è l'aspirazione di chi insegna e il dovere di chi amministra, a tutti i livelli.
di GIAN PAOLO DEMURO
Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza - Università di Sassari


6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 18 aprile 2019 / Sardegna - Pagina 6
No dello storico Ortu: decisione inaccettabile è fondamentalismo
di Alessandro Pirina
SASSARI Una decisione insensata, inaccettabile, figlia di un certo fondamentalismo che si vuole sostituire alla storia. Gian Giacomo Ortu, professore ordinario di Storia moderna all'università di Cagliari, non ha dubbi: la delibera della giunta di Scano Montiferro è un pugno al nostro passato. «È una decisione che non ha senso - dice Ortu senza fare giri di parole -. Proiettare le ideologie e le tendenze politiche del presente nel passato, come storico, lo ritengo inaccettabile. Anche la toponomastica consacra la memoria del tempo. È una parte del nostro patrimonio. Certamente c'è quello che ci può piacere e quello che non ci piace. Ma non si può permettere alla politica, agli umori del presente di cancellare una parte di questa storia». Per Ortu simili decisioni sono figlie di un certo fondamentalismo che confonde la storia con il giudizio sulla stessa. «È come se io facessi una ricerca e mi preoccupassi di cancellare ciò che i miei avversari politici hanno fatto - dice ancora -. Siamo davanti a due tipi di fondamentalismo. L'antifascismo è sicuramente una cosa pregevole, ci mancherebbe, ma c'è un fondamentalismo antifascista che usa questa etichetta contro gli avversari. E poi c'è quello sardista che punta a cancellare tutto ciò che non è coerente con il popolo sardo. Questi sono i due tipi di fondamentalismo che più di tutti incidono in Sardegna». Ortu, dunque, boccia la decisione di Scano Montiferro, ma questo non significa che salvi la dinastia dei Savoia. Anzi. «Il giudizio storico non può che essere negativo. È una dinastia che non può essere considerata benemerita sotto alcun profilo, anche in un passato più remoto. Ma attenti a non confondere la dinastia sabauda con il governo piemontese. Sono due cose molto diverse. E invece in Sardegna c'è chi continua a sparare contro il governo piemontese per rivalutare quelli orrendi di Spagna e Catalogna. Il Piemonte è stato per la Sardegna un fattore di rivitalizzazione della società. Ha dotato i Comuni dei Consigli comunitativi che hanno permesso di opporre resistenza al feudalesimo. Ha istituito i Monti frumentari che sono quasi tutti diventati poi gli uffici di corrispondenza del Banco di Sardegna. È folle volere cancellare questa memoria. È il riflesso di fondamentalismi ideologici e politici che hanno uno sguardo superficiale e che vogliono riverniciare la storia come fosse un mobile d'epoca». Un discorso che per lo storico riguarda anche la gara di tanti comuni a revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini. «È sbagliato. È un atto depositato, un documento prezioso che testimonia il servilismo di quella amministrazione ai tempi del fascismo. Invece, i Comuni sembra vogliano cancellarne le tracce per rifarsi una verginità».


7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 18 aprile 2019 / Sardegna - Pagina 4
Giulia Grillo (M5s) lo aveva indicato come commissario della sanità in Campania ma riceve un rifiuto
IL MINISTRO SCEGLIE MOIRANO MA LUI RESTA ALL'ATS

CAGLIARI È ancora molto meglio la Sardegna della terraferma. Il supermanager dell'Asl unica, Fulvio Moirano, in carica dal 2016, non sarà nominato commissario straordinario della sanità in Campania. Il ministro della salute, Giulia Grillo, lo aveva messo in testa alla lista delle preferenze per quell'incarico a Napoli e intorni, ma lui ha rifiutato la proposta. Anche se da parte di Fulvio Moirano non arrivano conferme e smentite su una nuova possibile designazione e destinazione, c'è una certezza: il suo contratto di direttore generale dell'Ats andrà in scadenza solo tra due anni, nel 2021. Certo, nei prossimi mesi potrebbe accadere di tutto, col centrodestra al governo della Regione pronto a rivoluzionare il sistema sanitario ricevuto in eredità dal centrosinistra. Ma che Moirano decida di fare le valigie prima è escluso. Finora col neo assessore Mario Nieddu della Lega il manager dell'Asl unica ha avuto un solo incontro, in prefettura per la vertenza Aias, e in quella riunione di futuro i due non hanno parlato. Anche se prima o poi dovranno farlo: il governatore Solinas, nel programma elettorale, ha sempre sostenuto di voler ritornare, entro i primi cento giorni dall'insediamento, a un decentramento della sanità, lasciando all'Ats soltanto compiti amministrativi e la gestione delle gare d'appalto. Però è tutto prematuro, l'assessore Nieddu ad esempio ancora non ha nominato neanche il direttore generale, e quindi ci vorrà del tempo prima che ci possa essere il possibile commissariamento della stessa Azienda unica e delle altre Aziende sanitarie. Fino ad allora di sicuro Fulvio Moirano non lascerà la Sardegna, nonostante in questi giorni diversi quotidiani della Campania lo abbiano indicato come l'unica scelta del ministro Grillo per rimettere in sesto la sanità napoletana allo sfascio. Una nomina data sicura fino a tal punto che - stando alle notizie pubblicate in Rete dal quotidiano «Cronache della Campania» - oggi il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto designare Moirano commissario straordinario. Non sarà così. Sono invece altre due le urgenze per l'assessore Mario Nieddu: la nomina dei reggenti dell'Azienda ospedaliera Brotzu, a Cagliari, e di quella universitaria a Sassari. La prima è senza guida da diversi mesi dopo le dimissioni della manager Gabriella Pintus, che il centrosinistra non ha sostituito, lasciando l'incombenza alla nuova Giunta. La seconda, l'Azienda universitaria sassarese, è invece senza un manager da quando, a metà marzo, il direttore generale Antonio D'Urso s'è trasferito al'Asl del Sud-Est in Toscana e che amministra le province di Arezzo, Siena e Grosseto. Doppio le due dimissioni le due strutture sarde sono gestite dai direttori sanitari, ma l'interim non potrà durare ancora a lungo. È quindi probabile che ancora prima della «rivoluzione totale della sanità», l'assessore Nieddu sia costretto dagli eventi a nominare i commissari al Brotzu e a Sassari.


8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 18 aprile 2019 / Sport - Pagina 42
CALCIO IN LUTTO
Morto Benedetto Piras
il "professore " del pallone sardo

CAGLIARI Lutto nel mondo del calcio sardo. A 84 anni si è spento Benedetto Piras, presidente onorario del Comitato sardo della Figc. Meglio noto come "il professore", Piras era particolarmente apprezzato negli ambienti del calcio regionale per le sue qualità morali e dirigenziali. Per oltre 40 anni è stato a capo del Comitato Sardegna. Parallelamente era inoltre stato docente di fisica all'Università di Cagliari. La lunga malattia non gli aveva impedito di continuare a interessarsi attivamente alle vicende del pallone isolano. «Il presidente Gianni Cadoni, gli uomini e le donne del Comitato regionale sardo e le società tutte, si stringono in un affettuoso cordoglio alla signora Silvana e famiglia», si legge nel comunicato diffuso via social dalla Figc Sardegna. L'attuale presidente Gianni Cadoni è stato raggiunto dalla notizia a Fiuggi, dove le rappresentative sarde stanno partecipando al Torneo delle Regioni, e si è immediatamente attivato per fare ritorno nell'Isola. La squadra Juniores ha omaggiato la memoria dello storico presidente del Comitato con un minuto di raccoglimento e il lutto al braccio.
Mauro Farris

 

Questionario e social

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